venerdì 27 novembre 2020

Il bombardiere ad alta velocità Henschel Hs P.87 della II guerra mondiale


Il bombardiere ad alta velocità Henschel Hs P.87 della II guerra mondiale.


Con l'evoluzione della guerra aerea alla fine della seconda guerra mondiale, anche i requisiti del tempo di guerra si sono evoluti e il concetto tedesco di "bombardiere veloce" è emerso; l'obiettivo principale è di attaccare bersagli terrestri attraverso carichi di caduta convenzionali ed eludere le difese aeree attraverso la pura velocità. Ciò richiede una forma aerodinamica ed una potenza sufficiente per trasportare il carico bellico e poter superare qualsiasi intercettore in arrivo. La preoccupazione della Henschel portò allo sviluppo dell'Hs P.87. Fu quindi elaborata una forma di progettazione unica in cui le superfici della coda vennero spostate in avanti per migliorare la manovrabilità. Come punto centrale fu utilizzata una fusoliera arrotondata, che ospitava un equipaggio composto da più persone. L'equipaggio fu spostato all'estremità anteriore con il propulsore; l'avionica ed i serbatoi di carburante verso il retro. Il motore azionava una o due eliche spingenti. I piloni alari mostravano lo sweep lungo entrambi i bordi di attacco e di uscita, e supportavano i timoni verticali alle estremità. L'armamento sarebbe stato montato anche sul muso utilizzando un carrello triciclo retrattile.
Lo scompartimento dell'equipaggio doveva essere espulso in caso di emergenza, in modo da consentire a tutto il personale di non essere avviluppati nelle eliche di coda.
Il motore proposto era un singolo Daimler-Benz DB610 che sviluppava 2.200 cavalli e questo sarebbe stato utilizzato per guidare un'unità elica a più pale o un paio di eliche controrotanti. Il DB610 non era altro che un accoppiamento di due motori della serie DB605 che azionavano un unico albero, come nel caso del P.87.
Il P.87 era impressionante sulla carta, ma c'erano preoccupazioni per l'inefficienza delle ali a causa dell'approccio alla coda aumentando la resistenza utilizzata per aumentare la portanza: la resistenza purtroppo lavorava contro il concetto di bombardiere ad alta velocità. Sarebbe stata necessaria un notevole tempo di sviluppo per dimostrare un design valido. Quindi il P.87 fu abbandonato poiché al tempo sussistevano altre priorità per la Germania dilaniata dalle fasi finali della guerra. In quanto tale, il progetto P.87 fu fermato con scarsi risultati.
Alcune specifiche stimate sono sopravvissute, inclusa una lunghezza complessiva di 39,9 piedi ed una velocità massima di 466 miglia all'ora. Molto probabilmente l'armamento sarebbe stato incentrato su cannoni e le bombe sarebbero state trasportate sotto le ali o all'interno di un modesto vano bombe della fusoliera.

ENGLISH

World War II High Speed Bomber Henschel Hs P.87

 With the evolution of World War II air warfare, the requirements of wartime also evolved. Eventually the German Schnellbomber concept - or "fast bomber" - emerged with the main objective of attacking land targets through conventional drop loads and evading air defences through pure speed. This required a well slender form with sufficient power both to carry the war load and to overcome any incoming interceptor.
The Henschel concern of Germany developed the Hs P.87 along these lines. A unique design form was developed in which the tail surfaces were mounted in front of the main wing aircraft to improve control. A rounded fuselage, which accommodates a multi-person crew, was used as the central point. The crew would be stationed at the front end with the engine, avionics and fuel supplies towards the rear. The engine would drive one or two propeller units on the tail in "pusher" mode. The main winged aeroplanes, which would show the sweep along both leading and trailing edges, would carry the vertical fins at its ends. The armament would also be mounted on the nose and a retractable tricycle trolley with wheels would be mounted.
The crew compartment would be thrown overboard as a whole in case of emergency, so that all personnel could release the tail propellers.
The proposed engine was a single Daimler-Benz DB610 developing 2,200 horsepower and this would be used to drive a multi-bladed propeller unit or a pair of propeller units in a counter-rotating manner. The DB610 was nothing more than a coupling of two DB605 series engines driving a single shaft, as in the case of the P.87.
The P.87 looked impressive on paper, but there were concerns about the inefficiency of the wings due to the tail approach - inducing resistance to promote lift, but resistance worked against the high-speed bomber concept. As it would take a considerable amount of development time to demonstrate a valid design (and there was little experience of German pilots piloting a pusher aircraft), so the P.87 was abandoned as there were higher priorities for war-torn Germany to address at this point. As such, the P.87 project was concluded with few results.
Some estimated specifications survived, including a total length of 39.9 feet and a maximum speed of 466 miles per hour. Most likely the weaponry would have been cannon-focused and the bombs would have been transported under the wings or inside a modest fuselage bomb bay.

(Web, Google, Wikipedia, militaryfactory, You Tube)














 

La Rheinmetall tedesca sta mettendo a punto un’arma laser imbarcata.


La Rheinmetall tedesca sta mettendo a punto un’arma laser imbarcata.

