mercoledì 13 novembre 2024

MARINA MILITARE ITALIANA 1968 - 2018: i sistemi elettronici in dotazione alle unità navali della classe Audace. La classe era costituita da due unità, Audace e Ardito, realizzate dai Cantieri Navali Riuniti e dalla Italcantieri.







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Nel programma erano previste quattro unità: Ardito, Audace, Animoso ed Ardimentoso, ma la costruzione delle altre due unità, per motivi di bilancio, fu rinviata. L'urgenza della costruzione delle prime due, effettuata con bilancio ordinario, fu determinata dalla necessità di sostituire entro la fine degli anni settanta i due cacciatorpediniere della classe Impetuoso, che non erano stati sottoposti ad alcun lavoro di aggiornamento sia per quanto riguardava l'elettronica sia per quanto riguardava l'armamento. Le due unità la cui costruzione era stata a lungo rimandata sono entrate poi in servizio all'inizio degli anni novanta con notevoli miglioramenti costituendo la classe Durand de la Penne o Super Audace.




Il progetto di queste unità scaturì dall'esigenza di migliorare qualitativamente la linea dei cacciatorpediniere dopo che le unità classe Indomito, entrate in servizio nel 1957 e 1958, dotate di armamento antiaereo costituito da quattro cannoni da 127/38 mm e 16 mitragliere da 40/56 mm, dopo appena pochi anni di attività, si erano rivelate inadeguate nel contrasto aereo contro i moderni caccia a reazione ed altrettanto inefficaci nella lotta contro i sottomarini a propulsione nucleare. D'altro canto le unità della classe Impavido, entrate in servizio nel 1963 e nel 1964, pur essendo dotate di moderno armamento antiaereo a media gittata, con l'adozione di una rampa di lancio per missili Tartar, rimanevano carenti nella lotta antisommergibili, per l'impossibilità progettuale di poter imbarcare elicotteri. Il tentativo di equipaggiare le due unità con l'Agusta A 106, costruito appositamente in due soli esemplari per i due cacciatorpediniere che avevano a poppa una piccola piattaforma di appontaggio, era risultato vano. La necessità di armonizzare in maniera più equilibrata le capacità antiaeree, antinave e antisommergibile, aveva reso necessario un aumento delle dimensioni e del dislocamento rispetto agli Impavido, anche in previsione di un futuro miglioramento delle capacità operative. Le due unità della Classe Audace tuttavia, all'entrata in servizio, presentavano alcune carenze, quali la mancanza di una C.O.C., l'inadeguatezza del radar di scoperta aerea, la mancanza di sistema missilistico superficie-superficie, ancora in fase di realizzazione, in quanto all'entrata in servizio delle due unità era ancora in fase di sperimentazione il sistema Teseo, che venne imbarcato sull'aliscafo Sparviero nel 1974 ed adottato dalle fregate della classe “Lupo” a partire dal 1977 ed infine la mancata adozione di un apparato di propulsione articolato su Turbine a Gas, del tipo CODAG o CODOG, dovuta al timore di incorrere in tempi lunghi per il suo collaudo. Tali carenze vennero tutte superate nel corso degli anni ad eccezione per quel che riguarda l'apparato motore.
Varati il 27.4 ed il 19.7.1968, sono stati radiati nel 2006 dopo aver percorso oltre 600.000 miglia marine in tutti i mari del mondo.  Costituirono un migliora­mento dei caccia tipo Impavido ed offrirono un importante contributo per il potenziamento e l'ammodernamento della Marina.  Fra il 1985 ed il 1990 furono entrambi rimodernati nel corso dei "lavori di mezza vita", sostituendo un pezzo da 127/54 con un sistema missilistico e l'aggiunta di quattro lanciatori per missili sup-sup fra i due fumaioli.
Dal progetto originale datato ottobre 1967, sei tavole con: piano di costru­zione, vista di fianco, sezione longitudinale, vista dall'alto, ponte di coperta e n.6 sezioni trasversali, oltre a tre tavole, così in tutto nove, con la vista di fianco, la sezione longitudinale, la vista dall'alto e varie soprastrutture provenienti dalla Direzione dell'Arsenale M.M. di La Spezia e datate 1985.
 All'origine erano armati con due cannoni da 127/54 e quattro cannoni da 76/62 compatti.
Tra il 1987 e il 1990 i due cacciatorpediniere furono ampiamente rimodernati con notevole potenziamento dell'armamento, permettendo di incrementarne le proprie capacità antinave ed antiaerea con l'imbarco dei sistemi missilistici Albatros e Teseo, e dell'elettronica, superando definitivamente alcune carenze che le due unità avevano all'epoca della loro entrata in servizio, attribuendo il giusto merito alla bontà del progetto.
I lavori di ammodernamento vennero eseguiti presso nell'Arsenale La Spezia: l'Ardito nel periodo 1987-1988 e l'Audace nel 1988-1990.




