giovedì 30 settembre 2021

Il Caproni Trento F.5 era un piccolo trainer biposto italiano progettato da Stelio Frati


Il Caproni Trento F.5 era un piccolo trainer biposto italiano progettato da Stelio Frati e costruito da Aeroplani Caproni Trento. L’F.5 non fu messo in produzione e ne fu costruito solo un prototipo. 




Il Caproni Trento F.5 fu costruito in un unico esemplare di un monoplano monoreattore da addestramento a due posti in tandem.
E’ stato il secondo aereo a reazione costruito in Italia, dopo la seconda guerra mondiale e fu costruito per risollevare le sorti della Aeronautica Caproni gravemente depressa dagli eventi bellici, utilizzando fondi privati e senza che il progetto rispondesse a specifiche richieste dell'Aeronautica Militare italiana.

Cenni storici

Il Gruppo Caproni era rimasto dopo la guerra con un solo stabilimento di produzione: per rilanciare la propria attività industriale, l'ing. Giovanni Battista Caproni chiese all’ing. Stelio Frati di disegnare un jet a due posti in tandem con una struttura mista legno e metallo, che avesse linee molto affusolate per supplire alla scarsa potenza dei motori dell'epoca.
Venne costruito in completo rischio imprenditoriale dalla Caproni, che era convinta dell'interesse e bontà del velivolo, non avendo per questo avuta nessuna commessa civile o militare.
Trasferito a Milano, il prototipo fece il primo volo il 20 maggio 1952 dall'aeroporto di Linate ai comandi del collaudatore Ernesto Zanlucchi. Malgrado gli ottimi risultati dimostrati in volo, anche di tipo acrobatico, il velivolo non ebbe il seguito produttivo sperato. Ciò, poiché venne richiesta dalla AM la costruzione del velivolo con una struttura interamente metallica, e non avendo l'Azienda più le risorse per convertire il velivolo da ligneo a metallico, rimase in un unico esemplare che venne acquistato dalla Aeronautica Militare con la matricola MM553; durante un test di valutazione per gli inglesi, il prototipo in atterraggio subì danni che vennero riparati, ma che lo fecero radiare.
Nell'estate del 1954 partecipò al Giro Aereo di Sicilia con la matricola civile I-FACT. Nel 1960 fu trasferito a Torino presso il Museo del Volo dell'Aeronautica Militare dove rimase sino all'autunno 1990 quando fu ceduto al Museo Caproni. Nel 1991 venne restaurato: è l'unico apparecchio del Museo costruito in Trentino. Il velivolo anticipò la formula del jet executive.

Caratteristiche tecniche

Il Caproni Trento F.5 (da non confondere con il Caproni Vizzola F.5, caccia risalente al 1939), era un monoplano rivestito in compensato ad ala bassa a sbalzo, a pianta trapezoidale e costruito interamente in legno. Solo la parte inferiore della fusoliera aveva un rivestimento metallico, in corrispondenza dello scarico, per proteggere la struttura della fusoliera dal calore dei gas di scarico del turboreattore Turbomeca Palas, installato sul fondo della fusoliera e alimentato da due prese d'aria poste lungo la fusoliera, di fronte al bordo dell'ala. Il reattore possedeva appena 1500 kg/s di spinta.
Il velivolo aveva una fusoliera costituita da due tronconi uniti tra loro da bulloni; l'anteriore comprendeva i due posti e lo spazio per il carrello anteriore, mentre il troncone posteriore alloggiava il propulsore e i piani di coda. Aveva un carrello di atterraggio retrattile di tipo triciclo ad ammortizzatori oleopneumatici, ed aveva i sedili eiettabili. Nel complesso il velivolo presentava una linea molto moderna.

