mercoledì 19 febbraio 2020

La Brigata paracadutisti "Folgore" è l'unica grande unità aviotrasportata dell'Esercito Italiano


La Brigata paracadutisti "Folgore" è l'unica grande unità aviotrasportata dell'Esercito Italiano, posta alle dipendenze del Comando Forze Operative Nord.
Istituita il 1º gennaio 1963 a Pisa, per trasformazione del preesistente Centro Militare di Paracadutismo, la Brigata ha il suo quartier generale a Livorno ed è dislocata con la maggior parte dei suoi reparti in Toscana (Siena, Pisa, Grosseto, Pistoia) con l'8º Reggimento guastatori paracadutisti a Legnago e con il 185º Reggimento artiglieria paracadutisti a Bracciano.




Storia

Le origini e la seconda guerra mondiale

La storia delle unità di fanteria paracadutista in Italia ha origine nel 1938, con la costituzione del Battaglione paracadutisti libici Fanti dell'Aria, mentre nel 1939 a Tarquinia nasce la prima scuola di paracadutismo in Italia. Fu solo dopo i successi delle unità paracadutiste tedesche nella fase iniziale della II Guerra Mondiale che lo Stato maggiore del Regio Esercito italiano autorizzò nel 1941 la formazione di una prima divisione, la Folgore, seguita dalla 184ª Divisione paracadutisti Nembo e dalla incompiuta 183ª Divisione paracadutisti Ciclone.
Alla fine del conflitto, la sola unità ancora operante fu il Reggimento paracadutisti Nembo, già inquadrato nel Gruppo di Combattimento Folgore che, dopo il congedo dei militari brevettati, anche se in gran parte impegnati negli anni di guerra come unità di fanteria convenzionale, non disponeva più di effettive capacità di aviolancio. Anche le qualifiche di brevetto non erano più conseguibili, in quanto le condizioni di pace precludevano alle forze armate italiane di disporre di unità di paracadutisti (il Reggimento venne infatti convertito di lì a poco in un'unità di fanteria convenzionale).




Il dopoguerra e la riorganizzazione

Tuttavia, già nel 1946 venne formato a Roma il Centro di esperienze per il paracadutismo militare, rinominato l'anno successivo Centro militare di paracadutismo, che, con mezzi di recupero e nonostante varie difficoltà, riuscì a riprendere una limitata attività addestrativa di paracadutismo militare.
Nel corso del 1948, con il progressivo allentarsi delle restrizioni imposte dalle condizioni di pace, il Centro si trasferì a Viterbo ed attivò una Compagnia sperimentale paracadutisti, seguita da una seconda, che nel 1952 diedero vita al Battaglione paracadutisti. Gli anni successivi videro una progressiva espansione del Centro, con l'attivazione di un Reparto carabinieri paracadutisti, di un Reparto sabotatori paracadutisti e di altre unità di supporto.
Nel 1957 sotto il comando del generale di divisione Mario Puddu il Battaglione paracadutisti diede vita al 1º Gruppo tattico paracadutisti.




I paracadutisti militari italiani risultarono a quel punto così organizzati:

Centro militare di paracadutismo, su:

  • Comando e Compagnia comando
  • Reparto addestramento reclute
  • Ufficio servizi
  • Compagnia aviorifornitori
  • Compagnia carabinieri paracadutisti
  • Compagnia sabotatori paracadutisti
  • 1º Gruppo tattico paracadutisti

In quegli anni ai paracadutisti fu concesso l'uso del basco grigioverde (in memoria del basco della 184ª Divisione paracadutisti "Nembo") in sostituzione del basco cachi all'epoca in uso nell'Esercito Italiano.

La I Brigata paracadutisti

Il 1º gennaio 1963, a seguito di un'ulteriore espansione dei reparti, venne ufficialmente attivata la Brigata paracadutisti, così organizzata:
  • Comando e compagnia comando
  • Compagnia carabinieri paracadutisti (Battaglione dal 15 luglio 1963)
  • Battaglione sabotatori paracadutisti
  • 1º Reggimento paracadutisti (su 2 battaglioni)
  • Gruppo artiglieria da campagna paracadutisti (su 2 batterie)
  • Sezione elicotteri (dal 1966)

Centro addestramento paracadutismo (dal 1964 Scuola militare di paracadutismo), su:
  • Comando e Compagnia comando
  • Battaglione addestramento reclute
  • Ufficio servizi
  • Compagnia aviorifornitori

Nello stesso 1963 la I Brigata paracadutisti venne inquadrata nel VI Corpo d'armata di Bologna in cui erano inquadrate le brigate di fanteria Friuli e Trieste.
Primo comandante della ricostituita brigata paracadutisti fu il generale Aldo Magri.




La brigata Folgore

Il 10 giugno 1967 alla Brigata venne concesso il nome di Folgore, e dal 1º luglio successivo il colore del basco divenne amaranto.
Dopo lo scioglimento del VI Corpo d'armata, avvenuto il 1º aprile 1972 la Brigata paracadutisti Folgore le due brigate di fanteria Friuli e Trieste, passarono alle dipendenze della VII Comando militare territoriale - Regione Militare Tosco-Emiliana costituitosi in seguito all'unificazione del VI Comando Militare Territoriale di Bologna e del VII Comando Militare Territoriale di Firenze.