SISTEMI ELETTRONICI IN DOTAZIONE

L'elettronica delle due unità ha subito nel corso degli anni notevoli miglioramenti. Le due unità furono le prime ad essere equipaggiate all'origine di Sistema Automatico di Direzione delle Operazioni di Combattimento SADOC-1. La maggior parte delle elettroniche erano collocate nei due mack. Il mack prodiero sosteneva le antenne dei radar di scoperta aeronavale R.C.A. AN/SPS-12 e il radar di navigazione e scoperta di superficie SMA MM/SPQ-2 che era collocato su una mensola dell'alberetto del mack. Il radar di scoperta aerea R.C.A. AN/SPS-12, che inizialmente equipaggiava le due unità si era manifestato inadeguato e venne sostituito a metà degli anni settanta dal nuovo radar bidimensionale di scoperta aerea lontana Selenia MM/SPS-768 (RAN 3L) di costruzione nazionale, collocato sul mack prodiero, con secondario IFF Mk XII, una potenza di picco di 135 kW e una portata di 220 chilometri, operante in banda D, secondo la designazione NATO, o L secondo la designazione IEEE. Il radar MM/SPS-768 (RAN-3L) venne sviluppato dalla Selenia a partire dall'intenzione manifestata nel maggio 1966, da parte della Marina Militare Italiana, di sostituire il radar R.C.A. AN/SPS-12/40, adottato da tutte le unità costruite negli anni sessanta e dalla determinazione con cui la Marina Militare proseguiva il cammino verso l'indipendenza dal mercato americano, soprattutto quello relativo alle sempre più sofisticate apparecchiature elettroniche. Il contratto per lo sviluppo della nuova apparecchiatura venne firmato nel 1968. Nell'attesa dello sviluppo del nuovo radar, per le esigenze dell'incrociatore Vittorio Veneto e per le due unità della classe Audace, vennero acquistati tre radar Lockheed Electronics AN/SPS-40, ma si preferì sostituire i vecchi AN/SPS-12 del Doria e del Duilio e imbarcare provvisoriamente sulle due unità della classe Audace le due apparecchiature sbarcate dai due incrociatori, in attesa del nuovo radar della Selenia MM/SPS-768, che fu in produzione a partire da novembre 1975 e avrebbe equipaggiato tutte le unità di altura della squadra navale a partire dalla seconda metà degli anni settanta. Il radar Selenia MM/SPS-768 (RAN 3L) con secondario IFF Mk XII, è stato successivamente aggiornato nel corso dei lavori di ammodernamento effettuati alla fine degli anni ottanta. Le due unità della classe Audace e i due Doria sono state le prime unità della Marina Militare ad essere equipaggiate con questo radar.
A proravia del mack prodiero trovava collocazione il radar bidimensionale per scoperta aerea a media distanza e a bassa quota Selenia MM/SPS-774 (RAN-10S) con antenna SMA OA-3 e secondario IFF Mk XIII, che aveva una portata era di 155 km, e sul cielo della plancia trovavano posto la prima delle tre direzioni di tiro Selenia SPG-70 con centrale Argo NA 10 Mod. 0 e radar Orion RTN 10X per i calibri principali ed in posizione più sopraelevata l'antenna del TACAN, per la radionavigazione degli elicotteri imbarcati, mentre le altre due centrali di tiro SPG-70, asservite ai 76/62 Compatto, erano collocate ai lati del mack poppiero. Il secondo blocco della sovrastruttura iniziava con il secondo mack, su cui era innestata una mensola dove trovava collocazione l'antenna del radar di scoperta aerea tridimensionale Hughes AN/SPS-52, aggiornato dopo i lavori di ammodernamento alla versione AN/SPS-52C con antenna tipo AN/SPA-72B, che aveva una portata di 440 km mentre asservita ai missili Tartar e successivamente agli Standard c'era una centrale di tiro Mk-74 con due radar guida missili Raytheon AN/SPG-51 collocati sul cielo della sovrastruttura a poppavia del secondo mack.
Il sonar C.W.E 610, attivo a media frequenza, era a collocato in chiglia.
Per un breve periodo di tempo sull'Ardito venne installata, tra la D.T. NA-10 e il TACAN l'antenna del radar SPQ-5B, denominato “Sarchiapone”, che grazie alla sua elevata sensibilità venne adottata per la ricezione satellitare in banda UHF durante la crociera di circumnavigazione del globo effettuata nel 1979-’80 dall'Ardito e dal Lupo, inquadrati nel 6º Gruppo Navale.
Al termine dei lavori di ammodernamento il nuovo aspetto delle due unità della classe Audace è stato caratterizzato oltre che dalla presenza dei nuovi sistemi d'arma anche da nuove apparecchiature elettroniche.
Il radar SMA MM/SPQ-2D dopo gli ammodernamenti venne destinato solo a compiti di scoperta di superficie e le due unità vennero dotate di radar di navigazione MM/SPN-748 di fabbricazione nazionale, della GEM Elettronica, sistemato sotto il radar di scoperta aerea MM/SPS-768 (RAN-3L) su una mensola del mack prodiero.
Alla difesa aerea a medio raggio, affidata ai missili Aspide, e alla difesa di punto, affidata alle artiglierie, erano asserviti tre sistemi Dardo-E con direzioni di tiro Selenia-Elsag SPG-76/RTN 30X Argo NA 30 con sistema di puntamento a guida infrarosso e laser, che hanno sostituito le direzioni di tiro NA-10 precedenti. Le nuove direzioni di tiro erano il prodotto della collaborazione tra la Selenia e la Elsag e, totalmente integrati nel sistema di combattimento, erano in grado di guidare le artiglierie in funzione antiaerea, antisuperficie e nel tiro contro costa. Le tre direzioni di tiro erano collocate come le precedenti, una sul cielo della plancia destinata al cannone prodiero e al sistema Albatros e due in posizione laterale in due mensole poste sul mack poppiero, con un orizzonte ottico di 360° asservita ai cannoni da 76mm Compatto a tiro rapido. Il radar RTN-30X poteva essere abbinato all'Otobreda Compatto o Super Rapido, al cannone da 127/54, al Breda Dardo e ai missili Sea Sparrow/Aspide. Le prime unità equipaggiate con sistema Dardo-E con il 76mm Super Rapido sono stati i due Audace dopo gli ammodernamenti, mentre le prime unità ad essere equipaggiate sin dalla costruzione con il Dardo-E abbinato ai 76mm SR furono i due cacciatorpediniere classe Durand de la Penne.
L'antenna del TACAN Face Standard del tipo URN-25 venne collocata su una mensola dell'alberetto del mack prodiero.
In posizione laterale, lungo il ponte di coperta, all'altezza della rampa di lancio Mk.13 erano collocati due lanciarazzi multipli di 20 tubi da 105 mm del sistema SCLAR, per il lancio di chaff/flares/decoys, per la difesa passiva delle unità, controllati da parte della suite di guerra elettronica e pienamente coordinati con i sistemi di difesa attiva della nave.
Al termine dei lavori di ammodernamento le due unità potevano disporre di Centrale Operativa di Combattimento (C.O.C.), di nuova adozione con Sistema di Comando e Controllo AESN IPN 20 SADOC-2 (Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento) con 10 console, per il coordinamento di tutti i sensori esterni delle unità, allo scopo di determinare la scelta del sistema di difesa più adatto per affrontare eventuali aggressioni, da parte di forze nemiche.

