martedì 15 luglio 2025

Messerschmitt-Bölkow-Blohm GmbH (MBB) - 1959: il MBB BO-140 era uno studio di un velivolo da trasporto a decollo corto e atterraggio verticale per uso militare e civile; in versione militare la denominazione era BO140-M e in versione civile BO140-Z.









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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 








La Messerschmitt-Bölkow-Blohm GmbH (MBB) era una azienda aeronautica tedesca data dal risultato di varie fusioni nella fine degli anni sessanta, specializzata nella produzione di elicotteri e nota soprattutto per la realizzazione dell'MBB Bo 105.
L'azienda venne successivamente acquistata dalla DaimlerChrysler Aerospace (DASA) nel 1989, ora parte della EADS.
La Messerschmitt-Bölkow-Blohm venne fondata con l'acquisizione della Bölkow GmbH da parte della Messerschmitt AG (il 6 giugno 1968) e la successiva fusione con la Hamburger Flugzeugbau (1969), una consociata Blohm + Voss; in questa seconda fase assunse il nome attuale di MBB.
Originariamente, il 51% della MBB era posseduto dalla famiglia Blohm, Willy Messerschmitt e Ludwig Bölkow. Il 22,07% era posseduto dallo stato federale tedesco di Amburgo, il 17.05 % dallo stato di Baviera, il 7.16 % dalla Thyssen AG, 7.16 % dalla Siemens AG, 7.13 % dalla Allianz Versicherungs-AG, 7.13 % dalla Robert Bosch GmbH ed il 6.15 % dalla Friedrich Krupp GmbH.
Nel 1981 la MBB ha acquisito la Vereinigte Flugtechnische Werke (VFW), che essa stessa aveva formato con la fusione con Focke-Wulf, Focke-Achgelis e Weserflug. Nell'anno seguente la MBB ha acquisito l'azienda aerospaziale Entwicklungsring Nord (ERNO) divenendo MBB-ERNO, con fatturato di 2,9 miliardi di euro (riportati alla valuta dell'epoca), nel 1982.
Nel 1989 la MBB è stata acquisita dalla Deutsche Aerospace AG (DASA), che è stata ridenominata Daimler-Benz Aerospace nel 1995. Con la fusione del 1998 di Daimler Benz e Chrysler Corporation, e la divisione aerospaziale fu rinominata DaimlerChrysler Aerospace AG il 7 novembre 1998. Il consolidamento del settore difesa europeo ha portato alla fusione della DASA con la francese Aérospatiale-Matra e la spagnola Construcciones Aeronáuticas S.A. (CASA) per formare la European Aeronautic Defence and Space Company (EADS) nel 2000. La precedente DaimlerChrysler Aerospace adesso opera sotto il nome di "EADS Germany".

MBB BO-140 - V/STOL Trasporter

Era uno studio di un velivolo da trasporto a decollo corto e atterraggio verticale per uso militare e civile. L'introduzione sul mercato era prevista per il 1977/78. Solo i motori disponibili o in fase di sviluppo in quel momento furono probabilmente utilizzati, con la disponibilità dei prototipi assicurata.
Lo scopo era quello di mettere a punto un velivolo da trasporto militare e tattico di personale e materiale, nonché idoneo per il traffico civile a breve distanza, in particolare per i viaggi d'affari di oltre 600-800 Km.

Le designazioni erano: 
  • Per la versione militare BO140-M, 
  • Per la versione civile BO140-Z.

DATI TECNICI:
  • Era un velivolo da trasporto tiltwing, con versioni civili (Z) e militari (M).
  • 4 motori turboalbero GE1-S1-1T ciascuno che sviluppavano 11.400 CV con pale di 8,24 m di diametro;
  • Il BO-140Z avrebbe potuto trasportare 80 passeggeri con sedili di 84 cm;
  • Il BO-140M avrebbe potuto trasportare 90 truppe, veicoli leggeri o fino a 6 pallet da 463 litri;
  • Apertura alare: 35,4 m;
  • Lunghezza complessiva: 27 m;
  • Diametro massimo della fusoliera: 3,76 m;
  • Altezza: 10,2 m (Z), 10 m (M);
  • Superficie alare: 129,2 mq;
  • Peso a vuoto: 33880 kg (Z) 33300 kg (M);
  • Carico utile VTOL massimo: 8.750 kg (Z) 11000 kg (M);
  • Carico utile massimo STOL: 21000 kg;
  • Peso massimo VTOL: 48700 kg (Z) 51000 kg (M);
  • 48700kg (Z) 62500kg (M);
  • Velocità di crociera: 788 km/h a 9.150 m;
  • Velocità di crociera Econ: 685kh/h a 9.150 m;
  • Soffitto: 14.750m (Z) 13800m (M);
  • Portata con carico utile massimo VTOL: 800 km;
  • Autonomia di trasferimento: 3.380 km (Z) 3.750 km (M).





La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Secretproject, Jimdo, You Tube)
















 

lunedì 14 luglio 2025

MARINA MILITARE ITALIANA: presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso (Genova), a distanza di 8 mesi dalla firma del relativo contratto, si è svolta la tradizionale cerimonia di avvio costruzione della prima di 2 fregate FREMM EVO di nuova generazione.










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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.









Presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso (Genova), a distanza di 8 mesi dalla firma del relativo contratto, si è svolta la tradizionale cerimonia di avvio costruzione della prima di 2 fregate FREMM EVO di nuova generazione.

Nei prossimi anni affiancheranno le 10 Unità appartenenti alla classe Bergamini. La nuova classe di unità multi-missione, con una lunghezza nave di circa 144 metri e con un dislocamento di circa 6700 tonn, verrà interamente realizzata e allestita nel polo cantieristico ligure di FINCANTIERI Riva Trigoso-Muggiano e prevedrà l'integrazione delle più moderne tecnologie ingegneristiche disponibili sul mercato navale oltre alla risoluzione delle obsolescenze per tutti i sistemi e gli impianti installati sulle precedenti FREMM in servizio nella forza armata; un concentrato di tecnologie allo stato dell'arte specialmente in termini di automazione, manovrabilità e capacità di contrasto alle minacce multi-dimensionali. Le due nuove FREMM EVO beneficeranno dei miglioramenti tecnici già conseguiti con le FREMM ASW Enhanced (“Spartaco Schergat" ed “Emilio Bianchi") attualmente in via di completamento e di prossima consegna alla Marina Militare.
Come per tutte le moderne navi militari allestite dalla cantieristica navale nazionale, saranno tenuti presenti e validati, sin dalle prime fasi costruttive e di allestimento, avanzati criteri di modularità, versatilità, flessibilità e autonomia. Tali unità avranno capacità complessive configurate per fornire un bilanciato contributo in tutte le forme di lotta, supporto alle operazioni a terra in ambiente costiero, operazioni di sea-control a protezione delle linee di comunicazione marittime e degli stretti e di interdizione navale, in grado infine di inter-operare nei contesti joint/combined. 
Il sobrio ma altamente significativo evento, rappresenta la prima milestone svoltasi in cantiere per il programma FREMM EVO ed è uno dei risultati concreti dell'applicazione dei contenuti del programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2023, che prevede “progettazione, sviluppo e acquisizione di n. 2 unità navali di tipo fregate FREMM di nuova generazione (EVO)".
L'evento si è svolto alla presenza dell'ammiraglio ispettore capo Giuseppe Abbamonte, Direttore degli Armamenti Navali, del contrammiraglio Francesco Saladino, Capo del 7° reparto di MARISTAT, del Responsabile del programma FREMM di OCCAR, Mr. Luigi Durante, del capitano di vascello Giorgio Cossiga, Comandante del Centro Allestimento nuove costruzioni navali e del capitano di vascello Massimiliano Dorsaneo, Direttore di UTNAV Genova. Per Fincantieri e Orizzonte Sistemi Navali, presenti rispettivamente l'ing. Fulvio Palermo, Responsabile del Project Management della Divisione Navi Militari di Genova e l'ing. Giovanni Sorrentino, Amministratore Delegato di Orizzonte Sistemi Navali. La consegna della prima delle due fregate alla Marina Militare, è prevista nel mese di giugno del 2029 (giugno 2030 per la seconda Unità). 

In data 8 luglio 2025 si è svolta, presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, la cerimonia di impostazione della prima delle due unità di nuova generazione di Fregate FREMM in versione “EVOLUTION” (“FREMM EVO”) destinate alla Marina Militare. La consegna dell'unità è prevista per il 2029.

La consegna dell'unità è prevista per il 2029. La nuova "FREMM EVO" sarà posizionata in prima linea nel contesto navale militare sia da un punto di vista tecnologico che da quello delle prestazioni, capitalizzando gli importanti sviluppi tecnologici già avviati all'interno dei recenti programmi della cosiddetta legge navale. La Marina Militare italiana sarà quindi in grado di avere due unità che garantiranno elevate prestazioni operative, con tecnologia all'avanguardia e dotate di sistemi all'avanguardia, nonché di moderne capacità anti-drone, e più in generale in grado di gestire operativamente sistemi senza equipaggio nelle tre dimensioni (sopra la superficie, navale e sotto la superficie).
Gli interventi di aggiornamento tecnologico riguarderanno il sistema di gestione delle navi ciber resiliente, l'aria condizionata e il sistema di distribuzione elettrica, l'implementazione di soluzioni specifiche al fine di migliorare l'impronta verde dell'unità per la parte del sistema di piattaforma. 
Il sistema di combattimento sarà aggiornato con il moderno sistema di gestione del combattimento sa sa 4 Cyber-resilient, i sensori radar (in particolare con il radar a doppia banda DBR-X-C) in grado di supportare la difesa contro le minacce TBM, la guerra elettronica, i sistemi di artiglieria e missilistica, la suite Sonar, il sistema di comunicazione e collegamenti dati tattici in grado di garantire il livello più alto ed efficace di interoperabilità. La fregata "FREMM EVO" sarà inoltre dotata di attrezzature altamente affidabili e piani di manutenzione avanzati, per garantire la massima disponibilità operativa e prontezza all’impiego.

La seconda unità sarà consegnata nel 2030.

