sabato 19 ottobre 2024

ESERCITO ITALIANO: Leonardo e Rheinmetall hanno annunciato il 15 ottobre 2024 che stabiliranno la loro joint venture entro il primo trimestre del 2025, previa approvazione normativa. Le due società hanno dichiarato in un comunicato stampa congiunto che avrebbero avuto una quota uguale del 50% ciascuna nei veicoli militari Leonardo Rheinmetall (LRMV), con sede centrale a Roma e sede operativa a La Spezia. Il consorzio progetterà e produrrà nuovi M.b.t. derivati dal Kf-51 Panther e veicoli da combattimento I.F.V. derivati dal Kf-41 Lynx, sia per l’EI che per l’export verso paesi amici e alleati.






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In una conferenza stampa congiunta con il CEO di Rheinmetall Armin Papperger presso l'International Press Association di Roma il CEO di Leonardo Roberto Cingolani ha affermato che il protocollo d'intesa per formare la joint venture è stato l'accordo più importante della sua azienda da quando ha iniziato l’attività.
Il primo obiettivo della joint venture sarà quello di dotare l'esercito italiano di un sistema di combattimento di fanteria corazzata (AICS) basato sul veicolo di combattimento di fanteria Lynx di Rheinmetall (IFV) e sul carro armato principale di battaglia KF51 Panther (MBT), sostituendo rispettivamente l'IFV Dardo e l'Ariete MBT. Oltre alla versione IFV, sono previste 15 versioni AICS, tra cui veicoli Skyranger di difesa aerea, ricognizione e anticarro, e oltre al Panther MBT, saranno sviluppati e prodotti veicoli corazzati di recupero, veicoli corazzati per ingegneri (AEV) e ponti lanciati da veicoli blindati (AVLB).
In data 15 ottobre 2024 è stata presentata alla stampa la Joint Venture Leonardo Rheinmetall: nuovo player nella produzione europea dei sistemi di difesa terrestre

Il consorzio progetterà e produrrà nuovi M.b.t. e veicoli da combattimento I.F.V. per l’Esercito italiano e per l’export verso paesi amici e alleati:
  • Joint venture paritetica, basata a Roma, con sede operativa a La Spezia;
  • 60% delle attività verranno sviluppate in Italia;
  • Primo obiettivo è dotare le Forze Armate italiane di veicoli da combattimento: il Main Battle Tank (MBT) e il Lynx come sistema di combattimento della fanteria corazzata (AICS);
  • Promettenti prospettive future di esportazione. 




La joint venture tra Leonardo e Rheinmetall ha l'obiettivo di formare un nuovo nucleo europeo per lo sviluppo e la produzione di veicoli militari da combattimento in Europa. Le società avevano già firmato un corrispondente Memorandum of Understanding (MoU) all'inizio di luglio 2024. 

Rheinmetall AG e Leonardo S.p.A. saranno azionisti paritari (50% ciascuno) della nuova società Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV), che avrà sede legale a Roma e sede operativa a La Spezia. Il perfezionamento degli accordi e la costituzione della società, attese entro il primo trimestre 2025, sono soggetti alle usuali autorizzazioni regolamentari per operazioni di questa natura. 
Obiettivo primario della joint venture è lo sviluppo industriale e la successiva commercializzazione del nuovo Main Battle Tank italiano (MBT) e della nuova piattaforma Lynx per il programma Armored Infantry Combat System (AICS) nell'ambito del programma per i sistemi terrestri dell'Esercito Italiano. È previsto anche lo sviluppo e la produzione di altri veicoli di questa famiglia, come veicoli da recupero, da ingegneria e posaponti. 
Entrambi i partner si aspettano inoltre che i loro prodotti congiunti offrano ampie opportunità di vendita sui mercati internazionali.
Armin Papperger, CEO di Rheinmetall AG: “Stiamo creando un nuovo peso massimo nella produzione europea di carri. Leonardo e Rheinmetall, due principali fornitori europei di tecnologie per la difesa, uniscono le forze per realizzare progetti ambiziosi. Ci rivolgiamo, in prima istanza, al mercato italiano, ma ci rivolgeremo anche ad altri paesi partner che in futuro avranno bisogno di modernizzare i loro sistemi di combattimento. Rheinmetall possiede le tecnologie perfette per le esigenze dell’Italia”.
Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo: “Si tratta di un passo significativo verso la creazione di un sistema della difesa europeo basato su piattaforme specializzate condivise. Rheinmetall e Leonardo puntano a sviluppare tecnologie all’avanguardia in grado di competere a livello internazionale”.
Il Panther KF51 sviluppato da Rheinmetall costituirà la base per il nuovo carro armato che sostituirà l'Ariete nell’E.I.. Il programma italiano dell'AICS prevede l'acquisizione futura di oltre 1.000 sistemi di combattimento corazzati in 16 varianti. Oltre al classico veicolo da combattimento di fanteria, ci saranno versioni antiaeree (Skyranger), da ricognizione e anticarro. Tutti i modelli avranno un design modulare e il veicolo da combattimento della fanteria Rheinmetall Lynx costituirà la base tecnologica. 
Per la joint venture è stata concordata una ripartizione del lavoro 50:50, con il 60% delle attività da svolgere in Italia, incluso integrazione, test di omologazione, attività di consegna e supporto logistico. 
Nell'ambito dei programmi MBT e AICS, i sistemi di missione, le suite elettroniche e l'integrazione delle armi saranno sviluppati e prodotti da Leonardo secondo i requisiti del cliente italiano. Rheinmetall ha già una vasta presenza in Italia operando con tre marchi e con un totale di circa 1.500 dipendenti in cinque siti in Italia per circa 1 miliardo di euro di vendite.




