giovedì 28 maggio 2020

ESERCITO ITALIANO: Il “Sistema soldato sicuro”


Il “Sistema soldato sicuro”:
  • Totale controllo dello scenario tattico
  • Capacità aumentata di letalità, mobilità, comando e controllo, sopravvivenza e sostenibilità
  • Sistemi di Comunicazione
  • Optronica.

Leonardo e gli altri associati al consorzio, hanno sviluppato soluzioni specifiche fornendo all’ Esercito, una serie di moderni equipaggiamenti che facilitano le operazioni digitalizzate del soldato, allo stesso tempo massimizzando la capacità di attacco / difesa e aumentando la sicurezza.

Comando e controllo Soldato

Leonardo supporta il soldato con le funzioni di comando e controllo per abilitare le informazioni, scambiare e gestire l'acquisizione di dati da sensori e sottosistemi coinvolti, massimizzando così la percezione della situazione tattica sul campo di battaglia.

Il NMS2K è un sistema di gestione di rete allineato agli standards del Telecommunication Management Network (TMN) e offre funzionalità di configurazione, ricerca errori, performance e sicurezza.

Scorpio è un Sistema di Controllo del Tiro (FCS) leggero, compatto e ad elevata probabilità di colpire il bersaglio per tubi lancia granate in grado di fornire capacità di mira e di fuoco veloci e accurate (LOS/LOF).
Un computer balistico riconfigurabile attraverso caricatori automatici per munizioni selezionate (HE frag, HEDP, Smoke ecc.) fornisce capacità di colpire il bersaglio avanzate contro target fissi e in movimento.

Sistemi di Comunicazione

Il teatro del conflitto di oggi è un spazio di battaglia dinamico e asimmetrico, con forze sul terreno spesso coinvolte in operazioni simultanee. Leonardo si impegna a fornire sistemi di comunicazione integrati e interoperabili in grado di agire negli scenari più complessi.

Optronica

Con sistemi compatti e leggeri, miglioriamo la consapevolezza dell’ambiente, anche grazie alle nostre competenze nei laser e nei rivelatori.
Il Linx nella versione Cooled è un sistema portatile multifunzionale di rilevamento bersagli, utilizzabile in qualsiasi condizione meteorologica, che include una camera termica raffreddata dotata di zoom, un puntatore laser non dannoso alla vista, una bussola magnetica digitale, un ricevitore GPS, connessioni bluetooth e wi-fi, integrati in un sistema compatto e leggero, utilizzabile da truppe e da forze speciali.

Il progetto Soldato del futuro procede spedito

L'Esercito Italiano sta mettendo in campo anche gli ultimi ritrovati tecnologici made in Italy. Si è conclusa di recente a Monte Romano la fase due della Sessione di integrazione operativa. Milleduecento soldati, 118 veicoli tattici, 96 sistemi d’arma, 27 automezzi speciali, 39 autoveicoli commerciali e l’ultima versione dell’elicottero CH 47 nella configurazione hanno proseguito la campagna di sperimentazione della Forza NEC. In particolare, sono stati impiegati il moderno sistema anti-drone CUAV (Counter Unmanned Aerial Vehicle) e i nuovi mezzi tattici recentemente acquisiti dall’Esercito, come il Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) “Orso” e il Veicolo Tattico Leggero Multiruolo 2 (VTLM2). Lo scopo dell'esercitazione è stato quello di implementare le capacità di operare in modo interamente digitalizzato e interforze, utilizzando i sistemi di comando e controllo, i mezzi tattici nonché gli equipaggiamenti individuali. In particolare dallo sviluppo del già noto Soldato Futuro sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del sistema individuale al combattimento, che consiste nella realizzazione di un "sistema soldato", basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego.

IL PROGRAMMA “Forza NEC”

Nel programma Forza NEC, la Divisione Sistemi terrestri di LEONARDO ha il ruolo di prime contractor, system integrator e systems authority per i requisiti architetturali. Il programma prevede la digitalizzazione delle Forze Armate italiane attraverso lo sviluppo di una soluzione innovativa, che favorisce la piena integrazione tra le varie piattaforme delle Brigate dell’Esercito, comprese quelle già operative (legacy), in un'unica architettura C4I.
La Divisione vanta un’esperienza più che ventennale nella fornitura di sistemi elettro-ottici per applicazioni fisse e mobili, in particolare, nell’ammodernamento dei sistemi di combattimento dei carri pesanti e dei veicoli cingolati, per clienti nazionali ed esteri. Negli ultimi anni la Divisione ha sviluppato anche importanti capacità nel campo dei sistemi di sorveglianza, puntamento, comando, controllo e comunicazione, che oggi sono in dotazione individuale ai soldati e ufficiali dei moderni eserciti, a partire dall’Esercito Italiano. Si è appreso recentemente che dallo sviluppo del già noto “Soldato Futuro” sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del nuovo sistema, che consiste nella “realizzazione di un “sistema soldato”, basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego”. La sua integrazione nel sistema automatizzato di comando e controllo permette il completo inserimento delle unità, fino ai minimi livelli, nel processo di digitalizzazione dei nuovi scenari operativi.
Sono stati, inoltre, impiegati apparati che consentono di inviare in tempo reale i dati per la raccolta delle informazioni, la ricognizione con minidroni per l’intervento da parte delle unità di artiglieria, i quali – inseriti in una cornice più ampia di sistemi di simulazione – contribuiranno a ridurre in maniera considerevole l’impatto ambientale delle esercitazioni.
Dopo il dispiegamento logistico iniziato di recente per realizzare il posto comando di brigata e gli impianti campali, l’attività operativa è stata condotta grazie all’impiego di 25 reparti dell’Esercito, a guida brigata Aosta, con 1.200 soldati, 118 veicoli tattici, 96 sistemi d’arma, 27 automezzi speciali, 39 autoveicoli commerciali e l’ultima versione dell’elicottero CH 47 nella configurazione “F”, recentemente acquisito dall’E.I..
La stretta collaborazione tra Esercito e la società Leonardo, l’azienda globale italiana ad alta tecnologia nei settori dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, ha consentito di sperimentare sistemi d’arma ed equipaggiamenti ad alto indice tecnologico per la sicurezza degli uomini e le donne con le stellette.

