venerdì 20 settembre 2019

IL TORNADO, LA VERSIONE "E.C.R." E L'ULTIMO ATTO IN ITALIA ALL'AEROPORTO DI GHEDI


Il Panavia Tornado (ufficialmente Panavia PA-200 Tornado, ma meglio conosciuto come Tornado MRCA - Multi Role Combat Aircraft) è un caccia multiruolo con ala a geometria variabile. 
Sviluppato congiuntamente da Regno Unito, Germania Ovest e Italia, esistono tre varianti principali del Tornado: l’IDS (Interdiction and Strike) per l'attacco al suolo, l’ECR (Electronic Combat/ Reconnaissance) attrezzato per la soppressione delle difese aeree e l’ADV (Air Defence Variant) intercettore.
Sviluppato e costruito dalla Panavia Aircraft, una compagnia multinazionale formata da British Aerospace (precedentemente British Aircraft Corporation), MBB e FIAT Velivoli (poi Alenia Aermacchi, oggi confluita in Leonardo), il Tornado volò per la prima volta il 14 agosto 1974 ed è stato usato in azione dalla RAF, dall'Aeronautica Militare e dall'aeronautica militare dell'Arabia Saudita nella guerra del Golfo. Incluse le varianti, ne sono stati prodotti 1001 esemplari.



Storia

Sviluppo

Negli anni sessanta i progettisti aeronautici guardavano favorevolmente l'ala a geometria variabile che permetteva di conciliare la manovrabilità delle ali dritte con la velocità fornita dalle ali a freccia. Il Regno Unito aveva cancellato il progetto del BAC TSR-2 e successivamente aveva fatto lo stesso con il progetto di acquisizione del General Dynamics F-111, trovandosi dunque nella situazione di necessitare di un rimpiazzo per i suoi Avro 698 Vulcan e Blackburn Buccaneer. Il progetto anglo-francese AFVG (Anglo-French Variable Geometry) ebbe inizio nel 1965, ma la Francia si ritirò due anni dopo senza nessun risultato concreto in mano, indirizzando le ricerche sullo sviluppo del modello Dassault/Breguet Mirage 2000. D'altra parte la Francia aveva già conosciuto l'esperienza delle ali a freccia variabile sul modello Marcel Dassault Mirage F2. La Gran Bretagna continuò invece lo sviluppo del disegno dell'AFVG e si mise alla ricerca di nuovi partner con cui lavorare.
Nel 1968 Germania Ovest, Paesi Bassi, Belgio, Italia e Canada istituirono un gruppo di lavoro per studiare un sostituto del Lockheed F-104 Starfighter, chiamando inizialmente la loro idea Multi Role Aircraft (MRA), salvo poi mutarla in Multi Role Combat Aircraft (MRCA). Tutte le nazioni partecipanti avevano flotte aeree datate ma, dato che le richieste erano molteplici, si optò per far nascere un aereo in grado di rispondere a compiti che erano fino a quel momento assunti da un gran numero di differenti velivoli. Il Regno Unito si unì all'MRCA nel 1968, rappresentato dall'Air Vice-Marshal Michael Giddings, e già nel maggio 1969 vennero stilati accordi con Germania Ovest e Italia. Alla fine del 1968 le prospettive di acquisto di questi tre paesi ammontavano a 1.500 macchine. Canada e Belgio avevano precedentemente abbandonato il progetto: il primo per motivi politici (c'era la convinzione che la produzione e in generale tutto il progetto si sarebbero concentrati nell'Europa occidentale), il secondo perché si vide offerto dalla Francia il Dassault Mirage 5, che venne giudicato più conforme alle esigenze delle forze aeree belghe.
Lo scopo del progetto MRCA era quello di produrre un aereo in grado di svolgere missioni di attacco al suolo, ricognizione, difesa aerea e antinave, garantendo così il rimpiazzo dei vari aerei in servizio che svolgevano questi compiti. Nella definizione della struttura di base si considerarono le ipotesi di un nuovo disegno alare e l'installazione di uno o due motori. Le quattro nazioni europee rimanenti (Regno Unito, Germania, Italia e Paesi Bassi) istituirono il 26 marzo 1969 la Panavia Aircraft, tuttavia i Paesi Bassi si ritirarono nel 1970 perché convinti dell'eccessiva complicazione dell'idea, mentre la Koninklijke Luchtmacht necessitava di un aereo semplice e con manovrabilità eccezionale. Un altro duro colpo all'MRCA arrivò nel 1972, quando la Germania diminuì le proprie prospettive di acquisto da 600 a 324 velivoli.
Nell'accordo finale, Regno Unito e Germania Ovest si assunsero rispettivamente il 42,5% del carico di lavoro e l'Italia il restante 15%; la costruzione della fusoliera anteriore e della coda spettarono alla britannica British Aircraft Corporation (BAC, ora BAE Systems), la fusoliera centrale alla MBB tedesca (ora EADS), e le ali all'Aeritalia (ora Alenia Aeronautica). La stessa ripartizione venne adottata per la costruzione dei motori e dell'avionica. Una multinazionale separata dal progetto Panavia, la Turbo-Union Limited, fu fondata nel giugno 1970 per sviluppare e costruire i motori Turbo-Union RB199, destinati ad equipaggiare i futuri Tornado, con la partecipazione al 40% della Rolls-Royce plc, al 40% della MTU Aero Engines e al 20% della Fiat.
Quando si concluse la fase di definizione del nuovo aereo nel maggio 1970, sul tavolo erano rimasti due design: un monoposto Panavia 100, che inizialmente accolse il favore della Germania Ovest, e un biposto Panavia 200, preferito dalla RAF, che sarebbe diventato il Tornado vero e proprio. Nel settembre 1971 i tre governi si impegnarono a procedere nella costruzione del velivolo, che nel frattempo era stato rivalutato in chiave di attacco al suolo a bassa quota come possibile minaccia al blocco sovietico, Tra l'altro, nel 1976 vennero alla luce tentativi di spionaggio sovietico sullo sviluppo dell'aereo.



