sabato 3 giugno 2023

OPEN DAY AL 32° STORMO di Foggia Amendola per i 100 anni dell'Aeronautica Militare: due “spotter” sannicandresi in visita!





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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 



Giovedì 1° giugno 2023, dalle 10.30 alle 16.30, con ingresso dalla S.S. 89 Garganica, due appassionati “SPOTTER” di Sannicandro di Bari, Alberto e Pasquale Vernì, hanno passato una bella giornata presso la bella base aeronautica di Foggia-Amedola, alla scoperta del 32° Stormo.
Durante l’importante evento, che fa parte delle iniziative organizzate sull’intero territorio nazionale per festeggiare il centenario dell’Aeronautica Militare e che a Foggia ha visto una grandissima affluenza di appassionati; i visitatori hanno avuto la possibilità di ammirare decolli, sorvoli e atterraggi e un’ampia gamma di aerei ed elicotteri provenienti da altri reparti in mostra statica, tra i quali F-35A e B Stov/L Eurofighter, Tornado, Amx, Mb-339, HH-101 CSAR ed Hh-139. Presenti anche alcune auto storiche.




Inoltre si è potuto assistere ad una esibizione statica e dinamica di aeromodellismo, visitare stand divulgativi e quelli per l’orientamento dei giovani ai concorsi banditi dalla Forza Armata. E’ stato possibile visitare l’area espositiva contenente reperti storici, fotografie, uniformi e parti di velivoli appartenuti allo Stormo, pezzi che raccontano la storia aeronautica di reparti che da più di 80 anni insistono nella Capitanata. In questo open day spazio anche alla solidarietà. Per questo centenario l’Aeronautica Militare, infatti, è al fianco dell’Airc con il progetto ‘Un dono dal cielo’. I proventi della raccolta fondi saranno devoluti interamente all’Ifom (‘Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare’) per l’acquisto di macchinari di ultima generazione per la ricerca sul cancro.

I due appassionati sannicandresi sono stati accolti, durante la pausa pranzo, presso la mensa ufficiali, ove hanno potuto assaporare alcune prelibatezze pugliesi (le famose orecchiette). Nel contempo, sono stati accolti fraternamente da alcuni piloti, con i quali hanno scambiato qualche opinione sulla qualità dei mezzi utilizzati dal 32° Stormo. Non è stato possibile visitare le zone “off-limits” degli shelters ove sono nascosti i bellissimi F-35 Lightnigh II.


Il 32º Stormo “Armando Boetto”

Il 32º Stormo è uno stormo da interdizione dell'Aeronautica Militare. Dipende dal Comando delle Forze da Combattimento di Milano e ha sede presso l'aeroporto di Amendola (Foggia).
Lo stormo, intitolato alla memoria del capitano pilota Armando Boetto, è costituito dal 13º Gruppo Volo con il nuovo caccia F35, dal 28º Gruppo Velivoli Teleguidati (ex XXVIII Gruppo) che impiega il Predator nelle due versioni MQ-9A e MQ-1C e dal ricostituito 61º Gruppo che impiega il velivolo MQ-1C.



Il 32º Stormo Bombardamento Terrestre fu creato il 1º dicembre 1936 presso l'aeroporto di Cagliari-Elmas. Costituito dal 38º Gruppo di Aviano e dall'89º Gruppo (228ª e 229ª Squadriglia) di Forlì, aveva in dotazione i trimotori da bombardamento Savoia-Marchetti SM.81. In particolare il 1º ottobre 1936 nasce il 38º Gruppo (49ª Squadriglia e 50ª Squadriglia) dell'Aeroporto di Aviano nell'11º Stormo ma dall'11 dicembre passa nel 32º Stormo. Il 24 febbraio 1937 entrambi i Gruppi sono ad Elmas sugli S.81 ed entro luglio 1938 transita sui Caproni Ca.135 ma a causa di problemi tecnici nel mese di ottobre passa sugli S.M.79 e l'89º Gruppo va all'Aeroporto di Alghero-Fertilia fino a luglio 1939 quando torna ad Elmas.

