domenica 31 marzo 2019

La Heckler & Koch MP5, o più comunemente Maschinenpistole Model 5


La Heckler & Koch MP5, o più comunemente MP5 (Maschinenpistole Model 5), è una pistola mitragliatrice sviluppata dal produttore tedesco Heckler & Koch (HK). L'arma originale è in realtà un mitra, in quanto dotata di un calcio, che consente quindi il tiro imbracciato.

Storia

Venne immesso sul mercato nel 1966 col nome di HK54, secondo il vecchio sistema di numerazione HK, dove il "5" definiva le pistole mitragliatrici, mentre il "4" il tipo di munizioni da 9 × 19 mm. Il nome attuale gli è stato attribuito nel 1966 per via dell'uso da parte delle forze di polizia della Germania Ovest, da Maschinenpistole 5, o MP5.
È stato utilizzato dalle GSG-9 e da altri corpi speciali statali. Una famosa operazione antiterrorismo in cui l'arma venne usata è stata l'Operazione Nimrod il 30 aprile 1980 in Regno Unito.
Alla fine degli anni novanta furono introdotte le più potenti versioni da 10 mm Auto e calibro .40 S&W (Smith & Wesson), che però ottennero poco successo.
L'MP5 è stato usato anche dal Principe del Nepal Dipendra Bir Bikram Shah Dev nell'assassinio della famiglia reale, incluso Re Birendra e la Regina Aiswarya.




Caratteristiche tecniche

Venne inizialmente pensato per utilizzare munizioni da pistola, 9 mm Parabellum, poste in un caricatore curvo estraibile. Può essere usato in diverse modalità: semi automatico, automatico, o con selezione delle raffiche di colpi, più le sicure.
L'MP5 ha un sistema di ritardo d'apertura a rullini, che risale ad un prototipo tedesco degli anni '40 noto come StG45(M) e in seguito sviluppato per il fucile CETME. Il progetto di questo sistema è stato realizzato dalla Mauser a partire da quello brevettato da Edward Stecke nel 1930 per l'MG42.




Versioni

L'MP5 originale era disponibile sia con calcio fisso che con calcio telescopico. Alcune varianti non erano dotate della modalità "raffica a 3 colpi", altre avevano solo quella. Nel 1971 con le versioni MP5A2 e nel 1973 (MP5A3), la HK apportò notevoli modifiche all'MP5.
Il successivo stadio di evoluzione fu la serie MP5SD (SD1-SD6), del 1974. Questo modello era dotato di un silenziatore integrato e di una canna appositamente realizzata per ridurre la velocità di uscita delle munizioni ad un valore appena inferiore a quello del suono. Il risultato fu un'arma non udibile a più di 15 metri. Per questo motivo e per la ridottissima fiammata di sparo, è stato scelto come arma per le operazioni segrete in molti corpi speciali.
La variante più famosa è senza dubbio l'MP5K (la seconda K sta per kurz, "corto"), introdotto nel 1976. Più tardi, nel 1991, ne venne realizzata un'altra versione a cura della HK USA, l'MP5K-PDW.
Sotto speciale contratto della United States Navy, la HK ha inoltre sviluppato l'MP5N o"MP5 Navy", variante per le forze speciali di incursori della Marina, interamente ambidestro, silenziabile, alleggerito e resistente alla corrosione.
L'MP5/10, un MP5 adattato alle cartucce 10 mm Auto fu il primo tentativo di aumentare la potenza dell'MP5. Nel 1994 è stato adottato dall'FBI, nonostante le pistole standard dell'agenzia siano in genere calibro .40 S&W. Questa versione è talvolta chiamata erroneamente MP10.



Specifiche
  • Calibro: 9 mm Parabellum, .40 S&W, 10 mm Auto
  • meccanismo:semiautomatica/automatica(A1,A2,A3); semiautomatica/automatica/raffica (A4, A5)
  • Cadenza di tiro: 650 colpi/minuto
  • Peso a vuoto: 2,540 kg (A2, A4), 2,88 kg (A3, A5)
  • Peso con caricatore da 30 colpi: 2,710 kg (A2, A4), 3,05 kg (A3, A5)
  • Lunghezza: 49 cm (A1), 68 cm (A2, A4), 49/68 cm (A3, A5)
  • Lunghezza della canna: 22,5 cm
  • Capacità: Caricatore da 15 o 30 colpi, caricatore doppio da 2×30 colpi