Il Panther KF51 è un carro armato da combattimento in fase di sviluppo da parte della Rheinmetall e, nella versione per l'E.I., in collaborazione con Leonardo. 

Presentato alla mostra Eurosatory sulla difesa il 13 giugno 2022, rappresenta l'ultimo membro della famiglia di veicoli cingolati della Rheinmetall (KF è l’abbreviazione di “Kettenfahrzeug”, cioè veicolo cingolato).
Il KF51 prende il nome dallo storico carro armato Panzer V prodotto durante la seconda guerra mondiale che prestò servizio dalla metà del 1943 fino alla fine del conflitto nel 1945. La Rheinmetall ha iniziato lo sviluppo dei principali sottosistemi relativi del Panther nel 2016. Il carro armato è stato sviluppato dal Leopard 2A4 aumentandone la letalità, la mobilità e la sopravvivenza, senza incorrere in un aumento significativo di peso. Per ridurre quest'ultimo fattore, l'azienda ha dato la priorità alla protezione attiva rispetto a quella passiva.
Ulteriori sviluppi in esame per il veicolo sono state: l'installazione di un generatore potente ed efficiente, l'integrazione dell'IA nel sistema di controllo del fuoco per consentire il rilevamento e l'identificazione automatizzati dei bersagli, l'uso di una torretta con caricatore automatico e la creazione di una versione senza equipaggio del Panther. Inoltre gli sforzi per rendere il veicolo più ecologico potrebbero portare allo sviluppo di uno scafo alternativo per il Panther.
Come descritto precedentemente, il KF51 si basa sullo scafo del Leopard 2A4: con il guidatore davanti, il vano di combattimento/torretta al centro e il generatore nella parte posteriore. Il guidatore è seduto nella parte anteriore destra dello scafo ed è dotato di un portello in un unico pezzo sopra la sua posizione. Una stazione dell'equipaggio separata, può essere fornita nella parte anteriore sinistra dello scafo per un operatore di sistemi dedicato. Sono installate delle telecamere per il conducente al centro della parte anteriore e posteriore dello scafo.
Il punto in cui il design del KF51 si discosta da quello della precedente generazione di MBT occidentali è l'introduzione di una nuova torretta a due persone dotata di un cannone principale con caricamento automatico. Ci sono alloggiamenti per le telecamere su tutti e quattro gli angoli della torretta e al centro di ciascun lato della torretta.
Il Panther pesa 59 tonnellate, il che lo rende più leggero della maggior parte degli MBT occidentali sviluppati prima del 2022. Il generatore, i cingoli e la maggior parte degli ingranaggi del veicolo sono stati derivati da quelli del Leopard 2A4. Infatti il generatore del Leopard 2A4 è costituito da un motore diesel V-12 MTU MB 873 Ka-501 raffreddato ad acqua che produce 1.479 CV a 2.600 giri/min. La velocità massima del Panther non è stata rivelata ma ha un'autonomia massima di 500km. Le ruote sono supportate da sospensioni a barra di torsione. La prima, la seconda, la terza, la sesta e la settima ruota: sono dotate di ammortizzatori ad attrito avanzati e ammortizzatori idraulici per smorzare le oscillazioni, mentre la quarta e la quinta ruota sono dotate di solidi ammortizzatori.
Il KF51 Panther presenta tre livelli di protezione: passivo, reattivo e attivo. Lo strato più interno è costituito da un'armatura d'acciaio interamente saldata coperta da moduli di armatura passiva equivalente a quella del Leopard 2A4 perché si basa su tale veicolo. Il secondo strato comprende un'armatura reattiva basata su sensori, mentre l'ultimo livello protezione è costituito dal sistema di protezione attiva (Active Protection System - APS) del sistema di difesa attiva (Active Defence System - ADS) che secondo Rheinmetall è in grado di proteggere dai proiettili a energia cinetica e dai missili guidati anticarro (ATGMs).
Inoltre il Panther è dotato di otto lanciagranate fumogene montati in file sfalsate di due, dietro l'alloggiamento centrale della telecamera su ciascun lato della torretta.
L'armamento principale del KF51 è un cannone a canna liscia Rheinmetall Future Gun System (FGS) stabilizzato da 130mm, che può essere elevato da -9˚ a +20˚. Rheinmetall afferma che questo è in grado di fornire tra 18 e 20 MJ di energia su un bersaglio e che ha una portata effettiva del 50% più lunga rispetto ad altri cannoni da carro armato Rheinmetall da 120mm, ma con il calibro da 130 mm il KF-51 può trasportare solo 20 colpi da 130 mm mentre carri che montano il cannone da 120 mm (come per esempio il Leopard 2) possono trasportarne 42. Il cannone è alimentato da un caricatore automatico costituito da due caricatori, con una capacità di dieci colpi ciascuno.
L'armamento secondario è costituito da una mitragliatrice da 12,7mm montata coassialmente. Una stazione d'arma telecomandata può essere montata sul retro del tetto della torretta, per fornire una difesa ravvicinata.



