La nuova L.H.D. cinese type 075 classe Yushen ha preso fuoco mentre era in allestimento nel cantiere navale di Hudong-Zhonghua a Shanghai.
La Type 075 (codice NATO classe Yushen) è una nave d'assalto anfibio cinese di nuova generazione e molto più grande di navi simili costruite in precedenza per la Marina Militare cinese PLA e molto simile alle navi d’assalto anfibio elicotteristiche della U.S. Navy classe America.
Secondo le foto e i video pubblicati sui social media, è scoppiato un incendio mentre i saldatori stavano lavorando durante il processo di costruzione. Dal ponte di un ascensore si è notato un evidente e denso pennacchio di fumo nero.
La portaerei d'assalto Type-075 disloca oltre 40.000 ton, è lunga circa 250 m e larga 30.
La classe Yushen è stata progettata per dare alla marina cinese la possibilità di elitrasporto anfibio, per attaccare navi militari, forze di terra o sottomarini ostili.
Le navi saranno anche in grado di dispiegare mezzi da sbarco e truppe, oltre alle operazioni di comando e controllo di forze anfibie.
La classe Type 075, è una nuova classe di Landing Helicopter Dock (navi d'assalto anfibio) in via di sviluppo per la Marina militare cinese.
Storia
Già a partire dal 2011 fu avviato un programma per un'unità da assalto anfibio portaelicotteri da 40.000 tonnellate. Tale programma denominato Type 075 prevedeva delle grandi unità multiruolo d'assalto anfibio dello stesso tipo delle LHD della classe Wasp della US Navy. La costruzione della prima unità (ancora senza nome e numero identificativo) fu assegnata al CSSC (China State Shipbuilding Corporation), presso il cantiere di Hudong-Zhonghua a (Shanghai). La prima unità è stata costruita in tempi record, infatti é trascorso meno di un anno dal taglio della prima lamiera (fine 2017) al varo, avvenuto il 25 settembre 2019. Una volta completato l'allestimento, si prevede che l'unità debba iniziare le prime prove in mare nella primavera del 2020. Peraltro una seconda unità gemella risulta già in costruzione negli stessi cantieri Hudong-Zhonghua, come confermano immagini satellitari commerciali catturate il 17 agosto 2019. Una volta operativa, la Type 075 andrà a rafforzare sensibilmente le capacità anfibie della Marina Cinese, che prima della costruzione di questa nuova classe di navi si basava esclusivamente su 5 LPD Type 071 classe Yuzhao da 25.000 tonnellate. L'11 aprile 2020, durante i lavori di allestimento, la nave è stata interessata da un incendio a bordo l'11 aprile durante i lavori di allestimento. Le fotografie diffuse dai media hanno mostrato un forte fumo nero che avvolgeva la sovrastruttura dell'isola e fuoriusciva il portellone di poppa della nave. L'incidente è stato confermato dalle autorità, le quali, però, hanno minimizzato l'accaduto dichiarando che l'incendio era stato messo subito sotto controllo ed è stato spento rapidamente.
Caratteristiche
Lunga 250 metri e larga 30, con un dislocamento stimato tra le 36.000 e 40.000 tonnellate a pieno carico, essa è dotata di un bacino allagabile collegato al mare mediante un grande portellone poppiero, dal quale possono essere rilasciati mezzi anfibi e veicoli a cuscino d'aria. L'isola, abbastanza ampia, è dotata di due alberature, mentre non risulta la presenza di antenne radar phased array fisse incorporate nella struttura, del resto non indispensabili a bordo di un'unità anfibia dove non sono presenti importanti sistemi missilistici. Il ponte di volo è collegato all'hangar sottostante da due ascensori, uno più grande sulla destra di fronte all'isola, e uno più piccolo a poppa. La nave dovrebbe essere in grado di ospitare circa 30 tra elicotteri da trasporto e da combattimento, 6/8 hovercraft LCAC Type 726 classe Yuyi (allogiabili nel bacino allagabile) e circa 1200 marines.
Propulsione
L'apparato propulsivo dovrebbe essere diesel, e basato su motori 16PC2-6B con una potenza di 9.000 Kw.
Armamento
L'armamento, esclusivamente difensivo, dovrebbe consistere in due sistemi per la difesa di punto CIWS HPJ-11/Type 730 a 11 canne da 30mm (uno dei due situato a babordo a mezza nave) e da una coppia di sistemi antiaerei a corto raggio per missili HHQ-10 (equivalenti del RIM-116 RAM statunitense), dotati di doppio sistema di guida radar passivo e infrarosso.
Unità in costruzione o in allestimento: 3 (una in allestimento, una in costruzione ed una in progetto).
ENGLISH
The first Chinese Type 075 landing helicopter dock caught fire while in the dock at the Hudong-Zhonghua Shipyard in Shanghai.
The Type 075 (NATO reporting name Yushen-class landing helicopter assault) is a new generation of Chinese amphibious assault vessel and far larger than similar ships previously constructed for the PLA Navy and very similar to the U.S. Navy’s America Class landing helicopter assault ships.
