lunedì 9 marzo 2020

Il cannone pesante Ansaldo 149/40 Mod. 1935 ed il Il Semovente da 149/40 propulso da un motore SPA

L'Ansaldo 149/40 Mod. 1935 era un cannone pesante di fabbricazione italiana, adottato dal Regio Esercito nel 1935 e da questo utilizzato nel corso della seconda guerra mondiale; dopo l'8 settembre 1943, il pezzo fu utilizzato anche dalla Wehrmacht con la denominazione 15 cm K 408.




Nel 1929 l'Ispettorato di Artiglieria chiese all'Ansaldo, all'AREN (Arsenale del Regio Esercito di Napoli) ed alla OTO di sviluppare un nuovo cannone da 149 mm con cui sostituire i pezzi da 149/35, da 152/45 e da 152/37 (questi ultimi di preda bellica) risalenti alla Grande Guerra. Mentre l'Ansaldo e l'AREN presentarono i propri progetti, la OTO preferì concentrarsi sull'obice da 210 mm. I due pezzi sperimentali, realizzati nel 1933, dovevano rispondere a numerose richieste di cui le principali erano: una gittata minima di 20 km, un peso in batteria non superiore alle 11 tonnellate, la possibilità di traino meccanico scomposto in due o tre parti, il tempo di messa in batteria non superiore a mezz'ora, eventualmente utilizzando il personale dei due pezzi.
Tanto il progetto dell'AREN, un cannone da 149/37 con bocca da fuoco direttamente derivata da quella del vecchio 149/35, quanto quello dell'Ansaldo, un cannone da 149/40, superarono i test, ma la commissione esaminatrice scelse quest'ultimo, che fu provato a Nettunia, tra il dicembre 1933 ed il dicembre 1934. All'inizio del 1935 il progetto Ansaldo fu rinviato a Genova per attuare qualche modifica volta a migliorare la stabilità del pezzo durante il tiro e per ridurre a due il numero di pezzi scomponibili per il trasporto. Nel luglio del 1935, il cannone 149/40 (ufficialmente designato come Cannone da 149/40 mod.35) venne adottato dal Regio Esercito, e venne inviato all'Ansaldo un ordine per l'acquisto di 48 pezzi.
Il cannone 149/40 Mod 35 era fornito di una bocca da fuoco di lunghezza 6 m in acciaio, con l'anima ricambiabile a freddo in un'ora. L'otturatore era a vitone cilindrico con anello plastico di chiusura, il caricamento avveniva tramite una cucchiaia, che permetteva l'inserimento del proietto nella culatta con una alzo massimo di 20°. Il sistema di sparo era a percussione a ripetizione, con possibilità di tiro solo nel primo arco (tiro diretto). Il congegno di mira era a cannocchiale panoramico, con alzo e linea di mira indipendenti. Il munizionamento era a cartoccio, senza bossolo.
L'affusto in batteria poggiava su due code ed una piattaforma che formava la base del sottoaffusto, a cui era fissato il carrello di traino, che quindi aumentava la massa del complesso in batteria. Le code potevano essere regolate sia sul piano orizzontale sia su quello verticale, permettendo quindi al pezzo di adattarsi al terreno, conservando comunque la verticalità dell'affustino. Le estremità delle code terminavano con due portavomeri, imperniati in modo da permettere il migliore adattamento al terreno. L'affusto era composto dalla culla, dalla slitta col freno di rinculo e recuperatori e affustino. Gli orecchioni erano anteriori alla culla. Il brandeggio della bocca era ottenuto facendo ruotare l'affustino sul sottoaffusto, tramite volantino, mentre l'elevazione era ottenuta tramite due settori dentati e rocchetti, che agivano su una ruota elicoidale.
Togliendo le casse dei vomeri l'affusto poteva essere ruotato a 360°, permettendo così libertà di manovra ai veicoli di traino, che non erano costretti ad allineare il pezzo con la piazzola.
Il traino avveniva in due carichi, uno con il carrello affusto che trasportava l'affusto stesso con code e vomeri ed uno con il carrello cannone, che trasportava la bocca da fuoco e la relativa slitta. Il traino, in particolari condizioni favorevoli ed a bassa velocità, poteva essere fatto anche con un carico unico. Il pezzo poteva essere anche scomposto in quattro carichi per il traino in montagna.
