giovedì 21 novembre 2024

Salgareda, 9 settembre 1990, aviosuperficie “G. Carrer” di Campodipietra: durante la sua prima esibizione aerea in Italia, un aereo sovietico Sukhoi 27, all'uscita da un looping a quota troppo bassa, esplose al suolo, causando la morte del pilota e di un addetto alla sicurezza.










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Una lunga attività di volo e qualche polemica con i residenti, spesso “sfiorati” dai velivoli in decollo o in atterraggio, e purtroppo anche colpiti da numerosi incidenti. 
L’aviosuperficie “G. Carrer” di Campodipietra balzò agli onori delle cronache internazionali 24 anni fa, quando, durante la sua prima esibizione aerea in Italia, un cacciabombardiere dell’aviazione sovietica Sukhoi 27 Flanker, pilotato dal comandante Rimantas Stankevicius, all'uscita da una manovra di looping a quota troppo bassa, esplose al suolo, causando la morte del pilota e di un addetto alla sicurezza. 


Quel 9 settembre 1990, alla manifestazione aerea "Ali Acrobatiche", a Campodipietra erano presenti migliaia di spettatori. Fra le varie esibizioni, il programma prevedeva anche passaggi del Sukhoi a bassa quota e a forte velocità, oltre a manovre quali looping e tonneau.


Proveniente da est a bassa quota e a velocità ridottissima, col carrello estratto e i flap totalmente estesi, il Flanker si portò in direzione sud per iniziare un passaggio raso-terra a forte velocità con successivo looping. Giunto a metà pista, il pilota tirò a sé la cloche facendo entrare il velivolo in manovra ascensionale. L'Su-27 non riuscì però a raggiungere la quota ottimale di sicurezza e al momento di dover uscire dalla manovra si trovò troppo basso, impattando rovinosamente al suolo esplodendo nell'impatto. Oltre al pilota, morì investito dall'esplosione un responsabile della sicurezza che si trovava in quel punto per evitare che i curiosi si avvicinassero alla testata della pista.

IL PILOTA

Rimantas Antanas Stankevičius (Marijampolė, 26 luglio 1944 – Salgareda, 9 settembre 1990) è stato un aviatore e astronauta lituano, collaudatore dell'equivalente sovietico dello Space Shuttle, la navetta Buran.
Nel 1966 si diplomò alla Scuola Superiore d'Aviazione di Chernigov. Successivamente servì come pilota sovietico in Germania, Egitto e Turchia.
Nel 1975 Stankevičius divenne un pilota collaudatore, partecipò al test di collaudo del MiG-29 e volò su 57 diversi tipi di aerei accumulando oltre 4000 ore di volo. Nel 1982 gli fu concesso il grado di collaudatore di prima categoria.
Dopo il settembre 1984 completò l'addestramento per volare sulla navetta spaziale Buran. Rimantas completò 14 test sulla navetta gemella del Buran e 6 test di rullaggio con il Buran, coprendo nei voli sia il ruolo di pilota che quello di comandante.
Esattamente un mese prima, il 9 agosto 1990, era arrivato a Salgareda per presentare in volo il Sukhoi 27 Flanker. 
L'obiettivo era quello di visitare il luogo dell'esibizione per prepararla al meglio. La sorte volle che quel mattino Mario Ferrari avesse programmato un volo sul suo North American T-6 Texan (I-TSEI) che egli stesso aveva riportato alle condizioni di volo. Lobas venne invitato a salire sul posto posteriore per una perlustrazione aerea della zona. Durante il volo Ferrari eseguì un tonneau a bassa quota. Durante la fase di volo rovescio il T-6 perse qualche metro e la semiala destra andò a sbattere contro un camino di una casa vicina. L'impatto al suolo provocò la morte dello stesso Ferrari, mentre Lobas venne estratto in gravi condizioni, portato all'ospedale di Treviso e operato. Assistette come spettatore all'esibizione del 9 settembre. Mario Ferrari era stato il primo italiano a riportare in volo un T-6 e faceva parte dell'equipaggio del "Lyra 15" precipitato in Congo.
Rimantas Stankevicius aveva appena partecipato all'Everett Air Show, sempre pilotando un Sukhoi Su-27, quando venne incaricato di sostituire Lobas. Arrivò a Rivolto del Friuli qualche giorno prima dell'esibizione direttamente da Mosca senza scali né rifornimenti in volo. Durante il volo, però, a seguito di un involontario impatto col terreno durante un looping a bassa quota (molto probabilmente dovuto alla scarsa conoscenza della zona circostante, che lo portò a calcolare male la sommità del looping) si schiantò sul terreno, decidendo eroicamente di non eiettarsi - e quindi lasciare l'aereo impattare sulla folla - ma di rimanere a bordo e cercare di causare meno danni possibile, fino al momento dell'impatto.
Prima di decollare scrisse un testo in francese che lo speaker, comandante Massimo Piovesan, tradusse e lesse agli spettatori in italiano:
«Sto per fare un volo nel cielo di Salgareda, dove, un mese fa, è morto il bravo pilota italiano Mario Ferrari. Durante la nostra vita, a volte, capita di dover affrontare tragici avvenimenti e di perdere degli amici, uomini di valore, piloti. E il prezzo di dolore che dobbiamo pagare per questo non compensa i nostri successi nel cielo. Le tragedie del cielo hanno un prezzo troppo caro. Vorrei che non si dimenticasse il prezzo della vita. Gli dedico il mio volo ma i piloti non muoiono, i piloti, solo, se ne vanno volando. (Rimantas Stankevičius).

