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Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
Kongelige Norske Sjøforsvaret
Più brevemente Sjøforsvaret o informalmente "Marinen", spesso abbreviato con RNoN, è il nome ufficiale della Reale marina norvegese, la marina militare della Norvegia. Diffusa è anche la denominazione in inglese di Royal Norwegian Navy.
La prima forza navale norvegese risale al 955, quando Håkon il buono stabilì il Leidang, una leva forzata che serviva a costituire una forza di navale difesa costiera. Questa forza col tempo venne ricreata per l'occasione durante il regno comune tra Norvegia e Danimarca, come Regia marina dano-norvegese, che rimase attiva dal 1509 al 1814, anno in cui venne costituita la flotta norvegese il 12 aprile dal principe Cristiano Federico. Comunque buona parte del personale della flotta comune era norvegese tanto che nel 1709 su 15.000 marinai arruolati, 10.000 erano norvegesi. Della flotta guidata dal famoso comandante Peter Tordenskjold, cui venne intitolata una corazzata costiera, che effettuò il raid di Dynekil, l'80% dei marinai e il 90% dei soldati era norvegese.
In tempi più recenti la Norvegia rimase neutrale durante la prima guerra mondiale e venne invasa dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale con la Campagna di Norvegia. I marinai norvegesi che ripararono all'estero su 5 navi da guerra, insieme al governo del re Haakon VII evacuato per altra via, equipaggiarono molte navi sotto il comando Alleato che combatterono in servizio di scorta durante la Battaglia dell'Atlantico; 10 navi parteciparono all'Operazione Overlord. Nello sbarco, il cacciatorpediniere Svenner venne silurato ed affondato da unità leggere tedesche.
In data 31 agosto 2025, la Norvegia ha ufficializzato la scelta delle britanniche Type 26 di BAE Systems; “almeno” 5 nuove fregate ASW saranno consegnate alla Marina Norvegese dopo il 2030.
La scelta delle fregate Type 26 va ben oltre la costruzione di 5 unità navali: è una partnership strategica dettata dai comuni interessi strategici di Oslo e Londra nel Fronte nord della NATO e dell’Artico.
Questa partnership permette alla Norvegia di raggiungere alcuni obiettivi strategici. I candidati per la selezione definitiva erano i progetti delle FDI francesi, delle CONSTELLATION “italo”/statunitensi, delle F127 tedesche e, appunto, delle Type 26 britanniche.
Dal progetto Type 26 sono derivati i programmi per le fregate in corso nel Regno Unito (classe CITY, 8 esemplari), Australia (classe HUNTER, 6 unità) e Canada (classe RIVER, fino a 15 esemplari), ciascuno dei quali con le proprie soluzioni specifiche, ma aventi a fattore comune la funzione ASW e la possibilità di condividere la dimensione industriale del supporto logistico. Il contrasto anti-som è una funzione primariamente riflessa anche nella scelta norvegese, soprattutto se si considera la rilevanza assunta dalla protezione delle infrastrutture strategiche subacquee, in particolar modo quelle del Mare del Nord e del Mar di Norvegia che in un certo senso sono “condivise” fra Norvegia e Regno Unito e “osservate” da vicino da altri soggetti non proprio “amici”. Non è ancora nota la configurazione delle Type 26 per la Marina Norvegese; in occasione dell’evento UDT 2025, svoltosi a Rostock, in Germania, era presente un modello di Type 26 con le insegne norvegesi e con 16 contenitori-lanciatori per missili antinave NMS prodotti dalla Kongsberg.
Dal punto di vista industriale, la stampa britannica conferma un affare da 10 miliardi di sterline e dovrebbe garantire circa 4.000 posti lavorativi nel Regno Unito.
Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.
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nella cultura politica europea contemporanea,
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senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
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Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo:
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni,
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)
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