Contrariamente ad altri pezzi d'artiglieria di nuova generazione sviluppati in Italia negli anni '30, la messa a punto del 149/40 fu relativamente rapida, tanto che nel 1939 gran parte dei cannoni richiesti con la prima commessa era stata consegnata al Regio Esercito; tuttavia, altri 132 pezzi ordinati nel 1938 subirono numerosi ritardi ed un'ulteriore commessa per 590 pezzi fu cancellata. Solo 52 tubi anima di riserva per le bocche da fuoco già allestite furono completati tra il 1940 e il 1941. In realtà parte dello stato maggiore del Regio Esercito riteneva che il sostegno fornito dall'artiglieria pesante avesse un ruolo secondario nella guerra di movimento, pertanto la priorità era assegnata ai pezzi controcarro, contraerei, divisionali e di corpo d'armata, di più elevata mobilità.
In seguito alle prospettive di sospensione l'Ansaldo tentò di realizzare un semovente armato con il pezzo, utilizzando lo scafo del carro P40 dal novembre 1941, ma il prototipo fu pronto solo nel 1943; il mezzo fece le prove di tiro a Genova nel luglio dello stesso anno, e dopo l'8 settembre fu requisito dai Tedeschi.
L'impiego del pezzo era previsto per le azioni dell'artiglieria di armata, quindi per l'interdizione lontana (controbatteria, spianamento e repressione), tuttavia, considerando la mancanza di trattori adatti, inizialmente, nel settembre 1940, il pezzo fu assegnato al XXXIII gruppo, con la funzione di artiglieria costiera. Nel 1941 furono costituiti tre gruppi mobili (XXXI, XXXII e XXXIV) su tre batterie ed un reparto logistico. Nell'aprile 1941 il XXXIII gruppo fu motorizzato ed inviato in Jugoslavia alle dipendenze della 2ª Armata.
Il XXXIII gruppo fu assegnato nel giugno 1941 all'8º raggruppamento d'artiglieria d'armata, con il LII gruppo (152/37) e CXXXI e CXLVII (entrambi su 149/28). Il raggruppamento arrivò in Libia a partire dall'ottobre 1941, e fu assegnato al XXI corpo d'armata. Lo schieramento fu studiato in modo tale da poter colpire, utilizzando la massima gittata dei pezzi, il porto di Tobruk, ma, appena presa posizione, il raggruppamento fu costretto a contrastare l'offensiva britannica del 21 novembre, tanto che il 23 novembre, dopo che due pezzi da 149/40 erano stati messi fuori uso dalla controbatteria nemica, fu ordinato il ripiegamento dell'intero raggruppamento che, comunque, già dal 26 novembre riprendeva le azioni di fuoco sulla cinta fortificata di Tobruk, con azioni che continuarono fino all'esaurimento delle munizioni il 6-7 dicembre. Il ripiegamento su Ain el-Gazala, lungo la via Balbia, si prolungò fino a Derna ed el-Agheila.
Con la controffensiva del gennaio 1942 seguì il Corpo di manovra in Cirenaica, appoggiando con le proprie batterie sia la Divisione "Trieste" sia la Divisione "Ariete", infine nel marzo- aprile 1942 il gruppo fu assegnato tatticamente alla Divisione Brescia (X Corpo d'armata)]. In maggio, in vista dell'offensiva di Gazala, il XXXIII gruppo passò alle dipendenze del XX Corpo d'armata, il 20 giugno fu impegnato contro le fortificazioni di Tobruk ed il 26-28 dello stesso mese fu impegnato contro Marsa Matruh, sotto gli attacchi della RAF che distrusse due trattori.
In luglio il gruppo raggiunse El Alamein, dove combatté praticamente quotidianamente, operando anche, il 10 luglio, a tiro diretto contro reparti meccanizzati britannici. Nella terza battaglia di El Alamein il XXXIII gruppo combatté fino al 28 ottobre, quando la linea pezzi fu raggiunta dai corazzati nemici, ma venne ricacciata da un contrattacco della Divisione "Littorio", a partire dal 1º novembre il gruppo operò con la 90ª Divisione leggera tedesca, ma, al termine della ritirata, il 1º dicembre a Sirte, era ridotto a due batterie in scarse condizioni di efficienza. Le condizioni del gruppo peggiorarono ulteriormente, tanto che a fine dicembre restavano solo due cannoni efficienti, saliti a quattro grazie ad interventi di riparazione, rimasero in linea, sia pure con meno di un'unità di fuoco di munizioni.