According to released photos and video on social media, a fire broke out as welders were working during the construction process. A thick plume of black smoke was seen from the well deck.
The Type-075 assault carrier is around 895 feet long and 141 feet across.
The Type 075 designed to give the Chinese navy the ability to launch various types of helicopters to attack naval vessels, enemy ground forces or submarines. The vessels will also be able to deploy landing craft and troops, plus house command and control operations.
The Type 075 class, is a new class of Landing Helicopter Dock (amphibious assault ships) under development for the Chinese Navy.
History
As early as 2011, a program for a 40,000-ton amphibious helicopter carrier assault unit was launched. This programme called Type 075 included large multi-purpose amphibious assault units of the same type as the US Navy Wasp-class LHDs. The construction of the first unit (still without name and identification number) was assigned to CSSC (China State Shipbuilding Corporation), at the Hudong-Zhonghua shipyard in Shanghai. The first unit was built in record time, in fact it was less than a year from the cutting of the first sheet metal (end of 2017) to its launch on September 25, 2019. Once the equipment is complete, the unit is expected to start its first sea trials in spring 2020. Moreover, a second sister unit is already under construction at the Hudong-Zhonghua yards, as confirmed by commercial satellite images captured on 17 August 2019. Once operational, the Type 075 will significantly increase the amphibious capacity of the Chinese Navy, which before the construction of this new class of ships was based exclusively on 5 LPD Type 071 Yuzhao class 25,000 tonnes. The ship was affected by a fire on board on 11 April 2020 during outfitting work. Photographs in the media showed strong black smoke enveloping the island's superstructure and escaping the ship's stern hatch. The accident was confirmed by the authorities, but they minimized the incident by declaring that the fire had been put under control immediately and was quickly extinguished.
Features
250 metres long and 30 metres wide, with an estimated displacement of between 36,000 and 40,000 tonnes when fully loaded, it is equipped with a floodable basin connected to the sea by a large aft hatch, from which amphibious and air cushion vehicles can be released. The island, quite large, is equipped with two masts, while there are no fixed phased array radar antennas incorporated in the structure, which are not indispensable on board an amphibious unit where there are no important missile systems. The flight deck is connected to the hangar below by two elevators, a larger one on the right in front of the island, and a smaller one aft. The ship should be able to accommodate about 30 transport and combat helicopters, 6/8 hovercraft LCAC Type 726 class Yuyi (floodable dock) and about 1200 marines.
Propulsion
The propulsion system should be diesel, and based on 16PC2-6B engines with an output of 9,000 Kw.
Armament
The armament, exclusively defensive, should consist of two 11-bore, 30mm, 11-bore, 11-bore, 11mm CIWS point defence systems (one of the two located on the port half-ship) and a pair of short-range anti-aircraft systems for HHQ-10 missiles (equivalent to the US RIM-116 RAM), equipped with dual passive and infrared radar guidance systems.
Il VULCANO - A 5335 è un'unità navale ausiliaria per il supporto logistico (LSS - logistic support ship) attualmente in fase di allestimento per la Marina Militare presso il cantiere navale Fincantieri di La Spezia. Il progetto della nave è stato inserito fra i programmi dell'OCCAR.
Storia
Il troncone di prora dell'unità è stato impostato il 13 ottobre 2016 e successivamente varato sullo scalo di alaggio dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia (NA) il 10 aprile 2017, alla presenza del capo di stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Valter Girardelli, e del ministro della difesa Roberta Pinotti; mentre i due tronconi poppieri sono stati costruiti nello stabilimento di Riva Trigoso (Genova). Il varo dello scafo completo è avvenuto il 22 giugno 2018 nello stabilimento di Muggiano (La Spezia ).
Nella notte del 22 luglio 2018, verso le 10:00 di sera, presso il cantiere navale del Muggiano, un incendio è divampato nella sovrastruttura della nave coinvolgendo soprattutto la plancia di comando. Il giorno seguente Nave Vulcano è stata poi posta sotto sequestro dell'autorità giudiziarie. A seguito dell'evento la consegna dell'unità alla Marina Militare, originariamente prevista per il mese di settembre 2019, è stata posticipata di 12 mesi per permettere il ripristino di tutte le aree e le apparecchiature già installate che sono state coinvolte.
Caratteristiche
La nave, destinata a sostituire le unità della classe Stromboli, in servizio dalla fine degli anni settanta e prossime al termine della loro vita operativa, è lunga 193 metri e potrà assicurare il supporto logistico per un periodo considerevole ad un gruppo navale composto da 4/5 unità maggiori, essendo in grado di trasportare carburante, olio lubrificante, munizioni, cibo e acqua, medicinali e altri materiali per condurre operazioni di rifornimento in mare, assistenza tecnica per attività manutentive di secondo e terzo livello oltre che assistenza medica.
