mercoledì 26 giugno 2019

Il Northrop YF-17A Cobra, l'antenato dell'HORNET



Il Northrop YF-17A Cobra era un prototipo di aereo da caccia realizzato per partecipare al concorso indetto dall'USAF per la specifica "Lightweight Fighter" (caccia leggero), vinto poi dall'YF-16 durante la "Fly-off Competition". Nonostante le buone qualità, la Northrop non riuscì a dimostrare che un bimotore, certamente più costoso, fosse nettamente più affidabile di un monomotore, e così alla fine vinse l'F-16. Quando il concorso per il LWF fu vinto dall'F-16, la Marina degli Stati Uniti d'America preferì prendere in considerazione il perdente Northrop YF-17. Tuttavia questa scelta comportò dei problemi: il prototipo era troppo piccolo pur essendo bimotore (infatti, all'epoca si riteneva che gli aerei imbarcati dovessero avere due motori per maggiore sicurezza) e la Northrop non aveva abbastanza esperienza nella costruzione di aerei imbarcati. La Northrop quindi si alleò con la McDonnell Douglas, che aveva maggiore esperienza e godeva di maggiore prestigio nella costruzione di aerei per la US Navy (come l'F-4 Phantom II), e sviluppò due prototipi diversi: l'F-18 da caccia e l'A-18 da attacco. In seguito a problemi logistici i due progetti furono fusi in un unico aeroplano che prese la denominazione di F/A-18. Il progetto dell'YF-17 passò così di mano alla McDonnell Douglas, che prese il 60% del programma, da cui sviluppò l'F/A-18 Hornet: a quel punto la Northrop era ridotta a poco più che una subcontraente.


Storia

Origine

L'aeronautica e la marina statunitense all'inizio degli anni '60 conclusero che il futuro del combattimento aereo sarebbe stato determinato da missili sempre più sofisticati. Il "Project Forecast", un tentativo dell'aeronautica per identificare i futuri sviluppi delle armi, sostenne fortemente lo sviluppo di aerei da combattimento progettati in modo da essere a lungo raggio e possedere delle elevate velocità, oltre ad essere equipaggiati con sistemi radarin grado di rilevare e attaccare aerei nemici oltre il raggio visivo. Queste caratteristiche avrebbero reso i futuri aerei da combattimento molto simili ad aerei intercettori, ad essere più pesanti, con progetti tecnologicamente sofisticati e maggiormente costosi. All'inizio degli anni '60, sia l'aeronautica che la marina impiegavano il General Dynamics F-111 (all'epoca ancora in sviluppo) e l'F-4 Phantom II come aerei a lungo e medio raggio. La diminuita importanza nelle capacità di combattimento a breve distanza (dog-fight) portò alla decisione di non installare i cannoni interni nel Phantom (dalla versione F-4B, vennero poi reintrodotti nell'F-4E e nelle sue versioni derivate).
Nella Guerra del Vietnam rivelò alcune mancanze nelle capacità di combattimento negli aerei statunitensi, poiché le prime generazioni di aerei sovietici si dimostrarono più ostici del previsto per i piloti statunitensi. Anche se questi ultimi raggiunsero un tasso abbattimenti/perdite migliore, i combattimenti mostrarono che i missili aria-aria erano decisamente meno affidabili del previsto. Inoltre, le regole di ingaggio impedivano nella maggior parte dei casi l'impiego di missili a lungo raggio poiché normalmente era richiesta l'identificazione visiva. In queste condizioni i combattimenti si svolgevano a brevi distanze e la manovrabilità degli aerei, assieme ai missili aria-aria a corto raggio, divenne un fattore critico anche per velivoli intercettori come gli F-102 Delta Dagger.
La necessità di una nuova generazione di aerei per la superiorità aerea costrinse l'aeronautica statunitense ad avviare due studi di sviluppo nel 1965: il progetto "Fighter Experimental" (FX), che prevedeva un velivolo a doppio propulsore con ali a geometria variabile e con un peso di circa 27 200 kg, e il progetto "Advanced Day Fighter" (ADF), un velivolo leggero con peso di 11 300 kg che avrebbe dovuto superare le performance del MiG-21 del 25%. Tuttavia, l'introduzione nel luglio 1967 del MiG-25 'Foxbat', in grado di raggiungere velocità di Mach 3, portò l'aeronautica a scartare il progetto ADF per sviluppare il Fighter Experimental, che produsse l'F-15 Eagle, un velivolo da 18 100 kg di peso.
In base alle esperienze maturate nella guerra di Corea ed essendo un istruttore di volo, all'inizio degli anni '60 il Colonnello John Boyd e il matematico Thomas Christie svilupparono la teoria della "Manovra di energia". Quest'ultima considera il mantenimento del valore dell'energia specifica dell'aereo come un vantaggio nel combattimento. La manovrabilità era un mezzo per poter inserirsi nel ciclo decisionale dell'avversario, un processo chiamato da Boyd "ciclo OODA" (acronimo per "Osservazione-Orientamento-Decisione-Azione"). Questo approccio enfatizzava lo sviluppo di un velivolo in grado di permettere rapide manovre, con repentine modifiche alla velocità, all'altezza e alla direzione. Questi parametri richiedevano un aereo leggero, in modo da minimizzare la resistenza e aumentare il rapporto spinta-peso, e delle ali più grandi e con maggiore portanza, per minimizzare la loro resistenza, che tende a ridurre la velocità massima, e un raggio d'azione inferiore (che poteva essere compensato con dei serbatoi aggiuntivi sotto le ali.
Le teorie di Boyd aiutarono a contenere la crescita dell'F-15 in un progetto di velivolo molto grande, che rischiava di diventare una seconda versione dell'F-111, e venne ipotizzato che l'F-15 doveva essere complementato da un grande numero di aerei più piccoli. Al termine degli anni '60 Boyd raccolse attorno a sé un gruppo di progettisti, che formarono la cosiddetta "Mafia del caccia leggero". Nel 1969 fu possibile assicurarsi dei fondi per uno studio di convalida dell'integrazione della teoria avanzata dell'energia-manovrabilità con analisi rischi-benefici. La General Dynamics ricevette 149 000 $ e la Northrop 100 000 $ per sviluppare progetti che implementavano la teoria di Boyd: un aereo da combattimento piccolo, leggero, a basso drag e senza bombe. I progetti delle due aziende furono il YF-16 e il YF-17, rispettivamente.



