sabato 14 dicembre 2024

GUERRA CIVILE SIRIANA: dall'attacco chimico di Ghūṭa del 2013, al parziale disarmo chimico siriano. Gli eventi finali del crollo del regime filo-iraniano-russo di ASSAD fino alla scoperta di ulteriori precursori chimici nei pressi di Damasco.










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L'attacco chimico di Ghūṭa è un episodio accaduto la mattina del 21 agosto 2013 durante la guerra civile siriana in cui alcune aree controllate dai ribelli nei sobborghi orientali e meridionali di Damasco, sono state colpite da missili superficie-superficie contenenti l'agente chimico sarin. Ribelli e governo siriano si accusarono a vicenda di aver perpetrato l'attacco.
Il numero complessivo di morti non fu definito. Le stime variarono da "almeno 281" a 1.729 morti. Se venissero confermate le cifre più alte, questo attacco chimico risulterebbe il più grave episodio verificatosi dall'attacco chimico di Halabja, durante la guerra Iran-Iraq.
Le indagini svolte dalle Nazioni Unite dal 26 al 31 agosto 2013 rivelano chiare tracce di gas sarin nel terreno e sui cadaveri nelle zone colpite e accerta che la tipologia di gas è quello contenuto nei depositi siriani. Tuttavia non viene indicato chi possa essere il responsabile, essendo anche i ribelli nella possibilità di accedere ai depositi.
L'attacco ebbe una forte ripercussione a livello internazionale. Infatti il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nell'agosto 2012 aveva indicato come "linea rossa" per un possibile intervento armato contro la Siria proprio l'utilizzo di armi chimiche. La comunità internazionale si divide, con Stati Uniti, paesi membri della NATO, Unione europea e Lega Araba che accusarono il governo di Bashar al-Assad, mentre la Russia e l'Iran appoggiarono il governo siriano, accreditando l'ipotesi di un attacco perpetrato dai ribelli.
La netta opposizione russa ad un intervento militare internazionale in Siria impedì una risoluzione ONU. Inoltre la forte opposizione dell'opinione pubblica e l'incertezza sulle conseguenze di un intervento militare frenano le nazioni più orientate all'attacco.
Su iniziativa russa, la crisi internazionale si risolve con l'adesione della Siria alla Convenzione sulle armi chimiche implicante la distruzione sotto egida ONU dell'arsenale chimico siriano.
Secondo parte della comunità internazionale, sono state utilizzate armi chimiche contro gli insorti, in un attacco effettuato nella periferia della capitale, il 21 agosto 2013. Per verificare la veridicità di tale violazione, l'ONU ha effettuato, dopo cinque giorni dall'attacco, ispezioni sia negli ospedali in cui sono curati i superstiti sia nei siti sottoposti a tale attacco.
In un'intervista a Le Figaro (il 2 settembre) e poi il 9 alla CBS (che verrà trasmessa lunedì 16), Assad ha smentito l'uso di armi chimiche il 21 agosto e minacciato ritorsioni in caso di attacco USA.
Il 28 agosto 2013 lo speaker alla Camera dei Rappresentanti John Boehner ha inviato una lettera a Obama nella quale concorda sull'esistenza delle prove dell'uso delle armi chimiche e che la Siria con questo atto abbia superato la red-line del non-intervento, e chiede i dettagli operativi e la giustificazione legale di un attacco statunitense. La lettera segue quella del 26 agosto, in cui invita il Presidente a non prendere decisioni unilaterali e a consultare il Congresso, prima di autorizzare qualsiasi azione militare.
L'interpretazione di tali eventi, fatti dagli Stati Uniti, non viene accettata dalla Russia, per la quale le prove non sono sufficienti a dimostrare un coinvolgimento del regime siriano nel lancio di tali ordigni. Tale contrapposizione venne ad aumentare con l'intenzione di Mosca di difendere il regime da ogni possibile embargo e aumentando la presenza militare in Siria.

Il 14 settembre 2013, a Ginevra, viene siglato un accordo tra gli Stati Uniti e la Russia con cui si stabilisce la distruzione delle armi chimiche in mano alla Siria entro la prima metà del 2014. 

Qualora il governo siriano non avesse collaborato alla distruzione, sarebbe stata richiesta una risoluzione all'ONU in cui si poteva paventare anche l'uso della forza.
Lunedì 16 settembre 2013 il team indipendente delle Nazioni Unite incaricato di verificare l'eventuale uso di armi chimiche in Siria ha consegnato il suo rapporto definitivo al segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon. Il rapporto, lungo 38 pagine, ha confermato che le «armi chimiche sono state usate relativamente su larga scala nel conflitto tra le due parti in Siria, anche contro i civili, inclusi i bambini». Nel rapporto, come previsto, non sono stati individuati esplicitamente i responsabili dell'attacco del 21 agosto: l'inchiesta del team guidato dallo scienziato svedese Ake Sellstrom è stata principalmente di tipo tecnico, cioè si è limitata a stabilire se siano state usate armi chimiche in Siria, ma non ha indagato su chi le abbia usate. Il rapporto comunque ha fornito delle prove significative dell'uso di gas sarin in tre quartieri diversi di Ghuta, sobborgo a est di Damasco: gli ispettori dell'ONU hanno spiegato di avere raccolto sui posti bombardati prove mediche, chimiche e ambientali fino al 31 agosto, giorno in cui hanno lasciato il paese.

Ban Ki-moon riceve ufficialmente il 28 settembre Ahmad Jarba, presidente del Governo provvisorio siriano, ostile ad al-Assad.

Molti sono i motivi per ricordare questo anniversario, prima di tutto perché si tratta dell'ultimo evento di disarmo raggiunto finora a livello mondiale. E di un disarmo significativo, che ha distrutto l'intero arsenale nazionale di una classe di armi "di distruzione di massa", con l'eliminazione definitiva della completa filiera di acquisizione, dalla produzione degli agenti alla confezione dei proiettili finali. Importante anche lo stato disarmato, la Siria, coinvolta in una multiforme guerra civile e internazionale in cui stavano ripetendosi gravi attacchi chimici; altri aspetti importanti il fatto che il disarmo è avvenuto sotto il controllo e la guida delle istituzioni internazionali preposte, l'ONU e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), e la concorde volontà di tutta la comunità internazionale a perseguirlo fino in fondo, impostando, in un raro momento di razionalità politica, una diplomazia "creativa" e superando attriti su altre tematiche.

Dopo solo dieci anni e sembra un altro mondo. 

L'attuale clima internazionale di duro scontro e di aperto conflitto non lascia speranze non solo di disarmo, ma neppure di qualche minima forma di limitazione degli armamenti e siamo invece in una fase di corsa per nuove e più numerose armi di ogni genere.
Il merito del disarmo chimico della Siria in tempi estremamente rapidi va soprattutto alla tenacia e al costante impegno dell’OPCW e dei suoi ispettori e all’azione del segretariato generale dell’ONU, in particolare della vice-segretario generale Sigrid Kaag, coordinatrice speciale della commissione costituita allo scopo, che è riuscita a negoziare sia con il governo che con gli insorti, con la diplomazia mondiale, nonché con organizzazioni ecologiste contrarie alle operazioni di trattamento in mare.
La particolare attenzione internazionale all’impiego di armi chimiche è dovuta alla loro speciale natura e al loro status nell’immaginario collettivo, che hanno portato a generare a livello mondiale un vero  tabù all’uso di tali armi, concretizzato nel Protocollo di Ginevra del 1925, che proibisce l'uso di tali armi nei conflitti fra i firmatari, e nella quasi universale Convenzione per la proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinamento e uso di armi chimiche e per la loro distruzione del 1995, con la creazione a L'Aia dell’OPCW “per assicurare l'attuazione delle sue disposizioni, comprese quelle relative a una verifica internazionale della sua osservanza”.

