mercoledì 13 febbraio 2019

Il de Havilland Firestreak è un missile a guida IR aria-aria



Il de Havilland Firestreak è un missile a guida IR aria-aria britannico di prima generazione. 
Fu stato sviluppato dalla società de Havilland Propellers (poi Hawker Siddeley) nei primi anni '50 ed è stata la prima arma di questo tipo ad entrare in servizio attivo con la Royal Air Force (RAF) equipaggiando i caccia intercettori BAC Lightning, de Havilland Sea Vixen e Gloster Javelin. 

Si trattava di un'arma da inseguimento con un campo di attacco di 20 gradi su entrambi i lati del bersaglio.
Il Firestreak è stato il terzo missile aria - aria a entrare in servizio, dopo l'AIM-4 Falcon e l'AIM-9 Sidewinder, entrambi entrati in servizio l'anno precedente. 



In confronto a questi progetti, il Firestreak era molto più grande e più pesante, con una testata molto più grande. Per il resto aveva prestazioni simili in termini di velocità e portata. Le limitazioni del progetto portarono ad una versione migliorata, l'Hawker Siddeley Red Top, ma questo non sostituì mai completamente il Firestreak che rimase in servizio fino al 1988, quando fu ritirato insieme agli ultimi BAC Lightning della RAF.
Il Firestreak fu il risultato di una serie di progetti iniziati con il missile OR.1056 Red Hawk che si era rivelato troppo ambizioso per lo stato tecnologico del tempo. Nel 1951 fu emanata una specifica OR.1117 con il nome in codice Blue Jay del MOD britannico.
Blue Jay si sviluppò come un missile dall'aspetto abbastanza convenzionale con ali delta ritagliate montate a poppa del punto mediano e piccole superfici di controllo rettangolari in tandem verso la parte posteriore. Internamente, le cose erano considerevolmente più complesse. 



I comandi montati posteriormente erano azionati da attuatori montati sul muso tramite lunghe aste di spinta. Gli attuatori erano alimentati dall'aria compressa proveniente dal retro. La testa IR al tellururo di piombo (PbTe) era montata sotto il naso a "matita" di trisolfuro di arsenico conico a otto facce e veniva raffreddato a -180 °C con ammoniaca anidra per migliorare il rapporto segnale/rumore. L'insolito naso sfaccettato fu scelto nel momento in cui un naso emisferico più convenzionale si dimostrò incline all'accumulo di ghiaccio. C'erano due file di finestre triangolari in bande intorno alla fusoliera anteriore, dietro le quali erano posizionate le spolette di prossimità ottica per la testata. La testata era nella parte posteriore del missile, avvolta intorno allo scarico del razzo propulsore.
Il primo lancio ebbe luogo nel 1955 da un caccia de Havilland; il drone bersaglio - era un Fairey Firefly. Il Blue Jay Mk.1 entrò in servizio nel 1957 con la RAF, dove fu chiamato Firestreak: fu dispiegato dalla Royal Navy e dalla RAF nell'agosto 1958; fu il primo efficace missile aria-aria britannico.
Prima del lancio, la testata guida missile era schiava del radar dell'aereo di lancio (il Ferranti AIRPASS nel Lightning e GEC AI.18 nel Sea Vixen): quando avveniva l’aggancio del bersaglio, l'arma veniva lanciata, lasciando l'intercettore libero di acquisire un altro bersaglio. 



