mercoledì 28 ottobre 2020

Il Messerschmitt Me 323 "Gigant"


Il Messerschmitt Me 323 "Gigant" era un aereo da trasporto pesante esamotore e monoplano ad ala alta prodotto dall'azienda tedesca Messerschmitt AG negli anni quaranta ed impiegato dalla Luftwaffe, l'aeronautica militare della Germania nazista, nel corso della seconda guerra mondiale.
Sviluppo dell'aliante Me 321, era caratterizzato dall'adozione di sei motori radiali montati sul bordo d'attacco alare e da un diverso carrello d'atterraggio multiruota. Venne prodotto in circa 200 esemplari e risulta detenere il primato dell'aereo terrestre dalle maggiori dimensioni utilizzato durante il conflitto.


Storia del progetto

Lo sviluppo del Me 323 Gigant iniziò dalla necessità tedesca di avere nel 1940 un grande aliante. L'aliante leggero DFS 230 aveva già dimostrato il suo valore nel famoso attacco al forte Eben-Emael in Belgio (il primo assalto di sempre da parte di truppe aviotrasportate su alianti), e fu in seguito usato con successo nella battaglia di Creta nel 1941.
La prospettiva di invadere la Gran Bretagna evidenziò la necessità di disporre di veicoli e altro materiale pesante mediante un ponte aereo sin dalla prima ondata d'assalto. Sebbene l'operazione "Leone marino" fosse stata cancellata, le necessità di aerei da trasporto era ancora avvertita in vista della prossima invasione dell'URSS.


Il 18 ottobre 1940, la Junkers Flugzeug- und Motorenwerke e la Messerschmitt ricevettero la richiesta di sottoporre, entro appena 14 giorni, un progetto per un aliante da trasporto di grandi dimensioni. L'enfasi era ancora sul ruolo di assalto: i requisiti, piuttosto ambiziosi, imponevano la capacità di carico sia di un cannone da 88 mm e di un trattore semi cingolato, o di un carro armato medio del tipo Panzer IV.
Lo Junkers Ju 322 "Mammut" venne sviluppato sino allo stadio di prototipo, ma essendo del tutto insoddisfacente venne scartato. Il progetto della Messerschmitt, originariamente designato come Me 261W, superò la fase iniziale prendendo il nome di Me 263 (ed in seguito divenne il Me 321). Sebbene il Me 321 prestò un rimarchevole servizio in guerra, non venne mai usato per gli scopi originari di attacco a causa della perdita d'iniziativa delle forze dell'Asse.


All'inizio del 1941 venne presa la decisione di produrre una variante a motori del Me 321, in quanto venne alla luce la necessità di disporre di un cargo pesante al di fuori del ruolo specifico di assalto. Inoltre venne compreso che un aliante poneva problemi relativamente all'aereo rimorchio, ai razzi e all'attrezzatura varia ad esso relativa. Dopo molto studio, venne deciso di adottare sei motori (di provenienza francese) del tipo Gnome et Rhône GR14N. Essi erano già in produzione ed erano velocemente disponibili; inoltre potevano essere facilmente imbullonati sulle ali, che però andavano rinforzate.


Su ciascuna ala, inoltre, venne aggiunta una cabina per ospitare un ingegnere di volo, anche se il pilota poteva scavalcare le decisioni degli ingegneri gestendo direttamente la potenza e il carburante. Un nuovo tipo di carrello d'atterraggio permanente venne imbullonato su ciascun lato della fusoliera, consentendo al Me 323 un atterraggio in tutta sicurezza anche sui campi di atterraggio più difficili. Il prezzo pagato alla motorizzazione fu una riduzione del carico trasportabile di circa 10-12 tonnellate. Anche con i motori era frequente che il decollo fosse facilitato dall'uso di appositi razzi (RATO, Rocket Assisted Take Off).