Il processo che portò al disarmo chimico della Siria prese avvio dal tragico susseguirsi di attacchi con agenti tossici nel corso della ferocissima e complessa guerra civile siriana, coinvolgente più fazioni e gruppi armati di vari paesi, a seguito della dura repressione delle proteste popolari del 2011 contro il regime di Bashar Hafez al-Assad. 

A partire dal 2012 cresce il numero di denunce di impieghi di armi chimiche dalle parti in lotta, segnalate da mezzi di comunicazione e dai social media, denunciate da organizzazioni umanitarie, fino a dichiarazioni formali di alcuni stati. La Repubblica Araba Siriana, che continuava a negare il possesso di armi chimiche, non era allora membro della CWC, per cui l'OPCW non poteva svolgere indagini per verificare i fatti.
L'impiego di armi chimiche nei confitti, anche se in forma limitata, hanno grande impatto sulla popolazione e gravi ripercussione politiche; pertanto sono frequenti illazioni e accuse del loro uso, spesso in malafede per calunniare e diffamare i nemici. Per accertare la sostanza delle denunce di attacchi chimici, nel novembre 1987 l’Assemblea Generale dell’ONU affidò al Segretario generale il compito di svolgere specifiche investigazioni a seguito della denuncia di un paese membro.
Il “meccanismo del Segretario generale” viene riaffermato l’anno seguente dal Consiglio di sicurezza, e il 4 dicembre 1990 l’UNGA ne approva le linee guida e le procedure operative. Il Segretario generale ha formalizzato accordi bilaterali per avvalersi del supporto tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’OPCW.

L'escalation chimica della guerra civile siriana risultava inaccettabile alla comunità internazionale, tanto da indurre il presidente Barak Obama ad annunciare il 20 agosto 2012 una “linea rossa” per un possibile intervento militare USA nel conflitto a fronte di ulteriori impieghi di armi chimiche.

Anche a seguito dell'ultimatum americano, il 20 marzo 2013 il governo siriano presenta al Segretario generale una richiesta formale di investigazione dell'attacco contro suoi militari successo il 19 marzo nel sobborgo Khan al-Assal di Aleppo. Attivato immediatamente il SGM, l'ONU crea, con la collaborazione di WHO e OPCW, una missione investigativa con il compito di verificare (senza accertare responsabilità) anche gli eventi di Sheikh Maqsoud (Aleppo) e Saraqueb (Idlib) denunciati da Francia, Inghilterra e USA.
Anche per difficoltà create dalla Siria, la missione giunge a Damasco solo il 18 agosto, e il giorno 21 è presente al gravissimo attacco chimico condotto in vari quartieri periferici di Damasco nella zona di Ghouta che produsse migliaia di vittime, inclusi molti bambini. Il Segretario generale, ottenuto (su pressioni russe) il permesso siriano, ordina alla missione di dedicarsi primariamente allo studio di tale evento. Raccolta una considerevole quantità di informazioni e di campioni ambientali e biologici adeguati ai fini dell’ispezione, il 31 agosto la missione rientra a L’Aia e, come previsto, il materiale raccolto viene inviato a differenti laboratori europei per analisi e valutazioni tecniche incrociate.
Il 13 settembre il Segretario generale dell’ONU trasmette il rapporto sugli eventi di Ghouta: tutti i risultati confermano un massiccio attacco con l'agente nervino sarin compiuto nelle prime ore del mattino. Il 12 dicembre la missione presenta il suo rapporto conclusivo, attestando l’uso di gas nervino anche a Khan al-Assal (20 morti e 124 intossicati), Saraqueb (12 intossicati, un morto), Jobar (intossicati 24 soldati) e Ashrafiah Sahnaya (attaccati 5 soldati). Come da mandato, la missione non attribuisce responsabilità degli eventi, ma mette in evidenza la disponibilità in Siria del potente aggressivo chimico e di mezzi per la sua dispersione in operazioni militari.
A fronte del grande impatto degli eventi di Goutha sull'opinione pubblica mondiale, con sostanziali sospetti di responsabilità governativa della strage, al summit G20 di Mosca (5 e 6 settembre 2013) Russia e USA concordano sulla necessità di porre le armi chimiche siriane sotto una qualche forma di controllo internazionale; il 9 settembre la Russia propone alla Siria un piano di disarmo chimico, che verrà rielaborato con gli USA.
Il 14 settembre la Siria deposita il documento di accessione, impegnandosi a ottemperare immediatamente agli impegni previsti dalla convenzione, e, a partire dal 19 settembre, fornisce informazioni sul proprio programma militare chimico, che risulta particolarmente rilevante: 51 strutture di immagazzinamento, produzione, ricerca e sviluppo, 1230 munizioni non riempite e 1308 t di agenti chimici (1047 t fra agenti e precursori e 261 t di materiale grezzo); i precursori sono sostanze meno tossiche che miscelate producono gli agenti finali. 




Gli agenti chimici dichiarati erano: acido cloridrico, iprite e precursori di iprite, precursori degli agenti nervini sarin (isopropanolo e agente DF), VX e VM (precursori A, B, BB e BBsale). L’iprite e i precursori dei nervini sono di massima pericolosità ("categoria 1" della CWC), le altre sostanze di "categoria 2" o di "categoria 3". L'inventario richiederà un continuo aggiornamento (non ancora completamente verificato).

Ricordiamo che l'iprite è l'agente tossico più impiegato nei conflitti, a partire dalla prima guerra mondiale, mentre gli agenti nervini sono gli aggressivi chimici più letali mai sviluppati.
Tenendo conto della situazione eccezionale della Siria, il piano russo-americano di disarmo (messo a punto da Sergey Lavrov e John Kerry) richiedeva significative deviazioni dalle regole e procedure, in particolare: completamento del disarmo entro giugno 2014 secondo un preciso programma temporale, invece di scadenze pluriennali; possibilità di ispezioni in ogni sito in Siria, e di “speciali” ispezioni senza preavviso; informazione immediata dei dati e sullo svolgimento del piano a tutte le parti; inclusione nel piano di verifica e distruzione anche dei centri di ricerca e sviluppo; creazione di una commissione congiunta OPCW-ONU per sovrintendere alle ispezioni e operazioni; un processo “ibrido” di disarmo da svolgersi sia in Siria che all’estero, mentre la CWC impone che il disarmo avvenga completamente all’interno del paese interessato e proibisce il trasporto degli agenti fuori della sua giurisdizione; eliminazione di sostanze chimiche duali anche di ampio uso civile, di cui la CWC permette il riutilizzo; distruzione di tutti gli impianti connessi alla produzione e ricerca sulle armi chimiche, mentre la CWC consente la loro conversione a scopi civili; ricorso a contributi internazionali in mezzi e servizi per far fronte alle spese ispettive e per la distruzione delle armi fuori dalla Siria.
Le “anomalie” del piano richiedono un duplice passaggio formale: approvazione sia da parte dell'OPCW che del UNSC, il che avviene il 27 settembre, entrambe all'unanimità. Particolarmente importante è la Risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza, che proietta il caso specifico nel contesto globale, dichiarando l’uso di armi chimiche costituire una minaccia alla pace e sicurezza mondiali, condannando gli attacchi chimici in Siria e ritenendo i responsabili perseguibili penalmente, decidendo di imporre le misure previste dal cap VII della Carta delle Nazioni unite nel caso di inadempienze. Poiché la risoluzione è vincolante per tutti i paesi membri dell’ONU, essa rende di fatto universale il bando delle armi chimiche, estendendolo anche ai paesi non ancora parte della CWC, e riconosce la natura di crimine di guerra per il loro uso in qualsiasi contesto.
Il 16 ottobre viene costituita la missione congiunta (OPCW-UN Joint Mission in Syria – JMIS) con coordinatore speciale la vice-segretario generale dell’ONU Sigrid Kaag (olandese); ella, dopo un'ispezione in Siria il 21 seguente, costituisce basi logistiche a Damasco e a Nicosia e crea al porto di Latakia il centro di raccolta dei materiali e le attività di verifica, analisi, inventario dei materiali e confezione dei container per il trasporto marittimo. In Siria verrà mantenuto il personale strettamente necessario per specifiche operazioni; nella prima fase vengono impegnati 26 esperti OPCW e 50 persone dell’ONU (personale di sicurezza, logistica, medici e interpreti), le forze della missione variando in numero (fin oltre 100) e competenze a seconda degli impegni.
Il piano richiede uno stretto scadenzario temporale, per prevenire possibili ulteriori impieghi di armi chimiche e per realizzare il disarmo siriano prima che la guerra civile potesse avere degli imprevedibili sviluppi che avrebbero potuto renderlo del tutto o in parte impossibile.
Le prime operazioni riguardano l'ispezione delle strutture segnalate e il controllo dei materiali, anche per eliminare urgentemente la capacità di produzione e dispersione di nuovi agenti tossici. La JMIS si trovò immediatamente a confrontarsi con la complessità della guerra civile con esposizione ad attacchi e le conseguenti limitazioni per motivi di sicurezza, per cui alcuni siti non risultavano raggiungibili. Comunque, al 1° novembre erano state ispezionate 39 delle 41 strutture segnalate e sorvegliata e certificata la distruzione funzionale di tutta la strumentazione delle strutture di produzione e riempimento; al 6 dicembre verificata la distruzione, nelle varie sedi, del materiale di categoria 3, inclusi tutti i proiettili per gli agenti chimici, ed entro dicembre distrutte tutte le unità mobili di riempimento.

