domenica 7 gennaio 2024

MARINA MILITARE ITALIANA: I sommergibili classe SAURO e gli apparati sonar identificati con la sigla IPD70S, studiati e prodotti negli anni '70 presso i laboratori della Soc. USEA in Pugliola di Lerici (La Spezia).







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La navigazione subacquea dei sottomarini classe Sauro è stata possibile grazie agli apparati sonar identificati con la sigla IPD70S, studiati e prodotti negli anni '70 presso i laboratori della Soc. USEA in Pugliola di Lerici (La Spezia), sono stati impiegati per la navigazione dei battelli sin dalla loro entrata in servizio; tali battelli da molti anni non sono più operativi.

Caratteristiche generali del sistema SONAR USEA

I sonar per sottomarini classe Sauro erano formati da due sezioni funzionali:
  • Parti esterne bagnate per la ricezione e/o trasmissione dei segnali acustici.
  • Parti interne di elaborazione dati e controllo del sonar.

Parti esterne bagnate per la ricezione/trasmissione dei segnali acustici

Le parti bagnate identificano l'insieme delle basi elettroacustiche del sonar:
  • Base idrofonica ricevente in bassa frequenza:
  • (Tecnologia) 46 idrofoni piezoelettrici a stecca montati come cortina a proravia del battello -base conforme.
  • Base idrofonica ricetrasmittente in alta frequenza:
  • (Tecnologia) 360 trasduttori elettroacustici del tipo Tompilz sulla superficie laterale di un cilindro montato nella parte alta della prua del sottomarino.
  • Base idrofonica a media frequenza per misuratore passivo della distanza:
  • (Tecnologia) 6 pinne a mosaico rettangolare d’idrofoni piezoelettrici a dischetto montati lungo i fianchi superiori dello scafo.)

Vista in dettaglio della collocazione delle basi acustiche (In figura sono mostrate, indicativamente e non in scala tra loro, le disposizioni delle tre basi idrofoniche del Sauro):
  • In colore verde la base idrofonica per la ricezione dei segnali acustici in bassa frequenza collocata sotto il falso scafo del battello, non è visibile dall'esterno; l'insieme degli idrofoni è detto base conforme.
  • In colore rosso la base cilindrica, sia per la ricezione idrofonica in alta frequenza, sia per la trasmissione, è collocata in alto a prua sotto la cuffia idrodinamica facente parte della prua del sottomarino.
  • In colore azzurro una delle tre coppie di basi idrofoniche per la misura della distanza in passivo visibili sopra la struttura del battello.
 
  • Parti interne di elaborazione dei segnali e controllo

Le parti interne sono individuate dalle funzioni:
Scoperta panoramica dei bersagli attivi in alta frequenza, con presentazione video su di un arco d'orizzonte di °:
  • (Tecnologia): Ricevitori a fasci preformati con rivelatori d'energia.
  • Scoperta panoramica dei bersagli attivi in bassa frequenza, con presentazione video su di un arco d'orizzonte di °:
  • (Tecnologia): Ricevitori a fasci preformati in correlazione.
  • Scoperta panoramica dei bersagli passivi in alta frequenza, con presentazione video su di un arco d'orizzonte di °: (Tecnologia) Ricevitori a fasci preformati con rivelatori d'inviluppo; Trasmissione con impulsi non codificati.
Scoperta manuale a punteria, ad elevata precisione, dei bersagli attivi e passivi, sia in bassa che in alta frequenza su di un arco d'orizzonte di °:
  • (Tecnologia) Ricevitori audio a banda variabile; Collimazione bersagli con sistemi BDI e RLI in correlazione.
  • Misura passiva della distanza dei bersagli attivi (apparato a carattere sperimentale) su di un settore d'orizzonte di ° ai due traversi del sottomarino
  • Presentazione video a cascata e tracciatore raggi acustici:
  • (Tecnologia) Computer ESA24 (Soc. ELSAG Genova).

Vista d'insieme del Sonar

Nella figura, non in scala tra loro, tutti i componenti dell’apparato (il percorso dei segnali è indicato con frecce gialle):
  • Dalle due basi idrofoniche di bassa ed alta frequenza, conforme e cilindrica, i segnali ricevuti sono inviati al cofano ricevitore, percorsi 1;2.
  • I segnali elaborati dal ricevitore sono indirizzati alla consolle di comando e controllo per la loro presentazione video di tipo a cascata, percorso 3.
  • La consolle di comando invia i dati elaborati ad un ripetitore video esterno al locale sonar, percorso 4.
  • Il trasmettitore, su comando della consolle, percorso 5, invia alla base cilindrica, percorso 6, l'impulso d'emissione per la scoperta dei bersagli passivi.
  • Nella parte alta della figura, a sinistra, sono mostrate le immagini che compaiono nello schermo della presentazione video; la schermata a cascata della presentazione dei bersagli e la schermata per il tracciamento dei percorsi dei raggi acustici.