ALCUNI SISTEMI ELETTRONICI E RADAR IMBARCATI:

SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO AESN IPN 20 SADOC-2

SADOC è l'acronimo di Sistema Automatico di Direzione delle Operazioni di Combattimento, è la denominazione del primo sistema di comando e controllo della Marina Militare Italiana.


Nel 1968 venne istituito a Roma il "Centro di programmazione e addestramento ai Sistemi Automatici di Direzione delle Operazioni di Combattimento della Marina Militare" (MARICENSADOC), con il compito di sviluppare il primo sistema di comando e controllo navale italiano e curare l'addestramento dei futuri operatori.
Nel 1970 MARICENSADOC venne trasferito a Taranto, all'interno del comprensorio di MARICENTADD, il Centro di Addestramento Aeronavale, costituitosi nel 1972, cambiando la sua denominazione da MARICENSADOC all'attuale denominazione di MARICENPROG, Centro di Programmazione della Marina Militare, dove viene formato il personale all'uso dei sistemi, scelta che permette di unire le competenze dei tecnici sviluppatori alle esperienze del personale destinato ai sistemi a bordo.
Il nome è ripreso dalla Bibbia dal nome del sacerdote ebraico determinante nel portare al trono il re Salomone, il quale dopo avere eretto il Tempio di Gerusalemme, nominò Sadoc quale primo Sommo sacerdote.
Sistemi SADOC - Il Sistema Automatico di Direzione delle Operazioni di Combattimento ha avuto nel tempo varie evoluzioni, l'ultima delle quali il nuovo sistema SADOC 4, destinato ad equipaggiare le unità di nuova costruzione.
SADOC 1 - Il Sistema Automatico di Direzione delle Operazioni di Combattimento denominato SADOC-1 venne realizzato prendendo a modello il NTDS americano utilizzava un elaboratore americano CP642B e monitor SYA e venne imbarcato nel 1970 sugli incrociatori lanciamissili Doria e Duilio e sull'incrociatore lanciamissili portaelicotteri Vittorio Veneto. Il sistema venne imbarcato anche sui due nuovi cacciatorpediniere lanciamissili Audace e Ardito.
SADOC 2 - Il sistema SADOC-2 (o IPN-10) ha aggiunto un secondo computer al sistema, con entrambi gli elaboratori poi sostituiti con computer italiani CDG-3032 (CP-7010), una consolle orizzontale per tre operatori con monitor da 22 pollici e nuove consolle con schermi da 16 pollici. Il sistema SADOC-2 venne installato negli anni 1976/1977 sui cacciatorpediniere lanciamissili della classe Impavido e nel 1978 sulle nuove fregate lanciamissili Classe Lupo, che successivamente vennero dotate di sistema SADOC-2 (IPN-20) che venne imbarcato sulle fregate lanciamissili classe Maestrale, sulla portaeromobili Garibaldi, sui cacciatorpediniere lanciamissili classe Audace in origine equipaggiati con sistema SADOC-1, sui quali il sistema SADOC-2 venne imbarcato nel corso dei lavori di mezza vita effettuati nella seconda metà degli anni ottanta, sui cacciatorpediniere lanciamissili classe Durand de la Penne, sui pattugliatori di squadra classe Soldati, sulle corvette classe Minerva, su una delle navi d'assalto anfibio della classe San Giorgio e sul rifornitore di squadra Etna. Il sistema disponeva di consolle consolle multifunzionali e di consolle dedicate per il sonar, per la guerra elettronica per i missili e per le artiglierie di bordo.
SADOC 3 - Il sistema SADOC-3 (o IPN-3) è stato imbarcato sui pattugliatori classe Comandanti sulla portaerei Cavour sui Doria sulle FREMM e nel corso degli anni dieci su quattro delle Maestrale allo scopo di prolungarne la vita operativa.
SADOC 4 - Il sistema SADOC-4 è destinato ai nuovi pattugliatori polivalenti d'altura (PPA) classe Thaon di Revel, sulla nuova LHD Trieste, sui nuovi PPX e sui nuovi cacciatorpediniere lanciamissili DDX destinati entro la fine degli anni venti a sostituire le unità della classe Durand de la Penne.

RADAR 3D AN/SPS-52

L’AN/SPS-52 è un radar di ricerca 3D a lungo raggio operante in banda E progettato dalla Hughes, che ha equipaggiato numerosissime classi di unità navali della US Navy oltre che di altre Marine di paesi alleati degli Stati Uniti che è stato anche imbarcato a bordo delle navi della Marina Militare Italiana.


Il radar AN/SPS-52 è stato sviluppato negli anni sessanta sulla base del radar AN/SPS-39, primo radar con tecnologia "scanning frequenza" (FRESCAN), del quale risulta una versione migliorata. Il radar AN/SPS-52 è in grado di rilevare bersagli aerei a distanze superiori ai 200 miglia nautiche ed essendo un radar tridimensionale determina oltre alla posizione anche l'altezza, trasmettendo queste informazioni al sistema di combattimento e al radar del controllo del fuoco.
L'antenna planare impiega la frequenza di scansione dirigendo il fascio radar in grado di stabilire l'altitudine di obbiettivi al di sopra dei 100.000 piedi.
Caratteristiche del radar sono la frequenza variabile, il cambiamento dell'asse del fascio radar e la scansione che può essere realizzata in elevazione o in anzimut.
La variazione di frequenza rendere questo radar più resistente al jamming, inconveniente più difficoltoso da risolvere con l'adozione di una frequenza fissa.
Alcune limitazioni che la frequenza di scansione impone sono invece un grande impiego della banda di frequenza disponibile, che essendo utilizzata per la scansione, non potrà venire impiegata per ottimizzare la risoluzione degli obiettivi, e in fase di ricezione dover gestire una banda molto ampia, con il ricevitore che dovrà quindi essere in grado di spostare il centro della sua larghezza di banda più stretta con la frequenza di trasmissione.
Nella versione iniziale il radar è stato immediatamente compatibile con il sistema di combattimento AN/SYS-1.
La versione AN/SPS-52B: ha introdotto la tecnologia M.T.I. (dall'inglese Moving Target Indicator, che significa "indicatore di bersaglio mobile") per la soppressione degli echi provenienti da bersagli fissi, non in moto relativo rispetto all'antenna per evidenziare gli echi da oggetti in movimento, che altrimenti potrebbero essere mascherati.
Con la versione SPS-52C nel 1977 è stata introdotta la stabilizzazione digitale e tale versione costituisce l'ultimo aggiornamento ed è caratterizzata da sostanziali miglioramenti, tra cui una copertura della distanza di oltre 240 miglia nautiche, e si è dimostrata anche notevolmente più affidabile per via di accorgimenti costruttivi che l'hanno reso più solido e per l'aggiunta delle eccellenti funzioni incorporate durante le prove.