Sulla base delle attività di derisking, la configurazione FREMM EVO abbina lo scafo e la propulsione delle attuali FREMM con nuove sovrastrutture in grado di ospitare gli stessi sistemi di combattimento e piattaforme installati sulle navi di ultima generazione sviluppate ai sensi della legge navale, vale a dire il Pattugliatori Polivalenti d'Altura (PPA) o la nave da combattimento multiuso (MPCS) - come è attualmente designata a livello internazionale -, nella configurazione completa e nella LHD Trieste, oltre a nuovi sistemi per affrontare nuove missioni e minacce. 
La FREMM EVO ospiterà, tra gli altri, la stessa suite Leonardo Kronos Dual-Band Radar (DBR) con le quattro antenne piatte AESA del Kronos Quad in banda C e lo stesso numero di antenne per il Kronos StarFire in banda X rispetto al singolo radar navale rotante AESA Kronos Grand degli attuali FREMM, come elaboreremo in seguito. 

ARMAMENTO:




CANNONE Leonardo da 76/62 STRALES: il sistema Strales di OTO Melara potenzia le capacità dei cannoni navali 76/62 nell'affrontare le sfide poste dai nuovi contesti asimmetrici. Dopo oltre cento anni si dimostra vincente la scelta di OTO Melara di investire nella produzione di artiglierie navali innovative e tecnologicamente avanzate. Il sistema d’arma Strales di OTO Melara potenzia le capacità dei cannoni navali 76/62 nell’affrontare le sfide poste dai nuovi contesti asimmetrici. Dopo oltre cento anni si dimostra vincente la scelta di OTO Melara di investire nella produzione di artiglierie navali innovative e tecnologicamente avanzate. Negli scenari operativi attuali, imbarcazioni piccole ma molto manovriere, capaci di colpire improvvisamente e simultaneamente grandi navi, rappresentano una minaccia concreta. Anche i missili antinave a capacità manovrante costituiscono un pericolo potenziale. L’ingaggio del bersaglio si deve quindi sviluppare con precisione chirurgica e con ridotto volume di fuoco. In questo contesto il sistema di OTO Melara 76/62 SR o C, dotato di kit Strales, assolve pienamente il ruolo di efficace e moderna difesa navale. Installato su un affusto 76/62, il kit Strales è composto da un’antenna che, tramite un fascio di radio-frequenza (RF), guida precisamente uno o più proiettili DART (Driven Ammunition Reduced Time Of Flight) verso il bersaglio garantendo di raggiungerlo senza margini di errore ed evitando così il rischio di danni collaterali. Il sistema 76/62 Strales spara proiettili sotto-calibrati DART i quali vengono espulsi dalla canna a una velocità più elevata dei proiettili 76mm standard. Il proiettile DART, che è dotato di una sezione anteriore di guida, una volta sparato si muove in un fascio RF puntato costantemente al punto presente della traiettoria della minaccia in avvicinamento. Raggiunta la distanza di ingaggio, una spoletta di prossimità di ultima generazione attiva il proiettile DART sulla minaccia all’istante ottimale, per garantire un ingaggio di successo. La velocità dei proiettili DART e le loro capacità di guida rendono un 76/62 Strales uno strumento capace di contrastare minacce veloci e manovranti, sia di tipo asimmetrico, che di tipo tradizionale, consentendo però un contenimento dei costi rispetto ad analoghi sistemi di difesa basati su tecnologia missilistica. Il kit Strales può essere introdotto su cannoni 76/62 Super Rapid o Compatti anche in servizio, consentendo di mantenere intatto il ritmo di fuoco sia nello sparare munizioni 76mm standard che nello sparare le munizioni guidate DART. In servizio sulle navi della Marina Militare italiana e colombiana, il sistema 76/62 Strales risolve il problema intrinseco delle artiglierie navali che, ingaggiando un bersaglio al punto futuro della sua traiettoria, possono essere non efficaci, specialmente laddove i bersagli siano mobili ed imprevedibili. La scelta da parte di OTO Melara di continuare ad investire nella produzione di artiglierie navali, puntando sull’innovazione e sulle grandi capacità tecnologiche e progettuali acquisite, si dimostra ancora vincente e fonte di importanti sviluppi.



Aster 30 Block 1NT: il missile da difesa aerea MBDA Aster 30 B1NT considerato in grado di intercettare missili balistici o ipersonici. Il test, battezzato “Operation Mercure”, è stato effettuato dalla Direzione generale dell’armamento francese nel poligono situato bel sud-ovest della Francia. Si tratta del primo lancio di qualificazione del sistema di difesa terra-aria franco-italiano di nuova generazione basato sul missile ASTER 30 B1 di Nuva Tecnologia che equipaggerà il futuro sistema di difesa terra-aria franco-italiano SAMP/T NG e le piattaforme navali delle due nazioni dotate di sistemi di difesa antiaereo. Il ministero della Difesa ha spiegato che per il test sono stati impiegati due bersagli aerei utili a “simulare una situazione di minaccia complessa”:  un bersaglio rappresentativo di un aereo da combattimento nemico e un bersaglio
rappresentato da un aereo amico da difendere. Il missile Aster 30 B1NT dovrebbe essere pronto per entrare in servizio nel 2026 con i sistemi terrestri SAMP/T NG e i sistemi navali ed avrà la capacità di colpire un bersaglio in volo a 25.000 metri di quota e 150 chilometri di distanza. Il sistema terra-aria a medio raggio/terrestre di nuova generazione (SAMP/T NG) è un programma franco-italiano sviluppato da EUROSAM (gruppo di interesse imprenditoriale che riunisce MBDA Francia, MBDA Italia e Thales) ed è destinato a garantire la protezione dei cieli contro minacce aeree (aerei, missili e droni.