Nel 1975, con l'abolizione del livello reggimentale nell'ambito della generale ristrutturazione e razionalizzazione dell'Esercito Italiano, la Brigata paracadutisti "Folgore" venne così riorganizzata:

Comando e Compagnia comando

1º Battaglione carabinieri paracadutisti Tuscania, su:
  • Compagnia comando e servizi
  • Compagnia carabinieri paracadutisti
  • Compagnia allievi carabinieri paracadutisti

2º Battaglione paracadutisti Tarquinia, su:

  • Compagnia comando e servizi Aquile
  • 4ª Compagnia paracadutisti Falchi
  • 5ª Compagnia paracadutisti Pipistrelli
  • 6ª Compagnia paracadutisti Grifi
  • Compagnia Ar.Sos. (Armi di Sostegno) Mortaisti Sparvieri


5º Battaglione paracadutisti "Al Alamein", su:

  • Compagnia comando e servizi Sorci Verdi
  • 13ª Compagnia paracadutisti Condor
  • 14ª Compagnia paracadutisti Pantere Indomite
  • 15ª Compagnia paracadutisti Diavoli Neri
  • Compagnia Ar.Sos. (Armi di Sostegno) Mortaisti Vampiri


9º Battaglione d'Assalto Col Moschin (ex Battaglione sabotatori), su:

  • Compagnia comando e servizi
  • Compagnia d'assalto paracadutisti
  • Compagnia allievi d'assalto paracadutisti


185º Gruppo artiglieria paracadutisti Viterbo, su:

  • Batteria comando e servizi Leoni
  • 1ª Batteria artiglieria paracadutisti Draghi
  • 2ª Batteria artiglieria paracadutisti Aquile
  • 3ª Batteria artiglieria paracadutisti Diavoli


26º Gruppo squadroni aviazione leggera esercito (ALE) Giove, su:

  • Squadrone comando e servizi
  • 426º Squadrone elicotteri
  • 526º Squadrone elicotteri
  • Squadrone mantenimento


Battaglione logistico paracadutisti Folgore, su:

  • Compagnia comando e servizi
  • Compagnia rifornimenti Cobra
  • Compagnia mantenimento Castori
  • Compagnia trasporti Canguri
  • Compagnia esploratori paracadutisti Folgore
  • Compagnia controcarri paracadutisti Folgore


Compagnia genio pionieri paracadutisti Folgore

Scuola militare di paracadutismo, su:

  • Comando e Compagnia comando
  • Reparto servizi
  • Compagnia Aviorifornimenti Pellicani
  • Compagnia Aviolanci e mautenzione Ragni
  • 3º Battaglione paracadutisti Poggio Rusco (ex Battaglione addestramento reclute), su:
  • Compagnia comando e servizi
  • 7ª Compagnia paracadutisti Pantere
  • 8ª Compagnia paracadutisti Gazzelle
  • 9ª Compagnia paracadutisti Tigre
  • 10ª Compagnia paracadutisti Canguri, in seguito 16ª Grifi


Nell'ottobre 1976 vennero consegnate ai battaglioni della Brigata le bandiere di guerra:
  • al 2º Battaglione la bandiera già del 187º Reggimento Fanteria Paracadutisti della Divisione "Folgore"
  • al 5º Battaglione la bandiera già del 186º Reggimento Fanteria Paracadutisti della Divisione "Folgore"
  • al 9º Battaglione la bandiera già del 10º Reggimento arditi

Il 185º Gruppo artiglieria conservò la bandiera del 186º Reggimento Fanteria Paracadutisti della Divisione "Folgore", già in suo possesso, mentre il Battaglione Carabinieri ed il Battaglione logistico ricevettero bandiere nuove.
Dal 1979 una compagnia per ciascun battaglione Fanteria paracadutista venne meccanizzata con l'assegnazione di veicoli blindati VCC-2. Nel corso del 1980 la Compagnia genio pionieri venne trasformata in Compagnia genio guastatori e venne costituita la Musica d'Ordinanza delle Aviotruppe presso la Scuola militare di paracadutismo. L'anno successivo le compagnie Esploratori e Controcarro vennero sciolte ed il loro personale ripartito direttamente tra i battaglioni operativi nelle compagnie 10ª Draghi (trasferita dal 3º al 2º Battaglione) ed 11ª Peste (di nuova costituzione e assegnata al 5º Battaglione). Nel 1984 i Mortai pesanti che precedentemente equipaggiavano le Compagnie armi di sostegno dei battaglioni vennero riassegnati al 185º Gruppo artiglieria come armamento alternativo rispetto agli obici da 105/14, mentre i battaglioni vennero riequipaggiati con mortai medi.