Varianti - A parte alcune eccezioni, tutti gli MP5 sono calibrati per il 9 mm Parabellum:
  • MP5: versione base dell'arma.
  • MP5A1: versione migliorata dell'arma.
  • MP5A2: calcio fisso e meccanica "SEF", dotato di meccanismo di fuoco ad otturatore chiuso per migliorare la precisione. Impiega munizioni europee 9mm standard. Può essere integrato con un silenziatore.
  • MP5A3: calcio telescopico e meccanica "SEF".
  • MP5A4: calcio fisso e meccanica con raffica da 3 colpi
  • MP5A5: calcio telescopico e meccanica con raffica da 3 colpi
  • MP5SFA2: SF sta per single fire, non dotato di modalità automatica, adatto per le forze di polizia; calcio fisso.
  • MP5SFA3: MP5SF con calcio telescopico.
  • MP5F: Modello sviluppato appositamente per l'esercito francese. Con modifiche interne per gestire le munizioni ad alta pressione.
  • MP5N: Per la U.S. Navy, in particolare per i Navy SEALs; silenziabile, alleggerito e resistente alla corrosione
  • MP5K: Versione corta appena 325 mm, dove "K" sta per "Kurz" ("corto" in tedesco); è stato introdotto nel 1976; disponibile anche senza mirino per maggiore comodità.
  • MP5KA1: Versione corta con superficie liscia.
  • MP5KA4: Versione corta con meccanica capace di raffica da 3 colpi.
  • MP5KA5: Versione corta con superficie liscia e meccanica capace di raffica da 3 colpi.
  • MP5KN: Versione corta con meccanica "Navy".
  • MP5K-PDW: Personal Defense Weapon; versione corta con calcio ripiegabile sul fianco destro e interfacce per silenziatore e puntatore laser; pensata per i piloti come arma di sopravvivenza e realizzata nel 1991.
  • MP5SD1: variante con silenziatore (Schalldämpfer) integrato, Meccanica "Navy"/"SEF".
  • MP5SD2: con silenziatore integrato. NT (Navy Trigger) con meccanica "Navy"/"SEF", selettore a tre posizioni, sicura, automatico e semiautomatico, introdotto nel 1974. l'MP5SD ha una canna appositamente realizzata per ridurre la velocità di uscita dei proiettili leggermente sotto il muro del suono; pertanto, grazie al fatto che l'arma non sia udibile a più di 15 metri di distanza e alla ridottissima fiamma di sparo, l'MP5SD è stato scelto da numerosi corpi speciali e incursori di tutto il mondo.
  • MP5SD3 con silenziatore integrato, calcio reatraibile, meccanica "Navy"/"SEF" con selettore di tiro ambidestro.
  • MP5SD4: variante dell'MP5SD3 con selettore a quattro posizioni: sicura, semiautomatico, automatico e raffica controllata da 3 colpi.
  • MP5SD5: variante dell'MP5SD3 con meccanica a raffica da 3 colpi, calcio fisso.
  • MP5SD6: variante dell'MP5SD3 con meccanica a raffica da 3 colpi, calcio telescopico.
  • MP5SD-N1: variante silenziata, con NT, calcio fisso e silenziatore KAC in acciaio.
  • MP5SD-N2: variante silenziata, con NT, calcio telescopico e silenziatore KAC in acciaio.
  • MP5/10: adattato a munizioni 10 mm Auto, disponibile in varie configurazioni. Prodotto dal 1992 al 2000.
  • MP5/40: adattato a munizioni .40 S&W, disponibile in varie configurazioni Prodotto dal 1992 al 2000.
  • T-94 ZSG: clone prodotto dalla MKE per il mercato civile europeo. Variante a fuoco semiautomatico e calcio fisso.
  • HK94: modello di importazione americana dell'MP5 con uno speciale gruppo di scatto sicura / semi-automatico, progettato per l'uso civile. La produzione di tutte le tre varianti possibili cessò definitivamente nel 1989.
  • SP89: Sport Pistole M1989. Semi-automatica unica versione del MP5K concepito per uso civile. Prodotto dal 1989 al 1994.
  • MP10: un fucile mitragliatore costruito sulla base dell'MP5.
  • SP10: copia civile del suddetto MP-10.




Curiosità

L'MP5 compare nel logo del gruppo di terroristi della sinistra radicale tedesca Rote Armee Fraktion.

