venerdì 8 marzo 2019

E.I., Forza NEC e Sistema Individuale al Combattimento (S.I.C.)


Il progetto Soldato del futuro va avanti e l'Esercito Italiano ha messo in campo gli ultimi ritrovati tecnologici made in Italy. 

Si è conclusa di recente a Monte Romano la fase due della Sessione di integrazione operativa. Milleduecento soldati, 118 veicoli tattici, 96 sistemi d’arma, 27 automezzi speciali, 39 autoveicoli commerciali e l’ultima versione dell’elicottero CH 47 nella configurazione hanno proseguito la campagna di sperimentazione della Forza NEC. In particolare, sono stati impiegati il moderno sistema anti-drone CUAV (Counter Unmanned Aerial Vehicle) e i nuovi mezzi tattici recentemente acquisiti dall’Esercito, come il Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) “Orso” e il Veicolo Tattico Leggero Multiruolo 2 (VTLM2).
Lo scopo dell'esercitazione è stato quello di implementare le capacità di operare in modo interamente digitalizzato e interforze, utilizzando i sistemi di comando e controllo, i mezzi tattici nonché gli equipaggiamenti individuali. In particolare dallo sviluppo del già noto Soldato Futuro sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del sistema individuale al combattimento, che consiste nella realizzazione di un "sistema soldato", basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego.




Nel programma Forza NEC, la Divisione Sistemi terrestri di LEONARDO ha il ruolo di prime contractor, system integrator e systems authority per i requisiti architetturali. Il programma prevede la digitalizzazione delle Forze Armate italiane attraverso lo sviluppo di una soluzione innovativa, che favorisce la piena integrazione tra le varie piattaforme delle Brigate dell’Esercito, comprese quelle già operative (legacy), in un'unica architettura C4I.
La Divisione vanta un’esperienza più che ventennale nella fornitura di sistemi elettro-ottici per applicazioni fisse e mobili, in particolare, nell’ammodernamento dei sistemi di combattimento dei carri pesanti e dei veicoli cingolati, per clienti nazionali ed esteri.
Negli ultimi anni la Divisione ha sviluppato anche importanti capacità nel campo dei sistemi di sorveglianza, puntamento, comando, controllo e comunicazione, che oggi sono in dotazione individuale ai soldati e ufficiali dei moderni eserciti, a partire dall’Esercito Italiano.
Si è appreso recentemente che dallo sviluppo del già noto “Soldato Futuro” sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del nuovo “Sistema Individuale al Combattimento” (S.I.C.), che consiste nella “realizzazione di un “sistema soldato”, basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego”.
La sua integrazione nel sistema automatizzato di comando e controllo permette il completo inserimento delle unità, fino ai minimi livelli, nel processo di digitalizzazione dei nuovi scenari operativi.
Sono stati, inoltre, impiegati apparati che consentono di inviare in tempo reale i dati per la raccolta delle informazioni, la ricognizione con minidroni per l’intervento da parte delle unità di artiglieria, i quali – inseriti in una cornice più ampia di sistemi di simulazione – contribuiranno a ridurre in maniera considerevole l’impatto ambientale delle esercitazioni.
Dopo il dispiegamento logistico iniziato di recente per realizzare il posto comando di brigata e gli impianti campali, l’attività operativa è stata condotta grazie all’impiego di 25 reparti dell’Esercito, a guida brigata Aosta, con 1.200 soldati, 118 veicoli tattici, 96 sistemi d’arma, 27 automezzi speciali, 39 autoveicoli commerciali e l’ultima versione dell’elicottero CH 47 nella configurazione “F”, recentemente acquisito dall’ESERCITO ITALIANO.
La stretta collaborazione tra Esercito e la società Leonardo, l’azienda globale italiana ad alta tecnologia nei settori dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, ha consentito di sperimentare sistemi d’arma ed equipaggiamenti ad alto indice tecnologico per la sicurezza degli uomini e le donne con le stellette.
Nel dettaglio, l’Esercito Italiano ha da poco introdotto in servizio il moderno sistema anti-drone CUAV (Counter Unmanned Aerial Vehicle) e i nuovi mezzi tattici Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) Orso e il Veicolo Tattico Leggero Multiruolo 2 (VTLM2).



Dallo sviluppo del già noto “Soldato Futuro” sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del “Sistema individuale al combattimento”, che consiste nella realizzazione di un “sistema soldato”, basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego.
La sua integrazione nel sistema automatizzato di comando e controllo permette il completo inserimento delle unità, fino ai minimi livelli, nel processo di digitalizzazione dei nuovi scenari operativi. Vengono inoltre impiegati apparati che consentono di inviare in tempo reale i dati per la raccolta delle informazioni, la ricognizione con mini droni per l’intervento da parte delle unità di artiglieria, i quali inseriti in una cornice più ampia di sistemi di simulazione contribuiscono a ridurre in maniera considerevole l’impatto ambientale delle esercitazioni.