Nel dettaglio, l’Esercito Italiano ha da poco introdotto in servizio il moderno sistema anti-drone CUAV (Counter Unmanned Aerial Vehicle) e i nuovi mezzi tattici Veicolo Tattico Medio Multiruolo (VTMM) Orso e il Veicolo Tattico Leggero Multiruolo 2 (VTLM2).

Dallo sviluppo del già noto “Soldato Futuro” sono stati prodotti esemplari di prototipi operativi del “Sistema soldato sicuro”, che consiste nella realizzazione di un “sistema soldato”, basato sulla sinergia uomo-dotazione, idoneo ad assolvere i compiti all’altezza dei profondi mutamenti intervenuti nello scenario internazionale, nell’ottica di un contesto duale d’impiego.
La sua integrazione nel sistema automatizzato di comando e controllo permette il completo inserimento delle unità, fino ai minimi livelli, nel processo di digitalizzazione dei nuovi scenari operativi. Vengono inoltre impiegati apparati che consentono di inviare in tempo reale i dati per la raccolta delle informazioni, la ricognizione con mini droni per l’intervento da parte delle unità di artiglieria, i quali inseriti in una cornice più ampia di sistemi di simulazione contribuiscono a ridurre in maniera considerevole l’impatto ambientale delle esercitazioni.

Di seguito sono riportati i nuovi mezzi in dotazione all’E.I.:
  • 59 NH-90 a metà 2022;
  • oggi sono in dotazione 259 Centauro B1, in graduale sostituzione dal 2019 con 136 Centauro 2, entro il 2032;
  • 32 AH129D (+ AH129C) in graduale sostituzione (dal 2024) con 48 NEES AH-249 entro il 2034;
  • 630 VBM 8X8 entro il 2030;
  • 633 VTMM Orso, dal 2018/2019, entro il 2033;
  • 163 cannoni campali FH70, già in corso di aggiornamento con FH/ULH (?) per arrivare a 114 nel 2029;
  • 3634 VTLM/VBL al 2027 da sostituire, tutti, entro il 2032 con 3.500 VTLM2 (introduzione dal 2019) e NUOVO VBL;
  • 3.634 VM90 in servizio, tutti in phase-out entro il 2025, da sostituire, a partire dal  2020, con 3.750 NUOVO VM (IVECO 70.20 ?);
  • 92 elicotteri medi AB205/AB22/AB412/AB206/A109, obsoleti entro il 2025, da sostituire con 50 LUH (novità, almeno il quantitativo) a partire dal 2020;
  • 200 Main Battle Tank “Ariete”, da “revisionare e aggiornare" tra il 2022 e il 2027, da sostituire con un nuovo MBT a partire dal 2030;
  • 200 veicoli da combattimento fanteria “Dardo” con phase out tra il 2028 e il 2031, da sostituire con 375 nuovi DARDO 2, con inizio programma nel 2024 e completamento nel 2033.

Dal 2017 in produzione la prima tranche di 30 VBM 2^ Brigata, in assegnazione al 6° Rgt di Trapani e, per esigenze addestrative, anche al 3° Rgt di Capo Teulada. La versione EVO si auspica possa essere finanziata a partire dal 2019, con protezione scafo migliorata, motore più potente e nuovo cannone Leonardo da 30mm !

E' allo studio lo sviluppo di un nuovo VBL in grado di trasportare un’intera squadra di fucilieri dei Reggimenti di Fanteria leggera.

“UPDATE light” del carro medio “ARIETE”:
  • mobilità, revisionando il treno di rotolamento ed integrando un sistema di visione diurno/notturno;
  • Nuova protezione, fornendo principalmente al mezzo adeguate protezioni anti-mina/anti-IED;
  • precisione e letalità di ingaggio, attraverso nuove ottiche del capo-carro e del cannoniere che garantiranno un miglioramento nella capacità di scoperta e di ingaggio in movimento, anche grazie all'impiego di munizionamento di ultima generazione.

50 nuovi elicotteri LUH:

L’E.I. intende concentrare le funzioni formative, addestrative e operative per svolgere un'ampia gamma di attività dell'intero spettro delle operazioni, sia in Patria che all'estero, con connotazione dual-use;
Convergenza con altre F.A. (Aeronautica, M.M., C.C., Polizia, GdF e Vigili del Fuoco) per lo sviluppo concettuale di un unico assetto che consenta di soddisfare le necessità addestrative e operative.