Programma caccia leggero

Anche se i proponenti del progetto FX rimasero ostili al programma poiché era considerato una minaccia al progetto F-15, il concetto ADF (Advanced Day Fighter), rinominato in F-XX, guadagnò il supporto politico del Segretario della Difesa David Packard, che era favorevole all'idea di sviluppare dei prototipi concorrenti. Di conseguenza, nel maggio 1971 venne formato il gruppo di studio per il prototipo, con a capo Boyd, e due delle sei proposte vennero finanziate. Una di esse era il prototipo Lightweight Fighter (LWF - Caccia leggero). Le specifiche, inviate il 6 gennaio 1972, richiedevano un velivolo da 9 100 kg, per il combattimento aria-aria, ottimizzato per il combattimento a velocità di Mach 0,6 - 1,6 e altitudini di 9150 – 12200 m, con elevata accelerazione. Infatti i futuri combattimenti, secondo le previsioni dell'aeronautica, sarebbero dovuti svolgersi in questi parametri. Le previsioni erano basate sullo studio della guerra del Vietnam, la Guerra dei sei giorni e delle guerre Indo-Pakistane. Il costo previsto di una versione di produzione del velivolo era 3 milioni di $. Questo piano di produzione era solo indicativo, e l'aeronautica non era vincolata all'acquisto dell'aereo. Il vincitore della sfida venne annunciato nel maggio 1975.
Cinque compagnie risposero alle richieste e nel marzo 1972 vennero annunciati i vincitori per lo sviluppo di un prototipo: il modello 908-909 della Boeing e il modello 401 della General Dynamics. Dopo ulteriori analisi, venne declassata la proposta della Boeing, ponendo come secondo prototipo il modello P-600 della Northrop. La General Dynamics e la Northrop vinsero dei contratti di 37,9 e 39,8 milioni di $ per produrre i prototipi YF-16 e YF-17, con i primi voli di prova pianificati per l'inizio del 1974. Per superare le resistenze nelle gerarchie dell'aeronautica, la 'Mafia del caccia leggero' e gli altri proponenti del programma LWF appoggiarono con successo l'idea di impiegare questi velivoli come complemento ad aerei più pesanti e costosi, creando delle forze aeree miste. Il concetto di gruppo "alto-costo/basso-costo" fu accettato ampiamente quando i prototipi iniziarono i voli e tale teoria avrebbe definito la relazione tra i futuri F-15 e F-16, ed in seguito, tra l'F-22 Raptor e l'F-35 Lighting II.



