giovedì 28 dicembre 2023

MARINA MILITARE ITALIANA: Il sistema sonar integrato, chiamato Kaleidoscope 2.0 di ELAC Sonar GmbH, una filiale di Cohort plc, è stato adottato dal programma dei sottomarini U212 NFS.







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Presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia) da tempo è iniziata l’attività produttiva per il secondo dei due sottomarini di nuova generazione relativi al programma di acquisizione U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare italiana.
L’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, ha espresso soddisfazione per la firma del contratto ed ha commentato: “Questo accordo, di strategica importanza, doterà la Marina militare e la sua componente sommergibili di mezzi altamente tecnologici in grado di eccellere nella dimensione subacquea e di svolgere, nell'attuale scenario geo-politico, un ruolo fondamentale per la salvaguardia degli interessi del Paese".
Si tratta di un sottomarino AIP in grado di permanere in mare per tempi anche molto prolungati e, grazie alla sua “invisibilità", capace di raccogliere informazioni senza alterare l'ambiente e il soggetto osservato, operando anche in presenza di elevata minaccia, pronto ad agire qualora ce ne fosse la necessità, rappresentando lo strumento di deterrenza per eccellenza.
I primi sottomarini NFS verranno consegnati nel 2028 e nel 2029 sostituendo altrettanti sottomarini della classe Sauro risalenti alla metà degli anni '80 e non più adeguati alle attuali sfide operative. La nuova serie di battelli vedrà, rispetto alla più moderna classe Todaro, una fortissima evoluzione in termini di impianti e concetti operativi: NFS caratterizza il fatto che il progetto costituisce il trait d'union tra l'affidabile progetto italo-tedesco U212A e le tecnologie emergenti del nuovo secolo. 
Il programma U212NFS garantirà al Paese una capacità di deterrenza e sicurezza nei bacini marittimi d'interesse nazionale e le collegate infrastrutture critiche che si sviluppano lungo i fondali marini che, in quanto al di sotto della superficie del mare, alle volte rimangono distanti dalla comune percezione delle priorità strategiche.
Due battelli sono  stati già contrattualizzati nel 2021, con consegne previste nel 2027 e nel 2029, oltre a una terza unità che ha ricevuto l’approvazione parlamentare e il relativo in service support e la realizzazione del Training Center, è gestito dall’OCCAR.
I sottomarini U212NFS saranno altamente innovativi, con significative modifiche progettuali tutte sviluppate autonomamente da parte di Fincantieri in accordo ai requisiti della Marina Militare.
Il programma risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore navale subacqueo.
Il programma dovrà preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera nazionale poiché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria italiana.
I compiti che i sottomarini svolgono quotidianamente a favore della collettività sono molteplici, soddisfacendo la tutela degli interessi nazionali e la difesa collettiva nell’ambito delle più importanti alleanze alle quali il Paese partecipa, NATO e UE: alle missioni prettamente militari si vanno ad aggiungere quelle inerenti: 
  • la libertà di navigazione, 
  • l’antipirateria, 
  • la sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico e flusso dati, 
  • il rispetto del diritto internazionale, 
  • la lotta al terrorismo, 
  • la tutela delle frontiere esterne, 
  • la salvaguardia delle infrastrutture marittime, incluse quelle vitali off-shore e subacquee, 
  • e non ultimo  la salvaguardia degli ecosistemi marini.











I REQUISITI DI RESISTENZA, FLESSIBILITA’ OPERATIVA E CAPACITA’

Sfruttando l’esperienza operativa dell’U212A e la cooperazione industriale con TKMS, il progetto NFS è guidato dai requisiti per migliorare la resistenza, la flessibilità operativa e le capacità. Grazie al nuovo sistema di combattimento, ai sensori e ai sistemi d'arma previsti, ovvero i missili da crociera deep strike a lungo raggio, l'U212NFS svolgerà un ruolo chiave negli scenari operativi multidominio e multinazionali congiunti. 
L'U212 NFS è caratterizzato da uno scafo pressurizzato più lungo di 1,2 metri e da una piattaforma idrodinamicamente migliorata e ulteriormente più silenziosa con una lunghezza fuori tutto di circa 59 metri e un dislocamento di superficie di circa 1.600 tonnellate. 
L’NFS presenta una vela di nuovo design in grado di ospitare fino a sette alberi elettrici (con spazio per un albero aggiuntivo opzionale), consentendo lo sviluppo futuro nella direzione di un sottomarino completamente elettrico. 
Sono in corso studi anche sul fattore umano per fornire sistemazioni più confortevoli ai membri dell’equipaggio di nuova generazione. 
Le prime due unità della classe NFS mantengono lo stesso sistema di propulsione diesel/elettrico e AIP del design dell'U212A, ma introducono un nuovo sistema di stoccaggio e gestione dell'energia basato su batterie al litio-ferro-fosfato, una tecnologia rivoluzionaria nel dominio subacqueo. 
Fincantieri ha assegnato il relativo programma di sviluppo e messa a punto alla società italiana FIB insieme alle joint venture Power for Future tra Fincantieri SI e le società Faist Electronics, TUV Rheinland e Cetena. 
Fincantieri sta inoltre collaborando con altre industrie per fornire un nuovo sistema AIP da introdurre a partire dal terzo esemplare.
L'U212 NFS sarà dotato di un sistema di controllo integrato della piattaforma (IPCS) di nuova concezione e di un sistema di combattimento di nuova generazione con sistema di gestione dei comandi e controllo delle armi e suite di sensori, che consentono di ridurre l'equipaggio a soli 29 membri circa: tutti i sistemi saranno conformi ai più impegnativi requisiti di sicurezza informatica, rendendo l'NFS U212 la seconda piattaforma di approccio cyber secure by design che sarà fornita da Fincantieri alla Marina Militare Italiana dopo i Pattugliatori Polivalenti d'Altura classe Thaon di Revel. 