L'apparato motore è del tipo CODLAD (COmbined Diesel eLectric And Diesel), con due motori elettrici Magneti Marelli da 1,5 MW ciascuno che consentiranno all'unità una velocità fino a 10 nodi, mentre per velocità superiori i motori termici principali 2 motori Diesel MAN 20V32/44CR, da 24 MW, potranno essere utilizzati in parallelo a quelli elettrici, consentendo così all’unità di raggiungere una velocità massima di 20 nodi.
L’unità è dotata di 4 stazioni di rifornimento (2 per ogni lato) in grado di erogare gasolio navale e JP5, oltre che una stazione poppiera per il solo gasolio navale.
GLI IMPIANTI COMPUTERIZZATI DI PIATTAFORMA
Nave Vulcano conferma l'eccellenza dei prodotti italiani e l'elevata professionalità, competenza, capacità e preparazione della nostra industria manifatturiera strategica.
E’ lunga 192 metri e raggiunge i 20 nodi di velocità. L’unità è caratterizzata da un altissimo livello di innovazione che la rende estremamente flessibile operativamente e con un alto grado di efficienza; presenta un doppio profilo di impiego:
quello tipicamente militare e quello a favore della collettività per operazioni di protezione civile;
avrà un basso impatto ambientale, con l’utilizzo di avanzati sistemi di propulsione ausiliari elettrici.
Nave Vulcano contribuirà ad estendere la capacità di proiezione del nostro strumento militare, attraverso caratteristiche di versatilità strategica e flessibilità operativa a vantaggio delle formazioni navali impegnate nei contesti operativi internazionali.
La nuova LSS sarà dotata anche di capacità ospedaliera e sanitaria grazie alla presenza di un ospedale completamente attrezzato, con sale chirurgiche, radiologia e analisi, gabinetto dentistico, e zona degenza in grado di ricevere fino a 17 ricoverati gravi.
Nave Vulcano sarà in grado di coniugare capacità di trasporto e trasferimento ad altre unità navali di gasolio, combustibile avio, acqua dolce e parti di rispetto, viveri e munizioni e di effettuare in mare operazioni di riparazione e manutenzione a favore di altre unità della flotta. I sistemi di difesa saranno limitati alla capacità di comando e controllo in scenari tattici, alle comunicazioni e ai sistemi di difesa dissuasivi. Sarà in grado di imbarcare anche sistemi di difesa più complessi e diventare una piattaforma per sistemi di intelligence e guerra elettronica ECM ed ECCM.
La CMS (Combat Management System) di SEASTEMA
Per NAVE VULCANO, per la prima volta una nave logistica di supporto alla flotta sarà equipaggiata di un impianto di automazione denominato SMS (Ship Management System) con un’interfaccia con il CMS (Combat Management System).
Lo Ship Management System costituisce un’evoluzione del precedente Integrated Platform Management System (IPMS) caratterizzato dall’aggiunta di ulteriori altre funzionalità. La società partecipata di Fincantieri SEASTEMA fornirà tutta la componente relativa all’automazione per i Pattugliatori Polivalenti d’Altura, per l’unità LHD TRIESTE e per la LSS VULCANO. Per quest’ultima classe di unità SEASTEMA si occupa dei sistemi e degli apparati di comunicazione in fonia e di quelli di diffusione di allarme tramite gli altoparlanti di bordo. Nel caso delle unità della Legge Navale, la società ha scelto una netta separazione tra le 2 reti: quella non classificata di automazione e quella classificata del CMS, che possono dialogare solo in maniera unidirezionale passando attraverso un apposito firewall.
Il sistema (integrato) di automazione della piattaforma Ship managament system - SMS, è rappresentato dalla suite SeasNavy della società Seastema di Fincantieri che utilizza una piattaforma software di nuova generazione denominata MPEV. Quest’ultima ha funzionalità multi-touch simili a quelle utilizzate sugli smartphone:
gesture,
pinch to zoom,
panning, zoom delle pagine video, con mantenimento delle proprietà dinamiche degli oggetti, utile per rappresentare impianti distribuiti come sentine, impianti acque, carburante ecc.,
potenziamento della funzionalità di auto-diagnostica della infrastruttura dell’impianto,
implementazione di un primo livello di Cyber security inclusa nel pacchetto, fra le altre capacità.
L’SMS utilizza ben otto console di comando e controllo realizzate da Seastema e distribuite in vari locali operativi; implementa anche funzionalità di plancia integrata per l’interoperabilità tra l’impianto di automazione e impianto di navigazione. Comprende inoltre, oltre agli usuali moduli di controllo della propulsione, della centrale elettrica, dei servizi scafo e della sicurezza, anche moduli di supporto delle decisioni per l’operatore quali:
OCMS (On-Condition Monitoring System) per la verifica dello stato di salute dei macchinari,
EMS (Energy Managament System) per la gestione dell’efficienza energetica,
OBTS (On-Board Training System) per l’addestramento a bordo dell’equipaggio con l’utilizzo delle stesse consolle operative e tramite modelli di simulazione completamente sviluppati da Seastema.