In data 26 novembre 2020, le autorità tedesche di approvvigionamento hanno assegnato alla Rheinmetall un contratto per sviluppare un futuro componente chiave del sistema d'arma laser ad alta potenza. L'Ufficio federale per le apparecchiature della Bundeswehr o BAAINBw, ha stipulato un contratto con la società Rheinmetall Waffe Munition GmbH per fabbricare un dimostratore di sorgente laser. Il primo progetto per il dimostratore laser avrà una fase di prova della durata di un anno a bordo della fregata della Marina tedesca Sachsen. L'ordine ha un valore di circa milione di euro. Il dimostratore della sorgente laser potrà essere impiegato in vari progetti per studiare in modo più approfondito l'uso della tecnologia laser nelle applicazioni militari.


Il nuovo dimostratore laser si basa sulla tecnologia di accoppiamento spettrale, che la Rheinmetall sta studiando intensamente da anni. I suoi dati sulle prestazioni chiave includono una potenza di uscita scalabile fino a 20 kW con una qualità del fascio molto buona. In sostanza, il dimostratore è costituito da dodici moduli laser in fibra da 2kW quasi identici con una qualità del raggio prossima alla diffrazione limitata. Un combinatore di raggi, un sottogruppo che trasforma più fasci in un unico raggio mediante la tecnologia della griglia dielettrica, accoppia i dodici raggi laser in fibra per formare un unico raggio laser con un'eccellente qualità.
La tecnologia di accoppiamento spettrale offre una moltitudine di vantaggi rispetto ad altre tecnologie di accoppiamento, ad esempio accoppiamento geometrico: è meno complessa, altamente modulare e presenta un potenziale di crescita nella classe di prestazioni 100 kW; inoltre, come sistema passivo, è in grado di operare con uno sforzo di controllo estremamente ridotto.
Durante prove condotte nel Baltico, la Rheinmetall ha impegnato con successo obiettivi a terra con un prototipo funzionale di un sistema d'arma laser imbarcato per la prima volta in Europa. Nel 2018, BAAINBw e Rheinmetall hanno testato con successo una sorgente laser da 20 kW in laboratorio. Le prove previste, da condurre in ambienti militari in condizioni operative autentiche, sono il passo successivo nel percorso dal laboratorio all'applicazione pratica, il tutto nell'arco di soli tre anni. Questo è un passo importante, vitale e impegnativo, sulla strada per l'introduzione di futuri sistemi d'arma laser.
La classe F124 Sachsen appartiene all'ultima classe tedesca di fregate di difesa aerea altamente avanzate. Il design della fregata classe Sachsen è basato su quello della classe F123 Brandenburg ma con caratteristiche stealth migliorate progettate per ingannare i sensori radar e acustici di un avversario.
Le navi della classe Sachsen sono lunghe 132,15 metri (433,6 piedi) al galleggiamento e 143 m (469 piedi) fuori tutto. Hanno una larghezza di 17,44 m (57,2 piedi) ed un pescaggio di 5 m (16 piedi), sebbene il pescaggio aumenti fino a 7 m (23 piedi) con il gruppo sonar di prua. Disloca 5.690 tonnellate lunghe (5.780 t) a pieno carico. Il governo è controllato da un unico timone stabilizzato in rollio; le navi hanno un raggio di virata di 570 m (1.870 ft). Le fregate hanno un equipaggio di 38 ufficiali, 64 sottufficiali e 140 marinai.
Le armi antiaeree primarie sono il sistema di lancio verticale Mk 41 Mod 10 a 32 celle, equipaggiato con ventiquattro missili SM-2 Block IIIA e trentadue missili Evolved Sea Sparrow. La difesa di punto contro i missili da crociera è fornita da una coppia di lanciamissili Rolling Airframe Missile da 21 round. Le navi sono inoltre dotate di due lanciamissili anti-nave RGM-84 Harpoon a quattro celle. Nel 2013, la Marina tedesca ha preso in considerazione la possibilità di modificare il radar di ricerca a lungo raggio delle navi per consentire ai missili SM-2 di essere utilizzati in una capacità missilistica antibalistica (ABM).
Per la difesa contro i sottomarini, le fregate imbarcano due lanciatori tripli per i siluri MU90 Impact da 324 mm (12,8 pollici). Le navi utilizzano anche una varietà di cannoni, tra cui un cannone a doppio scopo calibro da 76/62 millimetri (3 pollici) prodotto dalla OTO Melara. Sono inoltre armati con due cannoni automatici Rheinmetall MLG 27 da 27 mm (1,1 pollici) telecomandati in montatura singola.


Laser ad alta energia Rheinmetall

I droni sono bersagli più piccoli, più lenti, più economici e con una velocità inferiore rispetto alla maggior parte degli aeroplani, il che li rende una strana minaccia per i militari moderni. Anche quando si fanno solo ricognizioni, e soprattutto se equipaggiati con esplosivi, i veicoli aerei senza pilota sono abbastanza pericolosi da garantirne la distruzione, ma abbastanza economici da non avere senso usare un missile.
Prodotto dalla tedesca Rheinmetall, l'Oerlikon Skyshield High Energy Laser fa parte di un più ampio sistema di sensori e armi.
Accoppiato con radar, missili anti-aerei e cannoni da 35 mm, l'intero sistema tiene traccia dei proiettili in arrivo e li abbatte, assegnando ogni arma al bersaglio per il quale è più adatto: missili bersagliano aerei, cannoni contro elicotteri d'attacco e fuoco su piccoli droni.