Di seguito sono riportati i nuovi mezzi in dotazione all’E.I.:
  • 59 NH-90 a metà 2022;
  • oggi sono in dotazione 259 Centauro B1, in graduale sostituzione dal 2019 con 136 Centauro 2, entro il 2032;
  • 32 AH129D (+ AH129C) in graduale sostituzione (dal 2024) con 48 NEES AH-249 entro il 2034;
  • 630 VBM 8X8 entro il 2030;
  • 633 VTMM Orso, dal 2018/2019, entro il 2033;
  • 163 cannoni campali FH70, già in corso di aggiornamento con FH/ULH (?) per arrivare a 114 nel 2029;
  • 3634 VTLM/VBL al 2027 da sostituire, tutti, entro il 2032 con 3.500 VTLM2 (introduzione dal 2019) e NUOVO VBL;
  • 3.634 VM90 in servizio, tutti in phase-out entro il 2025, da sostituire, a partire dal  2020, con 3.750 NUOVO VM (IVECO 70.20 ?);
  • 92 elicotteri medi AB205/AB22/AB412/AB206/A109, obsoleti entro il 2025, da sostituire con 50 LUH (novità, almeno il quantitativo) a partire dal 2020;
  • 200 Main Battle Tank “Ariete”, da “revisionare e aggiornare" tra il 2022 e il 2027, da sostituire con un nuovo MBT a partire dal 2030;
  • 200 veicoli da combattimento fanteria “Dardo” con phase out tra il 2028 e il 2031, da sostituire con 375 nuovi DARDO 2, con inizio programma nel 2024 e completamento nel 2033.



Dal 2017 in produzione la prima tranche di 30 VBM 2^ Brigata, in assegnazione al 6° Rgt di Trapani e, per esigenze addestrative, anche al 3° Rgt di Capo Teulada. La versione EVO si auspica possa essere finanziata a partire dal 2019, con protezione scafo migliorata, motore più potente e nuovo cannone Leonardo da 30mm !

E' allo studio lo sviluppo di un nuovo VBL in grado di trasportare un’intera squadra di fucilieri dei Reggimenti di Fanteria leggera.

“UPDATE light” del carro medio “ARIETE”:
  • mobilità, revisionando il treno di rotolamento ed integrando un sistema di visione diurno/notturno;
  • Nuova protezione, fornendo principalmente al mezzo adeguate protezioni anti-mina/anti-IED;
  • precisione e letalità di ingaggio, attraverso nuove ottiche del capo-carro e del cannoniere che garantiranno un miglioramento nella capacità di scoperta e di ingaggio in movimento, anche grazie all'impiego di munizionamento di ultima generazione.

50 nuovi LUH:
  • L’E.I. intende concentrare le funzioni formative, addestrative e operative per svolgere un'ampia gamma di attività dell'intero spettro delle operazioni, sia in Patria che all'estero, con connotazione dual-use;
  • Convergenza con altre F.A. (Aeronautica, M.M., C.C., Polizia, GdF e Vigili del Fuoco) per lo sviluppo concettuale di un unico assetto che consenta di soddisfare le necessità addestrative e operative.



NUOVO DARDO:
  • Sarà un AIFV nelle versioni combat e contro-carro;
  • Maggiore mobilità, precisione, letalità di ingaggio, standard di sicurezza e livello di protezione dello scafo.


SIC - Sistema Individuale di Combattimento:
  • Saranno introdotti 2.800 equipaggiamenti individuali;
  • La disponibilità sarà tra breve di 6.000 sistemi per esigenza complessiva di 68.900 sistemi;
  • Nuovo fucile mitragliatore Beretta ARX200 cal. 7,62 x 51 NATO omologato e già distribuito, in una prima aliquota, ai reggimenti. 



Il nuovo ARX 200 è un battle rifle (quindi che mantiene anche la capacità del tiro in full auto) che mira a colmare il divario delle capacità di ingaggio di bersagli puntiformi esistente tra i fucili d’assalto calibro 5,56 d’uso generale e le armi di precisione in dotazione agli sniper.
L’esperienza dei teatri operativi ha dimostrato infatti l’esigenza di poter intervenire efficacemente su distanze dell’ordine dei 500 metri, quindi al di là del tradizionale raggio di impiego delle armi individuali della fanteria.
Gli Stati Uniti sono stati fra i primi Paesi ad avvertire questa esigenza tattica, rivalutando la figura dello Squad Designated Marksman, cioè di un tiratore esperto dotato di un’arma munita di ottica particolare, inserito organicamente nelle minori unità di fanteria e destinato ad ingaggiare bersagli prioritari (quali comandanti, radiofonisti o serventi di armi collettive) a distanze più elevate.
Il Designeted Marksman agisce, muove e combatte nell’ambito del proprio reparto, ossia con modalità, obiettivi e tecniche assai differenti da quelle di un vero cecchino/sniper, una figura più specializzata che opera di norma in condizioni di isolamento.
L’inserimento di una tale figura nel nostro esercito, il cosiddetto “tiratore esperto”, dovrebbe avvenire sulla base di una revisione dottrinale ed organica assai opportuna ed urgente.
La casa di Gardone Valtrompia a tale scopo propone il nuovo fucile munito del modernissimo sistema elettro-ottico di puntamento ICS – Intelligent Combat Sight – della controllata Stainer.
L’ICS integra un telemetro laser ed un calcolatore balistico in un’ottica di tiro 6×40 compatta e robusta e consente di calcolare con immediatezza il punto di mira sulla base delle caratteristiche balistiche del munizionamento, della distanza del bersaglio e della sua angolazione. Nonostante la sofisticata tecnologia utilizzata, il sistema risulta semplice da operare e richiede un minimo addestramento degli operatori. Per ingaggi a brevi distanze dispone di tacche di mira fisse di back-up e della possibilità di applicare superiormente, grazie ad una slitta Piccatinny, una piccola ottica per il CQB.
Secondo la ditta produttrice l’impiego dell’ICS, che  è ottimizzato per un fucile calibro 7,62×51 ma che può facilmente essere configurato anche per il 5,56 mm, migliora sensibilmente le possibilità di colpire l’obiettivo da parte di tiratori non particolarmente addestrati rispetto ad un’ottica tradizionale, con probabilità accresciute fino al 138% nei confronti di bersagli particolarmente rapidi e fugaci, da ingaggiare in tempi molto brevi. 