Intanto veniva definito il piano di distruzione delle sostanze tossiche, da attivare nel pieno rispetto della salute e dell’ambiente. Per l'eliminazione degli agenti chimici vi sono essenzialmente due metodologie, una basata sul "fuoco" e una sull’"acqua".

L'incenerimento è il metodo più diretto e veloce e non implica reazioni chimiche; gli agenti in fase liquida vengono trattati in due tempi: dopo una prima combustione a circa 1.500°C e una post-combustione a circa 1.100°C oltre il 99% del materiale viene distrutto e si raggiunge una completa mineralizzazione dei composti organici. Gli ossidi e i gas acidi generati vengono rimossi con lavaggi; eventuali residui solidi sono eliminabili come normali scarti di produzione industriale.
L'idrolisi tratta gli agenti con acqua calda (non necessariamente bollente) o idrossidi alcalini, a seconda dei casi, per scindere le molecole originarie in frammenti più piccoli e innocui; gli effluenti possono rientrare fra i materiali proibiti dalla CWC, nel qual caso vengono sottoposti a un secondo ciclo di degradazione mediante biodegradazione, ossidazione acquosa supercritica o trattamento con sali d’argento in acido nitrico, ovvero incenerimento. I prodotti di reazione vengono ridotti allo stadio di normali scorie industriali.
Mentre l'incenerimento dell'isopropanolo non pone particolari problemi e andava eseguito in Siria, il piano di trattamento degli agenti chimici fuori dalla Siria prevede l'incenerimento degli agenti fluoruro d’idrogeno, A, B, BB e BBsale (categoria 1) e delle sostanze inorganiche e organiche di categoria 2 e invece l'idrolisi dell’iprite e del DF; gli effluenti dell'idrolisi da eliminare mediante incenerimento. Per l'incenerimento vengono messi a disposizione impianti dal Regno Unito (a Ellesmere e Runcorn), dalla Finlandia (a Riihimäki), dagli USA (a Houston) e dalla Germania (a Münster); per l'idrolisi, non essendosi trovati impianti a terra disponibili, il 28 novembre viene accolta la proposta americana per il trattamento in mare aperto su una nave (la Cape Ray) opportunamente attrezzata con impianti Field Deployable Hydrolysis Sistem – FDHS e dotata dei necessari reagenti e acqua dolce, nonché dei contenitori per gli effluenti, in modo da evitare sversamenti in mare.

Scelto e attrezzato il porto di Latakia per la concentrazione dei materiali da trattare fuori dal paese, la Danimarca e la Norvegia mettono a disposizione per il trasporto ai punti di distruzione le navi Ark Futura (danese) e Taiko (norvegese), che permettono il carico tramite rampe rotabili; il governo italiano fornisce il porto di Gioia Tauro attrezzato per il movimento di materiali rischiosi di classe 6 per il trasferimento dei materiali fra le navi.

Le navi nell’attesa di completare il loro carico restano in acque internazionali al largo di Cipro con la protezione di una scorta internazionale di vascelli militari sotto la direzione della reale marina danese (operazione RECSYR – REmoval of Chemical weapons from Syria). Per il coordinamento delle operazioni le marinerie coinvolte si incontrano con funzionari dell’OPCW e della JMIS il 11-13 dicembre a Stuttgart e il 27 dicembre a Mosca. Sono coinvolte la fregata norvegese Helge Ingstad, la nave supporto danese Esbern Snare, la fregata UK Montrose (in seguito sostituita dall’incrociatore lanciamissili Diamond), l’incrociatore lanciamissili russo Pyotr Veliky e la fregata lanciamissili cinese Yan Cheng. Le navi mercantili ricevono protezione militare fino al completamento dello scarico degli agenti chimici nei vari porti di destinazione finale.
Il problema maggiore fu il lento trasporto degli agenti chimici dai vari depositi al porto, operazione di cui era responsabile la Siria; nonostante l'assistenza russa e americana, con fornitura di speciali container e mezzi di trasporto, si ebbero sei mesi di ritardo sul piano: solo il 7 gennaio 2014 vi fu una prima modesta (4,5%) consegna di agenti C1 ad Ark Futura e il seguente 27 la prima consegna (2,5%) di agenti C2 a Taiko; le consegne parziali continuano lente nei mesi successivi e la Taiko l'8 giugno parte per la Finlandia e il Texas. Per Ark Futura le consegne di agenti C1 e C2 sono completate il 23 giugno e la nave si reca a Gioia Tauro, ove trasborda circa 600 t di agenti C1 sulla Cape Ray (1-2 luglio) e quindi parte per l'UK e la Finlandia.
La Cape Ray era partita dagli USA il 27 gennaio e, giunta il 13 febbraio nella base americana di Rota in Spagna, nell'attesa del carico degli agenti da trattare esegue prove a mare per accertare fino a quale forza di mare possono avvenire in piena sicurezza le operazioni di neutralizzazione e l’immagazzinamento degli agenti tossici, dei reagenti e degli effluenti.

Il 9 luglio iniziano le operazioni di neutralizzazione in acque internazionali a sud di Creta, proseguite con due unità FHDS lavorando con più turni 24 ore al giorno per 6 giorni la settimana. 

Fortunatamente il mare rimane sempre calmo e il tempo bello e il processo è completato il 17 agosto, in soli 42 giorni (invece dei 60–90 giorni previsti), con il trattamento di oltre 14 t di agenti per giorno lavorativo. La Cape Ray si dirige poi agli impianti di smaltimento degli effluenti in Finlandia e a Brema.
Per assicurare la sicurezza della Cape Ray durante le operazioni nel Mediterraneo, a bordo erano imbarcati una squadra per la difesa CBRN e un gruppo di forze speciali della marina USA con un elicottero SH-70B Seahawk ad assicurare anche la possibilità di evacuare la nave in caso di gravi incidenti. La protezione militare delle operazioni in mare viene garantita da una squadra aeronavale sotto il comando della Combined Task Force 64 della Sesta flotta americana, comprendente oltre ai mezzi statunitensi le fregate Yan Cheng cinese, Salih Reis turca, Schleswig-Holstein tedesca e Leopold I belga, un aereo di ricognizione e controllo navale portoghese con base a Sigonella, i pattugliatori Comandante Foscari italiano e Infanta Elena spagnolo e un sommergibile greco. Era prevista anche la partecipazione dell’incrociatore russo, ma la NATO sospese (in aprile) la collaborazione militare con la Russia a seguito dell’invasione della Crimea, e il Pyotr Veliky continuò la protezione del convoglio mercantile. Nelle due operazioni furono coinvolti oltre 2000 uomini delle varie forze militari.

