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mercoledì 1 aprile 2020

Il Piaggio P.119 era un caccia monomotore ad ala bassa realizzato dall'azienda italiana Società Rinaldo Piaggio negli anni quaranta e rimasto allo stadio di prototipo.



Il Piaggio P.119 era un caccia monomotore ad ala bassa realizzato dall'azienda italiana Società Rinaldo Piaggio negli anni quaranta e rimasto allo stadio di prototipo.
Progettato dall'ingegner Giovanni Casiraghi era caratterizzato da una singolare collocazione dell'unità motrice, posizionata al centro della fusoliera dietro la cabina di pilotaggio, un motore radiale collegato all'elica, posizionata tradizionalmente all'apice anteriore del velivolo, tramite un lungo albero di trasmissione.



Storia

Sviluppo

L'ing. Casiraghi, che dal 1936 assunse il ruolo di Capo Progettista alla Piaggio, iniziò nel 1938 gli studi preliminari per la realizzazione di un velivolo destinato al ruolo di caccia, caccia di scorta ed assalto caratterizzato dall'installazione del motore al centro della fusoliera. Nelle intenzioni del progettista tale soluzione tecnica avrebbe portato alcuni importanti vantaggi. Non essendoci il motore come nei velivoli tradizionali l'armamento poteva essere posizionato nella parte anteriore della fusoliera, con il vantaggio bellico di poter meglio sfruttare la concentrazione di fuoco e quello manutentivo consentendo un facile accesso alle stesse da parte del personale. Inoltre la cabina di pilotaggio poteva essere spostata in posizione avanzata consentendo al pilota una migliore visibilità, e la vicinanza al centro baricentrico del velivolo avrebbe migliorato notevolmente la manovrabilità.
Il nuovo modello, designato P.119, venne presentato al Ministero dell'Aeronautica nel marzo 1939 il quale ritenne interessante valutarne le caratteristiche richiedendone un prototipo con un contratto ufficiale redatto il 2 giugno 1940.
Negli anni successivi venne iniziata la costruzione del modello, completato nel corso del 1942 e che effettuò le prime prove a terra tra il 12 ed il 16 novembre dello stesso anno.



Impiego operativo

Il successivo 19 dicembre venne portato in volo per la prima volta dal pilota collaudatore Nicola Lana che riscontrò le prime problematiche di una soluzione così anticonvenzionale. Il propulsore tendeva infatti a surriscaldarsi in quanto il flusso d'aria che lo investiva, grazie alla presa d'aria posta sotto la fusoliera, non era sufficiente a garantire il corretto raffreddamento di tutti i cilindri. Inoltre lo sfogo dell'aria calda influiva negativamente sull'aerodinamica posteriore creando dei problemi di maneggevolezza e le vibrazioni del motore rendevano difficoltoso un corretto puntamento dell'obbiettivo.
I voli di prova si protrassero comunque fino all'agosto 1943 ma la firma dell'armistizio di Cassibile ebbe come conseguenza la sospensione del progetto. Dell'unico esemplare costruito se ne persero le tracce.

