venerdì 4 ottobre 2019

Il missile Regulus SSM-N-8A o "Regulus I"



Il missile Regulus era un'arma supersonica impiegabile da sottomarini che necessitava di essere lanciato in superficie.
Nonostante le prestazioni supersoniche e lo sviluppo del successivo Regulus II, il programma per avere sottomarini di questo genere in servizio su grande scala venne abbandonato: era entrato in conflitto con il programma Polaris, per i missili balistici sub-lanciati, e perse nettamente il confronto.
I sottomarini realizzati per il suo impiego finirono i loro giorni come vettori di incursori NAVY-SEAL; le armi superficie-superficie alquanto particolari, e gli hangar impiegati per i missili vennero impiegati per ospitare i mezzi speciali subacquei usabili solo in immersione.
Il Regulus SSM-N-8A o Regulus I era un missile da crociera con testata nucleare, di seconda generazione, sviluppato dalla US NAVY, lanciabile da sottomarino e dotato di turbogetto, dispiegato dal 1955 al 1964. Il suo sviluppo era il risultato dei test condotti dalla Marina Militare degli Stati Uniti con il missile tedesco V-1 presso la Naval Air Station Point Mugu in California. La sua fusoliera a forma di barile assomigliava a quella di numerosi aerei da combattimento dell'epoca, ma senza cabina di pilotaggio. Gli esemplari di prova del Regulus erano muniti di carrello d'atterraggio e potevano decollare ed atterrare come un aereo. Quando i missili furono dispiegati venivano lanciati da un carrello ferroviario, ed equipaggiati con una coppia di razzi JATO Aerojet all'estremità posteriore della fusoliera.



Storia

Progettazione e sviluppo

Nell'ottobre 1943, la Chance Vought Aircraft Company firmò un contratto di studio per un missile con una autonomia di 300 miglia (480 km), capace di trasportare una testata da 4.000 libbre (1.800 kg). Il progetto si fermò per quattro anni, fino al maggio 1947, quando le Forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti assegnarono alla Martin Aircraft Company un contratto per un missile subsonico a turbogetto, il Matador. 
La Us Navy vide il Matador come una minaccia al suo ruolo nei lancio di missili guidati e, nel giro di pochi giorni, iniziò un programma di sviluppo per un missile che poteva essere lanciato da un sottomarino e in grado di utilizzare lo stesso motore J33 del Matador. 
Nell'agosto 1947 furono pubblicate le specifiche del progetto chiamato “Regulus" in grado di trasportare una testata da 3.000 libbre (1.400 kg), a 500 miglia nautiche (930 km), a Mach 0,85, con un errore circolare probabile (CEP) dello 0,5%. Al massimo raggio d'azione il missile avrebbe dovuto colpire entro 2,5 miglia nautiche (4,6 km) dal suo obiettivo.
Lo sviluppo del Regulus I è stato preceduto da esperimenti della Us Navy con il missile denominato JB-2 Loon, un derivato ravvicinato della bomba volante tedesca V-1, a partire dall'ultimo anno della seconda guerra mondiale. 
Le prove da sottomarini furono effettuate dal 1947 al 1953 presso la Naval Air Station Point Mugu, con USS Cusk (SS-348) e USS Carbonero (SS-337) convertite come piattaforme di prova, inizialmente trasportando il missile senza protezione, e quindi incapaci di immergersi fino a dopo il lancio.
Il Regulus I fu era lungo 9,1 m (30 piedi), 3,0 m (10 piedi) di apertura alare, 4 piedi (1,2 m) di diametro, ed era pesante tra i 10.000 e i 12.000 libbre (4.500 e 5.400 kg). 
Il missile assomigliava ad un caccia F-84, ma senza cabina di pilotaggio; le versioni di prova erano dotate di carrello d'atterraggio in modo che potessero essere recuperate e riutilizzate. Dopo il lancio, il Regulus I era guidato verso il suo obiettivo da stazioni di controllo, (da sottomarini o navi di superficie dotate di apparecchiature di guida). 
Avrebbe potuto anche essere pilotato a distanza da aerei in volo.  
Le competizioni Army-Navy complicarono gli sviluppi sia del Matador che del Regulus. I missili erano simili e utilizzavano lo stesso motore. Avevano prestazioni e costi quasi identici. Sotto pressione per ridurre la spesa per la difesa, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ordinò alla Us Navy di determinare se il Matador poteva essere adattato all’utilizzo imbarcato. La Us Navy concluse che il Regulus della Marina poteva svolgere meglio la missione per cui era stato progettato.
Il Regulus I aveva alcuni vantaggi rispetto a Matador: richiedeva solo due stazioni di guida, mentre il Matador ne richiedeva tre. Poteva essere lanciato più rapidamente, poiché i booster del Matador dovevano essere montati mentre il missile era sul lanciatore, mentre il Regulus era sistemato con i booster collegati. Infine, la società Chance Vought costruì una versione recuperabile del missile, denominata KDU-1 e utilizzata anche come bersaglio, cosicché, anche se un veicolo di prova Regulus era più costoso da costruire era comunque più economico da utilizzare per una serie di prove. Il programma della Marina continuò, e il primo Regulus I volò nel marzo 1951.
A causa delle sue dimensioni e dei regolamenti relativi ai carichi sovradimensionati sulle autostrade, Chance Vought collaborò con un'azienda specializzata nel trasporto di carichi sovradimensionati per sviluppare una speciale combinazione di rimorchio trattore che potesse muovere un missile Regulus I.