Il missile era altamente tossico a causa del motore del razzo Magpie o del refrigerante ammoniacale e gli armieri della RAF dovevano indossare una qualche forma di protezione CRBN per montare in sicurezza il missile su un aereo. 
A differenza dei moderni missili il Firestreak poteva essere sparato solo fuori di una nuvola, e in inverno, i cieli erano raramente chiari sul Regno Unito.
Due varianti del Firestreak furono studiate ma non adottate: l'Mk.2 con un nuovo motore, e l'Mk.3 con apertura alare maggiorata e velocità massima ridotta, per l'uso con intercettori a razzo come il Saunders-Roe SR.177 e Avro 720, secondo la specifica F.124T.
Il Firestreak si evolvette nel Blue Jay Mk.4 (in seguito ribattezzato Blue Vesta), sempre destinato ad essere utilizzato da intercettori a razzo contro i bombardieri sovietici ad alta velocità. Alla fine, la specifica F.124T fu cancellata ma lo sviluppo di Blue Jay Mk.4 continuò. 
Il Blue Jay Mk.4 alla fine entrò in servizio come Red Top nel 1964. Nonostante il Red Top fosse destinato a sostituire il vecchio Firestreak, questi rimase in servizio limitato fino al definitivo ritiro del Lightning nel 1988; il trasporto di questi missili migliorò l'aerodinamica dell'aereo.
Il Red Top era più veloce e aveva una portata maggiore del Firestreak, ed era in grado di agganciare da ogni direzione i bersagli supersonici. 
Una differenza importante tra il Firestreak ed il Red Top era la tecnologia elettronica utilizzata. L’elettronica del Firestreak utilizzava valvole termoioniche, che erano "collegate" all'elettronica di controllo/guida e richiedevano un sistema di tubi di raffreddamento per rimuovere il calore generato dai filamenti delle valvole. Per questo motivo, il missile Firestreak a terra era raffreddato da Arcton e in volo da ammoniaca pompata attraverso il missile dal velivolo. L’elettronica del Red Top fu costruita utilizzando transistor riscaldati e il sensore IR nella sua cupola a forma di Homing Head era raffreddata da aria purificata a 3.000 psi (21 MPa) filtrata a 3 µm.

Operatori del missile:
  •  Kuwait - Kuwait Air Force
  •  Saudi Arabia - Royal Saudi Air Force
  •  United Kingdom - Royal Air Force - Royal Navy, Fleet Air Arm.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)








The Challenger family



Il main battle tank Challenger 1 è stato il principale carro armato da combattimento in forza al British Army tra il 1983 e la metà degli anni novanta. Oggi è usato solo dalle forze armate giordane sotto il nome di Al Hussein.




Storia

Il Challenger 1 è stato costruito dalla Royal Ordnance Factories (ROF). È stato progettato dalla MVEE (Military Vehicles and Engineering Establishment) vicino a Chobham nel Surrey dall'originaria richiesta iraniana di una versione potenziata del carro Chieftain in loro possesso. I carri iraniani in servizio allora erano lo Chieftain Mk.5, lo Shir 1 e lo Shir 2. Con la caduta dello Shah in Iran e il fallimento del progetto MBT80 il Regno Unito era diventato l'acquirente del nuovo carro armato, sviluppato dalla MVEE per il bisogno di un carro nell'Europa centrale. Per un breve periodo il carro era stato chiamato Cheviot, perché nella seconda guerra mondiale era già stato creato un carro con il nome Challenger, anche se questo era un carro incrociatore.
La parte più rivoluzionaria di questo carro è stata l'adozione della corazza composita Chobham sulla parte frontale di scafo e torretta, di gran lunga più resistente della normale d'acciaio (RHA) che era d'ordinanza in tutti i carri dell'epoca. Questa corazza è stata usata anche da altri come gli Stati Uniti per il loro M1 Abrams o la Germania con i loro Leopard 2. Il Challenger 1 ha partecipato alla competizione del Canadian Army Trophy nel 1987, ma il sistema di estinzione del fuoco e di visione non si sono rilevate soddisfacenti e lo hanno fatto finire ultimo nella classifica contro gli altri carri. Ma dopo con nuovi aggiornamenti molti problemi sono stati risolti.
C'erano però dei nuovi requisiti da rispettare e la Vickers decise se scegliere un Challenger migliorato, un M1 Abrams americano, un Leclerc francese o un Leopard 2 tedesco.
Il progetto della Vickers, chiamato Challenger 2, era stato finalmente scelto. Questo carro era molto più efficace del predecessore e, anche se manteneva lo scafo progettato dalla MVEE, presentava una nuova torretta e una corazza Chobham ancora più avanzata, questa volta presente anche nella parte laterale dello scafo.
C'era anche una versione del Challenger senza torretta per il tiro antiaereo.

Impiego operativo

180 carri Challenger 1 sono stati utilizzati nella Prima Guerra del Golfo dalla 1ª Divisione Corazzata britannica nel corso dell'Operazione Granby riuscendo a distruggere 300 carri iracheni al costo di uno messo fuori combattimento. Durante questa guerra un Challenger, alla distanza di 5,1 km, colpì un carro iracheno, distruggendolo.
Carri Challenger sono stati usati in Bosnia e nell'Operazione Joint Guardian, l'operazione condotta dalla NATO in Kosovo.