Pzh-2000:
  • Tra breve sarà avviato l’ammodernamento dei primi 17 semoventi;
  • aggiunta di impianto di condizionamento e antincendio;
  • prevista conclusione dell’ammodernamento del mezzo entro il 2019.

Nel settore degli ausili di mira la “Selenia 2000 Srl” ha presentato il cosiddetto “Triodo”, ossia l’insieme dei tre elementi di puntamento e visione notturna per armi individuali di cui era distributrice per l’Italia e che sono stati consegnati ad alcuni reggimenti dell’Esercito nell’ambito del programma SIC, Sistema Individuale di Combattimento.
L’insieme comprende un’ottica di puntamento diurna, una camera termica leggera ed un puntatore/illuminatore laser, che possono essere montati sull’ARX della Beretta insieme o separatamente, secondo un approccio modulare dettato dalle esigenze tattiche del momento.
Il mirino ottico è l’Elcan Specter DR 1-4x, un sistema molto luminoso, compatto e robusto che offre due diversi ingrandimenti, semplicemente azionando una levetta. E’ possibile così sommare le caratteristiche di un mirino a punto rosso 1x per il combattimento ravvicinato, che consente di sparare con entrambi gli occhi aperti senza errori di parallasse e dispone di un angolo di visione di ben 24°, con quelle di un’ottica 4x con reticolo di mira illuminato e angolo di visione di 6° per ingaggi a distanze superiori.
Per la visione notturna davanti allo Specter DR viene fissato quando necessario il visore termico non raffreddato AN/PAS-23 Mini Thermal Sight prodotto da Insight, del peso di soli 326 grammi.
Dotato di zoom digitale 2x, l’apparato permette la videoregistrazione ed eventuale uscita video per remotizzazione della visione. Nell’attuale versione improved dispone della funzione di esaltazione dei contorni delle figure, utile per una migliore discriminazione dei bersagli anche di giorno, in presenza di efficace mimetizzazione.
Il terzo elemento è costituito dal puntatore/illuminatore laser Insight AN/PEQ-15 ATPIAL (Advanced Target Pointer Illuminator Aiming lLight), che assolve le funzioni di puntatore laser IR (invisibile ad occhio nudo) con portata di 600 metri, di puntatore laser visibile con raggio d’azione di 25 metri ed illuminatore laser con portata d 2000 metri.
Il Triodo fa parte della nuova configurazione semplificata, più economica, leggera e realistica, assunta attualmente dall’ambizioso “programma Soldato Futuro”, dove va a sostituire il sistema di puntamento integrato Aspis di Selex Galileo, risultato troppo pesante ed ingombrante, anche dopo la rimozione del mirino olografico per il Close Quarter Combat.

E’ stata di recente presentato dalla società Mech-Lab, realizzato da Ferrino per la parte tessile e dalla Extrema Ratio per quella meccanica, l’esoscheletro passivo “V-Shield”, un sistema di protezione individuale inteso a sostituire i corpetti di tipo tradizionale e concepito per far gravare il peso principalmente sulla fascia lombare anziché sulle spalle, con una sensibile riduzione dell’affaticamento e del consumo, sia idrico che energico, per il personale che lo indossa.
Il prodotto, configurabile in maniera modulare e diversificata in ragione dell’intensità della minaccia presente e delle necessità tattiche, assicura un’elevata protezione antiproiettile su una superficie molto più vasta di quella coperta dai corpetti convenzionali, sia di livello 3 che 4, secondo le zone  del corpo.
La protezione offerta è inoltre più efficace perché le piastre protettive risultano staccate dal corpo, con un migliore assorbimento dell’energia residua di un colpo a segno ed eliminazione dell’effetto trauma, mentre viene favorita la circolazione dell’aria, con evidenti benefici effetti sull’eliminazione della traspirazione.
“V-Shield" è stato continuamente aggiornato dal 2012 ad oggi, con numerose modifiche che ne hanno sensibilmente ridotto pesi ed ingombri, migliorandone l’ergonomia e la vestibilità.
La versione più recente dispone di imbragatura integrata, certificata anche per l’uso con il verricello di elicottero, di sacca idrica flessibile ed è predisposta per l’uso dello zaino, accessorio che, gravando comunque sull’esoscheletro, potrà essere molto più leggero e limitato alla sola parte tessile, con eliminazione di spallacci, cinghie ed imbottiture.
La modularità del prodotto consente, a richiesta, di aggiungere numerose altre funzionalità, quali un apparato elettrico di circolazione forzata dell’aria per il controllo della temperatura, un sistema completo di monitoraggio biologico e delle funzioni vitali del combattente ed altre applicazioni nel campo delle comunicazioni, della cartografia, del comando e controllo e del blue force tracking.

