martedì 12 maggio 2020

L'Agusta A106 era un piccolo elicottero ASW monoposto progettato nel 1965


L'Agusta A106 era un piccolo elicottero monoposto progettato nel 1965 per le fregate classe Bergamini, unità con spiccate caratteristiche antisommergibili. Fu, insieme con l'A101, uno dei prodotti delle ambizioni della Agusta che la portarono ad occupare un posto di rilievo nel panorama dei produttori mondiali, sia per le produzioni su licenza (come l'SH3 della Sikorsky o l'AB212 della Bell), che più tardi per macchine interamente proprie come l'A109 e l'Agusta A129 Mangusta.

Il velivolo

Era un elicottero leggero dotato di pattini, a cui erano accoppiati dei galleggianti, che gli fornivano delle capacità anfibie. Dotato di rotore bipala ed elichetta di coda posta sul lato sinistro della macchina, vista frontalmente, aveva un motore poco potente che ne penalizzava le prestazioni. Le pale e la trave di coda erano ripiegabili per facilitarne lo stivaggio nel piccolo hangar delle fregate classe Bergamini.

Armamento

Compatibilmente col suo ridotto peso, poteva portare due siluri, o cariche di profondità, o ancora essere equipaggiato con mitragliatrici e razzi per missioni contro piccole unità di superficie o barchini.

La storia

Terminata la fase di progetto, il prototipo volò il 10 novembre 1965, ed esistono foto del 1972 che lo ritraggono con i contrassegni della Marina Militare. Il progetto venne poi cancellato perché l'Agusta acquisì la licenza di costruzione di macchine della Bell, come detto sopra, che alla data del 2007 ancora equipaggiano con compiti ASW le fregate della Marina Militare e di altre nazioni, come ad esempio la Turchia. Il piccolo elicottero ASW rappresentò un passo importante nella acquisizione di una capacità di progettazione e produzione per l'azienda italiana.
L'Agusta A106 era un elicottero leggero monoposto progettato per fornire una piattaforma ASW anche per i caccia lanciamissili Impavido e Intrepido  della Marina Militare Italiana. Il velivolo era stato dotato di una sofisticata suite elettronica della Ferranti per l’autostabilizzzione e l'identificazione del contatto. Due siluri potevano essere trasportati sotto la fusoliera. La coda e due pale del rotore principale potevano essere ripiegate per lo stivaggio di bordo.
Il prototipo volò per la prima volta il 10 novembre 1965 e inizialmente ne furono costruiti due esemplari consegnati alla Marina Militare che furono assegnati al 2° Gruppo Elicotteri di Maristaeli Catania – Fontanarossa, con i codici 5-01 (Prototipo) e 5-02. I due elicotteri da novembre a dicembre del 1971 vennero sottoposti ad un intensivo ciclo di valutazione operativa che comprendeva anche numerosi voli notturni operando dal cacciatorpediniere ”Intrepido”. Purtroppo nel 1972 il programma fu abbandonato dalla Marina Militare che non confermò l’ordine per ulteriori 5 esemplari mettendo cosi fine alla vita di questo singolare elicottero imbarcato. Nel volume “100 anni di aviazione navale” è possibile trovare ulteriori informazioni.
Questa buffa creatura nasceva dall'imperante e non sempre giustificata esigenza di dotare tutte le nostre unità di superficie di un mezzo aereo ASW versatile quale appunto l’elicottero. Soprattutto da unità molto piccole e/o inadatte all'appontaggio quali erano all’epoca i cacciatorpediniere classe "Impavido".
Scopo precipuo dell'A-106, era quello di vettore leggero per armi antisom, infatti poteva trasportare e lanciare due siluri Mk.44. Era possibile l'ammaraggio in emergenza, grazie al montaggio di  galleggianti sui pattini.
Dopo le prove di valutazione, una delle due macchine venne restituita all'Agusta, l'altra lasciata presso la base di Maristaeli Catania dove, solo di recente, è stata restaurata ed esposta al pubblico.
La macchina, in base ai risultati delle prove e di rispondenza ai requisiti contrattuali, effettuate preso il reparto sperimentale di volo nel 1969, venne riconosciuta idonea, sia pur con alcune limitazioni, solo per il volo diurno a vista. Per poter assolvere pienamente le previste missioni operative per la notte, "l’A-106”, in mancanza di riferimenti esterni, doveva essere dotato di apparecchiature di stabilizzazione automatica, a similitudine di tutti gli altri elicotteri operativi (fatta eccezione per l’AB 47J3).
Pertanto, sui due prototipi, oltre ad attuare alcune migliorie e modifiche, venne installata un apparecchiatura di stabilizzazione SAS-2. Mentre il prototipo veniva consegnato alla Marina per iniziare l’addestramento dei piloti e le valutazione del mezzo, l’altro prototipo era impiegato per le prescritte prove di volo, dapprima presso la ditta costruttrice e successivamente a Pratica di Mare. Soltanto dopo il favorevole esito delle prove sperimentali dell’apparato, veniva autorizzato l’impiego del SAS-2 e aveva quindi inizio l’attività notturna, prima a terra e poi a bordo dell’Intrepido, per un ciclo di attività nel periodo Novembre-Dicembre 1971. Le qualità di volo dell’elicottero apparvero sensibilmente migliorate; ma permanevano dubbi sulla possibilità di impiegare operativamente l’”A106” di notte e in condizioni anche di modesta turbolenza. Per superare le limitazioni riscontrate, occorreva installare, al posto del SAS-2, un apparato di stabilizzazione  con funzioni di autopilota, analogo a quello degli “AB 204AS” e degli “SH 3D”. La realizzazione di una simile apparecchiatura  era tecnicamente possibile, ma avrebbe richiesto tempo e denaro (va sottolineato che tra installazione e prove  del SAS-2 c’erano voluti quasi tre anni). Il 17 luglio 1972 la Marina abbandonava l’ulteriore sviluppo dell’”A 106”, in considerazione dei motivi operativi, tecnici, logistici e addestrativi che consigliavano una tale decisione e tenuto conto della scarsa validità operativa di un elicottero limitato, come nella versione disponibile, al solo impiego diurno; del costo e del tempo necessario a realizzare e mettere a punto un nuovo apparato di stabilizzazione automatica che consentisse di superare, almeno parzialmente, tale limitazione; dello scarso significato economico e industriale di perseguire ulteriormente la difficile  messa a punto di un elicottero che non aveva alcuna valida prospettiva operativa o commerciale. Nel contempo, si decideva di mantenere in efficienza  gli esistenti impianti del ponte di volo dei tipi “Intrepido”, in modo da consentire l’appontaggio, il rifornimento e l’imbarco occasionale, per esercitazioni o particolari necessità degli “AB 204-AB212”. Gli “Intrepido” non disponevano infatti di hangar  di adeguate dimensioni e quindi l’elicottero doveva rimanere sul ponte, esposto alle intemperie e perfino ai colpi di mare, con serio pregiudizio per l’efficienza del velivolo.