Il XXXI gruppo, costituito nell'agosto 1941 su tre batterie (92ª, 93ª e 94ª), fu assegnato al 9º raggruppamento di artiglieria d'armata nel maggio del 1942 e nel luglio dello stesso iniziò il trasferimento a Nikitovka, alla fine di agosto la 93ª batteria fu sostituita dalla 177ª, su obici 210/22. Il 3 ottobre il gruppo passò alle dipendenze del 2º raggruppamento d'armata.
Il XXXII gruppo fu costituito nel febbraio 1942 ed assegnato al 9º raggruppamento, a metà luglio fu schierato sul fronte del Don. Il 20 settembre passò alle dipendenze del XXIX corpo d'armata tedesco. Successivamente venne assegnato come rinforzo al Corpo d'Armata alpino.
IL XXXIV gruppo, costituito nel febbraio 1942 su 89ª, 90ª, e 94ª batteria venne assegnato al 9º raggruppamento fu trasferito in luglio in Russia ed assegnato al XXXV Corpo d'armata.
L'impiego dei tre gruppi nel corso dell'inverno fu pesantemente condizionato dalla penuria di carburante, sebbene fosse stato emanato l'ordine esplicito di conservare almeno 100 km di autonomia "intangibile". Inoltre l'eccessivo diradamento delle batterie, strettamente legato alla lunghezza eccessiva del fronte da difendere rese problematica la manovra di fuoco delle artiglierie. Il risultato fu che la resistenza dei gruppi di artiglieria, nonostante la perdita di 72 ufficiali e 1957 artiglieri.
Successivamente all'8 settembre tre pezzi furono requisiti dai tedeschi, che li denominarono15 cm K 408, mentre altri 13 giunsero dall'Ansaldo nel corso dell'occupazione e vennero utilizzati come artiglierie costiere.
I pochi cannoni che sopravvissero alla guerra furono reinseriti nel materiale in servizio solo nel 1952, comunque non furono costituite unità organiche che utilizzassero tali pezzi. Il 149/40 fu radiato ufficialmente dalla linea nel 1969. Gli unici due pezzi conservati si trovano al Museo nazionale dell'artiglieria a Torino ed al Sacrario dei caduti d'oltremare a Bari. Il prototipo del semovente è conservato presso l'Aberdeen Proving Ground nel Maryland.
Il pezzo 149/40 aveva prestazioni confrontabili con quelle dei cannoni utilizzati da alleati ed avversari, nei confronti del tedesco 15 cm K 18 la sua minore gittata era compensata da un peso inferiore ed un arco di tiro orizzontale maggiore, nei confronti del M1A1 statunitense (155/45) con una gittata uguale ed uguale arco di tiro orizzontale, peso minore, ma arco di tiro verticale inferiore.
La cadenza di tiro era pari a quella del 15 cm K 18, con 1 colpo al minuto come cadenza normale (pari a 60 colpi orari), elevabili in condizioni di tiro sostenuto anche a 2-3 colpi al minuto (fino quindi a 120 colpi orari). Invece il M1A1 statunitense aveva una cadenza di tiro di 1 colpo ogni 2 minuti (30 colpi orari), arrivando a 2 colpi al minuto solo in condizioni di tiro sostenuto.
Il traino era effettuato dalla trattrice pesante Breda TP32, come tutte le artiglierie d'armata in dotazione al Regio Esercito.




Il Semovente da 149/40 era un prototipo italiano di semovente propulso da un motore SPA da 183,44 kW (246 hp) e armato con un pezzo di artiglieria da 149 mm.
L'Ansaldo, che produceva il cannone campale Mod. 1935 da 149/40 mm a traino meccanico, ritenne che una versione semovente su scafo cingolato sarebbe risultata meno costosa e di impiego più pratico.
Nel 1942 la direzione dello Stabilimento Artiglierie decise di procedere alla costruzione di un prototipo da sottoporre al Regio Esercito. Lo scafo fu costruito ex novo, sul quale il pezzo da 149 mm sarebbe stato montato nella parte posteriore, unito al gruppo di sterzo tipo M.15, a sospensioni del modello P.40 opportunamente irrobustite per sopportare il peso del cannone.e ad un motore SPA 228 a benzina da 246 hp.