Seconda guerra mondiale

Dal 3 giugno 1940 lo stormo al comando del Col. Luigi Gallo va all'Aeroporto di Decimomannu con i Savoia-Marchetti S.M.79 nell'ambito della Seconda guerra mondiale con il XXXVIII Gruppo del Ten. Col. Oscar Mecozzi con la 49ª (8 SM 79) e 50ª Squadriglia (7 SM 79) ed il LXXXIX Gruppo del Magg. Antonio Fadda con la 228ª (8 SM 79) e 229ª Squadriglia (7 SM 79) inquadrato nella X Brigata Bombardamento Terrestre "Marte" di Cagliari. Il 12 giugno 24 S.79 attaccano la base francese di Biserta. Il 9 luglio successivo lo Stormo partecipò alla Battaglia di Punta Stilo con 20 aerei che insieme a 28 SM 79 dell'8º Stormo di Villacidro attaccarono la Force H inglese: due velivoli dello Stormo non rientrarono, ma la formazione inglese rientrò a Gibilterra con la nave da battaglia HMS Hood (51), la portaerei HMS Ark Royal (91) e 2 incrociatori danneggiati. Per tale azione la Bandiera dello Stormo riceve la Medaglia d'argento al Valor Militare. Il 30 luglio 1940 arrivano 2 Savoia-Marchetti S.M.82. Ireneo Moretti venne assegnato come comandante alla 229ª Squadriglia, 89º Gruppo, in vista della prima missione operativa su Gibilterra. La prima missione fu compiuta da due aerei, uno al comando del capitano Enrico Rossaldi e uno al comando del maggiore Giovanni Battista Lucchini, il 20 agosto 1940. Durante la missione il velivolo di Moretti (MM.60992) fu abbattuto dal fuoco antiaereo, precipitando in mare nella baia di Algeciras. Il 27 novembre successivo, nell'ambito della Battaglia di capo Teulada gli inglesi ritentarono il passaggio ed il 38º Gruppo li attaccò in 2 ondate successive. Nella prima, protetta dal 3º Gruppo caccia terrestre, colpì una portaerei e nella seconda 2 incrociatori ed abbatte 5 aerei avversari.
Il 9 gennaio 1941, nell'ambito dell'Operazione Excess lo Stormo, con 10 aerei dell’89º Gruppo, bombarda un convoglio inglese nel Mediterraneo Occidentale. Nella la rotta di avvicinamento intercettano un convoglio colpendo la nave da battaglia HMS Malaya. 2 aerei dello Stormo non rientrarono alla base colpiti dai Fairey Fulmar dell'Ark Royal e vennero abbattuti 4 caccia nemici. Nell'ambito dell'Operazione Tiger (1941) nella giornata dell'8 maggio il 38º Gruppo si alzò in volo scortato dai caccia Fiat C.R.42 del 3º Gruppo caccia terrestre e intorno alle 13 e 45 iniziarono gli scontri che portarono ad abbattimenti da entrambe le parti. Gli aerei britannici della Fleet Air Arm riuscirono ad impedire l'attacco al convoglio e in totale non rientrarono dalle azioni della giornata cinque aerei dell'Aeronautica della Sardegna, tra cui un Savoia-Marchetti S.M.79 della 49ª Squadriglia bombardieri, Capitano Armando Boetto, decorato di medaglia d'oro al valor militare. Nel giugno successivo passa al comando del Colonnello Leonello Leone. Nel settembre 1941 lo stormo va all'Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale dove il 1º novembre diventa Aerosilurante ricevendo gli S.M.84.
Il 24 maggio 1942 lo stormo va all'Aeroporto di Gioia del Colle con l’89º Gruppo Aerosilurante ed il 38º Gruppo bombardiere e prese parte alla battaglia di mezzo agosto, utilizzando per la prima volta le motobombe F.F.F. Nel novembre 1942 lo Stormo si spostò a Villacidro ed alla fine del mese il Comando dello Stormo ed il 38º Gruppo tornarono a Gioia del Colle ed, in seguito, all'Aeroporto di Lecce-Galatina. Il 10 gennaio 1943 lo Stormo da Aerosilurante torna ad essere B.T., l’89º Gruppo Aerosiluranti diventa Autonomo e lo stormo riceve il 43º Gruppo Combattimento del 13º Stormo. Il 27 gennaio successivo lo Stormo viene chiuso.