Il 30 settembre 2014 il Segretario generale dell’ONU dispone la chiusura della missione congiunta, essendosi raggiunti gli obiettivi proposti: completate le operazioni in Siria e raggiunta la totale distruzione degli agenti di categoria 1, dell’87,8% di quelli di categoria 2 e del 4,5% degli effluenti; il materiale rimanente si trova al sicuro negli impianti di trattamento che sarà il 4 gennaio 2016.

Il tempismo della distruzione dell'arsenale chimico siriano si è rivelato critico, dato il tragico aggravamento della situazione politica e militare a partire dalla seconda metà del 2014: lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (DAESH) espande la sua penetrazione in Siria, fino a occupare quasi la metà del territorio; nel settembre si forma la Coalizione globale contro il DAESH (85 paesi guidati dagli USA) e iniziano le azioni militari anche in Siria, che restano intense fino al 2017; la Russia dal settembre 2015 intraprende una vasta azione militare contro gli oppositori del governo, con pesanti bombardamenti aerei, lancio di missili e con truppe sul campo, fino a quadruplicare il territorio controllato della RAS, ove stabilisce basi permanenti aeree e una navale.

Nel quinquennio seguente si aggrava la crisi dei rapporti dei paesi occidentali e la Russia a seguito dell'occupazione della Crimea e l'inizio dei combattimenti nel Donbass con significativi riflessi negativi sulla questione chimica siriana: il governo siriano, pienamente sostenuto dalla Russia, riduce la collaborazione con l’OPCW a completare e chiarire le informazioni sul proprio programma chimico e a fornire assistenza per le missioni sul campo e la Russia blocca le azioni del Consiglio di sicurezza e dell'OPCW per le indagini sulle responsabilità di nuovi attacchi chimici (oltre 150 segnalazioni nel periodo 2015-2022) e impedisce la condanna dei responsabili (spesso militari della Siria).
Dal 15 al 19 maggio successivi si svolse a L'Aia la quinta conferenza di revisione della CWC e la questione siriana sarà uno dei temi caldi in discussione, dato che secondo l'OPCW "la dichiarazione sottoposta dalla Siria non può essere ancora considerata accurata e completa" (24 gennaio 2013) e il governo siriano "non riconosce l’Investigation and Identification Team dell'OPCW e i suoi rapporti precedenti e futuri" (2 febbraio 2023).
Dopo l'incapacità della quarta conferenza di revisione della CWC (ottobre 2018) a raggiungere l'approvazione di un documento finale condiviso, è estremamente importante che i lavori della prossima conferenza siano in grado di rafforzare la Convenzione e di ridare respiro alla diplomazia per il controllo degli armamenti in questo momento di dura contrapposizione fra le potenze mondiali.

Una guerra mai finita, che torna a far parlare di sé dopo anni di disattenzione generale. 

Il 27 novembre 2024 è stata una doccia fredda per chi, erroneamente, considerava il conflitto in Siria un capitolo chiuso della storia mediorientale. L’offensiva lanciata dai ribelli antigovernativi e da un cartello di milizie jihadiste guidato da Hay’at Tahrir As-Sham (HTS) ha portato nel giro di poche ore alla caduta di Aleppo, seconda città della Siria, che il governo di Bashar Al-Assad aveva impiegato diversi anni a strappare ai ribelli nel 2016, dopo averne perso solo una metà. Il successo dell’iniziativa bellica dei ribelli, confinati fino a pochi giorni fa nel solo governatorato di Idlib e in alcune località rurali a ovest di Aleppo, non è però spiegabile senza considerare il più ampio contesto locale, regionale e internazionale. L’avanzata delle forze anti-Assad, che in un tempo brevissimo hanno più che raddoppiato l’estensione dei territori sotto il loro controllo, ha subito generato interrogativi sul futuro della Siria e, in particolare, sulla tenuta del regime di Damasco. 

Un sistema di potere che, tra il padre Hafez e il figlio Bashar, ha governato il paese per più di mezzo secolo.

Sin dall’inizio dell’attacco, che ha rapidamente visto le forze regolari siriane sciogliersi come neve al sole, indietreggiare e cedere terreno agli insorti, la comunità degli analisti ha individuato nel tempismo l’elemento centrale del successo militare di HTS e degli altri gruppi ribelli. Il regime di Assad, com’è noto, doveva la propria sopravvivenza alla guerra civile iniziata nel 2011 – diventata poi un conflitto regionale e internazionale – al sostegno di due grandi sponsor esterni: la Russia, che controllava le basi costiere di Latakia e Tartus; l’Iran, che in Siria operava soprattutto indirettamente tramite il partito-milizia libanese Hezbollah, alcuni gruppi armati sciiti provenienti dall’Iraq e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Iraniana (IRGC, o Pasdaran). Gli insorti siriani avrebbero approfittato della ‘distrazione’ russa, legata agli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina e altri teatri, e dell’indebolimento della rete regionale iraniana per mano di Israele, che non solo in Libano, ma anche in Siria, ha condotto decine di raid aerei contro leader, infrastrutture e obiettivi filoiraniani (tra cui il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, eliminato a fine settembre a Beirut).
Questi elementi, tuttavia, spiegano solo in parte il modo in cui i ribelli sono penetrati in territorio nemico, come un coltello caldo nel burro, arrivando fino alle porte di Hama e in direzione di Homs. Il crollo dell’Esercito Arabo Siriano (SAA), come venivano chiamate ufficialmente le forze governative, è dovuto anche a questioni di debolezza interna all’apparato militare. 

La Siria è un paese fallito, distrutto da una guerra lunga 13 anni: tra rifugiati all’estero, sfollati interni, diserzioni, caduti in battaglia, il regime di Damasco si ritrovava con una forza sul campo sensibilmente ridimensionata da una sorta di ‘buco demografico’ difficile da colmare. 

Durante gli anni più duri della guerra, l’azione e la presenza di russi e (filo)iraniani sul campo era piuttosto limitata nel nord. I primi si ‘limitavano’ a condurre raid aerei dalla costa sulle posizioni dei ribelli e dello Stato Islamico – penetrato nello scacchiere siriano nel 2014 – mentre i secondi, nella Siria settentrionale, avevano più un ruolo tecnico (addestratori, consiglieri militari etc.). In altre parole, ad eccezione dei paramilitari della russa Wagner (che in Siria si sono fatti le ossa), per Assad la carne da cannone è sempre stata siriana.
Come evidenziano giustamente Hassan Hassan e Michael Weiss su New Lines Magazine, non è stata lanciata una sola campagna militare nel nord della Siria, bensì due. La prima, denominata “Respingere l’aggressione“, è stata guidata ed eseguita da HTS e ha portato alla caduta di Aleppo, esclusi pochi sobborghi nell’est; la seconda è stata “Alba della libertà”, è stata lanciata più a nord dall’Esercito nazionale siriano (SNA), un gruppo di insorti filoturchi. 

Ma cosa sono queste due realtà? 

