venerdì 19 dicembre 2025

ROYAL ARMY: la britannica Babcock sta producendo 53 varianti 6 x 6 Jackal 3 Extenda, in collaborazione con il produttore di difesa britannico Supacat.









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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.







La società Babcock ha confermato che i primi veicoli fuoristrada Jackal 3 Extenda della seconda tranche di produzione del programma sono stati completati presso la catena di montaggio del suo stabilimento di Devonport, segnando una nuova fase di consegne dei mezzi ruotati per l'esercito britannico.
Al 17 dicembre 2025, la Babcock starebbe producendo 53 varianti 6 x 6 del Jackal 3 Extenda, designate Jackal 3 (E), in collaborazione con il produttore della difesa britannico Supacat. I veicoli vengono prodotti per il Royal Army britannico come parte di un programma in corso per la modernizzare delle piattaforme terrestri ad alta mobilità.




La variante Extenda rappresenta un'evoluzione della famiglia Jackal 3, aggiungendo un terzo asse per aumentare la capacità di carico utile preservando la mobilità fuoristrada del veicolo. La piattaforma Jackal è destinata a supportare una vasta gamma di missioni, tra cui attività di ricognizione, pattuglia e logistica.
Il programma Jackal 3 viene consegnato in tranche. La tranche uno ha visto la consegna di 70 veicoli Jackal 3 4 x 4 standard all'esercito britannico. La seconda tranche si concentra sulla configurazione Extenda a sei ruote.
Progettato dalla Supacat a Honiton e costruito dal team di ingegneri della Babcock a Devonport, lo Jackal 3 (E) ha lo scopo di fornire ulteriore flessibilità per le unità che richiedono una maggiore capacità di carico senza sacrificare la mobilità su terreni difficili. Le aziende descrivono la famiglia Jackal 3 come una piattaforma ad alta mobilità in grado di operare in ambienti diversi.
Chris Spicer, amministratore delegato dell'ingegneria e dell'integrazione dei sistemi di Babcock, ha affermato che la pietra miliare della produzione riflette le priorità sia operative che quelle industriali.
"Lo Jackal 3 (E) fornisce all'esercito britannico un veicolo formidabile che consente alle truppe di svolgere una varietà di missioni", ha detto Spicer. "Questa è una pietra miliare importante in un programma che garantisce che le nostre Forze Armate abbiano un veicolo migliore della categoria, fornendo al contempo posti di lavoro qualificati nel sud-ovest e dimostrando chiaramente che la difesa è un vero motore per la crescita economica".
La produzione del Jackal 3 Extenda supporta lavori di ingegneria di alta qualità nel sud-ovest dell'Inghilterra, in particolare nel sito di Devonport, che svolge un ruolo centrale in diversi programmi di difesa del Regno Unito. La società ha inquadrato il programma come un esempio di produzione nazionale sostenuta a sostegno dei requisiti militari britannici.
La Supacat, che ha progettato il veicolo, ha anche evidenziato l'importanza della catena di approvvigionamento alla base del programma. Phil Applegarth, direttore e capo di Supacat, ha detto che la produzione di serie riflette priorità industriali più ampie per la difesa del Regno Unito: ”Siamo orgogliosi di annunciare che, a seguito delle recenti consegne di veicoli Jackal 3 all'esercito britannico, la prossima tranche di Jackal 3 Extendas sta ora uscendo dalla linea di produzione Babcock a Devonport", ha detto Applegarth. "Una catena di approvvigionamento resiliente e collaborativa, sostenuta da una base industriale e manifatturiera sicura, è vitale per la difesa del Regno Unito in questo momento cruciale. La produzione in corso di veicoli HMT Jackal di livello mondiale dimostra il nostro impegno per la strategia industriale della difesa del governo, sostenendo e sostenendo posti di lavoro di alto valore in tutta la catena di approvvigionamento del Regno Unito".
La famiglia Jackal è in servizio nell'esercito britannico da anni ed è nota per la sua mobilità e adattabilità. Lo Jackal 3 rappresenta l'ultima iterazione della piattaforma, che incorpora aggiornamenti basati sull'esperienza operativa. Sebbene non siano state divulgate specifiche tecniche dettagliate della variante Extenda, l'asse aggiuntivo ha lo scopo di consentire alle unità di trasportare più attrezzature, forniture o carichi utili specifici per la missione.
L'esercito britannico ha posto sempre più enfasi su veicoli terrestri altamente mobili in grado di supportare operazioni fuoristrada, in particolare in ambienti in cui piattaforme corazzate più pesanti possono essere meno performanti. Veicoli come lo Jackal 3 sono spesso utilizzati da forze leggere che richiedono velocità, autonomia operativa e flessibilità.
Quest'ultimo lotto di produzione riguarda la variante Extenda a sei ruote del Jackal 3, designata Jackal 3 (E). Basato sull'architettura modulare HMT Extenda di Supacat, il veicolo rappresenta un'evoluzione della configurazione Jackal 3 a quattro ruote motrici, con l'asse aggiuntivo che aumenta il volume interno e la capacità di carico utile mantenendo le caratteristiche prestazionali fuoristrada associate al lignaggio Jackal. Nella sua configurazione 6x6, la piattaforma HMT Extenda offre un peso lordo del veicolo fino a 12 tonnellate e un carico utile di circa 4,2 tonnellate, rispetto a circa 2,4 tonnellate nella versione 4x4, consentendo l'integrazione di attrezzature di missione più pesanti o depositi aggiuntivi.
Lo Jackal 3 Extenda si inserisce in un più ampio cambiamento all'interno delle forze terrestri del Regno Unito verso piattaforme altamente mobili e rapidamente implementabili in grado di operare a distanza estesa. I sistemi a ruote come Jackal offrono un diverso equilibrio di mobilità, resistenza e protezione rispetto alle piattaforme di cingolato più pesanti, in particolare per la cavalleria leggera e le unità di ricognizione. Il design HMT Extenda supporta questo approccio attraverso caratteristiche come la lunga autonomia stradale, l'elevata mobilità attraverso il paese e la compatibilità con le risorse di trasporto aereo tra cui gli aerei C-130, A400M e C-17, nonché il trasporto in elicottero in alcune configurazioni.
La famiglia Jackal ha una lunga storia di servizio con le forze britanniche, essendo entrata in uso operativo più di un decennio fa ed essendo stata ampiamente schierata in operazioni all'estero. Le varianti precedenti sono state originariamente acquistate per soddisfare le esigenze operative urgenti e successivamente si sono evolute attraverso molteplici aggiornamenti. L'attuale generazione di Jackal 3 rappresenta l'ultima fase di tale evoluzione, incorporando miglioramenti nel carico utile, nella modularità e nel potenziale di crescita. La configurazione Extenda, abilitata dall'architettura modulare della piattaforma, consente al veicolo di ospitare una gamma più ampia di sistemi di missione, inclusi supporti per armi, apparecchiature di comunicazione e pacchetti di protezione, pur mantenendo un alto grado di consapevolezza situazionale per l’equipaggio.







Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Defence-Blog, ArmyRecognition, Wikipedia, You Tube)



















 

Bhāratīya Thalsēnā (Devanagari: भारतीय थलसेना) - Indian Army: il carro armato leggero Zorawar ha completato le prime prove a fuoco.










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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.








Bhāratīya Thalsēnā (Devanagari: भारतीय थलसेना) - Indian Army


Bhāratīya Thalsēnā (Devanagari: भारतीय थलसेना) - Indian Army in inglese (abbreviato in IA), è l'esercito dell'India. È la componente con l'organico maggiore tra le forze armate indiane e ha il compito principale di condurre operazioni militari di terra. Secondo alcune fonti, sarebbe l'esercito più numeroso al mondo.
Costituito nel 1947 sulla base del British Indian Army, l'esercito indiano comprende circa 3.800.000 integranti di vario genere (1.300.000 titolari, 1.200.000 riserve e 1.300.000 paramilitari). È un servizio militare totalmente volontario, dato che il servizio di leva non è mai stato istituito in India. L'esercito ha una grande esperienza in diversi tipi di terreni, dato che l'India ha grandi differenze in questo aspetto sul suo territorio nazionale, e ha acquisito una discreta storia di utilizzo da parte delle Nazioni Unite nelle loro operazioni di pace.
La forza è comandata dal capo di stato maggiore, al momento il generale Vijay Kumar Singh. Il grado più alto nell'esercito indiano è maresciallo di campo, ma è un grado onorario e può concederlo solo il presidente dell'India e solamente in circostanze eccezionali. (Vedi maresciallo di campo (India)). I generali Sam Manekshaw e Kodandera Madappa Cariappa sono i soli due ufficiali che hanno raggiunto questo grado. Dato che il maresciallo di campo è un grado onorario, i marescialli di campo sono gli unici ufficiali che non si ritirano mai dalla carica.






Il carro armato leggero Zorawar ha completato le prime prove a fuoco.

Il nuovo carro armato leggero “Zorawar” dell’esercito indiano ha completato le sue prime prove a fuoco e dovrebbe essere sottoposto ad altri limitati test nei prossimi mesi. Il carro armato segna una pietra miliare significativa nello sviluppo del programma di carri armati leggeri indigeni della nazione; le prove in condizioni desertiche hanno dimostrato la potenza di fuoco e l'agilità del mezzo. Lo Zorawar è progettato per soddisfare le esigenze dell'esercito indiano nei confini montuosi e di alta quota come Ladakh e il nord-est, dove i carri armati pesanti tradizionali stentano a manovrare. I cinesi hanno già il carro armato leggero T-15 schierato lungo il loro confine meridionale con l'India.
Dotato di un cannone da 105 mm e di sistemi optronici avanzati, lo Zorawar da 25 tonn è ottimizzato per operazioni ad alta quota e in condizioni meteorologiche estreme, fornendo un supporto cruciale alle unità di fanteria in aree remote. Rispetto ai moderni MBT che pesano più del doppio del peso di uno Zorawar, possono muoversi più velocemente su più ponti e strade, fornendo supporto di fuoco e capacità anticarro alle truppe di montagna e alle forze meccanizzate. Il nuovo carro armato è stato sviluppato dalla Defense Research & Development Organization (DRDO) Combat Vehicles Research and Development Establishment (CVRDE) con Larsen & Turbo (L&T) come integratore di sistemi principali del settore privato e partner industriale. L'azienda ha già ricevuto l'ordine iniziale per 59 carri. I lotti successivi saranno nuovamente ordinati alle industrie locali nell'ambito dello schema Make-in-India. Le prove di successo avvicinano il carro armato alla piena produzione, con il primo esemplare di 350 unità previsto entro il 2025.



Lo Zorawar (lett. "Forceful") è un carro armato leggero sviluppato per l'esercito indiano. 

Il carro armato è progettato e sviluppato dal Combat Vehicles Research and Development Establishment, con Larsen & Toubro che è il partner di produzione per lo sviluppo.  È il primo carro armato abilitato all'intelligenza artificiale dell'Indian Army Armoured Corps e sarà utilizzato presso zone paludose, pianure, ad alta quota e zone desertiche.
Lo Zorawar è stato progettato per avere un alto rapporto potenza-peso insieme a sostanziali capacità di potenza di fuoco, protezione, sorveglianza e comunicazione. Ha il compito di fornire versatilità per eseguire operazioni in terreni variabili contro le diverse minacce e i profili delle attrezzature dei suoi avversari.
L'esercito indiano ha una storia di utilizzo di carri armati leggeri nei terreni montuosi durante varie situazioni di combattimento. I carri armati Stuart e Sherman della 254a brigata di carri armati indiani furono utilizzati durante la battaglia di Kohima nel 1944. Nella guerra Indo-Pakistan del 1948, gli stessi carri armati respinsero le forze pakistane nello Zoji La. Nella guerra sino-indiana del 1962, l'esercito schierò carri armati AMX-13 di origine francese nella battaglia di Gurung Hill vicino a Pangong Tso e anche a Bomdila e Dirang nell'Arunachal Pradesh. Ancora nella guerra indo-pakistan del 1971, i carri armati AMX-13 e i sovietici PT-76 furono schierati durante la battaglia di Garibpur.
Tuttavia, l'esercito indiano non ha gestito alcun carro armato leggero dopo che l'AMX-13 e il PT-76 sono stati ritirati dal servizio attivo nel 1989 e successivamente il PT-76 dallo stato posto in riserva nel 2009.
L'India aveva intrapreso diversi programmi dal 1982 per sviluppare un carro armato leggero indigeno per sostituire i carri armati leggeri obsoleti. Ma i vari programmi sono falliti uno dopo l’altro.
Il Ministero della Difesa ha anche emesso una richiesta di informazioni nel 2009 per il requisito di 200 blindati ruotati e 100 carri armati. Ma questo non ha prodotto risultati.