La progettazione fu avviata nell'aprile 1942 ed il prototipo fu pronto nell'agosto 1943 ed effettuò alcune prove di tiro a Genova. Avrebbero dovute esserne preparate 20 unità entro il dicembre 1943, ma il particolare momento politico ne fece abbandonare la produzione.
Pochi giorni dopo le prove di tiro il prototipo fu requisito dai tedeschi, che lo designarono gepanzerte Selbstfahrlette M 43 mit 15 L/42 854(i), segno forse che il mezzo, informalmente, era citato dall'Ansaldo come M.43. Il prototipo fu trasferito per ferrovia a Hillersleben in Germania, dove fu trovato dalle truppe statunitensi e trasferito negli Stati Uniti all'Aberdeen Proving Ground nella contea di Harford nello stato del Maryland. Nell'inverno 2010/2011, quando il museo dell'artiglieria dello U.S. Army è stato trasferito a Fort Lee, presso Petersburg in Virginia, il semovente è stato trasferito presso Fort Sill in Oklahoma.
L'armamento coincide con il solo obice Ansaldo 149/40 Mod. 1935: aveva una gittata massima di quasi 22 km, con una velocità iniziale di 800 m/s e una cadenza di tiro di circa un colpo al minuto come cadenza normale (pari a 60 colpi orari).
Le prove di tiro, possibile solo con vomeri a terra, diedero un'ottima impressione sia per la stabilità che per la possibilità di operare su tutti i tipi di terreno. Inoltre rispetto al pezzo autotrainato da 149/40 presentava il vantaggio di poter essere messo velocemente in posizione, richiedeva una minore manodopera, era protetto negli organi di propulsione e pesava meno (24 tonnellate contro le 32 di cannone e due trattori per il trasporto).




ENGLISH

The Ansaldo 149/40 Mod. 1935 was an Italian-made heavy cannon, adopted by the Royal Army in 1935 and used by it during the Second World War; after 8 September 1943, the piece was also used by the Wehrmacht with the name 15 cm K 408.
In 1929 the Artillery Inspectorate asked Ansaldo, AREN (Arsenal of the Royal Army of Naples) and OTO to develop a new 149 mm cannon to replace the 149/35, 152/45 and 152/37 pieces (the latter of war prey) dating back to the Great War. While Ansaldo and AREN presented their projects, OTO preferred to concentrate on the 210 mm howitzer. The two experimental pieces, made in 1933, had to respond to numerous requests, the main ones being: a minimum range of 20 km, a battery weight of no more than 11 tons, the possibility of mechanical towing divided into two or three parts, the time to put the two pieces in battery no more than half an hour, possibly using the staff of the two pieces.
Both the design of the AREN, a 149/37 cannon with a gun mouth directly derived from that of the old 149/35, and that of Ansaldo, a 149/40 cannon, passed the tests, but the examining board chose the latter, which was tested in Nettunia between December 1933 and December 1934. At the beginning of 1935 the Ansaldo project was sent back to Genoa to make a few modifications to improve the stability of the piece during firing and to reduce the number of pieces that could be dismantled for transport to two. In July 1935, cannon 149/40 (officially designated as Cannone da 149/40 mod.35) was adopted by the Royal Army, and an order was sent to Ansaldo for the purchase of 48 pieces.
The 149/40 mod.35 cannon was equipped with a 6 m long steel gun tube, with a core that could be cold replaced in one hour. The bolt was a cylindrical bolt with a plastic closing ring, the loading was done through a spoon, which allowed the insertion of the bullet in the breech with a maximum lift of 20°. The firing system was a repeating percussion system, with the possibility of shooting only in the first arch (direct shooting). The aiming device was a panoramic rifle scope, with independent raising and line of sight. The ammunition was cartridge case, without cartridge case.