COMBAT MANAGEMENT SYSTEMS

Il nuovo IPCS è fornito da Fincantieri Seastema, Avio Aero per il sistema di governo e di controllo in immersione, il sistema di gestione del combattimento (CMS) è fornito da Leonardo, che deriva dalla quarta generazione del cosiddetto SADOC CMS per le nuove piattaforme da combattimento di superficie previste consegna alla Marina Militare Italiana. Il sistema integrato è basato su di un'architettura aperta e modulare che garantisce una facile integrazione di applicazioni software di terze parti (ad esempio rilevamento sonar bistatico), elaborazione remota, ampio know-how sull'elaborazione acustica e applicazioni specifiche per missioni sottomarine ed elaborazione video migliorata del periscopio in tempo reale.
Il Combat Management Systems sarà installato in un centro informazioni di combattimento all'avanguardia e più spazioso, progettato da Fincantieri in sinergia con i principali fornitori e dotato di nove console multifunzione a doppio schermo e completamente intercambiabili (per CMS, sonar ed EW), oltre a la stazione di comando con realtà aumentata e fusione di sensori/dati, affiancata da alcuni IPCS e console di controllo della piattaforma.

LA SUITE OPTONICA L3HARRIS

La vela più lunga dell’NFS ospita una suite di sei alberi non penetranti sollevati elettricamente e il periscopio di attacco penetrante ottico di nuova generazione, tutti forniti dalla società L3Harris, che, insieme a GEM Elettronica, fornisce anche il radar a bassa probabilità di intercettazione. 
L'U212 NFS sarà equipaggiato con l'ultima generazione di periscopio ottico penetrante L3Harris e un albero optronico a basso profilo con imaging elettronico ad alta risoluzione che include VIS, SWIR, MWIR e sensori di scarsa illuminazione. Il sistema gestirà comunicazioni e suite di sensori all’avanguardia, tra cui radio navali definite dal software, collegamenti dati SATCOM (banda UHF e SHF) e Link 11/16 (adattato per Link 22) di Leonardo, il RESM integrato di nuova concezione /CESM di Elettronica, che combina alte prestazioni, dimensioni compatte e design invisibile, con un nuovo palo dell'antenna integrato e dedicato che fornisce le ultime funzionalità ISR tattico-strategiche oltre alle antenne montate su palo/periscopio. 
La suite sonar digitale ad architettura aperta è fornita da ELAC Sonar (una società del gruppo Cohort) sulla base di un contratto annunciato nel luglio 2021, con un wet-end che comprende un array cilindrico, un flank array esteso (con funzionalità PRS) che fornisce una migliore funzionalità di rilevamento e tracciamento grazie all'"array di apertura verticale", insieme all'array di intercettazione acustica e al proprio idrofono acustico.








I SILURI LEONARDO BLACK SHARK ADVANCED B.S.A.

