venerdì 26 agosto 2022

Regia Marina: Torpediniere classe Partenope (1880 - 1890)



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

…Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso del fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello, il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette di guardia, il suono delle erbe secche e delle pietre battute dal vento sulle rive del Tagliamento…


La classe Partenope era un gruppo di otto incrociatori siluri costruiti per la Regia Marina italiana negli anni dal 1880 al 1890. 
La classe comprendeva: 
  • Partenope, 
  • Minerva, 
  • Euridice, 
  • Urania, 
  • Iride, 
  • Aretusa, 
  • Caprera 
  • e Calatafimi. 
Unità navali basate sul progetto del precedente incrociatore Tripoli, la classe Partenope rappresentava un temporaneo abbraccio della Jeune École, che enfatizzava l'uso di navi armate di siluri a basso costo come mezzo per sconfiggere le molto più costose corazzate corazzate del giorno. Per svolgere il ruolo previsto, le navi erano armate con cinque o sei tubi lanciasiluri da 450 mm (17,7 pollici).
Le navi della classe prestarono principalmente servizio nella principale flotta italiana nel corso della loro carriera. Il loro tempo con la flotta è stato speso conducendo esercitazioni di addestramento, insieme a viaggi occasionali in paesi stranieri. Alla fine del 1900 Partenope e Minerva furono trasformate in posamine ed Euridice e Calatafimi furono vendute per rottame. Molte delle navi hanno assistito all'azione durante la guerra italo-turca del 1911-1912, conducendo principalmente bombardamenti costieri in Nord Africa e nella penisola arabica. Altre tre navi: Urania, Aretusa e Caprera - furono venduti nelle fasi successive della guerra o poco dopo. 
Partenope posò campi minati nel Mare Adriatico dopo che l'Italia entrò nella prima guerra mondiale nel 1915, e fu successivamente affondata da un sottomarino tedesco nel marzo 1918. Minerva e Iride sopravvissero alla guerra e furono vendute come rottame rispettivamente nel 1921 e nel 1920.

Progetto

Il progetto per la classe Partenope fu preparato dall'ispettore di ingegneria Carlo Vigna e si basava sul precedente incrociatore siluro Tripoli, la prima nave moderna del tipo costruita dall'Italia. Lo sviluppo degli incrociatori a siluro in Italia a metà degli anni ottanta dell'Ottocento rappresentò uno spostamento dall'enfasi sulle grandi navi capitali che erano state costruite nel decennio precedente e verso le idee della Jeune École, che enfatizzava i siluri piccoli e veloci -vascelli armati che potrebbero danneggiare o distruggere le corazzate molto più grandi a una frazione del costo.  
La classe Partenope fu seguita dalla classe Agordat, l'ultima classe di incrociatori siluri costruiti dall'Italia. 

Caratteristiche generali e macchinari

Le navi della classe Partenope: 
  • Erano lunghe 70 metri (230 piedi) tra le perpendicolari e 73,1 m (239 piedi 10 pollici) fuori tutto. 
  • avevano una larghezza di 8,22 m (27 piedi),
  • Avevano un pescaggio medio di 3,48 m (11 piedi 5 pollici), 
  • Dislocavano normalmente da 821 a 931 tonnellate lunghe (da 834 a 946  t ). 

I loro scafi erano in acciaio e avevano un arco di ariete. Le navi avevano un castello di prua che correva per il primo terzo della lunghezza delle navi, per poi scendere sul ponte principale che si estendeva per il resto della loro lunghezza. La torre di comando di pruafu eretto in cima al castello di prua e una torre di comando secondaria più piccola era situata più a poppa. Le navi avevano un equipaggio che variava da 96 a 121. 
Il loro sistema di propulsione consisteva in una coppia di motori a vapore orizzontali a tripla espansione, ciascuno dei quali azionava una singola elica a vite. Il vapore era fornito da quattro caldaie per locomotive a carbone che erano disposte in due imbuti ampiamente distanziati. Inizialmente erano dotati di un rig di prua e di poppa con due alberi per integrare i motori a vapore nei viaggi più lunghi, ma il sartiame è stato successivamente rimosso. 
Le cifre specifiche per le prestazioni del motore di ciascuna nave non sono sopravvissute, ma le navi della classe avevano velocità massime da 18,1 a 20,8 nodi (da 33,5 a 38,5 km / h; da 20,8 a 23,9 mph) da 3.884 a 4.422 potenza indicata (da 2.896 a 3.297 kW). Lo stoccaggio di carbone ammontava a 180 t, che fornivano una autonomiadi circa 1.800 miglia nautiche (3.300 km; 2.100 mi) a una velocità di 10 nodi (19 km/h; 12 mph). 