Operatori: Italia - Marina Militare solo per valutazione.

Caratteristiche generali
  • Equipaggio: uno, pilota
  • Lunghezza: 8,00 m (26 ft 3 in)
  • Diametro rotore principale: 9,50 m (31 ft 2 in)
  • Altezza: 2,5 m (8 ft 2½ a)
  • Principale zona del rotore: 70,9 m 2 (763 ft 2 )
  • Peso a vuoto: 590 kg (1300 lb)
  • Peso lordo: 1.400 kg (3.086 lb)
  • Motopropulsore: 1 × Turbomeca-Agusta TAA.230, 224 kW (300 CV).


Prestazioni
  • Velocità massima: 176 kmh (109 mph)
  • Autonomia: 740 km (460 miglia)
  • Durata: 4 ore e 30 min
  • Tangenza operativa: 3.000 m (9.800 ft)
  • Rateo di salita: 6,2 m / s (1.220 ft / min).

Armamento
  • 2 × siluri Mk.44 o A 244
  • 10 × bombe di profondità o
  • 2 × 7,62 mm mitragliatrici e 10 × 80 mm razzi.


ENGLISH

The Agusta A.106 was a single-seat light helicopter designed to provide an anti-submarine warfare (ASW) platform for the Impavido-class destroyers of the Italian Navy. The aircraft was provided with a sophisticated electronics suite by Ferranti for autostabilisation and contact identification. Two torpedoes could be slung under the fuselage. The tail and two-bladed main rotor could be folded for shipboard stowage, and the skid undercarriage had fittings for flotation bags.
Two prototypes were built, the first flying in November 1965. A pre-production batch of 5 was cancelled by the Navy in 1973.

Operators:
  • Italy- Italian Navy (Marina Militare) for evaluation only.


Specifications - General characteristics:
  • Crew: one, pilot
  • Length: 8.00 m (26 ft 3 in)
  • Main rotor diameter: 9.50 m (31 ft 2 in)
  • Height: 2.5 m (8 ft 2½ in)
  • Main rotor area: 70.9 m2 (763 ft2)
  • Empty weight: 590 kg (1,300 lb)
  • Gross weight: 1,400 kg (3,086 lb)
  • Powerplant: 1 × Turbomeca-Agusta TAA.230, 224 kW (300 hp).