MBDA CAAM ER: il Common Anti-air Modular Missile — Extended Range, proviene dalla famiglia CAMM di missili di difesa aerea di ultima generazione, progettati per la terra e il mare nei domini della difesa aerea a terra (GBAD) e della difesa aerea basata sulla base navale (NBAD). Incorporando tecnologie avanzate, CAMM-ER fornisce una protezione completa contro tutti gli obiettivi aerei noti e proiettati. CAMM-ER offre alle forze terrestri un sistema di difesa aerea a medio raggio altamente efficace e facilmente dispiegabile, come parte delle Enhanced Modular Air Defense Solutions (EMADS), in grado di operare come unità autonoma o integrata all'interno di una rete di spazi di battaglia. L'uso di informazioni di destinazione di terze parti dalla più ampia rete di spazi di battaglia consente al sistema di coinvolgere obiettivi che non sono linea di vista dal lanciatore o dai sensori locali.





MBDA TESEO EVOLVED: Successo per il primo lancio del nuovo sistema missilistico Teseo MK2/E Evolved. Il lancio, avvenuto il 14 Ottobre, si inserisce nell’ambito del programma di sviluppo pluriennale per la Marina Militare, finalizzato ad apportare un sostanziale miglioramento delle capacità antinave attraverso un sistema di nuova generazione appartenente alla famiglia Teseo, conosciuta all’estero come OTOMAT. Il lancio, validando la progettazione di nuovi elementi del sistema, ha confermato il successo dei test svolti in galleria del vento mirati a confermare la scelta della nuova aerodinamica, aprendo la strada verso la fase di qualifica della nuova catena aero-propulsiva prevista il prossimo anno. L’attività di validazione è stata eseguita in collaborazione con la Marina Militare.  Il sistema missilistico Teseo Mk2/E integra un mix di capacità e prestazioni uniche per missili di questa classe. In particolare Teseo MK2/E fornirà innovative prestazioni grazie ad un nuovo seeker con tecnologia AESA (Active Electronically Scanned Antenna) e a una nuova capacità nella pianificazione della missione.  Tempi di reazione inferiori e un controllo del missile in volo affidato a un data link satellitare fanno inoltre parte delle più avanzate caratteristiche del sistema, che sarà in grado di contrastare efficacemente bersagli sia marini che terrestri a lungo raggio. Potrà infatti essere utilizzato a maggiore distanza rispetto alla precedente versione, garantendo maggiore sicurezza agli equipaggi nelle loro missioni e supportando operazioni che prevedono anche attacchi in profondità per neutralizzare minacce provenienti da postazioni fisse, mobili o rinforzate, dislocate sulla terraferma. Il sistema missilistico Teseo Mk2/E è la risposta a minacce in continua evoluzione, che generano la necessità di soddisfare nuovi requisiti operativi. Si tratta di una soluzione, definita e sviluppata in stretta collaborazione con la Marina Militare, che equipaggerà i nuovi PPA, Multi Purpose Combat Ship e i cacciatorpedinieri di nuova generazione (DDX) e affianca la precedente versione Mk2/A a bordo delle navi di classe FREMM e Orizzonte. Il sistema missilistico Teseo MK2/E sarà integrato anche sulle future fregate FREMM EVO ed è già pronto per essere adattato alle esigenze dei clienti internazionali.  Grazie alle sue altissime prestazioni, rappresenterà un nuovo standard nel mercato degli armamenti antinave e la sua gamma di missioni e flessibilità integreranno perfettamente l’offerta di sistemi antinave di MBDA.Il sistema d'arma TESEO MK2/E di nuova generazione è la risposta alla necessità operativa di applicazioni a bordo, affrontando l'evoluzione delle minacce con un periodo di vent'anni e oltre. Costruito sul Legacy TESEO MK2/A, il nuovo missile incarna tecnologie all'avanguardia e un pieno doppio ruolo negli scenari marittimi e di attacco a terra. Il nuovo TESEO MK2/E rappresenta un punto di riferimento evolutivo per tutti i missili antinave a lungo raggio, aggiungendo la capacità di operare contro il bersaglio in profondità nella terraferma, riducendo il tempo di reazione a pochi secondi in condizioni completamente controllate, dalla missione alla preparazione all'impegno mirato. Il TESEO MK2/E integra una sezione di testa homing a doppia modalità all'avanguardia che include sia un nuovo ricercatore RF coerente con funzionalità ECCM che un sensore EO per un impegno di alta precisione, per obiettivi marittimi e terrestri. Include un'innovativa pianificazione della missione che fornisce un tempo di reazione rapido con una soluzione di fuoco automatica, mentre i parametri della missione pianificati sono regolabili dall'operatore del sistema d'arma in base all'immagine tattica in tempo reale. Può contare su un sistema di collegamento dati bidirezionale per il controllo della missione fino alla fine dell'impegno, per consentire l'aggiornamento e la riassegnazione del target e l'interruzione della missione. Esegue un'elevata velocità di crociera subsonica e un'elevata manovrabilità del terminale G con una portata effettiva superiore a 350 km a livello di scrematura del mare. Ha un sistema di navigazione INS/GPS completamente autonomo integrato e radio-altimetro con skimming marino autoadattato e capacità di volare a terra. Offre un effetto letale attraverso un'efficace testata scalabile, semi-piercing/ad alta esplosione.