NUOVO AIFV DARDO:
  • Sarà un AIFV nelle versioni combat e contro-carro;
  • Maggiore mobilità, precisione, letalità di ingaggio, standard di sicurezza e livello di protezione dello scafo.


SIC - Sistema Individuale di Combattimento:
  • Saranno introdotti 2.800 equipaggiamenti individuali;
  • La disponibilità sarà tra breve di 6.000 sistemi per esigenza complessiva di 68.900 sistemi;
  • Nuovo fucile mitragliatore Beretta ARX200 cal. 7,62 x 51 NATO omologato e già distribuito, in una prima aliquota, ai reggimenti. 




Il fucile beretta ARX 200

Il nuovo ARX 200 è un battle rifle (quindi che mantiene anche la capacità del tiro in full auto) che mira a colmare il divario delle capacità di ingaggio di bersagli puntiformi esistente tra i fucili d’assalto calibro 5,56 d’uso generale e le armi di precisione in dotazione agli sniper.
L’esperienza dei teatri operativi ha dimostrato infatti l’esigenza di poter intervenire efficacemente su distanze dell’ordine dei 500 metri, quindi al di là del tradizionale raggio di impiego delle armi individuali della fanteria.
Gli Stati Uniti sono stati fra i primi Paesi ad avvertire questa esigenza tattica, rivalutando la figura dello Squad Designated Marksman, cioè di un tiratore esperto dotato di un’arma munita di ottica particolare, inserito organicamente nelle minori unità di fanteria e destinato ad ingaggiare bersagli prioritari (quali comandanti, radiofonisti o serventi di armi collettive) a distanze più elevate.
Il Designeted Marksman agisce, muove e combatte nell’ambito del proprio reparto, ossia con modalità, obiettivi e tecniche assai differenti da quelle di un vero cecchino/sniper, una figura più specializzata che opera di norma in condizioni di isolamento.
L’inserimento di una tale figura nel nostro esercito, il cosiddetto “tiratore esperto”, dovrebbe avvenire sulla base di una revisione dottrinale ed organica assai opportuna ed urgente. 
L'ARX 200 è un fucile da battaglia italiano in calibro 7,62 × 51 mm NATO, sviluppato e prodotto dalla Beretta a partire dall'ARX 160. È facile da convertire in 7,62 × 39 mm e 5,56 × 45 mm NATO.
Il fucile è stato ideato per marksman, quindi per fornire un supporto di fuoco di precisione a livello di squadra di fanteria a distanza maggiore da quella raggiungibile con il calibro 5,56 mm NATO, più leggero.
Il nuovo Beretta Arx 200 è stato sviluppato per le esigenze dell’esercito italiano che richiedeva un’arma per i tiratori esperti in calibro 7,62x51.
La reintroduzione di questo calibro nelle armi leggere individuali è la risposta al gap che ha afflitto per molti anni gli eserciti occidentali dopo la totale transizione al 5,56x45 nelle armi di squadra. È un’arma nuova, completamente diversa dall’Arx160 come costruzione e funzionamento.
Le distanze di ingaggio nei teatri mediorientali, sono in genere piuttosto elevate e la squadra di fanteria dotata di fucili in 5,56 si è spesso trovata a chiedere un supporto di fuoco preciso a media distanza, senza per questo poter fare affidamento ad uno Sniper Team.
In particolare il problema è più sentito nello US Army a causa dell’abbandono dei fucili M16 in favore delle carabine M4 ma con inferiore efficacia terminale a causa della canna da 14 pollici.  
Il Corpo dei Marines, non ha mai abbandonato il modello M16 (canna da 20 pollici) in favore della carabina M4, se non per impieghi specifici in zone urbane o reparti meccanizzati.
La Bundeswehr ha adottato il G28 della Heckler & Koch, lo storico marchio presente nelle armerie delle Forze Speciali di tutto il mondo. Il G28 è derivato dalla carabina da tiro MR308 civile ed è capace di fuoco semi-automatico in calibro 7,62 NATO, l’esercito tedesco lo ha adottato in due versioni, una con canna da 16 pollici denominata “Patrol” per impieghi dinamici e una con canna lunga 20 pollici, bipiede ed ottica a grande ingrandimento per supporto di fuoco a lunga distanza.
A quanto pare anche in Italia finalmente qualcosa si muove: alcuni reparti hanno condotto in passato studi autonomi e sperimentali, in alcuni casi coinvolgendo i vecchi BM59 adattati alla buona con ottiche di puntamento commerciali. Recentemente però la Direzione Nazionale Armamenti ha ordinato alla Beretta 800 fucili ARX-200 in calibro 7,62 NATO.
 L’Arx 200 non ha più la scelta o la reversibilità del lato di espulsione dei bossoli, si eliminano ulteriori componenti e la finestra di espulsione è limitata adesso al solo lato destro. Il sistema di funzionamento è con pistone a corsa corta e con valvola regolatrice dei gas a 3 posizioni. Anche il gruppo porta otturatore risulta semplificato e la pista dell’otturatore rotante viene spostata sul lato sinistro; la faccia dell’otturatore mostra adesso due espulsori a puntone e molla. Altra novità è che il portaotturatore scorre adesso su una guida interna in acciaio.
Nuovo anche il caricatore polimerico prodotto dalla Beretta: bifilare e della capacità di 20 colpi.
Nella prova svolta nel balipedio interno della Beretta, l’Arx 200 (con canna da 16 pollici) è stato provato in posizione seduta e sdraiata in tiro semiauto e in posizione eretta in full auto: riguardo la precisione si è constatato che le indicazioni della Beretta sono corrette; nel tiro a raffica è apprezzabile la controllabilità nelle raffiche brevi.