Performance:
  • Maximum speed: 176 km/h (109 mph)
  • Range: 740[2] km (460 miles)
  • Endurance: 4 hours  30 min
  • Service ceiling: 3,000[3] m (9,800 ft)
  • Rate of climb: 6.2 m/s (1,220 ft/min)

Armament:
  • 2 × Mk.44 torpedoes or
  • 10 × depth charges or
  • 2 × 7.62 mm machine-guns and 10 × 80 mm rockets.

(Web, Google, Aviastore, Difesa.Forumfree, Anmicarrara, Wikipedia, You Tube)































lunedì 11 maggio 2020

Il Nuovo Siluro Pesante Black Shark Advanced (BSA), alimentato dalla segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento


Effettuato con successo il primo lancio del Nuovo Siluro Pesante Black Shark Advanced (BSA), alimentato dalla segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento (Al-AGO).



E’ stato lanciato di recente per la prima volta in assoluto dal Sommergibile Scirè, il Nuovo Siluro Pesante (NSP) / Black Shark Advanced (BSA) prodotto dalla società WASS del Gruppo Leonardo-Finmeccanica. 
Il siluro risulta essere stato lanciato in modalità "Push Out" (sistema di espulsione del siluro dal tubo di lancio mediante un getto d'acqua ad alta pressione); la nuova arma messa a punto da Leonardo era equipaggiata in maniera del tutto innovativa con una nuova e segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento (Al-AGO). 
Dalle ultime informazioni che trapelano, la nuova tecnologia utilizzata nelle batterie sarà quasi sicuramente utilizzata con delle modifiche sostanziali per fornire energia ai nuovi sottomarini italiani "U212 - 2^ serie".

Sviluppo

La società italiana Leonardo Whitehead Alenia Sistemi Subacquei sta ultimando la messa a punto del Black Shark Advanced (BSA) come evoluzione di una tecnologia già acquisita da tempo, utilizzando i più avanzati sistemi ECCM e sonar. I progressi nella progettazione del motore elettrico e della nuovissima batteria all’ossido di alluminio-argento hanno consentito un aumento sostanziale sia della portata che della velocità d'ingaggio.
La nuova versione allo stato dell’arte dell'N.S.P. utilizza per la filo-guida la fibra ottica invece del filo di rame, allo scopo di aumentare la capacità della larghezza di banda e della elaborazione del segnale. Le capacità sonar includono una multi-frequenza che presenta avanzate capacità di analisi spaziale ed angolare. L'obiettivo della progettazione del siluro era un 300% di miglioramento dell'acquisizione passiva e del 200% attiva con il suo avanzatissimo sistema sonar. 
Il disegno del motore brushless accoppiato con l'ossido di alluminio-argento (Al-AGO) conferisce al sistema una velocità massima 50+ nodi, ed una autonomia di oltre 50 km. Come tutti gli altri HWTs alimentati a batteria, il sistema di alimentazione non subisce perdite di prestazioni del vecchi sistemi a ciclo Otto alle profondità maggiori in quanto non è presente uno scarico. Il risultato è un miglioramento del 150% nella velocità e del 200% nella resistenza.
Il nuovo siluro avanzato della Marina Militare Italiana è il risultato del programma di governo "A / R SMD 1/2010" per lo sviluppo di nuovi siluri BSA per 87,5 milioni di € entro il 2020:
  • 2014/12/02 - primo lancio di prova del nuovo NSP / BSA (Nuovo Siluro Pesante / Black Shark avanzata) da parte dell'SSK Scirè;
  • 2014/06/19 - secondo lancio di prova da parte dello Scirè.

Il nuovo BSA arma i sottomarini classe Todaro; con circa 80 siluri ordinati e attesi dalla M.M. armerà anche i nuovi Pattugliatori classe Paolo Thaon di Revel (versione full), con due lanciatori ubicati sotto il ponte di volo; il peso della testata dell’NSP sarà pari a 350/400 kg.



Il lancio di prova del nuovo siluro, avvenuto nel golfo di La Spezia, è stato finalizzato a verificare sul campo i progressi realizzati dalla WASS nell’ambito del progetto del Nuovo Siluro Pesante, sviluppato in collaborazione con la Marina Militare italiana. Il successo del lancio rappresenta un ulteriore passo avanti nella fase di acquisizione da parte della Marina Militare stessa.