Recentemente è stata presentata dal “consorzio Unifeld” è il “Safe Strike” un’applicazione elettronica inserita su “smart phone” che risponde a criteri commerciali e che si propone come valida alternativa a sistemi cartografici, di visualizzazione e di comando e controllo ben più onerosi e complessi, creati appositamente per il mondo militare. Intrinsecamente flessibile e modulare, il sistema consente inoltre di digitalizzare l’acquisizione dei bersagli da parte degli operatori, rendendo più rapide, precise ed efficaci le richieste di intervento del fuoco amico, con particolare riguardo alle missioni CAS di aerei ed elicotteri. 100 esemplari del “Safe Strike” sono stati acquisiti a scopo valutativo dall’Esercito Italiano, che intende realizzarne un’estesa sperimentazione per verificarne limiti e potenzialità.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)









































Frecce tricolori: le origini, il presente, il futuro



Le Frecce Tricolori, il cui nome per esteso è Pattuglia Acrobatica Nazionale, costituente il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico, sono la pattuglia acrobatica nazionale (PAN) dell'Aeronautica Militare Italiana, nate nel 1961 in seguito alla decisione dell'Aeronautica Militare di creare un gruppo permanente per l'addestramento all'acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti.
Con dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista, sono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo, ed il loro programma di volo, comprendente una ventina di acrobazie e della durata di circa mezz'ora, le ha rese le più famose.
Dal 1982 utilizzano come velivolo gli Aermacchi MB.339 A/PAN MLU, e la sede è l'aeroporto di Rivolto (UD).



Origini

In Italia la prima scuola di volo acrobatico venne fondata nel 1930 all'Aeroporto di Udine-Campoformido per iniziativa del colonnello Rino Corso Fougier, comandante del 1º Stormo: la prima formazione consisteva in cinque Fiat C.R.20 e già l'8 giugno 1930 alla prima manifestazione aerea, chiamata "Giornata dell'Ala", questi aerei si esibirono in una "bomba", una figuraanaloga alla bomba attuale.
Negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale la Pattuglia folle della Regia Aeronautica partecipò a varie manifestazioni (da notare è che nel 1932 si impiegarono apparecchi Breda Ba.19, nel 1934 Fiat C.R.30 e dal 1936 Fiat C.R.32), tra le quali nel 1938 l'inaugurazione dell'Aeroporto di Milano-Linate durante la quale il Capo Pattuglia fu la Medaglia d'argento al Valor MilitareBruno Sartori.
Dopo l'inevitabile parentesi del periodo 1939-1945 la pattuglia acrobatica fu sciolta e si riformò nel dopoguerra, anche se non ufficialmente inquadrata come pattuglia acrobatica. Fu infatti il 51º Stormo, equipaggiato con aerei statunitensi P-51D Mustang ed inglesi Spitfire Mk.IX, il primo ad esibirsi con tre Spitfire all'aeroporto di Padova nel settembre 1947. L'entusiasmo di questi piloti venne presto seguito da alcuni loro colleghi del 5º Stormo, che formarono un'altra pattuglia acrobatica basata su aerei Spitfire.



Nel 1950 si formò una pattuglia chiamata "Cavallino Rampante", costituita da quattro piloti del 4º Stormo dotati di velivoli D.H.100 Vampire, che due anni dopo debuttò in Belgio nel corso di una manifestazione NATO.
Parallelamente a questo reparto, nel 1953 si istituì il "Guizzo", proveniente dal 5º Stormo e operativo su aerei F-84G Thunderjet. 

Le Tigri Bianche, furono una pattuglia acrobatica italiana, attiva dal 1953 al 1956, appartenente al 51º Stormo.
Inizialmente fu chiamate Pattuglia Bellagambi, dal nome del capo pattuglia Mario Bellagambi.
Dopo Bellagambi il capo pattuglia divenne Roberto Di Lollo e la pattuglia prese il nome ufficiale di Tigri Bianche. Sugli aerei venne disegnata una tigre bianca su sfondo celeste.
Gli aerei utilizzati erano i Republic F-84G Thunderjet.
La pattuglia durante le esibizioni era formata da quattro elementi.
Nel 1957 le Tigri Bianche furono sostituite dalla pattuglia Cavallino Rampante. In passato, difatti, il compito di fornire una pattuglia acrobatica nazionale veniva assolto a rotazione da diversi reparti. In seguito venne formato un reparto di volo apposito, il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico, che diverrà poi noto come le Frecce Tricolori.
Questa unità partecipò riscuotendo notevole successo a vari show in tutta Europa, grazie anche al ritorno della manovra acrobatica chiamata "bomba": i quattro piloti alla sommità di un looping in formazione si gettarono in picchiata in direzioni opposte richiamando l'aereo solamente in prossimità del suolo. La notorietà del Guizzo crebbe a tal punto che nel 1955 gli venne dedicato un film chiamato "I quattro del getto tonante" (in onore del Thunderjet), e fu proprio grazie a questo film che il reparto cambiò ufficialmente nome in "Getti Tonanti", continuando ad esibirsi fino al 1956, quando vennero sostituiti dalle "Tigri Bianche" del 51º Stormo, montate sempre su F-84G.



