venerdì 13 maggio 2022

Il de Havilland DH.110 Sea Vixen era un aereo da caccia bimotore imbarcato a doppia deriva degli anni '50


SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

Il de Havilland DH.110 Sea Vixen era un aereo da caccia bimotore imbarcato a doppia deriva, progettato ed inizialmente prodotto dall'azienda britannica de Havilland Aircraft Company, Ltd negli anni cinquanta. L'acquisizione dell'azienda produttrice da parte della Hawker Siddeley Aircraft, fece mutare il nome del velivolo in Hawker Siddeley Sea Vixen.
Impiegato dalla Fleet Air Arm della Royal Navy fino al 1972, il Sea Vixen è stato l'ultimo velivolo progettato dall'azienda fondata da Geoffrey de Havilland, ad entrare in servizio.










Storia

Sviluppo

Il progetto, denominato dall'azienda DH.110, si presentava come proposta appetibile di un caccia ad alte prestazioni sia per la Royal Air Force che per la Fleet Air Arm della Royal Navy.
L'Admiralty, l'ammiragliato britannico, emise una richiesta per un caccia da difesa aerea che sostituisse l'ormai obsoleto de Havilland Sea Venom. Benché la RAF preferisse il velivolo proposto dalla Gloster Aircraft Company, il Javelin, ritenuto più semplice ed economicamente più vantaggioso dati i tempi ed i costi di manutenzione minori, la de Havilland decise comunque di continuare lo sviluppo in attesa della decisione della Royal Navy, la quale sul finire degli anni cinquanta pubblicò un bando di gara per l'acquisizione di nuovi aeromobili per la propria aviazione navale.
Il prototipo venne portato in volo per la prima volta il 26 settembre 1951 dal pilota collaudatore John Cunningham. L'anno successivo, durante una esibizione presso l'airshow della mostra internazionale e esposizione di volo di Farnborough, l'aeromobile fu protagonista di un grave incidente: il 6 settembre 1952, mentre i collaudatori John Derry e Anthony Richards stavano mostrando le doti supersoniche del mezzo, quest'ultimo si disintegrò in volo uccidendo sul colpo i due membri dell'equipaggio e mietendo fra il pubblico 29 ulteriori vittime.
A seguito di questo episodio vennero introdotte nuove modifiche con le quali si giunse alla realizzazione della variante semi-navalizzata del nuovo de Havilland. Ancora dotato di ali non ripiegabili per il rimessaggio, il nuovo prototipo volò nel 1952. Nel 1953, il primo esemplare di pre-serie effettuò le prove d'appontaggio sulla portaerei HMS Ark Royal. Il Sea Vixen FAW.20, primo DH.110 di serie ridesignato successivamente FAW.1, compì il suo primo volo nel 1957 ed entrò in servizio nel luglio del 1959 con il primo dei cento esemplari richiesti dalla Royal Navy.






Tecnica

Basato sull'esperienza acquisita sui precedenti DH.100 Vampire e DH.112 Venom, il Sea Vixen conservava l'impostazione con l'impianto propulsivo a getto situato dietro la fusoliera tra la doppia trave di coda, soluzione tecnica che permetteva di ridurre drasticamente la perdita di spinta del motore nel condotto di scarico.
L'abitacolo del pilota era posto a sinistra della fusoliera mentre il navigatore era collocato in un pozzetto, a filo con essa, alla sua destra e dotato di una piccola finestrella. L'accesso al secondo abitacolo, chiamato in gergo "coal hole" (buco per il carbone), era assicurato da un canopy scorrevole.
L'equipaggiamento originale dello standard FAW.1, così come era stato offerto alla RAF, montava un cannone posto anteriormente: in caso d'utilizzo, però, il rinculo provocato dall'esplosione dei colpi ne minava la stabilità danneggiando il supporto d'ancoraggio. La soluzione fu quella di applicare un rinforzo ligneo con il quale si sarebbe attutita questa forza. Il Sea Vixen fu l'ultimo aereo da combattimento britannico in cui venne utilizzato materiale ligneo per la struttura ed i cannoni furono abbandonati in favore d'una configurazione operativa totalmente missilistica.

Impiego operativo

Il velivolo non prese parte a nessuna vera guerra durante la sua carriera nella Fleet Air Arm, sebbene svolse per suo conto numerose missioni.
Nel 1961 il presidente iracheno Abdul Karim Kassem spinse per annettere il vicino stato petrolifero del Kuwait. In risposta alla richiesta d'aiuto formulata dal governo kuwaitiano, il Regno Unito dispiegò numerose navi nello specchio di mare antistante il paese mediorientale, tra cui due CVBG (Carrier Battle Group). I Sea Vixen a bordo delle portaerei compirono svariati voli di sorveglianza nella regione che addolcirono l'aggressiva politica irachena.
Nel gennaio 1964, nell'allora Stato di Tanganica, nell'Africa orientale, a seguito dell'ammutinamento del 1st e del 2nd Tanganyika Rifles ai rispettivi ufficiali inglesi che, nonostante l'indipendenza, ancora comandavano il reggimento, il governo britannico dispose l'arrivo della portaerei leggera HMS Centaur e del 45th Commando dei Royal Marines. Chiuso anche l'aeroporto della capitale, i Sea Vixen imbarcati sulla Centaur coprirono lo sbarco dei Royal Marines, risoluti a ristabilire l'ordine. Nello stesso anno, i DH.110 prestarono servizio ancora una volta nel Golfo Persico questa volta supportando il Royal Army contro le tribù ribelli del Radfan.
Successivamente, furono dispiegati più volte nella crisi petrolifera di Rhodesia ed in Estremo Oriente. Nel 1967, sempre nel Golfo Persico, i de Havilland coprirono la ritirata da Aden del gran numero di unità della Royal Navy tra cui le portaerei HMS Albion, HMS Bulwark ed HMS Eagle e la Landing Platform Dock HMS Fearless.
Attualmente solo un DH.110 l'XP924, ora G-CVIX, è in condizioni di volo. Riacquisita la livrea del 899 NAS, opera per la de Havilland Aviation ed è basato sull'aeroporto di Bournemouth, nel Dorset.