Giordania

Nel 1999 il governo giordano decise l’acquisizione di 44 carri armati Challenger 1, denominati localmente Al Hussein, di cui 32 erano nuovi di fabbrica e 12 provenienti dal surplus del British Army. I nuovi mezzi entrarono in servizio in quello stesso anno presso il 7º Battaglione della 99ª Brigata "Wasfi Al Tal" di stanza ad Aqaba. Nel corso degli anni successivi vi furono ulteriori acquisizioni per un totale di 402 mezzi, gran parte dei quali soggetta ad un programma di ammodernamento condotto a cura dell’Istituto giordano di Ricerca e Produzione Militare KADDB (King Abdullah Design and Development Bureau). L’originale cannone ROF L11A5 a canna rigata da 120 mm è stato sostituito con un pezzo dello stesso calibro RUAG L50 Compact Tank Gun abbinato al sistema di imaging TOGS (Thermal Imaging and Gunnery Sight) montato sul lato destro della torretta.[4] Inoltre è stato introdotto un sistema di condotta del tiro Raytheon FCS e sono stati modificati tutti i sensori e gli scanner.[4] Oltre ai due battaglioni carri della 99ª Brigata "Wasfi Al Tal" (7° e 9°) i mezzi sono stati assegnati in servizio ad altri 6 battaglioni carri in forza alle tre brigate (40ª "Re Hussein Bin Talal", 60ª "Principe Hassan" e 91ª) della 3ª Divisione "King Abdullah II".

Versioni
  • Challenger 1 Mk 1: versione iniziale.
  • Challenger 1 Mk 2: versione con TOGS (Thermal Observation Gunnery Sight).
  • Challenger 1 Mk 3: modifiche nella sistemazione delle munizioni.
  • Challenger 1 Warfighter: versione con corazza addizionale nel frontale dello scafo e la prima parte delle gonne.
  • Al Hussein: versione prodotta in Giordania dalla KADDB per conversione operativa di carri Challenger 1, dotata di nuovo cannone Ruag L50 Compact Tank Gun da 120 mm, sistema di condotta del tiro Raytheon FCS e sistema di imaging TOGS (Thermal Imaging and Gunnery Sight).

Utilizzatori

 Regno Unito: rimpiazzati dai Challenger 2.
 Giordania: 402 conosciuti con il nome di Al Hussein, esistono anche alcune varianti locali.

Un prototipo del Challenger











Un prototipo del Challenger 1


















Il Challenger 2, abbreviazione della dicitura completa FV 4034 Challenger 2, è il carro armato da combattimento attualmente in dotazione all'Esercito britannico ed è una diretta evoluzione del precedente Challenger 1. Questo mezzo è stato concepito come iniziativa privata dalla Vickers alla ricerca di un mezzo simile al diretto predecessore, con componenti in comune, come il propulsore, ma alcuni apparati più avanzati, in modo da poter sostituire gradualmente i Chieftain, affiancando i Challenger 1.



Il contratto iniziale, del 1991, prevedeva 127 esemplari e 13 mezzi per l'addestramento. Lo scafo e il gruppo motopropulsore sono praticamente identici a quelli del Challenger 1, mentre la trasmissione e le sospensioni idropneumatiche sono state migliorate, insieme ad altre componenti tra cui le ruote motrici. Completamente ridisegnata risulta la torretta, con una corazzatura Chobham di seconda generazione, con caratteristiche avanzate.
Il cannone è il 120mm rigato L30 Charm 1 che spara anche i nuovi proiettili APFSDS-T Charm 3 KE, con penetratore in uranio impoverito. Decisamente migliori risultano i sistemi per la condotta del tiro, con l'adozione di un computer per la gestione della missione, con un mirino telescopico rotante per 360° sul cielo della cupola, abbinato a un telemetro laser, utilizzabile sia dal capocarro che dal puntatore, realizzato dalla francese SFIM e praticamente identico a quello utilizzato sull'MBT francese Leclerc.
Inoltre un'avanzata camera termica, per il tiro in tutte le condizioni di visibilità, si trova in una postazione protetta subito sopra la canna. Questo apparato fornisce immagini sia al capocarro che al puntatore, in modo che entrambi possano condurre il tiro, oppure operando con il capocarro che passa al puntatore il bersaglio dopo averlo acquisito.
Il peso complessivo di questo mezzo è praticamente identico a quello del Challenger 1, vale a dire intorno alle 62t. Il propulsore è sempre un diesel Perkins con sovralimentazione, 12 cilindri a V da 1200HP. Le consegne di questo mezzo iniziarono nel 1993 ma solo due anni dopo i primi mezzi divennero operativi. Un ulteriore ordine per 259 carri di questo tipo fu posto nel 1994. Il battesimo del fuoco avvenne nella guerra in Iraq, dove il Challenger 2 si dimostrò superiore a tutti i carri incontrati.
L'Oman ne ha chiesti 32 per sostituire i suoi Chieftain, mentre altri ordini sono giunti dall'Arabia Saudita. Nel complesso si tratta di un mezzo moderno, con la tipica impronta britannica nel settore MBT, vale a dire armato con un pezzo rigato di grande potenza, con forte protezione ma mobilità non particolarmente spinta.




