I Getti Tonanti era una pattuglia acrobatica italiana, fondata nel 1953, all'interno del 5º Stormo di Villafranca di Verona I 4 piloti dei Republic F-84G Thunderjet inventarono molte figure acrobatiche; inoltre contribuirono alla realizzazione del film I quattro del getto tonante, ispirato alla designazione ufficiale statunitense del velivolo - Thunderjet. Prima del film la pattuglia era nota con il nome "Guizzo", derivato dal nominativo radio conferito ai velivoli del 103º Gruppo del 5º Stormo (il "guizzo" di un lampo è disegnato infatti sui serbatoi di combustibile posti sulle estremità alari). Dopo il film, la pattuglia assunse il nome di "Getti Tonanti”.
Nel 1959 i piloti del 5º Stormo vennero nuovamente chiamati a ricoprire il ruolo di pattuglia acrobatica italiana, con base a Rimini e sempre con il nominativo "Getti Tonanti", questa volta con i modelli Republic F-84F Thunderstreak multicolori sulle cui fiancate, in occasione delle Olimpiadi di Roma, erano stati disegnati i cerchi olimpici.
A differenza del biennio 1953-1955 la pattuglia si presentò con una formazione di 6 velivoli inventando il famoso "tonneau doppio" esibendosi sia in Italia che all’estero.

Dopo di loro, alla fine del 1960 fino a marzo del 1961 l'incarico fu affidato alla 2ª Aerobrigata con la pattuglia dei Lanceri Neri.
Nel 2015 Sergio Capaccioli, Antonio Camera Roda e Gregorio Baschirotto della formazione 1959-60 hanno narrato la loro esperienza nella pattuglia nel film documentario Le Pan prima della Pan.

Dopo un anno di successi, questa nuova pattuglia acrobatica cedette il passo alla rinata Cavallino Rampante ed ai suoi nuovi F-86E Sabre, che inizieranno l'attività il 19 maggio 1957 all'aeroporto di Torino-Caselle raggiungendo l'apice con l'esibizione al salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget. Tante vittorie artistiche derivarono anche dal fatto che, per la prima volta in Italia, si usò un apparato generatore di fumi bianchi, con i quali le figure acrobatiche vennero messe particolarmente in risalto. Il 1957 vide anche l'entrata in scena di due nuovi reparti acrobatici: i "Diavoli Rossi" ed i "Lanceri Neri". I primi erano in organico al 6º Stormo, e con i loro F-84F Thunderstreak ottennero un grande consenso tra la popolazione, come dimostra un loro tour effettuato negli Stati Uniti d'America; i secondi invece provenivano dalla 2ª Aerobrigata, dimostrando, con l'ausilio degli F-86E, grande abilità operativa, che li portò a volare anche in Iran nel 1959 al cospetto dello Scià Mohammad Reza Pahlavi.

I Diavoli Rossi erano una pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare fondata nel 1957 ed in attività sino al 1959.
Creata presso la base di Ghedi dal capitano Mario Squarcina della 6ª Aerobrigata, la squadra fu all'inizio riserva della pattuglia titolare del Cavallino Rampante. I Diavoli Rossi passarono a pattuglia acrobatica ufficiale nel 1958 ed arrivarono ad essere composti da 7 velivoli Republic F-84F Thunderstreak. Gli aerei si presentavano di colore metallizzato con la parte superiore delle ali in colore rosso; completava la livrea il simbolo della pattuglia, un diavolo impugnante un tridente.
La prima esibizione dei Diavoli Rossi risale al 10 marzo 1958 a Bitburg (Germania), mentre l'ultima ebbe luogo il 17 maggio 1959 a New York. Nel 1959 durante un'esibizione nei Paesi Bassi, a Ypenburg, furono riconosciuti come migliore squadra acrobatica della NATO.
Il comandante Squarcina fu incaricato nel 1961 dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare di costituire la Pattuglia Acrobatica Nazionale (P.A.N.) composta da piloti provenienti da tutti i reparti dell'Aeronautica Militare. Fu così che nacque il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico "Frecce Tricolori".
Durante la trasferta della pattuglia negli Stati Uniti Antonio Ceriani lasciò l'Aeronautica militare e andò in Alitalia e fu sostituito da Giuseppe Dugnani che aveva già fatto parte della pattuglia ma era stato a sua volta sostituito dopo un incidente in cui fu costretto a lanciarsi.
Attualmente come Diavoli Rossi sono conosciuti i componenti del 6º Stormo dell'Aeronautica, sempre di stanza a Ghedi.
Nel 2015 Antonio Ceriani e Giuseppe Dugnani hanno raccontato la loro esperienza nella pattuglia nel documentario Le Pan prima della Pan.

I Lanceri Neri erano una pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare italiana.
Fondata nel 1957, passò da pattuglia di riserva dei Diavoli Rossi a squadra ufficiale nel 1959, anno in cui contestualmente cessò la sua attività. Venne costituita dalla 2ª Aerobrigata di stanza presso l'aeroporto militare di Cameried era dotata di 6 caccia monomotore a getto Canadair Sabre dipinti nel caratteristico colore nero tranne le superfici alari dipinte con il tricolore.
In prossimità della coda dell'aereo era collocata la coccarda tricolore dell'Aeronautica Militare, mentre poco sotto la cabina di pilotaggio era riportato il nome della pattuglia Lanceri Neri in bianco.
L'Aeronautica Militare ha utilizzato la versione di costruzione canadese del North American F-86 Sabre nella versione Sabre Mk.4. Questi velivoli sono arrivati in Italia nel 1957 dopo essere stati impiegati per un paio di anni dalla RAF in Germania e dopo una loro completa revisione. Con la consegna degli F-104G Starfighter e la loro completa operatività, i Sabre sono stati ceduti dall'Aeronautica Militare ad altre nazioni della NATO (essenzialmente alle Türk Hava Kuvvetleri, Forze Aeree Turche) tranne un piccolo lotto di cinque aerei, ceduto alle Forze aeree dell'Eritrea durante la crisi seguita alla secessione dello Zaire. Questi cinque aerei sono stati "scambiati" con altrettanti C-119G Flying Boxcar di proprietà statunitense e già in uso alle Forze Aeree Indiane che operavano in Congo per conto dell'ONU.