The battery pack rested on two tails and a platform that formed the base of the sub-bag, to which the towing trolley was attached, which therefore increased the mass of the battery pack. The tails could be adjusted both horizontally and vertically, thus allowing the piece to adapt to the ground, while still maintaining the verticality of the bag. The ends of the tails ended with two apple-holders, pivoted so as to allow the best adaptation to the ground. The hutch was composed of the cradle, the sled with the recoil brake and recuperators and the hutch. The mumps were in front of the cradle. The mouth swinging was obtained by rotating the affustino on the undercarriage, by means of a handwheel, while the elevation was obtained by means of two toothed sectors and spools, which acted on a helical wheel.
By removing the ploughshare boxes, the stalk could be rotated 360°, thus allowing freedom of manoeuvre to the towing vehicles, which were not forced to align the piece with the pitch.
The towing was carried out in two loads, one with the hustle trolley carrying the hustle itself with tails and ploughshares and one with the cannon trolley carrying the fire mouth and its sledge. The towing, in particular favourable conditions and at low speed, could also be done with a single load. The piece could also be broken down into four loads for towing in the mountains.
Contrary to other new-generation artillery pieces developed in Italy in the 1930s, the 149/40 setup was relatively rapid, so much so that in 1939 most of the cannons requested with the first order had been delivered to the Royal Army; however, another 132 pieces ordered in 1938 suffered numerous delays and a further order for 590 pieces was cancelled. Only 52 spare core tubes for the guns already set up were completed between 1940 and 1941. In fact, part of the Royal Army General Staff believed that the support provided by heavy artillery had a secondary role in the war of movement, so priority was given to counter-truck, anti-aircraft, divisional and corps pieces of higher mobility.
Following the prospects of suspension, Ansaldo attempted to build a self-propelled tank with the piece, using the hull of the P40 tank from November 1941, but the prototype was not ready until 1943; the vehicle made the shooting tests in Genoa in July of the same year, and after September 8 was requisitioned by the Germans.
The use of the piece was foreseen for the actions of the artillery of the army, therefore for the far ban (counter-battery, levelling and repression), however, considering the lack of suitable tractors, initially, in September 1940, the piece was assigned to the XXXIII group, with the function of coastal artillery. In 1941 three mobile groups (XXXI, XXXII and XXXIV) were formed on three batteries and a logistics department. In April 1941 the XXXIII group was motorized and sent to Yugoslavia under the command of the 2nd Army.
The XXXIII group was assigned in June 1941 to the 8th Army Artillery Group, with the LII group (152/37) and CXXXI and CXLVII (both on 149/28). The group arrived in Libya in October 1941 and was assigned to the XXI Army Corps. The deployment was studied in such a way as to be able to hit, using the maximum range of the pieces, the port of Tobruk, but, as soon as it took position, the group was forced to counter the British offensive of 21 November, so that on 23 November, After two pieces of 149/40 had been knocked out by the enemy counter-battery, the entire group was ordered to retreat, which, however, already on 26 November resumed firing on the fortified wall of Tobruk, with actions that continued until the exhaustion of ammunition on 6-7 December. The retreat on Ain el-Gazala, along the Via Balbia, extended as far as Derna and el-Agheila.
With the counter-offensive of January 1942 followed the maneuvering Corps in Cyrenaica, supporting with its own batteries both the "Trieste" and the "Aries" Divisions, finally in March-April 1942 the group was tactically assigned to the Brescia Division (X Army Corps)]. In May, in view of the offensive of Gazala, the XXXIII group became part of the XX Army Corps, on June 20th it was engaged against the fortifications of Tobruk and on June 26-28 of the same month it was engaged against Marsa Matruh, under the attacks of the RAF that destroyed two tractors.
In July, the group reached El Alamein, where they fought practically daily, also operating, on 10th July, in direct fire against British mechanized divisions. In the third battle of El Alamein, the XXXIII group fought until October 28th, when the pieces line was reached by the enemy armored units, but it was driven back by a counterattack of the "Littorio" Division, starting from November 1st the group operated with the 90th German Light Division, but, at the end of the retreat, on December 1st in Sirte, it was reduced to two batteries in poor conditions of efficiency. The conditions of the group worsened further, so much so that at the end of December there were only two efficient guns left, increased to four thanks to repairs, they remained in line, even if with less than one ammunition firing unit.
The XXXI group, constituted in August 1941 on three batteries (92nd, 93rd and 94th), was assigned to the 9th Army Artillery Group in May 1942 and in July of the same began the transfer to Nikitovka, at the end of August the 93rd battery was replaced by the 177th, on howitzers 210/22. On October 3 the group passed to the 2nd Army Group.