Leonardo LIONFISH cal 30 mm: è un’arma estremamente compatta e leggera ed è dotata del nuovo Leonardo 30mm X-GUN ad alimentazione elettrica. Quest’ultimo, sviluppato in-house e ITAR-free, è capace di impiegare munizioni di nuova concezione air burst con frammentazione frontale preformata che garantiscono maggiore efficacia contro minacce aeree, inclusi mini e micro-droni.  L'impiego dell'intelligenza artificiale consente di ottimizzare l'ingaggio di più minacce contemporaneamente. La torretta si distingue anche per l'elevata cadenza di tiro e l'elevato range operativo.




SILURI EUROTORP MU90: il siluro MU 90/Impact è un'arma ASW che può essere impiegata sia da unità navali da superficie che da aeromobili, destinato ad armare oltre che le navi, gli elicotteri EH101 e NH90 ed i futuri velivoli da pattugliamento marittimo della Marina Militare Italiana. Le caratteristiche tecniche ed operative avanzate, lo rendono impiegabile in qualsiasi scenario geografico, in grado di contrastare l'eventuale minaccia rappresentata dai sottomarini nelle sue diverse forme (convenzionale e nucleare) e dimensioni. Il siluro MU90 è il frutto di una cooperazione delle amministrazioni della difesa di Italia e Francia che, nel 1991, stipularono un accordo per lo sviluppo e realizzazione di un comune sistema d'arma, sulla base di due progetti già esistenti nei rispettivi Paesi, il Murene francese e il Progetto A-290 italiano. Il siluro MU90 viene prodotto da Eurotorp, un raggruppamento europeo d'interesse economico costituito dalle ditte francesi Thales e DCNS e dall'italiana WASS di Livorno. L'impresa, ultimata la fase di sviluppo, è nella sua fase di produzione e questi siluri verranno utilizzati dalla marina italiana e da quella francese sulle nuove unità FREMM e Orizzonte. Le caratteristiche principali sono: l'alta velocità, l'autonomia alla massima velocità, la resistenza alle contromisure, la versatilità d'impiego, sia a quote elevate che su bassi fondali, in ambienti acustici perturbati e molto severi, la letalità della sua carica cava anche nei confronti degli scafi più resistenti.




SISTEMI ASW: la suite ASW delle nuove navi è la stessa che equipaggia le piattaforme ASW in servizio e le due nella versione ASW migliorata: il pacchetto include il sonar Thales UMS 4110 CL montato nel bulbo di prora con sonar anticollisione ed antimine OAS di Leonardo e la suite con sonar a profondità variabile attivo a bassa frequenza Thales 4249 CAPTAS 4 e cortina trainata multifunzione a poppa oltre all’ecoscandaglio panoramico posizionato a centro nave.

Le nuove “FREMM EVO” si posizioneranno all’avanguardia nel contesto navale militare sia dal punto di vista tecnologico che delle prestazioni, capitalizzando gli importanti sviluppi tecnologici già avviati nell’ambito dei recenti programmi della cosiddetta Legge Navale, nonché del programma di Mid Life Upgrade delle Unità Classe Orizzonte. 
La Marina Militare potrà così disporre di due unità che garantiranno elevate prestazioni operative, con tecnologia allo stato dell’arte ed equipaggiate con sistemi all’avanguardia, oltreché di moderne capacità anti-drone, e più in generale in grado di gestire operativamente sistemi unmanned nelle tre dimensioni (sopra la superficie, navali e sotto la superficie). Gli interventi di aggiornamento tecnologico riguarderanno lo Ship Management System Cyber-resilient, l’impianto di condizionamento e di distribuzione elettrica, l’implementazione di soluzioni specifiche al fine di migliorare l’impronta green dell’unità per la parte Sistema di Piattaforma. Il sistema di combattimento sarà aggiornato con il moderno Combat Management System SADOC 4 Cyber-resilient, la sensoristica radar (in particolare con radar Dual Band DBR-X-C a facce fisse) in grado di supportare la difesa contro minacce TBM, la Guerra Elettronica, i Sistemi di Artiglieria e Missilistici, la Sonar Suite, il Sistema di Comunicazione e data link tattici in grado di assicurare il più alto ed efficace livello di interoperabilità. Le “FREMM EVO” saranno inoltre dotate di apparati ad alta affidabilità e piani manutentivi avanzati, per assicurare massima disponibilità operativa e prontezza di impiego.

FREMM (dall'Italiano Fregate europee multi-missione o dal francese Frégates européennes multi-missions)

E’ la sigla che identifica una nuova generazione di fregate, denominate in Francia classe Aquitaine e in Italia classe Bergamini, frutto di un progetto congiunto tra Italia, tramite Orizzonte Sistemi Navali (Società di ingegneria navale, costituita da Fincantieri e da Finmeccanica, rinominata Leonardo dal 2017) e Francia, tramite Armaris (costituita da DCNS, rinominata Naval Group dal 2017, e Thales). Il progetto FREMM segue la logica di collaborazione tra le industrie della difesa italiane e francesi già sperimentata con la realizzazione del programma Orizzonte. La prima unità di questo tipo, l'Aquitaine, è stata varata il 4 maggio 2010 ed è entrata in servizio nel 2012. La prima della classe Bergamini, la fregata Carlo Bergamini, è stata varata il 16 luglio 2011 nel cantiere navale di Riva Trigoso e consegnata alla Marina Militare il 14 luglio 2012.
La United States Navy ha selezionato una variante della classe FREMM italiana per una nuova classe di fregate, la classe Constellation, costruita da Fincantieri Marinette Marine (FMM) e con un fabbisogno totale stimato in venti unità. Il progetto, più volte rimaneggiato, risulta tuttavia radicalmente diverso da quello delle FREMM originarie.