Produzione

Il contratto per il primo lotto di aerei fu siglato il 29 luglio 1976, e il primo velivolo fu consegnato alla RAF e alla Luftwaffe rispettivamente il 5 e il 6 giugno 1979. L'Italia ha invece ricevuto il primo Tornado il 25 settembre 1981. Il 29 gennaio dello stesso anno intanto era iniziato il Tri-national Tornado Training Establishment nella base aerea di Cottesmore (Rutland) che addestrò piloti all'uso del Tornado fino al 31 marzo 1999. Il 500° Tornado prodotto fu inviato alla Germania Ovest il 19 dicembre 1987.
Dopo che la Germania Ovest rinunciò ad esportare i propri aerei, altre nazioni si interessarono al Tornado, ma tra tutte l'unica che fece acquisti fu l'Arabia Saudita, che agì in base all'accordo per lo scambio di armi Al-Yamamah siglato tra BAE Systems e il governo saudita. L'Oman commissionò verso la fine degli anni ottanta l'acquisto di Tornado per un totale di 250 milioni di sterline, ma cancellò l'ordine nel 1990 per problemi finanziari. L'Australia considerò l'idea di sostituire i propri Dassault Mirage III con i Tornado, ma alla fine optò per gli F/A-18 Hornet.
La produzione dei Tornado è cessata nel settembre 1998; l'ultimo velivolo, un Tornado IDS, è stato prodotto dalla British Aerospace proprio in quell'anno ed è andato all'aeronautica militare saudita.



Tecnica

Il Tornado è stato impostato per svolgere la funzione di cacciabombardiere supersonico a bassa quota, in grado di atterrare e decollare in brevi distanze. Normalmente, per avere buone prestazioni, un aereo deve possedere ali a freccia positiva o a delta, ma queste configurazioni non sono efficienti a basse altitudini. Per rendere il Tornado maneggevole e in grado di operare adeguatamente sia a bassa che ad alta quota, venne scelto di dotarlo di ali a geometria variabile. Quando le ali sono piegate all'indietro, avvicinandosi alla fusoliera, il Tornado accresce la sua velocità a bassa quota riducendo la resistenza aerodinamica. Con le ali completamente spiegate invece l'aereo ha più portanza a causa della maggiore superficie offerta all'aria dalle ali, cosa che favorisce, a basse velocità, il decollo e l'atterraggio in spazi ristretti. Il Tornado è l'unico aereo militare, insieme al Saab 37 Viggen, a montare inversori di spinta.
La cabina di pilotaggio monta il joystick in posizione centrale e le manette a sinistra; il sistema di controllo è fly-by-wire.
Il Tornado incorpora un radar usato sia per la navigazione che per l'attacco capace di scandagliare l'aria, mappare il territorio sottostante e permettere al velivolo di mantenere un'altitudine costante quando viaggia a basse quote. Il Tornado ADV monta un radar diverso, l'AI.24 Foxhunter, in grado di agganciare 20 bersagli differenti da una distanza superiore alle 100 miglia (160 km). Il Tornado può trasportare praticamente tutte le armi presenti nell'inventario NATO, incluse bombe a grappolo e nucleari. La versione per l'attacco al suolo ha una limitata capacità di combattimento aereo fornita da missili aria-aria AIM-9 Sidewinder o AIM-132 ASRAAM; la variante ADV può anche lanciare gli AIM-120 AMRAAM.



Apparato motore

I britannici si opposero con fermezza all'uso di un motore statunitense per il progetto MRCA, giudicando l'utilizzo di un propulsore Rolls-Royce cosa fondamentale, tanto che minacciarono di lasciare il gruppo di lavoro se non fossero stati accontentati. Nel settembre 1969 venne selezionato il Turbo-Union RB199, frutto delle conoscenze tecniche messe in comune da Regno Unito, Italia e Germania. Lo sviluppo di questo motore aeronautico subì ritardi a causa della liquidazione coatta amministrativa subita dalla Rolls-Royce nel 1971, ma la collaborazione multinazionale servì comunque ad evitare ulteriori complicazioni al Tornado.
All'inizio dell'entrata in servizio dell'RB199 le pale della turbina si degradavano velocemente, per cui vennero presto applicate delle migliorie nelle successive versioni del motore che garantiscono affidabilità e buone prestazioni, anche se i costi di realizzazione sono lievitati. Venne proposta anche una variante potenziata per il Tornado in versione intercettore, ma non venne mai acquistata.