Il sistema di combattimento dell’U212NFS sarà in grado di gestire una gamma più ampia di armi e carichi utili, ed anche la versione siluro pesante Leonardo Black Shark Advanced (BSA) sviluppata per la Marina italiana.
Il siluro risulta essere stato lanciato in modalità "Push Out" (sistema di espulsione del siluro dal tubo di lancio mediante un getto d'acqua ad alta pressione); la nuova arma messa a punto da Leonardo era equipaggiata in maniera del tutto innovativa con una nuova e segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento (Al-AGO).  Dalle ultime informazioni che trapelano, la nuova tecnologia utilizzata nelle batterie sarà quasi sicuramente utilizzata con delle modifiche sostanziali per fornire energia ai nuovi sottomarini italiani "U212 - 2^ serie".
La società italiana Leonardo Whitehead Alenia Sistemi Subacquei sta ultimando la messa a punto del Black Shark Advanced (BSA) come evoluzione di una tecnologia già acquisita da tempo, utilizzando i più avanzati sistemi ECCM e sonar. I progressi nella progettazione del motore elettrico e della nuovissima batteria all’ossido di alluminio-argento hanno consentito un aumento sostanziale sia della portata che della velocità d'ingaggio.
La nuova versione allo stato dell’arte dell'N.S.P. utilizza per la filo-guida la fibra ottica invece del filo di rame, allo scopo di aumentare la capacità della larghezza di banda e della elaborazione del segnale. Le capacità sonar includono una multi-frequenza che presenta avanzate capacità di analisi spaziale ed angolare. L'obiettivo della progettazione del siluro era un 300% di miglioramento dell'acquisizione passiva e del 200% attiva con il suo avanzatissimo sistema sonar. 
Il disegno del motore brushless accoppiato con l'ossido di alluminio-argento (Al-AGO) conferisce al sistema una velocità massima 50+ nodi, ed una autonomia di oltre 50 km. Come tutti gli altri HWTs alimentati a batteria, il sistema di alimentazione non subisce perdite di prestazioni del vecchi sistemi a ciclo Otto alle profondità maggiori in quanto non è presente uno scarico. Il risultato è un miglioramento del 150% nella velocità e del 200% nella resistenza.
Il nuovo siluro avanzato della Marina Militare Italiana è il risultato del programma di governo "A / R SMD 1/2010" per lo sviluppo di nuovi siluri BSA per 87,5 milioni di € entro il 2020:
  • 2014/12/02 - primo lancio di prova del nuovo NSP / BSA (Nuovo Siluro Pesante / Black Shark avanzata) da parte dell'SSK Scirè;
  • 2014/06/19 - secondo lancio di prova da parte dello Scirè.
Il nuovo BSA arma i sottomarini classe Todaro; con circa 80 siluri ordinati e attesi dalla M.M. armerà anche i nuovi Pattugliatori classe Paolo Thaon di Revel (versione full), con due lanciatori ubicati sotto il ponte di volo; il peso della testata dell’NSP sarà pari a 350/400 kg.
Il lancio di prova del nuovo siluro, avvenuto nel golfo di La Spezia, è stato finalizzato a verificare sul campo i progressi realizzati dalla WASS nell’ambito del progetto del Nuovo Siluro Pesante, sviluppato in collaborazione con la Marina Militare italiana. Il successo del lancio rappresenta un ulteriore passo avanti nella fase di acquisizione da parte della Marina Militare stessa.
La nuova arma subacquea è frutto della ricerca e della tecnologia all'avanguardia tutte italiane: esprime un’eccellenza nazionale nel campo dei prodotti della difesa subacquea grazie all'impiego di soluzioni tecniche innovative in ambito dei sistemi di propulsione, di generazione energia ed elettroacustica. Il nuovo siluro è infatti un prodotto che, per i suoi alti standard qualitativi, è in grado di competere a livello internazionale, con i maggiori player del settore.
Nei prossimi anni, il Black Shark Advanced sostituirà completamente i vecchi Siluri A-184, ora in dotazione ai sommergibili della Marina Militare, incrementando notevolmente, in termini di deterrenza, le capacità della Forza Armata di difesa delle acque e degli interessi nazionali.
Il Black Shark è un siluro pesante da 533 mm di diametro (21 pollici) filoguidato sviluppato dall'azienda WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei Spa, confluita in Leonardo-Finmeccanica dal 2016, in accordo alle esigenze operative della Marina Militare Italiana.
Il siluro Black Shark è un'arma multi bersaglio progettato per essere utilizzata da diverse piattaforme di lancio ed impiegabile sia da unità di superficie che da unità subacquee. Il siluro è destinato alla lotta antinave e ASW ed è dotato di due modalità di lancio: "push-out" mediante catapulta oppure "swim-out" in virtù dalla spinta generata dalle eliche.
L'arma è stata concepita per contrastare le minacce tecnologicamente più moderne, siano esse bersagli di superifice o subacquei. Il siluro è filoguidato tramite un cavo in fibra ottica attraverso il quale il mezzo lanciante rimane in comunicazione per trasmettere e ricevere i dati necessari per il buon esito della missione.
Lo sviluppo è iniziato nel 1997 al fine di soddisfare le esigenze della Marina Militare Italiana circa una nuova generazione di siluri pesanti, da usare con gli ultimi sommergibili U212A sulla base dell'A184 Mod.3 ed era inizialmente conosciuto con la denominazione A184 Enhanced (avanzata) suggerendo che si sono sviluppate le specifiche sulla base dell'A184 Mod.3, ma gli è stato dato un nuovo nome per sottolineare che si trattava di un siluro completamente nuovo, migliore di un normale A-184, combinando un nuovo sistema di sonar avanzato (ASTRA), una guida attiva/passiva, un sistema per migliorare l'orientamento e percorsi di controllo, cavo in fibra ottica per la trasmissione di dati tra il siluro e il sottomarino, un nuovo motore potenziato ed eliche a contro-bilanciamento.
Il siluro Black Shark è lungo circa 6 metri, la lunghezza varia in base alla configurazione, sia essa di esercizio o di servizio, ha un diametro di circa 533 mm, è molto silenzioso e può operare in modalità di autoguida nell'ultima fase della missione. Nella sua versione più innovativa è equipaggiato con una nuova batteria Litio-Polimeri, sostituita con la segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento (Al-AGO).
L'ASTRA (Advanced Sonar Transmitting and Receiving Architecture) è la testa acustica, sia attiva che passiva, del Black Shark, che può essere utilizzata come sensore remoto da parte dell'unità lanciatrice. La capacità tecnologica di questo avanzatissimo sensore italiano di Leonardo ha fatto la differenza in campo mondiale per la scelta del siluro WASS; spesso ha oscurato armi pari-classe tedesche, francesi ed anglosassoni.

