L’aeromobile denominato “Next Generation Civil Tiltrotor (NGCTR)” è il progetto di ricerca e innovazione della multinazionale italiana Leonardo per la definizione e lo sviluppo di un concetto avanzato di un Convertiplano (Tiltrotor) di nuova generazione. Il progetto porta alla definizione di nuove tecnologie e di una nuova architettura del velivolo, dei principali sistemi e delle tecnologie abilitanti per fare incrementare le prestazioni e capacità operative rispetto alle attuali configurazioni di Convertiplani.
Avrà una velocità di crociera dell’ordine di 280 nodi (oltre 500 km/h), pari al doppio delle velocità tipiche di un elicottero e prossime a quelle di un velivolo turboelica, e con una autonomia di circa 1000 miglia nautiche (1850 km); l'NGCTR consentirà un sostanziale incremento della produttività e delle capacità operative in varie missioni di tipo civile e di pubblica utilità.
Il velivolo avrà dimensioni paragonabili a quelle di un elicottero e potrà operare in ogni condizione meteorologica e di comfort simili a quelle di un aeroplano di linea. Ciò consentirà di ampliare le opportunità di mobilità delle persone e delle merci, raggiungendo aree geografiche oggi difficilmente raggiungibili dagli elicotteri e aeroplani, minimizzando l’impatto ambientale tramite ridotte emissioni di CO2 e/o rumore, e senza la necessità di realizzare grandi e costose infrastrutture di terra.
Il progetto NGCTR prevede la realizzazione di vari dimostratori tecnologici dei principali sistemi, nonché di un dimostratore tecnologico completo in scala reale che effettuerà i voli di sperimentazione e validazione delle architetture e delle nuove tecnologie. Queste attività vengono effettuate all’interno dell’iniziativa Clean Sky 2 nell’ambito del Programma Quadro della Ricerca e Innovazione Horizon 2020 della Commissione Europea.
Il progetto rientra nella roadmap di sviluppo prodotto e tecnologica di Leonardo, per rinforzare il posizionamento strategico e ampliare la gamma prodotto dell’azienda nel settore chiave dei velivoli ad ala rotante e delle tecnologie ad essi associati nei quali oggi è una delle aziende più importanti nel mondo.
ENGLISH
NGCTR is Leonardo's research and innovation project for the definition and development of an advanced concept of a new generation Convertiplane (Tiltrotor). The project leads to the definition of new technologies and a new aircraft architecture, the main systems and enabling technologies to increase performance and operational capabilities compared to current Convertiplane configurations.
With cruising speeds of the order of 280 knots (over 500 km/h), equal to twice the typical speeds of a helicopter and close to those of a turboprop aircraft, and with a range of about 1000 nautical miles (1850 km), NGCTR allows a substantial increase in productivity and operational capabilities in various civil and public utility missions.
The aircraft will have dimensions comparable to those of a helicopter and will be able to operate in all weather conditions ('all weather' characteristics) and comfort similar to those of an airliner. This will expand the opportunities for the mobility of people and goods, reaching geographical areas that today are difficult to reach by helicopters and airplanes, minimizing the environmental impact through reduced emissions (CO2, noise), and without the need to build large and expensive ground infrastructure.
The NGCTR project foresees the realization of various technological demonstrators of the main systems, as well as a complete full-scale technological demonstrator that will carry out the flights of experimentation and validation of architectures and new technologies. These activities are carried out within the Clean Sky 2 initiative under the European Commission's Horizon 2020 Framework Programme for Research and Innovation.
The project is part of Leonardo's product and technology development roadmap, to strengthen the company's strategic positioning and expand its product range in the key sector of rotary wing aircraft and associated technologies in which it is now one of the most important companies in the world.
La multinazionale italiana Fincantieri, uno dei principali gruppi cantieristici mondiali, e il Ministero della Difesa del Qatar attraverso Barzan Holding, società interamente controllata dal Ministero della Difesa del Qatar e responsabile del potenziamento delle capacità militari della forza armata nazionale nello stato, hanno firmato a Doha un Memorandum of Understanding (MoU), volto a rafforzare la loro partnership strategica attraverso la valutazione e lo studio di nuove tecnologie e capacità, che potrebbe portare a una futura acquisizione di nuove navi già nel 2020.
I programmi indicati nel MOU comprendono, tra l'altro, la progettazione, la costruzione e la gestione di:
una base navale,
la gestione dell'intera flotta di navi da guerra,
l'applicazione di nuove tecnologie come il radar digitale e la sicurezza informatica,
nonché la fornitura di navi e sottomarini all'avanguardia.