Le fregate sono già state realizzate in diverse versioni: 
  • lotta antisommergibile (ASW - Anti Submarine Warfare), 
  • multiruolo (General Purpose) per l'attacco al suolo in profondità e il bombardamento controcosta in appoggio alle forze da sbarco, 
  • ed infine antiaerea (FREDA) solo per la Marine nationale. 

Tutte le versioni dispongono di un sistema di autodifesa antiaerea (AAW - Anti Air Warfare) basato sul missile Aster 15; tutte le unità italiane e le FREDA francesi avranno anche missili superficie/aria MBDA Aster 30 per la difesa antiaerea d'area. Tutte avranno un sistema di difesa antinave (ASuW - Anti Surface Warfare), basato sul missile Teseo/OTOMAT per le navi italiane e sul missile Exocet per quelle francesi. L'ultima versione è ASW Enhanced, una nuova configurazione che combina il design dello scafo e delle sovrastrutture e la suite di missione nella configurazione General Purpose con la suite di guerra antisom.
Tutte le unità sono dotate di eliche di manovra prodiere della potenza di 1 MW, che velocizza di molto le accostate e ne agevola le manovre in spazi ristretti, ed utilizzabile anche come propulsore ausiliario in grado di generare 7 nodi di velocità massima; le navi sono inoltre progettate in classe RINA con specifiche militari (RINAMIL for FREMM ed. 2006) e rispettano le norme antinquinamento marino MARPOL. I due timoni, fuori asse rispetto alle eliche, non sono verticali ma inclinati di 9° in modo da fungere anche da alette stabilizzatrici.
Le navi erano originariamente programmate per ospitare fino a 165 membri dell'equipaggio, ma l'utilizzo di uno spazio a prora destinato ad ospitare missili a lunga gittata ha permesso, alle navi italiane, di ampliare i posti fino a 200, dei quali 23 destinati alla gestione degli elicotteri, 131 (GP) o 133 (ASW) al governo della nave in tabella base ed altri 34 in tabella allargata per periodi di operatività prolungata, posti a disposizione anche per eventuale staff di comando aggiuntivo o per nuclei di forze speciali o fucilieri di marina imbarcati in aggiunta agli ultimi 12 posti ancora disponibili.
Entrambe le versioni possono lanciare dei gommoni da 7 e 11 m con una gru, mentre a poppa sotto il ponte elicotteri è stato ricavato uno spazio sfruttato in modo diverso a seconda delle versioni: la ASW ospita il sonar filabile rimorchiato, mentre la GP alloca una slitta dalla quale lanciare imbarcazioni RHIB (semirigidi gonfiabili) utilizzate dal Comsubin per le operazioni speciali.

Le FREMM EVO sono l’evoluzione più avanzata della collaudata classe FREMM-IT

Tali unità sono frutto dell’esperienza maturata con la Legge Navale e i programmi di ammodernamento delle unità classe Orizzonte. Queste unità sono progettate per offrire prestazioni operative di eccellenza, una spiccata resilienza cyber e la capacità di gestire sistemi unmanned nelle tre dimensioni: superficie, subacquea e aerea.
Questo rappresenta un salto tecnologico molto evidente grazie all’adozione di tecnologie di ultima generazione in grado di offrire alla M.M. una “nave di prima linea” all’avanguardia contro un largo spettro di minacce.

Le FREMM EVO avranno in dotazione: 
  • un nuovo Ship Management System cyber-resilient, impianti elettrici e di climatizzazione ottimizzati, nonché soluzioni eco-compatibili per ridurre l’inquinamento delle unità;
  • L’integrazione del Combat Management System SADOC 4 è cyber-resilient; tra i principali aggiornamenti si segnalano: il radar Dual Band DBR-X-C a facce fisse, capace di supportare la difesa contro minacce balistiche (TBM);
  • sensoristica avanzata per la guerra elettronica;
  • suite sonar aggiornata per la lotta ASW;
  • sistemi di comunicazione e data link tattici in grado di garantire la massima interoperabilità NATO.

E’ confermato che le nuove unità saranno equipaggiate con componenti ad alta affidabilità e programmi manutentivi predittivi, per assicurare disponibilità continua e tempi di reazione ridotti.








Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, NavalNews, Fincantieri, Marina militare italiana, AnalisiDifesa, Wikipedia, You Tube)

























 

La Beretta Modello 71, o M71 (1958 - 1985): era una pistola senza pretese cal. .22LR, un proiettile apparentemente obsoleto per gli standard moderni; è noto per essere uno dei migliori calibri per insegnare ai bambini a sparare.









https://svppbellum.blogspot.com/

Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.