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Dopo il mitra FRANCHI LF 57, la Carabina FRANCHI LF58 ed il Fucile d'Assalto FRANCHI LF59



Il 1° maggio 1957, l’adozione, da parte dell’US ARMY del fucile M14, camerato con il calibro 7,62 mm NATO, non fermò il lavoro sperimentale condotto dai due più grandi produttori italiani di armi dell’epoca per produrre una versione migliorata della fantastica carabina Winchester M1.
Giustamente si riteneva che il 7,62 mm NATO non avrebbe rimpiazzato tutti i calibri allora in uso se non dopo un considerevole periodo di tempo, nonostante la NATO avesse annunciato il 15 Dicembre 1953 la standardizzazione del calibro e l’adozione della nuova munizione denominata T65.
Ad avvalorare le considerazioni dei produttori italiani di armi stava il fatto che le carabine M1 ed M2 godevano di un'elevata considerazione tra le truppe alpine dell'Esercito Italiano per la loro precisione, per il loro peso ridotto e per il basso rinculo; inoltre, erano particolarmente adatte (all’epoca) alla corporatura mediamente minuta dei nostri militari.
Nel 1958, la Beretta e la Franchi proposero due carabine molto interessanti in calibro 30M1: della carabina Beretta fu data notizia pubblicamente, la carabina Franchi invece non fu mai pubblicizzata.
Oggi - purtroppo - l’azienda italiana Franchi non è un produttore di armi leggere militari di grande impatto, ma a metà degli anni '50 l'azienda produceva fucili, carabine e mitragliatrici molto interessanti per il mercato militare. Il più riconoscibile e affidabile tra questi era la pistola mitragliatrice LF-57, una semplice mitragliatrice a contraccolpo molto simile nel design e nell'aspetto alla contemporanea Walther MPL. La LF-57 utilizzava un pesante bullone a sbalzo per controllare il tasso ciclico di fuoco fino a circa 500 colpi al minuto. L'LF-57 alla fine non fu un grande successo per Franchi, e solo poche nazioni (inclusa l'Italia) la acquistarono.
Subito dopo la Franchi produsse altre due armi da fuoco molto interessanti che non registrarono vendite apprezzabili. Entrambe si basavano sulla stessa azione di base, che accoppiava un pistone fisso che azionava lo stelo ad un bullone inclinabile molto simile a FAL, e che utilizzava un meccanismo di sparo a doppio martello molto particolare.

La carabina FRANCHI LF58

Il primo progetto prodotto fu chiamato LF-58, camerata per il calibro americano .30 Carbine; era sicuramente progettata per le nostre truppe alpine.
Una volta che divenne chiaro che la NATO stava standardizzando i calibri sul potente 7,62x51mm, gli ingegneri Franchi riprospettarono l’arma per quel calibro, dando luogo all’LF-59.
Pochissimi esemplari di entrambi i tipi furono prodotti e nessuno fu probabilmente venduto sul mercato. Tuttavia, all’epoca tali progetti rappresentavano una notevole ed evidente capacità tecnologica per la Franchi.
La Franchi LF-58 era una carabina di origine italiana sicuramente influenzata dal progetto del fucile d'assalto tedesco StG 44; l'arma funzionava a recupero gas e veniva fornita con un calcio di filo pieghevole laterale simile a quello del mitra Franchi LF-57. 
L'LF-58 fu sviluppato in concorrenza con il modello Beretta 57.  Nonostante la standardizzazione della cartuccia NATO 7.62x51, lo sviluppo della cartuccia NATO continuò nell'ipotesi che la cartuccia NATO avrebbe richiesto un po' di tempo per raggiungere l'uso su larga scala. La LF-58 non fu mai stata messa in produzione di massa e non fu mai stata utilizzata al di fuori dei test.
La carabina Franchi LF58 nacque come arma a tiro selettivo a recupero di gas; il pistone del gruppo presa gas, a lunga corsa, era ubicato al di sopra della canna.
Quando il proiettile superava il foro di spillamento dei gas, ad una distanza di circa 200 mm dalla bocca, una parte dei gas veniva dirottata verso un cilindro dove, espandendosi, spingeva indietro un pistone. Il pistone era parte integrante dell'asta di armamento e del porta otturatore. Due camme erano ricavate nel porta otturatore, e nell'arretrare esse impegnavano due alette di chiusura presenti sull'otturatore: le alette si sollevavano completamente e svincolavano l'otturatore solo quando la pressione dei gas era scesa a livelli di sicurezza, e l'otturatore poteva continuare ad arretrare liberamente assieme al porta otturatore.
La carabina Franchi LF 58 incorporava una caratteristica unica per ridurre la cadenza di tiro nel fuoco automatico, poiché ricorreva ad meccanismo costituito da una coppia di cani.
Alla pressione del grilletto il primo cane cadeva, ed al termine della sua corsa, lungo un arco di circa 90°, liberava un secondo cane posto alla sua destra, ed è il secondo cane che colpisce il percussore.
In tal modo il tempo di percussione veniva ad essere raddoppiato, e la cadenza ridotta a soli 520 colpi al minuto.
Grazie a questa ridotta cadenza, la carabina Franchi LF58 poteva essere controllata facilmente nel fuoco automatico: anche un tiratore privo di addestramento poteva tirare con precisione delle lunghe raffiche.
La Franchi LF 58 fu realizzata in un numero ridotto di esemplari, in diverse  versioni sperimentali, la più comune delle quali aveva il calcio pieghevole, ed un mirino collocato all'altezza della presa di gas.
L’alimentazione avveniva attraverso caricatori identici a quelli della carabina M1, che potevano essere riempiti con colpi singoli, o a mezzo di lastrine da 10 colpi.