Navi e sottomarini dispiegati con il Regulus I

Il primo lancio da un sottomarino avvenne nel luglio 1953 dal ponte dell'USS Tunny, un battello della seconda guerra mondiale modificato per trasportare il missile Regulus I. 
Il Tunny e il suo gemello USS Barbero furono i primi sommergibili del deterrente nucleare degli Stati Uniti. Nel 1958 furono affiancati da due sommergibili appositamente costruiti: l’USS Grayback e l’USS Growler, e, più tardi, dall'USS Halibut a propulsione nucleare. L'USS Halibut, con il suo hangar interno estremamente grande, poteva trasportare cinque missili e doveva essere il prototipo di una nuova classe di sottomarini SSG-N lanciamissili da crociera.
La strategia della Marina statunitense prevedeva che quattro missili Regulus fossero in mare contemporaneamente. Così, il Barbero e il Tunny, ognuno dei quali portava due missili Regulus, pattugliavano gli oceani simultaneamente. 
Il Growler ed il Grayback, con quattro missili ciascuno, o l’Halibut, con cinque, potevano pattugliare da soli operando da Pearl Harbor, dalle Hawaii; i cinque sommergibili con i missili Regulus I fecero 40 pattugliamenti nucleari di deterrenza nell'Oceano Pacifico settentrionale tra l'ottobre 1959 e il luglio 1964. Anche durante la crisi missilistica cubana del 1962. Il compito primario degli SSG-N in caso di scambio nucleare sarebbe stato quello di eliminare la base navale sovietica di Petropavlovsk-Kamchatsky. Questi pattugliamenti di deterrenza furono i primi nella storia della Marina sottomarina e precedettero quelli effettuati dai sottomarini missilistici classe Polaris.
I sottomarini armati del Regulus I furono sostituiti dai sottomarini lanciamissili classe George Washington che trasportavano il sistema missilistico Polaris. 
I Sottomarini USS Cusk e USS Carbonero erano dotati di sistemi di controllo che permettevano loro di prendere il controllo di un Regulus in volo, estendendo così la sua portata in una situazione tattica.
Il Regulus I fu anche dispiegato dalla US Navy nel 1955 nel Pacifico a bordo dell'incrociatore USS Los Angeles. Nel 1956 ne seguirono altri tre: USS Macon, USS Toledo e USS Helena. Questi quattro incrociatori della classe Baltimora trasportavano ciascuno tre missili Regulus in pattuglie operative nel Pacifico occidentale. L'ultima pattuglia con il Regulus I di Macon fu nel 1958, il Toledo nel 1959, l’Helena nel 1960 e il Los Angeles nel 1961.
Dieci portaerei furono equipaggiate per utilizzare i missili Regulus I. L’USS Princeton non si schierò con il missile ma condusse il primo lancio di un Regulus effettuato da una nave da guerra. Anche l'USS Saratoga fu coinvolta in due lanci dimostrativi. La USS Franklin D. Roosevelt e la USS Lexington portarono a termine ciascuna un lancio di prova. L'USS Randolph fu dispiegata nel Mediterraneo con tre missili Regulus I. 
L'USS Hancock fu dispiegata una volta nel Pacifico occidentale con quattro missili nel 1955. La Lexington, la Hancock, l’USS Shangri-La e la USS Ticonderoga furono coinvolte nello sviluppo del concetto della missione d'assalto con il Regulus I (RAM). La RAM convertì i missili da crociera Regulus I in un veicolo aereo senza equipaggio (UAV): I missili Regulus sarebbero stati lanciati da incrociatori o sottomarini e, una volta in volo, avrebbero dovuto essere guidati verso i loro obiettivi da piloti basati su vettori con apparecchiature di controllo remoto.



Sostituzione

Nonostante fosse la prima capacità nucleare subacquea della Marina Militare degli Stati Uniti, il sistema missilistico Regulus I presentava notevoli svantaggi operativi. Per il lancio, il sommergibile doveva emergere e assemblare il missile in qualsiasi condizione di mare in cui si trovava. Poiché richiedeva una guida radar attiva, che aveva solo una portata di 225 nmi (259 mi; 417 km), la nave doveva rimanere ferma in superficie e guidare il missile verso il bersaglio mentre trasmetteva efficacemente la sua posizione. Questo metodo di guida era suscettibile di jamming e, poiché il missile era subsonico, la piattaforma di lancio rimaneva esposta e vulnerabile agli attacchi durante tutta la durata del volo; distruggendo la nave era possibile disabilitare il missile in volo.
La produzione del Regulus I cessò gradualmente nel gennaio 1959 con la consegna del 514° missile, che fu ritirato dal servizio nell'agosto 1964. Alcuni missili obsoleti furono utilizzati come obiettivi nella base aerea di Eglin Air Force Base, Florida. 
Il Regulus I non solo fornì la prima forza di dissuasione strategica nucleare per la Marina degli Stati Uniti durante i primi anni della Guerra Fredda e soprattutto durante la crisi missilistica cubana, che precedette i missili Polaris, Poseidon e Trident che seguirono, ma fu anche il precursore del missile da crociera Tomahawk.



Esemplari conservati nei musei

I seguenti musei negli Stati Uniti conservano missili Regulus in mostra come parte delle loro collezioni:
  • Museo dell'aviazione di Carolinas, Charlotte, North Carolina - 1956 SSM-N-8a Regulus I cruise missile in posizione di lancio al Carolinas Aviation Museum di Charlotte, North Carolina. È montato su uno stand di lancio per catapulta utilizzato per il lancio delle portaerei ed è stato restaurato alla fine del 2006 dopo essere stato esposto all'aperto per diversi anni.
  • Museo Intrepid Sea-Air-Space Museum, New York City, New York City, New York - Il missile da crociera Regulus I può essere visto pronto per il lancio simulato a bordo del USS Growler presso l'Intrepid Sea-Air-Space Museum di New York City.
  • Point Mugu Missile Park, Stazione Aerea Navale Point Mugu, California - La collezione del museo comprende sia un missile Regulus I che un missile Regulus II.
  • Museo USS Bowfin, Pearl Harbor, Hawaii - Regulus con motore integro.
  • US Navy Pacific Missile Range Facility, Barking Sands, isola di Kauai, Hawaii. - Regulus I restaurato nel 2011 in mostra statica all'interno della Porta Nord.



Operatori dell’arma:
  • United States - United States Navy (from 1955 to 1964).

ENGLISH

The SSM-N-8A Regulus or the Regulus I was a United States Navy-developed ship-and-submarine-launched, nuclear-capable turbojet-powered second generation cruise missile, deployed from 1955 to 1964. Its development was an outgrowth of U.S. Navy tests conducted with the German V-1 missile at Naval Air Station Point Mugu in California. Its barrel-shaped fuselage resembled that of numerous fighter aircraft designs of the era, but without a cockpit. Test articles of the Regulus were equipped with landing gear and could take off and land like an airplane. When the missiles were deployed they were launched from a rail launcher, and equipped with a pair of Aerojet JATO bottles on the aft end of the fuselage.