Il Lynx è un veicolo corazzato da combattimento tedesco sviluppato da Rheinmetall Landsysteme (parte della divisione Vehicle Systems di Rheinmetall). 

Il Lynx, configurato come veicolo da combattimento di fanteria KF31 (IFV), è stato presentato alla mostra di difesa Eurosatory il 14 giugno 2016. La variante KF41 è stata presentata alla mostra di difesa Eurosatory il 12 giugno 2018.
Secondo Rheinmetall, la famiglia Lynx di veicoli blindati cingolati è in prima linea in una nuova tendenza nel design IFV verso veicoli blindati con costi unitari e di vita inferiori e complessità ridotta. Uno dei principi chiave del concetto Lynx è l'integrazione di sottosistemi collaudati con un livello di preparazione tecnologica ad alta qualità per ridurre i tempi di sviluppo, i costi e il rischio tecnico.
Il veicolo, come mostrato all'Eurosatory 2016, era dotato di una torretta Lance montaggio di un autocannone stabilizzato, alimentato esternamente, di calibro 30 mm o 35 mm, con supporto per munizioni airburst. Ciò consente alla Lynx di impegnare bersagli a distanze fino a 3.000 metri, sia quando è statico che quando è in movimento. L'armamento principale del veicolo ha un'elevazione compresa tra +45 ̊ e −10 ̊ e ha una velocità di fuoco controllata di 200 colpi al minuto. Montato coassiale a destra c'è l'ultima mitragliatrice Rheinmetall (RMG) da 7,62 mm, che può sparare munizioni NATO standard da 7,62×51 mm e ha una velocità massima di fuoco di 800 colpi al minuto. La torretta ha un backup manuale in caso di interruzione di corrente.
Il veicolo può anche montare un lanciamissili guidato anticarro opzionale. Il veicolo dimostrativo all'Eurosatory 2016 era dotato di un lanciatore a doppio giro per il missile guidato anticarro Spike-LR.
La variante IFV della variante KF41 mostrata all'Eurosatory 2018 era dotata della torretta Lance 2.0 aggiornata, che aveva pod di missione flessibili montati sui lati sinistro e destro in modo che una varietà di sottosistemi possa essere installati per fornire alla torretta capacità specialiste.
La variante del supporto a fuoco Lynx 120 è armata con un derivato della famiglia di cannoni a canna liscia da 120 mm di Rheinmetall che è in grado di sparare il fucile HE programmabile DM11. Una mitragliatrice leggera è montata in modo coassiale con l'armamento principale e un RWS armato di una mitragliatrice pesante da 12,7 mm è installato sul retro del tetto della torretta dietro il mirino panoramico del comandante. Una fila di otto scaricatori di fumo Wegmann da 76 mm è anche installata su entrambi i lati della torretta dietro i due portelli.



Varianti

La famiglia Lynx di veicoli blindati cingolati si basa su due modelli primari, il KF31 e un KF41 leggermente più grande ma considerevolmente più pesante. Entrambi i modelli possono essere configurati per una varietà di ruoli che includono comando e controllo, ricognizione corazzata, sorveglianza, riparazione, recupero o operazioni di ambulanza oltre alla configurazione del veicolo da combattimento di fanteria.

