SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace.
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…
…Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso del fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello, il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette di guardia, il suono delle erbe secche e delle pietre battute dal vento sulle rive del Tagliamento…
Un grande spettacolo presso la base aeronautica di Ghedi, in provincia di Brescia, dove si è svolta una giornata di festeggiamenti per il 40° anniversario della presenza del Tornado nell'aerobase Olivari che è sede del 6° Stormo “Diavoli Rossi”.
Oltre 5mila persone, in un giorno in cui sole, pioggia, nubi e vento si sono rincorsi, si sono riunite nella base comandata dal Colonnello Giacomo Lacaita. Erano tutti militari in servizio o a riposo che hanno proficuamente lavorato con i Tornado: dai piloti agli armieri, passando per tutte le altre qualifiche. Era presente, come massima autorità militare il capo di Stato Maggiore Aeronautica Luca Goretti: ”In Europa siamo leader, apprezzati da tutti – ha commentato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica - a tutti coloro che hanno lavorato nella linea Tornado. Qui sono rappresentati tutti i gruppi che hanno costruito la nostra storia. Il nostro è uno spirito peculiare, ci sentiamo una famiglia.
E questo è il vero valore aggiunto della nostra Forza Armata”.
A termine della mattinata il comandante dell’aerobase di Ghedi ha incontrato la stampa in sede riservata. Prima, però, vi sono state diverse esibizioni, a partire da quelle di dieci Tornado a ttualmente in servizio, che hanno effettuato manovre acrobatiche in squadriglia, a fari spenti e accesi, sorvoli a bassa e alta quota e altri a velocità oltre la linea del suono. Non solamente, si sono esibiti velivoli storici un tempo in servizio alla terza forza Armata italiana in ordine di nascita e alla fine è giunta una sorpresa tanto sperata quanto gradita, ovvero una esclusiva esibizione della pattuglia acrobatica elite d’Europa: le Frecce tricolore, che hanno illuminato il cielo di Ghedi e dei paesi vicini di verde, bianco e rosso, lasciando i presenti a bocca aperta, anche perché per la prima volta in assoluto i piloti delle Frecce hanno volato in formazione coi colleghi dei Tornado. Da lasciare senza respiro.
"E’ stata una giornata andata magnificamente. I 40 anni sono memorabili, anche se non è solo una questione di tempo che passa. Il traguardo ottenuto è essere arrivati al 40esimo in piena forma. Il velivolo, a cui oggi si accompagnano due F35, che presto saranno stabilmente a Ghedi, resteranno in servizio almeno altri cinque anni". Per l’occasione è stato usato un Tornado «Special Color» con una livrea speciale.
IL PANAVIA TORNADO I.D.S.
Il Tornado è stato impostato per svolgere la funzione di cacciabombardiere supersonico a bassa quota, in grado di atterrare e decollare in brevi distanze. Normalmente, per avere buone prestazioni, un aereo deve possedere ali a freccia positiva o a delta, ma queste configurazioni non sono efficienti a basse altitudini. Per rendere il Tornado maneggevole e in grado di operare adeguatamente sia a bassa che ad alta quota, venne scelto di dotarlo di ali a geometria variabile. Quando le ali sono piegate all'indietro, avvicinandosi alla fusoliera, il Tornado accresce la sua velocità a bassa quota riducendo la resistenza aerodinamica. Con le ali completamente spiegate invece l'aereo ha più portanza a causa della maggiore superficie offerta all'aria dalle ali, cosa che favorisce, a basse velocità, il decollo e l'atterraggio in spazi ristretti. Il Tornado è l'unico aereo militare, insieme al Saab 37 Viggen, a montare inversori di spinta.
La cabina di pilotaggio monta il joystick in posizione centrale e le manette a sinistra; il sistema di controllo è fly-by-wire.
Il Tornado incorpora un radar usato sia per la navigazione che per l'attacco capace di scandagliare l'aria, mappare il territorio sottostante e permettere al velivolo di mantenere un'altitudine costante quando viaggia a basse quote. Il Tornado ADV monta un radar diverso, l'AI.24 Foxhunter, in grado di agganciare 20 bersagli differenti da una distanza superiore alle 100 miglia (160 km). Il Tornado può trasportare praticamente tutte le armi presenti nell'inventario NATO, incluse bombe a grappolo e nucleari. La versione per l'attacco al suolo ha una limitata capacità di combattimento aereo fornita da missili aria-aria AIM-9 Sidewinder o AIM-132 ASRAAM; la variante ADV può anche lanciare gli AIM-120 AMRAAM.
Turbo-Union RB199
I britannici si opposero con fermezza all'uso di un motore statunitense per il progetto MRCA, giudicando l'utilizzo di un propulsore Rolls-Royce cosa fondamentale, tanto che minacciarono di lasciare il gruppo di lavoro se non fossero stati accontentati. Nel settembre 1969 venne selezionato il Turbo-Union RB199, frutto delle conoscenze tecniche messe in comune da Regno Unito, Italia e Germania. Lo sviluppo di questo motore aeronautico subì ritardi a causa della liquidazione coatta amministrativa subita dalla Rolls-Royce nel 1971, ma la collaborazione multinazionale servì comunque ad evitare ulteriori complicazioni al Tornado.