History

Design and development

In October 1943, Chance Vought Aircraft Company signed a study contract for a 300-mile (480 km) range missile to carry a 4,000-pound (1,800 kg) warhead. The project stalled for four years, however, until May 1947, when the United States Army Air Forces awarded Martin Aircraft Company a contract for a turbojet powered subsonic missile, the Matador. The Navy saw Matador as a threat to its role in guided missiles and, within days, started a Navy development program for a missile that could be launched from a submarine and use the same J33 engine as the Matador. In August 1947, the specifications for the project, now named "Regulus," were issued: Carry a 3,000-pound (1,400 kg) warhead, to a range of 500 nautical miles (930 km), at Mach 0.85, with a circular error probable (CEP) of 0.5% of the range. At its extreme range the missile had to hit within 2.5 nautical miles (4.6 km) of its target 50% of the time.
Regulus development was preceded by Navy experiments with the JB-2 Loon missile, a close derivative of the German V-1 flying bomb, beginning in the last year of World War II. Submarine testing was performed from 1947 to 1953 at the Navy's facility at Naval Air Station Point Mugu, with USS Cusk (SS-348) and USS Carbonero (SS-337) converted as test platforms, initially carrying the missile unprotected, thus unable to submerge until after launch.
Regulus was designed to be 30 feet (9.1 m) long, 10 feet (3.0 m) in wingspan, 4 feet (1.2 m) in diameter, and would weigh between 10,000 and 12,000 pounds (4,500 and 5,400 kg). The missile resembled an F-84 fighter aircraft, but without a cockpit, and test versions were equipped with landing gear so that they could be recovered and re-used. After launch, Regulus would be guided toward its target by control stations, typically by submarines or surface ships equipped with guidance equipment. It could also be flown remotely by chase aircraft. (Later, with the "Trounce" system (Tactical Radar Omnidirectional Underwater Navigational Control Equipment), one submarine could guide it). Army-Navy competition complicated both the Matador's and the Regulus' developments. The missiles looked alike and used the same engine. They had nearly identical performances, schedules, and costs. Under pressure to reduce defense spending, the United States Department of Defense ordered the Navy to determine if Matador could be adapted for their use. The Navy concluded that the Navy's Regulus could perform the Navy mission better.
Regulus had some advantages over Matador. It required only two guidance stations while Matador required three. It could also be launched quicker, as Matador's boosters had to be fitted while the missile was on the launcher while Regulus was stowed with its boosters attached. Finally, Chance Vought built a recoverable version of the missile, designated KDU-1 and also used as a target drone, so that even though a Regulus test vehicle was more expensive to build, Regulus was cheaper to use over a series of tests. The Navy program continued, and the first Regulus flew in March 1951.
Due to its size and regulations concerning oversize loads on highways, Chance Vought collaborated with a firm that specialized in trucking oversize loads to develop a special tractor trailer combination which could move a Regulus I missile.



Ships and submarines deployed with Regulus I

The first launch from a submarine occurred in July 1953 from the deck of USS Tunny, a World War II fleet boat modified to carry Regulus. Tunny and her sister boat USS Barbero were the United States's first nuclear deterrent patrol submarines. They were joined in 1958 by two purpose-built Regulus submarines, USS Grayback and USS Growler, and, later, by the nuclear-powered USS Halibut. The USS Halibut, with its extremely large internal hangar could carry five missiles and was intended to be the prototype of a whole new class of cruise missile firing SSG-N submarines.
The Navy strategy called for four Regulus missiles to be at sea at any given time. Thus, Barbero and Tunny, each of which carried two Regulus missiles, patrolled simultaneously. Growler and Grayback, with four missiles each, or Halibut, with five, could patrol alone. Operating from Pearl Harbor, Hawaii, the five Regulus submarines made 40 nuclear deterrent patrols in the Northern Pacific Ocean between October 1959 and July 1964, including during the Cuban Missile Crisis of 1962. According to the documentary "Regulus: The First Nuclear Missile Submarines" by Nick T. Spark, their primary task in the event of a nuclear exchange would be to eliminate the Soviet naval base at Petropavlovsk-Kamchatsky. These deterrent patrols represented the first ever in the history of the submarine Navy and preceded those made by the Polaris missile firing submarines.
The Regulus firing submarines were relieved by the George Washington-class submarines carrying the Polaris missile system. Barbero also earned the distinction of launching the only delivery of missile mail.
Additional submarines including USS Cusk and USS Carbonero were equipped with control systems that allowed them to take control of a Regulus in flight, thus extending its range in a tactical situation.
Regulus was also deployed by the U.S. Navy in 1955 in the Pacific on board the cruiser USS Los Angeles. In 1956, three more followed: USS Macon, USS Toledo, and USS Helena. These four Baltimore-class cruisers each carried three Regulus missiles on operational patrols in the Western Pacific. Macon’s last Regulus patrol was in 1958, Toledo’s in 1959, Helena’s in 1960, and Los Angeles’s in 1961.
Ten aircraft carriers were configured to operate Regulus missiles (though only six ever launched one). USS Princeton did not deploy with the missile but conducted the first launch of a Regulus from a warship. USS Saratoga also did not deploy but was involved in two demonstration launches. USS Franklin D. Roosevelt and USS Lexington each conducted one test launch. USS Randolph deployed to the Mediterranean carrying three Regulus missiles. USS Hancock deployed once to the Western Pacific with four missiles in 1955. Lexington, Hancock, USS Shangri-La, and USS Ticonderoga were involved in the development of the Regulus Assault Mission (RAM) concept. RAM converted the Regulus cruise missiles into an unmanned aerial vehicle (UAV): Regulus missiles would be launched from cruisers or submarines, and once in flight, guided to their targets by carrier-based pilots with remote control equipment.

Replacement and legacy

Despite being the U.S. Navy's first underwater nuclear capability, the Regulus missile system had significant operational drawbacks. In order to launch, the submarine had to surface and assemble the missile in whatever sea conditions it was in. Because it required active radar guidance, which only had a range of 225 nmi (259 mi; 417 km), the ship had to stay stationary on the surface to guide it to the target while effectively broadcasting its location. This guidance method was susceptible to jamming and since the missile was subsonic, the launch platform remained exposed and vulnerable to attack during its flight duration; destroying the ship would effectively disable the missile in flight.
Production of Regulus was phased out in January 1959 with delivery of the 514th missile, and it was removed from service in August 1964. Some of the obsolete missiles were expended as targets at Eglin Air Force Base, Florida. Regulus not only provided the first nuclear strategic deterrence force for the United States Navy during the first years of the Cold War and especially during the Cuban Missile Crisis, preceding the Polaris missiles, Poseidon missiles, and Trident missiles that followed, but it was also the forerunner of the Tomahawk cruise missile.

Surviving examples

The following museums in the United States have Regulus missiles on display as part of their collections:
  • Carolinas Aviation Museum, Charlotte, North Carolina - 1956 SSM-N-8a Regulus I cruise missile in launch position at the Carolinas Aviation Museum in Charlotte, North Carolina. It is mounted on a catapult launching stand used for aircraft carrier launches and was restored late 2006 after having been on outdoor display for a number of years.
  • Intrepid Sea-Air-Space Museum, New York City, New York - Regulus I cruise missile can be seen ready for simulated launch on board USS Growler at the Intrepid Sea-Air-Space Museum in New York City.
  • Point Mugu Missile Park, Naval Air Station Point Mugu, California - The museum's collection includes both a Regulus and a Regulus II missile
  • USS Bowfin Museum, Pearl Harbor, Hawaii - Regulus with intact engine
  • US Navy Pacific Missile Range Facility, Barking Sands, island of Kauai, Hawaii
  • Regulus I restored in 2011 on static display inside the North Gate.
Operators:
  • United States - United States Navy (from 1955 to 1964).