ANTENNA SPQ/5 “SARCHIAPONE”

I cacciatorpediniere Audace e Ardito vennero modificati durante i lavori di fine-garanzia, e venne creata una struttura sul cielo della plancia destinata a sostenere l'antenna dell'SPQ-5. 




Con la «fame di spazio» caratteristica delle unità navali, tuttavia il cosiddetto «Locale apparati SPQ-5» (come recitava la targhetta sulla porta) venne comunque destinato ad altri scopi, in attesa di un'installazione che non sarebbe mai avvenuta. In un secondo tempo la postazione venne impiegata per accogliere un ingannatore della guerra elettronica, mentre con l'effettuazione del cosiddetto «ammodernamento di mezza vita», il suo posto venne preso dal radar di scoperta aeronavale SPS-774. L'Ardito, tuttavia, imbarcò per qualche tempo 1'antenna del «Sarchiapone», anche se con uno scopo completamente diverso da quello per cui era stata originariamente progettata. Grazie agli elevati guadagni che consentiva, era stato deciso, infatti, di impiegarla nelI'ambito del progetto «Sirio», come apparato ricevente in banda UHF per le telecomunicazioni satellitari. Fu così che 1'antenna del «Sarchiapone» fece il giro del mondo negli anni 1979-'80.
Una nuova versione del «Sarchiapone» venne chiamata Co.Ra. (Condotto Radar, o anche scherzosamente Compiani Radar, visto I'impulso dato da questi al pro¬gramma) e ne fu prevista l'installazione sui nuovi DDG (inizialmente conosciuti come «Super-Audace», poi come classe «Animoso» e infine con l'attuale nome di «De La Penne»). I primi disegni rappresentavano un radar a scomparsa alloggiato a prora estrema, in modo da poter sfruttare appieno l'effetto pellicolare, le cui sembianze ricordavano abbastanza da vicino l'SPQ-4 sperimentato sul Quarto. In un secondo tempo questa installazione venne sostituita da due piccole antenne poste in prossimità delle ali di plancia (appunto i cosiddetti radar Co.Ra.).
Tuttavia anche i DDG vennero poi costruiti senza la presenza di questi apparati.
L'antenna era un'antenna parabolica simmetrica con un diametro di 3 metri e un riflettore ausiliario iperbolico Cassegrain. Il riflettore parabolico era molto più grande del necessario, con il risultato di avere lobi laterali estremamente ridotti. Il trasmettitore e il ricevitore erano stati montati direttamente sull'antenna.
L'MM/SPQ-5 è stato installato sulla fregata italiana “Alpino” (F 580) dal 1973 al 1987. Era in grado di localizzare gli aerei durante il loro decollo dalla portaerei “Kennedy” a una distanza di 350 miglia nautiche.
L'antenna del SPQ-5 (a.k.a. Sarchiapone) aveva un doppio sistema di riflessione, che la rendeva, appunto, adatta ad emissioni "a spillo". 
Venne utilizzata anche dall'Ardito negli anni 1978-1982 (circa) come componente sperimentale del sistema di comunicazione satellitare Sirio. Poi il progetto fu abbandonato. Per usarla come arma Directed Energy bisognerebbe poter fare il tracking con elevata precisione. Non sarebbe da escludere, ma....bisognerebbe trovare chi progetta il sistema. Un tempo molto, molto lontano, la MMI aveva una notevole capacità al suo interno, oggi (da molto tempo) non più.
Per gli appassionati di storia, il Sarchiapone, nella versione campale, venne impiegato come radar della difesa costiera.
Uno venne installato vicino a La Spezia (loc. Castellana), uno a Taranto (San Vito), ed uno vicino a Venezia (Piave Vecchia). Quest'ultimo venne poi trasferito in Sicilia, a Capo Passero, in località Cozzo Spadaro, da dove (quando tutto andava bene) poteva addirittura controllare il traffico che si svolgeva lungo le coste libiche.