I laser sono costosi da sviluppare, ma sono anche molto economici da utilizzare rispetto a ciò che abbattono. I laser "presentano un rapporto costo-efficacia molto favorevole".

ENGLISH

Rheinmetall to develop laser weapons demonstrator for frigate Sachsen of German Navy

According to a press release published on November 26, 2020, the German procurement authorities have awarded Rheinmetall a contract to develop a key future laser weapon system component. At the end of the second quarter of 2020, the Federal Office for Bundeswehr Equipment, Information Technology and In-Service Support, or BAAINBw, contracted with Rheinmetall Waffe Munition GmbH to fabricate a laser source demonstrator. The first project for the laser demonstrator will be a yearlong trial phase onboard the Germany Navy frigate Sachsen.
The order is worth a figure in the lower two-digit euro-million range. Intersectional by design, the laser source demonstrator can be employed in various projects to study in greater depth the use of laser technology in military applications.
The laser demonstrator is based on spectral coupling technology, which Rheinmetall has been investigating intensively for years. Its key performance data include scalable output power of up to 20 kW with very good beam quality. In essence, the demonstrator consists of twelve nearly identical 2kW fiber laser modules with close to diffraction-limited beam quality. A beam combiner – a subassembly that turns multiple beams into a single beam by means of dielectric grid technology – couples the twelve fiber laser beams to form a single laser beam with excellent beam quality.
Spectral coupling technology offers a multitude of advantages compared with other coupling technologies, e.g. geometric coupling: it is less complex, highly modular and features growth potential in the 100kW performance class; moreover, as a passive system, it is able to operate with extremely low control effort.
In 2015, during trials conducted in the Baltic, Rheinmetall successfully engaged targets on land with a functional prototype of a shipboard laser weapon system for the first time in Europe. Then, in 2018, BAAINBw and Rheinmetall successfully tested a laboratory-based 20kW laser source. The planned trials, to be conducted in military environments under authentic operating conditions, are the next step on the path from laboratory to practical application, all in the space of just three years. This is a major step – vital and demanding – on the road to introducing future laser weapon systems.
The F124 Sachsen class is Germany's latest class of highly advanced air-defense frigates. The design of the Sachsen-class frigate is based on that of the F123 Brandenburg class but with enhanced stealth features designed to deceive an opponent's radar and acoustic sensors.
The ships of the Sachsen class are 132.15 meters (433.6 ft) long at the waterline and 143 m (469 ft) long overall. They have a beam of 17.44 m (57.2 ft) and a draft of 5 m (16 ft), though the draft increases to 7 m (23 ft) at the sonar array in the bulbous bow. They displace 5,690 long tons (5,780 t) at full load. Steering is controlled by a single roll-stabilized rudder; the ships have a turning radius of 570 m (1,870 ft). The frigates have a crew of 38 officers, 64 petty officers, and 140 enlisted sailors.
The primary anti-air weapons are the 32-cell Mk 41 Mod 10 vertical launching system, equipped with twenty-four SM-2 Block IIIA missiles and thirty-two Evolved Sea Sparrow missiles. Point-defense against cruise missiles is provided by a pair of 21-round Rolling Airframe Missile launchers. The ships are also equipped with two four-cell RGM-84 Harpoon anti-ship missile launchers. In 2013, the German Navy considered modifying the ships' long-range search radar to allow the SM-2 missiles to be used in an anti-ballistic missile capacity.
For defense against submarines, the frigates carry two triple-launchers for the 324 mm (12.8 in) MU90 Impact torpedoes. The ships also carry a variety of guns, including one dual-purpose 62-caliber 76-millimeter (3 in) gun manufactured by OTO Melara. They are also armed with two Rheinmetall 27 mm (1.1 in) MLG 27 remote-controlled autocannons in single mounts.

Rheinmetall High Energy Laser

Drones are smaller, slower, cheaper, and lower-flying targets than most airplanes, which makes them a weird threat to modern militaries. Even when just scouting, and especially if outfitted with explosives, the unmanned aerial vehicles are dangerous enough to warrant their destruction, but cheap enough that it doesn’t make sense to use a missile.
Enter the laser cannons, like this one on display at the Eurosatory 2016 Land and Airland Defence and Security tradeshow. It looks suitably like the future:
Paired with radar, anti-air missiles, and 35mm guns, the whole system tracks incoming projectiles and shoots them down, assigning each weapon to the target for which it's best-suited: missiles target planes, guns counter attack helicopters, and the lasers focus on small drones.
Or, in this example, the lasers target even smaller threats, like incoming mortar shells.
Lasers are expensive to develop, but their promise is that they're very cheap to use, compared to what they shoot down. The lasers "feature a very favorable cost-to-kill ratio", according to the voiceover in a Rheinmetall promotional video.
The full system on display at the tradeshow aims to be a defensive kit in a box. Give it power and ammo, put it in the right place, and it should protect the troops inside from the dangers around them. With lasers.

