https://svppbellum.blogspot.com/
Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
La Forza marittima di autodifesa (in Shinjitai: 海上自衛隊 - romaji Kaijō Jieitai), anche nota internazionalmente con la sigla inglese JMSDF (Japan Maritime Self-Defense Force)
E’ la componente navale delle Forze di autodifesa nipponiche, e ha il compito della difesa delle acque territoriali e delle comunicazioni navali del Giappone. Essa è stata formata dopo la fine della seconda guerra mondiale in seguito alla dissoluzione della Marina imperiale giapponese, ed è una marina d'altura con significative capacità operative che la rendono una delle prime forze navali al mondo come tonnellaggio e tecnologia. Ha partecipato a operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e a operazioni di interdizione marittima, Maritime Interdiction Operations (MIO).
Ultimamente la JMSDF sta modificando una classe di navi, ufficialmente classificate come cacciatorpediniere portaelicotteri, ma in realtà portaerei leggere da 27 000 tonnellate, conosciute originariamente come 22DDH e infine come classe Izumo, dalle quali far operare i futuri velivoli F-35 JSF.
La JMSDF ha una forza ufficiale di 46.000 uomini, con 119 navi da guerra, tra le quali 25 sottomarini, 47 cacciatorpediniere, 8 fregate, 29 unità cacciamine, 6 pattugliatori e 9 unità anfibie, per un dislocamento complessivo di 432 000 tonnellate. Il prefisso per le navi è JDS (Japanese Defense Ship) per tutte le navi entrate in servizio prima del 2008. Le navi entrate in servizio successivamente usano il prefisso JS (Japanese Ship) per riflettere l'evoluzione della Agenzia di Difesa giapponese in Ministero della Difesa.
La Marina giapponese ha anche un'aviazione di marina, chiamata Forza aerea della flotta, erede della Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu, è dotata di 200 velivoli ad ala fissa, di 150 elicotteri, questi ultimi hanno soprattutto impieghi antisommergibile e di caccia alle mine navali.
La Japan Maritime Self-Defense Force ha di recente effettuato con successo il primo test al mondo di un cannone elettromagnetico montato su di una nave e utilizzato in mare aperto contro un bersaglio in movimento e che conferma il ruolo di Tokyo come attore di primo piano nell’innovazione navale. Per questo esperimento è stata utilizzata il DDG JS Asuka, su cui il cannone elettromagnetico è stato installato in collaborazione con l’Agenzia giapponese per l’acquisizione e la logistica. Tra giugno e luglio 2025 il cannone ha aperto il fuoco verso una nave-bersaglio, dimostrando la capacità di integrare il sistema in un contesto reale e non solo in laboratorio. Il prototipo giapponese utilizza il calibro di circa 40 mm e utilizza proiettili dal peso di circa 320 grammi. Nonostante le dimensioni contenute, la potenza è notevole: le velocità raggiunte superano i 2.200 metri al secondo, con test più recenti che parlano di picchi di 2.500 m/s. Come noto, un railgun non utilizza polvere da sparo ma campi elettromagnetici, e questo richiede quantità enormi di energia. L’agenzia giapponese ha risolto il problema installando generatori e sistemi capacitivi direttamente a bordo della JS Asuka. Questa soluzione ha reso possibile l’intero ciclo di alimentazione e ricarica. Un dubbio attanaglia i tecnici: quanto a lungo un sistema del genere potrà operare in battaglia senza logorare i componenti? Ad ogni buon conto, si tratta ancora di un’arma sperimentale e l’erosione delle guide, la gestione termica e il rateo di fuoco restano sfide non facili da superare.
Avere proiettili dal costo relativamente basso, senza esplosivi, capaci di raggiungere bersagli a grande distanza con velocità ipersoniche, alimenta grandi aspettative.
Ad oggi il Giappone si pone davanti a potenze globali come Stati Uniti e Cina, che da anni lavorano su progetti simili ma non hanno ancora portato a termine tiri in mare. È un segnale politico e tecnologico: il Paese del Sol Levante vuole proteggere i propri mari e dimostrare di essere pronto a innovare in un settore decisivo per la sicurezza globale.
Il futuro dei cannoni elettromagnetici o RAILGUN non è ancora scritto, ma il Giappone ha appena dato inizio ad una nuova era nella guerra sui mari.