Versioni:
  • Sea Vixen FAW.20 - versione caccia imbarcato ognitempo, successivamente FAW.1
  • Sea Vixen FAW.2
  • Sea Vixen D.3
  • Sea Vixen TT.2 - versione Target Tug.

Utilizzatori

Militari

Regno Unito
  • Fleet Air Arm (Royal Navy)
  • 700 Naval Air Squadron
  • 766 Naval Air Squadron
  • 890 Naval Air Squadron
  • 892 Naval Air Squadron
  • 893 Naval Air Squadron
  • 899 Naval Air Squadron.

Civili

Regno Unito - de Havilland Aviation.

Aerei sopravvissuti

One Sea Vixen è rimasta idonea al volo fino al 2017:
Sea Vixen D.3 G-CVIX, l'ex XP924, registrato fino al 2014 presso DS Aviation (UK) all'aeroporto di Bournemouth, Dorset. Ha una visualizzazione dell'esenzione dal marchio di registrazione per volare nei suoi contrassegni originali della Royal Navy come "XP924" codificato "134".   Originariamente volò con l'899 Naval Air Squadron Fleet Air Arm come "134" dal novembre 1968 al 1970 dall'HMS Eagle . La proprietà dell'XP924 è passata al Fly Navy Heritage Trust - con una cerimonia di donazione formale all'RNAS Yeovilton il 16 settembre 2014 - per essere mantenuta e gestita da Yeovilton da Naval Aviation Ltd., una sussidiaria del Fly Navy Heritage Trust. 
Il 27 maggio 2017, l'XP924 ha eseguito un atterraggio di emergenza con ruote in alto a Yeovilton dopo un guasto idraulico. Il pilota è rimasto illeso durante l'atterraggio del ventre.  Nel novembre 2020, il trust ha annunciato che gli sforzi di raccolta fondi e gli investimenti in corso per riportare l'XP924 in condizioni di volo erano stati sospesi a tempo indeterminato. 
Le seguenti cellule complete sono esposte al pubblico:

Australia

  • Sea Vixen FAW.2 XJ490, Queensland Air Museum, Caloundra, Australia. Struttura del velivolo completa, ma interni rimossi.

Regno Unito

  • Sea Vixen FAW.1 XJ481, Fleet Air Arm Museum, RNAS Yeovilton, Somerset. Parte della collezione di riserva del Museo. 
  • Sea Vixen FAW.1 XJ482, Museo dell'aviazione di Norfolk e Suffolk, Suffolk.  Il primo Sea Vixen consegnato alla Royal Navy. 
  • Sea Vixen FAW.2 XJ494, di proprietà e mantenuto da Classic British Jets Collection, Bruntingthorpe Aerodrome, Leicestershire. 
  • Sea Vixen FAW.2 XJ560, Museo dell'aria di Newark, Nottinghamshire. 
  • Sea Vixen FAW.2 XJ565, Museo aeronautico de Havilland, Hertfordshire. 
  • Sea Vixen FAW.2 XJ571, Solent Sky , Hampshire. 
  • Sea Vixen FAW.2 XJ580, Museo dell'aviazione militare di Tangmere, West Sussex. 
  • Sea Vixen FAW.2 XN685, Midland Air Museum, Coventry. 
  • Sea Vixen FAW.2 XS576, IWM Duxford , Cambridgeshire. 
  • Sea Vixen TT.2 XS587, Museo dell'aviazione di Gatwick, Surrey. 
  • Sea Vixen FAW.2 XS590, Fleet Air Arm Museum, RNAS Yeovilton, Somerset.  L'ultima produzione Sea Vixen, costruita nel 1966. 

Specifiche (Sea Vixen FAW.2)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2
  • Lunghezza: 55 piedi 7 pollici (16,94 m)
  • Apertura alare: 51 piedi 0 pollici (15,54 m)
  • Altezza: 10 piedi 9 pollici (3,28 m)
  • Area dell'ala: 648 piedi quadrati (60,2 m2)
  • Profilo alare : EC1040 
  • Peso a vuoto: 27.950 libbre (12.678 kg)
  • Peso lordo: 41.575 libbre (18.858 kg)
  • Peso massimo al decollo: 46.750 libbre (21.205 kg) 
  • Motopropulsore: 2 motori turbojet Rolls-Royce Avon 208, 11.000 lbf (49 kN) di spinta ciascuno.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 690 mph (1.110 km/h, 600 kn)
  • Velocità massima: Mach 0,91
  • Raggio d’azione: 790 mi (1.270 km, 690 nmi) sugli interni
  • Tangenza: 48.000 piedi (15.000 m)
  • Velocità di salita: 9.000 piedi/min (46 m/s)
  • Carico alare: 64,2 libbre/piedi quadrati (313 kg/m2)
  • Spinta/peso: 0,54.

Armamento:
  • Hardpoint: 6 , con disposizioni per il trasporto di combinazioni di:
  • Razzi: 4 razzi Matra con 18 razzi SNEB da 68 mm ciascuno o 4 razzi con 24 o 32 razzi Microcell da 2 pollici o 24 razzi da 3 pollici, 
  • Missili: 4 missili aria-aria Red Top o Firestreak , 2 missili aria-terra AGM-12 Bullpup
  • Bombe: 1 bomba nucleare a caduta libera di Barba Rossa o quattro bombe convenzionali da 500 libbre (227 kg) o due da 1.000 libbre (454 kg).

  • Avionica: GEC AI.18 Radar di intercettazione aerea.

(Fonti: Web, Google, Wikipedia, You Tube)





























































 

giovedì 12 maggio 2022

VIDEO della televisione cinese Phoenix: la torretta di un carro armato russo T-72B3 letteralmente spazzata via verso l’alto per decine di metri...

SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

Da un video trasmesso da un TG cinese, si vede chiaramente una torretta di un carro armato russo T-72B3 letteralmente spazzata via verso l’alto, in data 6 maggio, dopo un attacco effettuato dalle forze ucraine vicino a Novoazovsk nella regione di Donetsk. 










Il modo in cui è stato eseguito l'attacco non è attualmente conosciuto, ma il video registrato e trasmesso dalla televisione cinese Phoenix rende bene l’idea della scarsa accuratezza di progettazione del diffusissimo tank russo. 


L'enorme altezza raggiunta dalla torretta del T-72B3 è chiaramente attribuibile ad un difetto di progettazione presente in molti carri armati russi in cui i colpi per il cannone da 125 mm ad anima liscia sono immagazzinati proprio alla base della torretta corazzata. Pertanto, nel momento in cui il carro armato viene colpito, una successiva detonazione delle munizioni incenerisce purtroppo l’equipaggio di 4 uomini e fa letteralmente involare per diversi metri verso il cielo la torretta. Questo tipo di "esplosione" è diventata uno spettacolo molto diffuso nel conflitto russo-ucraino; quest’ultimo episodio sembra essere il primo ad essere stato immortalato in tempo reale da telecamera.
E’ appena il caso di specificare che la torretta di un T-72B3 pesa almeno 12 tonnellate e la pressione esplosiva necessaria per lanciare una tale massa così in alto nell'aria è proprio devastante e deve indurci a riflettere e, soprattutto, dovrà indurre a riflettere coloro che hanno scatenato tale immane conflitto.
Secondo il telegiornale asiatico, il carro armato è stato distrutto in un'area ben dietro quella che si ritiene essere l'attuale prima linea: sulla base di tali informazioni e dei dettagli pubblicamente disponibili che circondano le posizioni relative delle forze russe e ucraine, è stato valutato che questa si troverebbe a circa 62 miglia dalle linee del fronte (vgs. Cartina). 


Le linee del fronte in qualsiasi conflitto sono, ovviamente, molto fluide e non sappiamo quale sia l'esatta posizione delle forze ucraine rispetto a dove avrebbero potuto trovarsi i loro avversari russi o sostenuti dalla Russia in quel momento. Anche il modo in cui le forze ucraine sono riuscite a colpire in quella posizione rimane sconosciuta. 
La trasmissione cinese ha menzionato che l'area era sotto il fuoco di presunti missili balistici a corto raggio Tochka e munizioni vaganti fornite dagli Stati Uniti al momento in cui il T-72 è scoppiato letteralmente in aria, ma non ha attribuito il colpo sul carro armato ad un sistema d'arma specifico.
Grafica scioccante a parte, l'attacco porta con sé una notevole importanza politica e tattica. Se l'esplosione fosse avvenuta da qualche parte in prima linea, probabilmente non avrebbe ricevuto la medesima diffusione sui media. Questo perché Novoazovsk è sotto il controllo russo dall'agosto 2014 dopo uno dei tanti tentativi di avanzata su Mariupol, e la città si trova a sole otto miglia dal confine russo. In sostanza, la Russia ha a lungo considerato questo territorio una zona sufficientemente sicura per operazioni in tempo di guerra come, ad esempio, l'evacuazione dei civili.
Phoenix Television, che è parzialmente di proprietà del governo cinese, ha notato che il motivo della presenza del media sul luogo in quel momento era perché la troupe stava andando a Donetsk per filmare un'evacuazione civile in corso. Più avanti nella trasmissione è stato menzionato che, se fossero arrivati pochi minuti prima, sarebbero stati coinvolti anche loro nell'esplosione.
I media cinesi sono essenzialmente le uniche fonti straniere attualmente operanti nelle aree controllate dalla Russia a causa dell'alleanza del paese con la Russia. Senza la loro presenza sul posto, l'incidente probabilmente non sarebbe stato registrato. 
Indipendentemente dal fatto che vengano rilasciate o meno informazioni sull'arma specifica utilizzata dalle forze ucraine per eseguire questo stridente attacco, l'attacco potrebbe alludere a una minaccia molto più ampia per l'offensiva russa. Il fatto che gli ucraini siano stati in grado di distruggere un carro armato russo così profondamente all'interno del territorio separatista potrebbe significare che armi in stile guerrigliero come ordigni esplosivi improvvisati stanno per diventare un aspetto più ricorrente dell'arsenale ucraino. Anche le dimensioni dell'esplosione sosterrebbero questa possibilità.
Non è chiaro se questa esplosione così in profondità nel territorio controllato dalla Russia sia una stranezza o un segno di uno schema più ampio, o almeno uno che emergerà. Ma ciò che è chiaro è che le torrette dei carri armati russi sono straordinariamente in grado di volare… in aria per alcune decine di metri.

Il T-72 è un carro armato da combattimento di origine sovietica, sviluppato negli anni sessanta, prodotto dalla Uralvagonzavod di Nizhny Tagil ed entrato in servizio nelle forze armate dell'URSS a partire dal 1973. Sviluppato a partire dal T-62 quale opzione più economica al T-64, è stato esportato in più di 40 paesi e prodotto in più di 30.000 esemplari, traguardi che lo hanno insignito del titolo di carro armato più diffuso al mondo.
Progettato per ingaggiare veicoli corazzati nelle pianure dell'Europa occidentale, venne mostrato in pubblico per la prima volta il 7 novembre 1977. Costantemente aggiornato nel corso della sua vita operativa, il T-72 ha visto evolvere la piattaforma originaria su cui era basato su più generazioni e in mezzi dalle denominazioni sempre differenti a seconda delle modifiche apportate dalle industrie nazionali dei paesi utilizzatori, creando un esteso albero genealogico.
Tra le versioni più note, il carro di seconda generazione T-72A introdotto in Unione Sovietica nel 1979, il carro di terza generazione T-72B3 introdotto in Russia nel 2010 ed il T-72B3M, ultima versione in ordine cronologico, il cui sviluppo si è concluso nel 2016. Il T-90, profondo sviluppo del T-72B, è invece considerato un mezzo a sé stante, così ridenominato per ragioni legate al mercato dell'esportazione.
Tra le varianti sviluppate all'estero su licenza, invece, si ricordano il polacco PT-91 Twardy, lo jugoslavo M-84 ed il croato M-95 Degman.
Al 2021, è in servizio presso numerose forze armate nel mondo.