Armamenti e corazzature

Gli incrociatori di classe Partenope, ad eccezione del Caprera, erano armati con una batteria principale di un cannone da 120 mm (4,7 pollici) calibro 40 (cal.) che era trasportato in un unico perno di supporto sul castello di prua. La difesa contro le torpediniere era fornita da una batteria secondaria di sei cannoni 57 mm (2,2 pollici) 43 cal. Montati singolarmente. Erano inoltre dotati di tre 37 mm (1,5 pollici) 20 cal. in supporti singoli. Nave Caprera aveva invece due cannoni da 120 mm, quattro cannoni da 57 mm e due delle armi da 37 mm. Il secondo cannone da 120 mm del Caprera fu posizionato a poppa. L'arma offensiva principale delle navi era il tubo lancia siluri da 450 mm (17,7 pollici); Partenope e Caprera avevano cinque tubi, mentre il resto della classe ne aveva sei. 
Le navi erano protette da un ponte corazzato curvo che aveva uno spessore massimo di 41 mm; il ponte era piatto sul centro longitudinale e inclinato verso il basso ai lati per collegarsi al fasciame esterno dello scafo. Le loro torri di comando anteriori erano corazzate con lo stesso spessore di lamiera d'acciaio sui lati. 

Modifiche

Tutte e otto le navi hanno avuto la loro attrezzatura a vela sostituita con un paio di alberi a palo leggero. Partenope e Minerva furono rimodernate rispettivamente nel 1906–1908 e nel 1909–1910 con nuovi modelli a petrolio. La prestazione di Partenope dopo il refitting era di 17,05 nodi (31,58 km/h; 19,62 mph) da 2.481 ihp (1.850 kW), mentre Minerva era più veloce, con 18,28 nodi (33,85 km/h; 21,04 mph) da 3.524 ihp (2.628 kW) ). 
Durante i loro refitting alla fine del 1900, Partenope e Minerva furono convertite in posamine. Il loro armamento venne rivisto in modo significativo e ora consisteva in un paio di cannoni da 3 pollici (76 mm), quattro cannoni da 57 mm e due cannoni da 37 mm. Partenope: il castello di prua fu completamente ricostruito, aumentando notevolmente il suo bordo libero. 
Nave Partenope era attrezzata per trasportare sessanta mine navali, con un banco di trenta mine su una piattaforma su ciascun lato della nave; i dettagli dell'attrezzatura per la movimentazione e dello stoccaggio delle mine di nave Minerva sono sconosciuti.
Per gran parte della carriera delle navi, furono assegnate alla principale flotta italiana, dove furono spesso occupate a condurre esercitazioni di addestramento. Queste esercitazioni giocavano frequentemente in attacchi della flotta francese, come le manovre condotte nel 1893, che simulavano un attacco francese a Napoli. Nel 1895 nave Partenope si unì a uno squadrone che visitò la Gran Bretagna, e nello stesso anno prese parte a una dimostrazione navale internazionale al largo di Creta nel tentativo di disinnescare le tensioni tra la Grecia e l'Impero Ottomano. L’Euridice partecipò a una manifestazione simile, sempre al largo di Creta, nel 1897; questa era una reazione alla guerra greco-turca scoppiata quell'anno. Tra il 1906 e il 1908 Partenope fu trasformata in posamine e Minerva subì una conversione simile nel 1909-1910. Due navi, Calatafimi ed Euridice, furono scartate all'inizio del 1907. 
Durante la guerra italo-turca, Partenope operò al largo della Libia, bombardando le truppe ottomane e supportando le forze italiane. Iride scortò un convoglio di truppe in Nord Africa e poi condusse bombardamenti costieri. Nave Aretusa era di stanza nel Mar Rosso allo scoppio della guerra, e ingaggiò brevemente l'incrociatore ottomano Peyk-i Şevket. Aretusa, raggiunto da Caprera all'inizio del 1912, partecipò in seguito ad operazioni di bombardamento e blocco contro i porti ottomani della zona. Minerva all'epoca fu assegnato alla 4a divisione, ma non vide l'azione durante la guerra. Altri tre membri della classe furono venduti come rottami dopo la fine della guerra, con Urania e Aretusa colpite nel 1912 e Caprera scartata all'inizio del 1913.
Partenope e Minerva costruirono una serie di campi minati difensivi nel Mare Adriatico dopo che l'Italia entrò nella prima guerra mondiale nel 1915. Non videro l'azione per gran parte del resto della guerra, a causa delle caute strategie adottate dall'Italia e dal suo nemico attraverso l'Adriatico, Austria-Ungheria. Il 24 marzo 1918, l' U-Boot tedesco UC-67 silurò e affondò Partenope a nord di Biserta, Tunisia. Iride e Minerva sopravvissero alla guerra e furono scartate rispettivamente nel dicembre 1920 e nel maggio 1921.
Classifi­cati nave da battaglia di 6ª classe oppure incrociatori - torpedinieri, furono inizialmente dotati di velatura aurica su due alberi, poi eliminata.
L'Aretusa venne varata il 14.3.1891 dal cantiere Orlando di Livorno e radiato nel 1912.

Le unità della classe:
  • Partenope 1889-1918: affondata;
  • Calatafimi (ex Tersicore) 1893-1907;
  • Euridice 1890-1907;
  • Iride 1891-1920;
  • Minerva 1892-1921;
  • Urania 1891-1912;
  • Aretusa 1891-1912;
  • Caprera (ex Clio) 1894-1913.