Prototipo

Il primo volo dell'YF-16 fu compiuto il 2 febbraio 1974, della durata di 90 minuti presso l'Air Force Flight Test Center della base di Edwards in California. Il primo volo supersonico venne compiuto tre giorni dopo, e il secondo prototipo fece il primo volo il 9 maggio. Successivamente iniziarono i voli dei prototipi YF-17, il 9 giugno e il 21 agosto. In totale, i prototipi YF-16 effettuarono 330 voli e 417 ore di volo, mentre gli YF-17 effettuarono 268 voli.



Air Combat Fighter competition

Il progetto LWF diventò un serio progetto di acquisizione da parte dell'aeronautica grazie alla convergenza di tre fattori. Innanzitutto, quattro alleati NATO degli Stati Uniti (Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia) stavano cercando un sostituto dell'intercettore F-104 Starfighter. Tale aereo doveva poter essere prodotto dalle proprie industrie aeronautiche sotto licenza, in modo simile all'F-104G. All'inizio del 1974, raggiunsero un accordo con gli Stati Uniti tramite il quale, se l'aeronautica statunitense avesse ordinato l'aereo vincitore della competizione LWF, avrebbero anche loro considerato l'acquisto di esemplari. Secondariamente, mentre la USAF non era particolarmente interessata in un aereo da combattimento complementare, era necessario iniziare la sostituzione dei cacciabombardieri F-105 Thunderchief. In terzo luogo, il congresso stava cercando di raggiungere una maggiore convergenza negli approvvigionamenti dell'aeronautica e della marina; nell'agosto 1974 il congresso reimpiegò dei fondi diretti al programma VFAX della marina verso un nuovo programma chiamato Navy Air Combat Fighter, che aveva lo scopo di sviluppare una variante cacciabombardiere del progetto LWF per la marina. La tempistica degli approvvigionamenti venne guidata dalle necessità dei quattro paesi alleati, che formarono il "Multinational Fighter Program Group" e fecero pressioni sugli Stati Uniti per prendere una decisione entro dicembre 1974. L'aeronautica aveva pianificato di annunciare il vincitore della competizione LWF nel maggio 1975, ma fu anticipata all'inizio dell'anno e venne velocizzata la fase di test. Per riflettere questo nuovo e maggiore impegno per completare un nuovo aereo, assieme alla decisione di sviluppare un progetto cacciabombardiere, il programma LWF venne trasformato in una nuova competizione, annunciata dal segretario della difesa James R. Schlesinger ad aprile 1974. Schlesinger chiarì il ruolo di supporto all'F-15 del nuovo aereo, e in questo modo fu posta fine all'opposizione al progetto.
L'ACF aumentò gli interessi della General Dynamics e della Northrop, poiché entrarono in gioco altri concorrenti con la seria intenzione di assicurarsi il redditizio ordine. Questi erano il Dassault Dassault Mirage F1 (nella variante rimotorizzata con l'M53), lo SEPECAT Jaguar e una variante del Saab 37 Viggen chiamato "Saab 37E Eurofighter" (aereo che non deve suscitare confusioni con il cacciabombardiere Eurofighter Typhoon dell'XXI secolo.). Northrop affiancò un altro progetto chiamato P-350 Cobra, molto simile all'YF-17. Il Jaguar e il Cobra vennero scartati, lasciando come candidati i due aerei europei e i due progetti statunitensi. L'11 settembre 1974, l'aeronautica statunitense confermò i piani per compiere un ordine in grado di equipaggiare cinque squadriglie tactical fighter wings. Il 13 gennaio 1975, il segretario dell'aeronautica John L. McLucas annunciò la vincita del YF-16, Il concorso europeo vide invece la vittoria di misura del F-16 sul Mirage F1M.
Le ragioni principali furono i costi operativi inferiori, la portata maggiore e le performance di manovra, significativamente migliori di quelle dell'YF-17, specialmente a velocità transoniche e supersoniche. I test di volo rivelarono che l'YF-16 possedeva maggiore accelerazione, velocità variometrica, resistenza e (tranne attorno alla velocità Mach 0,7) velocità di imbardata. Un altro vantaggio era costituito dall'impiego del propulsore Pratt & Whitney F100, lo stesso dell'F-15, e questo diminuiva i costi unitari del propulsore per entrambi i programmi.
Poco dopo la selezione dell'YF-16, il segretario McLucas rivelò che l'aeronautica pianificava l'acquisto di un numero di esemplari di produzione compreso tra 650 e 1400 unità. Inizialmente vennero ordinati 15 aerei "Full-Scale Development" (11 a posto singolo e 4 a doppio posto) per i programmi di test, ma successivamente il numero venne ridotto a 8. La marina annunciò tuttavia il 2 maggio 1975 che aveva deciso di non acquistare la versione navale dell'F-16. Al suo posto, avrebbe sviluppato un aereo derivato dell'YF-17, che diventò il McDonnell Douglas F/A-18 Hornet.