Tecnica

Il Messerschmitt Me 323 fu un aereo non comune e rivoluzionario sotto diversi aspetti. Innanzitutto venne sviluppato a partire da un aliante (il Me 321), fu il più grande aereo della seconda guerra mondiale, era in grado di caricare elementi ingombranti grazie ai portelli alti 11 piedi, era motorizzato con motori francesi ed infine era in grado di usare appositi razzi (RATO, Rocket Assisted Take Off).
L'aereo venne progettato con una configurazione alare monoplana ad ala alta controventata al fine di sollevare il peso desiderato. Dato che la tecnologia aeronautica non era sufficientemente sviluppata per sostenere l'intero carico alare necessario, l'ala era rinforzata da robuste aste di controvento che la collegavano alla fusoliera. Per ridurre il peso e risparmiare sull'alluminio, buona parte delle ali era realizzata in compensato e tela. La fusoliera era un composito di metallo, legno e tela e il pavimento era rinforzato per sostenere il peso del carico. I sei motori francesi Gnome-Rhône furono scelti in quanto il loro sviluppo era stato completato e la loro produzione poteva essere realizzata nella Francia occupata senza interferire con la produzione tedesca.
Il carrello d'atterraggio era composto da 10 ruote semi-rientrate, progettate per flettersi come il battistrada di un cingolato al fine di poter atterrare su terreni irregolari e per poter distribuire meglio il peso su una superficie maggiore. Tirando le somme, anche se ha una forte somiglianza con i grandi aerei da trasporto di oggi, il Me 323 fu il primo di questa categoria di aerei. Il vano di carico era lungo 11 m, largo 3 m e alto 3,35 m. Il carico tipico era di due camion da 4 tonnellate, o 8 700 pagnotte, o un cannone contraerei 8,8 cm FlaK, inclusi equipaggiamento, munizioni e serventi, o 52 barili di carburante da 250 L, o 130 uomini, o 60 barelle. Era, per quei tempi, un aereo rimarchevole.
L'equipaggio del Me 323 era composto da due piloti, due ingegneri di volo e un operatore radio, oltre a due cannonieri che si potevano aggiungere. La cabina di pilotaggio era situata al di sopra del vano di carico adiacente al bordo delle ali ed era blindata.
I sei motori Gnome-Rhône 14N 48/49, radiali a 14 cilindri, erano raffreddati ad aria ed erogavano ciascuno una potenza pari a 990 PS (728 kW). Era possibile collocare quattro razzi (Walter HWK 109-500 Starthilfe) per ala vicino al motore più esterno per aumentare la spinta al decollo. I tre motori di destra controrotavano rispetto a quelli di sinistra, in modo da evitare la rotazione intorno all'asse che si avrebbe avuto se i sei motori avessero ruotato nella stessa direzione.
La velocità massima al livello del mare era di soli 218 km/h e diminuiva con l'aumentare dell'altitudine. Il raggio operativo non è noto ma gli aerei furono impiegati per trasportare velocemente le truppe dall'Italia al Nord Africa. L'aereo era armato con cinque mitragliatrici MG 131 calibro 13 mm che sparavano da una posizione dorsale all'interno delle ali e dalla carlinga. Erano maneggiate dagli ingegneri, dal radio operatore e dai mitraglieri aggiuntivi.
Per adattare il Me 323 alla produzione su vasta scala e risparmiare quindi sui costi di produzione, venne progettato con un telaio di tubi di acciaio ricoperti di stoffa piuttosto che con una convenzionale monoscocca di alluminio. Inizialmente si era pensato di utilizzare solamente quattro motori, ma i prototipi dimostrarono che ne erano necessari sei per raggiungere la capacità di trasporto richiesta. I motori Gnome-Rhône erano stati progettati da Gabriel Voisin.