Caratteristiche:
  • Dislocamento: normale 846 tonn.
  • pieno carico 1.011 tonn.
  • lunghezza f.t. 73,90 m.
  • lunghezza p.p. 70,00 m.
  • larghezza 8,22 m.
  • immersione 3,70 m.

Apparato motore:
  • 2 motrici alternative verticali a triplice espansione Schichau di Elbing
  • 4 caldaie cilindriche
  • potenza 4.157 hp
  • 2 eliche
  • Velocità 20 nodi.

Armamento:
  • 1 cannone a tiro rapido da 120 mm. / canna 40 calibri
  • 6 pezzi a tiro rapido da 57 mm. / canna 43 calibri
  • 3 pezzi Hotchkiss da 37 mm. / canna 20 calibri
  • 5 tubi lanciasiluri da 450 mm.

Classe di navi progettata dall'Ispettore Generale del Genio Navale Carlo Vigna, rappresentavano lo sviluppo delle unità della classe Goito e precursore a sua volta degli esploratori. Inizialmente queste unità disponevano di armamento velico ausiliario a due alberi con vele auriche. Era il risultato della ricerca di un tipo di incrociatore con scafo in acciaio che fosse economico e piccolo, utile ad appoggiare le azioni delle torpediniere in alto mare. Tuttavia non poteva svolgere i compiti di un incrociatore e le unità appartenenti a questa classe "mista" possono essere considerate gli ultimi incrociatori-torpediniere. Poco dopo vennero infatti sostituite per una parte dal naviglio silurante e per l'altra dagli incrociatori corazzati.
Alcune unità della classe vennero inviate in Mar Rosso dove, unitamente alla RN Etruria, effettuarono crociere e compiti di sorveglianza per contrastare i rifornimenti di materiale strategico destinato ai ribelli eritrei. Il 14 maggio 1896 salparono dal Mar Rosso per tornare in Italia. Il 22 febbraio 1897 vennero inviate nel Levante con scali in Grecia, nel Dodecaneso ed in Turchia. Tornate a Taranto, dal 6 luglio 1898 vennero aggregate alla squadra navale del Levante. Terminata la missione ritornarono in patria, dove svolsero diversi compiti nella flotta ed impieghi in operazioni interne. Il 29 agosto 1902 furono nuovamente inviate in missione nel Mar Rosso e nell'Oceano Indiano, dove rimasero fino al mese di maggio 1903. Dopo i lavori di revisione prestarono servizio in acque nazionali sino al luglio 1905, quando furono rispedite nel Levante, ritornando a Taranto il 16 dicembre 1905. Dal dicembre 1907 sino all'agosto 1909 fecero servizio in Africa Orientale. Nel novembre 1911 furono spedite a Massaua con compiti di guardia costiera e sorveglianza della navigazione lungo le coste del Mar Rosso. Tornate a Napoli il 1° dicembre 1912, alcuni mesi dopo passarono in disarmo. Nel 1913 vennero radiate. Nello stesso anno vennero cedute all'Istituto Redenzione Garaventa di Genova che le utilizzò sino al 9 febbraio 1941 quando vennero bombardate.