Le origini

Il T-64 era uno dei più avanzati carri del mondo quando venne introdotto, ma i primi problemi con il suo motore L60, il treno di rotolamento e il cannone carente in precisione fecero richiedere al comando sovietico la creazione di un carro alternativo a bassa tecnologia con prestazioni simili, specialmente dopo che gli alti costi unitari e l'alta qualità dei lavori del T-64 diventarono evidenti. Il carro era troppo costoso per equipaggiare tutte le unità corazzate sovietiche, e tanto meno quelle degli alleati sovietici del patto di Varsavia.
Un carro "economico" dotato del propulsore V-46 fu sviluppato a partire del 1967 alla fabbrica di Uralvagonzavod a Nizhny Tagil. L'ingegnere capo Leonid Kartsev creò l'"Object 172", il modello iniziale, ma il prototipo, denominato "Object 172M" fu migliorato e finito da Valeri Venediktov. Le prove sul campo durarono dal 1971 al 1973 e una volta accettato il progetto la fabbrica di carri Čeljabinsk cessò immediatamente la produzione dei T-55 e T-62 per iniziare quella del nuovo carro T-72.
Alcune caratteristiche tecniche del T-72 furono inviate alla CIA dal colonnello polacco Ryszard Kuklinski tra il 1971 e il 1982.

Il progetto

Il T-72 (a volte chiamato T-72 "Ural", in quanto la Uralvagonzavod o "UVZ", la società produttrice dei T-72, ha sede nella città di Nizhny Tagil che si trova negli Urali) può essere considerato come un'ulteriore evoluzione dei precedenti T-54/55 e T-62, dei quali mantiene il profilo basso e una torretta arrotondata. Proprio per limitare l'altezza del mezzo e in questo modo renderlo meno vulnerabile, le sue dimensioni sono compatte e l'equipaggio è stato ridotto a soli tre uomini, dato che l'addetto alla ricarica del cannone è stato sostituito da un caricatore automatico, che riesce a caricare un nuovo proiettile in un tempo che varia dai 6,5 ai 15 secondi e richiede che la canna del cannone sia alzata di tre gradi sull'orizzontale per permettere la ricarica. Questo dispositivo, ad azionamento meccanico, soffre di problemi di affidabilità e richiede molta manutenzione. La scelta di ricorrere al caricatore automatico in un carro armato è molto discussa: i suoi sostenitori lo ritengono superiore perché consente di diminuire l'equipaggio del carro e perché spesso è più veloce della ricarica manuale, mentre i detrattori affermano che i suoi problemi di affidabilità limitano la sua capacità operativa, ritenendo inoltre che il caricatore umano possa in certi frangenti ricaricare il cannone in tempi decisamente più brevi rispetto a quello che può fare una macchina.
La compattezza del mezzo ha però, secondo alcuni analisti occidentali, anche i suoi svantaggi: lo spazio dedicato all'equipaggio infatti è ridotto e l'ergonomia dell'abitacolo è carente, favorendo l'affaticamento degli uomini. Altro aspetto fondamentale, le dimensioni ridotte portano ad avere una minima distanza tra carristi e stiva delle munizioni (40-45 colpi, 22 dei quali nel meccanismo che alimenta il caricatore e il restante in torretta): un singolo colpo subito può facilmente far esplodere il munizionamento e uccidere l'equipaggio (sono noti numerosi episodi accaduti durante la Guerra del Golfo del 1991 nei quali la torretta dei T-72 colpiti letteralmente saltava in aria staccandosi dallo scafo e uccidendo gli uomini dell'equipaggio). Altri MBT moderni come l'Abrams americano sono dotati di pannelli che deviano verso l'esterno l'onda d'urto di un'eventuale esplosione nelle munizioni limitando così i danni ai carristi. La cosa innovativa del progetto è proprio il caricatore automatico, che è costituito da una "giostra" con i proiettili separati; quando il cannone deve essere caricato, un elevatore preleva il proiettile, lo inserisce nella carica di lancio, e lo mette in posizione, qui un altro meccanismo lo inserisce nel cannone e chiude la culatta. A questo punto il carro è pronto al fuoco. Una volta sparato il colpo, un meccanismo apre la culatta, estrae il bossolo e lo riporta nel suo spazio all'interno della "giostra" del caricatore. Questo meccanismo si è dimostrato in passato pericoloso per l'equipaggio, in quanto provoca in caso di disattenzione lesioni agli arti dei carristi.
Il T-72 gode di una maggiore mobilità del T-62, grazie a ruote di grandi dimensioni e al motore V12 diesel V-46-6 da 780 CV con cambio a sette rapporti; nelle versioni migliorate del carro (dal T-72B in poi) è stato sostituito da un più potente V-84-1 da 840 CV che può essere alimentato da diversi tipi di carburante (gasolio, benzina, cherosene); il motore è collegato a un generatore di fumogeni che servono a "mascherare" il carro sul campo di battaglia. Le sospensioni sono del tipo a barra di torsione. Il guado di corsi d'acqua profondi fino a circa 5 metri è possibile grazie a uno snorkel che normalmente viene trasportato fissato al retro della torretta. Senza lo snorkel il T-72 può guadare fino a 1,2 metri d'acqua.
L'autonomia del veicolo può essere aumentata con l'aggiunta di serbatoi agganciabili alla parte posteriore. Come tutti gli MBT moderni, il T-72 è dotato di apparati di protezione NBC.