La Beretta Modello 71, o M71, era una pistola senza pretese cal. .22LR, un proiettile apparentemente obsoleto per gli standard moderni. Il piccolo colpo non ha quasi nessun rinculo ed è a buon mercato. Non è un calibro che in genere assoceresti alle forze militari o di polizia, ma la Beretta Model 71 e la .22LR hanno una lunga storia di uso marziale in Israele.


Entrando in produzione nel 1958, la serie Beretta Model 70 presentava una serie di modelli che potevano essere camerati in .22LR, .380 ACP o .32 ACP. La Beretta Model 71, spesso chiamata "The Jaguar" nel marketing della Beretta, era una pistola molto semplice, compatta e diretta munita di un caricatore monofilare. La pistola utilizzava un design a martello a sola azione singola.
In termini di design della pistola, l'operazione di backback è il più semplice possibile. Alcuni potrebbero persino chiamarlo rozzo. Un sistema di backback utilizza la pressione all'indietro creata dal proiettile che lascia la custodia per azionare l’arma. Una combinazione di peso di slitta e una molla di rinculo assicura che l'azione rimanga chiusa fino a quando il proiettile non esce dalla canna, ma non è un'arma da fuoco come la maggior parte delle pistole militari.
Nei calibri più grandi, un sistema di blowback creava un maggiore rinculo, ma a causa del minuscolo .22LR, non vi era davvero un modo per produrre un'azione semiautomatica che non fosse azionata a blowback. Il .22LR non forniva abbastanza energia per superare un culo bloccato e funzionare in modo affidabile.

La Beretta Modello 71 cal .22LR israeliana

La Beretta Model 71 non è stata utilizzata dalle forze militari regolari. Piuttosto, è stata messo in campo dalle forze d'élite israeliane, tra cui il Mossad e il Sayeret Matkal; è stata utilizzata anche dai marescialli aerei israeliani.
La Beretta Model 71 e la cartuccia .22LR offrivano una combinazione unica di caratteristiche che trovavano utili per situazioni speciali. In primo luogo, richiedevano un'arma da fuoco compatta e il modello 71 era abbastanza compatto per l'epoca. Sebbene esistessero pistole più piccole che sarebbero state facili da nascondere, non erano facili da azionare; la Beretta Model 71 aveva trovato un ottimo equilibrio tra compattezza, leggerezza e facilità di tiro.
Il .22LR nel modello 71 non ha quasi nessun rinculo evidente ed è molto facile da scattare con precisione. Una pistola a colpo diretto con una canna fissa rende un eccellente host soppressore. Le pistole soppresse possono essere pignole, ma le canne fisse eliminano i problemi di affidabilità. Il .22LR è anche un proiettile più facile da sopprimere rispetto alla maggior parte dei calibri a fuoco centrale.
Per i marescialli del cielo, in particolare, l'uso del .22LR aveva lo scopo di ridurre il potenziale di penetrazione eccessiva e danni collaterali. Il .22LR ha meno probabilità di sovra-penetrare un bersaglio o causare danni eccessivi in caso di errore.
Gli israeliani hanno tenuto il loro programma Sky Marshal vicino al petto, mantenendolo segreto per evitare di allertare i dirottatori potenzialmente armati e addestrati.

Uno degli esempi più famosi del modello 71 utilizzato è stato quello di un operatore di Sayeret Matkal diventato maresciallo del cielo di nome Mordechai Rachamim.

Nel 1969, Rachamim era a bordo di un aereo israeliano in partenza da Zurigo. Prima del decollo, l'aereo fu attaccato da quattro terroristi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina armati di mitragliatrici e bombe. I terroristi ferirono diverse persone e alla fine uccisero il copilota, che morì per le sue ferite un mese dopo.
Rachamim aveva ingaggiato i terroristi dalla finestra della cabina di pilotaggio dell'aereo, ma presto aveva lasciato l'aereo per prendere la lotta contro gli aggressori. Sparò tutti e nove i proiettili dal suo modello 71 uccidendo uno dei terroristi. La lotta si concluse quando le forze di sicurezza svizzere arrivarono e arrestarono i restanti terroristi e anche Rachamim che fu scagionato da tutte le accuse.

Non era l'ultima volta che Mordechai Rachamim e la Beretta Model 71 sarebbero stati chiamati all'azione. 

Rachamim sarebbe poi tornato all'élite Sayeret Matkal e sarebbe stato chiamato a rispondere al dirottamento del volo Sabena 571 da parte di quattro membri dell'organizzazione terroristica Black September.
La conoscenza degli aerei di Rachamim lo aveva reso una scelta intelligente per la squadra. Lo aveva anche reso l'uomo di riferimento per l'eventuale violazione segreta che aveva abbattuto quattro terroristi e salvato oltre 100 ostaggi.
Rachamim e i suoi compagni presero d'assalto l'aereo armati di pistole Beretta modello 71. La squadra si impegnò in una feroce sparatoria, sparando abbastanza da far ricaricare Rachamim. Rachamim uccise un terrorista e un compagno ne uccise un altro. La squadra aveva annientato gli altri due e salvato i passeggeri. I futuri primi ministri israeliani Ehud Barak e Benjamin Netanyahu erano anche membri della squadra Sayeret Matkal che aveva affrontato i terroristi.

Dopo il massacro delle Olimpiadi di Monaco del 1972, il Mossad iniziò l'Operazione Wrath of God, una campagna di assassinio mirata in tutto il mondo contro i membri del Settembre Nero, che avevano perpetrato l’attacco.