SFIDE AD ALTA QUOTA

L'inventario corazzato dell'India è costituito da MBT come il T-72, il T-90, l'Arjun Mk1 e Arjun Mk1A che pesano tra 43 e 68 tonn e hanno un rapporto potenza/peso inferiore che non è adatto per il dispiegamento in regioni ad alta quota come il Ladakh. Entro il 2021, l'esercito indiano aveva schierato uno squadrone di 12 carri armati T-90 e un reggimento di artiglieria equipaggiato con K9 Vajra-T durante il conflitto.  Entro il 2023, oltre 90 carri armati e 330 BMP-2 sono stati schierati nella regione.  Ma l'aria rarefatta, la pressione dell'aria più bassa riduce l'efficacia dei veicoli corazzati convenzionali da combattimento (come MBT, IFV o semoventi) in regioni che affrontano sfide logistiche e operative. Tali implementazioni richiedevano modifiche di progettazione e ulteriori pressioni logistiche. Infatti, i veicoli dovevano accendere il motore per un massimo di 30 minuti ogni due o tre ore per evitare il congelamento del motore.
I veicoli blindati richiedono specifiche modifiche progettuali per operare in tali regioni. Tali richieste operative potrebbero essere facilmente soddisfatte da carri leggeri. Il PLAGF aveva schierato i suoi carri armati leggeri di tipo 15 nella regione del Ladakh.
La mancanza di un carro armato leggero equivalente ha portato l'esercito indiano ad avviare un nuovo programma di carri armati leggeri indiani che ha portato al Progetto Zorawar sotto il patrocinio del tenente generale Karanbir Singh Brar, che era il direttore generale del corpo corazzato durante lo sviluppo di questo carro armato, che guidò anche la squadra di prova dei primi carri armati T-72 a Ladakh nel 1987. Il mezzo cingolato deve essere anfibio, in grado di essere trasportato in aereo e adatto anche per attraversare terreni paludosi e fluviali sfruttando la ridotta pressione al suolo.

IL NOME

Il progetto prende il nome dal generale Zorawar Singh Kahluria, che guidò la spedizione militare del 1841 sul Monte Kailash e sul lago Manasarovar durante la guerra Dogra-tibetana.  È indicato dagli storici come il conquistatore del Ladakh e del Tibet per le sue conquiste di diversi regni nel duro terreno delle montagne dell’Himalaya.

IL DESIGN

Lo Zorawar è un carro armato leggero con 3 uomini di equipaggio da 25 tonn, con capacità anfibie. Il mezzo anfibio utilizza un alto rapporto potenza-peso e può essere trasportato per via aerea, ferrovia o strada. Il carro leggero ha capacità di potenza di fuoco, protezione, sorveglianza e comunicazione superiori ed è progettato per distruggere veicoli blindati, elicotteri a bassa quota e bunker. Per un uso a lungo termine, il carro ha un'unità di potenza ausiliaria integrata e cingoli in gomma compositi con sospensione idropneumatica.
Il carro armato sarà dotato di intelligenza artificiale, droni di sorveglianza per una maggiore consapevolezza situazionale e munizioni vagabonde. Il carro armato ha un sistema di protezione attiva come scudo contro le moderne armi anti-corazza insieme a blocchi di armatura modulari aggiuntivi.
Le MSME a Vadodara, Rajkot e Surat hanno contribuito al progetto e molti dei componenti del mezzo sono stati acquistati localmente. I meccanismi di ingranaggio, le protezioni in gomma e il sistema di raffreddamento per il carro sono stati progettati e costruiti in India.

ARMAMENTO

Lo Zorawar deve essere equipaggiato con una torretta munita di un cannone calibro 105 mm acquistata dalla ditta John Cockerill.  Il carro armato è inoltre dotato di caricatore automatico e di una mitragliatrice calibro 7,62 mm telecomandata; può lanciare missili guidati anticarro dal cannone principale e un doppio lanciatore montato lateralmente sul lato sinistro.  Nell'ottobre 2025, è stata dimostrata la capacità del carro armato di sparare missili Nag Mk2 sia in modalità diretta che in modalità di attacco superiore dal lanciatore laterale.
Dispone anche di due sistemi elettro-ottici Safran Paseo per capacità di hunter-killer, imaging termico e telemetri laser.  Secondo quanto riferito, i carri sono anche dotati di sistemi C-UAS.  Lo Zorawar ha una piastra corazzata modulare da 80 mm sul suo corpo in titanio leggero e altamente resistente. Il sistema di controllo del fuoco basato sull'intelligenza artificiale del mezzo gli consente di riconoscere e bloccare automaticamente i bersagli. Il sistema anti-aereo non presidiato integrato è in grado di rilevare, tracciare ed eliminare autonomamente le minacce aeree.

APPARATO MOTORE

Il prototipo del carro Zorawar utilizza un motore Cummins VTA903E-T760 che genera una potenza di 760 CV (570 kW).
Quando è stato progettato nell'aprile 2023, lo Zorawar avrebbe dovuto essere alimentato da un motore da 800 CV fornito da MTU Friedrichshafen, una filiale di Rolls-Royce.
Tuttavia, la MTU non ha potuto consegnare il motore fino a novembre 2023, anche se il motore era pronto per essere consegnato a causa del duro regime di controllo delle esportazioni tedesche. In seguito, gli sviluppatori sono passati al motore Cummins di origine statunitense. Larsen & Toubro ha acquistato un motore direttamente dalla Cummins. Il governo prevede anche di chiedere al produttore del motore di impostare un assemblaggio o una linea di produzione in India se il motore viene scelto per alimentare la variante di produzione dei 354 carri leggeri.
I rapporti nel luglio 2024 hanno anche suggerito che la Rolls-Royce ha consegnato il motore MTU 8V199 per il progetto del carro leggero. L'Organizzazione per la ricerca e lo sviluppo della difesa sta anche lavorando a un progetto per sviluppare un motore indigeno per la produzione.

Trasmissione

Durante lo sviluppo del programma Zorawar, la trasmissione sarebbe stata scelta tra la Renk della Germania e la società britannica Allison.
Il prototipo del carro armato leggero Zorawar è dotato di una trasmissione HMPT-800 di RENK America, una trasmissione idrostatica/meccanica avanzata a variazione continua utilizzata anche negli Stati Uniti.