Versioni principali:
  • T-72 Ural (1973): versione originale, dotata di cannone ad anima liscia da 125 mm e telemetro a coincidenza;
  • T-72A (1979): aggiunti un sistema del controllo del fuoco elettronico e telemetro laser. Il frontale della torretta e la parte superiore sono stati rinforzati con corazza composita (chiamata Dolly Parton negli Stati Uniti), dispositivi per attaccare corazza reattiva (ERA), lanciafumogeni, "pinne" corazzate montate sulla parte anteriore dei parafanghi e altre variazioni interne. È anche dotato di un generatore di fumo che inietta il carburante nel sistema di scarico per creare una cortina fumogena.
  • T-72M (1980): versione da esportazione, simile al T-72A ma senza corazza composita e generalmente meno spessa rispetto alla versione originale, sistema per la condotta del tiro di vecchia generazione. È stato costruito principalmente in Polonia e nella ex Cecoslovacchia.
  • T-72B (1985): nuovo cannone, stabilizzatore, ottiche e controllo del fuoco. È capace di sparare missili anticarro guidati AT-11 Sniper. La corazza Super Dolly Parton include 20 mm di corazza aggiuntiva sulla parte frontale dello scafo. Ha un motore migliorato da 840 hp;
  • T-72B3 modello 2011 (~2010)
  • Aggiornamento per carri armati T-72B, incluso mirino multicanale Sosna-U, nuova radio VHF digitale, caricatore automatico migliorato, cannone 2A46M-5 per ospitare nuove munizioni. Conserva il vecchio motore V-84-1 da 840 CV (630 kW) e l'armatura reattiva esplosiva Kontakt-5 e manca di navigazione satellitare. 
  • T-72B3 modello 2016 o T-72B3M - Aggiornamento per T-72B3, con armatura reattiva esplosiva Relikt sui lati, minigonne laterali con armatura reattiva per container morbidi e schermi a lamelle, cannone 2A46M-5 in grado di sparare missile guidato 9M119M Refleks, motore V-92S2F da 1.130 hp (840 kW), cambio automatico, display digitale e video retrovisore. Spesso erroneamente indicato come "T-72B4"
  • T-72 SIM-1 - Maggiore implementazione dell'armatura reattiva K-1 e passiva K-5. Nuovo sistema di comando e controllo FALCON, sistema di navigazione GPS e sistema antincendio polacco SKO-1T DRAWA-T con termocamera e telemetro laser (da PT-91 Twardy). Ha anche un sistema di riconoscimento amico o nemico.
  • Il design del T-72 è stato ulteriormente sviluppato nei seguenti modelli: carro armato Lion of Babylon (Iraq), M-84 (Jugoslavia), M-95 Degman (Croazia), M-2001 (Serbia), PT-91 Twardy (Polonia), Tank EX (India), e TR-125 (Romania).
  • T-90 (1989-1992): modernizzazione del T-72, include caratteristiche del più complesso T-80. Chiamato in precedenza T-72UB, esso ha cambiato nome dopo le brutte figure del T-72 in Kuwait e in Iraq per non danneggiare possibilità future d'esportazione.

Armamento

Cannone

L'armamento primario del T-72 è il cannone 2A46M a canna liscia da 125 mm, arma standard di tutti gli MBT russi contemporanei. È dotato di un sistema di stabilizzazione 2E42-2 Zhasmin, che consente di fare fuoco in movimento. I sistemi di controllo del tiro comprendono il puntatore/telemetro 1K13-49, che ha una portata utile di 4000 metri e un margine di errore del 3-5% sulla distanza, il sistema 1A40-1 per la guida dei missili Svir, un visore notturno TPN-3-49 e un illuminatore IR del tipo "Luna". I dati forniti da dispositivi vengono forniti a un calcolatore balistico 1V528 che determina la traiettoria di fuoco ottimale. Le versioni meno moderne e la maggior parte dei T-72 destinati all'esportazione, oltre ad avere sistemi meno sofisticati, non monta telemetri laser e visori termici, uno standard per i carri occidentali. La canna del cannone ha un'elevazione compresa tra -5° 30' e +14° e ha una gittata utile che è compresa tra i 2100 e i 4000 metri a seconda delle munizioni usate. È certificato che può sfondare fino a quaranta centimetri di cemento armato, tuttavia con ovvi rischi di una drastica diminuzione della precisione di tiro causa danneggiamento. Il 2A46 può utilizzare diversi tipi di munizioni:
Munizionamento APFSDS: I proiettili perforanti di tipo APFSDS sono progettati per la distruzione dei carri nemici. I primi modelli avevano un corpo in acciaio, ed erano giudicati sufficientemente efficaci contro i contemporanei carri occidentali. Tali proiettili si rivelarono totalmente inefficaci nei combattimenti in Iraq del 1991, trovatisi di fronte a moderne corazze composite. Nell'URSS erano tuttavia già impiegati nuovi APFSDS utilizzanti materiali più performanti, necessari per contrastare la nuova generazione di MBT occidentali. I modelli attualmente più usati sono il 3BM32 con nucleo a uranio impoverito e il 3BM42 in tungsteno: il nuovo 3B42M ha una diffusione molto minore, ma è pericoloso anche per i carri più moderni. La velocità dei colpi può raggiungere anche i 1800 m/s.
Munizionamento HEAT: le munizioni High Explosive Anti-Tank vengono usate contro carri armati e obiettivi meno corazzati, come i veicoli da trasporto truppe: secondo la dottrina sovietica i proiettili HEAT erano l'arma controcarro primaria. Il modello standard è il 3BK29.
Munizionamento HE-FRAG: Le munizioni a frammentazione HE-FRAG come la 3OF26 usata dal T-72 hanno soprattutto un funzione anti-fanteria.
Missili: Il T-72 può sparare il missile anticarro a guida laser 9M119 Svir (codice NATO AT-11 Sniper). Ha una portata di circa 4000 metri e viene guidato sul bersaglio da un fascio laser emesso dal carro armato. Può anche essere usato contro gli elicotteri, a condizione che siano a bassa quota e a velocità angolare non elevata.