La realizzazione del sistema radar Co.Ra (Condotto Radar), era un’invenzione dell’allora Capitano di Fregata Calzeroni, che intuì la possibilità di mettere a punto un radar idoneo a segnalare a grande distanza la presenza di sottomarini in immersione, sfruttando il fenomeno della ionizzazione dell’aria. Tale fenomeno si verifica a causa dell’umidità tra la superficie marina e lo strato atmosferico superficiale: a causa di una massa metallica immersa, il campo magnetico ha una deflessione che può essere rilevata impiegando un particolare tipo di sistema radar munito di trasmettitore di potenza adeguata e ricevitore molto sensibile.
Sulla base di tali intuizioni, venne realizzato e provato a bordo della nave esperienze Quarto il radar SPQ-5A.
A causa della segretezza che aleggiava sulla sua realizzazione, fu scherzosamente denominato “Sarchiapone”. L’antenna operava in banda X con potenza di 2.000 Kw di picco e con antenna provvista di doppia focalizzazione (feeder >riflettore conico>disco riflettore d’antenna) in grado di ottenere un fascio molto stretto con apertura di 1° e 30’.
Durante i primi esperimenti ci si rese conto che il sistema era in grado d’individuare la presenza di unità navali di superficie a grandissima distanza a causa di un fenomeno naturale denominato “Condotto Radar”, formato da uno stretto spazio superficiale di pochi metri e di ampiezza estremamente variabile, che si crea con umidità dell’ordine di 80%-95% e che funge da guida d’onda; è lo stesso tipo di fenomeno che si crea a frequenze ottiche e che è denominato “Fata Morgana”.
Un apparato SPQ-5A fu imbarcato dal 1973 al 1987 a bordo della fregata Alpino, che durante un test riesci ad individuare aerei in decollo dalla portaerei Kennedy ad una distanza di 350 miglia.
Tre apparati vennero basati a terra alla Spezia, Taranto e Venezia. Quello veneto era in grado di intercettare, a considerevole distanza, il traffico aereo della base di Amendola, nei pressi di Foggia.
Fu progettata una rete costiera per la sorveglianza di tutto il Mediterraneo, ma la rinuncia al progetto venne determinata dall’incostanza del fenomeno e dalla necessità d’installare antenne a livello del “Condotto Radar” e quindi a quote molto basse.
Un altro apparato SPQ-5A fu imbarcato a bordo del cacciatorpediniere Ardito, per consentire l’impiego dell’unità nell’ambito del progetto “Sirio” dal 1979 al 1980; l’apparecchiatura fu utilizzata come ricevitore UHF per le telecomunicazioni satellitari.
Una diversa soluzione tecnica, in seguito abbandonata, fu progettata utilizzando l’apparato SPQ-4B “Bastardone” o “BST-1”, così chiamato per la molteplicità della apparecchiature, che lo componevano: antenna radar Orion 10X, guide d’onda e motori di brandeggio dell’SPS-702, ricevitore dell’SPQ-5, e consolle dell’SPQ-2; l’apparato fu imbarcato a bordo del Quarto e posizionato ad estrema prora dell’unità.
Un’ulteriore evoluzione del “Sarchiapone” era il Co.Ra SPS-702A installato a bordo delle fregate della classe “Lupo”: a causa della delicatezza e leggerezza delle apparecchiature, queste furono posizionate in un “radome”, per essere protette dal vento.
Il compito del Co.Ra era quello di teleguidare i missili nave-nave TESEO oltre l’orizzonte radar verso i bersagli, senza dover ricorrere all’impiego di un elicottero, con il vantaggio per l’unità di avere minori probabilità di essere individuata da parte delle contromisure ECM-ECCM ostili.