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
















giovedì 3 ottobre 2019

Dallo Steyr Mannlicher AUG A1 al Thales F90 MBR modular Bullpup Assault Rifle


L’AUG è un fucile d'assalto bullpup austriaco prodotto dalla Steyr Mannlicher GmbH & Co KG, camerato in versione standard per il proiettile 5,56 × 45 mm NATO. Il nome dell'arma è l'acronimo di Armee Universal Gewehr (fucile universale per esercito). L'arma fu progettata in modo da poter essere facilmente adattata a qualunque situazione: il risultato è un fucile modulare adatto a pressoché qualsiasi ruolo. Il fucile venne adottato dall'esercito austriaco nel 1977 con la denominazione StG 77 rimpiazzando così il vecchio StG 58 in calibro 7,62 mm NATO (basato sul progetto del FAL). Il fucile è adottato al momento dalle forze armate di svariati paesi, tra cui Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Bolivia, Ecuador, Irlanda, Lussemburgo, Arabia Saudita, Tunisia e Pakistan.




Caratteristiche

Il fucile non presenta un selettore di fuoco, ma un grilletto progressivo Wimmersperg Spz-kr: se portato a metà corsa, l'arma sparerà a colpo singolo, a fine corsa in fuoco automatico. Quando la sicura è inserita, il grilletto è disabilitato. Alcune versioni dell'arma presentavano un sistema che permetteva di interrompere la corsa del grilletto alla posizione di fuoco automatico.
Il fucile è alimentato tramite caricatori a doppia colonna in polimero ultraresistente trasparenti. La versione mitragliatrice leggera sfrutta caricatori appositi da 42 colpi invece che 30. I caricatori dell'AUG sono impiegati anche nel FALMP III Type 2 argentino (sostanzialmente un FAL prodotto in Argentina).
È presente, integrata nel castello, una maniglia di trasporto che funge anche da supporto per lo Swarovski Optik da 1,5 ingrandimenti. Il reticolo è costituito da un semplice anello nero con un rangefinder realizzato in maniera tale che un uomo alto 1,80 m e posto a 300 m lo occupi interamente, permettendo in tal modo al tiratore di stimare accuratamente la distanza. L'ottica non può essere tarata per una distanza diversa da 300 m, ma regolato unicamente in alzo e deriva: in questo modo qualunque bersaglio situato tra gli 0 e i 300 m è facilmente puntabile. Il fucile presenta anche un semplice sistema di mire metalliche (fornite di indicatori al trizio per un migliore puntamento notturno) montate sopra l'ottica, nel caso il sistema di puntamento principale finisca fuori uso. Per poter montare altri accessori, nel 1997 venne messo in produzione un Castello munito di slitta Picatinny.
Il fucile è consegnato con quattro caricatori, chiusura per la canna, otturatore per sinistrorsi, adattatore per sparare colpi a salve, kit di pulizia, cinghia e una baionetta (che può essere la M7 americana o la KCB-77 M1 tedesca).

Modularità

Il fucile è completamente ambidestro. L'arma può essere utilizzata da un operatore mancino semplicemente sostituendo un otturatore destro con uno sinistro e coprendo la porta di eiezione sul lato destro dell'arma.
Le varianti includono modelli con canne standard (508 mm), canne compact (350 mm), canne carbine (da 407 mm) e canne LMG (da 621 mm).
I fucili che montano canne da 407 mm e 508 mm possono montare anche un lanciagranate sottocanna. Inoltre, le canne da 508 mm ad uso militare escono di fabbrica con l'attacco per la baionetta. La fabbrica, per le canne da 508 mm, garantisce due possibili forniture: la prima che comprende solo la canna militare, la seconda che comprende un lanciagranate integrato che può essere impiegato come arma a sé stante montando uno spessore per la spalla in fondo alla canna da 5,56 mm.

Funzionamento

L'otturatore rotante presenta una chiusura a sette perni e viene sbloccato mediante un perno sul corpo dell'otturatore e una guida scavata sul lato del porta-otturatore. L'otturatore comprende un estrattore che funge contemporaneamente da ottavo blocco e da un eiettore a molla.
Il cilindro per i gas è fuori asse rispetto alla canna sulla destra (verso il basso). Il sistema impiegato è quello di pistone a corsa corta. L'arma impiega una valvola per i gas a tre posizioni:
  • Operazioni standard (marcata con un piccolo punto).
  • Operazioni in condizioni di pulizia non ottimale (marcata con un punto grande).
  • Lancio di granate (contrassegnata con GR).

Il meccanismo di sparo dell'AUG è situato all'interno del calcio, vicino alla spalla dell'operatore. Il meccanismo è realizzato interamente in plastica (ad eccezione della molla e dei perni) e si trova all'interno di un alloggiamento in plastica posto tra il caricatore e il fondo dell'arma. Durante il fuoco il gruppo otturatore scorre sopra l'alloggiamento riposizionando il percussore. Data la distanza del grilletto dal meccanismo di fuoco, la pressione viene trasmessa tramite un meccanismo che scorre accanto al caricatore.

Realizzazione

La canna a cambio rapido dell'AUG è prodotta dalla sezione GFM-GmbH della Steyr, con cromatura di buona parte delle componenti per incrementare la durata del pezzo e la resistenza alla corrosione. La rigatura della canna standard è di 1:9 (228 mm). La canna si fissa al castello tramite un sistema con 8 perni ed è dotata di una maniglia pieghevole che aiuta la procedura di sostituzione. Le canne più corte possiedono un grip verticale fisso.
Il castello è ricavato da un'estrusione di alluminio rinforzata in acciaio. Contiene gli agganci per la canna e le guide per le parti mobili. La leva di armamento si trova sul lato sinistro del Castello ed è collegata alla guida sinistra del porta otturatore: è anche dotata di un meccanismo che permette di armare l'arma manualmente (ovvero senza rilasciare bruscamente la leva) in modo da evitare il rumore prodotto dallo scorrimento. Un dispositivo hold open mantiene l'otturatore aperto quando l'ultimo colpo viene sparato. L'AUG non ha un pulsante di rilascio otturatore (a differenza dell'M16 americano o nuovo HK416 tedesco), Quindi la leva di armamento deve essere azionata per rilasciare l'otturatore dopo l'inserimento del caricatore.
La calciatura del fucile è realizzata in Poliammide-66 rinforzato con fibra di vetro. La guardia del grilletto è larga in modo da permettere il fuoco anche indossando guanti invernali. Il grilletto è collegato permanentemente all'impugnatura assieme ai perni. Subito dietro si trova il perno che tiene uniti calcio e castello dell'arma. Il rilascio caricatore è situato subito dietro l'alloggiamento del caricatore. Sopra il caricatore si trovano le due finestre per l'espulsione dei bossoli, una delle quali (a seconda del tiratore, destrorso o sinistrorso) sempre chiusa tramite una placca in plastica. Il calcio contiene il percussore e la parte terminale del percorso di scorrimento dell'otturatore. Sotto la copertura in gomma per la spalla si trova una cavità contenente il kit di pulizia.