Armamento secondario

L'armamento secondario comprende la mitragliatrice coassiale PKT e la mitragliatrice contraerea NSVT. Il carro ha anche a disposizione dei lancia fumogeni 902B sulla torretta.
Mitragliatrice Coassiale PKT: La PKT è una mitragliatrice calibro 7,62 mm con a disposizione 2000 colpi ed è posta sul fianco destro del cannone. È alimentata da nastri di 250 colpi ciascuno.
Mitragliatrice contraerea NSV: La NSV è una mitragliatrice contraerea calibro 12,7 mm, posta accanto alla cupola del comandante. Non può essere comandata dall'interno del carro, il comandante per usarla deve esporsi. Dispone di 300 colpi in due nastri da 150.

(Fonti: Web, Google, THEDRIVE, Wikipedia, You Tube)

























 

Il fucile MAS-36 cal.7,5x54mm M1929C, carabina a otturatore girevole-scorrevole usata dall'esercito francese e prodotta tra il 1936 ed il 1978

SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

Il fucile MAS-36 era una carabina a otturatore girevole-scorrevole usata dall'esercito francese e prodotta tra il 1936 ed il 1978.

Storia

L'ideazione e il primo utilizzo

Concepito durante gli anni '30 dalla Manifattura d'Armi di Saint-Etienne (donde l'acronimo MAS) su specifica delle Forze Armate francesi, per sostituire i sistemi d'arma Lebel 1886 e Berthier M1907-M1912-M1916, fu ufficialmente adottato nel 1936. Era camerato per una nuova cartuccia, la 7,5x54mm M1929C, scelta dall'Esercito francese come nuova munizione d'ordinanza in sostituzione della vecchia 8x50mm R. L'arma nasceva già vecchia: nello stesso periodo molte nazioni stavano sperimentando nuovi fucili semiautomatici con maggiore rapidità e capacità di fuoco (come lo SVT 38 sovietico o il Garand M1 statunitense), tuttavia lo Stato Maggiore francese riteneva che, poiché l'Esercito tedesco era ancora armato con il simile Mauser K98k, un tradizionale fucile a ripetizione manuale sarebbe stato adeguato in caso di conflitto.
Molti esperti dell'epoca erano inoltre sfavorevoli ai fucili semiautomatici, ritenuti meno affidabili e soggetti allo spreco di munizioni derivante da un tiro rapido da parte di coscritti non molto addestrati. Questa opinione era molto diffusa in Europa all'epoca, e derivava dalle vecchie concezioni delle armi da fanteria cui erano ancorati gli esperti militari, quasi tutti veterani del 1° conflitto mondiale in cui i fucili a ripetizione manuale, lunghi, potenti, precisi e dal funzionamento solidamente affidabile avevano prestato un onorevolissimo servizio.




La seconda guerra mondiale

Pochi MAS 36 vennero prodotti prima del 1940: secondo alcune fonti, circa 40.000, il che fece sì che i vecchi Lebel e Berthier restassero di gran lunga le armi d'ordinanza più diffuse nell'Armée. L'arma fu ben accolta dai militari, che ne apprezzarono la precisione, la compattezza e la solidità. Quest'arma fu usata nella seconda guerra mondiale sia dall'esercito francese che da quello della Francia libera che dal Regime di Vichy. Era un'arma con una cadenza di fuoco non molto elevata, ma in compenso era solida e precisa e i Tedeschi, che ne avevano catturato un buon numero, lo ridistribuirono alle loro unità di occupazione come Gewehr 242(f), dove (f) sta per französisch (“francese").

Il secondo dopoguerra e la dismissione

A partire dal secondo dopoguerra il MAS 36 restò l'arma d'ordinanza dell'Esercito francese fino al 1950, anno in cui fu interrotta la produzione a favore dei più moderni MAS 49 e MAS 49/56, fino al 1952 erano stati prodotti più di un milione di MAS 36, ma tuttavia restò in dotazione ai reparti d'oltremare e alle truppe di seconda linea fino al 1980. Fu uno dei protagonisti della guerra d'Indocina nella quale prestò un ottimo servizio ma rivelò anche la sua scarsa cadenza di fuoco rispetto alle armi automatiche vastamente utilizzate dal Viet-Minh. Inoltre, fino agli anni '70-'80 il MAS 36 fu massicciamente fornito ai Paesi africani ex-colonie francesi.
Ancora alla fine degli anni '90 la Gendarmerie francese utilizzava i MAS 36 LG48 per ordine pubblico, e nel 2010 la Marina francese aveva ancora in dotazione il MAS 36 utilizzato come lanciasagole.