La riorganizzazione degli anni ’90

La struttura generale della Brigata restò immutata fino al 1991, quando venne riorganizzato ed inserito nella brigata il 183º Battaglione paracadutisti Nembo, che dopo la fine della guerra era stato trasformato in Battaglione di Fanteria ed inquadrato nella Divisione Meccanizzata Folgore (pur portando sul basco nero il classico fregio con ali e gladio, e sfilando con reparti di rappresentanza della Folgore nell'ambito dei raduni nazionali dei Paracadutisti d'Italia). Nello stesso anno, iniziò una nuova riorganizzazione dell'Esercito Italiano, con la progressiva reintroduzione del livello reggimentale. I battaglioni continuarono ad esistere, ma inseriti come elemento operativo all'interno di un Reggimento, come segue:
  • 1º Reggimento carabinieri paracadutisti Folgore (1992) con il 1º Battaglione carabinieri paracadutisti Eluet el Asel
  • 9º Reggimento d'assalto paracadutisti incursori Folgore (1995) con il 1º Battaglione incursori
  • 183º Reggimento paracadutisti Nembo (1993) con il 1º Battaglione paracadutisti Grizzano
  • 185º Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore (1992) con il 1º Gruppo artiglieria paracadutisti Viterbo
  • 186º Reggimento paracadutisti Folgore (1992) con il 5º Battaglione paracadutisti "Al Alamein"
  • 187º Reggimento paracadutisti Folgore (1992) con il 2º Battaglione paracadutisti Tarquinia.

Nel 1997 la brigata passava alle dipendenze del Comando delle forze operative di proiezione, costituito in quell'anno nell'ambito dei provvedimenti connessi con l'attuazione del Nuovo modello di difesa. Nel 1998 veniva sciolto il 3º Battaglione paracadutisti Poggio Rusco, che non aveva assunto la struttura reggimentale e l'anno successivo la Scuola militare di paracadutismo divenne il Centro addestramento paracadutismo.




Gli anni 2000

La brigata dal 1º dicembre 2000 passa alle dipendenze del 1º Comando Forze di Difesa. Nello stesso anno il 185º Reggimento artiglieria modificò radicalmente le proprie funzioni, divenendo il 185º Reggimento artiglieria terrestre paracadutisti acquisizione obiettivi (dal 2004 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi Folgore - RAO) e alla fine dello stesso anno con la riconfigurazione del Comando delle forze operative di proiezione, la Brigata paracadutisti "Folgore" passava alle dipendenze del 1º Comando delle forze di difesa insieme alla Brigata aeromobile "Friuli". Nel 2001 gli elicotteristi del 26º Gruppo squadroni Giove lasciarono la Brigata e venne sciolta la Compagnia genio guastatori potenziando la componente del genio prima a livello battaglione (8º Battaglione guastatori paracadutisti Folgore - 1º giugno 2001) e poi reggimento (8º Reggimento genio guastatori paracadutisti Folgore - 13 ottobre 2004). Nel 2002 il 1º Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania esce dai ranghi della Brigata a seguito della scissione dall'Esercito Italiano dell'Arma dei Carabinieri, che diviene Forza Armata Autonoma, mentre nel 2004 la brigata passa alle dipendenze del COMFOTER.
Nel 2006 la caserma Vannucci della "Folgore" a Livorno subì un attentato dalle Nuove Brigate Rosse ma l'ordigno non esplose del tutto. Nel 2011 invece un ordigno dinamitardo di un gruppo anarchico ferì il tenente colonnello Alessandro Albamonte, capo di stato maggiore delle brigata.
Nel 2013, nell'ambito della successiva riorganizzazione, la Brigata transita alle dirette dipendenze di COMFOTER e vede mutare nuovamente la sua composizione. Entrano nella grande unità il 3º Reggimento Savoia Cavalleria, il 6º Reggimento logistico Folgore e il neo ricostituito 185º Reggimento artiglieria paracadutisti.
Lasciano invece la Folgore il 9º Reggimento paracadutisti d'assalto Col Moschin e il 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi Folgore, entrati a far parte dal 2014 del Comando delle forze speciali dell'Esercito, alle dirette dipendenze del sottocapo di Stato maggiore. Dal settembre 2016 la brigata lascia il Comando delle forze operative terrestri e passa alle dipendenze del Comando Forze Operative Nord.




Organizzazione

  • Comando Brigata paracadutisti Folgore con sede a Livorno
  • Reparto comando e supporti tattici Folgore con sede a Livorno, su:
  • Compagnia comando e supporti logistici Camaleonti
  • Compagnia trasmissioni Gufi
  • Sezione maggiorità e personale
  • Sezione logistica
  • Sezione operazioni, addestramento e informazioni
  • Centro addestrativo multifunzione
  • Reparto alla sede


183º Reggimento paracadutisti Nembo con sede a Pistoia, su:
  • Compagnia comando e supporto logistico Orsi
  • 1º Battaglione fanteria paracadutisti Grizzano, su:
  • 18ª Compagnia fucilieri paracadutisti Leoni
  • 19ª Compagnia fucilieri paracadutisti Linci
  • 20ª Compagnia fucilieri paracadutisti Puma
  • 12ª Compagnia supporto alla manovra paracadutisti Leopardi
  • 186º Reggimento paracadutisti Folgore con sede a Siena, su:
  • Compagnia comando e supporto logistico Sorci Verdi

