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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia.
Roberto Vannacci (La Spezia, 20 ottobre 1968) è un generale di divisione italiano, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore" e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.
Formazione
Vannacci frequenta il 168º Corso "Fedeltà" dell'Accademia Militare di Modena e la Scuola di applicazione di Torino. Ha tre lauree di livello magistrale: in Scienze Strategiche (conseguita presso l'Università degli Studi di Torino), in Scienze Internazionali e Diplomatiche (presso l'Università di Trieste) e in Scienze Militari (presso l'Università di Bucarest). Ha conseguito, inoltre, il Master universitario di II livello in Scienze Strategiche presso l'Università di Torino e il Master di II livello in Studi Internazionali Strategico-Militari in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano e l'Università LUISS di Roma.
Carriera militare
Passa le selezioni per accedere all'unità di incursori dell'Esercito Italiano, il 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", dove completa il corso di formazione e consegue il brevetto di incursore (corso 80/B). Con il grado di tenente assume il comando del Distaccamento incursori e partecipa alla Missione Ibis in Somalia (1992-1994), successivamente comanda una Compagnia incursori e, dal 2004 al 2006, assume il comando del Battaglione incursori.
Ha inoltre prestato servizio, nel biennio 1999-2000, come addetto alle Forze speciali presso l'Ufficio Operazioni del Comando delle forze operative terrestri e come "Chief Special Forces" presso il NATO Rapid Deployable Corps di Solbiate Olona.
Nel 2004, Vannacci viene distaccato presso il neo costituito Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali a Roma, dove ricopre tutti gli incarichi operativi e di staff, tra cui quello di capo ufficio Operazioni, sottocapo di stato maggiore operativo e vice comandante/capo di stato maggiore. In tali ruoli, oltre che promuovere e gestire tutte le operazioni speciali nazionali, Vannacci redige la prima Dottrina Interforze per la componente Operazioni speciali italiana. Sempre nello stesso anno, Vannacci ha un ruolo di comando nell'aliquota di incursori impegnati nell'evacuazione dei connazionali dalla Costa d'Avorio. Terminato l'incarico al COFS, nel 2009, viene inviato in Afghanistan come assistente militare del capo di stato maggiore della International Security Assistance Force (ISAF), il generale Marco Bertolini, primo ufficiale italiano a ricoprire tale incarico. In tale ruolo Vannacci ha occasione di collaborare anche con il comandante dell'ISAF generale Stanley A. McChrystal.
Sempre al comando di unità di Forze speciali, Vannacci ha partecipato a numerose operazioni militari. Da comandante di distaccamento operativo incursori prende parte alle operazioni in Somalia, Ruanda e Yemen. In particolare, durante la missione in Somalia, ha partecipato a operazioni speciali (denominate "Hillac") finalizzate al sequestro dei depositi di armi e alla neutralizzazione dei miliziani di Mohammed Farah Aidid, noto come signore della guerra somalo. Nel 1994 Vannacci comanda uno dei due distaccamenti incursori incaricati di evacuare i civili italiani (e non solo) dal Rwanda, sconvolto dalla guerra civile (Operazione Ippocampo).
È stato impiegato in Bosnia Erzegovina nella zona di Pale, sede del Parlamento della Republika Srpska e ancora dimora di Radovan Karadžić, in qualità di comandante di Compagnia incursori. Nel 2000, inoltre, ritorna in Bosnia, a Mostar, dove nell'ambito della Divisione Francese "Salamandre" è tra i responsabili delle operazioni psicologiche del contingente.
Da maggiore e tenente colonnello, ha condotto operazioni speciali in Iraq e in Afghanistan. Nel dettaglio, Vannacci ha comandato per due turnazioni (2005-2006) lo Special Forces Task Group in Iraq ed è stato il primo comandante della Task Force 45 in Afghanistan, schierata a Herat e Farah e con la stessa ha preso parte a numerose azioni cinetiche contro gli insorti nei distretti di Farah, Bakwa, Bala Baluk, Delaram e Shindand. Gli incursori della Task Force 45, impiegati nell'individuazione e neutralizzazione dei gruppi di miliziani ostili hanno condotto operazioni mirate, finalizzate a limitare eventuali danni collaterali.