Funzioni all'interno del cofano ricevitore

Il cofano ricevitore, mostrato in figura, è nominato tricofano per essere formato da tre cofani uniti fra loro contiene nell'ordine i seguenti blocchi funzionali:
  • (blocco 1) - Preamplificatori equalizzatori dei segnali captati dalla base conforme in bassa frequenza.
  • (blocco 2)- Preamplificatori dei segnali captati dalla base circolare in alta frequenza.
  • (blocco 3) -Circuiti per la formazione dei fasci preformati di bassa frequenza in correlazione; scoperta panoramica dei bersagli con la base idrofonica conforme.
  • (blocco 4)- Circuiti per la formazione dei fasci preformati di alta frequenza con rivelatori d'energia; scoperta panoramica dei bersagli con la base circolare.
  • (blocco 5)- Gruppo per la collimazione manuale dei bersagli in bassa ed alta frequenza; scoperta delle sorgenti di rumore con sistema a punteria; annessi circuiti RLI, BDI, inseguimento automatico.
  • Strutture varie di alimentazione, sistemi di sicurezza e interfaccia con la consolle di comando e controllo.

I circuiti di preamplificazione presenti nel ricevitore

Il cassetto dei preamplificatori contiene due gruppi circuitali come in figura:
  • Il primo gruppo, a sinistra nel disegno, contiene 46 preamplificatori, uno per ciascun idrofono della base conforme. Il circuito ha il compito di amplificare i segnali idrofonici di bassa frequenza equalizzandoli in modo che il rumore del mare si presenti allo stesso livello in tutto il campo delle frequenze impiegate.
  • I 46 segnali d'uscita sono applicati, sia ai circuiti per la formazione fasci in correlazione, sia al sistema di puntamento a punteria in bassa frequenza.
  • Il secondo gruppo, a destra nel disegno, contiene 36 preamplificatori, uno per ciascun idrofono della base circolare. Il circuito ha il compito di amplificare i segnali idrofonici di alta frequenza e adattare l'impedenza delle singole stecche idrofoniche.
  • I 36 segnali d'uscita sono applicati, sia ai circuiti per la formazione fasci con rivelatori d'energia, sia al sistema di puntamento a punteria in alta frequenza.

Il complesso fasci preformati di bassa frequenza

Lo schema a blocchi dei circuiti per la formazione dei fasci preformati in correlazione è mostrato in figura:
  • Il sistema è dotato di 46 canali di amplificazione e filtraggio in banda, l'uscita di questi, opportunamente ritardata, è applicata a 72 ricevitori in correlazione le cui uscite sono scandite da un serializzatore elettronico, da questo l'invio dei dati alla consolle per la presentazione panoramica dello scenario subacqueo.
  • Dato il profilo della base conforme i segnali applicati ai ricevitori sono rimessi in coerenza da un insieme di strutture di ritardo analogiche.

Il complesso fasci preformati in alta frequenza

Lo schema a blocchi dei circuiti per la formazione dei fasci preformati in alta frequenza è mostrato in figura:
  • Il sistema è dotato di 36 canali di amplificazione e filtraggio in banda, l'uscita di questi, opportunamente ritardata, è applicata a 36 rivelatori d'energia le cui uscite sono scandite da un serializzatore elettronico, da questo l'invio dei dati alla consolle per la presentazione panoramica dello scenario subacqueo.
  • I segnali applicati ai rivelatori sono rimessi in coerenza da un insieme di strutture di ritardo analogiche.
  • L'insieme dei 36 fasci preformati, prima della rivelazione d'energia, sono inviati alla consolle per la presentazione degli echi in fase di scoperta attiva.

Complesso di puntamento manuale a compensatore

Il sistema a compensatore mostrato in figura è dotato di 2 canali di rimessa in coerenza di struttura molto complessa, uno per la bassa frequenza, l'altro per l'alta frequenza; l'uscita di questa è applicata ad un insieme selezionabile di filtri di banda e da questi all'amplificatore che pilota sia l'altoparlante, sia le cuffie per l'operatore al sonar.
Altre funzioni sono sviluppate dal compensatore:
  • Collimazione per RLI 
  • Collimazione per BDI 
  • Funzione di misura rapporto segnale/disturbo all'ingresso dei circuiti di correlazione
  • Funzione d'inseguimento automatico
  • Il compensatore è comandato da apposito volantino sul fronte della consolle.