Kettenfahrzeug 31 (KF31)

Questo modello ha un peso lordo massimo consentito del veicolo da 35 a 38 tonnellate, è lungo 7,22 metri e può trasportare un equipaggio di tre più sei passeggeri. Alimentato da un motore da 563 kW (755 CV), il veicolo può raggiungere una velocità massima di 65 km/h.

Kettenfahrzeug 41 (KF41)

Questo modello ha un peso lordo massimo consentito del veicolo fino a 50 tonnellate. Il KF41 può trasportare un equipaggio di tre più otto passeggeri. È alimentato da un motore da 850 kW (1.140 CV) e ha una velocità massima di 70 km/h (43 mph).


Prototipi

Supporto a fuoco Lynx 120 con la torretta Leonardo HITFACT Mk II.

Varianti

Le varianti mostrate a partire da marzo 2022 includono il Lynx 120 che è stato mostrato per la prima volta nel febbraio 2022, il Lynx Combat Support Vehicle che è stato mostrato per la prima volta nell'ottobre 2021 e la configurazione APC/command che è stata mostrata come una conversione notturna da un KF41 all'Eurosatory 2018. Le varianti che sono state annunciate per essere sviluppate (per l'Ungheria) sono un porta mortaio con mortaio da 120 mm, un'ambulanza, un veicolo C2/C3 e una variante di difesa aerea con cannone. Altre varianti richiederanno lo sviluppo se i contratti vengono vinti e questi includeranno la logistica e i trasportatori di munizioni.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Jane’s, Wikipedia, You Tube)





























 

venerdì 18 ottobre 2024

Hughes Aircraft Corporation: il sistema di controllo del tiro E-4 venne sviluppato nel 1950 per l'utilizzo a bordo del caccia a reazione RF-86D Sabre "Sabre Dog" dell’USAF, armato con razzi FFAR "Mighty Mouse”; il sistema era talmente avanzato per l’epoca che gli Stati Uniti decisero di non fornirlo agli alleati per dotare gli intercettori F-86K.







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DIFFERENZE NEI SISTEMI DI DIREZIONE DEL TIRO TRA F-86D E F-86K

La differenza più vistosa rispetto alla versione iniziale dell’F-86 Sabre fu la completa riprogettazione della presa d'aria che fu abbassata per poter alloggiare il radome dielettrico necessario a contenere l'antenna da 18 pollici (460 mm) del radar Westinghouse AN/APG-36. L'originale radar da 50 kilowatt fu ben presto sostituito sui tavoli di progetto da un radar da 250 kilowatt, in grado di localizzare obiettivi a 50 Km.
La responsabilità di realizzare il sistema elettronico di controllo del tiro (Fire Control System) fu affidata alla Hughes Aircraf Company. Il 18 novembre 1949 la Hughes propose che il sistema di puntamento e lancio dei razzi aria-aria non guidati fosse progettato per un profilo di attacco con rotta di collisione verso il bersaglio invece che con la tradizionale curva d'inseguimento. 






Denominato "E-4" il nuovo sistema di puntamento da 250 kW impiegava 495 valvole termoioniche e 6.400 tra bobine, condensatori e resistenze.

Al sistema di puntamento era associato un computer "APA-84" in grado di stabilire la rotta di collisione con il bersaglio e quindi procedere al lancio dei razzi. In ogni caso i primi trentasette esemplari di produzione furono consegnati con il meno sofisticato sistema "E-3" da 50 kW. Il pilota era guidato in prossimità del bersaglio dall'operatore di terra "GCI" (Ground Control Interceptor), quindi completava l'intercettazione usufruendo dei segnali presentati sul display a tubi catodici posizionato nella parte bassa dell'abitacolo.
Per l'armamento si preferì adottare una soluzione per il lancio di 24 razzi da 2,75 pollici (70 mm) aria-aria FFAR (Folding Fin Aerial Rocket) "Mighty Mouse”, installati in un contenitore estraibile in fusoliera. Il computer di bordo indicava al pilota se era necessaria una salva di 6, 12 o 24 razzi.





Il 22 gennaio 1953 l'Air Material Command (AMC) formulò alla North American Aviation (NAA) l'intenzione del governo statunitense di produrre un caccia ogni tempo in Italia simile all'F-86D con cui rifornire le aviazioni dei paesi aderenti alla NATO, nell'ambito del Mutual Defense Assistance Program (MDAP).
L'F-86D era però dotato del sistema di puntamento e tiro "Hughes E-4", coperto dal segreto militare e giudicato troppo sofisticato per autorizzarne l'esportazione; inoltre la manutenzione dell'"E-4" si stava rivelando onerosa e complessa. 