Varianti

Esiste una variante semiautomatica dell'arma, conosciuta come AUG P, disponibile per il mercato civile. Presenta una canna accorciata (407 mm) e un otturatore che non permette in alcun modo la modifica per rendere l'arma automatica. L'arma è inoltre dotata di un mirino di precisione diverso dalla variante militare.
La variante mitragliatrice leggera (chiamata AUG LMG) può essere modificata per sparare da otturatore aperto.
Basata sull'AUG, la Steyr ha sviluppato anche una versione 9 mm dell'arma. L'arma presenta un compensatore, una leva di armamento dalla forma diversa e un sistema di modifica dell'alloggiamento caricatore che permette di inserire i caricatori MPi69 (o alternativamente quelli della TMP) da 9 mm. È disponibile in commercio il kit (composto di canna, otturatore, adattatore per il caricatore e caricatore) per convertire la versione standard in 5,56 mm in quella 9 mm.



Di seguito tutte le varianti dell’AUG:
  • AUG A0: versione standard introdotta nel 1978.
  • AUG A1: versione migliorata introdotta nel 1982. Disponibile in colorazione nera o verde oliva.
  • AUG A2: simile alla variante A1, ma dotata di leva di armament semplificata e mirino ottico rimpiazzabile con slitta Picatinny.
  • AUG A3: simile al modello A2, senza mirino ottico (sostituito dalla slitta Picatinny) e con rilascio otturatore esterno.
  • AUG A3 SF (o AUG A2 Commando): variante che combina le caratteristiche del modello A2 con quelle del modello A3, con slitte Picatinny su mirino ottico e castello e rilascio otturatore esterno. È stato adottato dalla forze speciali austriache nel 2007.
  • AUG A3 SA USA: variante semiautomatica con canna da 407 mm appositamente prodotta per il mercato civile statunitense nel 2009.
  • AUG P: variante semiautomatica del modello A1 con canna da 407 mm.
  • AUG P Special Receiver: simile all'AUG P, ma dotata di slitta Picatinny sul lato superiore del castello.
  • AUG Para (AUG SMG o AUG 9 mm): camerato per il 9 × 19 mm Parabellum e prodotto a partire dal 1988. Differisce dal modello A1 per canna, otturatore, caricatore e alloggiamento caricatore. È stato per qualche tempo disponibile il kit di conversione per questo modello.
  • AUG A3 Para XS: variante in 9 mm della versione A3, analoga alla versione Para. Presenta una canna da 325 mm e un sistema di slitte Picatinny.
  • AUG M203: variante adattata per montare il lanciagranate M203 sotto la canna.
  • AUG LSW (Light Support Weapon): una famiglia di AUG modificati per soddisfare la richiesta di mitragliatrice leggere.
  • AUG H-BAR (Heavy-Barreled Automatic Rifle): versione con canna pesante per uso come mitragliatrice leggera.
  • AUG LMG (Light Machine Gun): variante basata sull'H-BAR, con sistema di sparo da otturatore aperto e ottica a 4 ingrandimenti.
  • AUG LMG–T: versione modificate della LMG, con il sistema di slitte del modello P Special Receiver.
  • AUG H-BAR–T: variante da tiratore scelto, equipaggiata con ottica Kahles ZF69 6x42.
  • AUG Z: variante semiautomatica, simile al modello A2, intesa per l'uso civile.
  • AUG SA: variante semiautomatica della versione A1, costruita per il mercato civile Americano (prima del divieto di importazione del 1989).
  • USR: versione del modello A2 appositamente realizzata con accorgimenti che la rendessero compatibile con il nuovo Automatic Weapon Ban. La differenza più grande è la mancanza di un soppressore di fiamma.



AUG Australiani

F88 Austeyr: la versione australiana dell'AUG A1. La nuova versione include l'attacco per la baionetta, la rigatura 1:7 dell'M16 A2 e un sistema che se attivato blocca la possibilità di fuoco automatico dell'arma, impedendo la selezione della modalità tramite selettore. L'AUG venne adottato dall'esercito australiano a seguito di una competizione, in cui il fucile austriaco ebbe la meglio su quello che sarebbe poi diventato il Bushmaster M17S. Altre modifiche australiane includono l'attacco per la baionetta e una rigatura 1:7 (come quella dell'M16A2 americano) ottimizzata per le munizioni standard SS109/M855 NATO da 62 grani. L'AUG vinse la competizione per l'adozione con quel prototipo che sarebbe poi divenuto il Bushmaster M17S. Le armi sono prodotte dalla Thales Australia di Lithgow.

F88C Austeyr: versione carabina dell'F88, con canna da 407 mm. Viene generalmente fornita all'equipaggio dei carri o come arma da difesa personale (PDW).

F88S A1 Austeyr: variante dell'Austeyr F88 con slitta Picatinny da 20 mm al posto del mirino ottico standard, che permette l'attacco di altri dispositive di puntamento.

F88S A1C: variante ibrida tra F88 e F88C.

F88 GLA: variante per l'esercito australiano con un lanciagranate M203, ma priva di attacco per la baionetta e dell'impugnatura anteriore.

F88T: l'ADI ha sviluppato una versione dell'AUG camerato per il .22 Long Rifle, destinata ai campi di addestramento dell'esercito australiano. L'arma permette una modalità di addestramento alternativo, con munizioni a basso costo e possibilità di utilizzo in poligoni in cui le munizioni standard potrebbero causare ferimenti o incidenti di vario tipo.

F88S A2: miglioramento dello standard A2 per le truppe oltreoceano (Afghanistan e Iraq in particolare). I miglioramenti includono un sistema di gas migliorato, intercambiabilità con le munizioni statunitensi, finestra di espulsione più larga, slitta Picatinny superiore più lunga, diversi sistemi di mira metallici e una slitta Picatinny inferiore per accessori secondari. L'arma viene fornita in colorazione kaki per una minore visibilità in ambienti desertici.

DSTO AICW (Defense, Science & Technology Organisation Advanced Individual Combat Weapon):
 arma sperimentale che tentava di combinare la canna, l'azione e il caricatore dell'Austeyr 

F88 con un rivestimento che ospitasse un lanciagranate multicolpo da 40 mm integrato.

EF88 Austeyr: parte del Progetto LAND 125 Soldier Combat System, l'EF-88 è un miglioramento notevole del vecchio F88 A2. I test finali sono fissati per l'ultimo periodo del 2013. I miglioramenti consistono in:
Slitta Picatinny superiore più lunga e presenza di slitte addizionali su tre lati della canna.
La corsa del grilletto è stata ridotta di 15 mm.
Impugnatura anteriore modulare.
Canna flottante.
Leva di armamento pieghevole.
Calcio migliorato per l'ergonomia.
Possibilità di incorporare architetture elettroniche per l'arma.
Lanciagranate da 40 mm a caricamento laterale.
Nuovo sistema elettronico KORD RIC della Thales.