Il 16 ottobre 1972, due agenti del Mossad assassinarono Abdel Zwaiter nell'atrio del suo appartamento a Roma. I due tiratori spararono 11 o 12 colpi contro l'uomo. Gli assassini credevano che Zwaiter fosse il capo del Settembre Nero a Roma. In realtà, Zwaiter non aveva alcun legame con Black September e il Mossad aveva quindi ucciso un uomo innocente.
Le operazioni del Mossad furono naturalmente coperte dalla massima segretezza. Non è possibile confermare che il modello Beretta 71 sia stato utilizzato in questa specifica operazione, ma è molto probabile, dal momento che sappiamo che Mossad ha usato il .22LR durante Wrath of God e che il Mossad ha messo in campo il modello 71.
La Jaguar è insolita per un'arma da fuoco militare. È piccola, spara un piccolo calibro e non sembra un'arma da combattimento. Per gli israeliani, era una pistola che riempiva una nicchia specifica in un determinato momento.
Il modello 71 è fuori produzione dal 1985, ma è popolare tra gli appassionati di .22LR, e il suo uso da parte di Israele ha spinto la pistola in un riflettore che è improbabile che svanisca.

Beretta serie 70

La Beretta serie 70 è una famiglia di pistole semiautomatiche con chiusura labile, scatto in singola azione, cane esterno e sicura manuale sul fusto, progettate dalla seconda metà degli anni 1950, nella Fabbrica d'Armi Pietro Beretta, e costruite dagli anni 1960, inizialmente in calibro 7,65 mm Browning, con un caricatore monfilare da 8 colpi. Nonostante abbiano i tratti Beretta molto marcati, ricordano vagamente dal lato estetico le Walther PP e PPK e moltissime altre armi corte compatte, delle quali condividono il sistema di chiusura labile adatto ad un munizionamento dal potere relativamente modesto, se paragonato a cartucce ben più potenti come, a puro titolo esemplificativo ma non esaustivo, il 9x19, il 9x21 o il .45 acp.

Storia

Le Beretta 70 furono prodotte durante tutti gli anni sessanta e gli anni settanta. Disponibile inizialmente solo nella versione calibro 7,65 mm, ma in più varianti dal lato estetico, il modello 70 base (il più diffuso tra i civili) fu seguìto da una versione "S", dalle forme più sportive, in calibro 9 corto, ed anche da una versione riprendente le precedenti linee classiche con l'aggiunta delle guancette in madreperla.



La Beretta 70 è stata, insieme alla Beretta 34, tra i primi modelli di pistola semiautomatica utilizzati dalle forze dell'ordine italiane, in particolare dalla GdF e dalla polizia municipale, sino agli anni 1990, quando fu sostituita perlopiù dalla Beretta 84 in 9 corto. La 70 è stata anche l'arma d'ordinanza del Corpo forestale dello Stato italiano, tra le altre forze di polizia.
Si presume che l'arma usata dal Mostro di Firenze possa essere stata una Beretta 71 in calibro .22 Long Rifle.
Altra curiositá, ancora nel 2020 vengono usate alcune unitá di modello 70, per servizio presso la Polizia Locale di Fano (PU).

Varianti
  • Esistono 2 versioni della pistola serie 70: la prima serie (dal 1958) aveva la sicura a pulsante di tipo a traversino; nella seconda serie (dal 1968), invece, la sicura diventa di tipo a leva, più facilmente azionabile col pollice (chiamata, sicura "ad alta velocità"), con la funzione aggiuntiva di bloccare il carrello in chiusura, una volta inserita. I modelli della serie 70 differiscono anche per il materiale del fusto, con la versione in acciaio (normale), oppure in lega leggera (più usata in cal 22LR).
  • La variante 70S fu camerata anche per il calibro 9 mm corto.
  • Dal modello 71 al 75 la pistola era camerata in calibro .22 LR, aveva il fusto in lega leggera e un carrello più sottile rispetto alla 70. Le varie pistole in .22 LR si differenziavano per dimensione e foggia dell'impugnatura, numero dei colpi contenuti nel caricatore (8 o 10), varie tipologie di tacche di mira (fissa o regolabile) e per la lunghezza/dotazione delle canne (90 mm o 150 mm).
  • Figlia diretta della serie 70, è la 76: una pistola da tiro in cal. .22 LR, con impugnatura anatomica in plastica o legno, caricatore da 10 colpi e contrappeso in alluminio per ridurre il rilevamento durante il tiro. Tacca di mira regolabile posta sul contrappeso e mirini sostituibili di varie altezze.
  • L'ultima variante prodotta della serie 70 è stata la 71 Special Mire Regolabili, denominata anche "71 seconda versione" o "71 special", destinata principalmente al mercato USA: calibro .22 LR con canna da 150mm, era dotata di tacca di mira regolabile sul carrello, impugnature anatomiche corte con appoggia-dito, caricatore da 8 colpi e sicura al caricatore. L'arma fu prodotta dalla seconda metà anni '80 per l'esportazione e nel 1993 presentata anche in Italia (n. catalogo 8082). Complessivamente ne furono prodotti solamente 1011 esemplari.








Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, SANDBOXX, Wikipedia, You Tube)