HTS è una coalizione di gruppi jihadisti formatisi nell’ambito della guerra civile siriana. Nata nella galassia di Al-Qaeda, l’organizzazione ha tagliato i ponti con la ‘casa madre’ tra il 2016 e il 2017, per poi avviare una durissima repressione delle frange qaidiste. Guidata da Abu Mohammed Al-Jolani, designato come terrorista dal dipartimento di Stato USA dal 2013, HTS è ad oggi l’organizzazione più importante nell’area di Idlib, dove ha persino formato un proprio governo locale alternativo a quello di Damasco. L’SNA, invece, nasce dai resti di quello che fu l’Esercito siriano libero (FSA) e da altre formazioni, cooptate negli anni dalla Turchia per perseguire i suoi obiettivi strategici.

Al giorno d’oggi, per approfondire quanto sta accadendo in Siria, è necessario tenere d’occhio gli atti concreti e le dichiarazioni politiche dei due soggetti che escono decisamente rafforzati dalla rovinosa caduta del criminale regime degli Assad: Turchia e Israele. 

E’ del tutto evidente il sostegno operativo dato dalla Turchia alle milizie che hanno preso Damasco in meno di un mese; senza l’offensiva israeliana contro la filiera Hamas-Hezbollah-Iran nulla di quello che abbiamo visto nell’ultima settimana sarebbe accaduto. Ecco emergere il primo elemento importante delle ultime ore, cioè la critica turca ad Israele che il presidente Erdogan ha espresso nei colloqui con Giorgia Meloni.
Una critica che investe le attività militari sulle alture del Golan, dove l’esercito israeliano sta posizionando una zona cuscinetto di una ventina di chilometri oltre il confine tra Israele e Siria. 

Erdogan parla di «aggressione», facendo così capire al mondo intero che intende svolgere sino in fondo il ruolo di «protettore» della nuova Siria. 

Il secondo elemento di non minore importanza sono le intense attività militari israeliane che in queste ore stanno annientando quel che resta della marina militare siriana quanto i principali depositi di armi dell’esercito regolare (che in questo momento è totalmente disorientato, privo di comandanti nel pieno delle funzioni e ancora del tutto scollegato dai nuovi governanti).



In Medio Oriente - comunque - le cose non stanno mai come sembrano. 

E’ necessario leggere attentamente parole e fatti: Erdogan critica Israele, ma per il momento si ferma alle parole. Potrebbe spingere le milizie ad avvicinarsi ai reparti israeliani, ma non lo fa. Potrebbe utilizzare corpi scelti delle potenti divisioni turche, ma evita accuratamente ogni confronto militare diretto. Insomma, Erdogan sta dicendo a Israele qualcosa di molto simile ad un semplice messaggio: «non esagerate».
Dall’altra parte Israele sa che non può perdere l’occasione del vuoto di potere creato in quella Siria che da decenni minaccia in ogni modo la sua sicurezza nazionale. L’elemento decisivo con cui Netanyahu ha riguadagnato credibilità a livello internazionale è stata proprio la capacità di usare la forza, in una zona del mondo dove ogni altro linguaggio ha credibilità pari a zero. 



La sintesi è quindi la seguente: Turchia e Israele mai saranno d’accordo al 100% e nessuno dei due ha interesse a questo, però possono convergere di fatto nel lavorare per un equilibrio (precario) in grado di ridimensionare la strategia terroristica dell’Iran. È quello che chiedono loro Stati Uniti e Arabia Saudita: cercano entrambi di far capire a Turchia e a Israele che prima bisogna comunque risolvere il problema Russia, per non creare troppi problemi al nuovo nascente regime di Damasco.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, ilbolive.unipd, Wikipedia, Ispionline, Libero-quotidiano, You Tube)




















 

venerdì 13 dicembre 2024

L'AGM-142 Have Nap è la denominazione statunitense del missile aria-superficie israeliano anche noto come Popeye “פופאי“. Voci non confermate evidenziano che una variante del missile lanciabile dai sottomarini israeliani sia alimentata tramite un apparato motore nucleare, con una portata quindi notevolmente aumentata.









https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.











L'AGM-142 Have Nap è la denominazione statunitense del missile aria-superficie israeliano anche noto come Popeye. 

Questi missili, venduti anche all'USAF come arma a medio raggio, sono ultimamente prodotti anche nella versione con turbogetto, seguendo l'indirizzo dell'AS-18, e si sospetta che possano trasportare anche testate nucleari.

Progettazione

Il missile AGM-142 è frutto di una joint venture tra la Lockheed Martin e la compagnia israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd. L'arma è stata progettata per l'attacco di precisione da distanza di sicurezza. Il missile è spinto da un motore a razzo a stadio singolo, ha un sistema di guida inerziale, e durante la fase finale dell'attacco può essere guidato dal pilota via datalink, via TV o immagine IR, a seconda del modello del missile. Non è necessario che l'aereo rimanga in zona, visto che il controllo del missile può essere passato ad un'altra piattaforma. Infine il missile può essere equipaggiato con due tipi di testate, una da 340 kg esplosiva e una da 360 kg progettata per penetrare il bersaglio.

Dispiegamento

L'aviazione militare israeliana utilizza questo missile fin dal 1985, mentre gli USA ne hanno ordinati 154 nel 1989 e successivamente, nel 1996, altri 54. La Royal Australian Air Force ne ha acquistato un certo quantitativo negli anni '90 per utilizzarli con l'F-111, ma a causa di problemi imprevisti nell'adattarli al bombardiere, si è previsto un loro utilizzo non prima del 2006. Infine anche la Turchia lo utilizza per i suoi F-4 2020 Terminator.
Il Popeye (ebraico: פופאי) è una famiglia di missili aria-superficie sviluppati e in uso da Israele, di cui diversi tipi sono stati sviluppati per gli utenti israeliani ed esteri. 
Come già detto in precedenza, si è ipotizzato che una variante di missile da crociera lanciato da sottomarini a lungo raggio del Popeye Turbo sia impiegata nelle forze nucleari israeliane basate sui sottomarini. Gli Stati Uniti hanno gestito il Popeye sotto una designazione diversa secondo le convenzioni di denominazione degli Stati Uniti come AGM-142 Have Nap.

Progettazione

Il Popeye è progettato per un attacco di precisione contro grandi bersagli a lungo raggio. Il Popeye standard e il Popeye-Lite più piccolo sono alimentati da un razzo solido a stadio singolo. La Rafael ha offerto una variante lanciata aria di Popeye Turbo con un motore a reazione e ali pieghevoli per una competizione del Regno Unito che specifica un missile da crociera con una portata di almeno 320 km (200 miglia) nel 1994; esponendo pubblicamente una portata massima più bassa possibile per quella variante. Un sistema di guida inerziale pilota il missile verso il bersaglio; per l'homing del terminale il pilota può controllare il missile direttamente tramite un INS e un collegamento dati, mirando tramite un televisore o un cercatore a infrarossi di immagini a seconda del modello di missile. Non è necessario che l'aereo di lancio diriga il missile: il controllo può essere passato a un'altra piattaforma mentre l'aereo di lancio si allontana dall'area. Esistono 2 testate per le versioni export: un blast/frammentazione da 340 kg (750 libbre) o un penetratore da 360 kg (790 libbre).
Voci non confermate evidenziano che la presunta variante del missile lanciabile dai sottomarini israeliani sia alimentata tramite una reazione e nucleare con una portata notevolmente aumentata. Secondo la Federazione degli scienziati americani "la letteratura aperta fornisce poche informazioni su questo sistema" ma in un lancio di prova del maggio 2000 è stato tracciato per 1.500 km (930 miglia).