Seastema fornisce anche le comunicazioni interne non classificate ed il sistema di autopilota evoluto. Ha altresì progettato e fornisce una innovativa console di plancia o Integrated Bridge System Console (IBSC), con layout innovativo ed ergonomico, in cui sono integrate due stazioni operatore multifunzionali ciascuna a doppio monitor e un Conning Display che sono parte dell’SMS, una postazione del Command Management System (CMS) e due postazioni per la gestione delle telecamere ad infrarosso per ausilio alla navigazione.
La medesima console comprende anche la postazione di timoneria convenzionale: in essa sono integrati ulteriori apparati di progettazione e fornitura Seastema per la gestione integrata del sistema di propulsione.
La stessa società fornisce alla M.M. le leve di comando combinato di tipo innovativo, la strumentazione analogica virtualizzata ed un insieme di pannelli armonizzati per la gestione dei principali sistemi di bordo controllabili da plancia. Le due suddette postazioni multifunzionali di plancia dell’SMS costituiscono di fatto l’interfaccia operatore del sistema di plancia integrato (IBS) realizzato attraverso una infrastruttura hardware/software in cui sono integrati sia gli applicativi di gestione del sistema di automazione di piattaforma che gli applicativi di ausilio alla navigazione (ARPA, ECDIS) di fornitura GEM Elettronica.
GEM ELETTRONICA di San Benedetto del Tronto produce un pacchetto di sensori e sistemi per la navigazione che comprende:
due radar GEM Elettronica Gemini in doppia banda X/Ka MM/SPN-760;
due piattaforme AHRS/INS a fibre ottiche SURF-100.
Il ponte di plancia di Nave Vulcano si caratterizza per una struttura ovale con visione a 360 gradi che sporge verso prua ed oltre le fiancate della nave, con ampia vetratura come le navi passeggeri e s’interfaccia fisicamente con la centrale operativa di combattimento (COC) posta sullo stesso ponte alle spalle della plancia integrata.
LA CENTRALE OPERATIVA DI COMBATTIMENTO
La COC ospita il Command Management System (CMS) di nuova generazione derivato ma meno prestante di quelli installati sui Paolo Thaon Di Revel e sulla LHD TRIESTE.
Quest’ultimo C.M.S. è sviluppato e fornito dalla Divisione elettronica per la difesa terrestre e navale di Leonardo; avrà otto postazioni operatore in COC, che gestiranno un pacchetto di sensori, sistemi elettronici e d’arma comprendente in aggiunta ai sensori radar di navigazione:
un radar HASR-100 per il controllo del traffico aereo ed appontaggio di nuova realizzazione sempre fornito da GEM Elettronica,
un pacchetto per la sorveglianza aeronavale con radar MM/SPS-794 (RAN-21S) (fornitura MM),
un sistema IR/elettro-ottico di sorveglianza integrato con due torrette Janus fornito da Leonardo,
un sistema non letale con due apparati di sorveglianza e dissuasione acustica e ottica MASS (Multirole Acoustic Stabilized System) Sitep Italia anch’esso integrato con il CMS,
un sistema integrato fornito da Leonardo per le comunicazioni ed identificazione derivato da quello per PPA ed LHD in varie bande,
SATCOM commerciali e militari, datalink Link ed IFF.
A questi s’aggiunge un sonar anticollisione ed antimine (OAS) e una suite di protezione contro incursori subacquei con sonar omnidirezionale filabile, anch’essi di Leonardo-Finmeccanica.
ENGLISH
The VULCANO - A 5335 is an auxiliary naval vessel for logistic support ship (LSS - logistic support ship) currently under construction for the Navy at the Fincantieri shipyard in La Spezia. The ship's design has been included among OCCAR's programmes.
History
The bow section of the vessel was laid out on 13 October 2016 and subsequently launched at the slipway of the Fincantieri shipyard in Castellammare di Stabia (NA) on 10 April 2017, in the presence of the Navy's Chief of Staff, Admiral Valter Girardelli, and Defence Minister Roberta Pinotti; while the two stern sections were built at the Riva Trigoso (Genoa) shipyard. The complete hull was launched on 22 June 2018 at the Muggiano (La Spezia) shipyard.
On the night of 22 July 2018, around 10:00 in the evening, at the Muggiano shipyard, a fire broke out in the superstructure of the ship, mainly involving the command bridge. The following day Nave Vulcano was then seized by the judicial authorities. Following the event, the delivery of the vessel to the Navy, originally scheduled for September 2019, was postponed by 12 months to allow the restoration of all the areas and equipment already installed that were involved.
Features
The ship, destined to replace the Stromboli class units, in service since the end of the seventies and nearing the end of their operational life, is 193 metres long and will be able to provide logistic support for a considerable period of time to a naval group of 4/5 larger units, being able to carry fuel, lubricating oil, ammunition, food and water, medicines and other materials to carry out sea refuelling operations, technical assistance for second and third level maintenance activities as well as medical assistance.