Tecnica

L'YF-17 è una riprogettazione dell'F-5 per rispondere alle esigenza della Specifica LWF (Lightweight Fighter). Le principali modifiche rispetto all'F-5 sono:
  • un nuovo disegno delle prese d'aria simili a quelle poi applicate anche all'F-5E;
  • lo spostamento dell'ala in posizione alta modificando il bordo d'uscita e l'applicazione di estensioni anteriori alla radice dell'ala con un disegno che sembrava formare il "cappuccio" del cobra;
  • lo sdoppiamento della deriva verticale di coda come era in voga alla fine degli anni sessanta;
  • la sostituzione del motore General Electric J85-GE-21B con il più potente General Electric YJ101-GE-100.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)


























martedì 25 giugno 2019

E' tempo di "TEMPEST": titubanze o ritardi ci condurrebbero inesorabilmente alla totale irrilevanza tecnologica



Il BAE Systems Tempest è un concetto di aereo da combattimento stealth proposto per essere progettato e prodotto nel Regno Unito per la Royal Air Force. 

È stato sviluppato da un consorzio noto come "Team Tempest", composto dal Ministero della Difesa britannico, BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo S.p.A. e MBDA, e dovrebbe entrare in servizio dal 2035, sostituendo l'Eurofighter Typhoon in servizio con la RAF. Due miliardi di sterline saranno spesi dal governo britannico per il progetto entro il 2025.

Il Tempest è stata annunciata dal Segretario della Difesa britannico Gavin Williamson il 16 luglio 2018 all'Airshow di Farnborough nell'ambito della strategia aerea di combattimento. Il Tempest sarà un caccia a reazione di sesta generazione che incorpora diverse nuove tecnologie.



Si vocifera anche che la società BAE Systems stia pianificando di contattare il governo indiano e l'aeronautica indiana per quanto riguarda la collaborazione per la progettazione e la fabbricazione del Tempest.
La RAF aveva un caccia con un nome simile nella seconda guerra mondiale che seguiva anche un aereo chiamato “Typhoon”.



Nei desiderata britannici il Tempest sarà in grado di volare senza equipaggio e di utilizzare la tecnologia swarming per controllare i droni. Un altro pezzo di tecnologia in fase di progettazione con il Tempest è la cosiddetta Cooperative Engagement Capability, la capacità di cooperare sul campo di battaglia, condividendo dati e messaggi dei sensori per coordinare l'attacco o la difesa. Il nuovo Tempest sarà dotato di un motore a ciclo variabile o adattivo e di una cabina di pilotaggio virtuale mostrata su un display montato sul casco del pilota.



Saranno necessari circa due miliardi di sterline per far nascere un modernissimo caccia di nuova generazione, il Tempest, destinato a rimpiazzare nella Raf gli Eurofighter Typhoon, e a conquistare potenzialmente anche altri mercati. È un progetto con un’anima anche un po’ italiana in quanto è concepito da un consorzio che comprende il gruppo Leonardo.
Un colpo a sensazione, quello preparato con cura dal governo britannico e avviato ormai da qualche tempo, che ha provato a dare sostanza alle rassicurazioni sulla volontà di chiudere con l’Ue un accordo sulla Brexit attento agli interessi del business e capace di tenere aperti canali di cooperazione con l’Europa in settori strategici quali difesa e aerospazio.
Il governo britannico si unirà a BAE Systems, Leonardo, MBDA e Rolls Royce per finanziare la nuova fase della Future Combat Air System Technology Initiative attraverso una rivoluzionaria partnership nota come “Team Tempest». In ballo c’è il futuro. Un jet «rivoluzionario» che dovrebbe spiccare operativamente il volo - indifferentemente in versione con pilota o senza - a far data dal 2035. Fino ad ora si è potuto ammirare un prototipo dal profilo futuristico, come a consolidare un chiaro vantaggio in termini di avanzamento nella progettazione rispetto all’iniziativa franco-tedesca, alternativa da cui Londra era stata lasciata volutamente fuori.