Impiego operativo

In grado di trasportare 130 uomini in assetto di combattimento o carichi simili fino a circa 15t, il Me 323 fu usato nel 1943 per trasportare rifornimenti e truppe di riserva dall'Italia e Sicilia all'Afrikakorps in Tunisia e nell'area del Nord Africa. Comunque, dalle informazioni ottenute con Ultra, gli alleati sapevano in anticipo i piani di volo e quindi spedivano i caccia per intercettare i convogli aerei e abbattere i trasporti.


Ad esempio, il 22 aprile 1943 vicino a Capo Bon, diversi squadroni di Spitfire e di P-40 Kittyhawk attaccarono 14 Me 323 mentre trasportavano carburante e la loro scorta. Tutti i 14 cargo vennero abbattuti con una perdita di 120 uomini di equipaggio e di 700 barili di benzina.
In tutto vennero costruiti circa 200 Me 323 prima che, nell'aprile del 1944, la loro produzione cessasse. Le diverse versioni iniziavano con la D-1 (il soggetto di questa voce) e continuavano fino alla E. Le versioni successive alla prima (tra D-* e E-*) differivano in funzione della potenza dei motori, dell'armamento difensivo e della capacità di carico al seguito dei miglioramenti strutturali. Ciò nonostante il Me 323 rimase significativamente sottopotenziato. Venne anche proposto di installare sei motori radiali BMW 801, tuttavia non venne mai avviata una sperimentazione in tal senso.


Il Me 323 era perciò un aereo a corto raggio: a pieno carico aveva un'autonomia di 1 000 - 1 200 km. Ciononostante, il numero pur limitato di Me 323 in servizio diede un prezioso contributo allo sforzo bellico tedesco e venne intensamente utilizzato. Il Me 323 era a volte un facile bersaglio, essendo così lento e grande. Nelle ultime settimane della campagna del Nord Africa, nell'aprile/maggio del 1943, 43 Gigant furono abbattuti, assieme ad un numero ancora più grande di Ju 52.
In termini di disegno aeronautico, il Me 323 era molto robusto e poteva assorbire un grande quantitativo di colpi - guadagnandosi l'appellativo da parte dell'Afrikakorps di Leukoplastbomber (bombardiere di gomma). Comunque nessun aereo da trasporto avrebbe mai potuto sopravvivere senza una superiorità aerea, o almeno senza una copertura locale adeguata; per questo motivo si ritiene che nessun Me 323 rimase in servizio oltre l'estate del 1944.


Utilizzatori:
  • Germania Luftwaffe.

Esemplari attualmente esistenti

Dal 2012 si è a conoscenza dell'ubicazione dell'unico esemplare conosciuto: grazie alla ricerca della scrittrice e appassionata di storia militare milanese Cristina Freghieri, è stato ritrovato il relitto di un Me 323 posato sul fondo del Mar Tirreno alla profondità di 64 m, al largo delle acque dell'isola di Caprera, arcipelago della Maddalena, Sardegna.


Individuato il 28 maggio 2012 si tratta di uno dei due Me 323 appartenenti alla 3. Staffel (squadriglia) del I./TG 5 (I gruppo del 5º stormo da trasporto) basati all'aeroporto di Olbia-Venafiorita, partiti in direzione Pistoia ed abbattuti il 26 luglio 1943 da uno Squadron da caccia RAF. Benché dopo oltre mezzo secolo alcune parti siano coperte da gorgonie ed altre concrezioni, la struttura del velivolo appare sostanzialmente integra, perché conservata dal fondo sabbioso.
Il canale televisivo tematico History Channel, ha dedicato un documentario relativo al ritrovamento a Caprera, andato in onda il 31 agosto 2015.


ENGLISH

The Messerschmitt Me 323 Gigant ("Giant") was a German military transport aircraft of World War II. It was a powered variant of the Me 321 military glider and was the largest land-based transport aircraft of the war. A total of 213 are recorded as having been made, 15 being converted from the Me 321.