Il sistema elettro-ottico di puntamento ICS (Intelligent Combat Sight)

La casa di Gardone Valtrompia a tale scopo propone il nuovo fucile munito del modernissimo sistema elettro-ottico di puntamento ICS – Intelligent Combat Sight – della controllata Steiner. L’ICS integra un telemetro laser ed un calcolatore balistico in un’ottica di tiro 6×40 compatta e robusta e consente di calcolare con immediatezza il punto di mira sulla base delle caratteristiche balistiche del munizionamento, della distanza del bersaglio e della sua angolazione. Nonostante la sofisticata tecnologia utilizzata, il sistema risulta semplice da operare e richiede un minimo addestramento degli operatori. Per ingaggi a brevi distanze dispone di tacche di mira fisse di back-up e della possibilità di applicare superiormente, grazie ad una slitta Piccatinny, una piccola ottica per il CQB.
Secondo la ditta produttrice l’impiego dell’ICS, che  è ottimizzato per un fucile calibro 7,62×51 ma che può facilmente essere configurato anche per il 5,56 mm, migliora sensibilmente le possibilità di colpire l’obiettivo da parte di tiratori non particolarmente addestrati rispetto ad un’ottica tradizionale, con probabilità accresciute fino al 138% nei confronti di bersagli particolarmente rapidi e fugaci, da ingaggiare in tempi molto brevi. 

Il lanciagranate GLX-160

Il GLX-160 è un lanciagranate individuale calibro 40 × 46 mm a bassa velocità prodotto dalla Beretta in dotazione all'Esercito Italiano ed altri utilizzatori in tutto il mondo: è stato progettato per completare piattaforme d'utilizzo come il fucile d'assalto ARX-160 ed anche il precedente Beretta AR 70/90. 
Il lanciagranate Beretta BPD “GLX160 A1” è stato appositamente progettato per essere completamente integrato con il fucile ARX160 A1 / A2; inoltre, grazie al suo attacco rapido, il GLX160 A1 può essere facilmente aggiunto su qualsiasi fucile dotato di una corretta interfaccia. E’ stato progettato appositamente per completare l’ARX160: ha un sistema di mira rimovibile montato su una guida Picatinny a tutta lunghezza e il lanciagranate da 40mm può essere montato sotto la parte anteriore del fucile mitragliatore Beretta o utilizzato in modalità lanciagranate stand-alone. Ha due punti di attacco per l'imbracatura e ha un'armatura amovibile. Premendo il pulsante di rilascio del tubo della granata, il tubo a colpo singolo scende per essere caricato nella culatta. È possibile avere l'idea di dove cade guardando in avanti del grilletto; questo è sicuramente uno degli approcci più ergonomici al lanciagranate visto negli ultimi anni.



PZH 2000:
  • Tra breve sarà avviato l’ammodernamento dei primi 17 semoventi;
  • aggiunta di impianto di condizionamento e antincendio;
  • prevista conclusione dell’ammodernamento del mezzo entro il 2019.


Nel settore degli ausili di mira la “Selenia 2000 Srl” ha presentato il cosiddetto “Triodo”, ossia l’insieme dei tre elementi di puntamento e visione notturna per armi individuali di cui era distributrice per l’Italia e che sono stati consegnati ad alcuni reggimenti dell’Esercito nell’ambito del programma SIC, Sistema Individuale di Combattimento.
L’insieme comprende un’ottica di puntamento diurna, una camera termica leggera ed un puntatore/illuminatore laser, che possono essere montati sull’ARX della Beretta insieme o separatamente, secondo un approccio modulare dettato dalle esigenze tattiche del momento.

Il mirino ottico è l’Elcan Specter DR 1-4x, un sistema molto luminoso, compatto e robusto che offre due diversi ingrandimenti, semplicemente azionando una levetta. E’ possibile così sommare le caratteristiche di un mirino a punto rosso 1x per il combattimento ravvicinato, che consente di sparare con entrambi gli occhi aperti senza errori di parallasse e dispone di un angolo di visione di ben 24°, con quelle di un’ottica 4x con reticolo di mira illuminato e angolo di visione di 6° per ingaggi a distanze superiori.
Per la visione notturna davanti allo Specter DR viene fissato quando necessario il visore termico non raffreddato AN/PAS-23 Mini Thermal Sight prodotto da Insight, del peso di soli 326 grammi.
Dotato di zoom digitale 2x, l’apparato permette la videoregistrazione ed eventuale uscita video per remotizzazione della visione. Nell’attuale versione improved dispone della funzione di esaltazione dei contorni delle figure, utile per una migliore discriminazione dei bersagli anche di giorno, in presenza di efficace mimetizzazione.
Il terzo elemento è costituito dal puntatore/illuminatore laser Insight AN/PEQ-15 ATPIAL (Advanced Target Pointer Illuminator Aiming lLight), che assolve le funzioni di puntatore laser IR (invisibile ad occhio nudo) con portata di 600 metri, di puntatore laser visibile con raggio d’azione di 25 metri ed illuminatore laser con portata d 2000 metri.
Il Triodo fa parte della nuova configurazione semplificata, più economica, leggera e realistica, assunta attualmente dall’ambizioso “programma Soldato Futuro”, dove va a sostituire il sistema di puntamento integrato Aspis di Selex Galileo, risultato troppo pesante ed ingombrante, anche dopo la rimozione del mirino olografico per il Close Quarter Combat.