I sottomarini saranno attrezzati per l’utilizzo di missili da crociera a lungo raggio “land-attack”, capacità che apre nuovi scenari operativi e di deterrenza all’Italia. 

L'U212NFS lascia inalterate le capacità di supporto delle forze speciali già offerte e pianificate per l'U212A, oltre agli operatori speciali ed alla stazione di accoppiamento per il sistema di salvataggio sottomarino in difficoltà; l’NFS è predisposto per la futura integrazione di XLUUV, UUV etc…, che permetteranno di operare come nodo principale di una rete sottomarina che amplierà la capacità complessiva di sorveglianza strategica.

IL PROGRAMMA  AVANZA

Come già evidenziato, la costruzione del terzo sottomarino di nuova generazione relativo al programma U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare e assegnato a Fincantieri, ha ricevuto l’approvazione parlamentare e proseguirà ora il consueto iter amministrativo.
I sottomarini U212NFS saranno altamente innovativi, con significative modifiche progettuali tutte sviluppate autonomamente da parte di Fincantieri in accordo ai requisiti della Marina Militare. Il programma risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore.
Il progetto serve inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, maggiori realtà industriali e piccole e medie imprese del comparto, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale.
Leonardo ha anche firmato un contratto con Fincantieri del valore di circa 150 milioni di euro per la fornitura di equipaggiamenti per i primi due sottomarini U212 Near Future Submarines (NFS), che entreranno a far parte della flotta della Marina Militare Italiana a partire dal 2027.
Si tratta di dotazioni strategiche per la sorveglianza e la protezione degli spazi subacquei italiani e internazionali. Il contratto prevede la progettazione e realizzazione di un Combat Management System di nuova generazione.
Leonardo fornirà, inoltre, un laboratorio di simulazione e training che verrà installato presso il Centro Addestramento Sommergibili della Marina Militare Italiana a Taranto, nonché supporto logistico iniziale, incluso l’addestramento del personale e un primo set di parti di rispetto.
Per Leonardo questo contratto riveste un’importanza strategica: dal punto di vista commerciale, l’azienda amplia la sua offerta al settore dei sottomarini. Dal lato industriale, la sinergia con i sistemi già forniti sulle navi di superficie, incluse le future configurazioni, sarà una spinta ulteriore a investimenti per lo sviluppo e l’innovazione delle linee di prodotto, in particolare del Combat Management System.
Il rafforzamento dei business tradizionali, anche attraverso la valorizzazione di competenze trasversali come il comando e controllo, è uno dei pilastri del Piano Strategico “Be Tomorrow 2030”. 

Il sistema Electronic Warfare Management Unit di ELT per i sottomarini U212 NFS
 
Elettronica sta mettendo a punto il sistema Electronic Warfare (EWS); il contratto prevede la consegna di due sistemi per il primo lotto di due sottomarini più altri due sistemi come opzione per i lotti successivi. Elettronica è già fornitrice degli apparati di Guerra Elettronica nell’ambito dei Programmi FREMM, PPA gestiti dall’OCCAR e prevede di estendere la collaborazione ai progetti co-finanziati dall’Unione Europea: la capacità di dominare lo Spettro Elettromagnetico costituisce uno dei fattori chiave per ottenere un significativo vantaggio. L’ElectroMagnetic Spectrum Operations (EMSO), rappresenta dunque l’insieme di attività finalizzate ad ottenere la supremazia elettronica nel teatro operativo; la capacità di gestire lo Spettro Elettromagnetico attraverso l’utilizzo di sistemi di Difesa Elettronica supporta la capacità del sottomarino di operare in aree ad alto rischio, sia in operazioni conflittuali che in quelle di peace-keeping, garantendo l’autoprotezione della piattaforma e le attività di sorveglianza ed intelligence.
La suite EWS progettata da Elettronica per i sottomarini U212 NFS della Marina Militare Italiana rappresenta la risposta tecnologicamente più avanzata ed innovativa a queste esigenze nel campo del dominio subacqueo. Il Sistema si distingue per un altissimo livello di integrazione funzionale ed è in grado di svolgere compiti di autoprotezione, sorveglianza ed intelligence con elevate prestazioni dalla banda radio a quella radar. Il Sistema dispone di un’antenna RESM/CESM integrata, frutto di oltre due anni di studi e simulazioni, che rappresenta il prodotto più avanzato sul mercato grazie alle elevate prestazioni, alle dimensioni compatte e alla forma stealth.
Fanno inoltre parte del sistema due ulteriori antenne, una con compiti di sorveglianza e scoperta nel campo radar e una antenna di allarme.
La suite EWS è caratterizzata da un elevato livello di digitalizzazione che consente di ottenere alte prestazioni anche in un ambiente elettromagnetico molto denso e complesso, dove la maggior parte dei sistemi in commercio sono inesorabilmente saturati. La sua architettura software-defined, riducendo fortemente la componente HW a favore di quella SW/FW, garantisce un alto grado di disponibilità operativa, una manutenzione più semplice ed aggiornamenti software più rapidi.
E’ stato rivelato che il sistema è dotato di una che raccoglie e gestisce in modo integrato le informazioni provenienti dai suoi sensori che operano nelle banda radar e radio, componendo così uno scenario elettromagnetico complesso a supporto delle attività di Autoprotezione e Sorveglianza.