The XXXII group was formed in February 1942 and assigned to the 9th grouping, in mid-July it was deployed on the Don front. On September 20, it became part of the XXIX German Army Corps. Subsequently it was assigned as reinforcement to the Alpine Army Corps.
The XXXIV group, constituted in February 1942 on the 89th, 90th, and 94th batteries was assigned to the 9th grouping and was transferred to Russia in July and assigned to the XXXV Army Corps.
The use of the three groups during the winter was heavily conditioned by the shortage of fuel, although an explicit order had been issued to preserve at least 100 km of "intangible" autonomy. Furthermore, the excessive thinning of the batteries, closely linked to the excessive length of the front to defend, made the artillery fire manoeuvre problematic. The result was that the resistance of the artillery groups, despite the loss of 72 officers and 1957 artillerymen.
After September 8th three pieces were requisitioned by the Germans, who named them 15 cm K 408, while another 13 arrived from Ansaldo during the occupation and were used as coastal artillery.
The few cannons that survived the war were reinstated in service only in 1952, however no organic units were formed to use these pieces. The 149/40 was officially disbarred from the line in 1969. The only two pieces preserved are at the National Artillery Museum in Turin and the Overseas War Memorial in Bari. The prototype of the self-propelled vehicle is kept at the Aberdeen Proving Ground in Maryland.
The piece 149/40 had performances comparable with those of the guns used by allies and adversaries, compared to the German 15 cm K 18 its lower range was compensated by a lower weight and a higher horizontal firing range, compared to the American M1A1 (155/45) with an equal range and equal horizontal firing range, lower weight, but lower vertical firing range.
The shooting cadence was equal to that of the 15 cm K 18, with 1 shot per minute as normal cadence (equal to 60 shots per hour), which can be raised in sustained shooting conditions even at 2-3 shots per minute (up to 120 shots per hour). Instead, the M1A1 had a shooting rate of 1 shot every 2 minutes (30 shots per hour), reaching 2 shots per minute only in sustained shooting conditions.
The towing was carried out by the Breda TP32 heavy tractor, like all the artillery of the Italian Royal Army.

The 149/40 self-propelled 149/40 was an Italian self-propelled prototype powered by a 183.44 kW (246 hp) SPA engine and armed with a 149 mm artillery piece.
Ansaldo, which produced the 1935 Mod. 1935 field cannon with mechanical towing, believed that a self-propelled version on a crawler hull would be less expensive and more practical to use.
In 1942 the management of the Artillery Plant decided to proceed with the construction of a prototype to be submitted to the Royal Army. The hull was built ex novo, on which the 149 mm piece would be mounted at the rear, together with the steering assembly type M.15, with suspensions of the P.40 model suitably strengthened to bear the weight of the cannon.e to a 246 hp petrol engine SPA 228.
The design was started in April 1942 and the prototype was ready in August 1943 and carried out some shooting tests in Genoa. It should have been prepared 20 units by December 1943, but the particular political moment made it abandon the production.
A few days after the shooting tests the prototype was requisitioned by the Germans, who designated it gepanzerte Selbstfahrlette M 43 mit 15 L/42 854(i), perhaps a sign that the vehicle was informally mentioned by Ansaldo as M.43. The prototype was transferred by rail to Hillersleben in Germany, where it was found by U.S. troops and transferred to the Aberdeen Proving Ground in County Harford, Maryland. In the winter of 2010/2011, when the U.S. Army Artillery Museum was transferred to Fort Lee near Petersburg, Virginia, the self-propelled artillery was transferred to Fort Sill, Oklahoma.
The armament coincides with the Ansaldo 149/40 Mod. 1935 howitzer alone: it had a maximum range of almost 22 km, with an initial speed of 800 m/s and a firing rate of about one shot per minute as a normal rate (equal to 60 shots per hour).
The shooting tests, possible only with ploughshares on the ground, gave an excellent impression both for the stability and for the possibility of operating on all types of terrain. In addition, compared to the 149/40 self-trailed piece, it had the advantage of being able to be put in position quickly, it required less manpower, was protected in the propulsion components and weighed less (24 tons compared to 32 tons of cannon and two tractors for transport).

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)



























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