L’esoscheletro passivo “V-Shield”

E’ stata di recente presentato dalla società Mech-Lab, realizzato da Ferrino per la parte tessile e dalla Extrema Ratio per quella meccanica, l’esoscheletro passivo “V-Shield”, un sistema di protezione individuale inteso a sostituire i corpetti di tipo tradizionale e concepito per far gravare il peso principalmente sulla fascia lombare anziché sulle spalle, con una sensibile riduzione dell’affaticamento e del consumo, sia idrico che energico, per il personale che lo indossa.
Il prodotto, configurabile in maniera modulare e diversificata in ragione dell’intensità della minaccia presente e delle necessità tattiche, assicura un’elevata protezione antiproiettile su una superficie molto più vasta di quella coperta dai corpetti convenzionali, sia di livello 3 che 4, secondo le zone  del corpo.
La protezione offerta è inoltre più efficace perché le piastre protettive risultano staccate dal corpo, con un migliore assorbimento dell’energia residua di un colpo a segno ed eliminazione dell’effetto trauma, mentre viene favorita la circolazione dell’aria, con evidenti benefici effetti sull’eliminazione della traspirazione.
“V-Shield" è stato continuamente aggiornato dal 2012 ad oggi, con numerose modifiche che ne hanno sensibilmente ridotto pesi ed ingombri, migliorandone l’ergonomia e la vestibilità. La versione più recente dispone di imbragatura integrata, certificata anche per l’uso con il verricello di elicottero, di sacca idrica flessibile ed è predisposta per l’uso dello zaino, accessorio che, gravando comunque sull’esoscheletro, potrà essere molto più leggero e limitato alla sola parte tessile, con eliminazione di spallacci, cinghie ed imbottiture. La modularità del prodotto consente, a richiesta, di aggiungere numerose altre funzionalità, quali un apparato elettrico di circolazione forzata dell’aria per il controllo della temperatura, un sistema completo di monitoraggio biologico e delle funzioni vitali del combattente ed altre applicazioni nel campo delle comunicazioni, della cartografia, del comando e controllo e del blue force tracking.

Lo “smartphone” “SAFE STRIKE”

Recentemente è stata presentata dal “consorzio Unifeld” è il “Safe Strike” un’applicazione elettronica inserita su “smart phone” che risponde a criteri commerciali e che si propone come valida alternativa a sistemi cartografici, di visualizzazione e di comando e controllo ben più onerosi e complessi, creati appositamente per il mondo militare. Intrinsecamente flessibile e modulare, il sistema consente inoltre di digitalizzare l’acquisizione dei bersagli da parte degli operatori, rendendo più rapide, precise ed efficaci le richieste di intervento del fuoco amico, con particolare riguardo alle missioni CAS di aerei ed elicotteri. 100 esemplari del “Safe Strike” sono stati acquisiti a scopo valutativo dall’Esercito Italiano, che intende realizzarne un’estesa sperimentazione per verificarne limiti e potenzialità.



Il nuovo tablet Panasonic “TOUGHPAD FZ-M1”

Processore Intel® Core™ i5-7Y57 vPro.
Windows 10 Pro.

LCD a colori da 7" a matrice attiva (TFT) 1280 x 800 (WXGA) con touchscreen capacitivo, utilizzabile con i guanti, visibile anche alla luce del sole (fino a 700 cd/m²). Resistente alle cadute da 180 cm*, resistente all'acqua e alla polvere (IP65). Porta con configurazione flessibile* (LAN, seriale, lettore di codici a barre 2D, USB 2.0) e modulo di espansione business integrato* (NFC, lettore di smart card, Thermal by FLIR, Intel RealSense). Il Toughbook M1 fully rugged impone un nuovo standard per i tablet con display visualizzabili in esterni. È il dispositivo ideale per il personale che deve operare in ambienti difficili. Con le sue configurazioni flessibili e il display capacitivo per esterni con multi-touch a 10 dita, questo tablet Windows 10 Pro è stato progettato per ottimizzare l'efficienza degli operatori sul campo. Trae vantaggio da diverse opzioni di connettività per assicurare la costante disponibilità dei dati e offre agli utenti aziendali le opzioni legacy necessarie in un fattore di forma compatto, leggero e fully rugged.

La pistola mitragliatrice BERETTA “P.M.X.”