F90: nel Giugno 2012 la Thales presentò all'esposizione di Parigi la variante da esportazione dell'EF88, denominate F90. La modifiche principali includono una slitta sul lato inferiore dell'arma, slitte laterali rimovibili, compatibilità (opzionale) con i caricatori STANAG, un peso ridotto (con una base di 3,25 kg) e la modifica della guardia del grilletto così da poter essere impiegata come impugnatura anteriore. 
L'arma si presenta sotto tre varianti principali:
Granatiere e tiratore scelto: con canna da 508 mm.
CQB: con canna corta da 360 mm.



F90 MBR: La società Thales ha di recente presentato il un nuovo fucile d'assalto F90MBR. L'arma rappresenta una nuova generazione di F90 attualmente in servizio presso le forze di difesa australiane. Il Modular Bullpup Rifle è interoperabile NATO ed è adatto a supportare i moderni sistemi integrati. 
Con un peso totale di 3,25 kg è una delle armi più leggere della sua classe. La compatibilità NATO è supportata dalla compatibilità con il sistema PICATINNY e la compatibilità con i caricatori, che garantisce l'interoperabilità con le armi e le munizioni NATO esistenti. È dotato di controlli ambidestri per consentire tempi di reazione rapidi e un rapido impegno del bersaglio.
Come sistema d'arma modulare, è in grado di essere equipaggiato con canne multiple e ottiche, accessori e accessori compatibili, consentendo all'operatore di passare rapidamente tra i diversi impieghi tattici del sistema d'arma. 
Progettato per l'uso da parte di forze anfibie, i soldati possono nuotare con l'arma, e sparare subito dopo essere usciti dall'acqua. Sia l'F90 che l'F90MBR consentono al soldato di mirare con precisione fino a 600m.
Disponibili in diverse lunghezze di canna, con comandi completamente ambidestri per lo sblocco del caricatore e dell’otturatore, e una funzione di sblocco del caricatore "drop free" per facilitare cambi di caricatore ancora più rapidi, indipendentemente dalla dominanza della mano del tiratore. 
L'F90MBR può essere facilmente modificato dall'operatore, senza l'ausilio di attrezzi, con un'arma di espulsione dedicata con entrambe le mani.

Cloni
  • MSAR STG-556: presentato allo SHOT Show 2007, prodotto dalla Microtech Small Arms Research, l'arma è una variante della versione A1, con l'introduzione di un sistema di hold open simile a quello dell'M16 americano. La variante è disponibile sia in versione civile che militare.
  • TPD USA AXR: mostrata per la prima volta allo SHOT Show del 2007, prodotta dalla Tactical Products Design Inc., questa variante semiautomatica era destinata tanto al mercato civile quanto a quello militare. È alimentata dai caricatori NATO standard, e non presenta il classico mirino AUG, ma una slitta Picatinny integrata.
  • Type 68: copia realizzata a Taiwan. L'arma presenta mire metalliche invece del classico mirino ottico. L'arma non è mai entrata ufficialmente in servizio.

Utilizzatori:
  • Argentina: rimpiazzo per l'M16A2.
  • Australia: in servizio dal 1989 (soprattutto nelle sue varianti). La prima unità in assoluto a ricevere il nuovo F88 fu il 6º Battaglione del Royal Australian Regiment (RAR) nel Gennaio del 1989.
  • Austria: arma standard per l'esercito austriaco, con la nomenclatura militare StG 77 Also used by EKO Cobra..
  • Bolivia.
  • Brasile: utilizzato dalla Agência Brasileira de Inteligência dal Novembre del 2011.
  • Bulgaria: utilizzato solo dalle unità anti-terrorismo.
  • Camerun. 
  • Croazia: utilizzato dalle forze speciali.
  • Gibuti.
  • Ecuador.
  • Gambia.
  • Hong Kong: la variante A1 è in uso ad alcuni reparti speciali dell'HKPD.
  • Indonesia.
  • Irlanda: il fucile fu scelto nel 1988 per rimpiazzare il FAL nelle forze di difesa irlandesi. I ranger utilizzano le varianti A2 e A3.
  • Italia: Gruppo di intervento speciale, 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", 4º Reggimento Alpini Paracadutisti Rangers.
  • Kazakistan: in dotazione ai team SWAT.
  • Lussemburgo: fucile standard per l'esercito. La versione H-BAR è utilizzata solo in alcuni reparti specializzati. La Polizia del Gran Ducato ha in dotazione la variante A2.
  • Malesia: costruito su licenza dalla SME Ordnance. La produzione in Malesia è cominciata nel 1991 con una produzione congiunta con Steyr a partire dal 2004. Problemi legali sorsero quando la Malesia decise di abbandonare la produzione in cooperazione con la Steyr.
  • Marocco.
  • Paesi Bassi
  • Nuova Zelanda: in servizio dal 1988. Le prime 5.000 armi vennero consegnate dalla Steyr. La maggior parte delle armi che sono in servizio al momento sono degli Austeyr F88.
  • Oman.
  • Pakistan: in dotazione all'esercito pakistano e alla sicurezza aeroportuale.
  • Nuova Guinea: in uso la variante F88.
  • Filippine.
  • Polacco.
  • Arabia Saudita.
  • Serbia.
  • Siria.
  • Repubblica Popolare Cinese.
  • Tunisia.
  • Regno Unito - Falkland.
  • Stati Uniti.
  • Uruguay.

ENGLISH

Thales is launching the F90MBR – a new assault rifle at DSEI 2017. The weapon represents a new generation of the F90 currently in service with the Australian Defence Force. The Modular Bullpup Rifle is NATO interoperable and is suited to support the modern integrated solider systems. At a total weight of 3.25 kg it is one of the lightest weapons of its class. NATO compatibility is supported by the tri-rail system and magazine compatibility, that ensures interoperability with existing NATO weapons and ammunition. It is fitted with ambidextrous controls to enable fast reaction times and rapid target engagement.
As a modular weapon system, it is able to be packaged with multiple barrels, and compatible optics, accessories, and ancillaries with Grab Case, allowing an operator to quickly transition between different tactical employments of the weapon system. Designed for use by amphibious forces, soldiers can swim with the weapon, and fire immediately after emerging from the water. Both the F90 and F90MBR enable the soldier to reach up to 600m accurately.
availability in multiple barrel lengths, fully-ambidextrous forward bolt and magazine release controls, and a ‘drop free’ magazine release function to facilitate even faster magazine changes, regardless of the hand-dominance of the firer. The F90MBR safely accommodates off-handed shooting techniques through the use of a case deflector and can be easily modified by the operator without tools to a dedicated left or right handed ejecting weapon.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
































Il sottomarino USS Halibut (SSGN-587)


Il sottomarino USS Halibut (SSGN-587) era una piattaforma operativa unica per missili guidati a propulsione nucleare, trasformata in una piattaforma operativa speciale, in seguito ridisegnata come sottomarino d'attacco SSN-587; fu la seconda nave della Marina degli Stati Uniti a prendere il nome dell'halibut.
  • Nome: Halibut USS
  • Impostazione sullo scalo: 11 aprile 1957
  • Varo: 9 gennaio 1959
  • Consegnato all’Us Navy: 4 gennaio 1960
  • dismesso: 30 giugno 1976
  • riclassificato: Da SSGN-587 a SSN-587, 15 aprile 1965
  • Destino: Eliminato attraverso il Programma di riciclaggio dei sottomarini , 9 settembre 1994.