‘Black Night’: l’ultimo upgrade del Challenger 2



Il carro medio Challenger 2 sta per essere aggiornato come parte di un progetto di estensione della vita utile con un prototipo soprannominato 'Black Night'.
Di recente presentato un prototipo aggiornato del carro armato Challenger 2 al BRITISH ARMY.
Il Challenger 2 è stato progettato e prodotto dalla BAE Systems, ed è entrato in servizio nel 1998; la sua durata in servizio sarà estesa a tutto il 2035.
Due aziende sono candidate: la tedesca Rheinmetall, che deve ancora rivelare la sua proposta, e BAE Systems, che ha presentato un prototipo all'evento.
Il Challenger 2, Mark 2 Demonstrator, soprannominato 'Black Night', è stato sviluppato nell'ultimo anno, con l'obiettivo di migliorare i propri sistemi net-centrici ed i sensori.
Ha una nuova visione panoramica per il comandante con un canale termico e ottico - il che significa che ha una piena capacità 24 ore su 24. 
È stato inoltre aggiunto un sistema di visione notturna aggiornato.
Le nuove funzionalità del Black Night riguardano anche i sistemi di protezione e  quelli offensivi.
Questi includono ricevitori di allarme laser sulla sua piattaforma per aiutare a rilevare le minacce in tempo reale.
Il sistema di protezione attiva potrà rilevare i missili in arrivo e distruggerli prima che colpiscano il bersaglio.
I nuovi sistemi continuano anche all'interno del carro: è stato inserita una nuovissima postazione di comando dell'equipaggio - con display a schermo piatto, che consente di vedere e integrare tutti i sensori e la gestione della battaglia.
Ogni nuovo progetto mira a migliorare le capacità dei carri armati e al tempo stesso a rendere la vita del "comandante più agevole”.
La linea di produzione Challenger ha chiuso molti anni fa e la BAe ha chiuso la fabbrica di Newcastle nel 2013, quando l'ultimo tank è stato completato. Questo fatto fa sorgere la domanda: "dove o chi nel Regno Unito potrebbe costruire un nuovo MBT”?
Il costo di un nuovo progetto potrebbe essere così alto che sarebbe semplicemente più facile per il British Army acquisire il Leopard 7.
L'osservazione più ovvia è che sia giunto il momento di unirsi al partito di un nuovo cannone ad anima “canna liscia”; di recente è stata montata e provata in una torretta del Challenger ma è stato ritenuto troppo costoso ridisegnare la torretta per essere efficace. Uno dei problemi principali è che il cannone a canna liscia usa munizioni mono-pezzo e la BAe ha dichiarato che anche con modifiche la torretta può contenere soltanto sei colpi! 
Se si guarda una vista laterale del Challenger e del Leopard, si può notare la differenza nelle dimensioni della torretta: quella britannica è lunga 8.3m e larga 3.5m rispetto ai 9.97 e 3.75 del Leopard 2 A7.

Challpard o Leopenger?

L'uso di una torretta britannica di nuova concezione - non quella attuale - potrebbe risolvere il problema.
La cosa più logica è che il Regno Unito costruisca una nuova torretta armata finalmente con il cannone a canna liscia e che la tedesca KMW fornisca il telaio, utilizzando un nuovo motore da 2000 cavalli che da tempo viene testato.












(Web, Google, Wikipedia, You Tube)



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