Nel 1959 fu anche ricostituita la formazione dei Getti Tonanti equipaggiata con F-84F, la cui livrea verrà modificata nel 1960 con i cinque cerchi della bandiera olimpica in occasione dei giochi della XVII Olimpiade tenutisi a Roma.

Nascita delle Frecce Tricolori

Verso la fine del 1960 si decise di terminare questa turnazione tra i vari stormi e di fondare un reparto la cui specifica finalità fosse formare la pattuglia acrobatica nazionale, selezionando i migliori piloti dei vari reparti.
Il maggiore Mario Squarcina, leader dei Diavoli Rossi fu incaricato così dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare di costituire la Pattuglia Acrobatica Nazionale (P.A.N.) composta da piloti provenienti da tutti i reparti dell'Aeronautica Militare. Il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico fu fondato il 1º marzo 1961 nell'aeroporto di Rivolto con Squarcina comandante. Franco Pisani, futuro Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare, fra il 1961 ed il 1962 è stato capo formazione.
Le Frecce Tricolori volarono su F-86E Sabre fino al 1963. L'organico, inizialmente non numeroso come quello odierno, fu allargato nel 1963 a nove elementi più il solista, aggiungendo anche la possibilità di usare fumi colorati. L'anno seguente arrivarono i cacciabombardieri Fiat G.91PAN, per poi passare nel 1982 sugli attuali Aermacchi MB-339 A/PAN MLU.
Il 28 agosto 1988 la PAN fu protagonista dell'incidente di Ramstein, in cui persero la vita tre piloti e 67 spettatori. Due dei tre piloti deceduti, Mario Naldini e Ivo Nutarelli, avrebbero dovuto testimoniare al processo per la strage di Ustica pochi giorni dopo. Questo fu motivo di vari sospetti circa la reale natura di "incidente" dell'accaduto.
Nonostante questa sventura, la PAN è oramai un biglietto da visita dell'Italia e dell'Aeronautica Militare nel mondo e per molti italiani è un motivo d'orgoglio, tanto che quando nel maggio 2006 la senatrice Lidia Menapace in un'intervista le definì inutili, rumorose ed inquinanti e ne chiese lo scioglimento, subito si levarono numerose proteste da parte di tutti gli schieramenti politici. Il successo delle Frecce Tricolori è attestato anche dalla scelta della casa motociclistica Aprilia che, per promuovere la propria attività, l'11 marzo 2005 stipulò il gemellaggio con il reparto dell'Aeronautica Militare.
Nel 2010, come riconoscimento per i 50 anni delle Frecce Tricolori, la casa automobilistica Pagani Automobili ha realizzato una serie limitata in tre esemplari della supercar Zonda, chiamata appunto Pagani Zonda Tricolore, con livrea in carbonio a vista blu, cerchi dorati e bandiera tricolore sul cofano anteriore.
Un aereo delle Frecce Tricolori è ospitato sulla portaerei USS Intrepid, portaerei statunitense adibita a museo aeronavale nella città di New York.
Attualmente il comandante della formazione è il Tenente Colonnello (dal 26/08/2014) Jan Slangen, succeduto 25 ottobre 2012 al Colonnello Marco Lant, già capo formazione del Gruppo.
Nel 2013 era stato annunciato il passaggio, entro al 2017, ai nuovi Leonardo M345 HET PAN.

Caratteristiche degli aerei

La livrea degli MB-339PAN usati dal Gruppo è data dalla caratteristica banda tricolore che attraversa la fiancata dell'aereo su sfondo blu. L'addome dell'aeroplano è grigio chiaro mentre i numeri di formazione sono degli adesivi gialli. 
Ai classici Aermacchi MB-339 A in forza all'Aeronautica Militare Italiana sono stati tolti i serbatoi delle estremità alari per due ragioni:
  • penalizzerebbero le prestazioni acrobatiche dei velivoli, in particolare i tonneau veloci a causa di una massa non indifferente posta lontana dall'asse di rotazione;
  • renderebbero più problematico il mantenimento della formazione stretta durante le manovre acrobatiche, inibendo in parte la visuale del velivolo accanto al quale si vola e privando così i "gregari" di punti di riferimento precisi per il mantenimento della posizione.

Vengono così ideate le taniche subalari miste, contenenti sia l'olio di vaselina per le fumate che una certa quantità di carburante per compensare parzialmente la riduzione di autonomia causata dalla rimozione delle "tip tanks" di estremità. Serbatoi subalari di carburante più grandi (pylon tank), già previsti all'origine, possono essere installati sui piloni subalari esterni per i voli di trasferimento a lungo raggio. In occasione della prima crociera in USA-Canada (1986), vennero allestite speciali tip tank a sezione cilindrica, di capacità molto superiore a quella delle originali tip tank a sezione ellittica. Tali tip tank cilindriche, aggiunte ai nylon tank, forniscono un'autonomia adeguata alle grandi tappe nel nord-Atlantico, permettendo anche una digressione su un eventuale aeroporto alternato.
Il fumo colorato viene generato per dispersione, ed è composto da olio di vaselina a cui vengono aggiunti pigmenti non inquinanti. La fuoriuscita di tale composto avviene attraverso un tubicino posto nello scarico posteriore dell’aeroplano.