Il dopoguerra

Nel settembre del 1967, il 32º Stormo C.B.R. (Caccia Bombardieri Ricognitori) fu ricostituito presso l'aeroporto di Brindisi-Casale con il 13º Gruppo caccia Bombardieri e Ricognitori sui Fiat G.91R e poi fino agli anni 80 sugli Aeritalia G-91Y.


Nel luglio 1993 fu dislocato presso l'aeroporto di Foggia-Amendola, affiancando sia il 201º Gruppo Unità di Conversione Operativa che il 204º Gruppo G.91T al già esistente 13º Gruppo Caccia Bombardieri e Ricognitori. Dal 31 luglio 1995 il 101º Gruppo OCU entra nello Stormo e veniva chiuso il 201º Gruppo OCU. Dal 15 settembre anche il 204º Gruppo veniva chiuso ed il 30 settembre successivo veniva dismesso il G.91T transitando sugli AMX International AMX.




Il gruppo velivoli teleguidati

Il 1 marzo 2002 nasce nello Stormo il Gruppo Velivoli Teleguidati con aerei a pilotaggio remoto “Predator A” (RQ-1 Predator). Nel 2003 il reparto prese parte con i gruppi di Volo A.M.A, alla esercitazione "Red flag" presso la base di Nellis nel Nevada. Dal 1 febbraio 2005 il Gruppo Velivoli Teleguidati prende le insegne del 28º Gruppo “Le Streghe” (ex XXVIII Gruppo), dopo la chiusura del 3º Stormo di Villafranca. Dal 2005, in poi, il 28º Gruppo ha operato in tutte le principali operazioni fuori dai confini nazionali a cui l’Aeronautica Militare ha preso parte, in particolare: Operazione Antica Babilonia in Iraq, Operazione Unified Protector in Libia, NATO “Operazione Joint Enterprise” in Kosovo.




Dal 2007, 2 UAV Predator del 32º Stormo sono schierati a Herat in Afghanistan nell'ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force) e nel 2009 con gli AMX. È operativo con l'aereo teleguidato (o UAV - unmanned aerial vehicle) General Atomics RQ-1 Predator, e gli F35A dell'Aeronautica Militare, i quali due già prodotti portano le insegne del 32º Stormo (13º Gruppo Caccia).
Il 24 luglio 2015 il Colonnello Andrea Argieri subentra al Colonnello Michele Oballa al comando del 32º Stormo.







I Lockheed Martin F-35 Lightning II

A partire dal 12 dicembre del 2016 opera anche con il nuovo velivolo Lockheed Martin F-35 Lightning II in dotazione all'Aeronautica Militare, assegnato al 13º Gruppo Volo, riattivato il 19 aprile 2016.
Nel 2017 è stato ricostituito il 61º Gruppo Volo (LXI Gruppo), dotato di velivoli a pilotaggio remoto MQ1-C (Predator “A+”), posizionato nella base aerea di Sigonella.
Dal 1 marzo 2018 gli aerei Joint Strike Fighter-F35 dello Stormo fanno parte del dispositivo di Difesa Aerea Nazionale risultando inquadrati operativamente nel Servizio di Sorveglianza dello Spazio Aereo (S.S.S.A.), fondamentale compito istituzionale dell’AM.

Organizzazione:
  • 13º Gruppo Volo - opera con il velivolo di 5ª generazione F35 JSF (Joint Strike Fighter).
  • 28º Gruppo Volo APR - dotato di velivoli a pilotaggio remoto MQ9-A (Predator “B”) e MQ1-C (Predator “A+”)
  • 61º Gruppo Volo APR - dotato di velivoli a pilotaggio remoto MQ1-C (Predator “A+”)
  • 632ª Squadriglia Collegamenti - dotata di velivoli addestrativi Aermacchi MB-339.