Unità di potenza per trasmissione impulsi

Una vista del trasmettitore è riportata in figura:
Il trasmettitore è costituito da alcune unità di potenza in grado di eccitare la base cilindrica affinché questa emetta impulsi alla pressione acustica voluta.
La trasmissione degli impulsi, a comando dell'operatore alla consolle, può avvenire in modalità direttiva o in modalità omnidirezionale .
In modalità direttiva si ha l'emissione degli impulsi al massimo del livello di pressione.
In modalità omnidirezionale la pressione generata dalla base è a livello inferiore dovendo distribuire tutta la potenza su di un arco di ...°.

La consolle di comando e controllo

La consolle di comando e controllo delle funzionalità del sonar IPD70S è mostrata in figura. Le molteplici funzioni esplicate dal sistema, governate dal computer ESA24 della Soc. ELSAG, erano:
  • Presentazione video, con modalità a cascata, dello scenario subacqueo, sia per la funzione attiva, che per la funzione passiva; lo schermo video dedicato per tale compito è nella parte alta della consolle.
  • Presentazione in coordinate cartesiane dei diagrammi relativi ai calcoli del percorso dei raggi acustici in mare; lo schermo dedicato è nella parte inferiore della consolle.
  • Presentazione video della funzione BDI (in fase di emissione d'impulsi).
  • Presentazione strumentale della funzione RLI (in fase di rilevamento a punteria di bersagli attivi)
  • Presentazione numerica del rapporto segnale\disturbo (in fase di rilevamento a punteria di bersagli attivi)
  • Misura della velocità dei bersagli passivi mediante analisi del doppler.
  • Comando a mezzo volantino della punteria manuale; presentazione del valore angolare connesso.
  • Sistema d'inserzione filtri di banda per ascolto del rumore dei bersagli in fase di punteria.
  • Comandi per l'emissione impulsiva: omnidirezionale / direttiva / durata impulsi.















I SOMMERGINILI CLASSE SAURO

Il progetto della classe Sauro si inquadra quale naturale evoluzione dei sottomarini classe TOTI, unità estremamente silenziose e dotate di eccellenti doti di manovrabilità in immersione che parteciparono, con ottimi risultati, a tutte le più importanti esercitazioni interalleate nel Mediterraneo degli anni '70 ed '80.


Per la classe SAURO la Marina decise di mettere allo studio una nuova classe di sottomarini con prestazioni globalmente superiori. Venne quindi ordinata al cantiere di Monfalcone una prima serie di due battelli: il Sauro ed il Carlo Fecia di Cossato.
La loro realizzazione ebbe inizio alla fine degli anni ‘70 e mentre erano ancora in costruzione venne ordinata una seconda serie di due sottomarini della stessa classe: il Leonardo Da Vinci e il Guglielmo Marconi. Successivamente la M.M. ha commissionato, sempre al cantiere di Monfalcone, una terza  serie di Sauro:  il Salvatore Pelosi ed il  Giuliano Prini.
Queste ultime unità, con mezzo metro di lunghezza in più rispetto ai precedenti, non rappresentarono il termine del progetto Sauro, in quanto altre due unità ulteriormente più grandi e con caratteristiche migliorate (IV^ Serie) furono impostate a metà anni '80 con i nomi di Primo Longobardo e Gianfranco Gazzana Priaroggia.
I sottomarini Sauro III e IV serie sono stati sottoposti a radicali lavori di ammodernamento (refitting) per renderli ancora più silenziosi e dotarli di un nuovo sistema di comando e controllo. I sottomarini della classe Sauro ammodernati rispondono pienamente alle attuali esigenze operative ed hanno ottenuto brillanti successi in numerose operazioni ed esercitazioni internazionali.
A seguito del ritiro dalla linea operativa dei battelli Sauro I e II serie, attualmente la componente subacquea dei batteli classe Sauro è composta dai sottomarini Pelosi, Prini, Longobardo e Gazzana.
Concepiti negli anni ottanta come strumenti prevalentemente impiegabili per il contrasto alla minaccia subacquea del blocco sovietico, i sottomarini convenzionali della classe SAURO hanno subito notevoli migliorie e modifiche tecniche nel corso della loro vita, per consentirne l’adattamento alle esigenze operative del nuovo millennio.
In particolare, al termine degli anni novanta, il sistema di combattimento è stato oggetto di un profondo rinnovamento con l’istallazione del sistema sonar integrato STN Atlas – ISUS 90-20 e del sistema radio IRCS con capacità satellitare.
Le unità possono svolgere operazioni di sorveglianza occulta (controllo e difesa di particolari zone di mare), localizzazione, ombreggiamento ed attacco a sottomarini ed unità di superficie, appoggio ad operazioni speciali, raccolta di informazioni.