The engine equipment is of the CODLAD (COmbined Diesel eLectric And Diesel) type, with two Magneti Marelli electric engines of 1.5 MW each that will allow the unit to reach a speed of up to 10 knots, while for higher speeds the main thermal engines 2 MAN 20V32/44CR Diesel engines, of 24 MW, can be used in parallel with the electric ones, thus allowing the unit to reach a maximum speed of 20 knots.
The unit is equipped with 4 filling stations (2 on each side) capable of delivering marine diesel and JP5, as well as an aft station for marine diesel only.
THE COMPUTERIZED PLATFORM SYSTEMS
Nave Vulcano confirms the excellence of Italian products and the high professionalism, competence, skills and preparation of our strategic manufacturing industry.
It is 192 meters long and reaches a speed of 20 knots. The unit is characterized by a very high level of innovation that makes it extremely flexible operationally and with a high degree of efficiency; it has a dual profile of use: typically military and community for civil protection operations; it will have a low environmental impact, with the use of advanced electric auxiliary propulsion systems.
Vulcano Ship will contribute to extend the projection capacity of our military instrument, through strategic versatility and operational flexibility to the benefit of naval formations engaged in international operations.
The new LSS will also be equipped with hospital and health care capabilities thanks to the presence of a fully equipped hospital, with surgical, radiology and analysis rooms, dental office, and an inpatient area capable of receiving up to 17 seriously hospitalized patients.
Ship Vulcano will be able to combine transport capacity and transfer to other naval units of diesel oil, aviation fuel, fresh water and parts of respect, food and ammunition and to carry out repair and maintenance operations at sea for the benefit of other units in the fleet. Defence systems will be limited to command and control capabilities in tactical scenarios, communications and deterrent defence systems. It will also be able to take on more complex defence systems and become a platform for ECM and ECCM intelligence and electronic warfare systems.
The CMS (Combat Management System) of SEASTEMA
For NAVE VULCANO, for the first time a logistics vessel supporting the fleet will be equipped with an automation system called SMS (Ship Management System) with an interface with the CMS (Combat Management System).
The Ship Management System is an evolution of the previous Integrated Platform Management System (IPMS) characterized by the addition of additional features. The Fincantieri subsidiary SEASTEMA will supply all the automation components for the Multipurpose Deep-sea Patrolers, the LHD TRIESTE unit and the LSS VULCANO. For the latter class of units SEASTEMA will take care of the voice communication systems and equipment and those for alarm diffusion via on-board loudspeakers. In the case of the Naval Law units, the company has chosen a clear separation between the 2 networks: the unclassified automation network and the classified CMS network, which can communicate only in a unidirectional way passing through a special firewall.
The (integrated) automation system of the Ship managament system - SMS platform is represented by the SeasNavy suite of Fincantieri's Seastema company, which uses a new generation software platform called MPEV. The latter has multi-touch functionality similar to that used on smartphones:
gestures,
pinch to zoom,
panning, zoom of the video pages, with maintenance of the dynamic properties of the objects, useful to represent distributed systems such as bilges, water systems, fuel, etc.,
enhancement of the self-diagnostic functionality of the plant infrastructure,
implementation of a first layer of Cyber security included in the package, among other capabilities.
The SMS uses no less than eight command and control consoles built by Seastema and distributed in various operating rooms; it also implements integrated dashboard functionality for interoperability between the automation system and the navigation system. It also includes, in addition to the usual propulsion, power plant, hull services and safety control modules, decision support modules for the operator such as:
OCMS (On-Condition Monitoring System) for checking the state of health of the machinery,
EMS (Energy Management System) for energy efficiency management,
OBTS (On-Board Training System) for on-board training of the crew using the same operational consoles and through simulation models completely developed by Seastema.
SEASNAVY™ IS SEASTEMA’S SOLUTION FOR THE MANAGEMENT OF ALL PLATFORM SUB-SYSTEMS IN A STATE-OF-THE-ART INTEGRATED CONTROL AND SUPERVISION ENVIRONMENT, SPECIFICALLY DEVISED FOR NAVAL VESSELS.
Which provides Control & Monitoring for all the platform systems of a Naval vessel. The IPMS embeds the know-how and practical experience of SEASTEMA on naval automation gained through supplying systems for the Italian and other foreign navies. The SEASNavy™ IPMS is a suite of Control & Monitoring modules, the core of the system being composed of the following.
MAIN FEATURES
MCAS performs remote control and monitoring of the propulsion system and its auxiliaries; the core of MCAS is the Propulsion Control System (PCS), which manages complex naval propulsion configurations based on SEASTEMA’s know-how in the control of combined propulsion systems with Gas Turbine, Electric and/or Diesel Engine.
To optimize PCS design for such complex configurations, SEASTEMA performs Dynamic Response Analysis using SIL/HIL simulation models. EPCAMS performs control and monitoring of the main power plant and manages the power distribution through the Power Management System (PMS) sub-module. ASCS performs control and monitoring of the Auxiliary Systems, Hull Services and Safety Systems. The modular architecture of the system allows customizing the automation system according to the specific operational requirements of the naval operator. In particular the following automation sub-systems can be added to IPMS to provide a complete ship management solution. BDCS supports the Damage Control Operator in the management of vessel safety, with special reference to emergency situations. In particular, it:
graphically presents to the operator a synthetic view of the status of the safety systems, filtering out the cluttering information and allowing to add manual information with the Electronic Incident Board (EIB) function;
assists the operator in the implementation of the mitigation actions through static and dynamic kill-cards, customized according to the ship operational requirements.
