martedì 10 marzo 2020

La Forza di autodifesa marittima giapponese (JMSDF) ha commissionato l’11° sottomarino d'attacco diesel-elettrico JS Ōryū (SS-511) funzionante con batterie agli ioni di litio.


La Forza di autodifesa marittima giapponese (JMSDF) ha commissionato l’11° sottomarino d'attacco diesel-elettrico JS Ōryū (SS-511) funzionante con batterie agli ioni di litio.




Il 5 marzo 2020, la Forza di autodifesa marittima giapponese (JMSDF) ha commissionato l’11° sottomarino d'attacco diesel-elettrico della classe Soryu (SSK) a Kobe, nella prefettura di Hyogo. Il JS Ōryū (SS-511) si unisce alla 1^Flottiglia sottomarina della JMSDF, con sede a Kure. È il primo battello della classe ad essere dotato di batterie agli ioni di litio.
In una cerimonia svoltasi presso il cantiere navale Mitsubishi Heavy Industries di Kobe, la JMSDF ha dato il benvenuto al sottomarino d'attacco diesel-elettrico Ouryu che sarà assegnato alla 1^ flottiglia sommergibili nel porto di Kure. Il sottomarino JS Ōryū (SS 511), ha 84 metri di lunghezza ed è l'undicesimo sottomarino della classe Sōryū (Ōryū) ma il primo sottomarino giapponese a montare batterie agli ioni di litio. Il JS Ōryū è costato 64,3 miliardi di yen/ 536,7 milioni di dollari USA nell'ambito del budget della Difesa giapponese del 2015.
Le batterie agli ioni di litio hanno quasi il doppio della capacità di immagazzinamento elettrico delle tradizionali batterie al piombo-acido, e non solo sostituendole nelle aree di immagazzinamento delle batterie esistenti, ma aggiungendo alla già grande capacità della batteria, riempiendo anche l'enorme spazio (diverse centinaia di tonnellate di dislocamento) all'interno dello scafo precedentemente occupato dai motori AIP Sterling e le loro celle a combustibile con queste nuove batterie; la quantità di batterie (più potenti) trasportate nel complesso è enorme.
Questa nuova tecnologia ha migliorato la resistenza subacquea in modo significativo e comporterà un netto vantaggio rispetto alla lenta capacità di ricarica del sistema AIP. In ogni caso, la JMSDF ritiene che gli ioni di litio siano la via da seguire e intende "provare" questo nuovo sistema e confrontarlo con il precedente sistema AIP per verificarne l'efficacia operativa.




La classe Soryu (そうりゅう Sōryū, Drago blu) è una classe di sottomarini d'attacco diesel-elettrici in servizio nelle Forze di autodifesa giapponesi. Inizialmente è stata chiamata progetto SS 2,900 ton (dal dislocamento) e 16SS (il 2003, anno in cui è iniziato stato il loro progetto, è il 16º di regno dell'imperatore Akihito).
Il progetto è un'evoluzione della classe Oyashio, dalla quale si distingue facilmente per i piani di coda a forma di X. I Soryu hanno il maggior dislocamento di tutti sottomarini giapponesi dopo la seconda guerra mondiale. La classe è equipaggiata con motori Stirling costruiti dalla Kawasaki Heavy Industries su licenza della Kockums, che permettono immersioni più lunghe e sono i primi sottomarini air-independent propulsion giapponesi. Ogni unità ha un costo di circa 500 milioni di euro.




Nome

Dopo la seconda guerra mondiale i sottomarini giapponesi sono stati battezzati con nomi di correnti oceaniche, ma la Marina giapponese ha cambiato questa convenzione con le Sōryū, cominciando a battezzare i sottomarini con i nomi di creature mitologiche. Il capoclasse Soryu (そうりゅう Sōryū) ha preso il nome della portaerei della seconda guerra mondiale Soryu affondata nella battaglia delle Midway, ma letteralmente il nome significa "dragone blu”.