LA VERSIONE ITALIANA,  L'“E.C.R.” E L’AEROPORTO DI GHEDI

Il primo prototipo italiano fece il suo primo volo il 5 dicembre 1975 partendo dall'aeroporto di Torino-Caselle. L'Aeronautica Militare ricevette 100 Tornado IDS, 15 dei quali vennero più tardi convertiti nella versione ECR. In aggiunta, l'Aeronautica Militare ha usato per dieci anni 24 Tornado ADV forniti dalla RAF per sorvegliare i cieli nazionali.
I Tornado italiani hanno preso parte alla guerra del Golfo nel 1991. L'operazione Locusta infatti ha visto otto Tornado IDS volare da Gioia del Colle ad Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, come parte del contributo italiano alla coalizione. Durante le operazioni un aereo fu abbattuto dalla contraerea irachena. L'Aeronautica Militare ha poi utilizzato i Tornado nel 1999 durante la guerra del Kosovo, sfruttando gli IDS per i bombardamenti e gli ECR per sopprimere i radar e le difese antiaeree jugoslave. In totale vennero lanciati 115 missili HARM.
Nel luglio 2002 l'Italia ha siglato un contratto con la Tornado Management Agency e la Panavia per l'aggiornamento di 18 Tornado IDS a cura dell'Alenia Aeronautica, che ha completato il primo lavoro nel novembre 2003. È prevista la sostituzione dei Tornado IDS/ECR con il caccia multiruolo F-35 Lightning II.
Nel 2011, i Tornado dell'Aeronautica Militare (sia in configurazione ECR che IDS) sono stati impegnati nella guerra in Libia, nell'ambito dell'operazione Unified Protector per far rispettare la no-fly zone, con funzione di soppressione delle difese aeree nemiche, e per il bombardamento di obiettivi militari selezionati sul territorio Libico.
Più nello specifico il Tornado presta servizio nelle versioni IDS nelle file del 102º, 154º e 156º Gruppo che compongono il 6º Stormo basato a Ghedi (primo esemplare ricevuto il 27 agosto 1982, conversione ufficiale 20 maggio 1983, missione attacco convenzionale e nucleare, attacco con missili antiradar, ricognizione e attacco antinave con i missili Kormoran). Dal 1º luglio 2008 il 156º Gruppo è stato trasferito dal 36º (maggio 1984 entrata in linea del Tornado nel gruppo) al 6º Stormo. Il velivolo è inoltre utilizzato dal 155º Gruppo del 50º Stormo (1989, attacco convenzionale e nucleare, basato all'aeroporto di Piacenza-San Damiano) per un totale di circa 100 esemplari in origine acquistati, ora ridotti a meno di 90. Le macchine in servizio nei loro reparti raggiungono i 55-60 esemplari. Ogni reparto ha competenze specifiche, con velivoli equipaggiati con missili stand-off a lungo raggio Storm Shadow, GBU-32 JDAM, GBU-16 Paveway, bombe H (Tipo B 61/3, B 61/4 e B61/10), bombe Mk-83 e Mk-82, pod da ricognizione, Kormoran 1 antinave (circa 60-70 acquistati, adesso radiati), spezzoniere MW-1 (90, mai impiegate in guerra e oggi radiate) o missili HARM. Il programma ECR, iniziato nel 1992, ha visto la modifica di 15 macchine IDS, grazie al ridotto numero di perdite occorse alla linea, inferiore a quanto previsto (tre gruppi per un totale di 54 apparecchi, le esigenze del TTE con altri 10 circa, ma un totale ordinato di 100, incluso uno di preserie e 12 DC). Questo ha consentito di eseguire una notevole riduzione dei costi. In ogni caso si è seguito il programma per gli ECR tedeschi con molte delle modifiche pensate dai tedeschi, ma la versione italiana si chiama ECR-IT in quanto ha leggermente modificato le dotazioni.
Negli ultimi anni (dal 2005 in poi) è cominciato l'aggiornamento dei Tornado italiani allo standard MLU-IT, che prevede la possibilità di lanciare il missile di crociera SCALP. I primi test sono iniziati nel settembre 2006. L'ultimo dispositivo acquistato, lo scanner "RECCELITE", è stato impiegato in Afghanistan nel 2009.
Il 19 agosto 2014 due Tornado in missione di addestramento decollati dalla base stanziale del 6º Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia, sono precipitati nei pressi di Ascoli Piceno a seguito di una collisione in volo.
La nostra Leonardo, in collaborazione con BAE Systems e Cassidian, partner nel consorzio Panavia, ha consegnato già nel 2013 all'Aeronautica Militare italiana il primo Tornado ECR aggiornato nell'avionica e nei sistemi.
Leonardo, nel ruolo di leader tecnico e di programma per la modifica, ha completato da tempo l’aggiornamento di un totale di 15 Tornado ECR.
Il Tornado ECR MLU rappresenta un aggiornamento della versione ECR attualmente in dotazione alla AM, il cui compito primario è la localizzazione e la soppressione mediante missili antiradiazione delle sorgenti radar nemiche.
L'aggiornamento del velivolo si è esteso a molteplici sottosistemi e funzionalità ed è stato ottenuto tramite modifiche agli impianti di bordo ed agli equipaggiamenti avionici, così come al software di missione. Il Tornado ECR MLU è dotato di un sistema di navigazione IN-GPS integrato, coadiuvato da un sistema Multi Mode Receiver (MMR) per l'avvicinamento e l'atterraggio strumentale ILS. Il sistema di comunicazione ed identificazione viene continuamente aggiornato agli ultimi standard, includendo capacità di comunicazione sicura ed introducendo la capacità di trasmissione/ricezione dati via Data-Link (MIDS), che incorpora la funzionalità di navigazione TACAN.
I cockpit di pilota e navigatore, rispetto alla versione base IDS, sono dotati di una nuova suite di display multifunzione per migliorare l'interfaccia uomo-macchina e ridurre il carico di lavoro dell'equipaggio; l’abitacolo del navigatore è stato dotato di nuovi display TVTAB con schermo LCD a colori in sostituzione dei precedenti display monocromatici. I sistemi di illuminazione interno ed esterno sono stati resi compatibili con l'impiego dei sistemi di visione notturna NVG.
Nel contempo è stata altresì migliorata la capacità di ricognizione elettronica che caratterizza la missione del velivolo, introducendo nuove funzionalità legate al riconoscimento ed alla localizzazione delle minacce (ELS multiship ranging), capacità che è alla base della missione operativa del Tornado ECR.
Il nuovo software, all’epoca appositamente sviluppato per questo velivolo, ha consentito l’integrazione di nuovi sensori e sistemi avionici ed ha dato al velivolo, in aggiunta alla capacità di impiego di missili antiradiazione (HARM) e di armamento di caduta di tipo convenzionale, la capacità di attacco al suolo mediante armamento di precisione a guida GPS (JDAM).
Con l’aggiornamento “ECR” (estesa anche ad esemplari della Luftwaffe tedesca), l’età pensionabile si è allontanata per i Tornado, i cacciabombardieri che dal 1982 sfrecciano dall’Aerobase di Ghedi. Era l’anno 1982 quando il primo esemplare fu consegnato al 154° Gruppo di volo, i «Diavoli rossi» del 6° Stormo, a sostituire gli F104. Sarà il 2025 quando la vita operativa dei Tornado arriverà al termine, dopo 43 anni, per cedere il posto agli F 35.
La «dead line» del 2025 viene fissata dall’ultimo Documento programmatico pluriennale del ministero della Difesa, che ha preso atto dei leggeri ritardi del programma F35: il discusso «stealth» è entrato in linea nel 2015 e acquisirà capacità operativa tra il 2018 e il 2022.
Il Tornado dovrà stringere i denti, e soprattutto i bulloni: il documento della Difesa prevede due programmi di modernizzazione che permettano ai vecchi cacciabombardieri di arrivare, dopo 43 anni di «onorato servizio», al sospirato pensionamento.
Il primo programma è «relativo all'ammodernamento strutturale, tecnologico ed operativo di “mezza vita“ dei velivoli ed al mantenimento delle condizione operative per garantirne l'efficacia d’impiego sino al 2025». 