SVILUPPO

Nell'agosto 2020, la Russia ha offerto carri armati leggeri 2S25 Sprut-SD all'esercito indiano che era in fase di valutazione. L'esercito indiano ha anche osservato le prestazioni del carro armato durante le prove nel giugno 2021.
Nel frattempo, la Defense Research and Development Organization era in trattative con L&T nel 2020 e nel 2021 per sviluppare una versione per carri leggeri degli obici K9 Vajra-T che avrebbe pesato circa 30 t (66.000 libbre).
Il 23 aprile 2021, il Ministero della MoD ha emesso una RFI all'industria per il requisito di 350 carri leggeri del peso di circa 25 tonnellate ciascuno.Gli stessi dovevano essere attrezzati per ruoli anti-carro, anti-aria e anti-buker. I mezzi dovevano anche essere trasportabili in aereo.
Secondo i rapporti dell'aprile 2023, nonostante il fatto che l'esercito inizialmente procurerà 354 unità, il numero potrebbe aumentare a 700 unità nelle fasi successive.
Secondo quanto riferito, la guerra russo-ucraina ha causato punti di interruzione della catena di approvvigionamento per i componenti di difesa, in particolare i componenti elettrici, elettronici e del motore, ritardando i progetti, secondo un rapporto dell'agosto 2023 di The New Indian Express.
Nel novembre 2023, è stato riferito che il prototipo è nelle fasi finali di produzione presso l'AM Naik Heavy Engineering Complex di L&T a Hazira, Gujarat e ci si aspettava che iniziasse le prove in pista entro la fine dell'anno. Quindi, l'esercito e il DRDO avrebbero deciso se procedere con i seguenti sentieri del deserto e prove invernali a Ladakh.
Il 7 luglio 2024, il primo prototipo del carro armato è stato ufficialmente presentato al Heavy Engineering Complex di Larsen & Toubro. Il lancio è stato fatto entro 19 mesi dall'approvazione del progetto. A quel punto, le prove erano state completate e alcune modifiche al design sono state apportate come da suggerimenti. Il carro armato ora sarebbe andato per prove nel deserto con l'esercito, seguite da prove ad alta quota nel Ladakh. Secondo la tempistica attuale, il mezzo sarà operativo entro il 2027.  La realizzazione del primo prototipo è stata anche rivelata al Parlamento dal Ministro di Stato per la Difesa Sanjay Seth il 26 luglio 2024.
Il 6 gennaio 2025, è stato riferito che la produzione del secondo prototipo è iniziata presso lo stabilimento Hazira di L&T.

LE PROVE

Nel gennaio 2024, le prove di sviluppo o di pista dei prototipi di carri armati sono iniziate a Hazira, Gujarat, presso la struttura L&T dove sono stati costruiti i prototipi. Si prevede che i prototipi saranno consegnati all'esercito entro aprile 2024.
Il 13 settembre 2024, DRDO ha completato con successo le prove preliminari di Zorawar LT presso il Mahajan Field Firing Range vicino a Bikaner. Nel terreno desertico durante le prove sul campo, il carro leggero si è comportato eccezionalmente bene, raggiungendo efficacemente tutti gli obiettivi di progetto. Durante la prima fase, il carro armato ha incontrato la precisione necessaria su obiettivi pre-designati dopo aver subito una valutazione approfondita delle sue prestazioni di tiro.  Secondo le fonti, il fattore più importante per un carro armato è la precisione, nota anche come FRHP (First Round Hit Probability) in linguaggio tecnico perché è necessario colpire prima l'avversario nella guerra moderna.  Le prove di settembre sono state definite Fase 1 o Prove nel Deserto di Zorawar.
Secondo un rapporto dell'ottobre 2024, le prossime prove includeranno il lancio di missili. Le prove di sviluppo si concluderanno entro gennaio 2025, dopodiché il carro armato sarà consegnato all'esercito per le prove degli utenti. Le prove degli utenti richiederanno da 12 a 18 mesi poiché l'esercito testerà le prestazioni del carro armato in condizioni estive, invernali e di alta quota. DRDO sostiene che il serbatoio sarà inserito entro il 2027.
A partire da dicembre 2024, il prototipo è sottoposto a prove ad alta quota a Nyoma, Ladakh, ad altitudini di oltre 4.200 m (13.800 piedi). Il carro armato ha sparato con successo più colpi durante le prove. Le prove vengono condotte secondo i criteri della sua potenza di fuoco, mobilità e protezione. Il carro armato è anche mirato ad essere anfibio per il dispiegamento nelle regioni fluviali, incluso il Pangong Tso nel Ladakh orientale. Il carro armato è stato trasportato in aereo in alta quota dall'Indian Air Force.
Le prove degli utenti del carro armato Zorawar da parte dell'esercito indiano erano previste per settembre 2025 dopo la conclusione dello sviluppo o delle prove preliminari, che includevano corse di mobilità, lancio di base di cannoni da 105 mm e prove di galleggiamento degli anfibi. Come riportato il 7 settembre, il carro armato dovrebbe iniziare le prove degli utenti con l'esercito indiano entro poche settimane.

ORDINI

Entro aprile 2023, il Defence Acquisition Council (DAC) ha anche approvato sette reggimenti di carri armati leggeri. Di questo un reggimento deve essere consegnato da Larsen & Toubro e il resto da un'altra azienda attraverso un processo di offerta competitiva.
È stato effettuato un ordine iniziale per 59 carri, che saranno prodotti da Larsen & Toubro. L'esercito indiano terrà anche un concorso per l'acquisto di 295 carri armati leggeri, a cui prenderà parte il carro armato Zorawar.  Secondo i rapporti emersi nel maggio 2024, Bharat Forge sta anche sviluppando un carro armato leggero sotto le 25 tonnellate per competere con il carro armato Zorawar di L&T nel programma di carri armati leggeri dell'esercito.
L'acquisto per un totale di 354 esemplari dovrebbe costare ₹17.500Crore(2,1 miliardi di dollari). Il primo lotto di 59 lotti è "riservato" per DRDO che include L&T come integratore di sistemi principale. Il resto di 295 carri sarà ordinato e prodotto nella categoria finanziata dal governo Make-1 dopo una procedura di gara che includerà L&T.  Secondo un rapporto di novembre 2024, le prove degli utenti da parte dell'esercito nel 2025 saranno seguite dalla selezione di 2 società private per lo sviluppo del loro prototipo basato su Zorawar nell'ambito del programma Futuristic Light Tank. Alla fine, uno dei progetti sarà selezionato per la produzione di massa dopo prove competitive.
Già nel maggio 2025, L&T ha iniziato a prepararsi a lanciare Zorawar, il suo primo carro armato leggero abilitato all'intelligenza artificiale, fuori dalla catena di montaggio nella sua fabbrica Hazira nel Gujarat. La prima fase del progetto del serbatoio Zorawar produrrà circa 400 unità, con un costo previsto di ₹70 crore (8,3 milioni di dollari) per serbatoio. Il numero stimato di mezzi necessari è di circa 1.000.
Nell'ottobre 2025, è stato riferito che Blinded Vehicles Nigam sta sviluppando il carro armato Bharat nell'ambito del programma Futuristic Light Tank. Lo sviluppo dovrebbe essere completato entro la fine dell'anno, mentre il prototipo potrebbe essere lanciato entro il 2026.

