domenica 11 settembre 2022

A.M.I.: Una grande festa per il 40° anniversario della presenza del Tornado nella sede del 6° Stormo “Diavoli Rossi”


SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

…Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso del fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello, il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette di guardia, il suono delle erbe secche e delle pietre battute dal vento sulle rive del Tagliamento…


Un grande spettacolo presso la base aeronautica di Ghedi, in provincia di Brescia, dove si è svolta una giornata di festeggiamenti per il 40° anniversario della presenza del Tornado nell'aerobase Olivari che è sede del 6° Stormo “Diavoli Rossi”. 









Oltre 5mila persone, in un giorno in cui sole, pioggia, nubi e vento si sono rincorsi, si sono riunite nella base comandata dal Colonnello Giacomo Lacaita. Erano tutti militari in servizio o a riposo che hanno proficuamente lavorato con i Tornado: dai piloti agli armieri, passando per tutte le altre qualifiche. Era presente, come massima autorità militare il capo di Stato Maggiore Aeronautica Luca Goretti: ”In Europa siamo leader, apprezzati da tutti – ha commentato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica - a tutti coloro che hanno lavorato nella linea Tornado. Qui sono rappresentati tutti i gruppi che hanno costruito la nostra storia. Il nostro è uno spirito peculiare, ci sentiamo una famiglia. 
E questo è il vero valore aggiunto della nostra Forza Armata”.
A termine della mattinata il comandante dell’aerobase di Ghedi ha incontrato la stampa in sede riservata. Prima, però, vi sono state diverse esibizioni, a partire da quelle di dieci Tornado a ttualmente in servizio, che hanno effettuato manovre acrobatiche in squadriglia, a fari spenti e accesi, sorvoli a bassa e alta quota e altri a velocità oltre la linea del suono. Non solamente, si sono esibiti velivoli storici un tempo in servizio alla terza forza Armata italiana in ordine di nascita e alla fine è giunta una sorpresa tanto sperata quanto gradita, ovvero una esclusiva esibizione della pattuglia acrobatica elite d’Europa: le Frecce tricolore, che hanno illuminato il cielo di Ghedi e dei paesi vicini di verde, bianco e rosso, lasciando i presenti a bocca aperta, anche perché per la prima volta in assoluto i piloti delle Frecce hanno volato in formazione coi colleghi dei Tornado. Da lasciare senza respiro.
"E’ stata una giornata andata magnificamente. I 40 anni sono memorabili, anche se non è solo una questione di tempo che passa. Il traguardo ottenuto è essere arrivati al 40esimo in piena forma. Il velivolo, a cui oggi si accompagnano due F35, che presto saranno stabilmente a Ghedi, resteranno in servizio almeno altri cinque anni". Per l’occasione è stato usato un Tornado «Special Color» con una livrea speciale. 

IL PANAVIA TORNADO I.D.S.

Il Tornado è stato impostato per svolgere la funzione di cacciabombardiere supersonico a bassa quota, in grado di atterrare e decollare in brevi distanze. Normalmente, per avere buone prestazioni, un aereo deve possedere ali a freccia positiva o a delta, ma queste configurazioni non sono efficienti a basse altitudini. Per rendere il Tornado maneggevole e in grado di operare adeguatamente sia a bassa che ad alta quota, venne scelto di dotarlo di ali a geometria variabile. Quando le ali sono piegate all'indietro, avvicinandosi alla fusoliera, il Tornado accresce la sua velocità a bassa quota riducendo la resistenza aerodinamica. Con le ali completamente spiegate invece l'aereo ha più portanza a causa della maggiore superficie offerta all'aria dalle ali, cosa che favorisce, a basse velocità, il decollo e l'atterraggio in spazi ristretti. Il Tornado è l'unico aereo militare, insieme al Saab 37 Viggen, a montare inversori di spinta.
La cabina di pilotaggio monta il joystick in posizione centrale e le manette a sinistra; il sistema di controllo è fly-by-wire.
Il Tornado incorpora un radar usato sia per la navigazione che per l'attacco capace di scandagliare l'aria, mappare il territorio sottostante e permettere al velivolo di mantenere un'altitudine costante quando viaggia a basse quote. Il Tornado ADV monta un radar diverso, l'AI.24 Foxhunter, in grado di agganciare 20 bersagli differenti da una distanza superiore alle 100 miglia (160 km). Il Tornado può trasportare praticamente tutte le armi presenti nell'inventario NATO, incluse bombe a grappolo e nucleari. La versione per l'attacco al suolo ha una limitata capacità di combattimento aereo fornita da missili aria-aria AIM-9 Sidewinder o AIM-132 ASRAAM; la variante ADV può anche lanciare gli AIM-120 AMRAAM.