Regia torpediniera Calatafimi

Il Calatafimi era una torpediniera della classe Partenope costruito per la Regia Marina italiana negli anni '80 dell'Ottocento. Fu costruita dal Cantiere navale fratelli Orlando; la sua chiglia fu posata nel luglio 1891, fu varata nel maggio 1894 e commissionata nel dicembre 1895. Il suo armamento principale erano i suoi cinque tubi lanciasiluri  che erano supportati da una batteria di undici cannoni di piccolo calibro. Calatafimi trascorse gran parte della sua carriera nella principale flotta italiana, dove si occupò principalmente di esercitazioni di addestramento. La nave fu venduta nel marzo 1907 e demolita per rottami.
Gli incrociatori classe Partenope erano derivati dei precedenti incrociatori sperimentali di classe Goito, a loro volta basati sul precedente incrociatore Tripoli. La classe segnò un temporaneo spostamento verso le idee della Jeune École nel pensiero navale italiano. La dottrina enfatizzava l'uso di piccole imbarcazioni armate di siluri per distruggere costose corazzate. 
Il Calatafimi era lungo fuori tutto 73,1 metri (239 piedi 10 pollici) e aveva una larghezza di 8,22 m (27 piedi) e un pescaggio medio di 3,48 m (11 piedi 5 pollici). Dislocava normalmente 839 tonn. La nave aveva un ponte di prua corto che terminava alla torre di comando. Aveva un equipaggio compreso tra 96 e 121 membri del personale. 
Il suo sistema di propulsione consisteva in una coppia di motori a vapore orizzontali a tripla espansione, ciascuno dei quali azionava una singola elica a vite. Il vapore veniva fornito da quattro caldaie per locomotive a carbone , che venivano scaricate attraverso due imbuti ampiamente distanziati. I dati specifici per le prestazioni del motore di Calatafimi non sono sopravvissuti, ma le navi della sua classe avevano velocità massime da 18,1 a 20,8 nodi (da 33,5 a 38,5 km/h; da 20,8 a 23,9 mph) da 3.884 a 4.422 cavalli indicati (da 2.896 a 3.297 kW ). La nave aveva una autonomia di circa 1.800 miglia nautiche (3.300 km; 2.100 mi) ad una velocità di 10 nodi (19 km/h; 12 mph). 
Il Calatafimi era armato con una batteria principale di un cannone da 120 mm (4,7 pollici) /40 posto sul castello di prua. La difesa a corto raggio contro le torpediniere era fornita da una batteria secondaria di sei cannoni da 57 mm (2,2 pollici) / 43 montati singolarmente. Era anche equipaggiata con tre cannoni da 37 mm (1,5 pollici) / 20 su supporti singoli. La sua arma offensiva principale erano i suoi sei tubi lanciasiluri da 450 mm (17,7 pollici ). La nave era protetta da un ponte corazzato spesso fino a 41 mm; la sua torre di comando era blindata con lo stesso spessore di lamiera d'acciaio. 
Il nuovo incrociatore doveva originariamente essere chiamato Tersicore, ma il giorno in cui iniziò la costruzione fu ribattezzato Calatafimi. L'ultimo membro della sua classe, il Calatafimi fu impostato il 15 settembre 1891 presso il Regio Cantiere di Castellammare di Stabia (Royal Dockyard di Castellammare di Stabia), e fu varato il 18 marzo 1893. Terminati i lavori di allestimento, la nave fu inserita nella flotta il 16 gennaio 1894. L'anno successivo fu assegnata alla 2ª Divisione della Squadriglia Permanente, che comprendeva la sua gemella Euridice, la corazzata corazzata Francesco Morosinie l'incrociatore protetto Etruria. Lo Squadrone all'epoca era di base a La Spezia, sebbene Calatafimi fosse di stanza principalmente a Taranto e Napoli, insieme alla maggior parte degli altri incrociatori siluri della flotta italiana.
Nel 1895, i disordini nell'impero ottomano che uccisero centinaia di cittadini stranieri spinsero molte delle grandi potenze europee a inviare una flotta internazionale per fare pressione sugli ottomani affinché risarcissero le vittime. In novembre, un piccolo squadrone italiano inviato a Smirne per unirsi alla flotta; il Calatafimi fu mobilitato come parte di una forza più ampia a Napoli che consisteva nelle corazzate Francesco Morosini, Lepanto e Ruggiero di Lauria, l'incrociatore protetto Elba, l'incrociatore siluro Folgoree cinque torpediniere. Questo secondo squadrone era rifornito di carbone e munizioni nel caso in cui avesse bisogno di rinforzare lo squadrone a Smryna. 
Nel 1896 partecipò alle annuali manovre estive di luglio nell'ambito della Prima Divisione della Squadriglia di Riserva, che comprendeva anche le corazzate Re Umberto e Lepanto e l'incrociatore protetto Ettore Fieramosca. Rimase con l'unità l'anno successivo, che comprendeva anche le corazzate Lepanto, Italia, Duilio, Francesco Morosini e Ruggiero di Lauria, gli incrociatori protetti Lombardia e Calabria, e una coppia di torpediniere. Nel 1898 Calatafimi fu assegnato allo Squadrone di Riserva, che comprendeva le corazzate Lepanto, Francesco Morosini e Ruggiero di Lauria, tre incrociatori protetti, e l'incrociatore siluro Goito. L'anno successivo tornò allo Squadrone Attivo, dove prestò servizio con sei corazzate, l'incrociatore corazzato Vettor Pisani, l'incrociatore protetto Lombardia e Goito. La nave fu venduta per rottamazione nel marzo 1907 e successivamente demolita.

(Fonti: Web, Google, Amm. Gay, Wikipedia, You Tube)





















 

12 AGOSTO 2022: IL PRIMO VOLO DELL'AW249 NEES, matricola sperimentale CSX.82069

SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

…Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso del fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello, il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette di guardia, il suono delle erbe secche e delle pietre battute dal vento sulle rive del Tagliamento…


In data 12 agosto 2022 ha volato per la prima volta da Vergiate, il primo prototipo del nuovo elicottero d’attacco progettato da Leonardo per le esigenze dell’Esercito Italiano, e destinato a sostituire tra alcuni anni la linea AH-129 Mangusta. L’aeromobile, matricola sperimentale CSX.82069, è denominato AW249 o, secondo le mission design series militari italiane, AH-249. 



Il Leonardo AW249 ha volato solo con la sua vernice di primer e il seriale sperimentale CSX82069. 