Caratteristiche

Tecnicamente il MAS 36 si basa sul sistema Mauser 1898 modificato e semplificato, con manubrio d'armamento molto arretrato e dalla caratteristica piega in avanti. L'otturatore riprende infatti il classico e ben collaudato schema a due tenoni contrapposti, con un lungo estrattore elastico. L'otturatore è molto semplice e si compone di sole 5 parti smontabili (otturatore, tappo posteriore, estrattore, molla del percussore, percussore) a tutto vantaggio dell'affidabilità e della facilità di manutenzione.
Il caricamento è anch'esso simile al Mauser tedesco, con lastrine da 5 colpi in fila singola inserite in un serbatoio fisso monofilare, oppure con cartucce sciolte. Un'altra caratteristica del MAS 36 è l'assenza di sicura manuale, secondo la dottrina militare francese che prevede il caricamento dell'arma solo al momento dello sparo. Altra peculiarità dell'arma francese è la baionetta a stilo cruciforme di tipo Lebel, inserita nella calciatura sotto la canna: per inastarla, occorre sbloccarla, estrarla e inserire l'impugnatura nell'alloggiamento. Altro dettaglio un po' anacronistico è il gancio per il fascio d'armi, saldato sulla fascetta anteriore appena a lato della canna.
La linea di mira è piuttosto lunga, costituita da un alzo a tangente graduato fino a 1200 metri, montato sul portaotturatore, al di sopra del manubrio, e questo contribuisce senza dubbio all'ottima precisione dell'arma. La cartuccia utilizzata (7,5x54 M1929C ordinanza francese) è della stessa classe del 30.06 Springfield o 8x57mm JS cui si ispira, e di cui condivide le prestazioni: potente e piuttosto radente, intrinsecamente molto precisa e dà all'arma una balistica notevole, con tiro efficace fino a 400 metri e tiro utile di 1500 metri. Un insolito aspetto dell'alzo dell'arma francese è l'impossibilità per il soldato di regolare la tacca di mira in derivazione (anche il mirino è fisso) e se il fucile sparava troppo a destra o a sinistra bisognava rivolgersi all'armaiolo del reggimento che sostituiva la piastrina dell'alzo con un'altra appositamente tarata. Il sistema è poco pratico poiché richiede accurate sessioni di tiro di aggiustaggio dell'arma prima di utilizzarla sul campo, cosa che non sempre era possibile.
Altra caratteristica tipica dell'arma francese è la possibilità prevista nel manuale d'uso di disabilitare in modo permanente due fucili MAS 36 nel seguente modo: si estraevano le baionette a stilo dai loro alloggiamenti nella calciatura, poi si infilavano le canne dei due fucili nell'alloggiamento delle baionette. Questo doveva essere fatto nell'imminenza della cattura delle armi da parte del nemico, ed è un procedimento unico nel panorama delle armi d'ordinanza dell’epoca. Il MAS 36 è costruito con molta cura, utilizzando materiali di ottima qualità, trattamenti termici e lavorazioni accurate. La bontà del progetto è testimoniata dal fatto che al 2016 i fucili di precisione utilizzati dall'Esercito francese (FR-F1 e FR-F2) sono strettamente derivati dal MAS 36.

Versioni:
  • MAS 36CR39: Modello con il calcio pieghevole realizzato per i paracadutisti.
  • MAS 36/51: Versione dotata di lanciagranate adatto a sparare granate NATO da 22 mm.
  • MAS 36 LG 48: Fucile dotato di lanciagranate adatto a munizioni di produzione locale francese.
  • MAS 44: Fucile semi-automatico derivato dall'originale 36 e sviluppato nel 1944 presso l'Arsenale di Saint Etienne. Era dotato di una baionetta a spiedo per il corpo a corpo.

(Fonti: Web, Google, Wikipedia, You Tube)






























 

mercoledì 11 maggio 2022

La versione monoposto monomotore dell'A-6 Intruder, designata dalla Grumman “G-128-12”



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

Quando la US NAVY emise la specifica per un nuovo velivolo da attacco leggero per sostituire il Douglas A-4 Skyhawk all'inizio degli anni '60, la concorrenza che seguì fu variegata. Le migliori aziende aeronautiche statunitensi tra cui la Douglas, la North American, la Vought e la Grumman erano tutte in lizza, con il derivato A-6 Intruder di dimensioni ridotte presentato dalla Grumman: in particolare, era una sorta di stranezza storica dell'aviazione.
L'evoluzione iniziò quando la Marina statunitense decise di acquisire altri A-4 Skyhawk, velivoli subsonici d’attacco leggero monoposto originariamente introdotto nel 1956. La forza armata aveva bisogno di maggiore capacità di carico utile e autonomia per soddisfare i requisiti di missione in continua evoluzione. La Marina intendeva sostituirlo con il proposto Douglas A4D-6, uno sviluppo ingrandito dello Skyhawk che sarebbe stato spinto da un motore turbofan Pratt & Whitney TF30 e avrebbe dovuto soddisfare facilmente i requisiti di carico utile e autonomia.