5º Battaglione fanteria paracadutisti El Alamein su:
  • 13ª Compagnia fucilieri paracadutisti Condor
  • 14ª Compagnia fucilieri paracadutisti Pantere Indomite
  • 15ª Compagnia fucilieri paracadutisti Diavoli Neri
  • 11ª Compagnia supporto alla manovra paracadutisti Peste

187º Reggimento paracadutisti Folgore con sede a Livorno, su:
  • Compagnia comando e supporto logistico Aquile
  • 2º Battaglione fanteria paracadutisti Tarquinia, su:
  • 4ª Compagnia fucilieri paracadutisti Falchi
  • 5ª Compagnia fucilieri paracadutisti Pipistrelli
  • 6ª Compagnia fucilieri paracadutisti Grifi
  • 10ª Compagnia supporto alla manovra paracadutisti Draghi

Reggimento Savoia Cavalleria (3°) con sede a Grosseto, su:
  • Squadrone Comando e Supporto Logistico
  • 1º Gruppo Squadroni Esplorante, su:
  • 1º Squadrone esplorante Cap. Abba
  • 2º Squadrone esplorante Cap. Marchio
  • 3º Squadrone esplorante Cap. De Leone
  • Squadrone blindo pesanti

185º Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore con sede a Bracciano, su:
  • Batteria comando e supporto logistico "Leoni"
  • 1º Gruppo artiglieria paracadutisti "Viterbo" su:
  • 1ª Batteria paracadutisti Draghi
  • 2ª Batteria paracadutisti Aquile
  • Batteria sorveglianza e supporto tecnico "Levrieri"

8º Reggimento genio guastatori paracadutisti "Folgore" con sede a Legnago (VR), su:
  • Compagnia comando e supporto logistico Leoni
  • 8º Battaglione guastatori paracadutisti Folgore, su:
  • 21ª Compagnia guastatori paracadutisti Giaguari
  • 22ª Compagnia guastatori paracadutisti Angeli Neri
  • 23ª Compagnia guastatori paracadutisti Cinghiali
  • 24ª Compagnia guastatori paracadutisti Tigri

Reggimento logistico Folgore con sede a Pisa, su:
  • Compagnia comando e supporto logistico
  • Battaglione logistico
  • Compagnia mantenimento
  • Compagnia trasporti
  • Compagnia rifornimento

Centro addestramento paracadutismo con sede a Pisa, su:
  • Ufficio addestramento e lanci
  • Ufficio segreteria, personale e benessere
  • Ufficio logistico
  • Ufficio amministrazione
  • Reparto alla sede
  • Compagnia comando e servizi
  • Battaglione addestrativo Poggio Rusco
  • Battaglione aviorifornimenti

Reparto comando e supporti tattici Folgore

Costituito a Livorno il 1º ottobre 1963 quale Quartier generale della ricostituita Brigata paracadutisti Folgore, assume la denominazione di Reparto comando e trasmissioni il 1º ottobre 1975. La Compagnia trasmissioni che ne fa parte dal settembre 1977 ha ereditato le tradizioni della 185ª Compagnia genio collegamenti della Divisione Folgore. Dal 1º gennaio 1994 ingloba a sé la Compagnia genio guastatori paracadutisti Folgore, assumendo così la denominazione attuale di Reparto comando e supporti tattici e mantenendo tale denominazione anche dopo lo scioglimento della suddetta compagnia a seguito dell'inquadramento nella brigata dell'8º Reggimento genio guastatori paracadutisti. Il Reparto, inquadrato nella Brigata paracadutisti Folgore è un'unità di supporto fondamentale destinata al sostegno logistico ed alla sicurezza del Comando Brigata, alla gestione del sistema di trasmissioni dell'intera brigata, a soddisfare le esigenze di mobilità delle varie unità che compongono la Grande Unità elementare. Ha partecipato a tutte le operazioni "fuori area" nelle quali è stato presente il Comando Brigata paracadutisti Folgore.

183º Reggimento paracadutisti Nembo

La 184ª Divisione paracadutisti Nembo venne costituita nel 1943 come seconda Divisione paracadutisti con l'impiego di nuovi reparti e del 185º Reggimento, già della Divisione Folgore. La Nembo fu inviata alla vigilia dell'8 settembre 1943 in Sardegna, dove sarà decimata dalla malaria. Reimpiegata, salvo elementi del III e XII Battaglione che aderirono alla Repubblica Sociale Italiana, nella guerra di liberazione italiana trova la sua maggiore gloria nella battaglia di Filottrano, in quella di Case Grizzano e nell'operazione Herring (queste ultime nel Gruppo di Combattimento Folgore, da essa costituito dopo la riconfigurazione della Divisione).
Alla fine della seconda guerra mondiale diverrà il 183° Nembo e sarà utilizzato, come Reggimento prima e Battaglione poi, nella fanteria meccanizzata, passando per le sedi di Brunico, Arezzo, Pistoia, Belluno, Villa Vicentina, Cervignano del Friuli e Gradisca d'Isonzo. In quest'ultima sede rimarrà fino al 1991, anno in cui si è ricostituito il 183º Battaglione paracadutisti Nembo, inquadrato questa volta nella Brigata paracadutisti Folgore. La Folgore stessa era stata ricostituita negli anni sessanta con istruttori provenienti proprio dal Nembo, inquadrato all'epoca nella Divisione meccanizzata Folgore di Treviso. Nel 1993 il battaglione è promosso al rango di Reggimento, e dal 1991 in poi ha partecipato a tutte le missioni internazionali che hanno visto impiegati l'Italia ed i paracadutisti.