Sulla fusoliera e sul boma di coda si notano alcune linee create con nastro grigio e rosso, con quest'ultimo eventualmente utilizzato per fissare sensori di deformazione in superficie per monitorare lo stress sulla cellula durante il volo. Inoltre, l'elicottero è già stato equipaggiato con il cannone TM197B da 20 mm e il sistema di puntamento Rafael Toplite ereditato dal Mangusta.
Del nuovo elicottero d’attacco e ricognizione Leonardo AW-249 sono già in avanzata fase di realizzazione le prime 3 macchine di preserie/protopi. Nel mese di novembre 2020 fu dato il via all’acquisto delle prime 4 macchine in configurazione “Full Operational Capability”; subito dopo si procederà alla conversione di 3 macchine di preserie al definitivo standard FOC. Per ora risulta finanziato lo sviluppo di un prototipo e tre macchine di preserie, che dovrebbero essere poi convertite allo standard di serie, mentre l’esigenza complessiva dell’Esercito dovrebbe essere di 48 macchine. Al nuovo elicottero era interessata anche la Polonia, che ha firmato un accordo nel 2018, per sostituire i suoi Mil Mi-24 di origine russa attualmente in servizio. Tuttavia, all’inizio dell’anno Varsavia ha annunciato che la scelta del suo nuovo elicottero da combattimento sarà tra l’AH-64E di Boeing e l’AH-1Z di- Bell, evidentemente influenzata dalle pressioni degli Stati Uniti. 
All’inizio del 2017 l’Esercito italiano ha ordinato i primi 4 velivoli dell’AW249, ora il progetto è in fase avanzata, ma non è ancora stato scelto il tipo di motore che la nuova macchina dovrà avere. “In pole position – ha scritto Gianni Dragoni del Sole 24 Ore – sembra esserci Avio Aero, la controllata italiana del gruppo americano Ge. Avio offre il motore T700, il derivato militare del collaudato CT7 di Ge, che esiste da 40 anni. Solo una parte verrebbe prodotta in Italia, ma soprattutto sarebbe in Italia la manutenzione e logistica per almeno 30 anni. L’antagonista è il gruppo francese Safran con il nuovo Aneto 1k. L’idea di coinvolgere Safran, al posto di Ge, è emersa in Leonardo già nella precedente gestione di Mauro Moretti. All’epoca Leonardo ha deciso di equipaggiare con l’Aneto l’elicottero medio pesante Aw189 (civile) e la versione militare Aw149, offrendo un’alternativa rispetto al CT7 di Ge”. 
“Secondo fonti industriali, il motore di Safran garantirebbe prestazioni migliori rispetto al motore americano. La potenza dichiarata è del 25% superiore al motore Ge. C’è stata una reazione preoccupata di Avio Aero. Il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, ne ha parlato con il ministro Luigi Di Maio durante la visita negli Usa in marzo. Si è mosso anche l’ambasciatore americano. Successivamente è partita la contraerea dei francesi. Il presidente Macron ne ha parlato con il premier Conte. Secondo documenti riservati di Safran, la scelta del motore GeAvio avrebbe un maggior costo di almeno 80 milioni di euro per la Difesa, inoltre comporterebbe un ritardo nell’entrata in servizio del nuovo elicottero di quasi due anni, con ulteriori oneri. Trapela che l’Esercito vorrebbe il motore Safran, mentre il segretariato generale della Difesa vorrebbe Ge-Avio”. 
Tra i vari sistemi d’arma con cui dovrebbe essere equipaggiata figurano un cannone da 20 mm OTO Melara TM-197B e diversi tipi di razzi e missili, tra cui i sistemi anticarro di origine israeliana Spike e quelli aria-aria di origine statunitense AIM 9 Sidewinder (sistemi a guida infrarossa originariamente concepiti per l’impiego sui caccia) e AIM 92 Stinger (nati inizialmente come sistemi antiaerei ad uso della fanteria).
Caratterizzato da una ridotta firma radar e dalla presenza di avanzate strumentazioni di bordo, il nuovo mezzo sarà anche in grado di cooperare direttamente con i velivoli senza pilota, UCAV e Loitering munitions.

ALTRI PAESI INTERESSATI 

Il nuovo elicottero AW-249 da esplorazione e scorta “è estremamente avanzato e sviluppato in collaborazione con l’Esercito. Auspicabilmente si uniranno a questa sperimentazione altri Paesi europei, speriamo infatti di poter accedere al Fondo europeo della Difesa” ha precisato il numero uno di Leonardo Alessandro Profumo. 
E’ un’ottima notizia che anche Germania e Romania sembra che abbiano mostrato vivo interesse per l’AW249. 
I media internazionali riportano un primo interesse di Berlino per il nuovo elicottero d’attacco di Leonardo. Come sappiamo la Germania non salirà a bordo dell’Airbus Tiger Mk. III, abbandonando così i suoi partner spagnoli e francesi. Finora Berlino sembrava solo interessata al Boeing Apache, ma Leonardo sembra posizionarsi meglio con il suo nuovo elicottero. Va detto inoltre che i rapporti tra Berlino e Roma sono in buono stato, con il progetto di assemblare i futuri F-35 tedeschi all’interno delle strutture della FACO di Cameri in Italia.
Al momento sembrano interessati anche ad altri paesi quali Giappone ed Australia. Il Giappone sta cercando di sostituire gli elicotteri d’attacco Bell AH-1 Cobra. Oltre all’offerta Viper AH-1Z di Bell, la società giapponese Mitsubishi Heavy Industries ha proposto il suo elicottero UH-60J / JA Black Hawk. Ma altri possibili competitor includono Boeing con l’AH-64E Apache e Leonardo con l’AW249 appunto. 
L’Australia ha emesso una Rfi (Request for information) per 29 elicotteri d’attacco in sostituzione dei 22 Tiger di Airbus da ricognizione armata a partire dal 2025, anno in cui scadrà il recente contratto di supporto firmato da Airbus e Australian Army. Secondo Rid, “alla Rfi dovrebbero aver risposto tutte le principali aziende elicotteristiche: da Airbus, a Boeing, che potrebbe proporre l’AH-64E Guardian, passando per Leonardo, che potrebbe offrire l’AW-249”.
L'AW249 soddisfa i requisiti emergenti per un elicottero da combattimento di ultima generazione per operare in uno spazio di battaglia in rapida evoluzione nei prossimi 30 anni. L'unico nuovo elicottero da combattimento attualmente in progettazione, unirà tecnologie avanzate, prestazioni eccezionali e alta capacità di sopravvivenza, insieme a bassi costi operativi.