Nel 2011, durante la Primavera Araba, Vannacci opera in Libia quale Comandante di Nucleo Avanzato del Comando Interforze delle operazioni delle Forze speciali (COFS), svolgendo attività di supporto alle autorità diplomatiche italiane. Sotto tale incarico ha organizzato e portato a termine l'evacuazione d'emergenza della sede diplomatica di Tripoli e dei cittadini italiani ancora rimasti nelle vicinanze della capitale. Tornato in Afghanistan, nel 2013, poco prima della transizione da ISAF a Resolute Support Mission (Operazione Sostegno Risoluto), Vannacci assume l'incarico di capo di stato maggiore delle Forze speciali della NATO (ISAF SOF HQ): si impegna nell'organizzazione dell'articolato Comando e nell'approvazione delle delicate operazioni che hanno visto il coinvolgimento di tutte le Forze speciali dell'Alleanza Atlantica. In riconoscimento dei risultati conseguiti, Vannacci è stato decorato dalle autorità statunitensi della Bronze Star Medal.
Dal 2011 al 2013, Vannacci comanda il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin". In seguito, dal 2014 al 2016, ha assunto l'incarico di capo ufficio relazioni internazionali presso il III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, dove ha consolidato la rete di cooperazione internazionale militare tra l'Italia e le nazioni alleate e amiche. Nel 2016, promosso generale di Brigata, Vannacci assume il comando della Brigata Paracadutisti "Folgore". Durante tale incarico, ha aggiornato tutte le procedure tecnico-tattiche-aviolancistiche della Grande unità.
Nel 2017, in Iraq, Vannacci ha assunto il comando del Contingente nazionale terrestre dell'operazione Prima Parthica nonché del Deputy Commanding General for Training della Coalizione anti ISIS nell'ambito dell'Operation Inherent Resolve. In tali ruoli è stato responsabile dell'addestramento e dell'equipaggiamento delle forze irachene impegnate nell'annichilimento militare dello stato islamico e nelle attività di contro-insurrezione e di controllo del territorio.
Successivamente, dal 2018, ha assunto l'incarico di capo di stato maggiore della Divisione "Vittorio Veneto". Nel 2019 è stato premiato dall'Unione Nazionale Veterani dello Sport (UNVS) con il premio per le Missioni di pace .
Dal gennaio 2020 ricopre l'incarico di addetto per la Difesa alla rappresentanza diplomatica italiana a Mosca, con accreditamenti in Bielorussia, Armenia e Turkmenistan. Sotto tale profilo gestisce il periodo caratterizzato dall'inasprirsi dei rapporti tra l'Italia e la Federazione Russa, a causa dell'invasione russa dell'Ucraina. Dichiarato "persona non grata" dalle autorità russe, come rappresaglia per le espulsioni decise dal Ministro degli esteri italiano a seguito delle vicende belliche tra Russia e Ucraina, conclude l'incarico nel settembre del 2022.
Il 21 giugno 2023 assume il comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze.
Nell'agosto 2023 pubblica il libro autoprodotto Il Mondo al Contrario che suscita numerose polemiche a causa dei suoi contenuti ritenuti da parte di alcune testate giornalistiche omofobi e sessisti, mentre altre hanno apprezzato il libro di Vannacci. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha preso le distanze dalle opinioni di Vannacci, definendole "farneticazioni personali che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione". Lo Stato Maggiore dell'Esercito in una nota comunica che la forza armata si dissocia dai contenuti espressi dall'Ufficiale nel suo libro, mai sottoposti ad autorizzazione né valutazione da parte dei vertici militari, riservandosi l'adozione di provvedimenti a tutela della propria immagine. Come conseguenza di tale affaire, Vannacci viene destituito dal comando dell'IGM il 18 agosto dello stesso anno, sostituito dal generale Massimo Panizzi e trasferito al COMFOTER, a disposizione del comandante Area territoriale, a far data dal 21 agosto.
Sulla questione dell'uranio impoverito
Vannacci è stato al centro di un acceso dibattito, denunciando l'esposizione dei militari italiani ai rischi dell'uranio impoverito e dei metalli pesanti in zona d'operazione. Sulla base di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, fra le quali la trasmissione Sono le venti di Peter Gomez, Il Fatto Quotidiano e La Notizia, durante il comando della missione Prima Parthica in Iraq (2017-2018), il generale Vannacci ha presentato due esposti alla Procura militare e alla Procura della repubblica di Roma denunciando gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano.
Sulla vicenda, il tenente colonnello incursore (Aus.) Fabio Filomeni ha pubblicato un libro dal titolo Baghdad, Ribellione di un Generale che ripercorre gli avvenimenti vissuti in prima persona durante la missione in Iraq in qualità di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del contingente.