IL CANNONE ELETTROMAGNETICO O RAILGUN
Un cannone a rotaia o elettromagnetico è una bocca da fuoco ad alimentazione elettrica che spara un proiettile conduttivo lungo una coppia di barre di metallo usando gli stessi principi di un motore omopolare. I cannoni a rotaia usano due contatti scorrevoli o rotanti che permettono a una grande corrente elettrica di passare attraverso il proiettile. Questa corrente interagisce con i forti campi magnetici generati dalle rotaie e questo accelera il proiettile. La U.S. Navy ha sperimentato un cannone a rotaia che accelera un proiettile di 3,2 kg a 2,4 km al secondo (7 volte la velocità del suono).
I cannoni a rotaia o elettromagnetici non devono essere confusi con:
- cannoni di Gauss (Coilgun), che sono senza contatti e usano un campo magnetico (generato da spirali esterne fissate attorno alla barra) per accelerare un proiettile magnetico;
- Cannoni ferroviari, che sono dei pezzi di artiglieria molto grandi piazzati su binari e prevalentemente usati dalla Guerra civile americana alla Seconda guerra mondiale;
- Rail gun, un tipo di fucile sportivo generalmente usato nel Bench rest.
Storia
Nel 1918, l'inventore francese Louis Octave Fauchon-Villeplee inventò un cannone elettrico che somigliava molto ad un motore lineare. La sua invenzione consisteva in due barre conduttrici parallele collegate una con l'altra dalle ali di un proiettile, e tutto l'apparato interamente circondato da un campo magnetico. Con il passaggio della corrente dalle barre al proiettile veniva indotta una forza che muoveva il proiettile lungo le barre fino a spararlo in volo.
Durante la Seconda guerra mondiale l'idea fu rivista dal tedesco Joachim Hänsler, e fu proposto un cannone antiaerei elettrico. Il progetto andò avanti fino al 1944, ma il cannone non fu mai costruito. Quando, dopo la guerra, i documenti del progetto furono scoperti suscitarono molto interesse e fu eseguito uno studio molto accurato, culminato nel 1947 con una relazione che aveva concluso che la realizzazione del progetto era teoricamente possibile, ma che ogni cannone avrebbe avuto bisogno di energia sufficiente ad illuminare mezza Chicago.
Nel 1950, Sir Mark Oliphant, un fisico australiano ed il primo direttore del Research School di Scienze Fisiche alla "Università Nazionale Australiana", iniziò la progettazione e la costruzione del generatore omopolare più grande del mondo, una sorgente usata per dare energia al cannone a rotaia o RAILGUN. In tal modo vennero costruiti su vasta scala e collaudati altri modelli, realizzati soprattutto da agenzie statunitensi, britanniche e jugoslave. I primi prototipi sviluppati avevano ancora dei problemi tecnici da risolvere per poter rimpiazzare le armi comuni. Probabilmente il primo sistema che ebbe successo fu costruito dalla Defence Research Agency britannica, sistema sul quale si sta ancora lavorando da più di dieci anni.
Sviluppi recenti
Attualmente, le forze armate di vari paesi stanno finanziando esperimenti sui cannoni a rotaia. Ad esempio, sono stati sviluppati cannoni lineari presso l'Institute for Advanced Technology della University of Texas at Austin in grado di lanciare proiettili perforanti al tungsteno con una energia cinetica di 9 MJ. Una energia di questa entità è sufficiente a sparare un proiettile da 2 kg alla velocità di 3 km/s e con questi dati balistici un proiettile di tungsteno o altro metallo denso è in grado di penetrare facilmente un carro armato e potenzialmente passarci attraverso.
Nell'ottobre 2006, la Naval Surface Warfare Center Dahlgren Division statunitense ha effettuato una dimostrazione con un cannone a rotaia da 8 MJ, sparando proiettili di 3,2 kg. Il cannone è il prototipo di un'arma da 64 MJ da impiegare a bordo di navi da guerra della marina. Il problema principale per l'impiego pratico di questa tecnologia è legato all'usura e successiva messa fuori uso del cannone a causa dell'estrema quantità di calore prodotto durante gli spari. Si prevede che tali armi siano abbastanza potenti da provocare effetti leggermente maggiori rispetto ad un missile BGM-109 Tomahawk, ma ad un costo più contenuto per singolo colpo. Successivamente, la BAE Systems ha consegnato alla U.S. Navy il modello 32-MJ LRG, un prototipo da 32 Megajoule.