Caratteristiche costruttive

La classe Soryu è il successore della precedente classe Oyashio. È stato progettato di dimensioni maggiori per consentire l'installazione di un motore a combustione esterna di tipo Stirling ottenuto in licenza dalla svedese Kockums. Questo motore permette di ricaricare le batterie in immersione estendendo la capacità di operare sott'acqua da giorni a settimane ed essendo privo di parti in movimento è molto più silenzioso di un motore diesel convenzionale. Altri miglioramenti includono una maggiore automazione e un sistema di controllo assistito dal computer per il timone a forma "X", sviluppato originariamente dalla Kockums per la classe Gotland, che permette una grande manovrabilità e di operare molto vicino al fondale.
Lo scafo è in lega d'acciaio HY-80 ed è ricoperto di materiale anecoico per ridurre il rumore emesso.
Il 4 ottobre 2018, a Kōbe, è stato varato l'SS-511 Ōryū, undicesimo battello della classe e primo ad essere dotato di batterie a ioni di litio sviluppate dalla GS Yuasa di Kyoto. Questa, nel febbraio 2017, ha annunciò che il Giappone sarebbe diventato il primo paese al mondo ad equipaggiare gli SSK con batterie agli ioni di litio al posto delle batterie al piombo. Quest'ultime di capacità maggiore a parità di ingombro e che richiedono minor manutenzione.




Esportazione

Il Giappone ha proposto la classe Soryu all'Australia per rimpiazzare i sottomarini classe Collins della Royal Australian Navy. Comunque il 26 aprile 2016 il primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha annunciato che la Francia ha ottenuto il contratto per la costruzione di dodici sottomarini basati sul Shortfin Barracuda in sostituzione dei sottomarini della classe Collins.
Anche l'India e Taiwan hanno espresso interesse nell'acquisto di sottomarini classe Soryu. Durante una visita in Giappone del ministro della difesa Manohar Parikkar questo ha chiesto al governo giapponese di partecipare al Project 75I per lo sviluppo di un sottomarino Air-independent propulsion per la Marina militare dell'India.




ENGLISH

Japan commissions first submarine running on lithium-ion batteries

On March 5, 2020, Japan Maritime Self-Defense Force (JMSDF) commissioned its 11th Soryu-class diesel-electric attack submarine (SSK) in Kobe in Hyogo Prefecture. JS Ōryū (SS-511) joins the JMSDF’s Submarine Flotilla 1, based in Kure. It is the first-in-class boat to feature lithium-ion batteries.
In a ceremony held at the Mitsubishi Heavy Industries shipyard in the city of Kobe, officials welcomed the diesel-electric attack submarine Ouryu into service, where it will be assigned to the 1st Submarine Flotilla in the nearby port of Kure.
Named JS Ōryū (with pennant number SS 511), the 84-m-long boat was inducted into the JMSDF's Submarine Flotilla 1, based in Kure, Hiroshima Prefecture, shortly after being handed over by shipbuilder Mitsubishi Heavy Industries (MHI) at its facility in Kobe, a JMSDF spokesperson told Jane's that same day.
The eleventh Sōryū-class submarine (Ōryū) is the first Japanese submarine in the fleet to mount lithium-ion batteries. The JS Ōryū was given a budget of ¥64.3 billion/US$536.7 million under the 2015 Japanese Defense Budget.
Lithium-ion batteries have almost double the electric storage capacity of traditional lead-acid batteries, and by not only replacing them in the existing battery storage areas but adding to the already large battery capacity by also filling the huge space (several hundred tons displacement) inside the hull previously occupied by the AIP Sterling engines and their fuel cells with these new batteries, the amount of (more powerful) batteries carried overall is massive.
This has improved the underwater endurance significantly and is felt will be an advantage over the slow recharge capability of the AIP system. In any event, JMSDF believes that lithium-ion is the way forward and intends to 'trial' this new system and compare it to the previous AIP system for operational effectiveness.

The Sōryū-class submarines (16SS) are diesel-electric attack submarines. The first boat in the class entered service with the Japan Maritime Self-Defense Force in 2009. The design is an evolution of the Oyashio-class submarine, from which it can most easily be distinguished by its X-shaped stern combination diving planes and rudders. The Sōryūs have the largest displacement of any submarine used by post-war Japan.
It is Japan's first air-independent propulsion submarine. From Sōryū to Shōryū are fitted with Kockums Naval Solutions Stirling engines license-built by Kawasaki Heavy Industries, allowing them to stay submerged for longer periods of time. Furthermore, Ōryū is the world's first lithium-ion battery submarine.
The cost of the sixth submarine (Kokuryū) was estimated at 540 million USD.

Naming convention

Japanese submarines since World War II were named after ocean currents. The JMSDF changed its naming convention with the Sōryū, and submarines will now be named after mythological creatures. Sōryū (そうりゅう) means blue dragon in Japanese and is named after the World War II aircraft carrier Sōryū, which was sunk during the Battle of Midway.