Più leggera, più sicura e con un rateo di fuoco quasi doppio, è la nuova pistola mitragliatrice Beretta PMX che, da poco tempo, è stata consegnata ai Carabinieri in un primo lotto di mille pezzi. 
E’ l’arma destinata a sostituire gradualmente uno dei più grandi successi della Beretta, la PM 12/S che tutti noi conosciamo per averla utilizzata in servizio per tanti anni. 
Un’ eredità pesante quella della PM 12, disegnata nel 1959 dall’ingegnere Domenico Salsa. All’inizio degli Anni 60 venne adottata da oltre 20 paesi: dalla Francia al Venezuela, dalla Tunisia alla Costa Rica, passando per il Vaticano, che ne dotò la sua Gendarmeria. Ancora, venne costruita su licenza, in migliaia di esemplari, in Belgio e Brasile. L’intuizione vincente di Salsa era stata l’”otturatore telescopico” che, avvolgendo la canna per 2/3 della sua lunghezza rendeva la PM12 estremamente compatta e stabile nel tiro. Si tratta sicuramente di una delle più ingegnose realizzazioni della tecnologia armiera del ‘900 ed è considerata unanimemente una delle migliori armi della sua categoria.  
Per quanto ancora valida, la PM 12 è un’arma che ha pur sempre più di mezzo secolo di vita e dovrà fisiologicamente lasciare il campo a un nuovo modello. La PMX, pur presentando un design dalle linee decisamente moderne, non si allontana molto dal precedente modello quanto all’estetica, ma se ne distingue per importanti caratteristiche tecniche. 
Innanzitutto il peso: rispetto ai circa 3,4 kg della PM 12, il nuovo modello è più leggero di circa un chilo.  Il peso più leggero si deve al largo uso di polimeri i quali però rivestono solamente l’affusto dell’arma che, per buona parte, è ancora realizzato in acciaio speciale. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la leggerezza dell’arma non inficia minimamente la stabilità e la precisione del tiro, che rimane eccezionalmente controllabile, nonostante il rateo di fuoco quasi raddoppiato. Basti pensare che, a 25 m, è possibile raggruppare cinque colpi singoli con una distanza fra loro di 39 mm. La maggiore precisione si deve anche allo sparo con otturatore chiuso, un’innovazione rispetto a quello con otturatore aperto della PM 12, concezione ancora risalente alle armi della Seconda Guerra mondiale. 
Se la vecchia pistola mitragliatrice poteva sparare circa 550 colpi al minuto, la nuova arma arriva ai 900-1000. Il calibro delle munizioni è rimasto invariato, si tratta del classico 9 mm Parabellum utilizzato anche dalle pistole. 
Novità importanti riguardano anche la leva di selezione che, per passare dalla posizione di sicura al tiro a raffica deve compiere una ampia rotazione. Questo evita il rischio di inserimento involontario del tiro a raffica: un’accortezza voluta dagli stessi Carabinieri, che hanno collaborato attivamente allo sviluppo dell’arma. Soprattutto le Forze dell’Ordine, infatti, abituate a operare in contesti urbani, necessitano particolarmente di un’arma che non riservi «sorprese».  
Inoltre, la sicura è manovrabile su entrambi i lati, così come la manetta di armamento reversibile viene incontro agli operatori mancini. Tutti questi dispositivi, così come il ponticello del grilletto piuttosto ampio, sono stati concepiti per essere azionati anche da una mano con guanto. In generale tutta l’arma è rifinita in modo da poter affrontare climi ostili. Le mire sono ribaltabili per non interferire con eventuali ottiche a riflessione (ma dotate anche in posizione chiusa, di mire d’emergenza) e l’arma può, inoltre, montare lateralmente puntatori laser e luci ad alta intensità.  
Lo smontaggio è facile e non richiede l’uso di attrezzi. Ultimo pregio, il costo dell’arma, che è sicuramente competitivo. Per quanto la PMX non sia dotata di otturatore telescopico, la lunghezza complessiva con calcio ribaltato è identica a quella della PM 12: questa si rivela un’eccellente caratteristica anche per le Forze Armate che, solitamente, utilizzano il ben più ingombrante fucile d’assalto. In particolari ambiti militari e negli spazi ristretti la compattezza della PMX risulta preziosa, ad esempio per gli equipaggi dei carri armati o per i piloti degli elicotteri. 
Per adesso, dunque, la PMX ha tutti i numeri per bissare a livello mondiale il successo della PM12.  Si sono rincorse nell'ultimo anno e mezzo le voci secondo cui la Beretta stesse preparando una nuova pistola-mitragliatrice diversa dalla PX4 STORM. In occasione dell'edizione 2017 del MILIPOL di Parigi, le voci si sono rivelate fondate: Beretta ha infatti presentato al pubblico la pistola-mitragliatrice PMX, ideale rimpiazzo dell'ormai datata Beretta PM12 non solo per i corpi dello Stato italiano ma anche per i mercati internazionali.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita d'interesse per armi ultracorte in calibro da fucile, soprattutto per impieghi di polizia nell'ambito della lotta al terrorismo. Nonostante questo, in tutto il mondo le pistole-mitragliatrici continuano ad avere un ruolo importante in moltissimi impieghi da parte delle Forze dell'Ordine.  In virtù dei numerosi miglioramenti in termini di funzionalità, maneggevolezza, estetica e tecnica rispetto sia al progetto dell'originale B&T P26 che rispetto agli schemi tecnici di PM12 e Mx4 Storm, e grazie anche all'impiego di materiali estremamente moderni nella costruzione (alluminio macchinato per il semicastello superiore, polimero per quello inferiore) la Beretta PMX rientra appieno nel segmento delle SMG più moderne ed adeguate all'impiego di Polizia sia per usi di controllo del territorio che per unità speciali e protezione ravvicinata.
La Beretta PMX è lunga in tutto 418 mm, che diventano 64 centimetri con il calciolo aperto. Quest'ultimo è in polimero rigido, e garantisce una buona stabilità; in alternativa, in particolar modo per l'impiego da parte di unità speciali, è disponibile un calciolo telescopico in alluminio.
La Beretta PMX funziona a sfruttamento diretto del rinculo, e presenta un otturatore macchinato in acciaio speciale e una doppia molla di recupero. Il ciclo di fuoco avviene ad otturatore chiuso, e il rateo di fuoco nel tiro automatico si attesta sugli 800/900 colpi-minuto circa. Il funzionamento ad otturatore chiuso consente di portare l'arma col colpo in canna e pronta all'impiego in maniera più sicura rispetto a quanto accade con la PM12 e le sue varianti. La pistola-mitragliatrice Beretta PMX si alimenta tramite caricatori bifilari in polimero traslucido della capacità di trenta colpi calibro 9x19 Parabellum, che consentono un rapido controllo delle munizioni rimaste. A caricatore vuoto, l'otturatore rimane in posizione d'apertura.