Varianti aero-lanciate:
  • Il Popeye (noto anche come Have Nap) - missile stand off standard a razzo solido, lungo 4,82 m (15 piedi 10 pollici) e del peso di 1.360 kg (3.000 libbre) con una frammentazione di esplosione di 340 kg (750 libbre) o testata penetrante I-800 da 360 kg (790 libbre), imaging inerziale e infrarosso o guida TV.
  • Popeye II o Popeye Lite (noto anche come Have Lite) - dimensioni ridotte (accorciate a 4,24 m) e versione di peso (il peso ora è di 1.125 kg) del Popeye per dare agli aerei leggeri come l'F-16I Sufa una capacità di attacco di precisione.
  • Il Popeye Turbo ALCM—Il missile da crociera lanciato dall'aria Popeye Turbo, che utilizza un motore a reazione e carburante liquido, è lungo circa 6,25 m (20 piedi 6 in); si dice che abbia una portata di oltre 320 km (200 miglia).
  • Il Crystal Maze o Raptor è stato sviluppato nel 2003-2004 per essere più leggero del Popeye per l'India, con una portata di 100 km (62 miglia), del peso di 1.100 kg (2.400 libbre) e del trasporto di una testata di 80 kg (180 libbre).
  • Il Crystal Maze II o ROCKS è una versione migliorata di Crystal Maze con una portata migliorata di 250 km (160 mi). Il missile è stato lanciato per la prima volta nell'aprile 2024 da Sukhoi Su-30MKI sotto il comando di Andaman e Nicobar. Il missile è stato prodotto in serie in India per l'aeronautica indiana. Il missile ha la capacità di colpire radar a lungo raggio e sistemi di difesa aerea in ambienti negati dal GPS.
  • L'Have Rain—Un rapporto del 2004 indicava che la Rafael stesse sviluppando una nuova versione anti-nave conosciuta come “Have Rain”. Si ritiene che il nuovo missile abbia un peso di lancio di 900 kg (2.000 libbre), per il dispiegamento a bordo del Lockheed P-3 Orion.
  • Lo Spice: Nel 2000, Rafael ha promosso un kit di guida "smart bomb" aggiuntivo "Smart Precise Impact Cost Effective" (Spice) per le bombe Mk 84.




Il Popeye Turbo da crociera imbarcato su sottomarini

Il Popeye Turbo SLCM è una versione allungata del Popeye Turbo sviluppato per l'uso come missile da crociera lanciato da sottomarino (SLCM), che è stato ampiamente segnalato - in un test osservato dalla Marina degli Stati Uniti nel 2002 nell'Oceano Indiano - per aver colpito un bersaglio a 1.500 km (930 miglia) di distanza. 




È ragionevole supporre che la portata dell'arma sia stata estesa al punto in cui può essere lanciata contro Teheran e ancora più città iraniane da una posizione relativamente sicura. Può presumibilmente trasportare una testata nucleare da 200 kiloton. Si ritiene che il Popeye Turbo allungato sia la principale arma deterrente nucleare strategica di secondo colpo che può essere sparata dai tubi siluri secondari da 650 mm (26 in) dei sottomarini israeliani di classe Dolphin. Si ritiene che la versione SLCM del Popeye sia stata sviluppata da Israele dopo che l'amministrazione statunitense Clinton rifiutò una richiesta israeliana nel 2000 per l'acquisto di SLCM a lungo raggio Tomahawk a causa delle regole internazionali sulla proliferazione MTCR. Mentre il Popeye standard è di 533 mm (21,0 in), i sottomarini classe Dolphin hanno quattro tubi siluri da 650 mm (26 in) oltre ai sei tubi standard da 533 mm (21,0 in) che consentono la possibilità che un derivato SLCM del Popeye possa avere un diametro maggiore.

Panoramica

Il Popeye è compatibile con una varietà di aerei, dai caccia tattici ai bombardieri pesanti.
Fin dal loro inizio, i missili sono passati attraverso una varietà di programmi di miglioramento progettati per aumentare l'affidabilità e ridurre i costi. Questi sforzi hanno incluso cambiamenti nei materiali e nei processi di produzione delle ali, delle pinne e del motore a razzo, nuovi componenti nell'unità di guida inerziale, un processore aggiornato e un cercatore di immagini a infrarossi migliorato.
Si pensa che Israele stia usando la cellula e l'avionica per produrre un missile da crociera lanciato da sottomarino a lungo raggio con un motore a reazione a combustibile liquido simile al Popeye Turbo piuttosto che a razzo.
Nell'utilizzo negli Stati Uniti, il Popeye designato come AGM-142 Have Nap era destinato principalmente ad equipaggiare il B-52H, consentendogli di attaccare obiettivi fissi di alto valore a portata sufficiente per fornire protezione dalle difese. Il missile rappresentava la prima munizione guidata di precisione trasportata dal B-52H.
Il quotidiano London Sunday Times ha riferito che il 5 luglio 2013, i sottomarini israeliani Dolphin hanno lanciato missili da crociera a lungo raggio contro magazzini di missili antinave P-800 Oniks di fabbricazione russa tenuti nel porto siriano di Latakia, contraddicendo un precedente rapporto della CNN secondo cui si era stato un attacco aereo. Israele schiera anche missili sub-Harpoon sui suoi sottomarini di classe Dolphin, in grado di attaccare bersagli costieri.
Nel pomeriggio del 7 dicembre 2014, due formazioni composte da due F-15I dell'aeronautica israeliana ciascuna, hanno sparato missili Popeye contro due siti bersaglio separati in Siria. Le batterie missilistiche Buk-M2 della difesa aerea siriana hanno sparato due missili contro gli aerei d'attacco in arrivo, e due missili Pechora 2M vennero lanciati frettolosamente contro i quattro missili Popeye in arrivo, abbattendone uno.
Nelle prime ore del 30 novembre 2016, gli aerei israeliani lanciarono missili Popeye aria-superficie dallo spazio aereo libanese a obiettivi a Sabboura, a nord-est di Damasco.

Distribuzione

Sviluppato per la prima volta per l'utilizzo da parte dell'aeronautica israeliana, è in servizio dal 1985.
L'USAF acquistò per la prima volta un lotto di 154 missili nel 1989 seguito da un secondo lotto di 54 missili nel 1996.
La Royal Australian Air Force acquistò un certo numero di missili Popeye alla fine degli anni '90 per l'uso da parte dei bombardieri F-111 della RAAF. L'F-111 è stato tolto dal servizio australiano nel 2010. Si è rivelato difficile integrare i missili sugli F-111 e i costi erano molto più alti del previsto.
Il velivolo Terminator F-4 2020 dell'aeronautica turca (ampiamente aggiornato dalla IAI) e il TuAF F-16 CCIP sono armati con una versione prodotta su licenza in Turchia del Popeye.

Coproduzione di Israele e Turchia

Nel maggio 1997, quando le relazioni erano ancora buone, Israele e la Turchia firmarono un accordo del valore di oltre 500 milioni di dollari per la creazione di una joint-venture tra Rafael di Israele e Turkish Aerospace Industries Turkey per la coproduzione di missili Popeye I e Popeye II in Turchia.

Operatori

Ci sono state segnalazioni che Israele abbia esportato il Popeye e le sue varianti in vari paesi:
  • Australia: Royal Australian Air Force;
  • India: 30 per l'aeronautica indiana;
  • Israele: Forza aerea israeliana, Marina israeliana;
  • Corea del Sud: Aeronautica Militare della Repubblica di Corea (in ritiro nel 2024);
  • Turchia: Aeronautica Turca;
  • Stati Uniti: United States Air Force (in ritiro nel 2004).