Descrizione tecnica

Il P.119 era un velivolo di costruzione interamente metallica che, a parte l'anticonvenzionale posizione del motore, rispecchiava un'impostazione classica per la tipologia del velivolo; monomotore monoplano ad ala bassa e carrello retrattile.
La fusoliera, a sezione cilindrica, era piuttosto larga dovendo incamerare internamente tutto l'apparato motore ed i relativi accessori. Era caratterizzata da una sezione anteriore corta, una cabina di pilotaggio chiusa da un tettuccio, da una larga presa d'aria inferiore raccordata alle semiali, e terminava posteriormente in un impennaggio classico monoderiva dotato di piani orizzontali a sbalzo.
L'ala, montata bassa ed a sbalzo, era costituita da una struttura bilongherone divisa in tre settori, uno centrale integrato nella fusoliera e due semiali esterne, raccordate nelle estremità e collegate all'elemento centrale da una serie di bulloni. Queste ultime integravano i due alettoni realizzati con struttura in duralluminio ricoperta in tela.
Il carrello d'atterraggio era costituito da due elementi anteriori, retraibili verso l'interno, muniti di gambe di forza dotate di ammortizzatori oleopneumatici e ruote tipo III (700 x 235 mm), integrato posteriormente da un ruotino d'appoggio parzialmente carenato, non retraibile, ammortizzato ed orientabile, dotato di un dispositivo meccanico di ritorno in asse.
La propulsione era affidata ad un motore Piaggio P.XV RC.60/27, un radiale doppia stella a 18 cilindri posti su due file e raffreddato ad aria, dotato di compressore centrifugo e riduttore a due velocità, e collegato ad un'elica tripala tipo Piaggio P.1002 metallica, a passo variabile e del diametro di 3,30 m, tramite un lungo albero di trasmissione ed un gruppo di riduzione.
L'armamento, interamente posizionato nella parte anteriore della fusoliera, era affidato a quattro mitragliatrici Breda-SAFAT calibro 12,7 mm con una dotazione complessiva di 2000 colpi (550 colpi per ciascuna arma anteriore e 450 colpi per ciascuna arma posteriore), integrate da un cannoncino automatico MG 151/20 calibro 20 mm dalla capacità di 110 colpi e sparante attraverso il mozzo dell'elica.
In seguito vennero valutate integrazioni di mitragliatrici nel bordo d'attacco alare due per semiala, e nelle versioni da assalto un cannone da 37 mm e in quella cacciabombardiere con tre punti d'attacco per bombe posizionati uno centralmente sotto la fusoliera e gli altri due sotto le semiali, ma l'interruzione dei programmi di sviluppo non videro mai l'applicazione di tali soluzioni.

Utilizzatori: Italia - Regia Aeronautica.

ENGLISH

The Piaggio P.119 was an Italian experimental fighter of World War II. It had a relatively novel layout, with a "buried" radial engine mounted mid-fuselage. Only a single prototype was built before the Armistice between Italy and the allied armed forces, which ended the project.

Development

Among the many Italian aircraft manufacturers, during World War II, the majority (such as Savoia-Marchetti and Caproni) designed and built mixed-construction aircraft, or, in the case of CANT, completely made of wood. While Fiat and Macchi built more advanced aircraft, they still tended to have conventional, often obsolete structures, even if of all-metal construction. Only Reggiane and Piaggio mastered advanced, all-metal structures. Of them, Piaggio tended to explore the innovative concepts. The Piaggio P.119 was one of the best examples of these projects. The '5' series fighters are well known, especially the Fiat G.55 and the Macchi C.205, but there were two other fighters on the same level, the Caproni Vizzola F.6 and the Piaggio P.119, neither of which entered production.
The P.119 was designed (in 1939), to minimise drag by fitting the engine in mid-fuselage in a similar layout to the P-39 Airacobra. It was hoped to improve maneuverability by positioning the engine near the aircraft's centre of gravity, which would also allow a heavy nose-mounted armament. In 1940, Piaggio still had to solve three major issues: contra-rotating propellers, power transmission, and engine cooling.
Giovanni Casiraghi, chief designer of Piaggio, tried to solve the first issue with the P.118 fighter, but without success. It was intended to be powered by two Piaggio P.XI RC 40 engines, each connected to a propeller, but it was not built. The P.119 was built instead and first flew at the end of 1942. Three different configurations were studied before one was chosen.