Pertanto la NAA propose una versione semplificata dell'F-86D dotata di un sistema di tiro meno sofisticato e con armamento di cannoni in sostituzione dei razzi FFAR. La proposta iniziale dell'USAF di utilizzare un secondo membro dell'equipaggio fu ben presto considerata dalla NAA troppo onerosa per i maggiori costi richiesti.
Dopo una prima accettazione da parte dell'USAF, la NAA diede al progetto la designazione di NA-205: il sistema di controllo del tiro "E-4" fu sostituito dal meno sofisticato sistema "MG-4", costruito dalla stessa NAA presso lo stabilimento di Downey (un sobborgo di Los Angeles) e progettato per operare con l'armamento prescelto di quattro cannoni da 20 mm M-24A1 con 132 colpi per arma; nello specifico questi cannoni erano un'evoluzione statunitense dell'Hispano-Suiza HS.404.
Fu mantenuto lo stesso radar "APG-37" dell'F-86D, conservando la stessa strategia di ricerca, tracciamento e attacco al bersaglio, con il calcolo automatico della distanza di fuoco dei cannoni e l'indicazione del tempo di disimpegno. Era prevista anche l'installazione di un mirino ottico computazionale tipo "A-4".
Con un peso a vuoto di 13 367 libbre (6 063 kg) e un peso massimo al decollo (con due serbatoi supplementari da 120 galloni) di 20.171 libbre (9 149 kg), l'F-86K saliva leggermente meno rapidamente dell'F-86D, con una velocità di salita di 12.000 piedi al minuto (61 m/s) e una tangenza operativa di 49.600 piedi (15 118 m).
L'F-86K possedeva un'autonomia di trasferimento (con serbatoi aggiuntivi) di 744 miglia (1.197 km). Il raggio d'azione era di 272 miglia (438 km).
L'USAF fornì due F-86D-40-NA, serie 52-3630 e 52-3804, alla NAA da utilizzare come prototipi per il progetto NA-205. L'attività di progettazione iniziò il 14 maggio 1953 e i due F-86D forniti furono ridenominati YF-86K.




Un accordo preliminare con la Fiat fu stipulato il 16 maggio 1953 e due giorni più tardi, il 18 maggio 1953 fu stipulato il contratto definitivo (NA-207) con fondi MDAP per la costruzione di cinquanta set di componenti di F-86K da assemblare in Italia.
Questo contratto ed altri di natura simili stipulati in quel periodo tra le industrie statunitensi e quelle italiane, avevano anche lo scopo politico, in piena guerra fredda, di scoraggiare l'attivismo comunista nelle fabbriche del nord Italia, mantenendo alti i livelli occupazionali.
Per accelerare la fornitura, 120 F-86K furono costruiti direttamente in California dalla NAA con il contratto NA-213 approvato il 18 dicembre 1953. Questi esemplari (numeri di serie da 54-1231 a 54-1350) erano destinati alle aviazioni militari di Paesi Bassi e Norvegia, mentre gli esemplari assemblati in Italia, che essendo costruiti con fondi MDAP conservavano i numeri di serie USAF da 53-8273 a 8322, dovevano essere forniti all'Armée de l'air, alla Luftwaffe e all'Aeronautica Militare Italiana.
Il primo YF-86K (53-3630) volò il 15 luglio 1954 decollando dall'aeroporto internazionale di Los Angeles pilotato dal collaudatore della NAA Rymond Morris. Entrambi gli YF-86K furono inviati in Italia dopo i test iniziali. Il primo NA-F-86K (54-1231) fece il proprio volo inaugurale l'8 marzo 1955. I centoventi F-86K della NAA furono costruiti in California da aprile a dicembre 1955: uno fu mantenuto negli Stati Uniti per prove valutative, sessanta furono forniti alla aviazione militare norvegese Kongelige Norske Luftforsvaret e cinquantanove alla aviazione olandese Koninklijke Luchtmacht.
Il primo F-86K assemblato in Italia (MM6185, 53-8273) volò il 23 maggio 1955 e fu presentato ufficialmente al pubblico il 25 luglio dello stesso anno con una cerimonia che vide la presenza dell'ambasciatore statunitense, signora Clare Boothe Luce. Successivamente furono inviate alla Fiat le parti da assemblare, con i seguenti contratti: NA-221 (70 velivoli, agosto 1954, serie 55-4811/4880), NA-232 (56 velivoli, luglio 1955, serie 55-4881/4936), NA-242 (45 velivoli, dicembre 1955, 56-4116/4160).
La fornitura relativa al contratto NA-242 differiva dalle precedenti per l'adozione dell'ala maggiorata installata sull'F-86F-40-NA che incrementava l'apertura alare da 37.1 a 39.1 ft e la superficie alare da 287.9 a 313.37 ft². L'ala era denominata 6-3 perché il bordo d'attacco alare alla radice era ampliato di 6 pollici (152 mm) mentre l'estremità alare era più ampia di 3 pollici (76 mm). Molti F-86K assemblati in Italia furono riequipaggiati con la nuova ala.
Verso la fine degli anni cinquanta l'USAF avviò un programma di modernizzazione degli F-86D che costituivano la prima linea dell’Air Defence Command (ADC), equipaggiando ben venti reparti su trenta.