Variants

The eleventh Sōryū-class submarine (Ōryū) is the first Japanese submarine in the fleet to mount lithium-ion batteries. The JS Ōryū was given a budget of ¥64.3 billion/US$536.7 million under the 2015 Japanese Defense Budget. Lithium-ion batteries have almost double the electric storage capacity of traditional lead-acid batteries, and by not only replacing them in the existing battery storage areas but adding to the already large battery capacity by also filling the huge space (several hundred tons displacement) inside the hull previously occupied by the AIP Sterling engines and their fuel cells with these new batteries, the amount of (more powerful) batteries carried overall is massive. This has improved the underwater endurance significantly and is felt will be an advantage over the slow recharge capability of the AIP system. In any event, JMSDF believes that lithium-ion is the way forward and intends to 'trial' this new system and compare it to the previous AIP system for operational effectiveness.

Exports

Japan offered Sōryū-class submarines to Australia to replace the Royal Australian Navy's Collins-class submarines as part of the Collins-class submarine replacement project. On 9 April 2014, then-Australian Defence Minister David Johnston, while discussing Australia's future submarine options, described the Sōryū class as "extremely impressive". On April 26, 2016, Australian Prime Minister Malcolm Turnbull announced that the Australian contract had been awarded to the French-designed Shortfin Barracuda.
India and Taiwan have also approached Japan and expressed an interest in buying Sōryū-class submarines. During a visit by India's Defence Minister Manohar Parikkar to Japan he asked the Japanese government to participate in the multi-billion-dollar Project 75I-class submarine project.

(Web, Google, navyrecognition, Wikipedia, You Tube)



























Oltre al vincitore FIAT G91, anche altri meno fortunati concorrenti italiani parteciparono al concorso indetto dalla NATO nel dicembre del 1953, designato "NBMR-1"


Come è ampiamente conosciuto dagli addetti ai lavori, il FIAT G91 progettato dall’ing. Gabrielli fu dichiarato vincitore nel concorso per una macchina d'attacco e appoggio tattico indetto dalla NATO nel dicembre del 1953, designato "NBMR-1" ("N"ATO "B"asic "M"ilitary "R"equirement № “1"): il Fiat G.91 rispondeva in toto alle caratteristiche richieste: capace di operare da piste di fortuna e non preparate, era dotato di buona velocità (il primo prototipo superava mach 1 a 9 000 m di quota) e poteva trasportare carichi offensivi di almeno 450 kg.



La realizzazione del primo esemplare avvenne con un certo anticipo rispetto ai principali concorrenti, anche in ragione della scelta operata dalla Fiat di basare il progetto (in scala più ridotta) su quello dell'F-86 Sabre che l'azienda torinese costruiva su licenza. La somiglianza che ne derivò, oltre a suscitare proteste da parte di aziende concorrenti nella gara NATO, valse al G.91 il nomignolo di piccolo Sabre.



Il prototipo venne portato in volo per la prima volta il 9 agosto 1956 all'aeroporto di Torino-Caselle ai comandi del collaudatore Riccardo Bignamini. Malgrado i primi risultati estremamente confortanti, i problemi non mancarono: solo una settimana dopo, nel corso di collaudi a bassa quota, si registrarono problemi di natura aerodinamica (nello specifico insorsero fenomeni noti come flutter) che determinarono il cedimento dell'impennaggio e la conseguente perdita del prototipo.



Nel gennaio 1958 il G.91 venne dichiarato ufficialmente vincitore del concorso, dopo aver superato un nutrito gruppo di avversari (7 in tutto), tra i quali:
  • il Breguet Br 1001 Taon, 
  • il Dassault Mystère XXVI (divenuto poi Étendard VI), 
  • il Folland Gnat 
  • e l'Aerfer Sagittario 2.