Stankevicius è sepolto a Kaunas, in Lituania.

Presso la Nuova Aviosuperficie Luciano Narder a Campodipietra di Salgareda, in provincia di Treviso, è stata scoperta una targa commemorativa nel luogo in cui morì trent’anni fa il pilota collaudatore dell’ex Unione Sovietica Rimantas Stankevičius durante un volo dimostrativo, nel corso del salone aereo che si teneva in quei giorni nella città veneta.
Una breve ma solenne cerimonia, con tanto di piccolo concerto e mostra di aeromodellismo, hanno preceduto e hanno fatto da cornice alla scoperta della targa a cui hanno partecipato i rappresentanti delle autorità locali, tra le quali il sindaco di Salgareda, Andrea Favaretto, il proprietario dell’avio-superficie Massimiliano Narder, entrambi grandi sostenitori dell’iniziativa, unitamente all’ideatore e organizzatore del progetto dal 2017, Denis Losev, giovane manager di nazionalità russa residente in Italia da molti anni, pilota e grande appassionato di volo, nonché attivissimo promotore di attività di volo all’Aero Club “Francesco Baracca” di Lugo di Romagna.



Alla cerimonia hanno partecipato oltre trecento persone, di cui molti piloti giunti in volo da tutta Italia con venticinque aeroplani.
Come già evidenziato, Rimantas Stankevičius, è stato uno dei principali piloti collaudatori dell’Istituto di Ricerca Aeronautica di Gromov (LII), che ha fornito un grande contributo allo sviluppo dell’aviazione di quella nazione, in particolare alla preparazione e ai test principalmente dei velivoli Jet MiG-29 e Su-27. Nel 1977 è stato iscritto al primo gruppo di cosmonauti sovietici in preparazione per i voli sulla navetta spaziale Buran, partecipando anche ai suoi test di volo.
Il pilota morì il 9 settembre 1990, nell’incidente accaduto al suo velivolo, un jet da caccia Su-27 di fabbricazione sovietica, durante una prova dimostrativa a bassa quota sull’Aviosuperficie di Salgareda. Per evitare che il velivolo cadesse fra il pubblico, preferì sacrificare la sua vita e pilotare l’aereo fino alla fine rinunciando a lanciarsi col seggiolino eiettabile.
La sua tragica morte era stata preceduta da un altro incidente, in cui rimase ferito gravemente il pilota sovietico Leonid Lobas, divenuto in seguito uno dei leader del Gromov Flight Research Institute. Era previsto che Lobas partecipasse allo spettacolo aereo di Salgareda, ma a causa di un incidente accaduto qualche tempo prima col pilota italiano Mario Ferrari a bordo di un velivolo leggero d’addestramento statunitense, in cui l’italiano perse la vita, Stankevičius prima della sua ultima esibizione acrobatica, per tragica fatalità, gli dedicò il suo volo scrivendo un breve messaggio in cui osservava che: 