UN TENTATIVO DI INTRUSIONE DA PARTE DEI RUSSI…

La base militare Amendola, situata a Foggia, dove opera il 32° stormo dell’aeronautica militare, fu al centro di un tentativo di spionaggio russo durante la pandemia e nel mezzo di una missione umanitaria che portò in Italia, ai tempi devastata dalla prima ondata del virus, 28 medici, 4 infermieri e 72 militari. Il retroscena è svelato tempo fa dal Corriere della Sera. Riguardo quella missione, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito al Copasir che non vi fu mai attività impropria, respingendo ogni insinuazione sul fatto che la delegazione russa fosse arrivata in Italia mascherando gli aiuti umanitari per una missione di spionaggio. Secondo il New Yorker, fu proprio quella visita in Italia che permise alla Russia di elaborare il vaccino Sputnik grazie al prelievo del dna di un paziente russo ammalatosi in Lombardia. Citando fonti della difesa, il Corriere della Sera rese noto che il generale Luciano Portolano del Comando Operativo Interforze assegnò una scorta agli uomini mandati dai russi, che invece – capitanati dal generale Kikot- ritenevano di potersi muovere liberamente su tutto il territorio italiano. Il generale italiano, invece, impose la distanza di almeno 50 km da tutti gli obiettivi sensibili italiani.
Portolano avrebbe citato due circostanze “ibride”: quando i russi proposero di sanificare un sito nelle immediate vicinanze della base militare di Ghedi, in Lombardia, in parte riservata all’aviazione statunitense; e quando gli uomini mandati da Putin in Italia avevano chiesto di scendere in Puglia, nonostante la regione fosse quasi immune - durante la prima ondata - dagli effetti della pandemia. Secondo il Corriere della Sera l’obiettivo reale era Amendola, maggiore aeroporto militare italiano dove si trovano gli F35.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Foggiatoday, Wikipedia, Marchiodoc, You Tube)

















































































Gli "spotter" Pasquale e Alberto Vernì con un sottufficiale amico...










 

WW2 - Il Wasserfall Ferngelenkte Flakrakete, era un missile anti-aereo tedesco della seconda guerra mondiale.





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Il Wasserfall Ferngelenkte Flakrakete, era un imponente missile anti-aereo tedesco della seconda guerra mondiale, come gli altri della sua categoria non fece in tempo ad entrare in servizio ma era un'arma di notevoli dimensioni, simile al SA-2 Guideline (URSS), con una gittata stimata addirittura di 48 km. I suoi progetti furono da modello per il missile statunitense Hermes-A1 e per il programma di ricerca sovietico noto con la denominazione di R-101.