RADAR R.C.A. AN/SPS-12

L'AN/SPS-12 è stato un radar navale di ricerca aerea e di superficie bidimensionale progettato dalla RCA e comparso sulle unità della US Navy nel 1954 e ha costituito il sistema di ricerca a media distanza sulle portaerei delle classi Forrestal, Essex e Midway e adottato in numerose unità navali di Marine di paesi alleati dagli Stati Uniti, tra cui la Marina Militare Italiana.


Il radar è stato sviluppato sul precedente AN/SPS-6 cella sua variante AN/SPS-6C e come il suo predecessore aveva un'antenna parabolica e operava in banda L.
Il radar aveva una portata di 150 km, la sua massima quota di intercettazione di 23000 m, velocità di rotazione dell'antenna con scansione azimutale su 360°, da 2,5 a 15 giri/minuto, brandeggio per un piccolo angolo, lobo di irradiazione con apertura angolare di 30° in verticale e 3°12' in orizzontale. La banda di frequenza L delle UHF, era da 390 a 1550 MHz, con valore più probabile a circa 750 MHz e lunghezza d'onda di 40 cm, potenza picco 500 kW e frequenza di ripetizione degli impulsi variabile da 300 fino a 600 impulsi al secondo con +/- 5% di scarto.
Nelle condizioni di massime prestazioni la cadenza degli impulsi era particolarmente elevata, ma trattandosi di un radar ad impulsi classico, la comparsa sulla scena di tipi particolarmente "sofisticati" di contromisure elettroniche lo resero presto obsoleto.
Alla massima velocità di rotazione dell'antenna un bersaglio veniva acquisito ad intervalli di 4 secondi circa e se è un aereo in volo alla velocità ad esempio di 1800 km/h poteva percorrere in tale intervallo di tempo 2 km, gli impulsi emessi in ogni grado di rotazione variavano da 3 a 6 per antenna ruotante a 15 giri/minuto e da 20 a 40 per antenna a 2,5 giri/minuto.