Il 31 gennaio 2008, l'U.S. Navy ha sperimentato un cannone a rotaia che ha sparato un proiettile da 10,64 Megajoule ad una velocità alla volata di 2 520 m/s. L'arma sperimentata si prevede possa far raggiungere ai proiettili velocità maggiori di 5.800 m/s, con una precisione di tiro sufficiente a colpire un bersaglio di 5 metri da più di 200 miglia nautiche (370 km) ed una cadenza di tiro di 10 colpi al minuto. La potenza elettrica viene fornita da un nuovo prototipo di batteria di condensatori da 9 Megajoule, realizzata utilizzando commutatori allo stato solido ed elementi costituiti da condensatori ad alta densità di energia, realizzati per la specifica esigenza nel 2007. Del sistema fa parte un sistema di generazione di potenza a impulso da 32 Megajoule, sviluppato negli anni ottanta dall'US Army's Green Farm Electric Gun Research and Development Facility e aggiornato dalla General Atomics Electromagnetic Systems (EMS) Division. Si stima che il sistema sarà operativo tra il 2020 e il 2025.
IL CANNONE ELETTROMAGNETICO GIAPPONESE DELL’AGENZIA ATLA
Il 17 ottobre 2023 l'Acquisition, Technology & Logistics Agency (ATLA), una divisione del Ministero della Difesa giapponese, ha annunciato di aver effettuato con successo il test di un cannone a rotaia elettromagnetico capace di lanciare un proiettile in acciaio da 40 mm e 320 grammi di peso alla velocità di 6.5 Mach, a fronte di 20 MJ di energia di carica, e teoricamente capace di ingaggiare i missili ipersonici.
L'Agenzia giapponese di acquisizione e logistica (ATLA) ha rilasciato di recente nuove immagini dei test di un prototipo di RAILGUN a bordo della nave da guerra JS Asuka all'inizio di quest'anno. L’Agenzia ATLA afferma anche che è la prima volta che qualcuno ha sparato con successo con un cannone imbarcato su di una nave contro una nave bersaglio reale. Il Giappone continua ad andare avanti con lo sviluppo del railgun, una tecnologia che l’US NAVY ha abbandonato nel 2020 a causa di significativi ostacoli tecnologici.
JS Asuka, è una nave sperimentale dedicata unica nel suo genere con un dislocamento di 6.200 tonnellate appartenente alla Japan Maritime Self-Defense Force (JMSDF); è stata avvistata per la prima volta con l’arma railgun in una torretta installata sul suo ponte di volo di poppa ad aprile 2025. Ulteriori viste della nave in questa configurazione sono emerse in seguito: ”ATLA ha condotto il test di tiro con cannoni da bordo da giugno a inizio luglio di quest'anno con il supporto della Forza di autodifesa marittima giapponese", secondo un post di ieri sulla pagina Instagram ufficiale dell'agenzia. "È la prima volta che un cannone elettromagnetico imbarcato su di una nave ha sparato con successo contro una vera nave".
Una delle immagini che accompagnano il post Instagram di ATLA mostra il railgun che spara. Quello che sembra essere un array radar e un sistema di telecamere elettro-ottiche e/o a infrarossi sono anche visibili nell'immagine su di una torretta separata.
Un’altra foto mostra una nave simile ad un rimorchiatore nel mirino di un sistema di targeting. Ulteriori immagini del rimorchiatore sono ora emerse anche mostrando chiaramente le schede di bersaglio sui lati del porto e della dritta del suo imbuto, nonché una rivolta verso la poppa.
Finora, ATLA non ha rilasciato alcuna immagine di navi bersaglio effettivamente colpite da proiettili sparati dal cannone a rotaia imbarcato sull’Asuka. L'agenzia dice che ulteriori dettagli saranno forniti al suo prossimo Simposio sulla tecnologia della difesa a novembre 2025.
Nel 2023, ATLA aveva dichiarato di aver condotto il primo tiro riuscito in assoluto di un cannone da qualsiasi nave. L'agenzia non ha nominato la nave utilizzata in quei test.
ATLA lavora sui RAILGUN dal 2010 e ha anche condotto test di tiro presso strutture a terra. L'agenzia e la JMSDF hanno una chiara visione verso lo sviluppo di un'arma operativa che potrebbe essere integrata sulle navi da guerra giapponesi e alleate.
ATLA ha precedentemente mostrato rendering di potenziali installazioni di railgun sul futuro cacciatorpediniere 13DDX, nonché sui DDG classe MAYA esistenti (noti anche come classe 27DDG). Il Ministero della Difesa giapponese ha anche mostrato pubblicamente un modello di un railgun in una torretta stealth, diversa da quella testata a bordo del caccia Asuka.