NECESSARIO PER IL FUTURO SPAZIO DI BATTAGLIA

L'AW249 sarà adattato al futuro spazio di battaglia con una crescente necessità di collaborare con altre piattaforme in operazioni incentrate sulla rete. Il velivolo fonderà l'architettura dei sistemi aperti con capacità di crescita, comunicazioni all'avanguardia e un sistema avanzato di gestione dello spazio di battaglia. Il sistema di missione migliorerà la consapevolezza della situazione, ridurrà il carico di lavoro del pilota e aumenterà la sicurezza.

ELEVATA SICUREZZA

L'elicottero rispetterà i più rigorosi requisiti di sicurezza, garantendo un'elevata sicurezza e sopravvivenza grazie a un'avanzata suite di ausili difensivi integrati, tolleranza balistica, resistenza agli urti e bassa rilevabilità.

ELEVATA POTENZA E CAPACITA’ MULTI-MISSIONE

Con un peso massimo al decollo compreso tra 7 e 8 tonnellate, l'AW249 unirà velocità e resistenza per svolgere missioni tra cui combattimento, supporto aereo ravvicinato e scorta armata. Motori potenti consentiranno operazioni nelle condizioni più estreme e la capacità operativa a bordo sarà progettata fin dall'inizio. Oltre a un cannone a torretta, l'AW249 sarà dotato di un sistema d'arma flessibile.

UNA PIATTAFORMA DI NUOVA GENERAZIONE DERIVATA DALL’AW149

Il Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta (NEES) AH-249 è la piattaforma di nuova generazione destinata a sostituire l’elicottero AH-129D “Mangusta”, introdotto in servizio dall’Esercito Italiano nel 1990, con una macchina alla stato dell’arte e caratterizzata da maggiori prestazioni in termini di autonomia, velocità, protezione e capacità di ingaggio che faciliteranno anche la cooperazione con gli elicotteri UH-90 e CH-47F già in servizio con l’Aviazione dell’Esercito.
L’acquisizione del NEES, infatti, è stata pensata traguardando un elicottero che, sulla base dell’esperienza maturata in decenni di impiego in diversi Teatri Operativi, sia in grado di fornire un supporto aderente e preciso alla forze nel campo di battaglia anche grazie ad una firma radar ridotta. Per tali motivazioni, lo sviluppo dell’AH-249 è caratterizzato dalla ricerca ad ampio spettro di soluzioni tecnologiche avanzate che consentiranno di integrare nella macchina sistemi, sensori e equipaggiamenti di ultima generazione e di dotare la Forza Armata di un assetto performante, sicuro e interoperabile con gli assetti militari terrestri, aerei e navali, nazionali e NATO, anche in ambiente net-centrico.

DUE MOTORI GENERAL ELECTRIC CT7-8E6 da oltre 2.500 CV

Il NEES sarà equipaggiato con due motori General Electrics/AVIO CT7-8E6 (T700 da 2500 cv ciascuno), utilizza i componenti dinamici dell’elicottero AW149, che lo spingeranno ad una velocità massima di circa 140 nodi (260 km/h rispetto ai 229 Km/h del Mangusta) e avrà un peso massimo al decollo di circa 7500/8000 kg (circa il doppio dei 4600 kg del Mangusta).
Più prestante del vecchio Mangusta, con un peso di circa 8 tonnellate e un carico utile di 1800 che comprende razzi, missili anticarro Spike, missili aria-aria AIM-9 Sidewinder o AIM-92 Stinger e un cannone OTO Melara TM-197B 20 mm), l’AW249 utilizza due motori turboalbero GE CT-78E6 con una potenza nominale di circa 2583 shp ciascuno. Il nuovo aeromobile avrà un rapporto peso/potenza molto più elevato rispetto all’A129, che utilizza 2 motori turboalbero Rolls-Royce Gem 2-1004D da 890 cavalli.