Turbo-Union RB199

I britannici si opposero con fermezza all'uso di un motore statunitense per il progetto MRCA, giudicando l'utilizzo di un propulsore Rolls-Royce cosa fondamentale, tanto che minacciarono di lasciare il gruppo di lavoro se non fossero stati accontentati. Nel settembre 1969 venne selezionato il Turbo-Union RB199, frutto delle conoscenze tecniche messe in comune da Regno Unito, Italia e Germania. Lo sviluppo di questo motore aeronautico subì ritardi a causa della liquidazione coatta amministrativa subita dalla Rolls-Royce nel 1971, ma la collaborazione multinazionale servì comunque ad evitare ulteriori complicazioni al Tornado.
All'inizio dell'entrata in servizio dell'RB199 le pale della turbina si degradavano velocemente, per cui vennero presto applicate delle migliorie nelle successive versioni del motore che garantiscono affidabilità e buone prestazioni, anche se i costi di realizzazione sono lievitati. Venne proposta anche una variante potenziata per il Tornado in versione intercettore, ma non venne mai acquistata.
Il primo prototipo italiano fece il suo primo volo il 5 dicembre 1975 partendo dall'aeroporto di Torino-Caselle. L'Aeronautica Militare ricevette 100 Tornado IDS, 15 dei quali vennero più tardi convertiti nella versione ECR. In aggiunta, l'Aeronautica Militare ha usato per dieci anni 24 Tornado ADV forniti dalla RAF per sorvegliare i cieli nazionali.
I Tornado italiani hanno preso parte alla guerra del Golfo nel 1991. L'operazione Locusta infatti ha visto otto Tornado IDS volare da Gioia del Colle ad Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, come parte del contributo italiano alla coalizione. Durante le operazioni un aereo fu abbattuto dalla contraerea irachena. L'Aeronautica Militare ha poi utilizzato i Tornado nel 1999 durante la guerra del Kosovo, sfruttando gli IDS per i bombardamenti e gli ECR per sopprimere i radar e le difese antiaeree jugoslave. In totale vennero lanciati 115 missili HARM.

Tornado IDS del 6º Stormo in Afghanistan nel 2008

Nel luglio 2002 l'Italia ha siglato un contratto con la Tornado Management Agency e la Panavia per l'aggiornamento di 18 Tornado IDS a cura dell'Alenia Aeronautica, che ha completato il primo lavoro nel novembre 2003. È in corso la sostituzione dei Tornado IDS/ECR con il caccia multiruolo F-35 Lightning II.