La firma tra l'Amministratore Delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il Presidente della Barzan Holding, Nasser Al Naimi, a nome del Ministero della Difesa del Qatar, è avvenuta di recente alla presenza del Vice Primo Ministro e Ministro di Stato per gli Affari della Difesa, Khalid bin Mohamed Al Attiyah e di alti ufficiali delle Forze Navali del Qatar Emiri.
L'intesa migliora il rapporto strategico tra Fincantieri e le Forze Armate del Qatar e rientra nella strategia di sviluppo commerciale di Fincantieri in Medio Oriente. Nel 2016, infatti, la società ha firmato un contratto per quasi 4 miliardi di euro con il Ministero della Difesa del Qatar per la costruzione di sette navi di superficie attualmente in costruzione nei cantieri italiani del Gruppo. Il contratto prevedeva la costruzione di:
quattro corvette missilistiche di oltre 100 metri di lunghezza;
una nave anfibia;
due pattugliatori lanciamissili.
Nell'ambito di un ulteriore rafforzamento del proprio posizionamento in Medio Oriente, Fincantieri ha costituito a Doha la Fincantieri Services Middle East, che sarà il punto focale per tutti i servizi e le attività post-vendita sulle navi militari costruite dal Gruppo per il Qatar.
Il costruttore navale italiano sta ultimando intanto la costruzione della corvetta capoclasse “Doha” per le Forze Navali del Qatar.
La corvetta viene ultimata nell'ambito di un contratto più ampio da 4 miliardi di euro che vedrà il costruttore navale italiano consegnare un totale di sette navi di superficie: quattro corvette, una nave anfibia (banchina della piattaforma di sbarco) e due pattugliatori offshore.
Il contratto comprende anche servizi di supporto in Qatar per ulteriori 10 anni dalla consegna delle navi.
Tutte le unità sono costruite interamente nei cantieri italiani di Fincantieri a partire dal 2016.
Fincantieri ha dichiarato che la corvetta di prima classe di Doha è stata progettata in linea con le regole RINAMIL e sarà in grado di svolgere una serie di compiti, dalla sorveglianza con capacità di salvataggio in mare fino ad essere una nave da combattimento.
Le corvette saranno lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri, con una velocità massima di 28 nodi. Sono dotate di un impianto combinato a turbina diesel e diesel (CODAD) con un equipaggio di 112 tra ufficiali, sottufficiali e marinai.
La nave sarà in grado di operare su imbarcazioni ad alta velocità come i RHIB attraverso gru laterali o una rampa di alaggio situata all'estrema poppa. Il ponte di volo e l'hangar saranno dimensionati per ospitare un elicottero NH90.
A partire dal 2016 e dalla stipula di un contratto tra la ditta Fincantieri e le Qatar Emiri Naval Forces (QENF) per la fornitura di 7 Unità navali (4 corvette multiruolo classe Doha, 2 pattugliatori d’altura e una nave anfibia), la Marina Militare ha avviato un’intensa attività di cooperazione e supporto nei confronti della controparte qatarina, mirati garantire supporto tecnico durante la costruzione delle unità e la formazione professionale dei futuri equipaggi.
Tale iniziativa, sugellata da un Memorandum of Understanding e dai relativi Technical Arrangements di cooperazione, impegnerà per un periodo di circa 10 anni gran parte della articolazioni della Forza Armata preposte alla selezione, formazione ed addestramento nonché all’erogazione di moduli specialistici ad hoc (quali ad esempio tirocini per la guardia in plancia, sessioni di scuola Comando, Flight Operational Training, corsi ILS).
A fronte dell’elevatissima valenza strategica e la complessità dell’impresa, a partire dal 1 gennaio 2018 è stato istituito presso lo Stato Maggiore Marina l’Ufficio di Programma Qatar alle dirette dipendenze del Capo del 3° Reparto, responsabile di coordinare in maniera omnicomprensiva il supporto della Forza Armata, garantendo altresì, in reciproca collaborazione con il paritetico Ufficio di Supporto istituto da SEGREDIFESA /NAVARM, unicità di gestione ad un’impresa che è andata man mano evolvendosi a fronte di nuovi progetti e commesse commerciali.
Nello specifico, a partire dal settembre 2018 la prima aliquota dei futuri equipaggi delle prime due Unità (circa 130 militari) ha iniziato l’iter formativo addestrativo ed è attesa da settembre 2019 presso il Centro di Addestramento della MM di Taranto, ove proseguirà con la seconda fase dedicata all’addestramento professionale individuale.