Caratteristiche tecniche

Il Wasserfall fu essenzialmente uno sviluppo antiaereo del Razzo V2, conservandone la stessa forma e lo stesso disegno.
Poiché doveva raggiungere unicamente l'altitudine di volo dei grossi bombardieri alleati, venne ridotto di circa un quarto della grandezza rispetto ai razzi V2. A differenza dei loro progenitori, i Wasserfall erano progettati per il lancio che poteva essere dilazionato per periodi superiori ad un mese ed oltre, per questo motivo l'ossigeno liquido, eccessivamente volatile, non era appropriato per lo scopo. Per questo motivo venne progettato un nuovo motore disegnato dall'ingegnere Walter Thiel, basato sul Visol (etere vinile esobutile) e dal Salbei (90% di acido nitrico e 10% di acido solforico). Questo propellente ipergolico era spinto nella camera di combustione unitamente ad azoto rilasciato da un serbatoio separato. Il sistema di guida era basato su di un controllo radio di tipo MCLOS, contro obiettivi diurni, mentre per i lanci notturni l'utilizzo di questo missile era molto più complesso data la scarsa visibilità sia del razzo stesso che dell'obiettivo. Per ovviare a questo problema venne progettato un nuovo sistema di guida denominato in codice Rheinland che rimase però allo stadio di sviluppo. Il sistema di guida Rheinland avrebbe dovuto fare uso di un transponder posto all'interno dell’arma per la localizzazione in volo e di un radar per avere traccia del bersaglio.
Lo sviluppo non fu completato prima della fine della guerra e non venne mai utilizzato operativamente.
Il sistema era basato su molte delle tecnologie sviluppate per il programma missilistico V-2, incluso il razzo stesso, che era essenzialmente una versione molto ridotta della cellula V-2. Il motore a razzo utilizzava nuovi combustibili poiché doveva essere immagazzinato in forma pronta per il fuoco per mesi e il sistema di guida utilizzava alette esterne per il controllo invece di fare affidamento interamente sullo scarico orientabile del motore a razzo.
Tra i molti problemi di sviluppo, il controllo del razzo ad alta velocità era una preoccupazione significativa, portando allo sviluppo di un sistema di controllo radio in cui l'operatore sedeva su una sedia reclinabile in modo da poter vedere il bersaglio mentre passava sopra la sua testa. Un altro problema significativo era la mancanza di una spoletta di prossimità adeguata, necessaria in quanto non c'era modo per l'operatore di determinare visivamente quando il razzo era vicino a un bersaglio che si trovava direttamente sopra di esso. Un sistema assistito da radar era ancora in fase di sviluppo e non pronto per l'uso operativo.

Caratteristiche tecniche

Il Wasserfall era essenzialmente uno sviluppo antiaereo del razzo V-2, condividendo la stessa disposizione e forma generale. Poiché il missile doveva volare solo alle altitudini dei bombardieri attaccanti e aveva bisogno di una testata molto più piccola per distruggerli, poteva essere molto più piccolo del V-2, circa 1/4 della dimensione. Il design del Wasserfall includeva anche un set aggiuntivo di pinne situate al centro della fusoliera per fornire capacità di manovra extra. Il governo durante la fase di lancio era realizzato da quattro timoni in grafite posti nel flusso di scarico della camera di combustione, come nella V-2, ma una volta raggiunte velocità elevate ciò veniva ottenuto da quattro timoni ad aria montati sulla coda del razzo.
A differenza della V-2, il Wasserfall era stato progettato per essere pronto per periodi fino a un mese e sparare a comando, quindi l' ossigeno liquido volatile utilizzato nella V-2 era inappropriato. Un nuovo design del motore, sviluppato dal Dr. Walter Thiel, era basato su Visol (vinil isobutil etere) e SV-Stoff o acido nitrico fumante rosso (RFNA), (94% acido nitrico, 6% tetrossido di diazoto). Questa miscela ipergolica veniva forzata nella camera di combustione pressurizzando i serbatoi di carburante con gas azoto rilasciato da un altro serbatoio. Il Wasserfall doveva essere lanciato da basi missilistiche (nome in codice Vesuvius) in grado di tollerare la fuoriuscita di carburanti ipergolici in caso di problemi di lancio.
La guida doveva essere un semplice sistema di comando manuale radiocomandato alla linea di vista (MCLOS) da utilizzare contro bersagli diurni. I comandi venivano inviati al missile utilizzando una versione modificata del sistema di radioguida FuG 203/FuG 230 "Kehl-Straßburg" (nome in codice Burgund) che utilizzava un joystick. Originariamente sviluppato per i missili anti-nave sganciati dai bombardieri, fu usato per dirigere sia il Fritz X non potenziato che l'Henschel Hs 293 armato con razzi. Per il ruolo antiaereo, il controller veniva montato accanto a una sedia su di una struttura che permetteva all'operatore di inclinarsi all'indietro per guardare facilmente i bersagli sopra di lui, ruotando secondo necessità per mantenere il bersaglio in vista.
L'uso notturno era notevolmente più complesso perché né il bersaglio né il missile sarebbero stati facilmente visibili. Per questo ruolo era in fase di sviluppo un nuovo sistema noto come Rheinland che utilizzava un'unità radar per tracciare il bersaglio e un transponder nel missile per localizzarlo in volo. Un semplice computer analogico guidava il missile nel raggio radar di tracciamento il prima possibile dopo il lancio, utilizzando un cercatore di direzione radio e un transponder per localizzarlo. Una volta entrato nel raggio radar, il transponder rispondeva ai segnali radar e creava un forte blip sul display. L'operatore utilizzava un joystick per guidare il missile in modo che i segnali si sovrapponessero.
Il progetto originale prevedeva una testata da 100 kg (220 libbre), ma per motivi di precisione fu sostituita con una molto più grande di 306 chilogrammi (675 libbre), basata su di un esplosivo liquido. L'idea era quella di creare un effetto di vasta area di esplosione in mezzo al flusso di bombardieri nemici, che plausibilmente avrebbe abbattuto diversi aeroplani per ogni missile schierato. Per l'uso diurno l'operatore avrebbe fatto esplodere la testata tramite telecomando.