Nel 2011, i Tornado dell'Aeronautica Militare (sia in configurazione ECR che IDS) sono stati impegnati nella guerra in Libia, nell'ambito dell'operazione Unified Protector per far rispettare la no-fly zone, con funzione di soppressione delle difese aeree nemiche, e per il bombardamento di obiettivi militari selezionati sul territorio Libico.
Più nello specifico il Tornado presta servizio nelle versioni IDS nelle file del 102º, 154º e 156º Gruppo che compongono il 6º Stormo basato a Ghedi (primo esemplare ricevuto il 27 agosto 1982, conversione ufficiale 20 maggio 1983, missione attacco convenzionale e nucleare, attacco con missili antiradar, ricognizione e attacco antinave con i missili Kormoran). Dal 1º luglio 2008 il 156º Gruppo è stato trasferito dal 36º (maggio 1984 entrata in linea del Tornado nel gruppo) al 6º Stormo. Il velivolo è inoltre utilizzato dal 155º Gruppo del 50º Stormo (1989, attacco convenzionale e nucleare, basato all'aeroporto di Piacenza-San Damiano) per un totale di circa 100 esemplari in origine acquistati, ora ridotti a meno di 90. Le macchine in servizio nei loro reparti raggiungono i 55-60 esemplari. Ogni reparto ha competenze specifiche, con velivoli equipaggiati con missili stand-off a lungo raggio Storm Shadow, GBU-32 JDAM, GBU-16 Paveway, bombe H (Tipo B 61/3, B 61/4 e B61/10), bombe Mk-83 e Mk-82, pod da ricognizione, Kormoran 1 antinave (circa 60-70 acquistati, adesso radiati), spezzoniere MW-1 (90, mai impiegate in guerra e oggi radiate) o missili HARM. Il programma ECR, iniziato nel 1992, ha visto la modifica di 15 macchine IDS, grazie al ridotto numero di perdite occorse alla linea, inferiore a quanto previsto (tre gruppi per un totale di 54 apparecchi, le esigenze del TTE con altri 10 circa, ma un totale ordinato di 100, incluso uno di preserie e 12 DC). Questo ha consentito di eseguire una notevole riduzione dei costi. In ogni caso si è seguito il programma per gli ECR tedeschi con molte delle modifiche pensate dai tedeschi, ma la versione italiana si chiama ECR-IT in quanto ha leggermente modificato le dotazioni.
Tornado del 50º Stormo schierati alla base aerea di Trapani Birgi nel 2011 durante l'Operazione Unified Protector.
Negli ultimi anni (dal 2005 in poi) è cominciato l'aggiornamento dei Tornado italiani allo standard MLU-IT, che prevede la possibilità di lanciare il missile di crociera SCALP. I primi test sono iniziati nel settembre 2006. L'ultimo dispositivo acquistato, lo scanner "RECCELITE", è stato impiegato in Afghanistan nel 2009.
Il 19 agosto 2014 due Tornado in missione di addestramento decollati dalla base stanziale del 6º Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia, sono precipitati nei pressi di Ascoli Piceno a seguito di una collisione in volo.

(Fonti: Web, Google, IlGiorno, Wikipedia, You Tube)






















































 

L’MQ-28 Ghost Bat di Boeing Australia è negli Stati Uniti. L’USAF conferma che la Boeing non prenderà più parte al programma Skyborg, ma ha espresso interesse per il suo MQ-28. Per l’USAF non sarà più un “fedele gregario”, ma “Collaborative Combat Aircraft (CCA)”.


SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

…Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso del fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello, il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette di guardia, il suono delle erbe secche e delle pietre battute dal vento sulle rive del Tagliamento…

La società Boeing non partecipa più allo Skyborg, che è incentrato sullo sviluppo di una suite di sistemi basati sull'intelligenza artificiale progettati per pilotare vari futuri velivoli autonomi senza pilota. Tuttavia, la società sta ancora conducendo lavori relativi all'MQ-28 Ghost Bat, uno dei quali si trova ora negli Stati Uniti, con l'obiettivo di offrirlo all’USAF come parte di future iniziative avanzate di droni. Tutto questo accade quando l'Air Force sta cercando di mettere in campo i primi esemplari di quella che sarà una famiglia di aeromobili senza pilota con capacità e gradi di autonomia variabili, che almeno inizialmente saranno progettati per lavorare a stretto contatto con velivoli con equipaggio, entro la metà e fino alla fine degli anni '20.





Il generale Dale R. White, ufficiale esecutivo del programma per i caccia e gli aerei avanzati presso l'Air Force Life Cycle Management Center, ha concesso alcuni dettagli sullo Skyborg alla conferenza Life Cycle Industry Days di agosto 2022. 
Boeing, General Atomics e Kratos hanno tutti ricevuto contratti per la produzione di velivoli senza pilota a sostegno del programma Skyborg nel 2020. La Boeing doveva fornire una variante o un derivato dell'MQ-28, che ha sviluppato in Australia per la Royal Australian Air Force per il programma di droni gregario “Airpower Teaming System (ATS)”.
I conflitti tra i programmi di test ATS e lo Skyborg hanno ribaltato i piani della Boeing di fornire un MQ-28 per quest'ultimo programma, ma "hanno finalmente ottenuto l’invio di un veicolo negli Stati Uniti”. E’ certo che la Boeing stia continuando, con fondi interni, il suo lavoro e potrebbe ancora "impegnarsi nuovamente" con il programma Skyborg in futuro.









