Come è ampiamente conosciuto dagli addetti ai lavori, il FIAT G91 progettato dall’ing. Gabrielli fu dichiarato vincitore nel concorso per una macchina d'attacco e appoggio tattico indetto dalla NATO nel dicembre del 1953, designato "NBMR-1" ("N"ATO "B"asic "M"ilitary "R"equirement № “1"): il Fiat G.91 rispondeva in toto alle caratteristiche richieste: capace di operare da piste di fortuna e non preparate, era dotato di buona velocità (il primo prototipo superava mach 1 a 9 000 m di quota) e poteva trasportare carichi offensivi di almeno 450 kg.
La realizzazione del primo esemplare avvenne con un certo anticipo rispetto ai principali concorrenti, anche in ragione della scelta operata dalla Fiat di basare il progetto (in scala più ridotta) su quello dell'F-86 Sabre che l'azienda torinese costruiva su licenza. La somiglianza che ne derivò, oltre a suscitare proteste da parte di aziende concorrenti nella gara NATO, valse al G.91 il nomignolo di piccolo Sabre.
Il prototipo venne portato in volo per la prima volta il 9 agosto 1956 all'aeroporto di Torino-Caselle ai comandi del collaudatore Riccardo Bignamini. Malgrado i primi risultati estremamente confortanti, i problemi non mancarono: solo una settimana dopo, nel corso di collaudi a bassa quota, si registrarono problemi di natura aerodinamica (nello specifico insorsero fenomeni noti come flutter) che determinarono il cedimento dell'impennaggio e la conseguente perdita del prototipo.
Nel gennaio 1958 il G.91 venne dichiarato ufficialmente vincitore del concorso, dopo aver superato un nutrito gruppo di avversari (7 in tutto), tra i quali:
- il Breguet Br 1001 Taon,
- il Dassault Mystère XXVI (divenuto poi Étendard VI),
- il Folland Gnat
- e l'Aerfer Sagittario 2.
Anche altri meno fortunati concorrenti italiani parteciparono:
L’AERFER SAGITTARIO 2 - che era un aereo da caccia monomotore a getto ad ala bassa a freccia, realizzato dall'azienda italiana Aerfer nel 1958 e rimasto allo stadio di prototipo.
Progettato dall'ingegner Sergio Stefanutti, era l'evoluzione di una serie di prototipi (Sagittario I) che non raggiunsero mai la produzione in serie.
Il Sagittario 2 venne sviluppato da un addestratore biposto ad elica, il SAI Ambrosini S.7, prodotto in un piccolo numero di esemplari ed entrato in servizio presso l'Aeronautica Militare, ma, a differenza di questo, era di costruzione interamente metallica e caratterizzato da una configurazione alare a freccia. Nelle intenzioni, doveva essere un passaggio intermedio per realizzare un caccia pienamente supersonico, ovvero l'Aerfer Leone, il cui prototipo non fu mai completato. Anche il successivo Aerfer Ariete si collocava in questa ambiziosa linea di sviluppo.
Progetto tecnicamente molto avanzato per l'epoca, fu il primo aereo costruito in Italia a raggiungere e superare il muro del suono, il 4 dicembre 1956. Il pilota che compì questa straordinaria impresa fu il tenente colonnello Giovanni Franchini, eroe di guerra, collaudatore che concluse la sua carriera come generale di squadra aerea. Tra le sue particolarità vi era l'ugello di scarico posizionato sotto la fusoliera, mentre la presa d'aria era posta, come in molti aerei dell'epoca, sul muso. Questa configurazione lasciava libero ampio spazio in fusoliera per il carburante, consentendo così, a differenza di altri modelli coevi, una notevole autonomia.
Il primo esemplare, costruito presso lo stabilimento Aerfer di Pomigliano d'Arco, presso Napoli, ed immatricolato MM 560, venne portato in volo per la prima volta il 19 maggio 1956 dal pilota collaudatore Costantino Petrosellini, dall'aeroporto di Pratica di Mare, sede del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare, confermando con le sue caratteristiche di volo l'ottima base di partenza, superiore in prestazioni ai pari ruolo dell’epoca. Il suo sviluppo venne bloccato dalla scelta NATO di utilizzare il Sabre americano. Utilizzatori: Italia - Reparto Sperimentale di Volo.
L'unico esemplare di Sagittario 2 conservato in Italia è l'esemplare MM 561, il secondo prototipo realizzato, esposto presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Un motore Derwent Aero è in bella mostra al Reparto Sperimentale di Volo.
L’MB 324 - Un altro aspirante concorrente al concorso NMBR-1 fu l'MB-324. In realtà fu ideato come intercettore con due motori (Vipers?) e quattro cannoni. Era prevista anche una versione biposto con un solo motore per l'addestramento. L'ala dell'intercettore era piuttosto grande e probabilmente il caccia poteva essere convertito nel ruolo CAS.
L'ing. Bazzocchi decise di non presentare il suo progetto (così va la storia ufficiale) perché pensava di non avere alcuna possibilità... Probabilmente qualcuno gli consigliò di farlo per non disturbare la FIAT. L'ing. Stefanutti ignorò la consulenza e dovette ricorrere a maniere più "robuste"...
L'MB327 - caccia leggero per il supporto tattico (1953-1954) - Lo studio del progetto MB324 fu ridisegnato nel 1953 per partecipare alla competizione della NATO per un caccia leggero per il supporto tattico.
L’ing. Bazzocchi iniziò lo studio con due motori a reazione, Armstrong Siddeley Viper 8 o Allison 520C (nessuna informazione) e poi su un solo Bristol Siddeley Orpheus con 2.200 kg di spinta (come il G.91 e l’Ariete II).