BDCS generally includes the On-Board Stability Software (OBSS), a sub-system assisting the operator in the management of vessel safety regarding ship stability, both in normal (intact) and emergency (damage) situations.
ICAS has the primary scope to support maintenance operations onboard by assessing the heat status of critical equipment, in particular the Propulsion Plant and the Power Plant, through continuous performance data monitoring, collection, storage and trend analysis. It is able to perform on-line diagnostics of complex machinery by benchmarking actual performance with expected (baseline) performance and combining process and vibration data by means of radar-charts. It further has a prognostic capability by projecting the results of the diagnostic analysis forward in time to predict machinery health status in the near-future. OBTS provides a HW replica of the IPMS work-stations and a SW replica of the IPMS control systems in order to train onboard the IPMS operators in a safe virtual environment which reproduces the real control functions without interacting with the real systems. SEASTEMA also provides a bridge solution between IPMS and the on-shore logistic/ training centers of the naval operator. In particular on-board ICAS and OBTS have their on-shore counterparts, namely:
LBTS (Land-Based Training System)
SEASNavy™ is able to offer naval Integrated Bridge System (IBS) solutions, which allow integrated monitoring and control functions of Platform and Navigation systems from its own Multi-Functional workstations, through integration of third-party navigation systems but also by providing proprietary systems such as its latest, proprietary autopilot SEASPilot™, which was delivered to the latest units of the Italian Navy.
(Web, Google, Marina.difesa, Rid, AnalisiDifesa, Wikipedia, G.Arra, You Tube)
Ermanno Bazzocchi (Tradate, 27 marzo 1914 – Tradate, 7 luglio 2005) è stato un ingegnere, dirigente d'azienda e politico italiano, che lavorò principalmente presso l'Aeronautica Macchi di Varese dove progettò vari modelli di aerei, come l'MB.308, l'MB-323, l'MB-326 e l'MB-339.
Biografia
Nato a Tradate il 27 marzo 1914, conseguì la laurea in ingegneria meccanica con il massimo dei voti e la lode presso il Politecnico di Milano nel 1938. Durante il corso di studi ottenne il brevetto di pilota di aliante, e progettò e realizzò l'aliante EB-1 "Littore", che gli consentì di vincere i Littoriali della Cultura del 1936.
Dopo aver conseguito il brevetto di pilota civile di 2° grado prestò servizio militare presso il Genio Aeronautico e partecipò al progetto relativo al velivolo PM.
Nel corso del 1941 venne assunto dalla Aeronautica Macchi di Varese dove progettò vari modelli di aerei, il più famoso dei quali è stato l'MB.308, un piccolo aereo da turismo detto "Macchino" (1947).
A lui si devono anche i progetti degli addestratori MB-323, MB-326 e MB-339 (Bazzocchi è la B della sigla), l'ultimo poi adottato dalla pattuglia acrobatica nazionale. Inoltre progettò anche il velivolo da trasporto executive a sei posti MB-320 e mezzi di trasporto su strada come il Macchi MB1 che riscosse un enorme successo.
Divenuto Direttore Tecnico e poi Direttore Centrale della Macchi, ricoprì poi anche l'incarico di Amministratore delegato e si ritirò a vita privata, dedicandosi ad alcune collaborazioni con il Politecnico di Milano e con l'Università di Bologna, sede di Forlì: a seguito di ciò, infatti, la Facoltà d'Ingegneria di questa città il 17 febbraio 2005, gli ha conferito la laurea in ingegneria aerospaziale ad honorem. Bazzocchi è stato socio dell'Associazione Italiana di Aeronautica ed Astronautica (AIDAA), dell'Associazione italiana di Aerotecnica Aerospaziale, dell'Associazione Francese di Ingegneri e Tecnici Aeronautici, dell'Associazione tecnica dell'Automobile, della Royal Aeronautical Society, della Society for Experimental Stress Analysis (S.E.S.A.).
L'Aeronautica militare lo nominò perito per l'analisi delle circostanze che portarono alla Strage di Ustica, ed egli propese per la presenza di una bomba a bordo del DC-9 precipitato al largo della Sicilia; la sua valutazione venne respinta dagli inquirenti nel 1994. Si spense a Tradate il 7 luglio 2005.