Parlando attraverso un interprete a una tavola rotonda all'esposizione DSEI Giappone 2025 all'inizio di quest'anno, Kazumi Ito, direttore principale della divisione politica delle attrezzature all'ATLA, ha detto che gli sforzi del suo paese stavano "progredendo", ma ha riconosciuto "numerose sfide” tecnologiche.
I cannoni elettromagnetici o RAILGUN utilizzano elettromagneti invece di propellenti chimici per sparare proiettili a velocità molto elevate. Storicamente, hanno avuto significativi requisiti di generazione di energia e raffreddamento, che, a loro volta, li hanno tipicamente resi fisicamente molto ingombranti. Montare la torretta sperimentale railgun sul ponte di volo dell’Asuka aveva senso dato l'ampio spazio aperto che offriva. Un'installazione più tradizionale su di una nave da guerra operativa richiederebbe di trovare spazio sufficiente, soprattutto sotto il ponte, per i vari componenti, che potrebbero richiedere modifiche estese altamente costose e che richiedono tempo.
L'usura che deriva dal lancio prolungato di proiettili a velocità molto elevate presenta ulteriori sfide per i RAILGUN. I binari rapidamente usurati possono portare ad una portata e ad una precisione degradate e ad aumentare il rischio di un guasto catastrofico.
Secondo quanto riferito, ATLA è stato in grado di dimostrare la capacità di sparare colpi a una velocità di circa 4.988 miglia all'ora (2.230 metri al secondo; Mach 6,5) utilizzando cinque megajoule (MJ), o 5 milioni di joule (J), di energia di carica nei test precedenti. L'agenzia aveva almeno in precedenza l'obiettivo di raggiungere una velocità di museruola di almeno 4.473 miglia all'ora (2.000 metri al secondo) e una durata della canna di 120 colpi sono tra gli obiettivi di test precedenti. Rapporti separati confermano che l'ATLA ha cercato di ridurre le richieste di potenza dell'arma.
"Quando si tratta di navi da guerra, in particolare, dove lo spazio è una scommessa e dove le opzioni per ricaricare i missili in mare possono essere nella migliore delle ipotesi estremamente limitate, avere un sistema d'arma che spara munizioni a basso costo da un grande caricatore e che può impegnare un'ampia fascia di set di obiettivi sarebbe un chiaro vanto".
Con le sue potenziali capacità, il Giappone non è stato il solo a perseguire i cannoni elettromagnetici, soprattutto per le applicazioni navali.
La Marina statunitense è stata notevolmente attiva in questo settore tecnologico tra il 2005 e il 2022, ma, nonostante i progressi promettenti per un po', alla fine ha accantonato quel lavoro di fronte a problemi tecnici persistenti e quasi irrisolvibili. A quel punto, i piani per un test in mare erano stati ripetutamente rimandati. l’US ARMY a sua volta ha sperimentato i RAILGUN in strutture terrestri. L’esercito statunitense sta ora sfruttando la tecnologia delle munizioni dello sforzo interrotto dalla US NAVY come parte di un nuovo programma per sviluppare un obice mobile da 155 mm da utilizzare come arma antiaerea.
Secondo quanto riferito, la giapponese ATLA si è incontrata con ufficiali della US NAVY ed ha discusso di sfruttare il lavoro sui railgun con la possibilità concreta di una maggiore collaborazione in futuro.
Nel 2018, un cannone da tiro con torretta è emerso anche su una nave appartenente alla Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese (PLAN). Lo stato attuale di quel progetto o di altri sviluppi di railgun cinesi non è chiaro. La Cina sperimenta tale tecnologia sin dagli anni '80.
Il lavoro sui cannoni elettromagnetici, anche per un potenziale uso navale, in Turchia ha ricevuto attenzione pubblica anche negli ultimi anni. Altri paesi a livello globale stanno esplorando le future capacità di un railgun. L'anno scorso, le autorità giapponesi hanno firmato un accordo con le loro controparti in Francia per collaborare agli sviluppi ti tali armi.
ATLA è ora pronta a condividere maggiori dettagli sui progressi del suo programma di cannoni RAILGUN, tra cui il tiro di prova contro vere navi bersaglio; ulteriori dettagli potrebbero iniziare ad emergere nel frattempo.
Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.
Blog dedicato agli appassionati di DIFESA,
storia militare, sicurezza e tecnologia.
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri
di un reparto militare
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo:
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni,
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, TWZ, Wikipedia, L’Identità, You Tube)