In data 22 dicembre 2023 ELAC SONAR GMBH SI È AGGIUDICATA UN CONTRATTO DA 16 MILIONI DI EURO DA LEONARDO SPA

ELAC Sonar GmbH, una filiale di Cohort plc, ha ottenuto un contratto del valore di 16 milioni di euro da Leonardo S.p.A. per fornire un sistema sonar avanzato per un’unità aggiuntiva del programma di sottomarini U212 NFS. Il sistema sonar integrato, chiamato Kaleidoscope 2.0, genererà, trasmetterà ed elaborerà grandi quantità di dati sonar generati dai sensori elettroacustici esistenti. La suite sonar, denominata Sphere, offre diverse funzioni sonar, come comunicazione, sorveglianza e rilevamento di mine. ELAC SONAR è leader nella progettazione e produzione di sistemi idroacustici per applicazioni navali ed è specializzata nell’equipaggiamento di nuove navi con prodotti innovativi, offrendo anche servizi di installazione, logistica ed assistenza tecnica.
La suite sonar integrata Kaleidoscope 2.0 basata su Sphere di ELAC SONAR GmbH genererà, trasmetterà ed elaborerà grandi dati sonar da tutte le funzioni utente esistenti e dai sensori elettroacustici. Sphere è una suite sonar che fornisce una gamma completa di funzioni sonar tra cui comunicazione, rilevamento, evitamento di mine e ostacoli, rilevamento passivo e soluzioni ASW. La tecnologia digitalmente avanzata per i sistemi sonar passivi migliora significativamente le prestazioni di rilevamento e consente alle stazioni operatore multifunzionali di eseguire varie applicazioni sonar a bordo dei sottomarini. Tecnologia avanzata prodotta in Europa.
Bernd Szukay, MD, e Ole Schneider, FD, hanno dichiarato: "Questo contratto rappresenta un'altra vittoria significativa per ELAC Sonar GmbH e ci porta avanti al passo successivo nel nostro percorso di crescita e sviluppo tecnologico".

Il primo innesto delle cinque ossature interne a forma di anello

A quattro mesi dalla cerimonia di inizio attività produttiva del 11 gennaio 2022, presso lo stabilimento Fincantieri sito in località Muggiano (La Spezia), il programma U12 NFS diventa concreto con la realizzazione nel giugno 2022 del primo innesto di cinque ossature all'interno del mantello, in quella che da progetto sarà la sezione di prora 50, formando così ufficialmente il primo anello costituente parte dello scafo resistente del primo esemplare di sottomarino U212 NFS.
Le lavorazioni che riguardano i mezzi subacquei richiedono tempistiche produttive molto più lunghe rispetto a quelle relative alle unità di superficie, proprio per l'uso speciale a cui sono destinati che deve essere rispondente ai requisiti dettati dalla Forza Armata, ma soprattutto un mezzo sicuro ed in grado di operare in un ambiente “ostile" come quello che si estende sotto la superficie del mare, dove le leggi della fisica subiscono notevoli variazioni rispetto alla terraferma o sulla superficie del mare. Per tale ragione, i processi costruttivi per la realizzazione dei sottomarini richiedono in media, lavorando a pieno ritmo, circa 5/6 anni.
Il programma U212 NFS prevede la costruzione di due mezzi subacquei a propulsione AIP (Air Indipendent Propulsion) – con l'opzionale futura implementazione di altrettante unità, a completa sostituzione dei 4 della classe Sauro giunti a parziale obsolescenza – estremamente all'avanguardia in innumerevoli settori, spaziando da quello della meccatronica, della disponibilità energetica, della cybersecurity, della tecnologia ad elevati standard sino a giungere a quello della sensoristica in acqua e in aria. In tale ottica sarà proprio l'industria italiana ad andare incontro alle esigenze operative di Forza Armata prevedendo, ad esempio, tra le tante implementazioni a sostegno dell'eccellenza del Made in Italy, un Sistema di Combattimento integrato con relativa nuova struttura gestionale di comando e controllo delle armi interamente sviluppato da Leonardo, frutto di ricerca e studi - anche accademici - in territorio nazionale, la nuova suite di guerra elettronica sviluppata dalla ditta Elettronica, ed i nuovi sollevamenti a movimentazione elettrica e non più idraulica, della ditta Calzoni. La consegna del primo sottomarino di nuova generazione è stimata, da programma, per l'anno 2027, alla quale seguirà quella del secondo nel 2029, a distanza di meno di due anni.
Marinalles (Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali), culla storica della messa in linea delle costruzioni subacquee e di superficie, ha all'attivo numerosi programmi per la realizzazione di mezzi destinati alla Marina. Nella fattispecie, il programma U212 NFS rappresenta davvero una svolta strategica per la Marina e più in generale per la Difesa italiana, che potrà disporre di una componente subacquea ancor più moderna e resiliente nel manifestare le proprie capacità di presenza, deterrenza e sicurezza negli scenari di rilevanza strategica appartenenti al dominio marittimo underwater.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Analisidifesa, Aresdifesa, Marina.difesa, Wikipedia, You Tube)













































 

martedì 26 dicembre 2023

ROYAL ARMY 1955 - 1966: il Conqueror, indicato anche come FV 214 Conqueror, fu un carro armato pesante di costruzione britannica, nato nell'epoca della guerra fredda per supportare i carri Centurion nei confronti dei più pesanti veicoli corazzati sovietici.