Progettazione e sviluppo

Negli anni '50 l'azienda Caproni era fallita e non poteva sopravvivere ai problemi economici del dopoguerra. Uno dei pochi membri del gruppo a continuare a lavorare era la società Aereo Caproni Trento, con sede a Gardola (Tn). Originariamente coinvolta nella manutenzione e nel supporto degli aerei, la società decise di progettare e costruire un piccolo aereo da addestramento nel 1951. L'aereo F.5 fu progettato da Stelio Frati sulla base di un suo precedente lavoro di aliante. Era un monoplano ad ala bassa interamente in legno con carrello di atterraggio a triciclo retrattile. Il motore era un piccolo turbogetto Turbomeca Palas situato nella fusoliera. Aveva due condotti di ingresso, uno su ciascun lato della fusoliera e lo scarico era sotto la fusoliera posteriore. Aveva una cabina chiusa con posti a sedere in tandem per un istruttore e uno studente ed era dotata di un baldacchino ejettabile.
L'F.5 effettuò il suo primo volo il 20 maggio 1952. Fu il primo aereo a reazione sviluppato nell'Italia del dopoguerra. Sebbene valutato dall'Aeronautica Militare Italiana ha riscosso scarso interesse e non è stato ordinato in produzione.

Operatori:
  • Italia - Aeronautica Militare Italiana: un velivolo per test di valutazione.

Aerei in mostra

Il prototipo, targato I-FACT è il solo F.5 è in mostra al Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni di Trento.

Specifiche

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: due
  • Lunghezza: 6,60 m (21 piedi 7,75 pollici)
  • Apertura alare: 7,85 m (25 piedi e 9 pollici)
  • Area alare: 10.00 m 2 (107.64 piedi quadrati)
  • Peso a vuoto: 470 kg (1.036 libbre)
  • Peso lordo: 750 kg (1.653 libbre)
  • Propulsore: 1 × Turbomeca Palas turbogetto, 1,5 kN (331 lbf) di spinta.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 360 km/h (224 mph, 195 kn)
  • Tangenza operativa: 8.000 m (26.245 piedi).

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)




























 

Il futuro Armored Infantry Combat System dell'Esercito Italiano

Il Consorzio IVECO-Oto Melara (CIO) ha di recente reso pubblica ai media un “rendering” del mezzo corazzato destinato al sistema di combattimento di fanteria corazzata italiana (AICS). In un'intervista alla Rivista Italiana Difesa, l’amm.re delegato di Iveco Defence Vehicles, ha confermato che lo sviluppo dell'AICS necessita di circa sei miliardi di $ per 679 veicoli, di cui 2,1 miliardi già stanziati.
Leonardo e Iveco stanno ultimando una proposta "nazionale" per il programma AICS dell'Esercito Italiano rispondendo ad una specifica esigenza dell’Esercito Italiano per un nuovo veicolo da combattimento per la fanteria o Armored Infantry Combat System. 
E’ un nuovo mezzo del quale è già stato completato uno studio di fattibilità. Questo programma, ha fatto presente in una nota Banca Akros, prevede l'acquisto di 679 veicoli per sostituire l'attuale flotta di "Dardo" e "M113". Già a marzo 2021, la tedesca Rheinmetall aveva presentato proposte (Lynx KF41), ma ora sta emergendo anche una proposta nazionale.
Chiaramente, si cercherà di ottenere il massimo in termini di impegno tecnologico per la nostra industria in termini di allestimento dei veicoli e di manutenzione, le cui attività hanno assunto una importanza pari a quella della produzione, in quanto i moderni sistemi sono sempre più sofisticati dal punto di vista digitale e, pertanto, richiedono “attenzioni” e cure sconosciute ai mezzi di vecchia generazione (analogici e meccanici).