Anche altri meno fortunati concorrenti italiani parteciparono:

L’AERFER SAGITTARIO 2 - che era un aereo da caccia monomotore a getto ad ala bassa a freccia, realizzato dall'azienda italiana Aerfer nel 1958 e rimasto allo stadio di prototipo.
Progettato dall'ingegner Sergio Stefanutti, era l'evoluzione di una serie di prototipi (Sagittario I) che non raggiunsero mai la produzione in serie.
Il Sagittario 2 venne sviluppato da un addestratore biposto ad elica, il SAI Ambrosini S.7, prodotto in un piccolo numero di esemplari ed entrato in servizio presso l'Aeronautica Militare, ma, a differenza di questo, era di costruzione interamente metallica e caratterizzato da una configurazione alare a freccia. Nelle intenzioni, doveva essere un passaggio intermedio per realizzare un caccia pienamente supersonico, ovvero l'Aerfer Leone, il cui prototipo non fu mai completato. Anche il successivo Aerfer Ariete si collocava in questa ambiziosa linea di sviluppo.
Progetto tecnicamente molto avanzato per l'epoca, fu il primo aereo costruito in Italia a raggiungere e superare il muro del suono, il 4 dicembre 1956. Il pilota che compì questa straordinaria impresa fu il tenente colonnello Giovanni Franchini, eroe di guerra, collaudatore che concluse la sua carriera come generale di squadra aerea. Tra le sue particolarità vi era l'ugello di scarico posizionato sotto la fusoliera, mentre la presa d'aria era posta, come in molti aerei dell'epoca, sul muso. Questa configurazione lasciava libero ampio spazio in fusoliera per il carburante, consentendo così, a differenza di altri modelli coevi, una notevole autonomia.
Il primo esemplare, costruito presso lo stabilimento Aerfer di Pomigliano d'Arco, presso Napoli, ed immatricolato MM 560, venne portato in volo per la prima volta il 19 maggio 1956 dal pilota collaudatore Costantino Petrosellini, dall'aeroporto di Pratica di Mare, sede del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare, confermando con le sue caratteristiche di volo l'ottima base di partenza, superiore in prestazioni ai pari ruolo dell’epoca. Il suo sviluppo venne bloccato dalla scelta NATO di utilizzare il Sabre americano. Utilizzatori: Italia - Reparto Sperimentale di Volo.
L'unico esemplare di Sagittario 2 conservato in Italia è l'esemplare MM 561, il secondo prototipo realizzato, esposto presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Un motore Derwent Aero è in bella mostra al Reparto Sperimentale di Volo.

L’MB 324 - Un altro aspirante concorrente al concorso NMBR-1 fu l'MB-324. In realtà fu ideato come intercettore con due motori (Vipers?) e quattro cannoni.  Era prevista anche una versione biposto con un solo motore per l'addestramento. L'ala dell'intercettore era piuttosto grande e probabilmente il caccia poteva essere convertito nel ruolo CAS. 
L'ing. Bazzocchi decise di non presentare il suo progetto (così va la storia ufficiale) perché pensava di non avere alcuna possibilità... Probabilmente qualcuno gli consigliò di farlo per non disturbare la FIAT. L'ing. Stefanutti ignorò la consulenza e dovette ricorrere a maniere più "robuste"...

L'MB327 - caccia leggero per il supporto tattico (1953-1954) - Lo studio del progetto MB324 fu ridisegnato nel 1953 per partecipare alla competizione della NATO per un caccia leggero per il supporto tattico. 
L’ing. Bazzocchi iniziò lo studio con due motori a reazione, Armstrong Siddeley Viper 8 o Allison 520C (nessuna informazione) e poi su un solo Bristol Siddeley Orpheus con 2.200 kg di spinta (come il G.91 e l’Ariete II). 
Tutte le configurazioni avevano un peso superiore a quello massimo per il concorso.
Rare immagini contengono informazioni sugli armamenti: probabilmente si trattava di 4 mitragliatrici Browning M2 cal. .50, montate sulla parte bassa dell'aereo con il contenitore delle munizioni situato dietro il pilota.

IL SIAI MARCHETTI SM 133La magnifica proposta di caccia leggera SIAI Marchetti degli anni '50. Questo progetto di caccia era un prodigio alato dotato di canard e spinto da una coppia di motori a reazione British Armstrong Siddeley Viper ASV.5 collocati in eleganti "semi-pod" sul retro. La velocità massima prevista dell'SM133 era di 680 mph. 