Il generale Vannacci, nominato datore di lavoro negli ultimi mesi del suo comando in Iraq ha denunciato il pericolo di esposizione alle particelle di uranio impoverito all'interno del suo Documento di valutazione dei rischi (DVR) smentendo, de facto, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l'inesistenza di tale minaccia per la salute.
“IL MONDO AL CONTRARIO” - Vannacci, un militare leale, con un curriculum di valore al servizio della Patria e dello Stato, acerrimo nemico del “politically correct” (Marcello Veneziani, LA VERITA’)
C’è stata una novità nella rubrica “Il mostro della settimana” che puntualmente addita al pubblico disprezzo e alla gogna mediatica l’orco del momento: stavolta per il generale Roberto Vannacci è arrivata la sanzione del governo, col ministro della difesa Guido Crosetto che ha rimosso dall’incarico l’ex comandante della Folgore, mentre il suo libro epicamente e rapidamente scalava e capeggiava le classifiche. Non dirò nulla del libro che ho ricevuto, guardato qua e là ma non letto; e se un libro non lo leggi non puoi giudicarlo. Dirò invece qualche cosa sul contesto. La prima è sull’uso della parola “normale” che è stata la chiave del linciaggio mediatico e politico. Normale/Anormale non è una valutazione morale, etica ma una constatazione di fatto. Per anni, gli stessi movimenti omosessuali si appellavano ai diritti dei “diversi”, presupponendo che gli altri fossero i “normali”. Da sempre l’umanità, ma anche il regno animale, si riproduce e si perpetua con l’accoppiamento tra un maschio e una femmina; è la regola, normale e naturale e non c’è nessun sottinteso elogiativo o spregiativo nel dirlo. E’ la vita, la realtà e fa parte del senso comune; magari col tempo i numeri e i rapporti saranno invertiti. Normale/Diverso si applica poi a vari contesti: io per esempio sono un diverso perché mancino, e nonostante la cattiva fama dei sinistri che usano la mano del diavolo, non ho difficoltà a definirmi anormale, che non vuole dire abnorme, subnormale, malato, ma semplicemente diverso dalla norma. Inquietante, invece, è l’uso politico della normalizzazione applicata dai regimi totalitari e in uso presso l’Unione europea: serviva a sopprimere scelte e idee non allineate al potere dominante. Non è un caso che alla classica contrapposizione tra paese reale e paese legale, usata soprattutto in ambito nazional-conservatore, la sinistra ha opposto al paese reale “un paese normale”, cioè adeguato al suo standard ideologico e non alla realtà sociale e all’esperienza storica. Qui “normale” è un retaggio inquietante della mentalità totalitaria. Le diversità sono da riconoscere e da rispettare quando non abusano delle vite e dei diritti altrui (come è il caso di pedofili e stupratori, verso cui legittimamente il gen. Vannacci esprime la sua avversione). Un conto è criticare l’esibizionismo, la supremazia, il lobbismo gay, un altro è condannare una libera scelta privata. Due, c’è una bella differenza tra chi constata un fatto, seppur sgradevole a taluni; chi esprime un’opinione controversa, da confutare ma da rispettare, o almeno da tollerare; chi narra fatti infondati e spara giudizi cattivi che va sconfessato e spubblicato; e chi infine offende, diffama, dice il falso, che va punito, con un provvedimento penale o disciplinare. La gogna vigente, invece, funziona sin dal primo gradino e reclama punizioni e censure. Tre, Vannacci, come si è poi dimostrato dal consenso ricevuto, ha detto quel che il senso comune generale pensava e diceva fino a qualche anno fa; e che molti pensano ma non dicono nel presente, per non incorrere nella scomunica pubblica. Se lo ha detto con un linguaggio da caserma è perché lui è un soldato, usa un linguaggio diretto e non mediato culturalmente. Tre, prima di condannare e cacciare un uomo, un soldato, guardate al contesto della sua vita professionale e al suo comportamento generale. Vannacci è un militare leale, con un curriculum di valore al servizio della Patria e dello Stato, non può essere con leggerezza rimosso perché in un libro e non in un discorso ufficiale “ha dato voce ai pregiudizi” (che sono per il pensiero conservatore la base del pensare comune, lo dico al ministro di un governo di conservatori; legga Vico, Burke, persino Gadamer, fino al venerato Scruton). Infine vengo ai ministri che si adeguano al mainstream o al minestrone. Serpeggia in molti ministri e in qualche governatore di centro-destra l’ego-ansia di essere al passo