Development

The Me 323 was the result of a 1940 German requirement for a large assault glider in preparation for Operation Sea Lion, the projected invasion of Great Britain. The DFS 230 light glider had already proven its worth in the Battle of Fort Eben-Emael in Belgium (the first ever assault by gliderborne troops), and would later be used successfully in the invasion of Crete in 1941.
However, in order to mount an invasion across the English Channel, the Germans would need to be able to airlift vehicles and other heavy equipment as part of an initial assault wave. Although Operation Sea Lion was cancelled, the requirement for a heavy air transport capability still existed, with the focus now on the forthcoming Operation Barbarossa, the invasion of the Soviet Union.
On 18 October 1940, Junkers and Messerschmitt were given just 14 days to submit a proposal for a large transport glider. The emphasis was still very much on the assault role: the ambitious requirement was to be able to carry either an 88 mm gun and its half-track tractor, or a Panzer IV medium tank. The Junkers Ju 322 Mammut reached prototype form but was eventually scrapped due to difficulties in procuring the necessary high-grade timber for its all-wood construction and, as was discovered during the Mammut's only test flight, an unacceptably high degree of instability inherent in the design. The proposed Messerschmitt aircraft was originally designated Me 261w — partly borrowing the designation of the long-range Messerschmitt Me 261, then changed to Me 263 (later re-used for Messerschmitt's improved rocket fighter design) and eventually became the Me 321. Although the Me 321 saw considerable service in Russia as a transport, it was never used for its intended role as an assault glider.

Me 323

Early in 1941, as a result of feedback from Transport Command pilots in Russia, the decision was taken to produce a motorized variant of the Me 321, to be designated Me 323. It was decided to use French Gnome et Rhône GR14N radial engines rated at 1,180 PS (1,164 hp, 868 kW) for take-off as used in the Bloch MB.175 aircraft; using French engines was thought to place no burden on Germany's overstrained industry.
Initial tests were conducted using four Gnome engines attached to a strengthened Me 321 wing, which gave a modest speed of 210 km/h (130 mph) – 80 km/h (50 mph) slower than the Ju 52 transport aircraft. A fixed undercarriage was fitted, which comprised four small wheels in a bogie at the front of the aircraft with six larger wheels in two lines of three at each side of the fuselage, partly covered by an aerodynamic fairing. The rear wheels were fitted with pneumatic brakes, and could stop the aircraft within 200 m (660 ft).
The four-engined Me 323C was considered merely a stepping stone to the six-engined D series; it still required the five-engined Heinkel He 111Z Zwilling or the highly dangerous, "vic-style" Troika-Schlepp formation of three Messerschmitt Bf 110 heavy fighters and underwing-mounted Walter HWK 109-500 Starthilfe rocket assisted takeoff units to get airborne when fully loaded, but it could return to base under its own power when empty. This was clearly not much better than the Me 321, so the V2 prototype became the first to have six engines and flew for the first time in early 1942, becoming the prototype for the D series aircraft.
The selection of the six engines, and their specific placement on the wing's leading edge, were fitted to reduce torque – a trio of counterclockwise rotation engines mounted on the port wing, and a trio of clockwise rotation engines on the starboard wing as seen forward from behind each engine, resulting in the props rotating "away" from each other at the tops of their arcs.