I nuovi IFV che dovranno essere scelti dalla nostra Forza Armata:
  • dovranno condurre operazioni in varie condizioni climatiche, in collaborazione non solo con altri mezzi militari delle forze di terra ma anche con mezzi da combattimento di altre forze armate in operazioni multi-dominio sempre più diffusi; 
  • saranno dotati di sistemi elettronici avanzati che permetteranno di operare all’interno di unità miste, costituite da veicoli con e senza equipaggio;
  • saranno installati a bordo sistemi di auto diagnosi delle avarie che consentiranno al personale tecnico di risolvere rapidamente i problemi, alleggerendo la logistica, sempre più informatizzata, e le attività di manutenzione, migliorando il tasso di operatività dei mezzi da combattimento;
  • dovranno essere dotati di sistemi di protezione attiva (APS), resi indispensabili dalla minaccia portata dai missili anticarro a testata multipla con profilo d’attacco dall’alto e dal sempre più frequente impiego di munizioni “loitering” e/o droni “suicidi” il cui impiego, nei recenti conflitti tra Medio Oriente, Caucaso e Africa del Nord, ha mostrato i limiti degli attuali livelli di protezione passiva di carri armati e dei veicoli blindati, esposti a questi letali sistemi d’arma;
  • dovrà rappresentare un “punto di rottura” con l’attuale Dardo ed in parte con l’IFV ruotato Freccia, grazie all’ampio ricorso alla tecnologia “fight -by-wire” ed alla capacità MUM-T o Manned Unmanned Teaming;
  • la torretta adottata potrà essere “inabitata”, ovviamente con l’opzione del controllo manuale di emergenza: si parla dell’impiego di munizionamento programmabile integrato da missili con capacità “fire and forget” ed un sistema d’arma laser, peraltro, non ancora specificato;
  • il nuovo mezzo adotterà probabilmente il nuovo cannone Leonardo-OTO da 30 mm;
  • dovrà possedere ottime capacità di spostamento e movimento su ogni tipo di terreno;  
  • per il propulsore è probabile una soluzione ibrida diesel-elettrica, con possibilità di guidare il mezzo in modalità esclusivamente elettrica. La modalità “full-electric” sarà possibile solo ad andature a bassa velocità, indispensabili nel caso di movimenti a bassa “osservabilità termica ed audio” nei pressi delle linee nemiche o per operazioni di ricognizione; oltre un certo limite di velocità, entrerà in funzione la propulsione mista elettrica-termica o esclusivamente termica, a seconda della tipologia di sistema ibrido prescelto. Tale soluzione necessita l’adozione di batterie particolarmente potenti e performanti che dovranno operare non solo a favore del sistema propulsivo ma anche per il funzionamento dei sistemi di bordo e della torretta;
  • l’equipaggio del nuovo mezzo sarà composto da 2-3 uomini e la squadra di fanteria da un massimo di 8 fucilieri assaltatori completamente equipaggiati. I Dardo ora in servizio hanno un equipaggio di tre uomini (pilota, capo-carro e servente) e la squadra trasportata consiste di sei fucilieri assaltatori, considerata troppo limitata per le attuali esigenze di combattimento terrestre;
  • la squadra di fanteria del nuovo mezzo avrà a disposizione anche micro UAV e UGV per allargare il raggio di sorveglianza e ricognizione del teatro d’azione e questi mezzi dovranno e potranno essere comandati da remoto a terra e a bordo dei nuovi IFV.
Tra le ipotesi al vaglio dell’Esercito quelle più verosimili sono rappresentate dai: 
  • Puma e Lynx 41 prodotti da Rheinmetall, 
  • l’ASCOD 2/Pizarro/Ajax di General Dynamics Land Systems Europe, 
  • il CV90 di BAE Systems/Hagglunds 
  • ed, ovviamente, una soluzione nazionale proposta dal Consorzio Iveco OTO Melara (Leonardo).


Nell’ultimo numero di RID in edicola sono presenti rendering con l’AICS dotato della torretta del “Centauro II” da 120mm: un mezzo interessante molto vicino alle prestazioni di un carro medio da battaglia e, soprattutto, appetibile ai nostri clienti export.
Nell'ambito di un programma di modernizzazione, l'Italia vuole allineare i propri veicoli da combattimento alle esigenze del moderno campo di battaglia. Il ministro della Difesa italiano ha di recente rappresentato al ministero della Difesa tedesco e alla Rheinmetall una possibile cooperazione tecnologica e produttiva afferente l'avanzatissimo veicolo da combattimento della fanteria Lynx KF41.