185º Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore

La Brigata "Folgore" ha sempre avuto la componente di Artiglieria, rappresentata dalla 1ª Batteria, poi dal Gruppo da campagna paracadutisti e quindi dal 185º gruppo artiglieria da campagna paracadutisti "Viterbo". Questi è nel 1992 divenuto 185º Reggimento Artiglieria Paracadutisti "Folgore", con batteria di autodifesa controaerei Stinger “Scorpioni” e il 1º Gruppo su tre batterie obici/mortai paracadutisti (1^ "Draghi", 2^ "Aquile", 3^ "Diavoli") e la batteria tiro e supporto tecnico “Levrieri”.
Sciolte le batterie nel 2000, cambia percorso di specializzazione e diviene 185º Reggimento Artiglieria Terrestre (Paracadutisti Acquisizione Obiettivi "Folgore"), fino al 2004, quando viene trasformato in 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi "Folgore" (spesso abbreviato 185° RRAO).
Nel 2013 nasce il nuovo 185º Reggimento artiglieria paracadutisti "Folgore", che si forma a Bracciano, riprendendo in consegna la Bandiera di Guerra degli artiglieri paracadutisti.

186º Reggimento paracadutisti Folgore

Il 186º Reggimento paracadutisti "Folgore" è erede del 186º Reggimento "Folgore" schierato nella battaglia di El Alamein e ne prende in consegna la bandiera, decorata a medaglia d'oro per il comportamento tenuto nella battaglia stessa. È inoltre decorato di due medaglie d'argento al valor dell'Esercito ricevute in Somalia nel 1993 e in Kosovo nel 2004, mentre sono numerosi i paracadutisti del 186º Reggimento che con azioni individuali hanno ricevuto medaglie d'oro, d'argento e di bronzo.
Precedentemente inquadrato come 5º Battaglione paracadutisti "El Alamein", si è riscostituito reggimento nel 1992. È di stanza a Siena presso la caserma Bandini.

187º Reggimento paracadutisti Folgore

Il 187º Reggimento paracadutisti "Folgore" nasce nel 1942 quando il 3º Reggimento paracadutisti è ridenominato 187°, guadagnando nella battaglia di El Alamein sei Medaglie d'oro al valor militare. Nel 1976 il 2º Battaglione Paracadutisti "Tarquinia" riceve la Bandiera di Guerra del 187º reggimento, che nel 1992 entra nel ricostituito 187º Reggimento paracadutisti "Folgore". Ha preso parte alle operazioni "Ibis 1" e "Ibis 2" in Somalia e "Joint Endeavour" in Bosnia e, successivamente, "Alba" in Albania, seguite dal Kosovo e Timor Est. Il reggimento è di stanza a Livorno.

Reggimento Savoia Cavalleria (3º)

Lo storico Savoia Cavalleria viene ricostituito in Reggimento il 23 maggio 1992 a Merano, e dal 1995 è di stanza a Grosseto, inquadrato nella Brigata aeromobile "Friuli" all'interno del 1º Comando delle Forze di Difesa.
Con la riorganizzazione delle "forze di proiezione", nel 2013 viene inquadrato nella Brigata paracadutisti “Folgore".

8º Reggimento genio guastatori paracadutisti “Folgore"

Il 1º giugno 2001 l'8º Battaglione guastatori paracadutisti fu ricostituito a Legnago, per cambio di denominazione del preesistente 5º Battaglione Genio Guastatori "Bolsena" (che aveva inglobato la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore") che nel 2000 era stato assunto dalla brigata paracadutisti Folgore.
L'8º Reggimento genio guastatori paracadutisti "Folgore" venne ufficialmente ricostituito il 13 ottobre 2004 nella caserma "Donato Briscese" di Legnago, in provincia di Verona, in seguito all'elevazione al rango di reggimento dell'8º Battaglione guastatori paracadutisti.

Reggimento logistico Folgore

Il reggimento logistico "Folgore" dal 2015 è l'erede del 6º Reggimento di Manovra (a sua volta erede del battaglione logistico Paracadutisti "Folgore" e del Reparto Sanità "Centauro"), che dal 2001 era costituito da una compagnia comando e servizi, un reparto sanità, un battaglione mantenimento e un battaglione rifornimenti.
Oggi è costituito da una Compagnia comando e Supporto logistico e da un battaglione logistico, a sua volta composto da tre compagnie (mantenimento, trasporti e rifornimento). Il reggimento è di stanza a Pisa.