(Web, Google, Navyrecognition, Wikipedia, You Tube)

















 

giovedì 26 novembre 2020

La prima Fremm italo-egiziana è stata chiamata “AL-GALALA”


La prima Fremm italo-egiziana è stata chiamata “AL-GALALA”


Come oramai noto ai più, con la cessione delle due FREMM italiane alla marina egiziana, Fincantieri procederà alla produzione di ulteriore due FREMM per la Marina Militare italiana con il taglio delle due lamiere che avverrebbe entro la fine dell'anno.  Le due unità cedute di recente sono nello specifico la F598 Spartaco Schergat e la F589 Emilio Bianchi varate rispettivamente il 26 gennaio 2019 e 25 gennaio 2020. Entrambe le navi sono in configurazione multiruolo contrariamente alla Tahya Mistr già in servizio che è una ASW (Anti-Submarine Warfare).


Le fregate multimissione ex M.M. “Emilio Bianchi” e la “Spartaco Schergat” sono caratterizzate, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. Hanno una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Possono raggiungere una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.


Il programma Fremm rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e nasce dall'esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, nel 2016 “Alpino”, nel 2017 “Luigi Rizzo”, nel 2018 “Federico Martinengo” e nel 2019 “Antonio Marceglia”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona, “Spartaco Schergat”, e della decima unità, si è data completa attuazione al programma italiano. L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) e per la Francia di Armaris (Naval Group + Thales).


Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese Orizzonte che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”, consegnate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Proprio grazie a programmi come Fremm e Orizzonte, Fincantieri "ha raggiunto posizioni di eccellenza e di livello assoluto, e ha dato vita con Naval Group alla joint venture paritaria Naviris, che apre la strada al consolidamento della difesa navale europea in risposta alla crescente pressione dei concorrenti mondiali”. Inoltre, con il progetto Fremm rimodulato per le esigenze della US NAVY, Fincantieri è stata scelta per il progetto statunitense “FFG (X)”.
Fincantieri produce l'1% del prodotto interno lordo italiano e l'indotto è formato da oltre 3.000 aziende di cui il 75% italiane. Soltanto in Liguria 3.000 maestranze dirette e di queste il 70% nel settore militare.


Nel mese di ottobre sono state effettuate le prove del sonar delle Fremm “Emilio Bianchi” della Marina Militare. Varata a fine gennaio nello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, la fregata era stata poi spostata per l'allestimento in quello di Muggiano prima della consegna prevista per il 2021. Le prove della strumentazione si sono svolte nello specchio d'acqua antistante il lato a mare del bacino del cantiere navale e a tal proposito la Capitaneria di Porto ha ordinato che “per un raggio di 1000 metri dalla prora della nave sono state interdette tutte le attività subacquee nonché qualsiasi altra attività marittima estranee alla medesima, fatta eccezione per la unità impegnate nell'attività”. È fatto inoltre obbligo “alle navi e ai natanti in transito, di tenersi ad una distanza di 150 metri dalla prua della nave in costruzione, procedendo con la massima cautela e prestando particolare attenzione”.


A compimento del contratto egiziano, le richieste del Ministero della Difesa potrebbero comprendere anche un pacchetto composto da altre quattro fregate, venti pattugliatori da costruirsi in loco, ventiquattro Eurofighter Typhoon e altrettanti addestratori Leonardo M-346. La vendita delle FREMM è sicuramente un passo avanti in tale direzione.