Design

As per the Me 321, the Me 323 had massive, semi-cantilever, high-mounted wings which were braced from the fuselage out to the middle of the wing. To reduce weight and to save on aluminum, much of the wing was made of plywood and fabric, while the fuselage was of metal tube construction with wooden spars and covered with doped fabric, with heavy bracing in the floor to support the payload.
The "D" series had a crew of five: two pilots, two flight engineers and a radio operator. Two gunners could also be carried. The flight engineers occupied two small cabins, one in each wing between the inboard and center engines. The engineers were intended to monitor engine synchronisation and allow the pilot to fly without worrying about engine status, although the pilot could override the engineers' decisions on engine and propeller control.
Maximum payload was around 12 tonnes, although at that weight the Hellmuth Walter Werke-designed Walter HWK 109-500 Starthilfe RATO (rocket assisted takeoff) units used on the Me 321 were required for take off. The RATOs were mounted beneath the wings outboard of the engines, with the wings having underside fittings to take up to a total of four RATO units. The cargo hold was 11 m (36 ft) long, 3 m (10 ft) wide and 3.4 m (11 ft) high. The typical loads it carried were: One 15 cm FH18 field artillery piece (5.5 ton) accompanied by its Sd.Kfz.7 halftrack transport vehicle (11 ton), two 3.6 tonne (4 ton) trucks, 8,700 loaves of bread, an 88 mm Flak gun and accessories, 52 drums of fuel (252 L/45 US gal), 130 men, or 60 stretchers.
Some Me 321s were converted to Me 323s, but the majority were built as six-engine aircraft from the beginning; early models were fitted with wooden two-blade propellers, which were later replaced by metal, three-blade variable-pitch versions.
The Me 323 had a maximum speed of only 219 km/h (136 mph) at sea level and speed dropped with altitude. For defensive armament, it was armed with five 13 mm (.51 in) MG 131 machine guns firing from a dorsal position behind the wings and from the fuselage. They were manned by the extra gunners, radio operator and engineers.

Operational history

By September 1942, Me 323s were being delivered for use in the Tunisian campaign, and entered service in the Mediterranean theater in November 1942. The high rate of loss among Axis shipping had made necessary a huge airlift of equipment across the Mediterranean to keep Rommel's Afrika Korps supplied.
On 22 April 1943, a formation of 27 fully loaded Me 323s was being escorted across the Sicilian Straits by Bf 109s of JG 27 when it was intercepted by seven squadrons of Spitfires and P-40s. Of the 27 transports, only six reached their destination; the remaining 21 of the Me 323s were lost while three of the P-40s were shot down by the escorts.
A total of 198 Me 323s were built before production ceased in April 1944. There were several production versions, beginning with the D-1. Later D- and E- versions differed in the choice of power plant and in defensive armament, with improvements in structural strength, total cargo load and fuel capacity also being implemented. Nonetheless, the Me 323 remained significantly underpowered. There was a proposal to install six BMW 801 radials, but this never came to pass. The Me 323 was also a short-range aircraft, with a typical range (loaded) of 1,000–1,200 km (620–750 mi). Despite this, the limited numbers of Me 323s in service were an asset to the Germans, and saw extensive use.

Variants:
  • Me 323 V1 First Prototype, powered by four Gnome-Rhône 14N-48/49 engines
  • Me 323C Interim production version based on the V1 prototype with four engines
  • Me 323 V2 Prototype, powered by six Gnome-Rhône 14N engines, became the standard for D production series
  • Me 323D-1 First production series, powered by six Gnome-Rhône 14N engines originally intended for use in the Bloch 175, two 7.92 mm (.312 in) MG 15 machine guns in cockpit fittings provided, field modifications increased defensive armament, variable-pitch Ratier propellers with three blades
  • Me 323D-2 as D-1 but with engine installation originally intended for use in the LeO 451, fixed-pitch wooden Heine propellers with two blades
  • Me 323D-6 as D-2, variable-pitch Ratier propellers with three blades
  • Me 323 V13 Prototype, powered by six Gnome-Rhône 14N engines, served as a master for the Me 323E production series
  • Me 323 V14 Prototype, powered by six 1,340 PS unitized Junkers Jumo 211F engines, not proceeded with
  • Me 323E-1 Second production series, two gun turrets incorporated in the wings
  • Me 323E-2 Proposed version with heavier armament
  • Me 323E-2 WT Proposed 'escort' gunship version, based on the E-1. Classified as a Waffenträger (weapons carrier) by the RLM, which the WT suffix denoted, in a similar role to that of the American YB-40 Flying Fortress "gunship" heavy defensive fighter conversion for the USAAF. Primary mission was to provide normal 323 cargo formations with heavy defensive protection. No cargo carrying ability. "Solid" nose with 20mm cannon turret, two additional wing turrets plus up to ten other machine guns/cannon of varying calibres firing from standard and new waist/beam positions. 1.3 tonnes of armour plating was added across the entire airframe. Crew increased to twenty-one, the extra crew-members operating the plane's guns. Two prototypes built and tested, but series was cancelled after it was judged that normal single-engined fighters were more effective in the transport escort role. One of the prototypes was briefly assigned to KG 200 for operational evaluation, where it flew armed escort for the small number of captured B-17 Flying Fortresses operated by the Geschwader.
  • Me 323 V16 Prototype, powered by six unitized 1,340 PS Jumo 211R engines, intended to serve as a master for the Me 323F production series
  • Me 323F Projected production version of the V16 prototype, instead produced by Luftschiffbau Zeppelin as the ZMe 323F
  • Me 323 V17 Prototype (unfinished), powered by six 1,600 PS (1,578 hp, 1,177 kW) Gnome-Rhône 14R engines, intended to serve as a master for the Me 323G
  • Me 323G Projected production version of the V17 prototype
  • ZMe 323H Projected version with a load capacity of 18 tons and a range of about 600 miles
  • Me 323Z Zwilling (Twin) variant with two fuselages joined at the wing, one built but lost in an accident
  • ZMe 423 Proposed six-engined heavy transport aircraft based on the Me 323.