RADAR MM/SPS-768 (RAN-3L)

Il RAN 3L alias MM/SPS-768 (MM sta per Marina Militare, una nomenclatura per la Marina Militare Italiana, simile alla nomenclatura AN/...) era un radar di preallarme in banda L, installato su cacciatorpediniere e portaerei della Marina Militare Italiana.


Il sistema consisteva in una catena trasmittente/ricevente completamente coerente e in un processore digitale che incorpora una forma d'onda codificata composita. Era completamente allo stato solido, ad eccezione dell'amplificatore di potenza finale a radiofrequenza. Sul riflettore poteva essere montata un'antenna di identificazione amico-nemico con soppressione del sidelobe di interrogazione.
Il radar è stato sostituito dal Selex RAN-40L 3D per la ricerca aerea a lungo raggio.

RADAR GUIDAMISSILI SPG 51D

L'AN/SPG-51 è un radar americano di controllo del fuoco di tracciamento / illuminazione per missili RIM-24 Tartar e RIM-66 Standard. Veniva utilizzato per il tracciamento del bersaglio e la guida da missile da terra ad aria come parte del sistema di direttore di cannoni e missili Mk. 73, che fa parte del Tartar Guided Missile Fire Control System.



Il tracciamento degli aeromobili si basava sul radar monopulse che utilizza l'elaborazione del segnale radar Pulse-Doppler in MK 74 MOD 14 e MK 74 MOD 15. La configurazione MK 74 MOD 15 includeva il tracciamento radar a onde continue oltre al tracciamento Doppler a impulsi. Forniva illuminazione per il funzionamento radar bistatico associato alla guida missilistica in tutte le configurazioni. I sistemi più vecchi si basavano sulla scansione conica piuttosto che sulla monopulsa.

RADAR DI TIRO ORION 10X

Il radar TN-10X “Orion” alias MM/SPG-70 (MM è l'acronimo di Marina Militare, una nomenclatura della Marina Militare Italiana, simile a quella della US-Army/Navy AN/...) operava nel settore dei radar di inseguimento e controllo del fuoco in banda I. Nel Regno Unito la Royal Navy diede a questo radar la designazione di Type 912.




Il radar utilizzava due canali operativi: modalità a impulsi per la ricerca del bersaglio e modalità a onda continua per l'illuminazione del bersaglio. L'antenna è un riflettore paraboloide a lamelle. È basata su un'antenna a scansione conica a fascio stretto, con alimentazione a tre porte e utilizza un magnetron con capacità di sintonizzazione rapida.
L'RTN-10X “Orion” veniva utilizzato in combinazione con diversi sistemi di controllo del fuoco per controllare il tiro di cannoni e missili. Era adatto per essere installato su navi di qualsiasi dimensione, dalle imbarcazioni da attacco rapido in su.
L'RTN-12X “Sirio” alias MM/SPG-73 era una variante ridotta dell'RTN-10X. È un radar a onda continua progettato specificamente per fungere da illuminatore di bersagli per missili a puntamento semiattivo. Utilizza la stessa antenna senza la telecamera e senza lo sfondamento per la telecamera.

RADAR DI TIRO RTN-30X (asservito al sistema Dardo-E)

Il RAN-30X alias MM/SPS-791 (MM sta per Marina Militare, una nomenclatura per la Marina Militare Italiana, simile alla nomenclatura AN/… dell'Esercito/Marina degli Stati Uniti) era un radar di sorveglianza multimodale 2D di bordo operante in banda X. Poteva funzionare come sensore primario per la sorveglianza combinata di superficie e aerea a bordo delle navi pattuglia o come sensore anti-skimmer specializzato a bordo delle principali navi da combattimento di superficie.
L'antenna era montata su di una piattaforma meccanica stabilizzata in rollio e beccheggio. L'antenna radar primaria utilizzata un riflettore parabolico con due fasci diversi: il fascio uno formava uno schema quadrato cosecante, il fascio due (che forniva un guadagno più elevato) formava un fascio a matita applicato per il rilevamento antimissile e la modalità Over-the-Horizon. L'antenna era progettata per ospitare l'antenna IFF in una configurazione back-to-back.