Le due unità d'altura, che portano il nome di Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi, già arrivate allo stabilimento del Muggiano per il completamento, saranno certamente rimpiazzate con altrettante navi da consegnarsi entro il 2024. "Il 21 febbraio 2020 Fincantieri ha individuato nello Schergat e nel Bianchi le navi oggetto di potenziale vendita all'Egitto - ha ricordato Guerini -. E' seguita la richiesta di poter proseguire le trattative al ministero della Difesa. Lo Stato Maggiore Difesa il 27 marzo ha espresso parere favorevole dopo un'analisi dei profili tecnici e di sicurezza per il nostro Paese, prescrivendo limitazione in merito ai sistemi d'arma da fornire all'Egitto e con la condizionalità di reintegrare entro il 2024 la Marina Militare di altre due unità di ultima generazione".
Il programma FREMM sarebbe dunque solo procrastinato e non accorciato grazie ad un credito riconosciuto da Fincantieri alla Marina militare. In più l'azienda stessa si occuperà di estendere dell'operatività delle vecchie classe Maestrale, che rimarranno dunque in linea fino al completamento delle due ulteriori fregate. 
I sindacati di Riva Trigoso hanno espresso «grande soddisfazione per l'intesa che sembra delinearsi tra il governo italiano e quello egiziano per la nuova commessa che non si ridurrebbe solo a 1,2 miliardi per le due fregate, "Emilio Bianchi" e "Spartaco Schergat" ma a circa 10 miliardi, in quanto oltre alle due navi in prospettiva si parla di fornire all'Egitto altre fregate e una classe di pattugliatori, oltre a velivoli da combattimento e addestramento diventando il principale fornitore dei processi di ammodernamento delle forze egiziane».
In diversi non vedono bene questo accordo proprio perché l'Egitto non collabora pienamente per fare luce sull'omicidio dello studente friulano Regeni. Per quanto riguarda la commessa, la rappresentanza sindacale sottolinea che la Marina militare sostituirà le due fregate. «L'insieme della commessa, a nostro avviso porterebbe un notevole carico di lavoro per Fincantieri soprattutto per i cantieri militari liguri ma anche per l’industria italiana, l'indotto e le piccole e medie imprese. Va dato atto al governo di aver perseguito l’interesse generale del sistema paese. Per Fincantieri si tratta di un successo rilevante sul mercato internazionale in quanto l'Egitto era terra di conquista di altri competitor".
«L’intesa rafforza i legami bilaterali e commerciali con il nostro Paese» dice Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova, secondo cui «occorre separare le normali relazioni bilaterali che possono favorire la nostra industria dalla verità giudiziaria, che anzi viene perseguita e non ostacolata con il mantenimento e non con l’inasprimento di tali relazioni: questo a mio giudizio è la chiave di lettura che può risolvere il caso Regeni». Infatti l’esecutivo, sta portando avanti un’operazione molto importante per ragioni tanto geopolitiche che industriali». L’Egitto, spiega Apa, «è un prezioso partner strategico per l’Italia su un problema fondamentale per la stabilità degli equilibri in quel territorio», ma anche per questioni industriali. «Con  l’operazione Fincantieri porterebbe a casa, oltre l’opzione per due fregate Fremm, ulteriori commesse per circa 10 miliardi, perché l’ordine riguarda altre forniture all’Egitto di altre fregate, una classe di pattugliatore oltre a velivoli di combattimento, quindi un notevole carico di lavoro per Fincantieri, con forti ricadute occupazionali per i cantieri militari liguri, ma anche per l’industria italiana, per la filiera delle piccole e medie imprese e l'indotto».
Il comparto militare gioca un ruolo strategico per i carichi di lavoro. La gara vinta negli Stati Uniti per 10 fregate conferma l’eccellenza di Fincantieri nella costruzione di navi di elevata rilevanza tecnologica e commerciale, a testimoniare la qualità dell’industria italiana e la capacità di rilancio del nostro Paese». L’intesa tra il governo italiano e quello egiziano, rappresenta per Fincantieri un ulteriore successo rilevante sul mercato internazionale».
Le rappresentanze stabiesi sottolineano l'importanza della commessa in quanto, «oltre alle due unità in questione, che saranno comunque sostituite da altrettante navi per la M.M. e che comporterebbe una collaborazione ben più ampia, da cui discenderebbero una serie di ulteriori ordini dei quali beneficerebbe il nostro cantiere in termini di carico di lavoro».