Il Fucile d’assalto FRANCHI LF 59

Non si comprese che il calibro 7,62 mm NATO si era imposto definitivamente, vennero intraprese intense sperimentazioni per produrre un'arma in tale calibro: il nuovo Beretta BM 59 in calibro 7,62 x 51 era la conversione del fucile M1 Garand, mentre la Franchi, per la nuova arma automatica, preferì basarsi su di un progetto completamente nuovo che ricordava esternamente il FAL Belga, ma il Franchi LF 59, prodotto all'inizio del 1959, fu effettivamente un'arma di concezione originale derivata dalla carabina LF58.
Il Franchi LF 59 non utilizzava il pistone a corsa breve utilizzato dal FAL belga, ma ne utilizzava uno a corsa lunga: quando il proiettile supera il foro di spillamento dei gas, nella parte superiore della canna (ad una distanza di circa 220 mm dalla bocca), una parte dei gas si espandeva in una camera contro la testa di un pistone spingendolo indietro. Il pistone era parte integrale dell'asta di armamento e del porta otturatore cosicché, muovendosi il pistone impegnava due camme presenti sull'otturatore: quando la pressione dei gas scendeva a livelli di sicurezza, l'otturatore veniva svincolato dalla scatola di culatta e arretrava liberamente assieme al porta otturatore.
Il vincolo tra otturatore e carcassa era realizzato in modo diverso e più semplice rispetto a quanto avveniva nella carabina LF58; la differenza stava nella molla di recupero, che era racchiusa in una custodia tubolare che rientrava telescopicamente nel porta-otturatore.

Le armi erano simili nell’impostazione generale, e, più specificatamente, nella:
  • presenza di uno sportellino caricato da una molla sulla finestra di espulsione;
  • manetta di armamento posta sul lato sinistro dell’arma;
  • fermo del serbatoio posto davanti alla guardia del grilletto;
  • avviso di arma scarica attivato dalla suola dell’elevatore;
  • selettore di tiro a traversino passante, posto sopra il grilletto;
  • sicurezza, posta anch’essa sopra il grilletto.

Il fucile d'assalto Franchi LF 59 utilizzava lo stesso sistema della carabina LF58 per ridurre la cadenza di tiro che era pari a 580 colpi al minuto, molto più bassa di quella di altri fucili dello stesso calibro.
A differenza di questi, l'arma era controllabile anche tirando raffiche prolungate.
L’LF59 era un'arma molto robusta ed efficace, aveva meno componenti della carabina LF58 e utilizzava gli stessi caricatori da 20 colpi del fucile M14.
L’arma automatica venne fabbricata in piccole quantità, ed in varie versioni.
I costi di produzione erano comunque molto elevati, e questa fu una delle ragioni per cui il Beretta BM 59 non trovò concorrenti nella gara per essere adottato dall’Esercito Italiano.

(Web, Google, Wikipedia, Exordidanza, GunsReview, American Rifleman, Ugo Venturoli, You Tube)




















sabato 30 marzo 2019

Il Trieste, distintivo ottico L 9890, è già quasi completo!


Lo scafo completo del TRIESTE, mancano solo le isole del ponte di comando già completate.

Il Trieste, distintivo ottico L 9890, è un'unità anfibia multiruolo della Marina Militare, classificata ufficialmente come LHD (portaelicotteri d'assalto anfibio) e ordinata a seguito del programma navale 2014-2015, è attualmente in costruzione presso il cantiere navale di Castellammare di Stabia.