Specifiche:
  • Peso: 1.360 kg (3.000 libbre)
  • Lunghezza: 4,82 m (15 piedi 10 pollici)
  • Diametro: 533 mm (21,0")
  • Apertura alare: 1,98 m (6 piedi 6 in)
  • Guida: inerziale più imaging a infrarossi o TV
  • Motore: razzo solido monostadio
  • Portata: 78 km (48 miglia)
  • Testata: 340 kg (750 lb) di esplosivo a frammentazione o 360 kg (790 lb) I-800 penetrante.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)

























 

giovedì 12 dicembre 2024

USAF - US NAVY: il missile Peregrine è un'arma aria-aria piccola, veloce e leggera in fase di sviluppo - destinata a sostituire gli AIM-120 AMRAAM e AIM-9X Sidewinder - per l’utilizzo contro UAV e UCAV, velivoli e missili “cruise”. La Raytheon svilupperà tecnologie di sottosistema critiche per i concetti di missile entro la fine del 2029 ai sensi del contratto. Il contratto arriva due mesi dopo che l'AFRL aveva assegnato un contratto simile a Boeing fino a settembre 2027.












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storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.










L'US Air Force Research Laboratory (AFRL) ha assegnato a Raytheon un contratto da 21 milioni di dollari per sostenere lo sviluppo dei missili aria-aria compatti e a lungo raggio.
La società svilupperà tecnologie di sottosistema critiche per i concetti di missile entro la fine del 2029 ai sensi del contratto.
Il premio arriva due mesi dopo che l'AFRL aveva assegnato un contratto simile a Boeing fino a settembre 2027.
I missili sono destinati a sostituire gli attuali AIM-120 AMRAAM e AIM-9X Sidewinder di Raytheon. Le nuove armi integreranno anche il missile tattico avanzato congiunto Lockheed Martin AIM-260, attualmente in fase di sviluppo.
I missili devono adattarsi al vano armi interno di un caccia di quinta generazione, non superiore a 156 pollici (396 cm) e sarà più veloce dei modelli attuali con testate compatte con una "alta probabilità di colpire con un colpo singolo".
L'AFRL potrebbe prendere in considerazione motori a razzo a stadio singolo o multistadio o un sistema “ramjet”. Tuttavia, si enfatizzano anche i "motori a razzo solido multi-impulso” che possono essere strozzati, insieme a "propellenti, configurazioni a grana, custodie e fodere" innovativi.

La Boeing ha presentato il suo concetto di missile aria-aria a lungo raggio nel settembre 2021 in risposta alla sollecitazione governativa.




Il missile bi-stadio utilizzerà un "veicolo killer" attaccato ad una sezione booster che si staccherà dopo il lancio iniziale, spingendo la parte anteriore verso il bersaglio.
La riduzione delle dimensioni e del peso ridurrà la resistenza e il peso dei missili associati ai missili a stadio singolo. Il missile utilizzerà solo energia cinetica per l'impatto, non una testata, il che aumenterà la sua manovrabilità.

La Raytheon aveva già svelato un concept di missile aria-aria, il Peregrine, prima della sollecitazione dell’AFRL.




Il missile da 150 libbre (68 chilogrammi) e sei piedi (1,82 metri) è meno della metà del peso dell'AMRAAM e metà della sua lunghezza, consentirà al velivolo di trasportare il doppio del numero dei missili per ogni sortita. Non è chiaro se l'azienda si baserà sul Peregrine o svilupperà un nuovo missile da zero.
Il nuovo progetto di missile a medio raggio che è circa la metà delle dimensioni dell'attuale missile aria-aria avanzato a medio raggio dell'azienda AIM-120, o AMRAAM, ma che dovrà avere prestazioni equivalenti e in alcuni casi superiori. La nuova arma, chiamata Peregrine, potrebbe effettivamente raddoppiare il numero di missili che i caccia come l'F-35 Joint Strike Fighter o l'F-22 Raptor possono trasportare internamente, aumentando notevolmente la loro capacità operative quando si troveranno nelle loro configurazioni più furtive.
L'appaltatore della difesa con sede nel Massachusetts ha rivelato Peregrine pubblicamente per la prima volta alla principale convention annuale dell'Air Force Association fuori Washington, D.C., il 16 settembre 2019. Il nuovo missile è attualmente un progetto finanziato internamente e il piano è quello di offrirlo come complemento all'AIM-120, così come all'AIM-9X Sidewinder, entrambi prodotti dalla Raytheon.
L'azienda afferma che il Peregrine avrà almeno il raggio d’azione di un AMRAAM e la manovrabilità di un Sidewinder, ma in un pacchetto lungo solo sei piedi e del peso di soli 150 libbre. L'AIM-120 è lungo circa 12 piedi e fa pendere la bilancia a circa 345 libbre: “il Peregrine consentirà agli Stati Uniti e ai piloti da caccia alleati di portare più missili in battaglia per mantenere il dominio aereo", il dott. Thomas Bussing, vicepresidente di Raytheon Advanced Missile Systems. "Con i suoi avanzati sensori, guida e sistemi di propulsione confezionati in una cellula molto più piccola, questa nuova arma rappresenterà un significativo balzo in avanti nello sviluppo dei missili aria-aria".
La Raytheon ha offerto ai media dettagli limitati finora sulle capacità e le caratteristiche esatte del suo missile. Mark Noyes, vicepresidente dello sviluppo e della strategia aziendale di Raytheon Missile Systems, ha confermato che il Peregrine avrà un "cercatore autonomo multimodale" e una "nuova sezione di propulsione ad alte prestazioni", ma ha rifiutato di offrire specifiche.
Il sistema di guida sarà tri-mode, ma la Raytheon non direbbe quali funzionalità avrà esattamente. Una combinazione delle capacità homing radar dell'AIM-120 con il cercatore di immagini a infrarossi dell'AIM-9X sarebbero le opzioni più probabili. Ciò offrirebbe un mezzo alternativo per agganciare l’obiettivo ostile in caso di saturazione da guerra elettronica durante la fase terminale del volo del missile. Allo stesso modo, potrebbe fare affidamento sul cercatore radar se le contromisure difensive del bersaglio accecassero o confondessero la sua ottica a infrarossi. Il terzo metodo di funzionamento potrebbe essere una capacità di incassare attivamente le emissioni elettromagnetiche di un bersaglio, come quelle del proprio radar. Un collegamento dati, che avrà assolutamente, si aggiungerà solo alla portata del missile e alla capacità di annientare più facilmente obiettivi a distanze più ravvicinate.
Data la forma cilindrica molto convenzionale del corpo del missile come si è visto finora nella concept art e nei modelli fisici della Raytheon, il Peregrine utilizzerà un motore a razzo avanzato per la propulsione. Non è nemmeno chiaro a cosa la Raytheon stia confrontando la gamma di Peregrine, poiché le capacità del successivo AIM-120C, e in particolare dell'AIM-120D, sono molto diverse da quelle delle precedenti varianti AIM-120A e B. Le stime disponibili pubblicamente mettono la portata massima dell'AIM-120D tra le 75 e le 100 miglia, che dipende anche da un'ampia varietà di fattori, tra cui lo stato della piattaforma di lancio, come la sua altitudine e velocità: “Sarà oltre il medio raggio. Non posso entrare nei dettagli, come puoi apprezzare", ha detto Noyes di Raytheon. "Ma può fare di tutto, dal corto raggio alla gamma visiva oppure oltre la gamma media".
Un motore a razzo multi-impulso che utilizzerà propellente migliorato potrebbe essere in grado di fornire questo tipo di prestazioni di autonomia in un involucro più piccolo. 