L'anello debole del sistema di difesa aereo era costituito dalla trasmissione delle informazioni tra il sistema di allarme radar a terra (Ground-Controlled Interception GCI) e il caccia in volo. Il ritardo nel trattamento e nella comunicazione dei dati forniti dai radar di controllo a terra spesso tardavano nell'indirizzare in tempo utile i caccia verso la posizione più favorevole ad intercettare il bersaglio. Per le velocità transoniche come quella dei bombardieri sovietici che stavano entrando allora in servizio, erano necessari sistemi di rilevamento, inseguimento e intercettazione automatici pressoché istantanei. La soluzione fu trovata nel SAGE, sviluppato nei Lincoln Laboratory del Massachusetts Institute of Technology e accettato dall'USAF nel 1953.

L'AN/FSQ-7 era un modello di supercomputer sviluppato dall'IBM verso la fine degli anni Cinquanta del Novecento, in collaborazione con l'US Air Force. 

Ne furono costruiti cinquantadue esemplari per essere usati per il comando e controllo del sistema di difesa aerea SAGE (Semi Automatic Ground Environment).
Ogni sistema AN/FSQ-7 impiegava più di 55.000 valvole termoioniche e occupava più di 2000 metri quadrati di spazio. Il sistema pesava 275 tonnellate e consumava 3 megawatt di potenza. Il computer era in grado di eseguire 75 000 istruzioni al secondo ed era, all'epoca, il più grande supercomputer mai costruito dall'uomo.
I concetti che portarono allo sviluppo del sistema erano già stati sperimentati nel sistema Whirlwind I al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Massachusetts) analizzando i dati ricevuti da un radar a lunga distanza e da diversi radar a corto raggio situati a Cape Cod. La chiave del successo del sistema fu lo sviluppo delle memorie a nucleo magnetico che permisero di realizzare macchine molto più affidabili, più veloci (circa due volte più rapide) e con minori tempi di risposta (circa 4 volte) rispetto a quelle basate sui tubi Williams del Whirlwind I.
Dopo che il Whirlwind I fu completato e reso operativo, fu avviato lo sviluppo di un sistema più veloce e complesso chiamato Whirlwind II, che fu però abbandonato perché richiedeva troppe risorse al MIT. Il team si concentrò allora sul Whirlwind I, mentre l'IBM, impresa capofila nell'appalto del sistema AN/FSQ-7, basò lo sviluppo del suo computer sui progetti iniziali del Whirlwind II più che su quelli del Whirlwind I. Difatti, a volte il sistema AN/FSQ-7 viene erroneamente indicato come Whirlwind II sebbene non sia la stessa macchina ma ne condivida solo alcune scelte di progetto.




Diverse componenti della console del AN/FSQ-7 sono in mostra al Computer History Museum di Mountain View (California).

Costituito da una rete di ventiquattro centri radar ognuno facente capo ad un elaboratore AN/FSQ-7, il sistema SAGE era in grado di processare in tempo reale i dati provenienti dai radar di sorveglianza a terra, fornendo istantaneamente, su schermi video, posizione, velocità e direzione di ogni oggetto volante in una determinata regione dello spazio sorvegliato. Le informazioni di direzione, altezza, velocità e distanza del bersaglio erano poi trasmesse attraverso il sotto sistema Data Link ad un ricevitore di alta frequenza installato sul caccia intercettore e successivamente ad un accoppiatore acustico nell'abitacolo. L'intercettore era quindi automaticamente guidato sulla corretta direttrice di attacco dal sistema di controllo del tiro "E-4", modificato per ricevere i dati trasmessi.
Il programma di modernizzazione denominato Project Follow-On iniziò nel maggio del 1956, dopo l'acquisto di 2 192 kit elettronici comprensivi di parti di ricambio. Progressivamente i velivoli più anziani venivano ritirati dai reparti, quindi avviati negli stabilimenti della NAA di Inglewood e Fresno, dove si procedeva all'installazione del "Data Link", all'aggiornamento dell'elettronica e dell'abitacolo, all'installazione delle semiali con bordo d'attacco ed estremità maggiorate e ipersostentatori al bordo d'entrata e ad una completa revisione generale ("IRAN": Inspect ed Repair As Necessary) della cellula. Un altro elemento di distinzione era costituito da due prese d'aria di raffreddamento in fusoliera, subito dietro l'ala.
I velivoli modernizzati venivano quindi inviati ai reparti con la nuova designazione: le serie da F-86D-10 a F-86D-40 assunsero le denominazioni da F-86L-11 a F-86L-41, mentre le serie da F-86D-45 a F-86D-60 assunsero le nuove designazioni da F-86L-45 a F-86L-60. La novità più importante era l'installazione del ricevitore "Data Link AN/ARR-39", la cui antenna sporgeva inferiormente dalla fusoliera, in prossimità del bordo d'attacco della semiala destra. L'aggiornamento della componente elettronica di bordo comprendeva inoltre l'installazione di un sistema di comunicazione bordo-terra-bordo in UHF AN/ARC-34, un transponder IFF AN/APX-25, un ricevitore ILS AN/ARN-31.
Gli F-86L mantenevano inalterato l'armamento dell'F-86D. L'ala di maggiori dimensioni e superficie migliorava la manovrabilità alle alte altitudini, anche in presenza di un peso a vuoto incrementato di 100 libbre (45 kg) rispetto all'F-86D.