Con un caricatore pieno inserito, il peso totale della PMX si attesta sui 2,5 chili: una bella differenza rispetto ai 3,8 chili a pieno carico dell'M12!
Lo spessore dell'arma va da un minimo di 74 ad un massimo di 86 o 100 mm a seconda della posizione del calcio e della manetta d'armamento; un'altra caratteristica che la rende superiore alla PM12 in termini di portabilità ed occultabilità. Anche la canna della Beretta PMX è in acciaio speciale; è lunga 175 mm e presenta sei rigature destrorse con passo di 1:254 mm; la canna presenta, come tutte le superfici metalliche esterne, un trattamento protettivo resistente ai graffi e alla corrosione, e tre alette in prossimità della volata che la rendono predisposta all'installazione di silenziatori e soppressori di suono per impieghi tattici. A distinguere nettamente la PMX dai modelli precedenti ci sono anche le caratteristiche di ergonomia e maneggevolezza. La sicura manuale a tre posizioni, che blocca la catena di scatto, è ambidestra, così come lo è il pulsante di sgancio del caricatore; soltanto il pulsante dello Hold-Open si trova sul solo lato sinistro. La manetta d'armamento può essere svitata a mano dalla sua sede e reinserita in posizione speculare per adattare la PMX all'impiego da parte di tiratori destrimani o mancini.
La Beretta PMX presenta una linea di mira di 20 centimetri; viene fornita in dotazione con mire abbattibili della LPA regolabili (quella posteriore per deriva, quella anteriore per elevazione), montate su una rotaia MIL-STD 1913 Picatinny superiore a piena lunghezza che consente l'uso anche di ottiche di puntamento di qualsiasi tipologia. Altre porzioni di rotaia sono posizionate a ore 3, 6 e 9 sull'astina per consentire l'installazione di accessoristica tattica. Sono presenti anche magliette per la cinghia di tracolla su entrambi i lati.
Con la pistola-mitragliatrice PMX, Beretta si lancia nuovamente su un mercato da cui mancava da tempo con un prodotto veramente al passo coi tempi, in grado potenzialmente di guadagnarsi un solido posizionamento in un segmento che, come dicevamo, soffre della concorrenza delle carabine d'assalto in calibro da fucile e delle PDW in calibri proprietari.
Conclusione: non vediamo l'ora di vedere la nuova Beretta PMX in azione, pronta a salvare la vita ai nostri tutori dell’ordine e della sicurezza pubblica!
Qualche prova generale di un rinnovamento in questo segmento di mercato si era visto alcuni anni fa con la pistola mitragliatrice Beretta MX4, versione a raffica della CX4 Storm, prodotta nel 2011 per la polizia di frontiera indiana. 
Ma gli analisti più attenti avevano intuito che non poteva essere quello l’erede della PM12 e infatti al Milipol recentemente svoltosi a Parigi, la Beretta ha presentato il nuovo mitra PMX che anche nell’aspetto fisico ricorda l’illustre predecessore dal quale però si distingue nettamente per il largo impiego di leghe leggere e polimeri che ne riducono il peso. 
Canna e otturatore sono invece ottenute dal pieno in un acciaio speciale in grado di sostenere senza problemi le forti sollecitazioni allo sparo tipiche di un’arma a raffica. 
Anche il trattamento delle superfici è stato curato maniacalmente in modo da preservare il meccanismo dell’arma dai rigori di un ambiente ostile, senza però che questi trattamenti vadano a influenzare negativamente la frizione e i movimenti reciproci delle parti in movimento.
Tutto questo comporta una sostanziale diminuzione del tempo e della frequenza di manutenzione dell’arma.
La PMX è dotata di una sicura a tre posizioni (sicura, colpo singolo, raffica libera) ambidestra, situata sul fusto, facilmente azionabile sia dai tiratori destrorsi sia dai mancini. 
Il comando della sicura manuale agisce sul controcane mentre una seconda sicura automatica intercetta il percussore. L’arma quindi non può sparare accidentalmente in caso di caduta. 
La PMX spara ad otturatore chiuso e quando spara l’ultimo colpo del caricatore, l’otturatore resta aperto, permettendo all’operatore una immediata ed intuitiva ispezione della camera di cartuccia. 
La cadenza di fuoco a raffica libera è di circa 900 colpi al minuto.
Anche il pulsante maggiorato per lo sgancio del caricatore è presente su entrambi i lati dell’arma, assicurando un facile e immediato azionamento anche indossando guanti tattici.
Il caricatore bifilare, che ha una capacità di trenta cartucce, è in plastica trasparente e permette un facile conteggio dei colpi residui, pur garantendo una grande robustezza.
La manetta di armamento è facilmente reversibile da un lato all’altro dell’arma, per adattarsi alla complessione fisica o alle esigenze dell’operatore.
La pistola mitragliatrice Beretta PMX è equipaggiata con quattro slitte Picatinny (MIL-STD-1913) posizionate sopra, sotto e su ciascun lato del receiver, consentendo così il montaggio di illuminatori, puntatori laser e altri accessori come ad esempio una impugnatura supplementare anteriore.
Il calcio è molto leggero ed ergonomico e può essere ripiegato semplicemente premendo un pulsante, portando la lunghezza dell’arma da 640 a 418 millimetri, facilitandone quindi il trasporto e l’occultamento. È disponibile come optional anche un calcio telescopico in alluminio con calciolo in gomma sintetica che permette di controllare meglio il rinculo e accentua la stabilità sulla spalla del tiratore. Una coppia di magliette presenti alle due estremità della carcassa permettono l’applicazione di una cinghia tattica. Le mire metalliche della Beretta PMX sono fissate direttamente alla slitta Picatinny superiore e sono facilmente regolabili e amovibili, nel caso si preferisse impiegare sistemi di mira ottici o elettronici. La linea di mira misura 250 millimetri. Come per tutte le armi per impieghi professionali più moderne, modularità e flessibilità di impiego sono stati considerati come traguardi imprescindibili. Le procedure per la manutenzione da campo sono state ridotte al massimo in modo da consentire il disassemblaggio in pochi secondi e senza richiedere utensili.  La Beretta PMX può essere equipaggiata anche con un silenziatore che funziona sia con munizioni subsoniche sia supersoniche. Il peso della Beretta PMX con caricatore vuoto è di 2,5 chilogrammi. Trattandosi di un’arma destinata esclusivamente alle Forze dell’ordine, il prezzo al pubblico è un dato riservato.