La Difesa ha impegnato 83 milioni nel 2017, 83 nel 2018, 53 nel 2019 e 156 milioni tra il 2020 e il 2022. Questo garantirà l’intero «ciclo» fino a fine vita.

Come fase finale, tutti i Tornado italiani sono stati accorpati nell’Aerobase di Ghedi. Proprio qui dal settembre 2016 si concentra l’intera componente strategica dell’Aeronautica militare italiana, da quando è stato sciolto il 50° Stormo di Piacenza per aggregarne gli aerei al 6° di Ghedi, facendo della base bresciana l’unica «casa» dei cacciabombardieri con la coccarda tricolore.
Con la soppressione del 50° di Piacenza, all’Aerobase bresciana si sono aggregati i circa 15 Tornado Ecr del 155° Gruppo di volo, per unirsi ai circa 40 Tornado Ids del 6° (il numero esatto degli aerei in condizioni operative è «top secret»), che a sua volta è stato riorganizzato su tre Gruppi di volo: il 154° (i famosi «Diavoli rossi») e il 102° (i «Paperi»), che erano già a Ghedi da decenni con i Tornado Ids (che sta per «interdiction and strike»), oltre alle «Pantere» del 155°, arrivate dalla base piacentina con i Tornado Ecr (il modello specializzato in guerra elettronica e soppressione dei radar). È stato invece praticamente dismesso («in posizione quadro») il 156° gruppo «Linci», che era una componente storica. Ma come le «Linci» tutto prima o poi finisce: nel 2025, dopo 43 anni, i Tornado saranno storia.



Impiego operativo

Germania

Il primo prototipo della Germania Ovest volò il 14 agosto 1973 dalla base aerea di Manching. La prima spedizione di 247 Tornado IDS e 35 ECR venne completata il 27 luglio 1979, che finirono nelle schiere di cinque diversi stormi per rimpiazzare i Lockheed F-104 Starfighter. Due di questi stormi vennero sciolti rispettivamente nel 2003 e nel 2005 e un terzo venne riequipaggiato con i Tornado ECR. Quando l'ultimo stormo di Tornado della Marineflieger, l'aviazione di marina tedesca, venne sciolto nel 2005, i suoi aerei formarono uno stormo da ricognizione nella Luftwaffe.
I Tornado tedeschi hanno partecipato alla guerra in Bosnia facendo entrare per la prima volta in azione la Luftwaffe dai tempi della seconda guerra mondiale. Nel 2007, un distaccamento di sei Tornado dell'Aufklärungsgeschwader 51 "Immelmann" (51º stormo da ricognizione "Immelmann") è stato assegnato a Mazar-i Sharif, nel nord dell'Afghanistan, per supportare le truppe ISAF.
All'inizio del 2000 i Tornado IDS, ECR e RECCE (la versione IDS impostata per ospitare il pod "RECCE") ricevettero l'aggiornamento "ASSTA 1", consistente nel rimpiazzo del computer gestore delle armi con un computer MIL-STD 1553/1760 o Ada MIL-STD 1815. Un'altra miglioria fu l'aggiunta del GPS, di un sistema di navigazione inerziale e del pod-ECM "Tornado Self Protection Jammer". Il nuovo computer è in grado di controllare i missili HARM III o HARM 0 serie IV/V e Kormoran, le bombe a guida laser GBU-24 Paveway III e si può interfacciare con il LITENING Advanced Targeting.
L'aggiornamento ASSTA 2 cominciò nel 2005 ma solo per gli 85 Tornado ECR o RECCE, dato che la variante IDS era in via di sostituzione in favore dell'Eurofighter Typhoon. Le modifiche consistettero in un'avionica digitale, nuove contromisure elettroniche e la predisposizione per i missili da crociera Taurus KEPD 350.
Il 13 gennaio 2004 il ministro della Difesa tedesco Peter Struck annunciò che le forze armate sarebbero state investite da alcuni cambiamenti. Uno di questi prevede la diminuzione della flotta aerea dai 426 velivoli in servizio nel 2004 ai 265 che dovranno rimanere nel 2015. Considerando l'ordine di 180 Eurofighter Typhoons, rimarranno attivi solo 85 Tornado.