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Costruito negli anni 1950, ebbe una carriera limitata essendo stato ben presto superato dall'evoluzione delle filosofie tecniche e tattiche nell'impiego dei carri. Entrato in linea unicamente con alcuni reparti della British Army of the Rhine, fu ritirato dal servizio entro il 1966.








Sviluppo

Tradizionalmente, nella prima metà del 1900 l'industria britannica dei mezzi corazzati classificava i carri armati non solo in base al loro peso (secondo le categorie dei carri armati leggeri, medi e pesanti in uso anche presso le altre nazioni) ma anche in base alla missione loro affidata, distinguendo tra il carro armato per fanteria dedicato al supporto dei reparti appiedati e il carro armato incrociatore destinato allo sfruttamento dei varchi aperti nelle linee difensive nemiche; solo verso la fine della seconda guerra mondiale i britannici approdarono al concetto del "carro universale" (poi divenuto carro armato da combattimento), destinato a ricoprire tutti i ruoli possibili sul campo di battaglia: il primo mezzo britannico di tale categoria fu quindi il Centurion, i cui primi prototipi arrivarono ai reparti giusto negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale.
Benché il Centurion fosse destinato a rivelarsi un mezzo di successo, nel 1946 i comandi britannici rimasero impensieriti dai rapporti dell'intelligence circa l'imminente entrata in servizio nei reparti dell'Armata Rossa del nuovo carro armato IS-3: benché di peso analogo al Centurion (circa 46 tonnellate per entrambi i mezzi), il carro sovietico era equipaggiato con un potente cannone da 122 mm di calibro, ritenuto superiore al pezzo Ordnance QF 17 lb da 76,2 mm che equipaggiava all'epoca i Centurion. Venne quindi richiesto un mezzo che fosse in grado di affrontare in condizioni di parità i nuovi veicoli sovietici, fornendo supporto a lungo raggio ai Centurion.
Dopo vari modelli sperimentali, nel 1952 furono impostati dieci prototipi del carro FV221 Caernaevon: il mezzo aveva uno scafo che era fondamentalmente una versione ingrandita dello scafo del Centurion e adatto a ospitare una torretta armata con il cannone Ordnance QF 20 lb, un pezzo da 84 mm derivato dal tedesco 8,8 cm PaK della seconda guerra mondiale. Il mezzo si rivelò soddisfacente quanto a caratteristiche tecniche ma ancora inadeguato come armamento, e si decise di potenziarlo equipaggiandolo con il cannone statunitense T53 da 120 mm, lo stesso che armava il nuovo carro pesante M103 dell'United States Army in sviluppo negli stessi anni. Lo scafo del Caernaevon equipaggiato con il nuovo massiccio pezzo da 120 mm diede quindi vita all'FV214 Conqueror, il cui primo esemplare fu consegnato dalla Royal Ordnance Factory di Dalmuir nel 1955.
Il telaio proveniva dall'A 45 Infantry Support Tank, un progetto iniziato nel 1944 poco dopo quello dell'A 41 Centurion. Nel dopoguerra il progetto venne spostato su quello del design "Universal Tank" della serie FV 200. La serie 200 avrebbe dovuto utilizzare uno scafo comune per tutti gli usi (artiglieria semovente, trasporto truppe corazzato, tre varietà di carri armati, ecc.). Un tipo di carro armato doveva essere il pesante FV 201 da 55 tonnellate, armato con un cannone da 83,8 mm.
Nel 1949 si decise di portare l'armamento fino a 120 mm. Poiché ciò ritardò il progetto, nel 1952 lo scafo dell'FV 201 fu combinato con una torretta Centurion Mk 2 armata da 17 libbre per dare all'FV 221 Caernarvon Mark I. Ventuno furono costruiti con la torretta Mk III da 20 libbre come Caernarvon Mk II. L'FV 221 potrebbe essere stato originariamente concepito per essere il membro del "carro armato da battaglia principale" della serie FV 201, ma con il successo dell'A 41 Centurion un tale veicolo non era più necessario. In entrambi i casi, il Caernarvon è stato utilizzato solo per il lavoro di sviluppo del telaio in servizio nelle prove sulle truppe. Nel 1955 fu prodotta la prima Conqueror. Furono costruiti venti Mark 1 e 165 Mark 2 Conqueror, comprese le conversioni dei Caernarvon Mk II. La produzione continuò fino al 1959. Perse molta importanza tattica una volta che il Centurion fu aggiornato con un cannone L7 da 105 mm .
Il nuovo design del cannone di calibro più grande era statunitense, lo stesso utilizzato sul carro pesante statunitense M103; con carica e proiettile separati. La carica non era racchiusa in un sacchetto ma in una cartuccia di ottone, che offriva alcuni vantaggi in termini di sicurezza, ma riduceva la capacità dei proiettili a 35. 
La corazzatura era molto pesante per l'epoca, soprattutto nella parte anteriore, dove misurava 178 mm (7 pollici) sul piano orizzontale. Sfortunatamente, questo, insieme al peso dell'enorme torretta necessaria per ospitare il grosso cannone e all'enorme volume dello scafo, rendeva il veicolo molto pesante, conferendogli una velocità massima relativamente bassa e rendendolo inaffidabile. Inoltre, pochi ponti avrebbero potuto sostenerne il peso. Tuttavia, proprio come il carro armato Churchill della Seconda Guerra Mondiale, il Conqueror aveva eccezionali caratteristiche di manovrabilità sul terreno.
Una caratteristica di particolare nota era la cupola rotante del comandante, che era il cuore del sistema di controllo del fuoco del Conqueror, all'avanguardia per l'epoca. Il comandante poteva allineare la cupola su di un bersaglio indipendentemente dalla torretta, misurare la distanza con un telemetro a coincidenza e quindi dirigere l'artigliere sulla nuova posizione indicatagli meccanicamente dalla cupola. In teoria, quando l'artigliere si fosse spostato verso la nuova posizione, avrebbe trovato il bersaglio già sotto il suo mirino, pronto per essere ingaggiato. Nel frattempo, il comandante era libero di cercare il prossimo obiettivo. Anche il blocco sovietico usò dispositivi simili, come il TPKU-2 e il TKN-3, su tutti i carri armati del secondo dopoguerra, sebbene i loro non includessero un telemetro.