(Web, Google, RID, Wikipedia, Ares, MF, Leonardo, Iveco, CIO, You Tube)





















 

mercoledì 29 settembre 2021

Durante il salone SEAFUTURE è stato presentato ai media il nuovo missile antinave pesante TESEO MK2/Evolved


La cerimonia di presentazione del nuovo missile è avvenuta alla presenza del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del Capo di stato Maggiore della Marina, Amm. Giuseppe Cavo Dragone, e dell'AD di MBDA Italia Lorenzo Mariani. Oltre che capacità antinave il missile avrà anche capacità d'attacco costiero, ed equipaggerà i futuri cacciatorpediniere DDX, le FREMM della Marina Militare ed anche i PPA.
Il mock-up a grandezza naturale del missile antinave MBDA Teseo Mk2/Evolved è la risposta alla necessità operativa per l'applicazione imbarcata, allo scopo di affrontare l'evoluzione delle minacce con un anticipo sui tempi di vent'anni e oltre. Costruito sull'eredità Teseo Mk2/A, il nuovo missile incarna tecnologie all'avanguardia e pieno doppio ruolo in scenari marittimi e terrestri.
Il nuovo Teseo Mk2/E rappresenta un punto di riferimento evolutivo per tutti i missili antinave a lungo raggio, aggiungendo la capacità di operare contro bersagli in profondità nella terraferma, riducendo i tempi di reazione a pochi secondi in condizioni completamente controllate, dalla preparazione della missione all'ingaggio del bersaglio.

DATI TECNICI:
  • Peso: 700kg (inizio fase di crociera);
  • Lunghezza: < 5 m (< 5,5 m nel contenitore di lancio);
  • motore: Williams F107 
  • Portata: > oltre 350 km.


IL NUOVO TURBOFAN WILLIAMS F-107

Il missile Mk 2 / Evo è completamente ridisegnato e dotato di un nuovo motore turboreattore della Williams International statunitense (utilizzato anche nei missili da crociera Tomahawk); tale avanzatissima unità propulsiva consente di portare il raggio di tiro massimo, secondo alcune fonti, anche a "più di 500 km” di distanza dall’unità lanciatrice. 
Il motore Williams F107 (denominazione aziendale WR19) è un piccolo motore turbofan prodotto dalla Williams International progettato per spingere i missili da crociera. È stato utilizzato come propulsore per l'AGM-86 ALCM e il BGM-109 Tomahawk, nonché per la piattaforma volante sperimentale Williams X-Jet.

Caratteristiche generali del nuovo motore:
  • Tipo: Turbofan
  • Lunghezza: 24 pollici (610 mm)
  • Diametro: 12 pollici (300 mm)
  • Peso a secco: 67 lb (30 kg)
  • Compressore: ventilatore bistadio, compressore assiale IP bistadio, compressore HP centrifugo monostadio
  • Combustori: Camera di combustione anulare
  • Turbina: turbina HP a 1 stadio, turbina LP a 2 stadi
  • Tipo di carburante: JP-4 / JP-5
  • Sistema di olio: Sistema di pressione con ritorno
  • Spinta massima: 430 lbf (1,9 kN) Potenza massima continua
  • F107-WR- 400610 libbre (2,7 kN)
  • F107-WR-402 700 libbre (3,1 kN)
  • Rapporto di pressione totale : 13,8: 1
  • Rapporto di bypass: 1: 1
  • Consumo specifico di carburante : 0,683 lb / lbf / h (69,6 kg / kN / h)
  • Rapporto spinta / peso: 6.42.
Il Williams International F122 è una turboventola bialbero a flusso centrifugo assiale che è simile all'F107 nella configurazione ma ha una spinta massima di 900 libbre per spinta (da 3,33 a 4,0 kN) ed è utilizzato per alimentare il missile stand-off KEPD 350 aero-lanciato.