ENGLISH

As is widely known by insiders, the FIAT G91 designed by Ing. Gabrielli was declared the winner in the competition for a tactical attack and support machine launched by NATO in December 1953, designated "NBMR-1" ("N "ATO "B "asic "M "ilitary "R "equirement №"1"): the Fiat G.91 fully met the required characteristics: capable of operating from makeshift and unprepared tracks, it was equipped with good speed (the first prototype exceeded mach 1 at 9 000 m altitude) and could carry offensive loads of at least 450 kg.
The realization of the first prototype took place some time before the main competitors, also because of the choice made by Fiat to base the project (on a smaller scale) on that of the F-86 Sabre that the Turin company built under license. The resulting similarity, in addition to provoking protests from competitors in the NATO race, earned the G.91 the nickname of small Sabre.
The prototype was taken in flight for the first time on 9 August 1956 at Turin-Caselle airport at the controls of the test driver Riccardo Bignamini. Despite the first extremely comforting results, the problems were not lacking: only a week later, during the low altitude tests, aerodynamic problems (specifically, phenomena known as flutter) occurred that caused the failure of the soaring and the consequent loss of the prototype.
In January 1958 the G.91 was officially declared the winner of the competition, after overcoming a large group of opponents (7 in all), including the Breguet Br 1001 Taon, the Dassault Mystère XXVI (later to become Étendard VI), the Folland Gnat and the Aerfer Sagittario 2.

Other less fortunate Italian competitors also participated:

The AERFER SAGITTARIO 2 which was a single-engine low-wing jet fighter aircraft with arrow wing, built by the Italian company Aerfer in 1958 and remained at the prototype stage.
Designed by engineer Sergio Stefanutti, it was the evolution of a series of prototypes (Sagittarius I) that never reached mass production.
The Sagittarius 2 was developed by a two-seater propeller trainer, the SAI Ambrosini S.7, produced in a small number of units and entered into service with the Air Force, but, unlike this one, it was of entirely metal construction and characterized by an arrow wing configuration. In the intentions, it was to be an intermediate step to realize a fully supersonic fighter aircraft, the Aerfer Leone, whose prototype was never completed. The subsequent Aerfer Aries was also part of this ambitious line of development.
A technically very advanced project for the time, it was the first aircraft built in Italy to reach and overcome the wall of sound, on December 4, 1956. The pilot who accomplished this extraordinary feat was Lieutenant Colonel Giovanni Franchini, war hero, test pilot who ended his career as an air squadron general. Among his peculiarities was the exhaust nozzle positioned under the fuselage, while the air intake was placed, as in many aircraft of the time, on the nose. This configuration left ample space in the fuselage for fuel, thus allowing, unlike other contemporary models, considerable autonomy.
The first model, built at the Aerfer plant in Pomigliano d'Arco, near Naples, and registered MM 560, was brought into flight for the first time on May 19, 1956 by test pilot Costantino Petrosellini, from Pratica di Mare airport, seat of the Experimental Flight Department of the Italian Air Force, confirming with its flight characteristics the excellent starting base, superior in performance to the same role of the time.
Its development was blocked by NATO's decision to use the American Sabre.
Users: Italy - - Experimental Flight Department.
The only example of Sagittarius 2 preserved in Italy is the MM 561, the second prototype made, exhibited at the Historical Air Force Museum in Vigna di Valle. A Derwent Aero engine is on display at the Experimental Flight Department.

MB 324 - Another woul-be contender to the NMBR-1 contest was the MB-324. Actually it started as an interceptor (config seen here) with two engines (Vipers?) and four guns. There was a two-place single-engine version for training (already posted in another topic). The interceptor wing was rather large and probabl could have been converted to the CAS role. Ing. Bazzocchi decided not to tender his project (so the official story goes) because he thought he had no chance... Probably someone counselled him to do so to not disturb FIAT. Ing. Stefanutti ignored the counseling and they had to resort to more "robust" manners…

MB327 - lightweight fighter for tactical support (1953-1954) - The study of the MB324 project was redesigned in 1953 to join NATO competition for a  lightweight fighter for tactical support. Bazzocchi started the study with two jet-engines, Armstrong Siddeley Viper 8 or Allison 520C (no info) and then on only one Bristol Siddeley Orpheus with 2,200 kg of thrust (like G.91 and Ariete II). All configurations had a weight higher than that max for the contest.
These are the only images that contain information on armaments. Probably they are 4 Browning M2 .50 machine guns, mounted on "womb" of the aircraft with the ammunition container located behind the pilot.

SIAI MARCHETTI SM 133 - The magnificent SIAI Marchetti light hunting proposal of the 50s. This hunting project was a winged prodigy equipped with canard and powered by a pair of British Armstrong Siddeley Viper ASV.5 jet engines placed in elegant "semi-pods" on the back. The SM133's expected top speed was 680 mph. 