Formazione

Durante le esibizioni la formazione della pattuglia acrobatica è solitamente composta da 9 velivoli, denominati "Pony", targati ognuno con un numero che va da 1 a 10. Il nominativo "Pony" fu coniato dall'allora Capitano Zeno Tascio per ricordare il cavallino di Francesco Baracca che costituisce l'insegna del 4º Stormo, all'epoca 4ª Aerobrigata che si stava già preparando ad assumere l'incarico PAN per il 1961. I velivoli possono essere, a seconda delle esigenze del Reparto, anche 11 in totale, comprendendo così la figura del responsabile dell'addestramento acrobatico.

Programmi di volo e selezione dei piloti

Le Frecce Tricolori hanno tre programmi di esecuzione delle acrobazie: alto, basso, e piatto, a seconda delle condizioni meteorologiche e alle caratteristiche dell'area dell'esibizione. Il programma alto viene scelto quando la base delle nuvole si trova sopra i 1.000 m ed è caratterizzato dall'esecuzione delle figure acrobatiche interamente sul piano verticale; il programma basso viene preferito invece quando le nubi non superano i 500 – 600 m e non si compiono manovre verticali (come looping o la bomba); infine, la variante piatto prevede passaggi della formazione a bassa quota.
Da alcuni anni, quando possibile, le esibizioni della PAN si chiudono con la formazione al completo che disegna nel cielo un tricolore lungo cinque km mentre dagli altoparlanti a terra la voce di Luciano Pavarotti intona il finale di Nessun dorma per l'intera durata del passaggio. La prima realizzazione di questa manovra avvenne a Pratica di Mare (Roma) durante la cerimonia di addio all'F-104 Starfighter e questo valse alle Frecce Tricolori il record mondiale per la bandiera nazionale più lunga mai realizzata. Anche per questo motivo, l'8 settembre 2007, sfrecciando nel cielo di Modena, le Frecce Tricolori resero omaggio a Pavarotti del quale si era appena svolto il funerale.
Solo i migliori piloti accedono alle Frecce Tricolori: ogni anno se ne selezionano uno o due scelti tassativamente tra chi ha più di 1.000 ore di volo, e una volta entrati devono seguire un programma addestrativo d'inserimento graduale

AERMACCHI M-345 H.E.T.: PRONTO PER LA P.A.N. DEL FUTURO

Oltre 60 anni di esperienza nella progettazione e produzione di velivoli e sistemi di addestramento integrato, permettono oggi a Leonardo di offrire sul mercato un addestratore altamente performante e ideato per essere semplice, efficace, affidabile e con costi di manutenzione e supporto estremamente contenuti: il Leonardo M345 HET è ideale per sostituire l’attuale linea di addestratori basici in servizio nel mondo.
L’M-345 garantisce prestazioni superiori rispetto ai velivoli turboelica, fornendo subito agli allievi piloti un ambiente addestrativo che simula con estrema fedeltà il comportamento in volo, le capacità di manovra e le sensazioni provate sui velivoli a getto di prima linea e garantisce un “exit level” superiore, cioè lo standard qualitativo al termine del percorso addestrativo degli allievi piloti.
L’Aeronautica Militare italiana, cliente di lancio dell’M-345, rimpiazzerà i propri MB.339 che sono in servizio con la Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN), le “Frecce Tricolori”, con il nuovo addestratore di Leonardo. L’MB.339 è lo stesso tipo di velivolo che equipaggia gli “Al Fursan”, la pattuglia acrobatica degli Emirati Arabi Uniti che si è addestrata in Italia e negli Emirati con la supervisione dei piloti della PAN, impiegando velivoli e sistemi di addestramento made in Leonardo.


M-345: IL TRAINER PER LA  P.A.N. DEL FUTURO

Il nuovo M-345 rappresenta l’ultima generazione di velivoli da addestramento di Leonardo ed è perfettamente adatto a coprire l’intero syllabus addestrativo, dalle missioni basiche a quelle di tipo avanzato.
Il velivolo è dotato di sistemi di bordo semplici ed essenziali, che hanno necessità manutentive minime e sono in grado di garantire la massima sicurezza e affidabilità. Il risultato è un aereo da addestramento ad elevata efficienza spinto da un motore turbofan ma con costi di acquisizione e del ciclo di vita comparabili con quelli di addestratori spinti da propulsori a turboelica e con prestazioni superiori rispetto a questi ultimi. 
La struttura dell’M-345, in cui si è fatto ampio utilizzo di materiali compositi, è costruita per volare tanto, fino a 15.000 ore di vita operativa. Il motore Williams FJ44-4M-34, senza postbruciatore, garantisce una spinta generosa, mantenendo bassi i consumi e si avvale di un moderno sistema di controllo digitale.
L’allievo pilota e il suo istruttore siedono in tandem su seggiolini eiettabili di ultima generazione Martin Baker Mk.IT16D all’interno di un abitacolo confortevole e con una strumentazione completa e sofisticata, comprendente, tra gli altri, tre ampi display multifunzione di tipo LCD, del tutto simile a quella che i futuri piloti troveranno sui velivoli da caccia di prima linea.