MOTORE CT7-8 - GE Aviation/AVIO


Il CT7-8 è una famiglia di potenti motori nella classe da 2.500 a 3.000 shp progettati per soddisfare le esigenti esigenze di missione dei moderni elicotteri di media portata in tutto il mondo.
Certificato dalla FAA nell'aprile 2004, il CT7-8 combina una tecnologia avanzata e all'avanguardia con la collaudata architettura di design T700 per le massime prestazioni della missione. Questi potenti motori sono dotati di Full Authority Digital Electrical Control (FADEC) per migliori informazioni sulla cabina di pilotaggio e ridotto carico di lavoro del pilota, oltre a componenti avanzati e collaudati in commercio per una maggiore durata. Riconosciuto per la massima affidabilità di qualsiasi motore della sua classe, il CT7-8 alimenta l'elicottero multiruolo Sikorsky S-92.
I CT7 sono una famiglia di motori turboelica e turboelica operanti in tutto il mondo con oltre 33 milioni di ore di volo.
La fortunata famiglia di motori turboelica e turboalbero T700/CT7 di GE alimenta 25 tipi di elicotteri e velivoli ad ala fissa con più di 130 clienti in più di 50 paesi.
Costruito sull'affidabile T700, il design del motore CT7 si è dimostrato efficace in ambienti difficili e ha raggiunto oltre 37 milioni di cicli motore. Il motore commerciale CT7 alimenta una varietà di elicotteri tra cui Bell 214ST e 525, Sikorsky S-70, S-92 e AW101 e AW189 di AgustaWestland. La versione turboelica del motore alimenta velivoli come il CN235 e il Saab 340.


16 MISSILI e CANNONE GATLING DA 20mm TM-197B

L’armamento sarà composto da un cannone da 20mm TM-197B con il sistema di puntamento Rafael Toplite ereditato dal Mangusta, da razzi balistici (Hydra 70 mm) e a guida laser con possibilità di “aggancio” del target sia prima che dopo il lancio da missili aria-terra (Spike ER e LR) e da missili aria-aria (AIM-92 Stinger). Avrà una maggiore potenza di fuoco con una capacità missilistica anticarro aumentata da 8 a 16 missili rispetto al Mangusta.

AVIONICA E “BATTLEFIEELD MANAGEMENT SYSTEM” INTEGRATO

Per quanto riguarda l’avionica e i sistemi di missione, tra i tanti sistemi segnaliamo la presenza di un Battlefield Management System (BMS) integrato, del data link Link-16, del casco visore con capacità di presentazione sulla visiera di simbologia e informazioni relative alla missione (navigazione, spazio circostante), agli obiettivi, all’armamento e allo stato del velivolo, sistemi di trasmissioni foto e video come il ROVER e del sistema di interoperabilità con gli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) con il quale l’equipaggio potrà controllare il sensore elettro-ottico dell’APR tattico e impostare rotte/waypoint e obiettivi da far seguire al drone.

48 ESEMPLARI PER L’E.I.

Il programma dell’AH-249 NEES prevede lo sviluppo e l’acquisizione di fino a 48 esemplari. La prima tranche, relativa alla fase di studio e sviluppo del velivolo, è stata già approvata con specifico DM nel 2016. Per l’avvio della tranche successiva è in corso l’iter di approvazione del previsto DM ai sensi dell’art. 536 del C.O.M.. Il fabbisogno è stato integrato per sopraggiunti aumenti dei costi di realizzazione della quota parte del programma ancora non finanziata. Fabbisogno complessivo: 2.770 M€. (Anno di completamento 2027).

IL CONTRATTO DI ACQUISIZIONE

Il contratto di acquisizione, firmato nel 2017, prevede la realizzazione di un prototipo, la certificazione e la qualifica di un aeromobile in configurazione iniziale e la consegna di 3 piattaforme in tale versione, a premessa del successivo sviluppo finale. Nel 2020 è stata rifinita la progettazione della piattaforma in configurazione iniziale. Tale attività ha permesso di definire il progetto secondo il quale è stato costruito il prototipo che sarà utilizzato per condurre le prove a terra e in volo per il raggiungimento della certificazione del NEES in tale versione.
Inoltre, nel mese di dicembre 2020 è stato siglato il contratto che prevede lo sviluppo della versione operativa finale e il retrofit dei primi 3 elicotteri dalla configurazione operativa iniziale a quella finale con il relativo supporto logistico. In aggiunta è stato avviato l’iter per l’acquisizione di ulteriori 4 esemplari in configurazione finale e lo studio per ricercare sinergie con programmi internazionali con tecnologie più avanzate.
L’elicottero recante il numero di serie CSX82069, è decollato per la prima volta il 19 agosto scorso dalla pista della Leonardo SpA a Vergiate per un volo di circa 30 minuti per un primo test delle caratteristiche di volo. Questa informazione è stata rivelata dal sito specializzato Key Aero che ha pubblicato anche alcune immagini. Tuttavia, non è stato ancora confermato ufficialmente dal gruppo industriale italiano.