“Le tragedie nel cielo sono troppo costose, e il dolore delle perdite non è compensato dai successi. Vorrei che il prezzo della vita non fosse dimenticato. Ma i piloti non muoiono, i piloti partono in volo”.

Da ricordare che Rimantas Stankevičius era anche il miglior amico di Igor Volk, un altro famoso astronauta ed eroe dell’ex Unione Sovietica, venuto a mancare per cause naturali nel 2017, che visitò nel 2014 l’Aero Club “Francesco Baracca” di Lugo e che nell’occasione volò in compagnia di Denis Losev a bordo del Cessna 172 I-LURR del sodalizio lughese.
Oggi Rimantas Stankevičius è sepolto nella sua nativa Lituania. Nella città di Zhukovsky, vicino a Mosca, dove si trova l’istituto LII, è stata scoperta un’altra targa commemorativa in suo onore e una via della capitale russa è stata intitolata a lui.
Il gruppo organizzatore dell’iniziativa per perpetuare la memoria in Italia dell’eroico pilota dell’ex Unione Sovietica, capeggiato da Denis Losev, era composto da piloti, collaudatori, connazionali della Federazione russa e appassionati di aviazione. Questo progetto, apprezzato e sostenuto dall’amministrazione comunale di Salgareda, è stato realizzato grazie ad alcune iniziative per la raccolta di fondi, soprattutto con l’organizzazione di un concerto di beneficenza e con le donazioni volontarie di amici e piloti, per la realizzazione della targa, che è stata fabbricata espressamente a Mosca e trasportata in Italia da un velivolo della Compagnia di bandiera russa Aeroflot.

Il Sukhoi Su-27 (in russo Сухой Су-27, Suchoj Su-27; nome in codice NATO Flanker) è un caccia intercettore supersonico di 4ª generazione, di fabbricazione sovietica prima e russa poi, sviluppato dall'ufficio tecnico Sukhoi a cavallo tra gli anni '70 ed '80 ed entrato in servizio presso le forze aeree sovietiche nel 1984.

Progettato per intercettare ed ingaggiare velivoli avversari anche in combattimento manovrato, questo velivolo è il capostipite di una nutrita famiglia di caccia multiruolo e cacciabombardieri pesanti che hanno riscosso un ottimo successo commerciale nelle regioni asiatica, africana e sudamericana e viene tuttora (2023) impiegato dalle Forze aerospaziali russe (VKS) in missioni di pattugliamento dello spazio aereo della Federazione.
Da considerarsi quale risposta sovietica allo statunitense F-15 Eagle, il Su-27 ha ricevuto il battesimo del fuoco nel corso della Prima Guerra Cecena.
Costantemente aggiornato nel corso della sua vita operativa, ha ricevuto numerose migliorie ed aggiornamenti che sono culminati nella versione Su-27SM3, entrata in servizio nelle VKS nel 2011, equipaggiata con radar AESA e propulsori del Su-35S, velivolo di generazione 4++ basato sul Su-27 stesso.
L'eccellente profilo aerodinamico del Su-27 ha ispirato numerosi progetti del bureau Sukhoi quali il caccia multiruolo Su-30 o il cacciabombardiere pesante Su-34.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, TribunaTreviso, EcodellaPista, Wikipedia, You Tube)






















 

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