Caratteristiche generali

Lo scafo resistente: di tipo a semplice scafo chiuso da calotte di estremità, lo scafo resistente è costruito in acciaio HY80 ed è suddiviso in 2 compartimenti stagni in cui sono ricavati i vari locali di bordo.
L’apparato di propulsione: la propulsione, di tipo Diesel elettrico, è strutturata su un’unica elica di propulsione mossa da un motore elettrico a doppio indotto. L’energia può essere fornita dai 3 gruppi Diesel dinamo e/o dalla batterie di propulsione a seconda dell’assetto di navigazione.
Come ogni sottomarino convenzionale questa classe è dotata di un impianto snorkel che permette di aspirare aria all’interno dell’unità, a quota periscopica, consentendo di ricaricare le batterie.

Il Sistema di Combattimento dispone di:
  • Sistema integrato di Comando, Controllo e Lancio Armi ISUS 90-20 della tedesca STN ATLAS Elektronik, dotato di cartografia elettronica e capace di gestire i siluri italiani A184 mod.3 della ditta WASS;
  • Impianto SONAR ISUS 90-20 della STN ATLAS Elektronik, dotato di base conforme in media frequenza,  base circolare per sonar attivo, intercettatore in alta frequenza, sistema di rilevamento del rumore proprio;
  • Sistema periscopico MOD.324  dell’americana Kollmorgen  dotato di intensificatore di luce e apparati di videoregistrazione;
  • Sistema ESM BLD 727 della ditta italiana Elettronica S.p.A.;
  • Radar MM/BPS 704-V2 della ditta SMA;
  • Sistema di Telecomunicazione integrato della tedesca Hagenuk Marinekommunikation.

Il Nazario Sauro (S 518)

Il Nazario Sauro è un sottomarino a propulsione diesel-elettrica (o convenzionale) della Marina Militare Italiana, capostipite della prima serie della classe Sauro, consegnato alla Marina il 12 febbraio 1980. Attualmente è una nave-museo ormeggiata nel porto antico di Genova, e rappresenta uno dei tre sottomarini esposti in Italia insieme all'Enrico Toti (S 506) a Milano presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci e all'Enrico Dandolo (S 513) a Venezia (tutti e due appartenenti alla classe precedente, la classe Toti).

Nome

Il battello prende il nome dal tenente di vascello Nazario Sauro, medaglia d'oro al valor militare, patriota ed esponente dell'irredentismo italiano del primo conflitto mondiale. In precedenza nella Regia Marina era stato intitolato il cacciatorpediniere Nazario Sauro, che prese parte alla seconda guerra mondiale affondando nelle acque del Mar Rosso alle 9 del mattino del 3 aprile 1941 in seguito ad un attacco aereo inglese; la nave, centrata da una bomba da 224 kg, s'inabissò in appena mezzo minuto. Nell'affondamento perirono 78 uomini dell'equipaggio.

Trasformazione in museo galleggiante

Il battello, in disarmo dal 1º maggio 2002, è stato ormeggiato presso l'Arsenale militare marittimo della Spezia insieme all'unità gemella Carlo Fecia di Cossato, dove è stato, dal 2008, oggetto di un'opera di restauro per la trasformazione in museo, attuata per conto del Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e della Navigazione di Genova, da parte della società Fincantieri, la stessa che lo aveva costruito alla fine degli anni settanta (allora Italcantieri).
All'alba del 18 settembre 2009 il Nazario Sauro ha lasciato l'arsenale spezzino per la sua ultima missione: trainato da rimorchiatori ha raggiunto il porto antico di Genova dove il 26 settembre è stato ormeggiato nella darsena davanti al Galata − Museo del mare.
L'allestimento museale, progettato e diretto dall'architetto Roberto Bajano per e con il Galata Museo del Mare di Genova, ne fa la prima nave-museo in Italia visitabile in acqua. I lavori di restauro e modifica strutturale del battello in funzione della musealizzazione sono stati condotti dall’Ufficio Progettazione Sommergibili della Direzione Navi Militari di Fincantieri.

L'apertura al pubblico è avvenuta il 29 maggio del 2010.