All'inizio dell'entrata in servizio dell'RB199 le pale della turbina si degradavano velocemente, per cui vennero presto applicate delle migliorie nelle successive versioni del motore che garantiscono affidabilità e buone prestazioni, anche se i costi di realizzazione sono lievitati. Venne proposta anche una variante potenziata per il Tornado in versione intercettore, ma non venne mai acquistata.
Il primo prototipo italiano fece il suo primo volo il 5 dicembre 1975 partendo dall'aeroporto di Torino-Caselle. L'Aeronautica Militare ricevette 100 Tornado IDS, 15 dei quali vennero più tardi convertiti nella versione ECR. In aggiunta, l'Aeronautica Militare ha usato per dieci anni 24 Tornado ADV forniti dalla RAF per sorvegliare i cieli nazionali.
I Tornado italiani hanno preso parte alla guerra del Golfo nel 1991. L'operazione Locusta infatti ha visto otto Tornado IDS volare da Gioia del Colle ad Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, come parte del contributo italiano alla coalizione. Durante le operazioni un aereo fu abbattuto dalla contraerea irachena. L'Aeronautica Militare ha poi utilizzato i Tornado nel 1999 durante la guerra del Kosovo, sfruttando gli IDS per i bombardamenti e gli ECR per sopprimere i radar e le difese antiaeree jugoslave. In totale vennero lanciati 115 missili HARM.
Tornado IDS del 6º Stormo in Afghanistan nel 2008
Nel luglio 2002 l'Italia ha siglato un contratto con la Tornado Management Agency e la Panavia per l'aggiornamento di 18 Tornado IDS a cura dell'Alenia Aeronautica, che ha completato il primo lavoro nel novembre 2003. È in corso la sostituzione dei Tornado IDS/ECR con il caccia multiruolo F-35 Lightning II.
Nel 2011, i Tornado dell'Aeronautica Militare (sia in configurazione ECR che IDS) sono stati impegnati nella guerra in Libia, nell'ambito dell'operazione Unified Protector per far rispettare la no-fly zone, con funzione di soppressione delle difese aeree nemiche, e per il bombardamento di obiettivi militari selezionati sul territorio Libico.
Più nello specifico il Tornado presta servizio nelle versioni IDS nelle file del 102º, 154º e 156º Gruppo che compongono il 6º Stormo basato a Ghedi (primo esemplare ricevuto il 27 agosto 1982, conversione ufficiale 20 maggio 1983, missione attacco convenzionale e nucleare, attacco con missili antiradar, ricognizione e attacco antinave con i missili Kormoran). Dal 1º luglio 2008 il 156º Gruppo è stato trasferito dal 36º (maggio 1984 entrata in linea del Tornado nel gruppo) al 6º Stormo. Il velivolo è inoltre utilizzato dal 155º Gruppo del 50º Stormo (1989, attacco convenzionale e nucleare, basato all'aeroporto di Piacenza-San Damiano) per un totale di circa 100 esemplari in origine acquistati, ora ridotti a meno di 90. Le macchine in servizio nei loro reparti raggiungono i 55-60 esemplari. Ogni reparto ha competenze specifiche, con velivoli equipaggiati con missili stand-off a lungo raggio Storm Shadow, GBU-32 JDAM, GBU-16 Paveway, bombe H (Tipo B 61/3, B 61/4 e B61/10), bombe Mk-83 e Mk-82, pod da ricognizione, Kormoran 1 antinave (circa 60-70 acquistati, adesso radiati), spezzoniere MW-1 (90, mai impiegate in guerra e oggi radiate) o missili HARM. Il programma ECR, iniziato nel 1992, ha visto la modifica di 15 macchine IDS, grazie al ridotto numero di perdite occorse alla linea, inferiore a quanto previsto (tre gruppi per un totale di 54 apparecchi, le esigenze del TTE con altri 10 circa, ma un totale ordinato di 100, incluso uno di preserie e 12 DC). Questo ha consentito di eseguire una notevole riduzione dei costi. In ogni caso si è seguito il programma per gli ECR tedeschi con molte delle modifiche pensate dai tedeschi, ma la versione italiana si chiama ECR-IT in quanto ha leggermente modificato le dotazioni.
Tornado del 50º Stormo schierati alla base aerea di Trapani Birgi nel 2011 durante l'Operazione Unified Protector.
Negli ultimi anni (dal 2005 in poi) è cominciato l'aggiornamento dei Tornado italiani allo standard MLU-IT, che prevede la possibilità di lanciare il missile di crociera SCALP. I primi test sono iniziati nel settembre 2006. L'ultimo dispositivo acquistato, lo scanner "RECCELITE", è stato impiegato in Afghanistan nel 2009.
Il 19 agosto 2014 due Tornado in missione di addestramento decollati dalla base stanziale del 6º Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia, sono precipitati nei pressi di Ascoli Piceno a seguito di una collisione in volo.
(Fonti: Web, Google, IlGiorno, Wikipedia, You Tube)