Tra le attività a supporto del programma addestrativo a favore degli equipaggi delle QENF, previsto nel contratto, rientra la costruzione di un simulatore preposto ad integrare le lezioni di carattere teorico previste per i frequentatori.
In tale contesto, alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano, del Comandante di Maricentadd (contrammiraglio Francesco Covella) e del suo staff di istruttori, e del Capo Ufficio Programma, capitano di vascello Fabrizio Rutteri, il rappresentante della Fincantieri, ing. Marco Costa, accompagnato dagli ingegneri e tecnici delle altre società che hanno di fatto realizzato il Simulatore (Cetena, Seastema e Leonardo), ha presentato il nuovo sistema di simulazione nel suo attuale layout insieme al piano evolutivo che ne prevede la consegna, nella sua configurazione finale, entro il mese di gennaio 2020.
Il Simulatore Navale Integrato (SI.Na.I.,), realizzato anche grazie al “know how” fornito del personale di Maricentadd, è composto da una Plancia primaria e una secondaria, per la conduzione della navigazione, da una “Combat Operation Center” (COC), anche questa primaria e secondaria, per la condotta operativa dell’unità al combattimento, da una “Ship Control Center “(SCC), per il controllo della piattaforma e da una postazione elicottero, per l’addestramento all’impiego tattico degli aeromobili imbarcati. Un sistema integrato che replica fedelmente le funzionalità di un’unità militare, sul quale gli istruttori condurranno l’addestramento da due sale regia, una per la parte plancia e l’altra per la parte COC, con l’assistenza tecnica del personale della società costruttrice.
L’ammiraglio Marzano, al termine della presentazione e del giro illustrativo di tutte le componenti del sistema, durante il quale ha voluto personalmente effettuare alcune manovre dal ponte di comando principale, ha riconosciuto il lavoro fatto dalla Fincantieri nella realizzazione del SI.Na.I., uno strumento addestrativo di notevole portata tecnologica che, insieme alla professionalità degli istruttori, costituirà un efficace strumento per l’addestramento specialistico, non solo degli equipaggi delle unità del Qatar, ma anche di quelli italiani e di altre marine estere, negli anni a venire.
Nell’ attesa dell’arrivo al centro degli equipaggi delle prime unità qatarine, previsto per settembre 2019, il personale istruttore di Maricentadd inizierà da subito una fase di “familiarizzazione” con il sistema di simulazione che consentirà di svolgere con efficienza la propria funzione addestrativa.
Maricentadd, centro d’eccellenza che, da quasi quarantasette anni, opera nei settori d'impiego della formazione specialistica e dell’addestramento di tutto il personale della Marina Militare è impegnato in diversi progetti di cooperazione con altre marine estere, tra i quali il più importante risulta attualmente quello appunto con la QENF.
L’attivazione del simulatore fatta oggi, è un passo importante nell’impegnativo processo addestrativo degli equipaggi di una marina, come quelle del Qatar, che sta perseguendo un percorso di sviluppo capacitivo e che si affida alla Marina Militare Italiana per raggiungere la propria prontezza operativa. La collaborazione con Fincantieri conferma ancora una volta l’efficacia dell’interazione tra il mondo militare e quello industriale del paese, nel perseguire obiettivi comuni a supporto del Sistema Paese nel mondo.
(Web, NavyRecognition, Wikipedia, marina.difesa.it, You Tube)
La società statunitense General Dynamics Ordnance and Tactical Systems (GD-OTS) e la italiana Beretta BDT hanno presentato di recente una linea di armi di piccolo calibro denominata RM277.
GD-OTS e Beretta competono nel programma NGSW (Next Generation Squad Weapons) dell’US ARMY, che mira a sostituire le carabine M4 da 5,56 mm e le M249 Squad Automatic Weapons (SAW).
Come si nota dalle immagini presentate, il design di base di entrambe le varianti RM277 è un bullpup. Entrambe presentano anche un'ampia guida montata sulla parte superiore per l'ottica, i sistemi di visione notturna e termica e altri accessori. Ci sono mirini posteriori sfalsati lateralmente e sembrano esserci punti di fissaggio per binari aggiuntivi sui lati e sotto il paramani anteriore.
La variante di fucile automatico, che ha un bipiede pieghevole, ha una canna leggermente più lunga rispetto al fucile, ma non conosciamo ancora le dimensioni esatte di entrambi i modelli. La canna della versione automatica di squadra, destinata a un fuoco più sostenuto, è chiaramente scanalata per ridurre il peso e per consentirle di raffreddarsi più velocemente.