LA SEZIONE DI GUIDA RADAR-HOMING DUAL-MODE

Il TESEO MK2/Evo integra: 
  • una sezione della testa homing dual-mode all'avanguardia che include sia un nuovo cercatore RF coerente con capacità ECCM che un sensore EO per un impegno ad alta precisione, per bersagli marittimi e terrestri;
  • include un'innovativa pianificazione della missione che fornisce un tempo di reazione rapido con una soluzione di sparo automatico, mentre i parametri di missione pianificati sono regolabili dall'operatore del sistema d'arma in base all'immagine tattica in tempo reale; 
  • un sistema di collegamento dati bidirezionale per il controllo della missione fino alla fine dell'ingaggio, per consentire l'aggiornamento e la riassegnazione del bersaglio e l'interruzione della missione;
  • esegue un'elevata velocità di crociera subsonica e una manovrabilità terminale ad alto G con una portata effettiva superiore ai 350-500 km a livello del mare; 
  • un sistema di navigazione INS/GPS integrato e radio-altimetro completamente autonomo con capacità di scrematura del mare auto-adattata e capacità di volo via terra;
  • fornisce un effetto letale attraverso un'efficace testata esplosiva semiperforante/ad alto potenziale scalabile.

UN SISTEMA D’ARMA COMPLETAMENTE NUOVO

Per soddisfare i requisiti della Marina Militare Italiana, MBDA Italia ha concepito un sistema d’arma a lungo raggio completamente nuovo con un sistema di guida avanzato a doppio seeker (RF ed EO) e una testata scalabile all’avanguardia, facendo affidamento su un avanzato sistema di pianificazione della missione, con un completo controllo in volo della medesima.



La società MBDA-Italia ha ricevuto un contratto alla fine di novembre 2020, riguardante:
  • la progettazione, 
  • lo sviluppo, 
  • il collaudo, 
  • la qualificazione e
  • l’industrializzazione del nuovo sistema d’arma come parte della prima fase del programma.
Basandosi sulla famiglia di missili antinave Teseo con capacità di attacco terrestre, conosciuti in tutto il mondo come Otomat, insieme agli inserimenti tecnologici presenti e futuri, il nuovo missile è in avanzata fase di sviluppo, e in futuro sarà prodotto, da MBDA Italia presso il suo centro di eccellenza dei sistemi d’arma a La Spezia, che in passato ha dato vita e supporto alle famiglie di missili Otomat e Marte.




LE UNITA’ CHE LO IMBARCHERANNO

Il futuro cacciatorpediniere in corso di avanzato sviluppo “DDX” sarà equipaggiato con questo nuovo sistema missilistico, mentre le fregate FREMM sostituiranno la precedente versione MK2/A. Le nuove unità navali multiruolo PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura) in via di consegna alla nostra Marina Militare, sono già predisposte ad imbarcare questo missile. Il CEO presso MBDA, ha ringraziato l’Italia e la M.M. per la collaborazione: lo sviluppo del missile Teseo MK2/E è andato avanti fino a raggiungere il risultato sperato. Quest’arma missilistica è già pronta per l’esportazione e di certo in molte marine vorranno dotarsene, vista la fama della società.
Il missile Teseo MK2/E migliorerà notevolmente la versatilità della flotta italiana e segnerà un importante cambiamento per la famiglia OTOMAT/Teseo. Tenendo il passo con minacce in continua evoluzione, il missile sarà anche dotato di funzioni avanzate per supportare le operazioni della Marina Militare Italiana. La flotta ne beneficerà in termini di flessibilità e potenzialità.

UN MISSILE NATO DALLA COLLABORAZIONE TRA MBDA E M.M.

Il Teseo Mk2/Evolved è stato definito e progettato grazie ad un'intensa collaborazione tra Marina Militare italiana e Mbda, un gruppo europeo leader mondiale nei missili e nei sistemi missilistici, controllato da una governance composta da Airbus (37,5%), Bae Systems (37,5%) e Leonardo (25%).




Questo nuovo missile antinave segnerà un cambiamento radicale nella famiglia Otomat/Teseo e starà al passo con le minacce, che sono in continua evoluzione e presenterà funzioni avanzate a supporto delle operazioni della Marina italiana, aumentando significativamente la flessibilità e il valore operativo delle sue navi di superficie che ne saranno dotate. Questo contratto aiuterà anche a sostenere competenze di alto livello in un dominio di eccellenza dell'industria italiana della difesa e contribuirà a garantire i livelli occupazionali in Italia negli anni a venire.

(Web, Google, RID, Analisidifesa, MBDA, Wikipedia, You Tube)