Surviving aircraft

No complete aircraft survives, but the Luftwaffenmuseum der Bundeswehr (Air Force Museum of the German Federal Armed Forces) near Berlin has a Me 323 main wing spar in its collection.
A ruined but complete wreck was found in 2012, in the sea near La Maddalena, an island near Sardinia, Italy. The aircraft lies in around 60 m (200 ft) of water, around 8 nautical miles (15 km) from the coast. It was shot down by a British Bristol Beaufighter long–range fighter on 26 July 1943, while en route from Sardinia to Pistoia in Italy.

Specifications (Me 323D-6)

General characteristics:
  • Crew: 5
  • Capacity: 130 troops or 10,000–12,000 kg (22,046–26,455 lb) payload
  • Length: 28.2 m (92 ft 6 in)
  • Wingspan: 55.2 m (181 ft 1 in)
  • Height: 10.15 m (33 ft 4 in)
  • Wing area: 300 m2 (3,200 sq ft)
  • Airfoil: root: NACA 2R1 19; tip: NACA 2R1 10
  • Empty weight: 27,330 kg (60,252 lb)
  • Gross weight: 29,500 kg (65,036 lb)
  • Max takeoff weight: 43,000 kg (94,799 lb)
  • Powerplant: 3 × Gnome-Rhône 14N-48 14-cylinder air-cooled radial piston engines 1,180 PS (1,164 hp; 868 kW) for take-off RH rotation fitted to starboard
  • 1,049 PS (1,035 hp; 772 kW) at 4,795 m (15,730 ft)
  • Powerplant: 3 × Gnome-Rhône 14N-49 14-cylinder air-cooled radial piston engines 1,180 PS (1,164 hp; 868 kW) for take-off LH rotation fitted to port
  • 1,049 PS (1,035 hp; 772 kW) at 4,795 m (15,730 ft)
  • Propellers: 3-bladed Chauvière variable-pitch propellers LH and RH rotation.

Performance:
  • Maximum speed: 285 km/h (177 mph, 154 kn)
  • Cruise speed: 218 km/h (135 mph, 118 kn)
  • Range: 800 km (500 mi, 430 nmi)
  • Ferry range: 1,100 km (680 mi, 590 nmi)
  • Service ceiling: 4,000 m (13,000 ft)
  • Rate of climb: 3.6 m/s (710 ft/min).