La pistola Beretta “APX”

La Beretta APX è una pistola semiautomatica concepita per usi militari e civili, progettata e costruita dalla Fabbrica d'Armi Pietro Beretta. È stata presentata per la prima volta all'International Defence Exhibition & Conference (IDEX) di Abu Dhabi nel febbraio 2015, ma la messa in commercio non era prevista prima del 2016. Nelle intenzioni della casa di Gardone Val Trompia, essa era destinata a soppiantare il modello M9, in dotazione dal 1985 all'esercito statunitense. Tuttavia, nel gennaio 2017 ha perso la commessa (vinta dalla SIG Sauer P320). Il 12 febbraio 2017 è stata presentata la versione per il mercato civile all'Hit show di Vicenza, nei calibro 9×21 e .40 S&W.
Si caratterizza per una costruzione modulare e per l'ampio uso di tecnopolimeri; oltre alla possibilità di essere costruita in 3 calibri diversi: 9x19 mm, 40 Smith & Wesson e 9x21 mm IMI. Ha un carrello in acciaio lavorato dal pieno che si caratterizza per 9 profonde scanalature che ne favoriscono la presa. Il sistema di mira metallico regolabile permette la sostituzione con un sistema di mira al trizio. La pistola viene fornita di valigetta nera in materiale plastico per il trasporto. Il caricatore bifilare in metallo e polimero di colore nero da 17 colpi può essere acquistato anche separatamente dal sito ufficiale Beretta. L'impugnatura di colore nero opaco antiriflesso, presenta la possibilità di sostituire in modo molto semplice i dorsalini esistenti in 3 diverse dimensioni e/o colori. Essa è concepita per essere usata anche da mancini ed è, inoltre, priva di sicurezze manuali (solo opzionali per destrimani) ma ha solo sicure interne antiurto ed anti sgancio. È dotata di slitta Picatinny ed è studiata con impugnature ergonomiche con dorsalini intercambiabili adatti a tutte le mani Inoltre è possibile lo smontaggio della stessa pistola senza usare il grilletto; grilletto che ha una corsa di solo 6 mm con reset a 3 mm e che necessita di uno sforzo (carico) di 2,8 kg. Essa usa un percussore lanciato.
Ha una chiusura del tipo Browning modificata ed è solamente con un meccanismo di sparo a doppia azione. Usa caricatori del tipo bifilare a 17 proiettili per il calibro 9 × 19 mm Parabellum e 15 colpi per i calibri 9 × 21 mm IMI e .40 S&W anch'essi previsti.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)































































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