Centro addestramento paracadutismo

Dal 1957 ha sede a Pisa. Nel dicembre 1963 diviene Centro Addestramento Paracadutisti alle dipendenze della brigata, ma il 1º aprile 1964 viene chiamata Scuola Militare di Paracadutismo passando alle dipendenze dell'Ispettorato di Fanteria. Dal 1º gennaio 1983 la Scuola torna alle dipendenze della Brigata Paracadutisti "Folgore", e dal 1999 riprende l'attuale denominazione.
Rilascia le qualifiche di paracadutista militare a tutto il personale che presta servizio presso le aviotruppe delle Forze armate italiane. È sede del Centro Sanitario Aviotruppe e della Sezione paracadutismo del Centro sportivo dell'Esercito.

Sezione di Paracadutismo Sportivo dell’Esercito

Presso il Centro Addestramento Paracadutismo ha sede il Reparto Attività Sportive (RAS) del Centro Sportivo Esercito, dove si allenano gli Atleti militari dell'Esercito per le attività di paracadutismo sportivo. Questa sezione agonistica è stata fondata negli anni sessanta. Ha da subito partecipato alle più importanti manifestazioni e competizioni di paracadutismo sportivo, sia in ambito militare che civile. Le discipline praticate sono la "Precisione in Atterraggio", lo "Stile" in caduta libera e le "Formazioni in Caduta Libera", il "Paraski", il "Vertical Formation Skidiving" e lo "Speed".

Incidenti e fatti d’arme

Alcuni gravi incidenti o fatti d'arme hanno segnato la storia della brigata, in esercitazioni come in missioni operative o di pace. Tra questi:

  • Il 25 giugno 1967 la strage di Cima Vallona, dove una bomba piazzata da terroristi altoatesini a Sega Digon di Comelico Superiore uccise il capitano dei carabinieri del battaglione paracadutisti Tuscania Francesco Gentile e due incursori del battaglione Col Moschin, il Sottotenente Mario Di Lecce e il Sergente Olivo Dordi. Un altro incursore del Col Moschin, sergente Marcello Fagnani, rimase ferito gravemente.
  • Il 9 novembre 1971 la tragedia della Meloria, in cui un Lockheed C-130 della Royal Air Force parte di una formazione di dieci aerei da trasporto che carichi di truppe si recava a Villacidro in Sardegna si schiantò sul mare nella zona degli scogli della Meloria; l'aereo era contrassegnato col gesso sulla fiancata dal numero progressivo 4, ed era in volo a bassissima quota per motivi tattici; morirono 46 paracadutisti italiani e 6 membri dell'equipaggio inglese; inoltre un incursore del reggimento Col Moschin, il sergente maggiore Giannino Caria, moriva durante le ripetute immersioni tese al recupero dei corpi alle quali aveva volontariamente partecipato, e verrà insignito della medaglia d'oro alla memoria; il nome in codice col quale l'aereo era noto era "Gesso 4" per le modalità sopra descritte.
  • Il 2 luglio 1993, la battaglia del Check Point Pasta a Mogadiscio, Somalia, durante la missione di pace UNOSOM II. A seguito di un agguato preparato da miliziani somali, e dopo un violento scontro a fuoco che coinvolse blindati ed elicotteri d'attacco, tre italiani morirono, tra cui due paracadutisti.
  • Il 15 settembre 1993, l'agguato al porto nuovo di Mogadiscio, Somalia, durante la missione di pace UNOSOM II. Due parà italiani morirono sotto il fuoco di cecchini somali.

Le missioni di peacekeeping

La Brigata è stata impiegata in numerose missioni di "peacekeeping" negli anni recenti:
  • Libano (1982-1984), ITALCON, una delle prime missioni internazionali di pace.
  • Iraq, Kurdistan iracheno (1991), un gruppo tattico paracadutisti opera nel quadro della missione di soccorso umanitario "ITALPAR Airone", ridenominata successivamente "ITALFOR Airone".
  • Sicilia (1992), la brigata fornisce effettivi all'operazione "Vespri Siciliani" per il controllo del territorio e la difesa di obiettivi sensibili.
  • Somalia (28 dicembre 1992 - 3 settembre 1993), operazione "Restore Hope" (ITALFOR Ibis).
  • Bosnia ed Erzegovina (a partire dal 1996), missione IFOR poi SFOR.
  • Kosovo, missione KFOR.
  • Albania (1997), partecipazione alla forza di pace FMP.
  • Timor Est (1999)
  • Afghanistan (luglio 2003 - febbraio 2004), missione Enduring Freedom
  • Iraq (aprile - settembre 2005), operazione Antica Babilonia.
  • Sudan, missione Leone.
  • Libano (aprile 2007), operazione Leonte 2 sotto egida dell'ONU (risoluzione 1701), a seguito della guerra tra Israele ed Hezbollah dell'estate del 2006.
  • Afghanistan (aprile - ottobre 2009), la Brigata paracadutisti schiera il Comando e le Task Forces del Regional Command West e il contingente italiano in Kabul. Nel corso della missione i paracadutisti sono impegnati in operazioni contro i guerriglieri Talebani rimanendo coinvolti in diversi conflitti a fuoco ed attentati con IED sepolte nel terreno o autobomba. Il 17 settembre 2009, un attentatore suicida, alla guida di un'auto imbottita con 150 kg di esplosivo, si è fatto esplodere contro un convoglio di ritorno dall'aeroporto di Kabul, causando la morte di 6 paracadutisti che si trovavano sui due blindati Lince coinvolti nell'esplosione. I paracadutisti della Folgore sono stati i primi Italiani ad essere video-ripresi in combattimento in Afghanistan (6 ottobre 2009), grazie al giornalista Rai Nico Piro. Immagini mai viste prima e discordanti con lʼetichetta di missione di pace data alla missione italiana in Afghanistan. Il video della battaglia di Parmakan è stato ripubblicato da diversi siti di informazione, quotidiani e rilanciato dallʼagenzia di stampa ANSA e APCOM.
  • Afghanistan (aprile - ottobre 2011), Comando e Task Forces del Regional Command West.
  • Iraq, Kurdistan iracheno (2015), Operazione "Prima Parthica".