(Web, Google, worlofwarplanes, Wikipedia, You Tube)


 MB 324

MB327


MB324

AERFER SAGITTARIO II

MB324

 MB327




SM 133


AERFER SAGITTARIO II






lunedì 9 marzo 2020

M.M. : La classe Comandanti è costituita da quattro unità navali denominate Nuove Unità Minori Combattenti (NUMC)


La classe Comandanti è costituita da quattro unità navali, ordinate ufficialmente nell'aprile del 1999 con lo scopo di sostituire gli aliscafi Sparviero e denominate Nuove Unità Minori Combattenti (NUMC), alle quali sono stati assegnati i nomi di comandanti di cacciatorpediniere (C.C. Giuseppe Cigala Fulgosi, C.C. Costantino Borsini, C.C. Ener Bettica, C.F. Adriano Foscari) decorati con medaglia d'oro al valor militare per imprese compiute nella seconda guerra mondiale.




Questi nuovi pattugliatori d'altura, ai quali sono stati assegnati i nomi di Comandanti di Cacciatorpediniere decorati con Medaglia d'oro al Valor Militare per imprese compiute nell'ultimo conflitto mondiale (C.C. Giuseppe CIGALA FULGOSI, C.C. Costantino BORSINI, C.C. Ener BETTICA, C.F. Adriano FOSCARI), propongono una forma della carena ottimizzata per migliorarne le prestazioni in termini di tenuta di mare e di resistenza al moto, di forma tonda convenzionale, nonché scafo e sovrastrutture realizzati in acciaio ad elevata resistenza (fatta eccezione per la quarta unità della serie che avrà sovrastrutture in materiali compositi).
Il particolare disegno dello scafo, delle sovrastrutture e dell'albero evidenziano la ricerca di quegli accorgimenti tecnici necessari per la riduzione delle segnature termiche ed elettromagnetiche di concetto "stealth", caratteristiche che permettono a queste unità di essere impiegate in molteplici compiti che possono andare dal pattugliamento al controllo del traffico mercantile alla sorveglianza e controllo anti-immigrazione.
Inoltre, innovazioni tecnologiche connesse alla sicurezza, alla sopravvivenza ed al mantenimento delle capacità operative hanno permesso lo sviluppo di criteri di ridondanza con particolare riguardo alla compartimentazione ed alla protezione antincendio che ne consente la salvaguardia anche con unità danneggiata.
Le navi sono state tutte costruite dalla Fincantieri nel cantiere navale di Riva Trigoso e dopo il varo hanno completato l'allestimento a La Spezia negli stabilimenti di Muggiano. La sovrastruttura di una delle navi essendo in materiale composito è stata realizzata dalla Intermarine di Sarzana.




Caratteristiche

Le unità della classe Comandanti sono le prime nella Marina Militare ad essere costruite con carena, scafo e sovrastruttura realizzati con caratteristiche stealth. La poppa, a specchio, ha un ponte di volo con hangar telescopico per un elicottero AB 212 in versione ASW e in futuro NH-90 NFH.
L'ultima unità della classe, Nave comandante Foscari, è stata costruita con la sovrastruttura in materiale composito invece che in acciaio, permettendo di risparmiare il 40% della massa con riduzione dei consumi e dell'usura della nave. La struttura è stata realizzata dalla Intermarine di Sarzana mantenendo inalterate le geometrie della nave rispetto alla versione in acciaio su espressa richiesta della Marina. La sovrastruttura è principalmente costruita in fibra di vetro integrata con altre fibre strutturali; per aumentare la copertura degli apparati elettronici alcune parti dello scafo sono integrate con fibra di carbonio. Inoltre la struttura in composito permette di avere superfici perfettamente lisce, a differenza di quelle in acciaio che non lo sono per la presenza di saldature.
Le navi sono state progettate per l'attività operativa "a medio raggio", la cui durata è valutabile in circa dieci giorni consecutivi senza rifornimenti e sono in grado di operare sia in alto mare che in ambiente costiero, sia come unità isolate o all'interno di gruppi navali multinazionali.
Le unità sono dotate di attrezzature che consentono di effettuare diverse attività, quali operazioni di presenza e sorveglianza in acque internazionali, monitoraggio, deterrenza, vigilanza delle frontiere marittime e sorveglianza della Zona Economica Esclusiva a tutela degli interessi nazionali, ed interventi in missioni di soccorso, e di fungere da unità di supporto logistico per forze impiegate al di fuori del Mediterraneo.
La propulsione viene fornita da due motori Diesel Wärtsilä-NSD W18-V-26 XN con una potenza di 6 480 kW che sviluppano una velocità continuativa di 25 nodi e una velocità massima di 26 nodi su due assi con due eliche a quattro pale orientabili, due riduttori Fincantieri e due timoni.
Ai servizi elettrici di bordo provvedono tre generatori/alternatori diesel Isotta Fraschini V1712T2ME da 900 kW ciascuno per un totale di 2.700 kW, che forniscono un'alimentazione a 380 V ad una frequenza 50 Hz.
L'armamento è costituito da un cannone Oto Melara 76/62 mm Super Rapido e due mitragliere KBA da 25mm/80 antiaeree.
L'elettronica di bordo comprende un radar di scoperta RASS (MM/SPS-791), un radar di navigazione GEM SPS-753, il sistema di controllo del tiro NA-25 (Dardo F) con radar di tiro RAN-30X/I e radar RTN-25X, il Sistema di Comunicazioni Integrato Elmer e Sistema di Comando e Controllo di Alenia Marconi Systems.
Il sistema di guerra elettronica è costituito dalla suite ESM/ECM SLQ-747.