Il radar di sorveglianza RAN-30X rappresentava lo stato dell'arte dei radar di sorveglianza in banda X 2D. Poteva essere utilizzato come sensore primario per la sorveglianza combinata di superficie e aerea a bordo delle navi da pattugliamento, oppure come sensore specializzato per la sorveglianza anti-sciacallaggio a bordo di grandi navi da combattimento di superficie.
Il RAN-30X aveva fino a 4 ruoli operativi:
  • modalità di sorveglianza aerea e di superficie (rilevamento e di piccoli bersagli aria/superficie)
  • Navigazione e controllo elicotteri (alta velocità di rotazione dell'antenna per la navigazione in prossimità della costa).
  • Rilevamento oltre l'orizzonte (OTH) (bassa velocità di rotazione dell'antenna e capacità di rilevamento a lungo raggio).
  • Rilevamento di missili anti-saskimmer. Questa modalità ha una velocità di rotazione dell'antenna elevata per garantire il rilevamento e l'inseguimento di bersagli molto piccoli che manovrano in ambiente con disordine e con una sezione d'urto radar (RCS) molto bassa.
  • Sezione d'urto radar (RCS).
  • Ogni modalità era progettata con una serie di forme d’onda trasmesse.
L'antenna a riflettore eseguiva due fasci diversi (in polarizzazione lineare e circolare) per far fronte a diverse applicazioni:
  • Il primo fascio è un fascio quadrato cosecante (fino a 25°- ampiezza del fascio di copertura in elevazione) utilizzato nelle modalità di Sorveglianza e modalità Heli.
  • Il secondo fascio (che fornisce un guadagno più elevato) è un fascio a matita, applicato per la rilevazione antimissile e per la modalità Over-the-Horizon.
L'antenna era progettata per ospitare l'antenna IFF in una configurazione back-to-back.
Il ricevitore RAN-30X fu progettato per fornire un’elevatissima linearità e un'elaborazione sofisticata. Impiegava conversione tripla con una tecnica di campionamento della portante. Un algoritmo STC automatico e adattivo è implementato contro i ritorni dei clutter e le ampie sezioni d'urto dei bersagli radar.

SONAR C.W.E 610

Era un apparato di costruzione statunitense. Installato sulle navi classe Audace (2), era del tipo a bassa frequenza (7Khz) attivo/passivo. Il trasduttore era montato tradizionalmente, come mostrato nel disegno, all’interno di un bulbo idrodinamico, sistemato sulla linea di chiglia in prossimità della prora. L’apparato era realizzato con tecnologia integrata a circuiti discreti di cui si inseriscono alcuni esempi. La scala massima era 32.000 yards ed era configurato con 2 console operatore: una per la parte attiva di ricerca e attacco, l’altra passiva dedicata all’ascolto idrofonico. In funzionamento attivo, la ricerca era effettuata con tre settori a 120° e l’elaborazione dei segnali ricevuti era particolarmente studiata per permettere di superare l’effetto delle forti riverberazioni presenti nei bassi fondali.
La rappresentazione sui TRC era come per gli altri sonar in modalità PPI, tramite la classica spirale e i risultati della ricerca e dell’acquisizione potevano essere rappresentati contemporaneamente sulle due console.

L’ATTIVITA’ OPERATIVA


Le due unità, in servizio alla base navale della Spezia sono state inquadrate nel 1º Gruppo navale d'altura della I Divisione navale ed hanno fatto, il 28 settembre 2006, il loro ultimo ammainabandiera. In oltre 30 anni di attività hanno operato sia nel Mediterraneo che nei mari del mondo in operazioni navali, esercitazioni e attività di rappresentanza: l'Audace nella sua vita operativa ha percorso 630.000 miglia e l'Ardito 562.000 miglia in oltre 56.000 ore di moto ciascuna. Con l'uscita dal servizio di queste navi finisce definitivamente per la marina italiana l'epoca della propulsione navale mediante vapore, che era iniziata nel 1861, quando nella neo costituita Regia Marina era stato incorporato il pirovascello Monarca, proveniente dalla Real Marina del Regno delle Due Sicilie e ribattezzato Re Galantuomo.

IL DISARMO E LA SUCCESSIVA DEMOLIZIONE

Le due unità in disarmo furono ormeggiate dal 2006 al 2018 nell'Arsenale della Spezia in attesa del loro destino finale.



Audace e Ardito furono demolite ad Aliaga, Turchia, nel 2018.
Le due unità della classe Audace sono state sostituite dalle nuove unità del tipo Orizzonte della classe Andrea Doria.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Culturanavale, Wikipedia, You Tube)











 

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