Armament:
  • Guns: multiple 7.92 mm MG 15, MG 81 or 13 mm MG 131 machine guns.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
































 

martedì 27 ottobre 2020

L'Indonesia utilizza contromisure anti-siluri “ZOKA” della Turca Aselsan


L'Indonesia utilizza contromisure anti-siluri “ZOKA” della Turca Aselsan

Nel paese asiatico è di recente giunta una fornitura di jammer e richiami per contromisure contro siluri acustici destinati ai sottomarini diesel-elettrici della Marina indonesiana classe Nagapasa (Type 209/1400).


L'attrezzatura, consegnata dalla società di difesa turca Aselsan come parte di un contratto firmato nel 2019, è arrivata di recente in Indonesia.
Nel marzo 2019 l'Indonesia aveva selezionato la gamma Zoka di jammer e richiami per la classe Nagapasa. I jammer funzionano emettendo rumori che saturano le frequenze acustiche di funzionamento dei siluri noti sul mercato, mentre i richiami possono essere programmati per simulare le caratteristiche acustiche ed idrografiche del sottomarino. 


Questi effettori vengono lanciati dal sistema di lancio tipo Zargana della società Aselsan: può impiegare fino a 24 esche o jammer in modalità colpo singolo o multiplo, senza generare bolle d'aria che potrebbero compromettere la posizione del sottomarino ospite. Questo sistema di distribuzione è indipendente dalla piattaforma e dal sistema e può essere integrato nei sistemi di gestione del combattimento esistenti dell’unità ospite senza la necessità di console dedicate.


Il costruttore navale statale PT PAL lavorerà con gli ingegneri della Aselsan per integrare il sistema a bordo di tutte i sommergibili classe Nagapasa.
L'Indonesia aveva acquisito tre unità Type 209/1400 dalla società sudcoreana Daewoo Shipbuilding and Marine Engineering (DSME) nel 2011. Il TNI-AL ha inserito in servizio due sommergibili classe Nagapasa (403) e Ardadedali (404), ed è in attesa del messa in servizio della Alugoro (405).




ENGLISH

Indonesia uses "ZOKA" anti-silide countermeasures by Turkish Aselsan

In the Asian country, a supply of jammers and countermeasures against acoustic torpedoes has recently arrived for the Indonesian Navy's Nagapasa class diesel-electric submarines (Type 209/1400).


The equipment, delivered by the Turkish defence company Aselsan as part of a contract signed in 2019, recently arrived in Indonesia.
In March 2019 Indonesia had selected the Zoka range of jammers and recalls for the Nagapasa class. The jammers operate by emitting noises that saturate the acoustic operating frequencies of torpedoes known on the market, while the recalls can be programmed to simulate the acoustic and hydrographic characteristics of the submarine. These effectors are launched by Aselsan's Zargana type launch system: it can use up to 24 baits or jammers in single or multiple shot mode, without generating air bubbles that could compromise the position of the host submarine. This distribution system is platform and system independent and can be integrated into the host unit's existing combat management systems without the need for dedicated consoles.


The state shipbuilder PT PAL will work with Aselsan engineers to integrate the system on board all Nagapasa class submarines.
Indonesia acquired three Type 209/1400 units from South Korean company Daewoo Shipbuilding and Marine Engineering (DSME) in 2011. TNI-AL put two Nagapasa (403) and Ardadedali (404) class submarines into service, and is awaiting the commissioning of the Alugoro (405).

(Web, Google, Jane’s, Wikipedia, You Tube)














 

La società francese Cnim ha presentato ai media il mezzo da sbarco “Lcat Mk2”


La società francese Cnim ha presentato ai media il mezzo da sbarco “Lcat Mk2”


La guerra anfibia si sta evolvendo verso ambienti più controversi e così sono le piattaforme utilizzate per supportare tali operazioni. Durante l'Euronaval Online, la CNIM ha sollevato il velo su di una variante più veloce, più protetta e armata del suo noto mezzo da sbarco catamarano LCAT, la Mk2; questa versione migliorata è rinforzata su di un certo numero di punti.