La Brigata Paracadutisti "Folgore" è una delle Grandi Unità che la Forza Armata annovera fra le sue forze di proiezione.


Costituita da reggimenti composti da Volontari in Ferma Prefissata, Breve o Servizio Permanente, in virtù del particolare addestramento cui si sottopone il suo personale, rappresenta una forza di fanteria leggera sempre disponibile per l'impiego. Dotata sia di mezzi che ne garantiscono l'aviotrasporto che l'aviolanciabilità, dispone di alcune pedine blindate.

Dislocata in Toscana, Lazio e Veneto, si compone di un Reparto Comando e Supporto, tre reggimenti d'arma base, un reggimento di artiglieria, un reggimento di cavalleria di linea, un reggimento genio guastatori ed un reggimento logistico .
Nella brigata è inquadrato anche il Centro Addestramento di Paracadutismo.

Trae origine dalla Divisione Paracadutisti costituita il 1° settembre 1941 a Tarquinia (VT) con i Reggimenti Paracadutisti 1° e 2° - cui si affianca il 3° nel marzo 1942 - ed il Reggimento Artiglieria Paracadutisti.

Resosi necessario l'impiego oltremare come unità terrestre, nel luglio 1942 è denominata Divisione di Fanteria "Folgore" (185^).
Le sue unità, di conseguenza, assumono la denominazione di 185°, 186° e 187° Reggimento Fanteria "Folgore" e 185° Reggimento Artiglieria "Folgore".
Dal 15 settembre 1942 il 185° Fanteria, rimasto in Patria, ceduti due battaglioni al 187°, lascia la "Folgore" e, preso il nome di 185° Reggimento "Nembo", diviene il nucleo costitutivo di una seconda divisione paracadutisti.
La "Folgore", avrà il battesimo del fuoco in Africa Settentrionale dove imporrà all'ammirazione del nemico e dell'alleato il suo stile di combattimento.
Consumata ma non vinta nella terribile battaglia di El Alamein, viene ufficialmente sciolta il 23 novembre 1942.

Il 1° gennaio 1963 si costituisce in Pisa, per trasformazione del preesistente Centro Militare di Paracadutismo (istituito nel 1947), la Brigata Paracadutisti su Comando, 1° Reggimento Paracadutisti (II e V btg), Battaglione Sabotatori Paracadutisti, Compagnia Carabinieri Paracadutisti (Battaglione dal 15 luglio), Batteria Artiglieria da Campagna Paracadutisti (Gruppo dal 1° giugno) e Centro Addestramento Paracadutisti (dal 1° dicembre passa alle dipendenze dell'Ispettorato di Fanteria e Cavalleria).
Dal 10 giugno 1967 riprende la denominazione tradizionale di Brigata Paracadutisti "Folgore".

Con la ristrutturazione dell'Esercito, dal 1° ottobre 1975 l'organico della grande unità è modificato e la "Folgore" comprende Reparto Comando e Trasmissioni, 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania", 2° Battaglione Paracadutisti "Tarquinia", 5° Battaglione Paracadutisti "El Alamein", 9° Battaglione d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", 3° Battaglione Paracadutisti "Poggio Rusco", 185° Gruppo Artiglieria da Campagna Paracadutisti "Viterbo", Battaglione Logistico "Folgore" e reparti minori. Dal gennaio 1983 torna alle dipendenze del Comando Brigata anche la Scuola Militare di Paracadutismo.

Il 1° gennaio 1986, unitamente alla Brigata "Friuli" ed a reparti di volo dell'Aviazione Leggera dell'Esercito, entra nella Forza di Intervento Rapido (FIR), unità interforze costituita per intervenire con immediatezza contro minacce interessanti l'intero territorio nazionale.

Dal 31 maggio 1991 viene inquadrato nella Brigata anche il ricostituito 183° Battaglione Paracadutisti "Nembo", quindi, con un nuovo ordinamento assunto dalla Forza Armata che ripristina il livello reggimentale, la "Folgore" ad iniziare dal 1992 assume gradatamente l'organico su Comando, 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania", 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", Reggimenti Paracadutisti 183° "Nembo", 186° e 187°"Folgore", 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti "Folgore", mantenendo inalterati i supporti.