Caratteristiche generali:
  • Genere: SSGN 1960-1965
  • Sottomarino d'attacco 1965-1976
  • Dislocamento: 3655 tonnellate emerse, 5000 tonnellate sommerse
  • Lunghezza: 350 piedi (110 m)
  • Larghezza: 29 piedi (8,8 m)
  • Propulsione: Reattore S3W, 7300 shp; due turbine, due alberi 
  • Velocità: 15/20 + kt (28/37 km / h) (emerso / sommerso)
  • Autonomia: illimitata, tranne per le forniture alimentari
  • Equipaggio: 9 ufficiali e 88 uomini
  • Armamento: 1 lancia missili Regulus (5 missili Regulus I o 2 missili Regulus II ) - Tubi siluro 6 × 21 pollici (533 mm) (quattro in avanti, due a poppa).

STORIA OPERATIVA

La chiglia di Halibut fu impostata presso il cantiere navale navale Mare Island di Vallejo, in California, l'11 aprile 1957. Fu varata il 9 gennaio 1959, sponsorizzata dalla signora Chet Holifield, moglie del deputato Chet Holifield della California, e commissionata il 4 gennaio 1960 con il tenente comandante Walter Dedrick al comando.

PATTUGLIAMENTI DI DETERRENZA 1960 - 1965

L’Halibut iniziò come un sottomarino diesel-elettrico, ma fu completato con apparato motore a energia nucleare. Fu il primo sottomarino inizialmente progettato per il lancio di missili guidati. Destinato a trasportare i missili da crociera nucleari Regulus I e Regulus II, il suo ponte principale era alto sopra la linea di galleggiamento per fornire un "ponte di volo" asciutto. Il suo sistema missilistico era completamente automatizzato, con macchine idrauliche controllate da una stazione di controllo centrale.
L'Halibut partì per la sua crociera l'11 marzo 1960. Il 25 marzo in Australia, divenne il primo sottomarino a propulsione nucleare a lanciare con successo un missile guidato. Ritornò al cantiere navale navale di Mare Island il 18 giugno 1960, e dopo brevi crociere di addestramento salpò il 7 novembre per Pearl Harbor per unirsi alla flotta del Pacifico . Durante il suo primo dispiegamento lanciò con successo il suo settimo missile Regulus I consecutivo durante una grande manifestazione di armi dell'Organizzazione del Trattato del Sud-Est asiatico. Ritornato a Pearl Harbor il 9 aprile 1961, Halibut iniziò il suo secondo spiegamento il 1° maggio. Durante le successive crociere, ha partecipato a diversi esercizi di lancio di missili e si è allenata.
L’Halibut fu dispiegato per la terza volta nel Pacifico occidentale alla fine del 1961, stabilendo un modello di addestramento e operazioni di prontezza seguite per tutto il 1964. Il 4 maggio 1964 Halibut lasciò Pearl Harbor per l'ultima pattuglia missilistica Regulus che doveva essere effettuata da un sottomarino nel Pacifico. In totale, tra febbraio 1961 e luglio 1964, Halibut ha intrapreso un totale di sette pattuglie dissuasive prima di essere sostituito nel Pacifico da sottomarini equipaggiati con Polaris della classe George Washington.  Da settembre a dicembre 1964, Halibut si unì ad altri otto sottomarini per testare e valutare le capacità di attacco del sottomarino di classe Permit.
Secondo il documentario Regulus: I primi sottomarini per missili nucleari l'obiettivo principale di Halibut in caso di conflitto nucleare sarebbe stato quello di eliminare la base navale sovietica a Petropavlovsk-Kamchatsky.  Le pattuglie fatte da Halibut e dai suoi sottomarini che lanciavano missili Regulus rappresentavano le prime pattuglie deterrenti nella storia della marina sottomarina, precedenti a quelle fatte dai missili Polaris lanciati da SSBN.

MISSIONI PER OPERAZIONI SPECIALI 1965 - 1976

Nel febbraio 1965 l’Halibut entrò nel cantiere navale navale di Pearl Harbor per un'importante revisione e il 15 agosto fu ridisegnato come sottomarino di attacco e ricevette il simbolo di classificazione dello scafo SSN-587. Ha navigato da Pearl Harbor il 6 settembre per la costa occidentale, arrivando a Keyport, Washington , il 20 settembre. Il 5 ottobre è partita da Keyport per Pearl Harbor e, dopo una sosta di otto giorni a Mare Island, in California , è arrivata il 21 ottobre. Halibut iniziò quindi le operazioni ASW nell'area, proseguendo fino all'agosto 1968 quando si trasferì a Mare Island per la revisione e l'installazione di: propulsori laterali; capannone sezione hangar; argani di ancoraggio con ancore di funghi anteriori e posteriori; habitat per immersioni con saturazione (gas misto); ecoscandaglio laterale a corto e lungo raggio; attrezzatura video e fotografica; computer mainframe; tappatura a induzione e apparecchiature di registrazione; pattini per fondale di babordo e tribordo, di prua e di poppa ("sneaker"); veicolo di ricerca sottomarino rimorchiato ("pesce") e argano; e altre attrezzature oceanografiche specializzate. Ritornò a Pearl Harbor nel 1970 e operò con la flotta del Pacifico e il gruppo di sviluppo sottomarini One (SubDevGruOne) dalla struttura di supporto per sottomarini navali di San Diego (oggi Base navale Loma / Ballast Poinnt) con uffici di collegamento a Mare Island fino alla disattivazione nel 1976.

L'Halibut fu anche usato in missioni segrete di spionaggio sottomarino dagli Stati Uniti contro l'Unione Sovietica.  I suoi successi più importanti includono:
  • Il tocco subacqueo di una linea di comunicazione sovietica che va dalla penisola della Kamchatka a ovest fino alla terraferma sovietica nel Mare di Okhotsk (Operazione Ivy Bells).
  • Rilievo sommergibile sovietico sommerso K-129 nell'agosto 1968, prima del progetto Azorian della CIA. Quest'ultima missione è profilata nel libro del 1996, Spy Sub - A Top Secret Mission to the Bottom of the Pacific , del Dr. Roger C. Dunham, sebbene Dunham fosse tenuto a cambiare il nome di Halibut in quello degli inesistenti USS Viperfish con un numero di scafo falso di SSN-655 per superare le restrizioni di sicurezza del Dipartimento della Difesa per la pubblicazione in quel momento.