All'inizio, la Marina voleva anche che la sostituzione dell'A-4 fosse supersonica, come delineato nel programma VAX che inizialmente cercava di schierare un successore dello Skyhawk. I requisiti VAX furono presto resi conto che erano troppo elevati e costosi per la sostituzione a breve termine dell'A-4 ed era chiaro che l'A4D-6 non avrebbe facilmente raggiunto velocità supersoniche. 
Con un velivolo d’attacco leggero supersonico ormai fuori questione, la US NAVY tornò ai tavoli da disegno, ancora con un forte pregiudizio verso l’A4D-6, soprattutto a causa della sua stretta relazione con lo Skyhawk. Tuttavia, uno sforzo di contro-marketing guidato da Connie Lau, che all'epoca era capo dei sistemi avanzati per la Vought, convinse la Marina a promuovere invece una sana concorrenza.
Un nuovo requisito per la competizione subsonica VA(L) venne quindi emesso nel 1963 per soddisfare la sostituzione degli A-4; nel frattempo, il programma VAX fu messo in secondo piano. Il programma VA(L), con "V" che sta per più pesante dell'aria, "A" per attacco e "L" per leggero, specificava che il sostituto dello Skyhawk avrebbe mantenuto una configurazione monoposto e avrebbe utilizzato un motore Pratt & Whitney TF30 turbofan. L'aereo doveva essere armato con due cannoni da 20 mm, trasportare almeno 12 bombe Mk 82 Snakeye, per un totale di 6.000 libbre, con un raggio di combattimento di oltre 600 miglia nautiche.
Il programma VA(L) richiedeva che le aziende in lizza si basassero solo su progetti già esistenti, richiedendo il minor numero possibile di modifiche allo scopo di ridurre i costi e ottenere una disponibilità anticipata. 
Con i parametri delle specifiche allora in atto e l'ulteriore vantaggio di basare il progetto su di un velivolo esistente, le proposte della Vought, North American, Douglas e Grumman giunsero. La Douglas presentò nuovamente la sua versione A4D-6 modificata dello Skyhawk. La North American intraprese una strada simile con una proposta dell’FJ-4 Fury maggiorata. La Vought entrò in competizione con un velivolo altamente modificato dell'F-8 Crusader noto come V-463; la Grumman offrì una modifica monoposto dell'A-6 Intruder designato dall'azienda come G-128-12. 
La Grumman aveva inizialmente considerato una modifica del proprio caccia F-11 Tiger alimentato dal motore TF30 preferito dalla Marina, prima di decidere di modificare l' Intruder, che era spinto da due motori turbojet Pratt & Whitney J52. Quello che seguì fu un modello corpulento che era notevolmente compatto sebbene ancora in grado di soddisfare i requisiti di carico utile e autonomia del programma VA(L). Ma questo non vuol dire che il G-128-12 non presentasse numerosi problemi. 
Un problema con il fattore spot, una metrica che determina le caratteristiche di manovrabilità e parcheggio degli aeromobili sul ponte di una portaerei, comprese quelle più piccole non nucleari allora in uso, causato dalla forma del mockup aveva minacciato il successo della proposta della Grumman. Ma l'azienda proseguì, incorporando una coda orizzontale pieghevole per affrontare le sfide del fattore spot. La Grumman decise anche di sostituire il sistema di navigazione e bombardamento DIANE (Digital Integrated Attack Navigation Equipment) dell'A-6 - una meraviglia tecnologica dell'epoca - con un radar multimodale meno complesso. Inoltre, l'abitacolo affiancato a due posti dell'Intruder fu sostituito da un layout dell'abitacolo monoposto sulla linea centrale.
La Grumman proseguì con la sua offerta, convinta che i bassi costi di sviluppo e la derivazione del mockup dall'INTRUDER esistente avrebbero superato qualsiasi critica che la US NAVY avrebbe potuto avere. Sfortunatamente, questo non si verificò. 
Nel febbraio 1964, la Vought ottenne l'appalto per il suo V-463, basato sul caccia F-8 CRUSADER.
Spingere la comunanza del V-463 con l'F-8 era un aspetto determinante della proposta di Vought, ma con il proseguimento dello sviluppo, le somiglianze tra i due velivoli iniziarono a diminuire. Non è raro, tuttavia, che un progetto incontri questo destino quando viene adattato per soddisfare i requisiti di una missione a cui non era originariamente destinato. L'F-8 era "l'ultimo pistolero", un cane da caccia purosangue, mentre il derivato VA(L) era, in sostanza, un “camion porta bombe".
La Vought considerò il suo contratto VA(L) come uno dei più singolari nella storia dell'aerospazio. Il contratto fu l'unico vero contratto a prezzo fisso mai emesso per un importante sistema d'arma e i termini erano così rigidi che l'intera azienda avrebbe rischiato di chiudere l'attività.
"Ad esempio, erano state applicate sanzioni che richiedevano alla società LTV di pagare alla US NAVY $ 50.000 al giorno per aereo (e ce n'erano sei) per ogni giorno in cui i processi del Bureau of Inspection venivano ritardati", cita la pagina della Vought. "L'obiettivo di peso era stato mancato per 600 libbre con una sanzione per l’azienda produttrice di $ 750.000. Questo era l'unico requisito della Marina non soddisfatto".
Il peso aggiunto era scaturito da una decisione esecutiva presa da Sol Love, il direttore tecnico del team Vought, che aveva insistito sul fatto che irrobustire l'ala del velivolo era indispensabile a lungo termine. La storia ha confermato che aveva ragione, poiché gli irrobustimenti aggiunti in seguito avevano consentito al caccia di essere equipaggiato con armi e POD di ultima generazione che altrimenti avrebbero richiesto una costosa riprogettazione. 
La variante A-6 monoposto fu solo molto sfortunata e la GRUMMAN sostenne la forte comunanza con l’Intruder senza riuscire a convincere i vertici della US NAVY. 
Il V-463 più piccolo e leggero della Vought divenne il prototipo dell'A-7A che completò il suo volo iniziale nel settembre 1965. La prima consegna alla Marina avvenne l'anno successivo e l'A-7A entrò in servizio nel 1967 con Attack Squadron 147 (VA-147). L'aereo fu dispiegato in Vietnam quello stesso anno. Questa è una sequenza temporale sorprendente per gli standard odierni, ma anche veloce per quelli degli anni '60. Chiaramente, il programma VA(L) portò a termine il suo lavoro.
Ufficialmente chiamato Corsair II, l'A-7 era generalmente conosciuto come SLUF, o Short Little Ugly Fucker, a causa del suo aspetto corpulento. Tuttavia, il robusto A-7 è venerato dagli appassionati di aviazione come un cavallo di battaglia a sé stante, nonostante la sua complicata storia di origine. 





Alla fine, il caccia-bombardiere riceverà avionica e sensori avanzatissimi per l’epoca, e la sua capacità di trasportare notevoli carichi di bombe, così come la sua notevole resistenza ed economia, gli consentì di servire la Marina fino al 1991. A quel punto, l'F/A-18A/B Hornet, con il suo enorme salto di capacità multiruolo, lo ha finalmente soppiantato, ma l'A-7 aveva ancora una resistenza di gran lunga superiore.
L'USAF si era subito resa conto del valore dell'umile A-7, con il caccia in servizio dal 1970 al 1993. Oltre a prestare servizio con il Portogallo e la Thailandia, l'aeronautica ellenica ha ritirato dal servizio gli ultimi A-7 operativi nel 2014, ponendo fine all'eredità del programma VA(L). 
Una nota ironica degna di nota è che l'A-7 fu infine modificato nell'A-7F Strikefighter, che era anche supersonico. Sebbene non sia mai entrato in produzione, in qualche modo aveva chiuso il cerchio fino alla genesi dei requisiti di sostituzione dell'A-4 originale.
Mentre l'A-7 è stato sicuramente un successo per tutti i soggetti coinvolti, c'è da chiedersi cosa avrebbe portato nel panorama tecnologico dell’epoca il derivato monoposto dell’Intruder monomotore della Grumman. Se non altro, l'aspetto già bulboso del "girino" o della "padella volante" dell'A-6 avrebbe portato un altro livello di stranezza aerodinamica. 

(Fonti: Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)