Northrop Grumman utilizza una tecnologia simile del motore a razzo per dare all'AGM-88G Advanced Antiradiation Guided Missile-Extended Range (AARGM-ER) una portata significativamente maggiore rispetto all’esistente AGM-88E AARGM, ma senza aumentare la lunghezza complessiva dell'arma. La Raytheon stessa ha studiato un motore a razzo a propellente a grana alta come parte di possibili aggiornamenti per l’AIM-9X.
La tecnologia avanzata della testata, o forse l'eliminazione della testata interamente a favore di un design hit-to-kill che si schianta fisicamente contro il suo bersaglio per distruggerlo, potrebbe consentire più spazio per andare anche al sistema di propulsione e al suo carburante. Peregrine ha una testata a frammentazione esplosiva, ma questo è in conflitto con la concept art di Raytheon, che mostra solo due bande marroni sul corpo. Questi denotano la presenza di esplosivi di basso ordine e sono tipicamente indicatori del motore a razzo di un missile. Una fascia gialla, per gli esplosivi, mostra generalmente la posizione di una testata.
"Diventerà supersonico e questo è attribuibile a quella nuova cellula leggera e al sistema di controllo modulare ad alte prestazioni", ha detto Noyes di Raytheon: ”Questo gli permetterà di andare e fare manovre incredibili, specialmente all'endgame dove è più necessario", ha continuato, descrivendo il tipo di agilità che sarebbe necessaria anche per un'arma “hard-kill”.
L'estrema manovrabilità di Peregrine sarà il prodotto di un sistema di vettorializzazione della spinta. Questa caratteristica deriva dalla tecnologia sviluppata per l'AIM-9X.
Il Peregrine non rappresenta la prima volta che un'azienda ha cercato di sviluppare un missile aria-aria miniaturizzato oltre la portata visiva. Lockheed Martin ha propagandato un'arma molto simile, chiamata Cuda, nei primi anni 2010, anche se negli ultimi anni è in gran parte scomparsa dal marketing dell'azienda. L’US Air Force ha anche esplorato questa categoria di missili negli ultimi anni attraverso programmi come il Small Advanced Capability Missile (SACM) e Miniature Self-Defense Munition (MSDM).
Da quello che sappiamo di Cuda, quest'arma avrebbe dovuto offrire una portata ridotta rispetto all'AIM-120 e ci si aspettava anche che fosse “hard-kill”. Curiosamente, tutta la concept art e i modelli per questo missile, tuttavia, mostravano una banda gialla che indicava una testata nel corpo anteriore e quella che sembrava essere un "manicotto" pre-frammentato che si sarebbe trasformato in una grandine di schegge dopo la detonazione.
Vale anche la pena notare che la Raytheon ha perso la competizione AIM-260 Joint Air Tactical Missile (JATM) contro Lockheed Martin, ma secondo quanto riferito la società sta ancora sviluppando il Long Range Weapon Engagement (LREW). Il Peregrine potrà sfruttare le caratteristiche di progettazione della proposta JATM dell'azienda o del suo lavoro su LREW.
In ogni caso, qualsiasi missile aria-aria a medio raggio di medie dimensioni potrebbe offrire benefici significativi a un moderno velivolo da combattimento, in particolare progetti stealth che devono trasportare le loro armi internamente per massimizzare le loro capacità di evadere le onde radar. Attualmente, l'F-35, ad esempio, può trasportare solo quattro AIM-120 internamente, mentre l'F-22 può trasportarne sei nella sua baia principale per le armi. Il missile Peregrine offre il potenziale per quegli aerei di raddoppiare la loro capacità di caricatore senza grandi modifiche. Lockheed Martin sta anche lavorando a un aggiornamento per i Joint Strike Fighters, chiamato Sidekick, che consentirebbe loro di trasportare tre AMRAAM in ciascuna delle loro baie. Questi aerei potrebbero quindi essere in grado di trasportare una dozzina di nuovi missili della Raytheon. Risolverebbe anche il problema dell'F-35 di non avere un missile USA per il combattimento aereo disponibile per il trasporto interno.
Anche se la portata del Peregrine risulta essere significativamente inferiore all'AIM-120D, la capacità degli aerei stealth di trasportarne un numero relativamente grande in combinazione con AMRAAM a grandezza naturale, o futuri missili, come l'AIM-260, potrebbe essere estremamente vantaggiosa. 
L'AIM-260 mira ad essere un'arma delle dimensioni di un AMRAAM con una portata considerevolmente maggiore e altri miglioramenti.
Una miscela di PEREGRINE e altre armi, tra cui l'AIM-260 e le future sottovarianti dell'AIM-9X, potrebbe offrire ai piloti ulteriori opzioni per impegnare obiettivi e difendersi. Con il suo sistema di guida multi-modale, il nuovo missile di Raytheon potrebbe avere capacità aria-superficie nascenti che potrebbero anche renderlo uno strumento utile per coinvolgere altri set di obiettivi, comprese le minacce di difesa aerea pop-up.
Il valore delle dimensioni compatte di un Peregrine non si limita nemmeno ai caccia stealth. Anche i caccia avanzati di quarta generazione potrebbero aumentare massicciamente la capacità del numero di armi disponibili per ogni missione.
Potrebbe essere un'aggiunta utile agli aerei più grandi, compresi i bombardieri stealth, come il futuro B-21 RAIDER, come opzione per l'autodifesa di emergenza contro i missili in arrivo e altre minacce. Sarebbe anche un'opzione di armamento ideale per i veicoli aerei da combattimento senza equipaggio più piccoli (UCAV), che sembrano sempre più pronti a diventare una componente importante dell'ecosistema del combattimento aereo in futuro.

Tuttavia, ci sono ulteriori domande. 

Se avesse la stessa manovrabilità di un AIM-9X, ma il raggio d’azione di un AMRAAM con un cercatore tri-modale, ci sarebbe ancora una forte domanda per l'AIM-9X al di fuori della domanda di dotare gli aerei dotati di binari alle estremità alari? Allo stesso modo, dove si adatterà l'AIM-120? Se questo avrà la portata di un AIM-120D, allora quel missile sembrerebbe solo offrire più utilità per abbattere bersagli più grandi alla perdita della grande capacità del caricatore.
Se il Peregrine avrà un raggio operativo simile all'AIM-120C, ma non all'AIM-120D, sarà interessante vedere se cannibalizzerà parte di quella quota di mercato. 

Inoltre, quanto dovrà competere con i programmi missilistici finanziati dall'USAF che sono in corso, i cui dettagli rimangono strettamente sotto controllo? 




La Raytheon vede questa come una capacità di fascia media che esisterà tra l'AIM-260 e l'AIM-9X una volta che il nuovo AIM-260 sarà in servizio? Ciò aiuterebbe a compensare alcune delle perdite che l'azienda subirà dall'essere stata spodestata dal suo trono come principale fornitore statunitense di missili aria-aria a medio/lungo raggio.
Ma soprattutto, questo potrebbe soddisfare uno dei più grandi desideri della comunità di piloti dell’F-22 Raptor: avere più missili con cui operare. Anche l'F-35, ma in misura minore in questo momento. I caccia stealth come il Raptor non richiedono la capacità a lungo raggio fornita dall'AIM-120D in quanto possono avvicinarsi ai loro avversari aerei pur rimanendo ancora non rilevati in molte circostanze. Quindi, scambiare la portata dei missili per una maggiore capacità del caricatore è un compromesso molto logico per gli equipaggi di caccia di quinta generazione. I caccia di quarta generazione, d'altra parte, darebbero un premio più alto alla portata dei missili per compensare meglio le loro carenze di sopravvivenza.
La Raytheon non ha ancora offerto alcun dettaglio su di un potenziale programma per lo sviluppo e i test del Peregrine prima di portarlo formalmente sul mercato. La società aveva registrato il nome nell'agosto 2018, anche se non è ancora chiaro a che punto sia già il progetto.
Terremo sicuramente d'occhio questo innovativo progetto, che potrebbe essere una integrazione estremamente importante in futuro all'arsenale aereo degli Stati Uniti, così come a quelli dei clienti alleati, in particolare quelli che volano con velivoli stealth.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
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ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
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che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
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….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
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Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, TWZ, RTX, BOEING, Lockeed, Wikipedia, You Tube)
















 

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