Regno Unito

Il primo prototipo inglese volò il 30 ottobre 1974. L'11 luglio 1985, la versione da ricognizione della RAF (GR.1A) fece anch'essa il suo primo volo. I Tornado GR.1 e GR.1A vennero usati nell'operazione Desert fox e nella guerra del Kosovo.
Il battesimo del fuoco dei Tornado della RAF avvenne nel 1991 con la guerra del Golfo, a cui gli inglesi contribuirono con l'operazione Granby. Circa 60 GR.1 vennero trasferiti nelle basi aeree di Al Muharraq (Bahrain), Tabuk e Dhahran (Arabia Saudita). Nelle prime fasi dell'operazione Granby i Tornado GR.1 colpirono gli aeroporti iracheni con bombe a gravità da 450 kg e bombe JP-233. Al termine del conflitto erano andati persi sei Tornado, quattro caduti mentre sganciavano bombe convenzionali, uno mentre rilasciava una JP-233 e un altro mentre era in procinto di liberarsi delle sue bombe a guida laser. Un altro Tornado della RAF venne perso in un incidente di volo. Il primo Tornado fu abbattuto il 17 gennaio 1991 da un SA-16, il secondo il 19 gennaio colpito da un SAM mentre eseguiva un raid sull'aeroporto di Tallil, ex base aerea irachena, non lontano da An Nassiriyah, (oppure abbattuto da un R-60MK sparato da un MiG-29 iracheno) e il terzo il 14 febbraio sempre per colpa di un SAM. Passata la prima fase dell'operazione Granby, i Tornado iniziarono ad effettuare bombardamenti da quote medie, e ricevettero anche il supporto di alcuni Blackburn Buccaneer equipaggiati con il puntatore laser Pave Spike che li aiutò a indirizzare con precisione le loro bombe. Un ulteriore incidente di volo capitò ad alcuni GR.1 dotati del sistema TIALD. Terminata la guerra i Tornado GR.1 rimasero ad Ali Al Salem, in Kuwait, per far rispettare la no-fly zone garantita dall'operazione Southern Watch.
Ai primi di maggio del 1984 il ministero della Difesa britannico iniziò a studiare un modo per aggiornare i propri Tornado che portò al Mid-Life Upgrade (MLU) varato nel marzo 1983. Il 29 maggio, il primo Tornado GR.4 si alzò da terra e il 29 luglio 1994 venne siglato un contratto per aggiornare tutti i GR.1, GR.1A e GR.1B allo standard GR.4/GR.4A, il primo dei quali fu pronto il 31 ottobre. Il GR.4 è entrato in servizio il 28 aprile 1998 e il primo incarico operativo è stato nell'ambito dell'operazione Southern Watch e poi nell'operazione Desert Fox (dicembre 1998).
I GR.1 comunque non vennero immediatamente radiati dalla prima linea giacché ebbero modo di partecipare alla guerra del Kosovo del 1999. I velivoli operarono prima dalla base di Brüggen, in Germania, poi dalla Corsica. L'ultimo GR.1 venne convertito in GR.4 nel 2003 e tornò alla RAF il 10 giugno.
L'operazione Telic, la partecipazione britannica alla guerra d'Iraq, ha visto il 617º squadrone della RAF sganciare per la prima volta i missili Storm Shadow accompagnati da bombe Paveway. Il 23 marzo un GR.4 venne abbattuto per errore da un missile statunitense Patriot che uccise tutti e due i membri dell'equipaggio.
Agli inizi del 2009 i Tornado GR.4 hanno rilevato gli Harrier GR.7/9 basati all'aeroporto di Kandahar dal novembre 2004.
Prima della pubblicazione del Strategic Defence and Security Review (SDSR) avvenuta nel 2010, si pensò a radiare i Tornado dal servizio per risparmiare 7,5 miliardi di sterline, ma l'SDSR concluse che i Tornado sarebbero rimasti nella RAF a discapito degli Harrier, ma che comunque sarebbero diminuiti di numero dato l'arrivo degli Eurofighter Typhoon e degli F-35 Lightning II.
Il 18 marzo 2011 il Primo ministro del Regno Unito David Cameron ha annunciato l'impiego di alcuni Tornado e Typhoon per assicurare il rispetto della no-fly zone in Libia. Due giorni dopo i Tornado hanno compiuto 4.800 km per attaccare siti militari delle forze di Mu'ammar Gheddafi compiendo la più lunga, in termini di distanza, azione di bombardamento dalla guerra delle Falkland.



Arabia Saudita

Il 25 settembre 1985 il Regno Unito e l'Arabia Saudita firmarono il cosiddetto contratto "Al-Yamamah" che prevedeva, tra le altre cose, l'acquisto da parte del paese arabo di 48 Tornado IDS e di 24 Tornado ADV. Il primo volo di un Tornado della Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Sa'udiyya, l'aeronautica militare saudita, avvenne il 9 febbraio 1989 e più tardi gli aerei parteciparono alla guerra del Golfo. Tre le unità già esistenti nel 1991 vi erano il 66º squadrone e il 7º. Gli ADV erano distribuiti all'epoca al 29º e al 34º squadrone a Dhahran. La lunga autonomia era giudicata valida per pattugliare con pochi aerei gli spazi della penisola arabica. La dotazione totale ordinata al 1990 era di 34 IDS, 14 DC, 18 ADV, 6 ADV DC. Nel giugno 1993 il contratto Al Yamamah II stipulò l'acquisto di 48 ulteriori Tornado IDS.
Nel settembre 2006 il governo saudita firmò un contratto da 2,5 miliardi di sterline (circa 7 miliardi di dollari americani) con la BAE Systems per l'aggiornamento di 80 Tornado destinati a rimanere in servizio fino al 2020. L'aeronautica saudita spedì il primo Tornado alla BAE System nel dicembre 2006 che lo equipaggiò, così come il resto degli aerei, con nuovi sistemi di mira e di acquisizione del bersaglio. Nel dicembre 2007 il primo aereo modernizzato venne rimandato in Arabia Saudita.
A partire dalla prima settimana del novembre 2009, i Tornado sauditi, insieme agli F-15, hanno compiuto alcuni raid contro i ribelli di Sa'dah, nello Yemen.