Il sommergibile, chiuso al pubblico dal 13 giugno 2022 per permettere le operazioni di sigillo e messa in sicurezza, è stato trainato, il giorno 21 Giugno 2022, per mezzo di rimorchiatori ,dalla Darsena di Genova fino all'Arsenale Militare Marittimo di La Spezia, per una manutenzione straordinaria, conclusasi con il ritorno al sito museale il 13 Luglio. L'operazione ha consentito di far ritornare il battello nelle condizioni originali, privandolo della corrosione che lo aveva intaccato in 12 anni di stazionamento a mare. I costi delle operazioni, che ammontano a 140mila euro, sono state sostenuti da sponsor privati e dall'Istituzione dei Musei del Mare e delle Migrazioni.

CARATTERISTICHE DEI 4 LOTTI DI PRODUZIONE:

  • Lotto I - S 518 ITS Nazario Sauro (1980) S 519 ITS Carlo Fecia di Cossato (1979) 
  • Lotto II S 520 ITS Leonardo da Vinci (1982) S 521 ITS Guglielmo Marconi (1982) 
  • Lotto III S 522 ITS Salvatore Pelosi (1988) S 523 ITS Giuliani Prini (1989) 
  • Lotto IV S 524 ITS Primo Longobardo (1993) S 525 ITS Gianfranco Gazzana Priaroggia (1995).

  • Costruttore (tutte le unità): Fincantieri SpA, Monfalcone (Friuli-Venezia Giulia), Italia 
  • Dislocamento: Lotto I+II: 1.456 tonnellate in superficie, 1.651 tonnellate in immersione Lotto III: 1.476 tonnellate in superficie, 1.662 tonnellate in immersione Lotto IV: 1.653 tonnellate in superficie, 1.862 tonnellate sommerse; 
  • Lunghezza: Lotto I+II: 63,85 metri (209 piedi 6 pollici) Lotto III: 64,36 metri (211 piedi 2 pollici) Lotto IV: 66 metri (216 piedi 6 pollici) 
  • Immersione: Lotto I+II: 5,3 m (17 ft 4 in) Lotto III: 5,6 metri (18 ft 4 in) Lotto IV: 6,3 metri (20 ft 8 in); 
  • Larghezza: tutti i lotti 6,83 m (22 ft 5 in) 
  • Profondità di prova: 300 metri (985 ft) 
  • Velocità: 19 nodi (35 km/h) in immersione, 12 nodi (22 km/h) in superficie 
  • Autonomia: 2500 miglia nautiche (4600 km) a 12 nodi (22 km/h) 
  • Equipaggio: 51 (inclusi 7 ufficiali) 
  • Propulsione: diesel-elettrica Lotto I-IV: 3 x Generatore Diesel Grandi Motori Trieste GMT 210.16-NM (2,72 MW) Lotto I, II + III: 1 x Motore Elettrico Magneti Marelli (2,7 MW) Lotto IV: 1 x Motore Elettrico Asea Brown Boveri (ABB) (3,14 MW) 1 albero / 1 elica 
  • Armamento: 6 tubi lanciasiluri da 21 pollici / 533 mm per un massimo di 12 siluri pesanti Whitehead (WASS) A184 Mod.0 (lotto I+II) Whitehead (WASS) A184 Mod .3 siluri pesanti (Lotto III+IV) o fino a 24 mine navali 
  • Sistemi: Lotto I+II: 1 x radar SMA SPS-704 1 x sonar Elsag-USEA IPD70/S SMA/Datamat MM/SBN-716 Sottomarino SACTIS Sistema di informazione d'azione Barr & Stroud CK31 Periscopi di ricerca e attacco CH81 Sistema di comunicazione ELMER 
  • Lotto III+IV (dopo aggiornamento 1999/2005) 1 x radar SMA MM/BPS 704-V2 1 x sonar STN Atlas Elektronik ISUS 90-20 STN Atlas Elektronik ISUS 90-20 Sistema di combattimento Periscopi Kollmorgen Hagenuk Marinekommunikation Sistema di comunicazione IRSC Lotto I+II: Elettronica SpA. Sistemi ESM Thetis ELT/124-s e MM-BLD/1 
  • Lotto III+IV (dopo aggiornamento 1999/2005) Elettronica Spa, Sistemi ESM BLD-727.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikiuniversity, Marina.Difesa, Wikipedia, Seaforces, You Tube)






























































 

Deutsche Marine 2002/2004: il Modular Naval Artillery Concept (MONARC) era uno studio dell'industria della difesa tedesca sul montaggio della torretta dell'obice semovente PzH 2000 cal. 155/52 su di una unità navale della dimensione di una fregata.

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