Sistema di controllo del tiro Hughes E-4

Il diagramma scematico del sistema di controllo del fuoco E-4 fu sviluppato nel 1950 dalla Hughes Aircraft Corporation per l'utilizzo sul caccia a reazione RF-86D Sabre "Sabre Dog" armato con razzi FFAR "Mighty Mouse".
Il velivolo aveva in dotazione il radar AN/APG-37 con una potenza di 250 Kw. In modalità di ricerca l'antenna spazzava l'orizzonte di +/- 65 gradi e gli obiettivi venivano presentati su di un display B del cannocchiale radar. L'antenna aveva una scansione conica che consentiva al radar di tracciare automaticamente i bersagli.
Per impegnare un bersaglio, il sistema E-4 doveva essere bloccato sul bersaglio. Questo veniva fatto dal pilota utilizzando un joystick per puntare l'antenna e posizionare un marcatore di distanza sul bersaglio selezionato.
Una volta che l'E-4 era stato bloccato sul bersaglio, le seguenti informazioni venivano visualizzate sul radar-scope e sulle immagini del cannocchiale:
  • Un orizzonte artificiale con informazioni sul lancio e sul tono;

  • Un cerchio temporale, la cui dimensione indicava il tempo rimasto fino al lancio dei razzi;

  • Uno spazio nel cerchio temporale che indica la velocità di intervallo. La posizione del gap sul cerchio indicava l'entità della portata crescente o decrescente per il bersaglio;

  • Un cerchio di riferimento al centro dell’ambito;

  • Un sterzo che indica la direzione di volo.

Il pilota doveva mantenere il punto di sterzo al centro del cannocchiale per seguire il corso calcolato di collisione dei proiettili e colpire il bersaglio.
 Pochi secondi prima di raggiungere la distanza di tiro, il pilota armava il circuito di fuoco premendo il grilletto. 

Al corretto tempo di sparo calcolato il computer abbassava il razzo-pod sparando il numero selezionato di razzi.
 Quando i razzi erano stati lanciati, i cerchi sul cannocchiale si trasformavano in una "X" e successivamente in un "8" che indica un avviso di collisione.

Il computer elettromeccanico E-4 Fire-Control calcolava la rotta di collisione abbassando il pod dei razzi e li lanciava utilizzando i seguenti input:

  • Portata e velocità di raggio dal ricevitore radar;

  • Angoli di direzione di destinazione e tassi di angolazione dall'antenna radar;

  • Roll, passo, altitudine, forze g e informazioni sulla temperatura da vari sensori esterni.

Tutto questo veniva fatto utilizzando servo meccanici, risolutori sincroni, rate-gyros e molti tubi a vuoto a triode e pentode.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Nop-betty, Wikipedia, You Tube)










































 

giovedì 17 ottobre 2024

ECM-ECCM: Leonardo, alla conferenza annuale della US Army Association, ha presentato il “BRITE STORM”, una suite di guerra elettronica pensata per l’installazione su droni relativamente piccoli e “spendibili” da usare come stand-in jammer.









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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.