Affidabilità

Il Conqueror era notoriamente inaffidabile: "tutti si rompevano in ogni occasione immaginabile" e non vide mai il servizio attivo. All'epoca era il carro armato più grande e pesante utilizzato dall'esercito britannico.

Varianti

Le varianti del carro armato Conqueror e gli sviluppi direttamente correlati al suo sviluppo sono:

FV214 Conquistatore
Mk I (aveva tre periscopi per l'autista)
Mk II (includeva una migliore unione delle piastre della corazza frontale, un unico periscopio per il conducente e un sistema di scarico migliorato)
Mk II/I/H – Caernarvon ricostruito. 

Carro armato pesante n. 2, cannone da 183 mm, FV 215.

Studio di progettazione del telaio Conqueror con torretta a traslazione limitata che monta un cannone da 183 mm. Mockup in legno prodotto. 

FV221 Caernarvon
Mk I – prototipo
Mk II - serie sperimentale, 21 costruiti

Veicolo corazzato da recupero FV 222 Conqueror (ARV)
Mk I - 8 prodotto
Mk II  - 20 prodotti. Peso: 57 tonnellate. Portata verricello: 45 ton (tiro diretto).

Operatori:
  • Regno Unito: 1955–1966. Distribuito con il BAOR solo nella Germania occidentale.

Veicoli sopravvissuti

Nel Regno Unito, i carri armati Conqueror sono esposti al Tank Museum, Bovington, alla Land Warfare Hall dell'Imperial War Museum di Duxford e al Defense Capability Center di Shrivenham. Altri carri armati si trovano nelle collezioni del Musée des Blindés in Francia, del Gunfire Museum a Brasschaat (un Mark 2) e del Kubinka Tank Museum, Russia. Uno è di proprietà privata negli Stati Uniti come parte della Littlefield Collection e un altro è utilizzato come guardiano del cancello fuori dalla mensa degli ufficiali del Royal Tank Regiment, che è stato restaurato dal 2nd Royal Tank Regiment Light Aid Detachment (REME) nel 2009, avendo precedentemente era in uno stato di deterioramento a Castlemartin Ranges (dove in precedenza era stato il guardiano "Romulus" prima di essere sostituito da un Leopard MBT tedesco).
Ci sono anche due ARV MkII al Museo di storia militare sull'Isola di Wight in condizioni non restaurate. Un ARV MkII è conservato al REME Museum of Technology, sebbene non sia in mostra. In passato c'era un guardiano del cancello del Conquistatore al deposito dei veicoli base di Ludgershall, informalmente noto come "William". Ora fa parte del Museo Militare dell'Isola di Wight.
Un Conqueror ARV rimase in servizio presso l'Anfibio Sperimentale Stabilimento AXE, a Instow nel North Devon, nel Regno Unito. Veniva utilizzato per la pratica di recupero delle vasche da spiaggia. Almeno un Conqueror esiste in cattive condizioni nell'area di addestramento di Kirkcudbright in Scozia, dove veniva utilizzato come bersaglio di artiglieria. Un certo numero di Conquistatori rimangono nell'area di addestramento di Haltern in Germania.