Primo attore sullo scenario delle produzioni di sistemi missilistici, MBDA è al secondo posto nella classifica mondiale, alle spalle solo della americana Raytheon. Nel 2019 ha fatto segnare ordini per un totale che sfiora i 4 miliardi di euro, mentre la forza lavoro supera le 11 mila unità, dislocate oltre che nei tre paesi promotori, anche in Germania, Spagna e negli Usa. Da noi gli avamposti produttivi sono localizzati a Roma, dove è acquartierato il management e il centro di produzione software; La Spezia, impegnata soprattutto nel comparto anti-nave; e Fusaro, nella zona flegrea di Napoli, dove ci si occupa di produzione meccanica e sviluppo dei sistemi a radiofrequenza. Il modello missilistico prescelto dagli egiziani è il VL-MICA, che sta per Missile di intercettazione, combattimento e autodifesa. Oltre ai sistemi missilistici, le grandi aziende armiere italiane hanno firmato accordi multimilionari con le forze armate del paese africano. Il 7 giugno 2020 un lungo colloquio telefonico tra il premier italiano e il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha permesso di sbloccare la trattativa per il trasferimento di due fregate classe FREMM prodotte da Fincantieri spa (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi) per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. Come già evidenziato, all’Egitto potrebbero essere vendute presto anche altre quattro Fremm, 20 pattugliatori d’altura, 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e numerosi velivoli da addestramento M-346 di Leonardo Finmeccanica, più un satellite da osservazione, per un valore complessivo di 10,7 miliardi di dollari. Nel 2019 il valore delle autorizzazioni governative a favore dell’Egitto è stato di 871 milioni di euro, cento volte in più di quanto era stato registrato nel 2016.
Nonostante il via libera del governo alla fornitura all’Egitto delle due ultime fregate Fremm (Bianchi e Schergat, nona e decima unità di quel tipo) realizzate per la Marina Militare continuano le polemiche alimentate da più parti che puntano a far fallire questa importante opportunità economica e geopolitica per l’Italia. Da un lato vi sono partiti e correnti della maggioranza di governo che insistono sulla priorità di ottenere risposte dal Cairo circa l’assassinio di Giulio Regeni, richiesta legittima e condivisa da tutti ma che non può pregiudicare i rapporti bilaterali tra Roma e la più grande potenza militare e politica del Mondo Arabo e dell’Africa. Parte della politica insiste affinchè venga chiesto all’Egitto di consegnare i vertici della polizia e dell’intelligence, che si vorrebbero processare in Italia. Ma nessuna nazione acconsente che propri militari o funzionari dello Stati vengano processati all’estero (Roma impostò su questo principio la difesa dei fucilieri di Marina Latorre e Girone accusati di omicidio in India) per cui una simile richiesta posta alle autorità del Cairo punterebbe solo a incassare il fermo diniego egiziano da utilizzare, in modo strumentale, per creare un nuovo alibi utile a ostacolare la vendita delle Fremm. Del resto è curioso che molti di coloro esprimono critiche sul rispetto dei diritti umani in Egitto siano gli stessi che spalancano le braccia alla dittatura comunista cinese e al regime venezuelano. Dall’altro lato  c’è chi critica con forza la cessione delle due Fremm perché indebolirebbe sensibilmente la Marina Militare: una campagna sostenuta a gran voce anche da ex capi di stato maggior della Marina, dal Cocer e persino da qualche esponente dell’opposizione in Parlamento. Non c’è dubbio che chi accetta l’onere di governare dovrebbe accettare di portare anche il fardello di scelte non sempre facili o popolari ma dettate dal realismo e dalla priorità di difendere gli interessi nazionali. Soprattutto oggi che l’Italia si è fatta sottrarre dalla Turchia in appena nove mesi l’influenza su Tripoli, non può certo perdere l’opportunità di rinsaldare i rapporti politico-militari con l’Egitto. Colosso politico militare sostenuto finanziariamente da sauditi ed emiratini ma che tra pochi anni, grazie alle rendite di gas e petrolio dei mega giacimenti rinvenuti dall’ENI di fronte alle coste egiziane, avrà una importante capacità di spesa autonoma. Per comprenderlo basta rilevare che dal 2015 i russi hanno venduto  prodotti militari all’Egitto per 10 miliardi, la Francia per 8, la Germania per 4,5 mentre gli Stati forniscono aiuti per 1,2 miliardi annui. E’ evidente che dietro alla cessione delle 2 Fremm si potrebbero schiudere altri importanti contratti (altre 4 fregate simili, 20 pattugliatori da realizzare in gran parte in Egitto per il mercato africano, 24/28 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon, 20/24 addestratori M-346 e un satellite) per un totale stimato 12/15 miliardi di euro, quasi il triplo dell’intero export annuale italiano nel settore Difesa. L’intesa di Fincantieri con l’Egitto aumenta il peso dell’Italia anche presso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti e va aggiunta all’accordo altrettanto di portata strategica per il rinnovo e potenziamento della flotta del Qatar. Tali circostanze offrono all’Italia l’inedita opportunità di poter fungere da cerniera tra i due schieramenti rivali nel mondo arabo sunnita: basterebbe aggiungere alle commesse conquistate dall’industria una politica estera in grado di esprimere uomini capaci per gestire dossier così delicati e una visione a medio/lungo termine da sostenere nel tempo.
Fin da quando si cominciò a discutere dell’affare egiziano è stato sempre chiaro che la Marina avrebbe ricevuto altre due nuove Fremm nei tempi più rapidi possibili, anche lavorando al tempo stresso su entrambi gli scafi in cantieri diversi. Certo in attesa di queste unità un paio di vecchie fregate classe Maestrale dovranno restare in servizio ancora per un po’ ma l’accordo con l’Egitto, così come quello col Qatar, aprono prospettive di proiezione per la Marina non solo in termini di navi ma anche di ruolo nella formazione, consulenza e supporto che potranno determinare importanti ricadute per la forza armata anche in termini finanziari.
C’è però una ragione ancora più importante che dovrebbe indurre tutti a sostenere l’intesa con l’Egitto: nel post Covid-19, con un crollo sicuro del PIL superiore al 10% e con le commesse civili per Fincantieri e Leonardo destinate a ridursi al lumicino per qualche anno, rinunciare all’affare egiziano e ad ogni altra occasione di export dei prodotti della Difesa significa rinunciare a priori a migliaia di ore lavorative di altissima qualità tecnologica. Ciò comprometterebbe la sopravvivenza della nostra industria cantieristica e dell’aerospazio e difesa: una vera manna per i nostri rivali europei ed extra-europei.

ENGLISH

The first Italian-Egyptian Fremm has been called "AL-WALALA".