Progetti derivati

Da questo progetto sono stati derivati i due pattugliatori d'altura classe Costellazione II per il Ministero dei Trasporti. Le due classe navali condividono logistica, interoperabilità, caratteristiche del sistema di combattimento e sistema integrati di telecomunicazioni.
Dal progetto delle NUMC è stato derivato il progetto delle MOSAIC (Modular Open System Architecture Integrated Concept), una serie di classi navali, progettate sui principi di Architettura a Sistema Aperto e di Modularità Volumetrica, che vanno dai pattugliatori d'altura alle corvette di vario tonnellaggio fino alle fregate leggere, con quattro unità vendute alla Turchia, dove vengono costruite su licenza per la Guardia Costiera Turca ed un'altra, la corvetta Abu Dhabi venduta agli Emirati Arabi Uniti.




Le unità

Le unità di questa classe sono inquadrate nel COMSQUAPAT2 del COMFORPAT, il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera ed hanno la loro base operativa ad Augusta e sono state tutte consegnate alla Marina Militare il 31 gennaio 2004 nel corso di una duplice cerimonia avvenuta nel porto di Cagliari alla presenza del Ministro della Difesa, Prof. Antonio Martino, in cui a tutte le quattro unità della classe è stata consegnata anche la bandiera di combattimento.




Comandante Cigala Fulgosi (P 490)

Il comandante Cigala Fulgosi è la prima unità della classe. Varata il 7 luglio 2000, dopo avere iniziato ad effettuare le prove in mare il 27 aprile 2001, la nave è stata consegnata il successivo 31 luglio diventando operativa dall'anno seguente
Nel febbraio 2003 la nave è partita insieme ai cacciamine Chioggia e Viareggio per una crociera addestrativa nel Mar Arabico. Il 29 maggio 2003 il gruppo è stato ridislocato nel golfo Persico e dal 3 giugno ha operato per la sicurezza del traffico navale nella zona affiancato dal 5 giugno dalla nave anfibia San Giusto. Nave comandante Fulgosi ha continuato nella missione fino al 29 giugno, rientrando a La Spezia il 19 luglio, mentre le altre unità hanno proseguito nella missione.
Dal 1º novembre al 31 dicembre 2006 è entrata a far parte dello Standing NATO Maritime Group 2.
L'unità ha poi partecipato all'Operazione “Impartial Behaviour” in ambito EUROMARFOR dal 1º settembre al 5 dicembre 2008 e successivamente dal 5 novembre al 1º dicembre 2009.
Il motto dell'unità è "Virtutis fortuna comes" ed era stato precedentemente assegnato al cacciatorpediniere della Regia Marina San Martino.