DISPOSIZIONI FINALI

L’Halibut fu ritirata dal servizio il 30 giugno 1976. Fu " distrutta " al Keyport / Bangor Trident Base, Washington nel 1976, cancellata dal registro navale delle navi il 30 aprile 1986 e smaltita attraverso il programma di riciclaggio dei sottomarini presso il cantiere navale Puget Sound, Bremerton, Washington, il 9 settembre 1994.

ENGLISH

USS Halibut (SSGN-587), a unique nuclear-powered guided missile submarine-turned-special operations platform, later redesignated as an attack submarine SSN-587, was the second ship of the United States Navy to be named after the halibut.

Operational history

Halibut's keel was laid down by Mare Island Naval Shipyard at Vallejo, California, on 11 April 1957. She was launched on 9 January 1959, sponsored by Mrs. Chet Holifield, wife of Congressman Chet Holifield of California, and commissioned on 4 January 1960 with Lieutenant Commander Walter Dedrick in command.

Regulus deterrence patrols, 1960 – 1965

Halibut began as a diesel-electric submarine, but was completed with nuclear power. She was the first submarine initially designed to launch guided missiles. Intended to carry the Regulus I and Regulus II nuclear cruise missiles, her main deck was high above the waterline to provide a dry "flight deck." Her missile system was completely automated, with hydraulic machinery controlled from a central control station.
Halibut departed on her shakedown cruise 11 March 1960. On 25 March,[2] underway to Australia, she became the first nuclear-powered submarine to successfully launch a guided missile. She returned to Mare Island Naval Shipyard on 18 June 1960, and after short training cruises sailed 7 November for Pearl Harbor to join the Pacific Fleet. During her first deployment she successfully launched her seventh consecutive Regulus I missile during a major Southeast Asia Treaty Organization weapons demonstration. Returning to Pearl Harbor on 9 April 1961, Halibut began her second deployment 1 May. During subsequent cruises, she participated in several missile firing exercises and underwent training.
Halibut deployed for the third time to the Western Pacific in late 1961, establishing a pattern of training and readiness operations followed through 1964. On 4 May 1964 Halibut departed Pearl Harbor for the last Regulus missile patrol to be made by a submarine in the Pacific. In total, between February 1961 and July 1964, Halibut undertook a total of seven deterrent patrols before being replaced in the Pacific by Polaris-equipped submarines of the George Washington class. From September through December 1964, Halibut joined eight other submarines in testing and evaluating the attack capabilities of the Permit-class submarine.
According to the documentary Regulus: The First Nuclear Missile Submarines the primary target for Halibut in the event of a nuclear exchange would be to eliminate the Soviet naval base at Petropavlovsk-Kamchatsky.The patrols made by Halibut and its sister Regulus-firing submarines represented the first ever deterrent patrols in the history of the submarine navy, preceding those made by the Polaris missile firing submarines.

Special operations missions, 1965 – 1976

In February 1965 Halibut entered Pearl Harbor Naval Shipyard for a major overhaul, and on 15 August was redesignated as an attack submarine and given the hull classification symbol SSN-587. She sailed from Pearl Harbor on 6 September for the West Coast, arriving at Keyport, Washington, on 20 September. On 5 October she departed Keyport for Pearl Harbor and, after an eight-day stop over at Mare Island, California, arrived 21 October. Halibut then began ASW operations in the area, continuing until August 1968 when she transferred to Mare Island for overhaul and installation of: side thrusters; hangar section sea lock; anchoring winches with fore and aft mushroom anchors; saturation diving (mixed gas) habitat; long and short range side-look sonar; video and photographic equipment; mainframe computer; induction tapping and recording equipment; port and starboard, fore and aft seabed skids ("sneakers"); towed underwater search vehicle ("fish") and winch; and other specialized oceanographic equipment. She returned to Pearl Harbor in 1970 and operated with the Pacific Fleet and Submarine Development Group One (SubDevGruOne) out of Naval Submarine Support Facility San Diego (present day Naval Base Point Loma / Ballast Poinnt) with attachment offices at Mare Island until decommissioning in 1976.

Halibut was also used on secret underwater espionage missions by the United States against the Soviet Union. Her most notable accomplishments include:

The underwater tapping of a Soviet communication line running from the Kamchatka peninsula west to the Soviet mainland in the Sea of Okhotsk (Operation Ivy Bells)
Surveying sunken Soviet submarine K-129 in August 1968, prior to the CIA's Project Azorian.

The latter mission is profiled in the 1996 book, Spy Sub – A Top Secret Mission to the Bottom of the Pacific, by Dr. Roger C. Dunham, although Dunham was required to change the name of Halibut to that of the non-existent USS Viperfish with a false hull number of SSN-655 in order to pass Department of Defense security restrictions for publication at the time.

Final disposition

Halibut was decommissioned on 30 June 1976. She was "mothballed" at Keyport/Bangor Trident Base, Washington in 1976, struck from the Naval Vessel Register on 30 April 1986, and disposed of through the Ship-Submarine Recycling Program at Puget Sound Naval Shipyard, Bremerton, Washington, on 9 September 1994.

Awards and commendations

In April 1997, officers and men of Halibut and the other four US Navy submarines that conducted strategic deterrent patrols in the Western Pacific between 1959 and 1964 were awarded the right to wear the Navy's SSBN Deterrent Patrol insignia.

Presidential Unit Citation – 1968

Citation:
  • For exceptional meritorious service on support of National Research and Development efforts while serving as a unit in the Submarine Force, U.S. Pacific Fleet. Conducting highly technical submarine operations, over an extended period of time, USS HALIBUT (SSN-587) successfully concluded several missions of significant scientific value to the Government of the United States. The professional, military, and technical competence, and inspiring devotion to duty of HALIBUT's officers and men, reflect great credit upon themselves and the United States Naval Service.
  • Citation was given for the search and discovery of the wreck of a Soviet submarine K-129 in three miles of water during Project Azorian.

Presidential Unit Citation – 1972

Citation:
  • For extraordinary heroism and outstanding performance of duty as a unit in the Submarine Force, United States Pacific Fleet during 1972, USS HALIBUT successfully accomplished two highly productive and complex submarine operations of immeasurable value to the Government of the United States. The superb professional competence, extremely effective teamwork and exemplary devotion to duty displayed by the officers and men of USS HALIBUT reflect great credit upon themselves, the Submarine Force and the United States Naval Service.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)