Futuri operatori

India - Esercito indiano - 59 su ordine (1 reggimento).  295 altri pianificati (6 reggimenti).







Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

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storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Defense-Update, Wikipedia, You Tube)


























 

giovedì 18 dicembre 2025

US NAVY 1933: il Consolidated PBY Catalina (designazione di fabbrica "Model 28") era un aereo da pattugliamento marittimo dell'azienda statunitense Consolidated Aircraft Corporation.








https://svppbellum.blogspot.com/

Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.






Il Consolidated PBY Catalina (designazione di fabbrica "Model 28") era un aereo da pattugliamento marittimo, realizzato a partire dalla seconda metà degli anni trenta dall'azienda statunitense Consolidated Aircraft Corporation.
Costruito in diverse versioni, sia come idrovolante che come anfibio, venne impiegato dall'United States Navy, la marina militare statunitense, e da diversi Paesi alleati; fu il velivolo di maggiore successo della sua categoria durante la seconda guerra mondiale.
Nonostante la vetustà del progetto e più di 80 anni di carriera, un consistente numero di esemplari viene tuttora utilizzato nella lotta aerea antincendio; altri velivoli superstiti vengono impiegati come warbird nelle rievocazioni storiche.







Storia del progetto

Il progetto del Catalina si deve all'ingegnere Isaac M. Laddon, che lo disegnò in risposta a una specifica dell'U.S. Navy: il requisito era relativo a un pattugliatore marittimo con cui sostituire i precedenti Consolidated P2Y (costruiti anche dalla Glenn L. Martin Company con la denominazione Martin P3M).
Il nuovo aereo doveva avere un peso totale non superiore a 25 000 libbre (11 340 kg), essere un monoplano azionato da due motori radiali Pratt & Whitney XR-1830-68 Twin Wasp T1A1-G da 800 hp e avere un'autonomia di 3 000 miglia (4 828 km) alla velocità di crociera di 100 miglia all'ora (161 km/h) 160 km/h.
L'idrovolante Consolidated Model 28 fu accettato quale finalista del concorso unitamente al modello presentato dalla Douglas; di quest'ultimo fu ordinato un prototipo designato XP3D-1 il 20 maggio 1933, mentre quello del Model 28 fu richiesto solo il 28 ottobre successivo, con designazione XP3Y-1.
Il disegno dell'XP3Y-1 costituiva una sostanziale rivisitazione di quello del Consolidated P2Y, dal quale si differenziava in primo luogo per la configurazione alare monoplana, per la fusoliera a un solo piano e per l'impiego dei già citati motori di più recente concezione.
Portato in volo per la prima volta sul Lago Erie il 28 marzo del 1935, l'XP3Y-1 mise in evidenza caratteristiche di tutto rilievo, pur necessitando (come emerso durante una serie di voli di prova svolti presso la Coco Solo Naval Air Station, la base aerea della marina statunitense situata nella Zona del Canale di Panama a Coco Solo) di alcune modifiche all'impennaggio.
All'atto pratico i due modelli concorrenti non evidenziarono sostanziali differenze nelle prestazioni ma il minor prezzo (90.000 $, contro i 110.000 del rivale) fece propendere il parere della commissione dell'U.S. Navy (incaricata di esaminare le due proposte) verso il modello presentato dalla Consolidated.
Il 29 giugno 1935 venne emesso un ordine di fornitura per 60 esemplari con la nuova designazione di PBY-1: in sostanza il ruolo del velivolo affiancava quello di bombardiere ai già previsti compiti di ricognitore (secondo il sistema di designazione in vigore il codice "PB" indicava Patrol Bomber).
Il prototipo XP3Y-1 diede dimostrazione delle proprie potenzialità volando senza scalo tra la base di Coco Solo e San Francisco in 34 h e 51 min, nel mese di ottobre del 1935. Rientrato presso la casa costruttrice per le modifiche necessarie a renderlo pienamente operativo, il prototipo ne uscì nel marzo (o maggio) successivo per raggiungere il reparto di destinazione (lo squadron VP-11F) in concomitanza con il completamento dei primi esemplari di serie. I velivoli di questa prima versione (60 in tutto) integrarono una serie di modifiche già sperimentate sul prototipo, tra le quali l'adozione di motori R-1830-64 Twin Wasp SB-G da 900 hp.
Già nel mese di luglio dello stesso anno la U.S. Navy emise l'ordine per 50 esemplari della nuova versione PBY-2 (identificata dal costruttore come "Model 28-2"), caratterizzata dalla differente configurazione dell'impennaggio e dall'incremento del carico di bombe trasportabili.
La successiva versione PBY-3 ("Model 28-3"), equipaggiata con nuovi motori di maggiore potenza, venne ordinata (in 66 unità) nel successivo mese di novembre mentre fu del dicembre del 1937 l'ordine per 33 esemplari della versione PBY-4 ("Model 28-4"): in questa versione, dotata di motori ulteriormente aggiornati, fecero per la prima volta la propria comparsa le caratteristiche bolle vetrate ai lati della fusoliera, a copertura delle postazioni delle mitragliatrici.
Nel corso del 1938 l'Unione Sovietica acquistò 2 o 3 esemplari del Model 28-2 (o, secondo altri, 3 Model 28-3), dotati di motori Wright Cyclone, e la relativa licenza di costruzione per una versione denominata GST (da Gidro Samolet Transportnyj, "Aereo Idrovolante da Trasporto"). La produzione fu assegnata agli stabilimenti dell'OKB-49, situati a Taganrog (sul Mar d'Azov), la cui direzione era affidata a Georgij Michajlovič Beriev.
Circa la motorizzazione dei Catalina prodotti in Unione Sovietica, fonti occidentali indicano trattarsi di radiali Mikulin M-62, a loro volta realizzazione su licenza del Wright Cyclone, mentre fonti di lingua russa indicano il motore semplicemente con la denominazione "M-62", con ciò facendo riferimento alla denominazione originariamente assegnata all'unità motrice Shvetsov ASh-62, sviluppata dal Wright Cyclone su progetto di Arkadij Dmitrievič Švecov.
Nel medesimo anno la Consolidated vendette un Model 28-4 all'aeronautica militare britannica, la Royal Air Force, che al termine delle prove di valutazione (il cui svolgimento, presso il Marine Aircraft Experimental Establishment di Felixstowe, fu interrotto dallo scoppio della seconda guerra mondiale), decise di adottare l'idrovolante per il proprio Coastal Command assegnandogli (per la prima volta) il nome "Catalina" (dal nome dell'isola californiana al largo di Los Angeles), che sarebbe stato successivamente adottato ufficialmente anche dalle autorità statunitensi.
Lo scoppio della guerra comportò nuovi massicci ordini per l'idrovolante della Consolidated, particolarmente da parte della RAF: per far fronte a queste nuove commesse furono avviate produzioni su licenza da parte della Canadian Vickers (in seguito divenuta Canadair) e della Boeing of Canada, mentre anche la casa madre raddoppiò le proprie linee di montaggio.
L'installazione di nuovi e più potenti motori e l'adozione di modifiche minori portò, nel corso del 1939, alla realizzazione della nuova variante "Model 28-5" (PBY-5 per l'U.S. Navy), battezzata "Canso" (dal nome della città della Nuova Scozia) dalla Royal Canadian Air Force.
Ancora nello stesso anno vide la luce la prima variante anfibia del Catalina, la PBY-5A: realizzata dalla casa madre (che dal 1943, fondendosi con la Vultee Aircraft, diede origine alla Convair) partendo dalla versione idrovolante, mediante l'aggiunta del carrello d'atterraggio retrattile in fusoliera, comportò marginali differenze nelle prestazioni e contribuì considerevolmente alla diffusione del velivolo, conferendogli una maggiore versatilità d'impiego.
Sempre partendo dal Model 28-5, una nuova variante denominata PBN-1 Nomad venne realizzata dalla Naval Aircraft Factory: le modifiche consistevano nella revisione dello scafo e dei piani di coda, nel rifacimento dell'impiantistica interna del velivolo e nell'aumento della capacità dei serbatoi di carburante.
L'ultima evoluzione del progetto, nota come "Model 28-6", recepì le modifiche precedenti che, unite ad altri interventi di dettaglio, diedero vita alla versione idrovolante PB2B-2 (costruita dalla Boeing of Canada) e a quella anfibia PBY-6A (realizzata dalla Consolidated). La produzione del Catalina ebbe termine nel 1944.