As most people know by now, with the sale of the two Italian FREMMs to the Egyptian Navy, Fincantieri will proceed with the production of another two FREMMs for the Italian Navy with the cutting of the two plates by the end of the year.  The two units recently sold are the F598 Spartaco Schergat and the F589 Emilio Bianchi, launched respectively on 26 January 2019 and 25 January 2020. Both ships are in multi-purpose configuration unlike the Tahya Mistr already in service, which is an ASW (Anti-Submarine Warfare).
The multi-purpose frigates ex M.M. "Emilio Bianchi" and the "Spartaco Schergat" are characterized, like the others, by a high flexibility of use and will have the ability to operate in all tactical situations. They have a length of 144 meters, a width of 19.7 meters and a full load displacement of about 6,700 tons. They can reach a speed of over 27 knots with a maximum capacity of transported personnel of 200 people.
The Fremm programme represents the state of the art of Italian and European defence and is the result of the need to renew the line of the Lupo and Maestrale class Navy units (some already disarmed and the remaining close to reaching the operational life limit), built by Fincantieri in the 1970s.
In 2013 "Carlo Bergamini" and "Virginio Fasan" were delivered, in 2014 "Carlo Margottini", in 2015 "Carabiniere", in 2016 "Alpino", in 2017 "Luigi Rizzo", in 2018 "Federico Martinengo" and in 2019 "Antonio Marceglia". With the exercise of the option, in April 2015, for the construction of the ninth, "Spartaco Schergat", and the tenth unit, the Italian programme was fully implemented. The initiative sees the participation of Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) and Armaris (Naval Group + Thales) as prime contractors for Italy and Armaris (Naval Group + Thales) for France.
This cooperation has capitalised on the positive experience of the previous Italian-French Orizzonte programme, which led to the construction of two destroyers for the Italian Navy, the "Andrea Doria" and the "Caio Duilio", delivered in 2007 and 2009 respectively. Thanks to programmes such as Fremm and Orizzonte, Fincantieri "has reached positions of excellence and absolute level, and has created with Naval Group the joint venture Naviris, which paves the way for the consolidation of European naval defence in response to growing pressure from world competitors". Moreover, with the Fremm project remodelled for the needs of US NAVY, Fincantieri was chosen for the US "FFG (X)" project.
Fincantieri produces 1% of Italy's gross domestic product and the related industries are made up of over 3,000 companies, 75% of which are Italian. In Liguria alone, 3,000 direct workers and 70% of these are in the military sector.
In October, Fremm "Emilio Bianchi" navy sonar tests were carried out. Launched at the end of January at Fincantieri's Riva Trigoso shipyard, the frigate was then moved to the Muggiano shipyard before being delivered in 2021. The instrumentation tests took place in the stretch of water in front of the sea side of the shipyard's dock and in this regard the Harbour Master's Office ordered that "for a radius of 1000 metres from the bow of the ship, all underwater activities as well as any other maritime activity unrelated to the same were forbidden, except for the vessel involved in the activity". It is also made compulsory "for ships and vessels in transit, to keep a distance of 150 metres from the bow of the ship under construction, proceeding with the utmost caution and paying particular attention".

To fulfil the Egyptian contract, the Ministry of Defence's requests could also include a package consisting of four other frigates, twenty patrol vessels to be built on site, twenty-four Eurofighter Typhoons and as many Leonardo M-346 trainers. The sale of the FREMMs is certainly a step in that direction.