LO SVILUPPO

Lo sviluppo dell’AH-249, tutt’ora in corso, è caratterizzato dalla ricerca ad ampio spettro di soluzioni tecnologiche avanzate che consentiranno di integrare nella macchina sistemi, sensori e equipaggiamenti di ultima generazione e di dotare la Forza Armata di un assetto performante, sicuro e interoperabile con gli assetti militari terrestri, aerei e navali, nazionali e NATO, anche in ambiente net-centrico.
Le evoluzioni, tuttavia, non finiscono qui. La Forza Armata, infatti, sta anche studiando la possibilità di implementare sulla macchina le tecnologie Future Fast Rotorcraft (FFR) in via di sviluppo nell’ambito di altri programmi internazionali.”

CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
  • Il sistema di missione consente di collaborare con gli UAV;
  • Alta velocità e resistenza per scortare elicotteri da trasporto e multiruolo;
  • Costi del ciclo di vita inferiori rispetto agli elicotteri della generazione precedente grazie alla vasta esperienza operativa e alla filosofia di progettazione avanzata di Leonardo;
  • Massima consapevolezza situazionale attraverso sistemi di missione avanzati (inclusa capacità net-centrica);
  • Bassa rilevabilità (ad es. firma bassa, alta agilità);
  • Tolleranza balistica (ad es. ridondanza, separazione dei sistemi critici, capacità di funzionamento a secco del sistema di trasmissione, sedili blindati, serbatoi di carburante tolleranti balistici);
  • Resistenza agli urti (ad es. cellula, sedili e serbatoi di carburante resistenti agli urti);
  • Sei stazioni di deposito alare per missili aria-terra e aria-aria, razzi non guidati/guidati e serbatoi di carburante esterni;
  • Depositi alari in grado di trasportare carichi di armi misti/asimmetrici;
  • Cannone a torretta da 20 mm montato sul muso;
  • postazioni di pilotaggio: in tandem (pilota nella stazione posteriore, copilota-tiratore in quella anteriore);
  • motorizzazione: due motori General Electric/AVIO CT7-8E6 (~2500 cavalli ciascuno) + Auxiliary Power Unit (APU);
  • peso massimo al decollo: ~ 7500/8000 kg;
  • rotori: rotore principale a 5 pale e rotore di coda a 4 pale;
  • velocità di crociera: ~ 140 nodi;
  • autonomia: almeno 3 ore;
  • impatto condizioni meteorologiche: operatività senza limitazioni dai -30° ai + 50° e capacità di volo in ambiente polveroso, nevoso, salino e in presenza di leggere formazioni di ghiaccio.

ARMAMENTO:
  • cannone da 20mm TM-197B;
  • razzi balistici e a guida laser con possibilità di “aggancio” del target sia prima che dopo il lancio;
  • missili Aria-Terra;
  • missili Aria-Aria.







C4 E AVIONICA:
  • apparati radio Software Defined Radio (SDR) per comunicazioni multi-banda Line of Sight (LOS) e Beyond Line of Sight (BLOS) in banda HF e SATCOM, sia in chiaro che cifrate;
  • Tactical Data Link: Variable Message Format (VMF) e LINK-16;
  • interoperabilità con i sistemi di C2 della Forza Armata e nell’ambito del programma “Forza NEC”;
  • sistema di rilevamento degli ostacoli e del profilo altimetrico del terreno durante il volo;
  • sistemi di ausilio alla navigazione (TACAN, VOR-ILS, DME, ecc..);
  • Battlefield Management System (BMS) integrato;
  • sistema di rice-trasmissione di immagini e video provenienti da sorgenti esterne, come JTAC o droni, o dalla propria unità di osservazione e puntamento;
  • dispositivo LTE, per rice-trasmettere dati meteo e informazioni di volo in tempo reale;
  • interoperabilità con aeromobili a pilotaggio remoto (APR): l’equipaggio potrà controllare il sensore elettro-ottico dell’APR tattico e impostare rotte/waypoint da far seguire allo stesso.

UNITA’ DI OSSERVAZIONE E PUNTAMENTO dotata di:
  • sensori per la visione diurna, notturna e termica;
  • diverse tipologie di laser per illuminare, indicare, ricevere in consegna gli obiettivi e guidare eventuale munizionamento a guida laser di altri assetti.

CASCO DI VOLO con capacità di presentazione sulla visiera di simbologia e informazioni relative a:
  • navigazione e spazio circostante, anche sfruttando tecnologie di realtà aumentata;
  • pilotaggio e sistemi dell’elicottero;
  • target e puntamento/asservimento dei sistemi d’arma;
  • sensoristica dell’elicottero (sovrimpressione delle immagini provenienti dai vari sensori e dall’unità di osservazione e puntamento);
  • capacità di appontare, rifornire, riarmare e ri-decollare (FARP) da unità navali.

(Fonti: Web, Google, Leonardo-company, Coccardetricolori, AnalisiDifesa, aerospacelombardia, reportdifesa, Aviation-Report, Elicotteriweb, Wikipedia, You Tube)