Sfruttando la propria sessantennale esperienza nel settore dell’addestramento dei piloti, la Divisione Velivoli di Leonardo ha realizzato un sistema di addestramento integrato capace di far transitare agevolmente i piloti provenienti dagli addestratori primari  ai caccia di ultima generazione.
Il bilancio ottimale tra impiego del velivolo reale e simulazione appropriata riduce i costi senza compromettere la qualità dell’addestramento, permettendo ai nuovi M-345 di generare un numero superiore di missioni addestrative rispetto ai velivoli attualmente in servizio.
L’M-345 è stato concepito, fin dall’inizio, come cuore del sistema di addestramento integrato avanzato, che include tutti gli ausili didattici a terra, compreso un simulatore di missione completo e un sistema integrato per il supporto logistico.
Fondamentale è la presenza a bordo del sistema denominato Embedded Tactical Training Simulation (ETTS), basato su quello offerto sul collaudato M-346. Tale sistema è capace di simulare lo scenario tattico più appropriato per le esigenze addestrative, facendo comparire forze amiche o nemiche, simulando il funzionamento di sensori di bordo non realmente presenti ovvero il munizionamento. I piloti vengono immersi in un ambiente definito LVC, che fonde, senza soluzione di continuità, velivoli in volo (Live), velivoli pilotati al simulatore (Virtual) con altre forze virtuali amiche o nemiche (Constructive).

Pur mantenendo le proprie superiori caratteristiche come jet da addestramento, grazie alla sua avionica moderna e alle sue prestazioni, all'elevata capacità di carico esterno, l'M-345 è adatto anche per svolgere ruoli operativi in scenari a bassa intensità, con la possibilità di impiegare pod cannone, razzi, bombe balistiche e guidate, missili aria-suolo, missili aria-aria e pod di auto-protezione o per addestramento.
Avere l'ETTS sempre a bordo è un vantaggio significativo per i piloti che sono messi in condizione di passare senza soluzione di continuità dalle missioni addestrative a quelle reali senza dover cambiare aeroplano.



La sostituzione dell'MB-339PAN con il Leonardo M345 HET (High Efficiency Trainer) sembrerebbe imminente a far data dal 2020.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)










































L'S.D.V. "Deep Shadow" di Cabi Cattaneo



La società italiana CABI Cattaneo ha di recente presentato ai “media” il Deep Shadow, un veicolo trasporto nuotatori che può trasportare fino a 6 incursori subacquei per condurre diverse tipologie di operazioni segrete e clandestine. 
La flessibilità intrinseca del veicolo permette di essere equipaggiato con sistemi modulari o di carico utile per soddisfare qualsiasi esigenza di missione.
Il Deep Shadow può essere dispiegato da una piattaforma di superficie o sottomarina e può operare giorno e notte grazie ad una suite completa di sensori avanzati. E’ gestito da 2 piloti, può trasportare 4 subacquei da combattimento completamente equipaggiati. Lo spazio disponibile può essere facilmente riorganizzato per trasportare l'equipaggiamento specifico della missione.
Il Deep Shadow è lungo 9 m, ha un'altezza totale di 1,80 m e un fascio di 1,45. Può resistere fino a 100 metri quando è attaccato ad un sottomarino, e può arrivare fino a 46 NM 5 nodi e può raggiungere velocità fino a 8+ nodi.

Può implementare dispositivi remoti non presidiati per aumentare la gamma di capacità. 
  • Alcuni dei profili di missione del Deep Shadow:
  • 
Operazioni coperte di forze speciali e attrezzature in un ambiente litorale;
  • Sorveglianza e ricognizione di strutture e infrastrutture offshore;
  • Operazioni di contrasto al terrorismo e alla pirateria;
  • Operazioni di contromisure contro le mine;
  • Protezione marittima.

Il Deep Shadow è il risultato di avanzate conoscenze ed esperienze nel campo della propulsione elettrica e dell'integrazione di sistemi. E' costruito con un solido corpo in composito con boccaporti di manutenzione per garantire leggerezza e facilità di manutenzione; ha un cockpit integrato con una suite di sensori all'avanguardia e un'interfaccia uomo-macchina di facile utilizzo che fornisce consapevolezza tattica e operativa. E’ dotato di un autopilota e di un sistema di navigazione che consente un governo subacqueo sicuro e preciso. La propulsione elettrica ad alta efficienza alimentata da batterie agli ioni di litio garantisce velocità, resistenza e affidabilità. 
Le comunicazioni di superficie e subacquee possono essere installate in base alle esigenze operative del cliente.
Una forma avanzata e materiali innovativi formano un profilo discreto che riduce al minimo la possibilità di rilevamento. Un sistema di respirazione integrato può sostenere i subacquei durante le navigazioni a lungo raggio. I propulsori verticali e orizzontali opzionali aumentano la manovrabilità dell'SDV.
Flessibilità e modularità permettono di riorganizzare lo spazio interno per il trasporto di diverse attrezzature di missione subacquea. 
Contenitori esterni possono essere montati su entrambi i lati dell'SDV per aumentarne la capacità di carico utile. 
Un montante manuale o pneumatico può essere personalizzato per soddisfare specifiche esigenze operative quali sistemi di posizionamento e comunicazione o carico utile stabilizzato otticamente. 
L’SDV Deep Shadow può essere trasportato all'interno di container ISO standard da 40 piedi o dispiegato da una piattaforma di superficie, utilizzando gru, moon-pool o banchina; può anche operare da un sottomarino o reso trasportabile per via aerea.

(Web, Google, Wikipedia, Covert Shores, You Tube)