Tutte le configurazioni avevano un peso superiore a quello massimo per il concorso.
Rare immagini contengono informazioni sugli armamenti: probabilmente si trattava di 4 mitragliatrici Browning M2 cal. .50, montate sulla parte bassa dell'aereo con il contenitore delle munizioni situato dietro il pilota.
IL SIAI MARCHETTI SM 133 - La magnifica proposta di caccia leggera SIAI Marchetti degli anni '50. Questo progetto di caccia era un prodigio alato dotato di canard e spinto da una coppia di motori a reazione British Armstrong Siddeley Viper ASV.5 collocati in eleganti "semi-pod" sul retro. La velocità massima prevista dell'SM133 era di 680 mph.
ENGLISH
As is widely known by insiders, the FIAT G91 designed by Ing. Gabrielli was declared the winner in the competition for a tactical attack and support machine launched by NATO in December 1953, designated "NBMR-1" ("N "ATO "B "asic "M "ilitary "R "equirement №"1"): the Fiat G.91 fully met the required characteristics: capable of operating from makeshift and unprepared tracks, it was equipped with good speed (the first prototype exceeded mach 1 at 9 000 m altitude) and could carry offensive loads of at least 450 kg.
The realization of the first prototype took place some time before the main competitors, also because of the choice made by Fiat to base the project (on a smaller scale) on that of the F-86 Sabre that the Turin company built under license. The resulting similarity, in addition to provoking protests from competitors in the NATO race, earned the G.91 the nickname of small Sabre.
The prototype was taken in flight for the first time on 9 August 1956 at Turin-Caselle airport at the controls of the test driver Riccardo Bignamini. Despite the first extremely comforting results, the problems were not lacking: only a week later, during the low altitude tests, aerodynamic problems (specifically, phenomena known as flutter) occurred that caused the failure of the soaring and the consequent loss of the prototype.
In January 1958 the G.91 was officially declared the winner of the competition, after overcoming a large group of opponents (7 in all), including the Breguet Br 1001 Taon, the Dassault Mystère XXVI (later to become Étendard VI), the Folland Gnat and the Aerfer Sagittario 2.
Other less fortunate Italian competitors also participated:
The AERFER SAGITTARIO 2 which was a single-engine low-wing jet fighter aircraft with arrow wing, built by the Italian company Aerfer in 1958 and remained at the prototype stage.
Designed by engineer Sergio Stefanutti, it was the evolution of a series of prototypes (Sagittarius I) that never reached mass production.
The Sagittarius 2 was developed by a two-seater propeller trainer, the SAI Ambrosini S.7, produced in a small number of units and entered into service with the Air Force, but, unlike this one, it was of entirely metal construction and characterized by an arrow wing configuration. In the intentions, it was to be an intermediate step to realize a fully supersonic fighter aircraft, the Aerfer Leone, whose prototype was never completed. The subsequent Aerfer Aries was also part of this ambitious line of development.
A technically very advanced project for the time, it was the first aircraft built in Italy to reach and overcome the wall of sound, on December 4, 1956. The pilot who accomplished this extraordinary feat was Lieutenant Colonel Giovanni Franchini, war hero, test pilot who ended his career as an air squadron general. Among his peculiarities was the exhaust nozzle positioned under the fuselage, while the air intake was placed, as in many aircraft of the time, on the nose. This configuration left ample space in the fuselage for fuel, thus allowing, unlike other contemporary models, considerable autonomy.
The first model, built at the Aerfer plant in Pomigliano d'Arco, near Naples, and registered MM 560, was brought into flight for the first time on May 19, 1956 by test pilot Costantino Petrosellini, from Pratica di Mare airport, seat of the Experimental Flight Department of the Italian Air Force, confirming with its flight characteristics the excellent starting base, superior in performance to the same role of the time.
Its development was blocked by NATO's decision to use the American Sabre.
Users: Italy - - Experimental Flight Department.
The only example of Sagittarius 2 preserved in Italy is the MM 561, the second prototype made, exhibited at the Historical Air Force Museum in Vigna di Valle. A Derwent Aero engine is on display at the Experimental Flight Department.
MB 324 - Another woul-be contender to the NMBR-1 contest was the MB-324. Actually it started as an interceptor (config seen here) with two engines (Vipers?) and four guns. There was a two-place single-engine version for training (already posted in another topic). The interceptor wing was rather large and probabl could have been converted to the CAS role. Ing. Bazzocchi decided not to tender his project (so the official story goes) because he thought he had no chance... Probably someone counselled him to do so to not disturb FIAT. Ing. Stefanutti ignored the counseling and they had to resort to more "robust" manners…
MB327 - lightweight fighter for tactical support (1953-1954) - The study of the MB324 project was redesigned in 1953 to join NATO competition for a lightweight fighter for tactical support. Bazzocchi started the study with two jet-engines, Armstrong Siddeley Viper 8 or Allison 520C (no info) and then on only one Bristol Siddeley Orpheus with 2,200 kg of thrust (like G.91 and Ariete II). All configurations had a weight higher than that max for the contest.
These are the only images that contain information on armaments. Probably they are 4 Browning M2 .50 machine guns, mounted on "womb" of the aircraft with the ammunition container located behind the pilot.
SIAI MARCHETTI SM 133 - The magnificent SIAI Marchetti light hunting proposal of the 50s. This hunting project was a winged prodigy equipped with canard and powered by a pair of British Armstrong Siddeley Viper ASV.5 jet engines placed in elegant "semi-pods" on the back. The SM133's expected top speed was 680 mph.
(Web, Google, worlofwarplanes, Wikipedia, You Tube)
MB 324
MB327
MB324
AERFER SAGITTARIO II
MB324
MB327
SM 133
AERFER SAGITTARIO II
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