Versioni

Le macchine in dotazione ad AMI e Luftwaffe hanno mantenuto una certa comunanza nelle configurazioni, la RAF invece ha seguito una strada diversa con le versioni Gr.Mk.I e GR.4
.

Le principali versioni del Tornado sono state tre:
  • IDS: cacciabombardiere, principale versione prodotta, destinata all'interdizione e all'attacco al suolo (InterDictor/Strike).
  • ADV: caccia intercettore, versione appositamente sviluppata dalla Gran Bretagna per la difesa aerea (Air Defence Variant), 24 unità vennero acquisite in leasing (oggi concluso) dall'AMI.
  • ECR: versione per la guerra elettronica e la ricognizione (Electronic Combat/Reconnaissance), in dotazione all'AMI (16 esemplari riconvertiti da altrettanti IDS) e alla Luftwaffe (31 esemplari nuovi).



Utilizzatori

Gli utilizzatori del Tornado e il numero di esemplari (di serie e di pre-produzione, esclusi i prototipi) a tutto il 2013:
  • Regno Unito - Royal Air Force - 235 tra GR4, GR4 e GR4T in servizio dal 1979 al marzo 2019;
  • Germania - Luftwaffe - Dei 212 esemplari consegnati, restano in servizio, al giugno 2019, 93 aerei (57 IDS e 28 ECR 8 doppi comandi);
  • Italia  AMI - 67 IDS (di cui 8 per l'addestramento) e 15 ECR;
  • Arabia Saudita - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Sa'udiyya. Dei 96 IDS consegnati, ad agosto 2016 ne restano in servizio 80, tutti sottoposti ad upgrade nel 2006 e che dovrebbero rimanere in servizio fino al 2025.
  • Altri Paesi, come la Malaysia e l'Oman hanno lasciato cadere l'intenzione di acquistare macchine del genere. L'Oman aveva ordinato 8 ADV per la base di Masirah. Forse si riteneva di ottenere dei finanziamenti per tale acquisto da parte della Gran Bretagna, ma questo non è successo e nel 1992 vi è stata la cancellazione del contratto. L'aeronautica militare della Giordania (nome arabo: Al-Quwwat al-Jawwiyya al-malikiyya al-Urdunniyya ) aveva ordinato 8 Tornado, 5 IDS e 3 DC, senza seguito. La Malaysia aveva nei suoi progetti un set completo di 16 IDS, 4 ADV, 4 ECR, ma in seguito a difficoltà economiche li ha sostituiti con 32 Hawk 100 e 200, poi ridotti a 28.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)




Un esemplare dell'ordigno nucleare "B61" statunitense presso la base di Ghedi. 


































giovedì 19 settembre 2019

Il "VULCANO" italiano che piace a britannici, tedeschi e statunitensi


La famiglia di munizioni VULCANO comprende anche il VULCANO 76mm che è ancora in fase di sviluppo.

Si tratta di un proiettile di calibro inferiore che può impegnare un bersaglio su una distanza di 40 km raddoppiando la portata di un proiettile standard da 76 mm.
La tecnologia Vulcano è stata applicata ad un calibro più piccolo, migliorando le capacità dei cannoni navali 76/62 in servizio con 56 Marine nel mondo, al fine di colpire i bersagli con maggiore precisione e ridurre al minimo il rischio di danni collaterali.

La multinazionale Leonardo, insieme alle munizioni DART e 4AP, ha sviluppato una famiglia di munizioni non guidate e guidate denominate “VULCANO” con una gittata superiore alle normali munizioni e con una precisione ineguagliabile. 

Con il munizionamento Vulcano è possibile ingaggiare bersagli a lungo raggio, utilizzando solo i cannoni e risparmiando i missili per bersagli più lontani e costosi.
Il progetto in esame è stato sviluppato dalla società OTO Melara di La Spezia (poi confluita in Leonardo S.p.A.), prevede una munizione sotto-calibrata non autopropulsa dotata, nella versione guidata, di governi aerodinamici, navigazione inerziale/GPS e, in alcuni sottotipi, di un sistema di guida terminale. Il proietto è caratterizzato da una elevatissima gittata e da una precisione molto spinta con un CEP < 20m.



Una prima differenziazione tra le munizioni - il cui sviluppo è terminato di recente - si può fare tra munizioni non guidate e munizioni guidate, denominate rispettivamente:
  • Extended Range;
  • Long Range. 

I calibri presi in considerazione da Leonardo sono:
  • Il 76 mm;
  • il 127mm in quella navale;
  • il 155mm nella versione terrestre.

La traiettoria delle munizioni non guidate è di tipo convenzionale balistico con una gittata:
  • Fino a 40 Km con il 76/62 mm;
  • Fino a 70 km, mentre la gittata delle versioni guidate raggiungerà i 100 km quando utilizzate dal cannone cal. 127/54C;
  • 120 km quando sparate dal nuovo cannone cal. 127/64LW;
  • Fino a 100 Km è la gittata del 155mm.