Tecnica e cellula

Il Consolidated Model 28 era un idrovolante a scafo centrale dalla struttura interamente metallica. La fusoliera era realizzata su un solo piano, diversamente da quella di molti altri idrovolanti (detti per questo "a doppio ponte"); lo scafo inferiore presentava un doppio gradino, uno nella zona centrale del velivolo e l'altro che raccordava la parte inferiore con il tronco di coda. La parte superiore della fusoliera aveva disegno semicircolare, dal quale spiccavano la postazione vetrata anteriore per il bombardiere e la cabina di pilotaggio a posti affiancati. All'estremità di prua era disposto un finestrino di puntamento dotato di paratia a saracinesca (che veniva abbassata durante le manovre di ammaraggio), che trovava impiego anche durante le operazioni di ormeggio.
Dietro ai piloti erano alloggiati il marconista e il navigatore; alle loro spalle, nel pilone centrale che sosteneva l'ala, trovava posto un meccanico addetto ai motori: la postazione era ricavata nella parte superiore del pilone (al fine di poter visionare le gondole dei motori) ed era dotata di due fornelli elettrici e serbatoio per l'acqua. La sezione posteriore della fusoliera ospitava le postazioni laterali per le mitragliatrici (ricoperte dalle caratteristiche bolle vetrate a partire dalla versione PBY-4) e aveva funzione di dormitorio, equipaggiata con letti a castello, particolarmente utili nel caso di missioni lunghe e distanti dalle basi di appartenenza.
L'ala era posizionata a parasole, sostenuta dal pilone centrale e da una coppia di aste di controvento per ciascun lato. Gli alettoni erano ricoperti in tela. Alle estremità delle semiali erano disposti i galleggianti stabilizzatori dotati di sistema di ritrazione: una volta in volo questi galleggianti venivano richiamati verso l'esterno, fino a formare l'estrema propaggine delle estremità alari. L'impennaggio, infine, aveva dimensioni generose ed era di tipo cruciforme, con i piani orizzontali a sbalzo.
A partire dalla versione PBY-5 fecero la loro comparsa le varianti anfibie, dotate di carrello d'atterraggio retrattile, di tipo triciclo anteriore, con gli elementi posteriori monoruota che si ritraevano nella parte centrale della fusoliera, lasciando la ruota a sporgere parzialmente dal corpo del velivolo.

Motori

La propulsione del Catalina venne affidata a due radiali Pratt & Whitney R-1830 Twin Wasp: questo motore a 14 cilindri, disposti su due stelle e raffreddati ad aria, accompagnò costantemente lo sviluppo del pattugliatore della Consolidated, puntualmente aggiornato, a sua volta, nelle versioni disponibili: in questo modo la potenza erogata passò dagli 800 hp degli esemplari installati sul prototipo, ai 1.200 hp di quelli impiegati nelle ultime versioni del velivolo.
Le eliche erano generalmente Hamilton Standard del tipo tripala, metalliche, a passo variabile, anche se su alcuni esemplari vennero montate eliche costruite dalla Curtiss Electric.

Sistemi

Il Catalina fu uno dei primi velivoli statunitensi, unitamente ai Douglas B-18, a impiegare apparati radar. Gli esemplari impiegati dal Coastal Command della RAF furono dotati di apparati radar ASV (Air-to-Surface Vessel) per la ricerca dei sommergibili nella fase di emersione mentre, sempre in funzione antisommergibile, alcuni esemplari vennero dotati di apparecchiature MAD (Magnetic Anomaly Detector); l'impiego di questa apparecchiatura fece guadagnare ai velivoli il soprannome di Madcat (letteralmente, "gatto pazzo"). Risulta inoltre che su alcuni esemplari sia stato montato un dispositivo simile all'anello Mausi tedesco, al fine di rintracciare e far detonare le mine navali.