Progettazione e costruzione

Facente parte delle unità previste con la legge navale 2014-2015, la nuova portaelicotteri avrà un dislocamento a pieno carico di circa 36.000 tonnellate e una lunghezza, fuori tutto, di circa 245 metri, detenendo così il titolo di unità più grande della flotta. Il progetto innovativo si rifà allo stile adottato anche dalle portaerei britanniche classe Queen Elizabeth. Infatti presenterà due isole distinte, la prima (quella a proravia) per la navigazione, la seconda (a poppavia) per la gestione ed il controllo delle operazioni di volo. Questo assetto ha una triplice funzione, garantendo infatti un maggior raggio visivo, più spazio sul ponte di volo e anche una gestione più fluida ed efficiente delle varie attività.
Il ponte di volo avrà una lunghezza di 245 metri fuori tutto ed una larghezza di 47 metri, con un totale di 9 punti per mezzi aerei. Sarà dotato di 2 elevatori per aeromobili (15 m x 15 m) con una portata massima di 42 tonnellate.
Per i dati dichiarati la nave è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'hangar che consentirà di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM (Landing Craft Mechanized), gommoni a scafo rigido (RHIB), aeroscafi LCAC (noti comunemente come hovercraft), L-CAC e i più innovativi mezzi da sbarco anfibio rapido (L-CAT) in dotazione alle marine NATO ed europee.
A differenza della portaeromobili Cavour, che ha un'unica aviorimessa riconfigurabile in ponte veicoli non allagabile, questa unità avrà al di sotto del ponte di volo due ulteriori ponti, di cui un'aviorimessa di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegato ad un ponte inferiore di 2200m², diviso in un'autorimessa da 700m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e un bacino allagabile (55 m x 15 m) dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.
Rispetto al Cavour questa LHD non avrà, almeno da progetto, il trampolino (ski-jump) sul ponte di volo per facilitare il decollo degli aerei STOVL, nonostante nella scheda tecnica la presenza di tali mezzi sia certificata.
Il gruppo motore ha due assi con eliche pentapala a passo variabile e due timoni compensati a spada, due pinne stabilizzatrici retrattili, due eliche di manovra prodiere ed un'elica di manovra poppiera intubate che garantiscono una maggiore manovrabilità in spazi ristretti rispetto alla sola accoppiata timoni/eliche.
Il taglio della prima lamiera è avvenuto il 12 luglio 2017 nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, mentre, poco più di 7 mesi dopo, il 20 febbraio 2018, ha avuto luogo l'impostazione della chiglia sullo scalo del cantiere navale stabiese, dando il via alla costruzione della nave.
Si prevede che il Trieste entri in servizio nel 2022 andando a sostituire il Giuseppe Garibaldi e il San Giusto (che saranno dismesso di conseguenza).




Armamento

L'unità presenta sistemi d'arma di ultima generazione.

Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria sono presenti:
  • 3 cannoni multiruolo Otobreda 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
  • 3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara da 25/80 mm;
  • 2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20, per il lancio di ingannatori (esche elettroniche) subacquei ed aerei.

Il comparto missilistico comprende invece:
  • predisposizione per 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (uno a prua e uno a poppa) per una capacità totale di 16 missili Aster 15/30.


Anche la sezione sensoristica potrà vantare tecnologie avanzatissime:
  • PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, sistema volumetrico 3D capace di inseguire 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
  • Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1 500-2 000 km;
  • IFF SIR-M-PA, radar secondario per l'identificazione di navi ed aeromobili;
  • Radar Kronos bibanda (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
  • TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
  • Sistema EWS "Zeus", dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT avanzati caratteristiche, fino ad un innovativo algoritmo SEI.
  • Sistema automatico per la direzione delle operazioni di combattimento - SADOC 4;


Capacità aerea

L'unità presenta un ponte di volo 230m x 36m coprendo così un'area di circa 7400 m² con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o 4 F35B.
Inoltre, il ponte potrà ospitare su di esso, in condizioni di piena operatività circa 14/20 aeromobili in diverse configurazioni (presumibilmente anche 4/6 F35B a poppa e 8/10 elicotteri a prua). L'aviorimessa di 2600 m² è dimensionata per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15m x 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.
Tutte le operazioni di volo sul ponte sono controllate dall'isola di poppa.




Capacità anfibie

Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 Ariete, 5 Iveco LMV Lince, oppure 1 Centauro, 1 Freccia o 300 soldati.

Area ospedaliera

La nave sarà dotata anche di un ospedale completamente attrezzato con sale operatorie, laboratori radiologia e analisi, gabinetto dentistico, e zona degenza per 28 ricoverati gravi per un totale di 700 m², mentre, ulteriori posti letto saranno sistemati in moduli conteinerizzati all'uopo predisposti.

(Web, Google, Wikipedia, Forum Porlale Difesa, You Tube)



























US ARMY - US MARINES - Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti (USSOCOM): il Corpo dei marines statunitensi ha raggiunto la piena capacità operativa per il fucile da “sniper” BARRETT ASR MK 22 Mod.0.

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