Tali gittate saranno ottenibili grazie ad una velocità iniziale dei proiettili molto elevata ed a coefficienti aerodinamici molto bassi se confrontati con quelli di munizioni di grosso calibro in servizio. I proiettili sono dotati di una spoletta multi-funzione, basata su tecnologia a microonde e programmabile con funzionalità altimetrica, di prossimità, di impatto, impatto ritardato od a tempo.
Il nuovo munizionamento “Vulcano” di Leonardo farà fare al sistema dell’artiglieria italiana e degli alleati occidentali una notevole salto di qualità nel futuro.
Il Vulcano è un munizionamento guidato che estenderà il ruolo dell’artiglieria a missioni non effettuabili con i sistemi convenzionali. Per l’artiglieria navale si potranno effettuare tiri da distanza di sicurezza per la nave con tiri oltre l’orizzonte e contro bersagli in movimento in modalità fire and forget, in supporto a truppe operanti a terra; vi sarà poi la possibilità di neutralizzare bersagli puntiformi quali postazioni, obiettivi strategici e molto altro ancora.
Per l’artiglieria terrestre sarà possibile svolgere missioni per le quali ad oggi viene richiesto il supporto aereo utilizzando un numero minore di munizioni in aree densamente popolate.
Le artiglierie terrestri e navali potranno operare con gittate tre volte superiori a quelli standard con precisione metrica: si potrà far entrare un colpo in una finestra a 85 chilometri di distanza. Si potrà colpire una nave oltre la linea dell’orizzonte o annientare un nido di mitragliatrici che tiene sotto tiro i nostri soldati, senza far partire elicotteri, in ogni condizione meteorologica. Si potranno effettuare missioni impossibili nelle attuali condizioni anche entro il range dove oggi operano le artiglierie tradizionali. Insomma, si potrà completare la missione con costi inferiori ma soprattutto con intensità proporzionale alla minaccia e bassissimo tasso di danni collaterali.



La riduzione dei danni collaterali si potrà ottenere su tutto il range di utilizzo grazie alla accuratezza estrema, indipendentemente dalla distanza, attraverso la selezione dell’angolo di impatto futuro. La munizione ha installate alcune sicurezze che, se del caso, possono condurre alla sua inertizzazione. In definitiva, si riduce la possibilità di danni collaterali in misura davvero inimmaginabile, sia per la precisione del sistema che per l’estrema focalizzazione degli effetti della testa in guerra.
Il Vulcano è di fatto un munizionamento guidato, non intelligente. Un sistema intelligente prende decisioni in modo autonomo. Il Vulcano è un sistema esperto. Uno dei componenti essenziali del Vulcano è il “Vulcano module” che in base agli elementi di scenario calcola e prepara soluzioni di tiro.
Per il suo corretto utilizzo in battaglia è raccomandata un’attività addestrativa per conoscere al meglio il nuovo sistema particolarmente in relazione alle logiche di impiego.
Sotto l’egida dei governi italiano e tedesco, Leonardo e Diehl Defense hanno sviluppato e qualificato la famiglia di munizioni di precisione per i cannoni calibro 127mm e 155mm.



La qualificazione congiunta conforme allo STANAG controllata dalle autorità italiane e tedesche è stata completata con successo. La qualifica eseguita è compatibile con tutti i sistemi di balistici congiunti, come:
  • le piattaforme terrestri semovente PzH 2000; 
  • trainata FH-70;
  • le piattaforme navali da 127mm / 5inch.

Le munizioni Vulcano sono progettate per raggiungere una portata estesa di 70 km per Vulcano 155 e 80 km per Vulcano 127 in combinazione con una precisione unica contro bersagli fissi e mobili. 
La famiglia di munizioni raggiunge la massima precisione del bersaglio attraverso la combinazione unica di navigazione satellitare con sensori laser o infrarossi per la ricerca del terminale.
La famiglia Vulcano è il munizionamento d‘artiglieria più accurato per applicazioni terrestri e navali in tutto il mondo. 



La potente testata multi-ruolo, ad alto esplosivo (IHE) con schegge di tungsteno pre-frammentate è efficace contro: 
  • bersagli morbidi, 
  • veicoli, 
  • veicoli semi-corazzati, 
  • infrastrutture;
  • posti di comando di fanteria.

I kit di programmazione Vulcano consentono alle piattaforme di artiglieria di sparare munizioni Vulcano in modo semplice e operazioni completamente integrate o indipendenti. Il programma di calcolo del tiro NABK-18 +, è stato di recente ufficialmente omologato.

BAE Systems e Leonardo hanno avviato una collaborazione nel settore del munizionamento guidato di precisione. Si tratterà di munizioni avanzate per sistemi d’arma di grosso calibro.

L’implementazione riguarda la famiglia di proiettili “Vulcano”, di Leonardo, che potranno essere usate anche dall’ Advanced Gun System (AGS) di BAE Systems installato a bordo del cacciatorpediniere classe Zumwalt della US NAVY, e con i cannoni navali MK 45, anch’essi attualmente in servizio presso la Marina degli Stati Uniti e i numerosi suoi alleati.

Il munizionamento Vulcano è compatibile con i cannoni navali da 127 mm e quelli terrestri da 155 e presenta il vantaggio di poter essere integrato anche con altre piattaforme attuali e future, come l’AGS. Sono utilizzabili per i sistemi d’artiglieria terrestri da 155 mm, cannoni M777 e semoventi M109, usati da diversi eserciti alleati. Il proiettile Vulcano da 155 mm ha un’accelerazione al lancio che consente di raggiungere le distanze di ingaggio massime previste per il Long Range Land Attack Projectile (LRLAP). Per il cannone navale MK 45 da 127 mm, Vulcano offre una cadenza di 20 colpi al minuto, con una gittata massima oltre tre volte superiore a quanto disponibile attualmente.