della gogna mediatica, di compiacere i “pregiudizi” discesi dalla “cappa” e non dal sentire comune e dalla tradizione, e di adeguarsi ai codici imposti dalla sinistra ideologica, mediatica e giudiziaria in tema di ambiente, storia, educazione, migranti, sessi. Frasi compiacenti, inchini melliflui, mimiche fino al pianto, ora persino decisioni prone al mainstream. Ponetevi però una domanda: per quanto tempo e fino a quando, la gente che vi ha mandato al governo sarà disposta ad accettare questo vostro “astuto” conformarvi al politically correct che fino a ieri avete criticato? Sono realista, la cautela è una virtù ma non bastava già il silenzio, elegante ed eloquente, perché avrebbe detto che il governo non scende nella bagarre polemica tra pro e contro? Il silenzio avrebbe scontentato tutti, ma in parti uguali e ridotte, senza compromettere nulla. Ma vorrei osservare una cosa. Già la politica incide poco e decide poco, e la destra per restare al governo sta accettando grossi compromessi che vediamo tutti. Se cede pure sulle questioni di principio, sui temi sensibili, se si adegua ai pregiudizi altrui, cedendo sui propri o su quelli di sempre, allora chiedetevi perché la gente dovrebbe continuare a sostenervi. Ricordatevi che il ciclo del consenso si è già accorciato di suo, voi così lo accelerate, svendete il consenso ricevuto per ricevere l’assenso del mainstream, che mai avrete in pieno. Il problema è saper dosare audacia e prudenza, e capire quando è il tempo dell’una e quando dell’altra, e saper coltivare anche la terza via; che non è la furbizia di lanciare la palla in tribuna o parlar d’altro, ma saper spiazzare assumendo un punto di vista meno prevedibile e più originale. Per farlo non ci vuole astuzia tattica ma un’intelligenza politica e non solo, che è merce rara in politica e non solo… Consiglio finale gratuito alla Meloni; lasci passare la buriana, poi senza smentire il suo ministro, reintegri Vannacci nel suo incarico dicendo che per un militare il fare conta più del dire, e la dimostrazione di lealtà alla patria e alle istituzioni vale più di una dissertazione su temi che esulano dalla sua competenza. Non è il massimo ma sarebbe almeno un decoroso paracadute… (La Verità – 20 agosto 2023).
Onorificenze italiane:
- Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — 2 giugno 2019
- Medaglia mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
- Medaglia al merito di lungo comando nell'esercito (20 anni)
- Medaglia d'Oro al merito di lunga attività di paracadutismo militare
- Croce d'oro con stelletta per ufficiali e sottufficiali con 40 anni di servizio.
- Croce commemorativa delle operazioni di pace
- Croce commemorativa per l'attività di soccorso in Iraq
- Medaglia NATO per il servizio in Afghanistan
- Medaglia NATO per il servizio nella ex Jugloslavia
- Medaglia commemorativa della Nazioni Unite per la Somalia
- Decorazione d'onore interforze dello Stato Maggiore della Difesa.
Onorificenze straniere:
- Bronze Star Medal (Stati Uniti d'America) - «Per il servizio eccezionalmente meritevole a sostegno dell'operazione Enduring Freedom. L'eccezionale dedizione al dovere del colonnello Vannacci durante le operazioni di combattimento in Afghanistan ha contribuito allo schiacciante successo della missione. Le sue azioni sono in linea con le migliori tradizioni del servizio militare e conferiscono onore a lui, all'International Security Assistence Force-Special Operations Force-Afghanistan, al NATO Special Operations Component Command-Afghanistan/Special Operations Joint Task Force-Afghanistan e all'Esercito italiano.» — 25 agosto 2014.
- Legion of Merit (Stati Uniti d'America) - «La prestigiosa onorificenza statunitense è stata tributata in riconoscimento dei risultati di assoluto pregio raggiunti e per il merito eccezionale dimostrato nell'ambito della Coalizione anti-ISIS nella quale, per dodici mesi e durante le fasi più cruente della lotta a Daesh, il Generale Vannacci ha svolto l'incarico di Deputy Commanding General e Director of Training, un ruolo cruciale per la sconfitta di ISIS e per la stabilizzazione dell’Iraq.» — 21 agosto 2018.
- Medaglia d'Onore dello Stato Maggiore della Romania.
- Foreign Service Medal - «La Repubblica Ceca concede al Comandante del contingente italiano in Iraq, Generale di Brigata Roberto Vannacci, la "Foreign Service Medal”.» — 21 giugno 2018.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, LaVerità, Marcello veneziani, You Tube)