Entrambe le armi sparano un proiettile da 6,8 mm, con una custodia in polimero piuttosto che in ottone per contenere il peso, che il produttore di munizioni True Velocity ha sviluppato per l’esercito statunitense e, forse, anche per tutti gli appartenenti alla NATO. Tutti i concorrenti del NGSW dovranno essere in questo calibro. 6,8 mm che è approssimativamente il calibro .277, che è l'origine del "277" nella designazione RM277.
La cosa più interessante è che entrambe le armi utilizzano un nuovo meccanismo di funzionamento "a gas e a rinculo, a impulsi, raffreddato ad aria". Non è del tutto chiaro il funzionamento che è ancora riservato, ma la descrizione suggerisce che esse utilizzano una combinazione di energia fisica proveniente dallo sparo di un proiettile, così come il gas propellente sifonato via via che il proiettile viaggia lungo la canna, per far scorrere l'azione. In confronto, la carabina M4 standard dell'Esercito degli Stati Uniti utilizza solo gas propellente.
Un video promozionale mostra che la canna delle versioni RM277 si muove avanti e indietro durante lo sparo, il che è indicativo dei cosiddetti disegni "a lungo rinculo". Anche se il concetto di base di un'azione a lungo rinculo esiste da decenni, è diventato sempre più raro e l'abbinamento con un sistema a gas sarebbe molto insolito.
In linea di principio, l'uso di una combinazione di azione a lungo rinculo e di azione a gas potrebbe contribuire a mitigare il rinculo, che migliorerebbe la precisione, anche durante un tiro prolungato completamente automatico. Questo consentirebbe di contenere il peso, riducendo al minimo la forza che ogni colpo esercita sull'arma e, a sua volta, riduce la necessità di componenti più robusti nel sistema di rinculo. Combinando tutto ciò, una configurazione bullpup potrebbe anche garantire la massima lunghezza della canna senza dover aumentare drasticamente la lunghezza complessiva dell'arma per accogliere anche questo meccanismo di funzionamento.
E' doveroso, da parte mia, dopo sei lunghi anni, dedicare un breve spazio a colui che, da fine conoscitore della tecnica computeristica, ha permesso la nascita di questo "BLOG". Sei lunghi anni di vero e proprio "calvario", iniziato alla giovane età di 41 anni appena, e terminato in data 18 gennaio 2020 nella sua terra natìa a Bari. E' stato un tecnico e dirigente apprezzatissimo nel lavoro ed aveva la passione per la musica rock; nelle giornate libere dagli impegni dedicava un po' del suo tempo al complesso "LA VIA DEL BLUES" di Bari in qualità di cantante. Aveva dedicato con pazienza e dedizione un anno della sua gioventù alla leva militare presso il 7° Reggimento Bersaglieri di stanza a Bari.
Era sposato mio nipote Gaetano ed aveva tre bellissimi figlioli. Lascia un vuoto incolmabile nei ricordi di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino e di amarlo.
VIA DEL BLUES: l'ultimo brano "BRUSH ALL" del grande Gaetano Quarta.
(N.B.: nel video la chitarra artigianale creata da Gaetano!)
(BRUSH ALL, foneticamente la "BRASCIOLA BARESE")....
Dedico a lui una libera interpretazione dall’originale di una bellissima canzone di Edoardo Bennato, uno dei suoi cantanti preferiti....
Il Savoia-Marchetti S.M.92 era caccia bimotore bifusoliera ad ala media realizzato dall'azienda italiana Savoia-Marchetti negli anni quaranta e rimasto allo stadio di prototipo.
Destinato ad essere proposto per l'utilizzo da parte della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, a causa delle vicende belliche a seguito della firma dell'armistizio di Cassibile, venne valutato dalla Luftwaffe ma non ebbe un seguito produttivo.
Storia
Sviluppo
Sebbene il precedente S.M.91 si fosse dimostrato completamente soddisfacente nelle prove, i tecnici della Savoia-Marchetti erano all'opera per migliorarne le prestazioni. Poiché non era possibile un incremento della potenza dei motori (il Daimler-Benz DB 603 da 1 550 CV non era ancora disponibile per le industrie italiane) la riduzione di peso sembrava l'unica via possibile.