BAE Systems e Leonardo stanno mettendo a punto configurazioni con unità di guida e navigazione con sensori a infrarossi e laser semi-attivi per la massima precisione del puntamento di bersagli in movimento, ovvero per contrastare minacce aeree, terrestri e navali provenienti da sistemi d’arma sia terrestri che navali.



ENGLISH

The 127/64 LW - VULCANO System consists of four key sub-systems: the medium caliber 127/64 LW Gun assembly; the Automated Ammunition Handling System; the Naval Fire Control Support and the VULCANO family of ammunition.

The 127/64 LW - VULCANO System consists of four key sub-systems:

- the large caliber 127/64 LW Gun assembly,
- the Automated Ammunition Handling System,
- the Naval Fire Control Support and
- the VULCANO  family  of ammunition.

The 127/64 LW - VULCANO is a state of art medium caliber gun suitable for installation on large and medium size ships and intended for surface fire and naval gunfire support as main role and anti-aircraft fire as secondary role. The compactness of the gun feeding system makes possible the installation on narrow section crafts.
The 127/64 LW - VULCANO is equipped with a modular feeding magazine, composed by 4 drums with 14 ready to fire ammunition each, reloadable during firing, and highly flexible in terms of selection of ammunition, independently from their position in the drums. Ammunition flow is reversible as rounds can be downloaded automatically.
The 127/64 LW - VULCANO can fire all standard 127mm / 5 inches ammunition as well as the new VULCANO  family of ammunition.
The 127/64 LW - VULCANO has digital / analogical interface and ballistic calculation capabilities that allow a smooth integration with any Combat Management System.
The Automatic Ammunition Handling System is a modular solution adaptable to any ship ammunition magazine layout; it is able to load the feeding magazine of the gun without man assistance during operation to allow a sustained firing action of the gun. The system is able to handle both standard 127mm /5-inches ammunition and new VULCANO family of ammunition.
The Naval Fire Control Support is a mission planning system that may support the Combat Management System for definition of possible firing solutions, ammunition selection, trajectory definition, best ship course identification.
The 127mm VULCANO ammunition family, is composed by Ballistic Extended Range (BER) and Guided Long Range (GLR) ammunition with different multifunctional fuses, sensor and final guidance that extend the range of the gun up to 100km.
The 127/64 LW VULCANO System is ITAR free and it has been currently selected by three customers.

"VULCANO" is a family of unguided (BER) and guided (GLR) ammunition for the 76mm, 127mm naval guns and 155mm land artillery systems.

VULCANO 127mm ammunition is conceived to give the 127/54 C and the 127/64 LW Naval Guns the capability to meet any present and future requirement for Precision Naval Fire Support and Long Range engagement of Surface Targets.
VULCANO 127mm BER maintains the anti-air role as well.

VULCANO 127mm rounds capitalize on new and emerging technology based upon a fin stabilized airframe with canard control for terminal guidance; mechanical interfaces are the same as standard 127mm ammunition.

VULCANO 127mm available rounds are:

Ballistic Extended Range (BER) unguided multirole ammunition with multi function programmable fuze;
Guided Long Range (GLR)ammunition with IR sensor for anti-ship role;
Guided Long Range (GLR)ammunition with IMU+GPS autonomous guidance for precise - NFS actions (a Semi Active Laser sensor can be fitted as option).
All the systems needed to operate VULCANO 127mm ammunition are integrated into the 127/64 LW Control Console and no mechanical modification to the 127/64 LW gun is required.
VULCANO 127mm is fully compatible with in-service 127/54 C guns with the addition of a module with the functions of:

Programmer for ammunition’s fuze and guidance system;

Mission Planner and Executer for Naval Fire Support both in stand-alone mode and in interaction with ship’s Network Centric Systems with the role of choosing firing solutions, selection of ammunition, definition of trajectories and firing sequences, ballistic computations etc.

Firing VULCANO 127mm ammunition does not affect the barrel life.

The Vulcano family of precision-guided, gun-launched munitions offers U.S. and allied military forces a range of low-risk, cost effective capabilities for advanced, large caliber weapon systems.

BAE Systems and Leonardo have come together to offer a low-risk, precision-guided solution that is more affordable and higher performing than current alternatives.

Offering significantly greater range and precision, the Vulcano is compatible with the majority of land and naval platforms including 155mm and 5-inch (127mm) gun systems to defeat land and sea threats. The Vulcano family capitalizes on new and emerging technology based on a fin-stabilized airframe with canard control for extended range and terminal guidance, with mechanical interfaces that are the same as standard ammunition.

As the original equipment manufacturer of major gun systems such as the Mk 51 Advanced Gun System, the Mk 45 naval gun and the M777 and M109 howitzers, BAE Systems is best suited to integrate Vulcano into these weapons. Similarly, the latest adaptations of Vulcano are compatible with the majority of in-service artillery systems including Leonardo’s 127/64 LW and 127/54C naval guns.

Vulcano Range Specifications:

Weapon
Ballistic Extended Range (km)
Guided Long Range (km)
127/64 LW
60
90
Mk 45
60
90
M777/M109
40
60
M777/M109 (5-inch saboted*)
50
70
M777/M109 ERCA
75
100
Mk 51 AGS
75
100
* 5-inch BER and GLR airframe saboted to 155mm caliber

The family of VULCANO ammunition includes the VULCANO 76mm which is still under development.

It is a sub-calibre projectile that can engage a target over a 40 km distance doubling the range of a standard 76mm projectile.
The Vulcano technology has been applied to a smaller calibre enhancing the capabilities of 76/62 naval guns in service with 56 Navies in the world, in order to engage targets with higher precision and minimize the risk of collateral damages.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube, congedatifolgore.com)