Comandante Borsini (P 491)

Il comandante Borsini, varato 17 febbraio 2001, ha iniziato le prove in mare il successivo 3 settembre ed è stato consegnato il 3 dicembre, diventando operativo l'anno seguente.
Dal 28 gennaio al 1º giugno 2008 ha preso parte insieme al rifornitore Etna alla campagna Medal 2008 per la sorveglianza marittima nel Corno d’Africa, toccando vari porti nel percorso e sventando nel mese di maggio alcuni assalti dei pirati a navi mercantili, ritornando a operare nella stessa zona in tali compiti dal 4 luglio al 3 agosto 2009 nell'ambito della Missione EUNAVFOR Atalanta.
Dal 31 maggio al 30 settembre 2010 ha partecipato all'Operazione “Impartial Behaviour” nell'ambito di EUROMARFOR.
Dal 4 agosto 2017 è impegnato in un'intensa missione di pattugliamento e contrasto alla tratta di esseri umani lungo le coste libiche su richiesta del governo di Serraj, con lo scopo di regolare il flusso di migranti che attraversa quotidianamente il Mediterraneo in direzione dell'Italia.
Il motto dell'unità è "Vincit Amor Patriae”.

Comandante Bettica (P 492)

Il pattugliatore comandante Bettica varato il 26 giugno 2001, dopo avere iniziato le prove in mare il 4 gennaio 2002 è stato consegnato il successivo 4 aprile, diventando operativo dall'anno seguente.
Dal 1º settembre al 31 ottobre 2006 ha partecipato nell'ambito dello SNMG2 all'Operazione Active Endeavour.
Dal 1º marzo al 28 giugno 2008 ha partecipato in ambito EUROMARFOR, all'Operazione “Impartial Behaviour” nell'ambito "Missione UNIFIL", svolgendo attività di controllo marittimo lungo le coste del Libano.
Dal 7 al 21 marzo 2009 ha operato nelle acque lungo le coste della Somalia alla lotta alla pirateria nell'ambito della Missione UE EUNAVFOR Atalanta.
Dall'8 giugno al 7 luglio 2010 ha partecipato nelle acque lungo le coste del Portogallo in ambito EUROMARFOR all'operazione Swordfish.
Dal 2 novembre al 19 novembre 2010 ha partecipato nell'ambito dello SNMG2 all'Operazione Active Endeavour.
Dal 25 marzo 2011 sta partecipando all'Operazione Unified Protector.
Il motto dell'unità è "Con ardire e con tenacia”.

Comandante Foscari (P 493)

Il pattugliatore comandante Foscari, varato il 24 novembre 2000, dopo avere iniziato le prove in mare il 20 maggio 2002 è stato consegnato il successivo 2 agosto, diventando operativo dall'anno seguente.
A differenza delle altre tre navi della stessa classe, imbarca l'impianto prodiero da 76/62 mm con scudo stealth e kit DAVIDE e STRALES.
L'8 giugno 2006 la nave è partita da Taranto per il Corno d'Africa, affiancando Nave Etna che non appena le due unità sono giunte nell'Oceano Indiano è diventata nave ammiraglia della Task Force 152, sostituendo la USS Enterprise, operando dal 28 giugno al 3 dicembre nell'ambito della Missione MSO (Marittime Security Operations) per la sicurezza marittima nella zona.
L'unità ha poi partecipato all'Operazione “Impartial Behaviour” in ambito EUROMARFOR dal 5 dicembre 2008 al 3 marzo 2009.
Il motto dell'unità è "Idem animus eadem voluntas (pari alla volontà il coraggio) era stato in precedenza adottato dal cacciatorpediniere “Fuciliere”, unità della Regia Marina che prese parte alla Seconda Guerra Mondiale e ancora precedentemente dalla nave da battaglia Benedetto Brin.

ENGLISH

The Comandanti class of patrol vessels consists of four units operated by the Italian Navy, named as Nuove Unità Minori Combattenti (NUMC).

Features

The construction of these units used hull and superstructure built with stealth features. The NUMC (Comandanti class) and Nuove Unità di Pattugliamento d'Altura, NUPA (Sirio class) share logistics, interoperability, features of the combat system and integrated telecommunications systems.
Ships

These units operate in conjunction with NUMA of COMFORPAT, the Forces Command patrol for surveillance and Coastal Defence and have their operational base in Augusta. They serve as coastal patrol and traffic control, cargo and surveillance in immigration control.
Comandante Foscari is used for trials on new versions of Oto Melara 76/62 mm Strales/Davide gun:
October 2004: new stealth shield for gun;
November 2009: to La Spezia beginning “DAVIDE/DART” program trials, with boarding of the Oto Melara 76/62 mm Strales/Davide prototype.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)