Armamento

La difesa del Catalina era affidata a 4 diverse postazioni armate: una all'estrema prua dotata di una, o due, mitragliatrici calibro .30, un'altra disposta posteriormente in posizione ventrale - anche in questo caso armata con una mitragliatrice calibro .30 - e due laterali equipaggiate ciascuna con una mitragliatrice calibro .50.
L'armamento di caduta era alloggiato al di sotto delle semiali e poteva essere costituito da bombe (fino a 4.000 lb, pari a 1.814 kg) oppure da due siluri o, ancora, da cariche di profondità.

Impiego operativo

Il Model 28, realizzato per rispondere alle esigenze dell'U.S. Navy, ricevette (già nel 1937) alcuni ordini in ambito commerciale: in particolare due esemplari di Model 28-2 vennero venduti allo zoologo e filantropo statunitense Richard Archbold che li battezzò, rispettivamente, "Guba I" e "Guba II". Il primo dei due velivoli fu rivenduto al governo sovietico che lo impiegò nel corso dell'infruttuosa ricerca del pilota (ed eroe dell'Unione Sovietica) Sigizmund Aleksandrovič Levanevskij, disperso durante un volo trans-polare. L'aereo venne poi impiegato come trasporto e sopravvisse fino al 1942 quando, il 25 luglio, andò distrutto durante il bombardamento del porto di Novaja Zemlja operato da un U-Boot tedesco.
Le doti di affidabilità e robustezza evidenziate nel rigido clima polare valsero all'idrovolante della Consolidated l'attenzione delle autorità aeronautiche sovietiche, che ne acquistarono la licenza di costruzione impiantando una linea di montaggio nelle officine di Taganrog (le stesse che producevano i velivoli progettati da Georgij Michailovič Beriev).
Il "Guba II" venne utilizzato dallo stesso Archbold, nel 1937, durante una spedizione scientifica in Nuova Guinea; venne poi acquistato dalla BOAC, che lo utilizzò per collegamenti nei territori dell'Africa Occidentale Britannica fino al 1944, quando venne distrutto da una tempesta.
Un terzo esemplare ad uso civile, in questo caso un Model 28-4, venne acquistato nel giugno del 1939 dalla American Export Airlines e impiegato per testare le prime rotte commerciali sull'Atlantico settentrionale (in particolare la rotta New York, Horta, Biscarrosse, Marsiglia), proposte dalla compagnia per trasporti di posta e merci. Venne poi preso in carico dalla U.S. Navy nel 1944.
Un altro esemplare, questa volta un Model 28-4, fu acquistato dall'Air Ministry britannico per una serie di prove valutative; anche in questo caso le caratteristiche del velivolo convinsero il potenziale acquirente che decise di acquistarlo assegnandogli il nome che lo contraddistinse, seppur con qualche eccezione, per tutta la lunga vita operativa.
Il repentino peggioramento del clima politico internazionale e lo scoppio della seconda guerra mondiale determinarono il destino del "Cat" (come venne presto ribattezzato) come macchina militare tanto che, alla fine, finì per diventare in assoluto l'idrovolante prodotto nel maggior numero di esemplari. Largamente impiegato in patria (dall'U.S. Navy, dagli United States Army Air Corps e dalla United States Coast Guard) e nel Regno Unito (dalla RAF), fu scelto anche da numerose forze aeree alleate: RAAF, RCAF, RNZAF, V-VS ne furono i principali utilizzatori in compiti che andarono ben oltre quello inizialmente previsto di pattugliatore; il Catalina venne così impiegato per compiti di scorta ai convogli, nella lotta antisommergibile, nell'attacco notturno alle navi (grazie all'impiego di apparecchiature radar), nel trasporto e nel traino dei bersagli.
Nel dopoguerra se ne servirono anche l'Aviation navale, la Kongelige Norske Luftforsvaret, la Svenska Flygvapnet e, in quantitativi variabili, diverse altre aeronautiche militari; negli Stati Uniti i Catalina rimasero in servizio fino alla seconda metà anni cinquanta così come all'inizio del decennio i GST sovietici (ricevuto il nome in codice NATO "Mop", spazzolone) attendevano di essere rimpiazzati dai Beriev Be-6.
La conclusione della seconda guerra mondiale portò alla dismissione di numerosi esemplari dalle forze armate che li avevano in dotazione, il che diede inizio a una "seconda giovinezza" del Catalina sia in ambito militare che sul mercato dell'aviazione commerciale e da diporto. Numerosi operatori locali impiegarono il "Cat" su linee secondarie mentre alcuni esemplari andarono direttamente a privati che li impiegarono a titolo personale o per le loro attività: tra questi viene ricordato l'eclettico oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau che utilizzò un PBY-6A (matricola N101CS) per la realizzazione di documentari e sul quale, nel 1979, trovò la morte il figlio Philippe, in seguito a un incidente occorso nella fase di ammaraggio.
L'ultimo utente militare è stata la Força Aérea Brasileira che ne mantenne operativi alcuni esemplari, unitamente ad alcuni C-47, fino al 1982. Tra gli esemplari giunti fino ai giorni nostri, alcuni risultano ancora operativi, utilizzati in particolare per la lotta aerea antincendio o come warbird nelle manifestazioni di rievocazione storica.

Versioni

Model 28

Fu la designazione di fabbrica del Catalina; le prime 4 versioni furono realizzate tra il 1935 e il 1938 e i 216 esemplari complessivamente costruiti uscirono tutti dalle catene di montaggio della Consolidated.
XP3Y-1: prototipo destinato all'impiego come pattugliatore marittimo. Portato in volo per la prima volta il 21 marzo 1935. Riconsegnato al costruttore per la trasformazione in XPBY-1 (in quanto destinato anche al ruolo di bombardiere), effettuò il primo volo nella nuova configurazione quasi un anno dopo, il 19 marzo 1936.

Model 28-1

PBY-1: dotato di motore Pratt & Whitney R-1830-64 Twin Wasp da 850 hp, timone di coda dalle forme arrotondate e torretta frontale; versione inizialmente denominata P3Y-1, fu costruita in 60 esemplari tra il 1936 e il 1937.

Model 28-2

PBY-2: era una versione molto simile alla precedente; le principali differenze erano costituite dalla diversa struttura degli impennaggi. Ne furono realizzate 60 unità tra il 1937 e il 1938.

Model 28-3

PBY-3: versione che introduceva la versione R-1830-66, da 900 hp, del Twin Wasp e serbatoi di carburante di maggior capienza. Furono 66 gli esemplari costruiti.