Tecnica

Classificato come carro armato pesante, il Conqueror era un carro ad architettura convenzionale con il motore posizionato posteriormente, la torretta collocata al centro dello scafo e un equipaggio di quattro uomini: il pilota era situato centralmente nel vano anteriore, mentre gli altri tre membri dell'equipaggio (comandante, cannoniere e servente) erano ospitati nella torretta. 

Il carro pesante Conqueror era: 
  • lungo 11,58 metri (7,74 metri solo lo scafo);
  • largo 3,99 metri;
  • alto 3,35 metri; 
  • l'altezza dal suolo era di 0,55 metri; 
  • il peso totale in ordine di combattimento raggiungeva quasi le 65 tonnellate;
  • l'impianto propulsivo si basava su di un motore Rolls-Royce Meteor M.120 Mk 1A, da 12 cilindri a V raffreddato ad acqua, capace di una potenza di 810 cavalli vapore a 2.800 giri al minuto; il motore era lo stesso del Centurion, ma con una taratura più spinta in modo da garantire un'accelerazione analoga nonostante la massa nettamente maggiore del Conqueror; 
  • il rapporto peso-potenza ammontava a 81,5 kg/hp. La trasmissione aveva un cambio a cinque marce in avanti e due indietro con comando a pedale, mentre il treno di rotolamento dei cingoli si avvaleva di sospensioni Horstmann a quattro carrelli doppi collocati in tandem per ogni fiancata, con otto ruote e quattro rulli tendicingolo per lato;
  • Le prestazioni vedevano una velocità massima di 34,5 km/h e un'autonomia di 153 km (105 km fuori strada); 
  • il mezzo era capace di superare un guado profondo fino a un metro e mezzo, un gradino alto 0,91 metri e una trincea larga 3,35 metri;
  • l'armamento principale era rappresentato da un cannone da 120 mm, con una non molto elevata dotazione di 35 colpi tipo APDS o HESH, entrambi anticarro; le munizioni avevano proiettile e bossolo separati; 
  • parallela al cannone era montata una mitragliatrice Browning M1919 calibro 7,62 mm, con una dotazione di 7.200 colpi; una seconda Browning, non sempre installata, era collocata sulla cupola rotante a 360° del capocarro posta alla sommità della torretta, ed era impiegabile nel tiro antiaereo; 
  • come arma difensiva erano poi presenti ai lati della torre dodici mortai lanciafumogeni per stendere cortine di fumo. 

Il Conqueror fu dotato di un sistema di controllo del tiro molto avanzato per la sua epoca, ma soggetto (come tutto l'impianto elettrico del mezzo) a frequenti avarie; la direzione di tiro consentiva comunque il fuoco del cannone solo a carro fermo o in marcia alla velocità di non più di 1 km/h.
Tutta la struttura dello scafo era relativamente compatta. Sul davanti vi era una piastra corazzata spessa 130 mm (180 mm secondo altre fonti) e inclinata a 60°, mentre nella parte posteriore dello scafo la blindatura scendeva a uno spessore di 38 mm; la torre aveva una sagoma molto snella per meglio ottimizzare la resistenza balistica, e vi erano gonne metalliche di protezione per i fianchi del mezzo all'altezza dei cingoli e cassette porta-dotazioni al di sopra di questi.

Versioni

Compresi alcuni Caernaevon convertiti al nuovo standard (ridesignati come Conqueror Mk II/I/H), furono prodotti in totale 130 Conqueror in due versioni distinte, Mk. I e Mk. II; le differenze tra le due versioni erano minime: la Mk. II aveva un unico periscopio per il pilota invece dei tre della Mk. I, la disposizione dei fari e della strumentazione cambiava, e la Mk. II disponeva di una carena a gabbia sul retro della torretta per riporre la rete mimetica che ricopriva il mezzo durante le soste in campo aperto.
Furono progettate varie versioni alternative del carro (tra cui una con cannone da 183 mm, rimasta allo stato di simulacro) come pure mezzi diversi che ne utilizzassero lo stesso scafo e meccanica. L'unica di esse ad essere prodotta ed essere messa in servizio fu la FV222 Conqueror ARV, un carro da recupero privo di torretta e dotato di un verricello in grado di trainare fino a 45 tonnellate di peso; venne prodotto un totale di 28 Conqueror ARV in due versioni distinte (Mk. I e Mk. II) che differivano solo per qualche dettaglio.

Servizio

Il mezzo prestò servizio con il British Army per meno di un decennio, distribuito ai reparti della 7th Armoured Brigade e della 20th Armoured Brigade in forza alla British Army of the Rhine (BAOR) schierata in Germania Ovest per fronteggiare i sovietici; nessuno di essi vide mai un impiego bellico reale.
Il governo britannico non riuscì a interessare nessuno Stato estero per l'acquisto del mezzo, e a partire dal 1962 i Conqueror iniziarono ad essere ritirati dal servizio per venire rimpiazzati dal più moderno carro armato Chieftain. I Conqueror ARV rimasero in servizio con reparti dei Royal Engineers della BAOR fino al 1966, quando anch'essi furono radiati dal servizio.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
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altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
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SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)