Sviluppo

Il lavoro concettuale iniziò nel 1941 e le specifiche finali furono definite il 2 novembre 1942. I primi modelli furono testati nel marzo 1943, ma una grave battuta d'arresto si verificò nell'agosto 1943 quando il dottor Walter Thiel fu ucciso durante i bombardamenti dell'Operazione Hydra, l'inizio della campagna di bombardamenti Operazione Crossbow contro la produzione di V-2. Dopo il primo lancio riuscito (il terzo prototipo) l'8 marzo 1944, tre lanci di prova del Wasserfall furono completati entro la fine di giugno 1944. Un lancio l'8 gennaio 1945 fu un fallimento, con il motore che "frizzava" e lanciando il missile a soli 7 km di quota a velocità subsonica. Il febbraio successivo vide un lancio di successo che aveva raggiunto una velocità supersonica di 770 m/s (2.800 km/h) in volo verticale. Trentacinque tentativi di fuoco di Wasserfall erano stati completati quando Peenemünde fu evacuato il 17 febbraio 1945. 
Il razzo Bäckebo, un razzo V-2 che utilizzava la guida radio del Wasserfall, si schiantò in Svezia il 13 giugno 1944.

Valutazione

Secondo Albert Speer e Carl Krauch l’arma avrebbe potuto devastare le flotte di bombardieri alleati.  Speer, ministro tedesco degli armamenti e della produzione bellica del Reich, affermò in seguito: “””A tutt'oggi, sono convinto che un sostanziale dispiegamento di Wasserfall dalla primavera del 1944 in poi, insieme a un uso senza compromessi dei caccia a reazione come intercettori della difesa aerea, avrebbe sostanzialmente bloccato l'offensiva di bombardamento strategico alleata contro la nostra industria. Saremmo stati in grado di farlo - dopo tutto, siamo riusciti a produrre 900 razzi V-2 al mese in un secondo momento, quando le risorse erano già molto più limitate”””.
Al contrario, lo storico Michael J. Neufeld ha sostenuto che non sarebbe stato possibile per la Germania schierare le batterie Wasserfall prima della sua sconfitta a causa dell'ampio lavoro di sviluppo necessario, e il progetto era continuato troppo a lungo a causa dell'inerzia burocratica dell'esercito tedesco e il senso di disperazione della leadership tedesca. Lo storico ha anche ritenuto che i missili si sarebbero probabilmente dimostrati inefficaci in combattimento poiché non sarebbero stati dotati di spolette di prossimità (che la Germania non ha mai messo in campo) e il loro sistema di guida era poco pratico. Allo stesso modo, varie pubblicazioni tedesche rilevano che il Wasserfall era uno dei numerosi sistemi missilistici concorrenti che la Luftwaffe ordinò di sviluppare nonostante la mancanza delle risorse necessarie per completarli o metterli in campo durante la guerra. 




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)