Aerei progettati:
Aermacchi MB.308
Aermacchi MB.310
Aermacchi MB.311
Aermacchi MB.312
Aermacchi MB.314
Aermacchi MB-320
Aermacchi MB.323
Aermacchi MB.324
Aermacchi MB-326
Aermacchi MB-329
Aermacchi MB.330
Aermacchi MB-339
Aermacchi MB-346
Aermacchi ATX 2 - Aereo d’addestramento supersonico Aermacchi? PTS 2000? Prima dell'M-346 e del Mako? Sul sito “Secret Project” è riferita la notizia che, dopo che Aeronautica Militare scelse il progetto dell'MB-339 per un addestratore avanzato (l'altro era l'MB-338 più interessante), Bazzocchi iniziò a pensare ad un successore. Nel 1985 progettò l'AT-X2, un delta canard con prese d’aria laterali. Riconoscendo il potenziale del velivolo, Bazzocchi lo fece evolvere nel 1986 in un addestratore supersonico avanzato (un nuovo Talon) l'AT-X2A, prima con ala centrale e prese d’aria laterali; poi, esplorando un'ala bassa, configurazione di presa ventrale (un piccolo EFA? o EAP?). Infine, nel 1987, la configurazione ritornò all'ala centrale, con prese d’aria laterali, denominato ATX. Tutti questi progetti erano configurazioni canard. Questi progetti furono congelati per mancanza di interesse da parte dell’A.M.. Alla fine degli anni '80 la Aermacchi stipulò un accordo con la Dornier per sviluppare un addestratore avanzato per le forze aeree europee, in grado di fondere in un unico velivolo la fase avanzata e quella pre-operativa: era il PTS-2000, un'evoluzione dell’ATX, meno l’aletta canard e con un'ala più grande. L’Ing.Bazzocchi si ritirò a fine anni ’90.
Perdere una guerra mondiale non fa mai bene
Ma per alcune categorie è una iattura. Prendiamo gli ingegneri aeronautici. In Italia ne abbiamo avuti di grandi. Trascorsa però l’epopea del ventennio, con l’aeroplano strumento di propaganda, i tempi si sono fatti duri. Un’intera generazione di «giovani», nati tra il 1903 e il 1914, si è trovata, dopo l’armistizio, a progettare motocarri e trattori, Vespe e Lambrette. Eppure la loro è una storia interessante perché aldilà dei successi, che per qualcuno - a un certo punto - vennero, questi uomini sono gli ultimi rappresentanti di una specie che si è estinta. Gabrielli, Stefanutti, Zappata, Bazzocchi, sono alcuni dei nomi degli italiani con le ali. Giuseppe Gabrielli è il più famoso, anche perché ebbe la fortuna di lavorare alla Fiat. Ermanno Bazzocchi, il più giovane della lista, forse è stato il più bravo.
Nato cento anni fa a Tradate, cresciuto, maturato e diventato vecchio alla «piccola» Macchi (poi Aermacchi) di Varese, è riuscito a fare l’aeroplano di maggior successo della storia italiana. Con cinquanta persone in squadra contro le trecentocinquanta dei torinesi. Il suo capolavoro è un jet da addestramento del 1957, si chiama MB.326 ed è stato venduto in tutto il mondo. L’ultimo derivato di quel progetto, il 339, è ancora oggi l’aereo delle Frecce Tricolori. Negli anni Trenta, in Lombardia, l’aereo valeva quasi più di Internet. Da Caproni ad Agusta, da Macchi a Savoia-Marchetti la grande novità era partita dai prati della brughiera. Non è quindi strano che il ragazzo Bazzocchi passi le giornate a lanciare modellini di balsa e di tela e poi, studente al Politecnico, vinca i Littoriali con un suo un aliante, fatto con il compensato portato sulla schiena, in bicicletta, da Milano. Entrato alla Macchi nel 1941, si conquistò subito la fiducia degli amministratori sfornando idee brillanti anche in tempi di ristrettezze. Assunto per affiancare il mitico Castoldi, progettista dei migliori caccia italiani della guerra, Bazzocchi realizza il suo primo Macchi in un fienile, perché il trattato di pace proibisce di progettare e naturalmente di volare. Ma appena l’embargo cade, ecco pronto l’MB. 308, futuro banco scuola per gli aeroclub, preparato di nascosto, collaudato clandestinamente su un lago gelato e battezzato ufficialmente il 18 gennaio 1947, proprio il giorno della rimozione dei divieti. Nel frattempo il suo motocarro Macchitre, prodotto povero ma necessario, porta a spasso la mercanzia di fruttivendoli, carpentieri e saltimbanchi nell’Italia della ricostruzione. Un altro progetto del tempo è un bimotore d’affari ante litteram, talmente ante che se ne producono solo otto, anche grazie ad un mezzo boicottaggio della Fiat. Ma proprio su un MB.320, venduto in Kenya, viaggia la principessa Margaret, inseguita dai fotografi. Così il mondo si accorge che gli italiani sono ancora capaci di costruire aeroplani. Peccato che, in quegli anni, gli americani regalino i loro apparecchi, un po’ perché politicamente conviene, un po’ perché è scoppiata la pace e non sanno più dove metterli. L’appuntamento col destino è un concorso per l’Accademia