Inserita nel Comando Forze di Proiezione, dal 1° dicembre 2000 passa alle dipendenze del 1° Comando Forze di Difesa ed assume nei suoi ranghi il 5° battaglione genio guastatori "Bolsena" poi rinumerato 8° "Folgore", nel quale confluisce la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti del Reparto Comando e Supporti Tattici.
A marzo 2001 viene soppresso il Battaglione Logistico, trasformato in 6° Reggimento di Manovra, seguito dal grosso del 26° "Giove" rischierato a Viterbo.

A seguito del passaggio dell'Arma dei Carabinieri da prima Arma dell'Esercito a quarta Forza Armata, nel corso del 2002 il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania" esce dai ranghi della Brigata. 

LE MISSIONI

Impegnata con consistenti reparti in Libano nella prima missione operativa fuori area della Forza Armata, la "Folgore" inizia a mietere successi e simpatie.
Seguono dieci anni di relativa tranquillità sullo scenario internazionale che vengono interrotti per non conoscere più sosta nei primi anni novanta.
Un Gruppo Tattico Paracadutisti (due Compagnie del 5° Battaglione "El Alamein", una Compagnia del 9° Battaglione "Col Moschin", un nucleo Carabinieri Paracadutisti) e gran parte del Battaglione Logistico "Folgore" fanno parte del contingente "ITALFOR AIRONE" che dal maggio al novembre 1991 effettua in Kurdistan missioni di soccorso umanitario.
La Brigata, ad iniziare dal 25 luglio 1992, fornisce un contingente di forze per partecipare all'operazione "Vespri Siciliani", in concorso al controllo del territorio e di vigilanza di obiettivi particolarmente sensibili.
Dal 28 dicembre 1992 al 3 settembre 1993 la "Folgore" è presente nell'operazione "RESTORE HOPE" (Italfor Ibis), in Somalia.
Da allora la Brigata, in veste unitaria o per aliquote, è stata rischierata più volte nei balcani nel quadro delle Missioni IFOR/SFOR in Bosnia e KFOR in Kosovo, della forza di pace FMP in Albania e nella Missione INTERFET a Timor Est.
Gli impegni all'estero sono quindi continuati con la partecipazione alle operazioni in Afghanistan, "Nibbio" in Irak, Sudan e Libano.
La introduzione del pallone frenato come strumento per brevettare i neo paracadutisti della Brigata Folgore, introdurrà contestualmente un nuovo paracadute, di produzione della francese ZODIAC AEROSYSTEM. In Francia il suoi nome è EPC- che corrisponde meglio alle esigenze della nuova modalità di lancio dal pallone. La Difesa ha già aggiudicato anche fornitura completa dei dorsali e delle emergenze compatibili.Nel dettaglio i modelli EPC P/N 304542 e paracadute di riserva P/N 304561
Della messa in linea se ne sta occupando l’ufficio esperienze e studi della Folgore, che ha in corso la verifica tecnica della compatibilità del nuovo equipaggiamento con i velivoli in dotazione alle forze armate italiane.
Stesse verifiche di compatibilità sono state effettuate con esito positivo -durante il 2019- anche sui paracadute T11, attualmente in dotazione alle forze armate americane, con le quali si svolgono sedmpre più spesso esercitazioni congiunte con i loro materiali da lancio.

A TASSIGNANO INIZIERA’ IL NUOVO SISTEMA DI LANCIO CON PALLONE FRENATO

La attività di lancio dal pallone frenato dovrebbe iniziare a Tassignano entro i primi mesi del 2021, dopo un ritardo dell’inizio dei lavori di costruzione dell’ hangar generato da alcuni ritardi burocratici.

CARATTERISTICHE DEL PARACADUTE IN DOTAZIONE ALL’ESERCITO FRANCESE

Il parco dei paracadute dell’esercito francese è attualmente costituito da DPI (vecchio modello) ed EPC. Gli EPC sostituiranno gradualmente i DPI fino al 2021, periodo entro il quale la flotta sarà interamente costituita da EPC. L’ordine globale francese riguarda 13.500 paracadute per il 2020.
Questo nuovo paracadute offre la possibilità di eseguire lanci ad altezze inferiori riducendo la vulnerabilità del paracadutista in aria.La sua conformazione consente carichi più pesanti: 165 kg anziché 130 kg, mantenendo bassa velocità di discesa; è dotato di fenditure con comandi per una migliore manovrabilità.
Specifiche tecniche in Francia:
  • Può essere usato ad una velocità di uscita dall’aereo fino a 235 km/h
  • Velocità di discesa a carico massimo: meno di 6 m / s.
  • Durata della vita: 18 anni o 180 lanci.
  • Compatibile con l’arma individuale FAMAS FELIN
  • Semplificazione della piegatura sommaria.
  • Si apre a quote di uscita fino a 80 m.

(Web, Google, Wikipedia, CongedatiFolgore, Esercito Italiano, You Tube)