Leonardo, alla conferenza annuale della US Army Association, ha presentato l’ultima soluzione di Electronic Warfare “BRITE STORM”: è una suite di guerra elettronica pensata per l’installazione su droni relativamente piccoli e “spendibili” da usare come stand-in jammer.
Questo sviluppo deriva dalla contromisura radar-attiva “BRITE CLOUD”, adottata non solo dalla RAF sui TORNADO GR9 e poi sull’EF-2000 TYPHOON, ma, recentemente, è stata selezionata anche dall’USAF per l’F-35A e probabilmente anche da altri utilizzatori del velivolo stealth.
La soluzione BRITE STORM di Leonardo, nella sua forma “standard” pesa soltanto 2,5 kg circa e si compone di: 
  • una antenna (specifica per la piattaforma scelta), 
  • un Miniature Technique Generator per generare i segnali di disturbo,
  • i necessari moduli di trasmissione-ricezione. 
Il sistema avrà un basso consumo energetico e potrebbe essere alimentato dall’equivalente della batteria di un veicolo VTLM2; è specificamente destinato all’utilizzo su piattaforme spendibili, quindi anche il prezzo sarà limitato. 
Il BRITE STORM ha un ingombro di circa 3,5 litri. Come anche BRITE CLOUD, il nuovo sistema utilizza tutte le bande radar dalla A alla J.
La multinazionale Leonardo lavora da tempo al concetto di Stand-In Jammer, in grado di “oscurare” una formazione di velivoli d’attacco emettendo falsi segnali direttamente all’interno delle “bolle” della difesa aerea ostile.







Una nuova tecnologia di protezione elettronica:
  • BriteStorm può equipaggiare velivoli a pilotaggio remoto ed effettori, confondendo le difese nemiche con sofisticate tecniche di disturbo e inganno digitali;
  • Sono già stati effettuati diversi voli di successo con il Rapid Capabilities Office della Royal Air Force che hanno dimostrato le capacità del sistema;
  • Leonardo ha lanciato il prodotto ad AUSA, la fiera annuale delle forze armate USA in corso a Washington D.C.

Il “BriteStorm" consentirà alle forze armate di operare in profondità nel territorio avversario, anche quando quest’ultimo è protetto dai più avanzati sistemi integrati di difesa aerea (Integrated Air Defence Systems - IADS).
E’ un sistema che crea una protezione elettronica aerea, dispiegata prima della forza principale, capace di generare interferenze ad alta potenza contro un ampio spettro di minacce. In questo modo la nuova tecnologia degrada i sistemi di difesa aerea del nemico sopprimendone la capacità di rilevare e agganciare altre piattaforme, proteggendo le forze amiche e abilitandone così la missione.
E’ un payload progettato per essere installato su un’ampia gamma di velivoli a pilotaggio remoto ed effettori. È in grado di equipaggiare ciascuna piattaforma con una serie avanzata di tecniche di inganno digitale, dispiegabili a lungo raggio.
Il Rapid Capabilities Office (RCO) della Royal Air Force britannica sta collaborando con Leonardo su questo fronte e ha acquistato il sistema per condurre delle prove che ne hanno dimostrato la capacità.
Sviluppato presso il centro di ricerca e produzione di electronic warfare di Leonardo a Luton, nel Regno Unito, BriteStorm si basa sulla tecnologia Digital Radio Frequency Memory (DRFM), la stessa della contromisura BriteCloud, l'unico sistema “expendable” sul mercato che ha dimostrato la sua efficacia nei test dal vivo. A differenza del BriteCloud, che è progettato per “interrompere” i sistemi di guida radar dei missili in arrivo, il BriteStorm è stato progettato per confondere e sopprimere i radar di sorveglianza a terra, impedendo al nemico di tracciare e quindi di impegnare le forze amiche.
Utilizza la tecnologia DRFM, già testata in missione, che rileva e valuta l'ambiente di minaccia dal punto di vista della guerra elettronica per poi scegliere la tecnica di contromisura più adeguata. A seconda del contesto, gli effetti possono variare dall’ostacolare il sistema nemico con rumore elettronico a tecniche più sofisticate, come la creazione di decine di tracce realistiche di velivoli da combattimento "fantasma" che confondono la risposta nemica.

Il BriteStorm è piccolo, leggero e indipendente dalla piattaforma.

Un sistema standard incorpora un'antenna specifica per il tipo di piattaforma, moduli di trasmissione-ricezione e un generatore di tecniche miniaturizzato. È semplice da integrare, cosa che lo rende un’opzione accessibile per stabilire una potente e sofisticata capacità di jamming.
Oltre al Ministero della Difesa UK, Leonardo considera il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti come un potenziale cliente chiave, con il BriteStorm in grado di fornire un vantaggio capacitivo agli operatori in contesti di guerra elettronica grazie, in particolar modo, alla caratteristica essenziale di essere rapidamente riprogrammabile per adattarsi al ritmo della minaccia. Il sistema è stato progettato per essere facilmente esportabile, con unità già disponibili negli Stati Uniti a scopi dimostrativi.
L’A.M.I. e altri paesi in Europa, Medio Oriente e nell’area Asia-Pacifico potrebbero manifestare interesse per la nuova tecnologia.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Leonardo, You Tube)