aeronautica. Bazzocchi va oltre le richieste dell’Arma, immagina un addestratore «elementari-medie-liceo». È il famoso 326, che lui presenta personalmente, spesso accompagnato dall’ingegner Gianni Cattaneo, in una frenetica attività di promozione, dall’Australia al Ghana, dal Sud Africa al Brasile, all’Argentina. Ottocento esemplari venduti o costruiti in loco, decine di viaggi da cui il progettista-venditore torna sorridente, anche perché ha lasciato al palo i francesi e gli inglesi. Ricorda l’ingegner Giulio Cesare Valdonio, dal 1961 nell’ufficio tecnico accanto a Bazzocchi: «Partirono per il Sud Africa in classe economica, con due valigioni di diapositive e manuali, ed iniziò una spola martellante con Johannesburg. Il risultato fu l’incredibile ordine di 234 aeroplani, da realizzare su licenza in una nuova fabbrica. Bazzocchi convinse Foresio ad offrire alla Fiat la costruzione della fabbrica, ma la ditta torinese rispose che avrebbe partecipato solo se si fosse fabbricato un velivolo Fiat. E così il contratto per la fabbrica finì sciaguratamente ai francesi della Sud Aviation». L’ultimo progetto è storia contemporanea: con una nuova cabina, un reattore più potente e l’elettronica del duemila è arrivato l’ MB.339, che ci commuove con le sue scie tricolori alla festa della Repubblica. Ermanno Bazzocchi, il progettista che non mollava mai, se n’è andato nel 2005. La sua azienda è diventata uno dei tanti pezzi di Finmeccanica. Gli aeroplani, quando ancora nascono, hanno molti padri. Di certo, dicono gli uomini che l’hanno conosciuto bene, nulla di questa storia, oggi, sarebbe più possibile.
LA LAUREA AD HONOREM
Il 17 febbraio 2005 la seconda Facoltà di Ingegneria ha conferito la laurea ad honorem in ingegneria aerospaziale all'ingegner Ermanno Bazzocchi, fecondo progettista e brillante teorico, famoso per la purezza delle sue linee. "L'uomo che al termine della seconda guerra mondiale fu chiamato a sostituire l'ing. Mario Castoldi, uno dei mostri sacri della nostra industria aeronautica, e a raccogliere un'eredità sotto tanti aspetti così pesante e impegnativa in un momento di pesantissima crisi, fu l'ingegner Ermanno Bazzocchi, un giovane che non solo si dimostrò degno del grande predecessore, ma seppe affermarsi con idee proprie e con ottimi progetti personali, adatti ai tempi nuovi che stavano sopraggiungendo”. Sono queste le parole d'apertura del documento che ha motivato il conferimento della laurea ad honorem. Un riconoscimento che è stato conferito dal prof. Franco Persiani, Preside della Facoltà, e dal Rettore, Pier Ugo Calzolari, presso l'Aula Magna Salvatore a Forlì. Bazzocchi fu subito attratto dal mondo dell'aviazione, conseguendo a soli 19 anni il brevetto di pilota di aliante. Poi, laureatosi a pieni voti al Politecnico di Milano, avviò una feconda carriera da progettista, disegnando decine di velivoli, accomunati dalla purezza delle linee aerodinamiche, dalla semplicità delle soluzioni tecniche e dall'economicità della realizzazione. Bazzocchi, comunque, non fu contraddistinto solo da doti progettuali, ma anche da brillanti intuizioni teoriche che gli consentirono di precorrere i tempi negli studi sulla vite. Entrato in Macchi nel 1941, con alle spalle già diversi progetti, Bazzocchi Divenne ben presto il direttore dell'azienda aeronautica, dando vita ad una lunga serie di velivoli tutti contraddistinti dalla sigla MB (M per Macchi e B per Bazzocchi) sino all'attuale MB339, velivolo da addestramento a getto che equipaggia la nostra aeronautica militare e la pattuglia nazionale acrobatica Frecce Tricolori. Ma la fama mondiale di Bazzocchi è legata anche a numerosi velivoli idrocorsa (settore in cui l'aeronautica italiana e' considerata leader) detenendo il record mondiale di velocita', ed a due velivoli d'addestramento, l'MB 308 e l'MB 326, adottati in centinaia di esemplari da numerose armi aeronautiche mondiali, sino all'ultimo MB339. Sessantanni di successi ininterrotti che hanno fatto la fama dello quanto geniale progettista. Nella sua 'lectio magistralis' Bazzocchi ha ripercorso la sua lunga carriera, che coincide in gran parte con la storia del volo in Italia. ''Ho iniziato a pensare al volo a nove anni - ha ricordato - quando vidi per la prima volta dal terrazzo di casa mia sfrecciare un aereo a bassa quota. Da allora è sempre stato il mio chiodo fisso’'. Ha voluto inoltre precisare che non gli interessano solo i progetti: ''Mi piace, e tanto, volare. Sono pilota con brevetto di secondo grado da oltre 40 anni e appena posso un 'voletto' me lo concedo ancora’'.
(Web, Google, Corriere, Almanews, Secretproject, Wikipedia, You Tube)