Mantenendo gli stessi motori dell'S.M.91, l'ala di base ed il disegno della coda, i progettisti abbandonarono la gondola centrale e disposero l'equipaggio nella fusoliera di sinistra, dando all'aereo un aspetto "asimmetrico".
L'armamento era costituito da due cannoncini MG 151/20 da 20 mm installati sul bordo principale della sezione centrale, un terzo sulla semiala sinistra e due mitragliatrici sincronizzate Breda-SAFAT da 12,7 mm sotto ogni motore.
Il ruotino di coda si ritirava in una baccello posto sulla linea centrale dello stabilizzatore orizzontale. Una mitragliatrice Breda-SAFAT da 12,7 millimetri, manovrata a distanza, era montata nella parte posteriore di questo baccello.
Impiego operativo
Il prototipo del velivolo venne testato due mesi dopo l'armistizio di Cassibile, durante il periodo di occupazione tedesca. Portato in volo per la prima volta il 12 novembre 1943 ai comandi del comandante Aldo Moggi e con la presenza a bordo del motorista Carlo Balzarini dal campo di aviazione di Vergiate, recava le insegne della Luftwaffe.
I collaudi proseguirono fino all'anno successivo quando, a causa di un'errata interpretazione del pilota, venne attaccato dal Macchi M.C.205 ANR del tenente Mazzei della Squadriglia complementare d'allarme "Montefusco". Mazzei era decollato con il maresciallo Ennio "Banana" Tarantola dall'aeroporto di Venaria Reale ed avendo notato la configurazione bifusoliera lo aveva scambiato per un Lockheed P-38 Lightning alleato.
I danni conseguiti ai motori costrinsero il pilota ad un atterraggio di fortuna sul campo di Lonate Pozzolo il quale, benché autore di un fuori pista, riuscì a non procurare al velivolo danni tali da impedirne il ripristino. Dopo le necessarie riparazioni riprese le prove di volo nel giugno 1944 accumulando in totale 21 ore.
L'unico esemplare realizzato rimase distrutto, assieme all'S.M.91, durante l'azione di bombardamento USAAF del 27 dicembre 1944 che interessarono l'abitato di Vergiate e gli stabilimenti Savoia-Marchetti.
Utilizzatori
Germania - Luftwaffe.
ENGLISH
The Savoia-Marchetti S.M.92 was a medium-wing twin-engined twin-engine fighter built by the Italian company Savoia-Marchetti in the 1940s and remained at the prototype stage.
Destined to be proposed for use by the Regia Aeronautica during the Second World War, due to the war events following the signing of the Cassibile armistice, it was evaluated by the Luftwaffe but had no productive follow-up.
History
Development
Although the previous S.M.91 had proved completely satisfactory in the tests, the Savoia-Marchetti technicians were working to improve its performance. Since an increase in engine power was not possible (the 1 550 hp Daimler-Benz DB 603 was not yet available to Italian industries) weight reduction seemed the only possible way.
Keeping the same engines as the S.M.91, the base wing and tail design, the designers abandoned the central gondola and placed the crew in the left fuselage, giving the aircraft an "asymmetrical" appearance.
The armament consisted of two 20 mm MG 151/20 guns installed on the main edge of the central section, a third on the left wing and two synchronized Breda-SAFAT machine guns of 12.7 mm under each engine.
The tail wheel retreated into a pod located on the centerline of the horizontal stabilizer. A 12.7mm Breda-SAFAT machine gun, remotely operated, was mounted at the rear of this pod.
Operational use
The prototype of the aircraft was tested two months after the Cassibile armistice, during the German occupation. Brought into flight for the first time on November 12, 1943 at the controls of Commander Aldo Moggi and with the presence on board of the motorist Carlo Balzarini from the airfield of Vergiate, it bore the insignia of the Luftwaffe.
The tests continued until the following year when, due to a misinterpretation of the pilot, he was attacked by the Macchi M.C.205 ANR of Lieutenant Mazzei of the complementary alarm squadron "Montefusco". Mazzei had taken off with Marshal Ennio "Banana" Tarantula from Venaria Reale airport and having noticed the bifurcated configuration had mistaken him for an allied Lockheed P-38 Lightning.
The damage to the engines forced the pilot to make an emergency landing on the Lonate Pozzolo field which, although he had made an off-run, he managed not to cause such damage to the aircraft that it could not be restored. After the necessary repairs, he resumed flight tests in June 1944, accumulating a total of 21 hours.
The only specimen realized remained destroyed, together with the S.M.91, during the USAAF bombardment action on December 27, 1944 that involved the town of Vergiate and the Savoy-Marchetti factories.