Model 28-4

PBY-4: impiegava una versione ulteriormente migliorata del Twin Wasp, la R-1830-72 da 1.050 hp al decollo, che montava eliche dotate di ogiva. Ne vennero realizzati 33 esemplari tra il 1938 e il 1939.

Di queste prime 4 versioni del Catalina furono realizzati, indicativamente nel 1937, anche 7 esemplari venduti sul mercato civile; 3 di questi velivoli furono venduti all'Unione Sovietica, 2 dei quali servirono come modello per gli esemplari realizzati localmente su licenza.
La quinta versione del Catalina fu la prima realizzata dopo lo scoppio della guerra; l'incremento esponenziale del numero di esemplari richiesti comportò la realizzazione di nuove linee di produzione, di cui 3 esterne alla Consolidated; i velivoli realizzati dalla Vickers Canada (poi Canadair), dalla Boeing Canada e dalla Naval Aircraft Factory ricevettero, come previsto dal sistema di designazione dei velivoli, denominazioni diverse. Un'altra diversificazione, in questo caso nella denominazione interna della versione, dipese dalla forza armata destinataria dei velivoli, cui corrispondevano diverse dotazioni interne o differenze in dettagli marginali.

Model 28-5

PBY-5: denominata Model 28-5, fu la prima versione dotata di "bolle" vetrate laterali nella zona posteriore della fusoliera; motorizzata con i Twin Wasp della serie R-1830-82. Venne costruita, tra il 1940 e il 1944, in 836 esemplari così suddivisi: 567 velivoli all'U.S. Navy, 90 alla RAF (Model 28-5ME, con la denominazione Catalina Mk.I), 55 all'australiana RAAF (Model 28-5MA, denominati A-24), 38 alle Indie Olandesi (Model 28-5MN), 13 alla Nuova Zelanda, 9 al Canada, 7 al Brasile e 3 al Cile. L'U.S. Navy cedette 5 dei suoi velivoli all'USAAF che li mise in servizio con la denominazione OA-10-CO.
PBN-1: versione prodotta dalla Naval Aircraft Factory di Philadelphia; ebbe fusoliera rivista, nuovo impianto elettrico e serbatoi di carburante di maggior capienza. Dei 156 velivoli di questa serie, denominati Nomad, 17 andarono all'U.S. Navy e 139 all'Unione Sovietica, che diede loro la denominazione di KM-1 e KM-2.
PB2B-1: si trattava di una variante della versione PBY-5 costruita dalla Boeing Aircraft of Canada di Vancouver, caratterizzata dalla torretta frontale di forma bombata. Ne furono realizzati 165 esemplari: 6 furono impiegati dall'U.S. Navy, 34 dalla RNZAF, 118 dalla RAF (con la designazione Catalina Mk.IVB) e 7 dall'australiana RAAF (sempre con il codice A-24).
PBY-5A: variante anfibia della versione PBY-5 (Model 28-5A, denominata nel Regno Unito come Catalina Mk.IA); costruita complessivamente, tra il 1941 e il 1945, in 828 esemplari che andarono: 711 all'U.S. Navy, 46 all'Australia, 30 alla Francia Libera, 15 al Brasile, 14 al Canada (Model 28-5AMC, localmente denominati Canso A) e 12 alle Indie Olandesi (Model 28-5AMN). Anche in questo caso l'U.S. Navy cedette alcuni dei propri velivoli all'USAAF: in totale furono 53, che ricevettero (come già quelli della versione PBY-5) la denominazione OA-10-CO.
Canso A: fu la designazione attribuita a 55 velivoli della versione PBY-5A assemblati presso la Boeing Aircraft of Canada con componenti prodotte direttamente dalla Consolidated. Vennero tutti impiegati dalla canadese RCAF. La Svezia acquistò 3 di questi aerei nel corso del 1947, assegnando loro la designazione Tp 47.
PBV-1A: identificativo dei 369 esemplari anfibi della versione PBY-5A costruiti dalla Canadian Vickers Ltd. (divenuta nel 1944 Canadair Ltd.); di questi 139 andarono alla RCAF con la designazione Canso A e 230 furono acquistati dall'USAAF con la designazione OA-10A-VI (il suffisso VI stava a identificare il costruttore). Gli ultimi 57 velivoli realizzati furono i primi Canadair della storia ed ebbero designazione di fabbrica CL-1.
PBY-5B: versione idrovolante sostanzialmente identica alla PBY-5, la cui produzione (pari a 339 esemplari) venne destinata alle seguenti forniture: 275 alla RAF (217 come Catalina Mk. IB, 7 Model 28-5ME designati Catalina Mk. II, 51 con designazione Catalina Mk. IVA), 52 al Canada (8 denominati Catalina Mk. IIB, 8 come Catalina Mk. IVA e 36 con denominazione locale Canso), 9 alla Nuova Zelanda (Catalina Mk. IVA), 2 all'Australia (A-24) e 1 all'U.S. Navy.

Model 28-6

PB2B-2: versione solo idrovolante, simile alla PBN-1. Aveva timone di coda più alto e torretta frontale bombata; la Boeing Aircraft of Canada ne costruì 67 esemplari di cui 8 per l'U.S. Navy, 12 per la RAF (che li designò Catalina Mk. VI) e 47 per la RAAF (che mantenne immutata la designazione A-24).
PBY-6A: variante anfibia, derivata dalla PBY-5A. Dei 175 velivoli costruiti, 48 furono consegnati all'Unione Sovietica mentre i rimanenti 127 andarono all'U.S. Navy che, ancora una volta, ne cedette 10 all'USAAF, la quale assegnò loro la designazione OA-10B-CN.

Produzione su licenza in Unione Sovietica

GST: versione prodotta in Unione Sovietica, presso gli impianti industriali di Taganrog. La denominazione (dal cirillico Гидро Самолет Транспортный, Gidro Samolet Transportnyj) indica "Aereo Idrovolante da Trasporto". Alcuni esemplari, privati dell'armamento, furono impiegati con la designazione MP-7 (in cirillico la sigla МП, indicava un Морской Почтовый, Morskoj Počtovyj) letteralmente "Postale Marino". I dati relativi alla produzione sovietica sono riportati in modo estremamente difforme a seconda delle diverse fonti; a fianco di numeri modesti (24 oppure 27) si trovano indicazioni relative a una produzione ben più cospicua: per quanto non puntualmente indicati, gli esemplari costruiti in loco sarebbero centinaia oppure, addirittura, oltre 1.000.









Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
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SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
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Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
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L’importante non è che accanto a me
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ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
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Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)