Design

The P.119 was a cantilever monoplane, constructed completely of metal, with a conventional wide undercarriage. It had a forward-mounted cockpit, with the weapons mounted just behind the three-bladed propeller. It had advanced construction for the time, with many removable panels for internal inspection. The number of components were reduced to a minimum, and also standardized, to make construction as easy as possible. No other Italian aircraft was so advanced in these details.
The P.119 was powered by a 1,119 kW (1,500 hp) Piaggio P.XV RC 45 radial engine located behind the cockpit. Air intakes for cooling were fitted under the nose. The propeller was a 3.3 m (10 ft 10in) diameter Piaggio P.1002 driven by a shaft running under the cockpit. A further development was planned with a Piaggio P.XV RC 50, giving 1,230 kW (1,650 hp) at takeoff and 1,099 kW (1,475 hp) at 5,000 m (16,400 ft) altitude, with a planned maximum speed of 630 km/h (390 mph) maximum speed but never implemented.
The aircraft had a 330 l (90 US gal) fuel tank in each wing, and a 340 l (90 US gal) tank in the fuselage, giving a total of 1,000 l (260 US gal), a 2½ times greater capacity than that of a Bf 109 or a MC.205.
Overall weight of the aircraft was quite high, but the wing was wide, with a 13 m (43 ft) wingspan. The surface area was almost 28 m2 (300 ft2), giving a wing loading of around 150 kg/m2. The wing was built on a single spar which also supported the engine, and a semi-spar/semi-monocoque skin.
The armament was concentrated in the nose; a 20 mm Breda cannon with 110 rounds and four 12.7 mm (0.5 in) Breda heavy machine guns with 2,000 rounds. The Breda gun was more powerful than the German 20 mm MG 151, but had a lower rate of fire. There was also provision to install another four 7.7 mm (0.303 in) Breda machine guns in the wings with 1,200 rounds in total. An anti-tank version was proposed with a Breda 37 mm (1.46 in) gun, but not built.

Operational history

The machine was flight-tested, but it was found that firing all the weapons produced excessive vibration. A landing accident slightly damaged one wing on 2 August 1943. One month later, the armistice with the Allies brought an end to the project.
All in all, the P.119 was an interesting and somewhat mysterious aircraft, for many years totally unknown to the public. It was not sent to Guidonia for official evaluation.
Performance could have been very good. The engine and the weapons were built under foreign license, but they could have been called 'authentic' in respect to the German DB 605 engine and 20 mm MG 151 guns mounted in the '5' series fighters. Performance was good enough to compete with other Italian fighters and endurance was much better. However, the aircraft was not ready until eight months after the other '5' fighters, and this was catastrophic for the program. The aircraft was not rated officially by the Regia Aeronautica, and MM.496 was the only one built. Apart from this, the range, endurance and overall visibility were superior, and the performance and weaponry were not so different. But the P.119, with its technical problems, would never have been in a condition to show any capability as an operational aircraft, so the only Axis mid-fuselage engined fighter was swiftly forgotten.

Specifications (P.119)

General characteristics
  • Crew: one
  • Length: 9.7 m (31 ft 10 in)
  • Wingspan: 13 m (42 ft 8 in)
  • Height: 2.9 m (9 ft 6 in)
  • Wing area: 27.8 m2 (299 sq ft)
  • Empty weight: 2,438 kg (5,375 lb)
  • Gross weight: 4,091 kg (9,019 lb)
  • Fuel capacity: 1,000 l (220.0 imp gal; 264.2 US gal)
  • Powerplant: 1 × Piaggio P.XV RC.45 18-cyl. air-cooled radial piston engine, 1,120 kW (1,500 hp).

Performance
  • Maximum speed: 644 km/h (400 mph, 348 kn) at 6,795 m (22,293 ft)
  • Range: 1,513 km (940 mi, 817 nmi)
  • Service ceiling: 12,603 m (41,348 ft) 
  • Time to altitude: 3,050 m (10,007 ft) in 3 minutes 15 seconds
  • Wing loading: 147 kg/m2 (30 lb/sq ft)

Armament

  • Guns: *1 × 20 mm (0.787 in) Breda-SAFAT cannon
  • 4 × 12.7 mm (0.500 in) Breda-SAFAT machine gun.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)






























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