Che Boeing non stia più partecipando attivamente allo Skyborg non sembra essere stato precedentemente rivelato, ma è stato accennato in una recente notizia dell'Air Force riguardante gli sforzi di "Sperimentazione di aeromobili autonomi" presso l'Air Force Research Laboratory. Il pezzo, che ora è stato curiosamente messo offline, afferma che AFRL ha condotto 16 "eventi di test operativi" a sostegno di quella che è stata anche definita campagna di sperimentazione di aeromobili ad attriti autonomi (AAAx) dal marzo 2021. I test si sono "focalizzati sulla valutazione del sistema di controllo dell'autonomia di Skyborg sul Kratos XQ-58 Valkyrie, UTAP-22 Mako e General Atomics MQ-20 Avenger, aeromobili senza equipaggio". Nessuna menzione è stata fatta di una piattaforma Boeing.


L'USAF ha anche annunciato l'anno scorso che il suo esclusivo velivolo di prova X-62A, un pesante F-16 Viper modificato noto anche come Variable In-flight Stability Test Aircraft (VISTA), era in procinto di essere riconfigurato per essere più adatto a supportare anche lo Skyborg e altri progetti di autonomia avanzata. AFRL ora si riferisce a quel jet come AAAx-VISTA.
La rottura di Boeing con il programma Skyborg, almeno per ora, è anche interessante dato che il segretario dell'Air Force Frank Kendall ha dichiarato separatamente che il suo servizio era impegnato in "discussioni preliminari" sull'acquisto di MQ-28 come parte degli sforzi per sviluppare “loyal  wingman” nell'ambito del più ampio programma “Next Generation Air Dominance”, o NGAD. 