Il powerpack è del 20% più potente di quello installato nel LCAT Mk1 ed è composto da quattro motori MTU da 1340 kw. Le dinamiche dell’unità da sbarco sono migliorate anche dall'aggiunta di un secondo foil a prua che permette, con l'aumento della potenza, di aumentare notevolmente la velocità, passando da 18 nodi a 25 nodi a pieno carico, e da 30 nodi a 35 nodi a vuoto.


L'LCAT Mk2 ha una migliore protezione e nuovi sistemi di armamento con due sistemi d'arma telecomandati da 20 mm situati a prua e due mitragliatrici da 12,7 mm a poppa, contro un mix di 12,7 mm e 7,62 mm con la versione Mk1. La timoneria è stata ampliata e blindata per proteggere l'equipaggio da potenziali attacchi quando la nave si avvicina all'area di attracco.
Con l'evoluzione Mk2, la CNIM si rivolge chiaramente al mercato delle esportazioni in quanto la Francia non prevede un programma di aggiornamento per i quattro EDA-R commissionati dalla Marina francese tra il 2011 e il 2012. Diversi clienti stranieri sono ora interessati a navi anfibie veloci.
Il LCAT Mk2 permette di posizionarlo definitivamente come concorrente diretto dell'LCAC americano per le marine interessate alle operazioni anfibie ad alta velocità. È ancora riservato a poche marine alleate o amiche, ma è paragonabile in velocità ad un LCAC ma con semplicità di utilizzo e costi di manutenzione molto più contenuti.


Caratteristiche tecniche del LCAT Mk2:
  • Lunghezza / Larghezza: 30 m / 12 m
  • Immersione a pieno carico: 1 m
  • Velocità a pieno carico / vuoto: 25/35 kts
  • Carico utile normale / massimo: 80/100 t
  • Superficie della piattaforma: 127 m2
  • Stato del mare: fino a 5
  • Armi: 2 x 20 mm RCWS + 2 x 12,7 mm.

ENGLISH

French company Cnim presented the "Lcat Mk2" landing craft to the media

Amphibious warfare is evolving towards more controversial environments and so are the platforms used to support such operations. During Euronaval Online, CNIM lifted the veil on a faster, more protected and armed variant of its well-known LCAT catamaran landing craft, the Mk2; this improved version is reinforced on a number of points.
The powerpack is 20% more powerful than the one installed in the LCAT Mk1 and consists of four 1340 kw MTU engines. The dynamics of the landing unit are also improved by the addition of a second foil at the bow which allows, as power increases, to increase speed considerably, from 18 knots to 25 knots at full load, and from 30 knots to 35 knots at no load.
The LCAT Mk2 has improved protection and new armament systems with two 20 mm remote-controlled weapon systems located forward and two 12.7 mm machine guns aft, against a mix of 12.7 mm and 7.62 mm with the Mk1 version. The wheelhouse has been expanded and armoured to protect the crew from potential attacks when the ship approaches the docking area.
With the Mk2 evolution, CNIM is clearly targeting the export market as France does not foresee an upgrade programme for the four EDA-Rs commissioned by the French Navy between 2011 and 2012. Several foreign customers are now interested in fast amphibious vessels.
The LCAT Mk2 allows it to be definitively positioned as a direct competitor to the US LCAC for marinas interested in high-speed amphibious operations. It is still reserved to a few allied or friendly navies, but it is comparable in speed to an LCAC but with ease of use and much lower maintenance costs.

Technical characteristics of the LCAT Mk2:
  • Length / Width: 30 m / 12 m
  • Diving at full load: 1 m
  • Speed at full load / empty: 25/35 kts
  • Normal / maximum payload: 80/100 t
  • Platform surface area: 127 m2
  • Sea state: up to 5
  • Weapons: 2 x 20 mm RCWS + 2 x 12.7 mm.

(Web, Google, Wikipedia, Navalnews, You Tube)