The two offshore units, named Spartaco Schergat and Emilio Bianchi, which have already arrived at the Muggiano shipyard for completion, will certainly be replaced with the same number of ships to be delivered by 2024. "On 21 February 2020, Fincantieri identified the Schergat and Bianchi as the ships to be potentially sold to Egypt," Guerini recalled, "and requested that negotiations be continued with the Ministry of Defence. On March 27th , the Defence General Staff expressed a favourable opinion after an analysis of the technical and security profiles for our country, prescribing limitations on the weapons systems to be supplied to Egypt and with the conditionality of reintegrating two other latest generation units into the Navy by 2024".
The FREMM programme would therefore only be procrastinated and not shortened thanks to a credit recognised by Fincantieri to the Navy. In addition, the company itself will be responsible for extending the operation of the old Mistral class, which will therefore remain in line until the two additional frigates are completed. 
The trade unions of Riva Trigoso expressed "great satisfaction for the agreement that seems to be emerging between the Italian and Egyptian governments for the new order, which would not be reduced only to 1.2 billion for the two frigates, "Emilio Bianchi" and "Spartaco Schergat", but to about 10 billion, as in addition to the two ships, there is talk of supplying Egypt with more frigates and a class of patrol vessels, as well as combat and training aircraft, becoming the main supplier of the modernisation processes of the Egyptian forces".
Several people do not see this agreement well precisely because Egypt does not fully cooperate to shed light on the murder of the Friulian student Regeni. As far as the order is concerned, the trade union representation underlines that the Navy will replace the two frigates. "The whole job order, in our opinion, would bring a considerable workload for Fincantieri, especially for the Ligurian military shipyards but also for Italian industry, the induced industries and small and medium enterprises. The government must be acknowledged for having pursued the general interest of the country system. For Fincantieri this is a significant success on the international market as Egypt was a land of conquest for other competitors".
"The agreement strengthens bilateral and commercial ties with our country," said Antonio Apa, Uilm Genova's Secretary General, according to whom "normal bilateral relations that can favour our industry must be separated from the judicial truth, which is, on the contrary, pursued and not hindered by the maintenance and not the strengthening of such relations: in my opinion, this is the key that can solve the Regeni case". In fact, the executive is carrying out a very important operation for both geopolitical and industrial reasons". Egypt, explains Apa, "is a valuable strategic partner for Italy on a fundamental problem for the stability of balances in that territory", but also for industrial issues. "With the operation, Fincantieri would bring home, in addition to the option for two Fremm frigates, further orders for about 10 billion, because the order concerns other supplies to Egypt of other frigates, a patrol class in addition to combat aircraft, therefore a considerable workload for Fincantieri, with strong employment effects for the Ligurian military yards, but also for Italian industry, the small and medium enterprises and the induced industries".
The military sector plays a strategic role for workloads. The tender won in the United States for 10 frigates confirms Fincantieri's excellence in the construction of ships of high technological and commercial importance, testifying to the quality of Italian industry and Italy's ability to relaunch itself". The agreement between the Italian and Egyptian governments represents for Fincantieri a further significant success on the international market".
The representatives from Stabiesi underline the importance of the order as "in addition to the two vessels in question, which will in any case be replaced by the same number of ships for the M.M. and which would entail a much wider cooperation, from which a series of further orders would be derived, from which our shipyard would benefit in terms of workload".
The leading player in the production of missile systems, MBDA is in second place in the world rankings, behind only the American Raytheon. In 2019, MBDA placed orders totalling almost 4 billion euros, while the workforce exceeds 11 thousand people, not only in the three promoting countries, but also in Germany, Spain and the USA. Our production outposts are located in Rome, where the management and software production centre is located; La Spezia, which is mainly engaged in the anti-ship sector; and Fusaro, in the Phlegrean area of Naples, where mechanical production and development of radio frequency systems is carried out. The missile model chosen by the Egyptians is the VL-MICA, which stands for interception, combat and self-defence missile. In addition to missile systems, the large Italian arms companies have signed multimillion dollar agreements with the African country's armed forces. On 7 June 2020, a lengthy telephone conversation between the Italian Prime Minister and President Abdel Fattah al-Sisi allowed negotiations to be unblocked for the transfer of two FREMM class frigates produced by Fincantieri spa (Spartaco Schergat and Emilio Bianchi) worth an estimated 1.2 billion euros. As already mentioned, four other Fremm frigates, 20 deep-sea patrol vessels, 24 Eurofighter Typhoon fighter bombers and numerous M-346 training aircraft by Leonardo Finmeccanica, plus an observation satellite, could soon be sold to Egypt for a total value of 10.7 billion dollars. In 2019, the value of government authorisations in favour of Egypt was €871 million, a hundred times more than in 2016.
Despite the government's green light to the supply to Egypt of the last two Fremm frigates (Bianchi and Schergat, ninth and tenth of that type) built for the Navy, the controversy continues to be fuelled by several parties aiming to make this important economic and geopolitical opportunity for Italy fail. On the one hand, there are parties and currents of the majority government that insist on the priority of obtaining answers from Cairo regarding the assassination of Giulio Regeni, a legitimate request that is shared by all but which cannot jeopardise bilateral relations between Rome and the greatest military and political power in the Arab world and Africa. Part of the policy insists that Egypt be asked to hand over the heads of the police and intelligence, who would like to be tried in Italy. But no nation agrees that its own military or state officials should be tried abroad (Rome set the defence of Marina Latorre's and Girone's infantrymen accused of murder in India on this principle), so a similar request to the Cairo authorities would only aim at collecting the Egyptian denial to be used, in an instrumental way, to create a new alibi useful to hinder the sale of the Fremm. Moreover, it is curious that many of those who express criticism about the respect for human rights in Egypt are the same ones who open their arms to the Chinese communist dictatorship and the Venezuelan regime. On the other hand, there are those who strongly criticise the sale of the two Fremms because it would significantly weaken the Navy: a campaign that is also loudly supported by former Navy chiefs of staff, Cocer and even by some members of the opposition in Parliament. There is no doubt that those who accept the burden of governing should also accept to bear the burden of choices not always easy or popular but dictated by realism and the priority of defending national interests. Especially today, when Italy has had its influence over Tripoli withdrawn from Turkey in just nine months, it certainly cannot miss the opportunity to strengthen political and military relations with Egypt. A military political giant financially supported by the Saudis and Emirates, but in a few years' time, thanks to the gas and oil revenues from the mega deposits discovered by ENI off the Egyptian coast, it will have an important capacity for autonomous spending. To understand this, it is enough to note that since 2015 the Russians have sold military products to Egypt for 10 billion, France for 8 billion, Germany for 4.5 billion, while the States provide aid for 1.2 billion per year. It is clear that behind the sale of the 2 Fremms other important contracts could be opened (another 4 similar frigates, 20 patrol boats to be built largely in Egypt for the African market, 24/28 Eurofighter Typhoon fighter bombers, 20/24 M-346 trainers and a satellite) for an estimated total of 12/15 billion euros, almost three times the entire annual Italian export in the Defence sector. 
Fincantieri's agreement with Egypt increases Italy's weight also in Saudi Arabia and the United Arab Emirates and should be added to the equally strategic agreement for the renewal and upgrading of the Qatar fleet. These circumstances offer Italy the unprecedented opportunity to act as a hinge between the two rival sides in the Sunni Arab world: it would be enough to add to the orders won by the industry a foreign policy capable of expressing men capable of handling such delicate dossiers and a medium/long-term vision to be sustained over time.
Ever since the Egyptian affair began to be discussed, it was always clear that the Navy would receive two more new Fremms as quickly as possible, even working on both hulls in different shipyards. While waiting for these vessels, a couple of old Mistral class frigates will have to remain in service for a while longer, but the agreement with Egypt, as well as the one with Qatar, open up prospects for the Navy not only in terms of ships but also in terms of training, advice and support, which could have important repercussions for the armed forces also in financial terms.
There is, however, an even more important reason that should lead everyone to support the agreement with Egypt: in the post-Covid-19 period, with a sure drop in GDP of more than 10% and with civil orders for Fincantieri and Leonardo destined to be reduced to a few years, giving up the Egyptian deal and any other opportunity to export Defence products means giving up thousands of working hours of the highest technological quality. This would compromise the survival of our shipbuilding and aerospace and defence industry: a real boon for our European and non-European rivals.

(Web, Google, Cittadellaspezia, Themeditelegraph,  Lavocedellevoci, Analisidifesa, Ares, Wikipedia, You Tube)