Lo sforzo NGAD dell'USAF è un'iniziativa globale di combattimento aereo del futuro che include un'ampia varietà di progetti diversi volti allo sviluppo di velivoli con e senza pilota di prossima generazione, nonché armi avanzate, sensori, capacità di networking e gestione della battaglia, motori a reazione a ciclo variabile e altro ancora che funzioneranno tutti in modo collaborativo. 
"Penso che ci sia molto interesse reciproco nel lavorare insieme”; Kendall, che ha aggiunto che l'MQ-28 potrebbe essere un prezioso "meccanismo di riduzione del rischio". "E risolveremo il problema dettagli nelle prossime settimane".
Vi sono crescenti indicazioni che l'USAF si stia allontanando da concetti che coinvolgono droni più rigidamente "legati" ad aerei da combattimento con equipaggio a favore di quelli che includerebbero più livelli di velivoli senza pilota con diversi gradi di autonomia. Il servizio ha quasi smesso di usare la frase “fedele gregario” a favore di un nuovo termine, Collaborative Combat Aircraft (CCA).
I commenti del generale White sul coinvolgimento di Boeing a Skyborg riflettono una transizione più ampia che coinvolge quel programma che potrebbe essere già in corso, almeno a un certo livello. Il gen. White aveva parlato alla conferenza Life Cycle Industry Days del programma Skyborg "di grande successo”, quasi pronto. "Abbiamo utilizzato lo Skyborg come base o punto di partenza, con tutto il lavoro scientifico e tecnologico che abbiamo svolto, che lo alimenta, e stiamo continuando a lavorare con l'industria e continuerò a perfezionare questo approccio”. "Penso che la cosa più importante sia la nostra capacità di dimostrare che l'Autonomous Core System è stato efficace e può essere spostato da un aereo all'altro", ha aggiunto White. "Quindi ciò è servito come una sorta di fondamento del fatto che l'autonomia fosse qualcosa di abbastanza maturo da essere in grado di portare avanti il programma, e questo alimenterà l'approccio CCA".
L'approccio desiderato dall'USAF per lo sviluppo e l'acquisizione di CCA si sta ancora consolidando. Il segretario Kendall e Andrew Hunter, vicesegretario dell'Air Force per l'acquisizione, la tecnologia e la logistica, hanno ora affermato in diverse occasioni che il piano finale potrebbe ruotare attorno a una strategia iterativa di sviluppo e acquisizione che è simile almeno per alcuni aspetti al precedente concept proposto per la serie Digital Century. Il predecessore di Hunter, Will Roper, nel 2019 ha delineato l'idea della Digital Century Series, che si concentrerebbe fortemente sullo sviluppo rapido e sulla prototipazione, nonché sulla produzione "iterativa" di piccoli lotti. “L'idea della Digital Century Series è che sei in grado di iterare rapidamente i progetti. Quindi puoi fare molti progressi nella progettazione in un breve periodo di tempo, perché stai svolgendo più attività di progettazione, nelle immediate vicinanze e/o simultaneamente", ha detto Hunter parlando separatamente alla conferenza Life Cycle Industry Days dell'Air Force. "Ho potuto vedere che questo approccio ha un potenziale davvero successo per uno spazio in cui pensiamo che il design dovrà essere ripetuto o potrebbe essere ripetuto un po' in un breve periodo di tempo. E guarderei allo scenario del velivolo da combattimento collaborativo dove potrebbe essere il caso".
Allo stesso tempo, "siamo limitati dalle risorse e ci concentriamo molto sulle capacità", ha aggiunto Hunter. "Quindi non possiamo permetterci di realizzare quattro diversi tipi di velivoli in cui nessuno dei quali si sviluppa effettivamente in una capacità operativa".
Lo stesso segretario Kendall ha pubblicamente respinto l'idea di utilizzare un approccio simile alla Digital Century Series per quanto riguarda la componente del velivolo da combattimento con equipaggio denominato NGAD, citando anche preoccupazioni sul spendere tempo e denaro per sforzi di sviluppo che non portano a capacità reali.
Per molti versi, l'MQ-28, che ha un alto grado di modularità e riconfigurabilità, sembra un possibile candidato per una linea d'azione preferita per quanto riguarda i CCA, così come lo sviluppo e l'acquisizione di altri velivoli e sistemi. Boeing Australia ha presentato per la prima volta il design del suo drone per il programma ATS nel 2019 e il prototipo ha volato per la prima volta l'anno scorso. I test a terra e in volo sono in corso, con la RAAF che ha mostrato pubblicamente nel 2022 un esemplare con un modulo anteriore dotato di sensore. Il drone in quel caso sembrava essere dotato di un sistema di ricerca e tracciamento a infrarossi (IRST), che gli consentirebbe di individuare e tracciare altri velivoli a grandi distanze.
Il Ghost Bat offre al servizio un'opportunità per sfruttare gli investimenti privati e il lavoro di ricerca e sviluppo della Boeing, nonché l'ulteriore condivisione degli oneri che deriva dal coinvolgimento diretto di un alleato di alto livello come l'Australia. Quest'ultimo fattore è stato ulteriormente rafforzato dall'accordo trilaterale di cooperazione per la difesa Australia-Regno Unito-Stati Uniti, o AUKUS, che è stato svelato lo scorso anno. Questo accordo ha già consentito un livello completamente nuovo di condivisione della tecnologia di fascia alta tra i tre paesi, compresi i sottomarini a propulsione nucleare per la Royal Australian Navy.


Una serie di voli ancora inspiegabili e insoliti effettuati negli ultimi mesi da aerei cargo RAAF C-17A Globemaster III verso il segreto Tonopah Test Range Airport negli ultimi mesi ha sollevato dubbi sulla collaborazione non divulgata tra Stati Uniti e Australia su progetti aeronautici avanzati. Il software di tracciamento dei voli online mostra che almeno alcuni di questi voli hanno avuto origine dalla RAAF Amberly in Australia, che ospita la flotta di C-17 del paese, ma è stata anche un hub per i test ATS/MQ-28. Almeno alcuni di questi voli potrebbero ora essere spiegati: la Boeing ha portato almeno un MQ-28 negli Stati Uniti.
Tutto sommato, resta ancora da vedere come lo Skyborg, così come i piani CCA dell'USAF, continuano ad evolversi. Allo stesso tempo, mentre la Boeing potrebbe non essere più coinvolta attivamente nello Skyborg, l’US Air Force sembra ancora molto interessata ad esplorare ciò che l’azienda e il suo MQ-28 in particolare, hanno da offrire come parte del suo futuro team con equipaggio o senza pilota in merito a visioni generali del combattimento aereo prossimo venturo.

(Fonti: Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)