La nuova arma subacquea è frutto della ricerca e della tecnologia all'avanguardia tutte italiane: esprime un’eccellenza nazionale nel campo dei prodotti della difesa subacquea grazie all'impiego di soluzioni tecniche innovative in ambito dei sistemi di propulsione, di generazione energia ed elettroacustica. Il nuovo siluro è infatti un prodotto che, per i suoi alti standard qualitativi, è in grado di competere a livello internazionale, con i maggiori player del settore.
Nei prossimi anni, il Black Shark Advanced sostituirà completamente i vecchi Siluri A-184, ora in dotazione ai sommergibili della Marina Militare, incrementando notevolmente, in termini di deterrenza, le capacità della Forza Armata di difesa delle acque e degli interessi nazionali.
Il Black Shark è un siluro pesante da 533 mm di diametro (21 pollici) filoguidato sviluppato dall'azienda WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei Spa, confluita in Leonardo-Finmeccanica dal 2016, in accordo alle esigenze operative della Marina Militare Italiana.

Caratteristiche

Il siluro Black Shark è un'arma multi bersaglio progettato per essere utilizzata da diverse piattaforme di lancio ed impiegabile sia da unità di superficie che da unità subacquee. Il siluro è destinato alla lotta antinave e ASW ed è dotato di due modalità di lancio: "push-out" mediante catapulta oppure "swim-out" in virtù dalla spinta generata dalle eliche.
L'arma è stata concepita per contrastare le minacce tecnologicamente più moderne, siano esse bersagli di superifice o subacquei. Il siluro è filoguidato tramite un cavo in fibra ottica attraverso il quale il mezzo lanciante rimane in comunicazione per trasmettere e ricevere i dati necessari per il buon esito della missione.
Lo sviluppo è iniziato nel 1997 al fine di soddisfare le esigenze della Marina Militare Italiana circa una nuova generazione di siluri pesanti, da usare con gli ultimi sommergibili U212A sulla base dell'A184 Mod.3 ed era inizialmente conosciuto con la denominazione A184 Enhanced (avanzata) suggerendo che si sono sviluppate le specifiche sulla base dell'A184 Mod.3, ma gli è stato dato un nuovo nome per sottolineare che si trattava di un siluro completamente nuovo, migliore di un normale A-184, combinando un nuovo sistema di sonar avanzato (ASTRA), una guida attiva/passiva, un sistema per migliorare l'orientamento e percorsi di controllo, cavo in fibra ottica per la trasmissione di dati tra il siluro e il sottomarino, un nuovo motore potenziato ed eliche a contro-bilanciamento.
Il siluro Black Shark è lungo circa 6 metri, la lunghezza varia in base alla configurazione, sia essa di esercizio o di servizio, ha un diametro di circa 533 mm, è molto silenzioso e può operare in modalità di autoguida nell'ultima fase della missione. Nella sua versione più innovativa è equipaggiato con una nuova batteria Litio-Polimeri, sostituita con la segretissima batteria sperimentale all’ossido di alluminio-argento (Al-AGO).

LA  TESTA  ACUSTICA  “ASTRA”

L'ASTRA (Advanced Sonar Transmitting and Receiving Architecture) è la testa acustica, sia attiva che passiva, del Black Shark, che può essere utilizzata come sensore remoto da parte dell'unità lanciatrice. La capacità tecnologica di questo avanzatissimo sensore italiano di Leonardo ha fatto la differenza in campo mondiale per la scelta del siluro WASS; spesso ha oscurato armi pari-classe tedesche, francesi ed anglosassoni.

Vendite all’estero

Il siluro oltre alla Marina Militare Italiana è stato venduto a diverse marine estere. Il Governo Indiano ha sospeso, nel corso del 2014, le trattative in corso da diversi anni per la fornitura all'Indian Navy di 98 Black Shark, per un controvalore di circa 300 milioni di Euro, a causa delle indagini promosse dalla magistratura italiana a carico di Finmeccanica, per la fornitura di 12 elicotteri AW-101 in versione VIP.

Operatori:
  • Marina cilena - Classe di O'Higgins (100 nel 2003) - classe Thompson;
  • Marina Equadoregna - Classe Shiri (16 nel 2012 per Euro 24,6 milioni);
  • Marina Militare - Classe Todaro - I e II lotto (sotto BSA di sviluppo - Black Shark avanzato NSP; previsti circa 80 siluri);
  • Royal Malaysian Navy - KD Tunku classe Abdul Rahman (30 nel 2003 per euro 90 milioni);
  • Portoghese Navy - Classe Tridente (24 nel 2005 per euro 47 milioni);
  • Repubblica di Singapore Navy - classe Archer;
  • Singapore.


(Web, Google, Wikipedia, Analisidifesa, Leonardo, G.ARRA, You Tube)