Una partnership che per la realizzazione del Tempest potrebbe essere allargata ad esempio anche alla Svezia, e che tuttavia per ora riguarda in prima battuta tecnologica anche l’Italia: presente accanto ai britannici di BAE (piattaforma) e di Rolls-Royce (motore) sia nella joint venture a quattro di MBDA (incaricata degli armamenti del jet prossimo venturo); sia soprattutto con Leonardo, che al progetto contribuirà da protagonista assoluto attraverso l’avionica, con sofisticatissimi sistemi elettronici di bordo.
La notizia ha fatto decollare letteralmente in borsa il titolo del gruppo italiano che ambisce a essere nel cuore dei principali programmi di difesa in Europa e guarda a questa iniziativa nel Regno Unito con la prospettiva di ulteriori future collaborazioni internazionali.
Leonardo Uk ha in territorio britannico oltre 7000 addetti distribuiti in sette impianti «di eccellenza, fra cui quelli di Edimburgo e Luton, centrali per le componenti dei Tempest.



Dopo i successi europei conseguiti con i programmi Tornado ed Eurofighter non ha fatto seguito alcun altro programma importante. Lockheed Martin ha colmato tale vuoto con l’F-35. 
Adesso sembrerebbe giunto il momento di affrancarsi dalla dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti e avviarsi verso la costruzione di un’industria della difesa europea integrata in grado di competere sul piano internazionale. Il caccia di 6^ generazione dovrebbe costituire un notevole progresso in avanti dal punto di vista tecnologico rispetto all’F-35.
Sebbene il Regno Unito faccia comunque parte della NATO, Francia, Spagna e Germania stanno sviluppando insieme un caccia di 6^ generazione chiamato FCAS (Future Combat-Air System). Dassault sarà l’azienda leader mentre Airbus D&S si occuperà della sensoristica, dell’avionica e delle comunicazioni.



Il Tempest, come viene chiamato il futuristico aereo da combattimento, potrebbe essere pronto per le operazioni con la Royal Air Force in meno di due decenni, quando i primi Typhoon inizieranno ad essere gradualmente pensionati.
Lo sviluppo del Tempest dovrebbe essere completato in tempo per sostituire i primi Typhoon entro la metà degli anni 2030. Con la Francia e la Gran Bretagna che vanno ognuno per la loro strada, entrambi si rivolgono ad aerei con equipaggio per i loro programmi futuri. Il Ministero della Difesa britannico intende costituire un team dedicato per realizzare il programma di acquisizione di aerei da combattimento e per avviare al più presto discussioni con potenziali partner internazionali. Saab potrebbe essere il prossimo candidato per tale cooperazione.



Parte della giustificazione dell'enorme investimento è il mantenimento del settore dell'aviazione da combattimento, attualmente responsabile di un fatturato superiore a 6 miliardi di sterline all'anno, che negli ultimi dieci anni ha rappresentato oltre l'80% delle esportazioni della difesa dal Regno Unito. Si tratta di oltre 18.000 posti di lavoro altamente qualificati.
Attualmente, il concetto di aereo è stato messo insieme esclusivamente da aziende britanniche, tra cui BAE Systems, Leonardo, MBDA e Rolls-Royce. Le quattro società si sono unite con il RAF Rapid Capabilities Office per formare il 'Team Tempest'.
Il team combina capacità avanzate in quattro aree tecnologiche chiave: sistemi avanzati di combattimento aereo e integrazione (BAE Systems); sistemi avanzati di potenza e propulsione (Rolls-Royce); sensori avanzati, elettronica e avionica (Leonardo) e sistemi d'arma avanzati (MBDA).
Le prime decisioni sulle modalità di acquisizione del Tempest saranno prese entro la fine del 2020, seguite da decisioni finali di investimento da prendere nel 2025. L'obiettivo è quindi che una piattaforma di nuova generazione che raggiunga la capacità operativa entro il 2035.
L'introduzione del futuristico aereo da combattimento ha coinciso con l'annuncio della nuova "Combat Air Strategy.
Attualmente, il concetto di aereo è stato messo insieme esclusivamente da aziende britanniche, tra cui BAE Systems, Leonardo, MBDA e Rolls-Royce. Le quattro società si sono unite con il RAF Rapid Capabilities Office per formare il 'Team Tempest'.
Il team combina capacità avanzate in quattro aree tecnologiche chiave: sistemi avanzati di combattimento aereo e integrazione (BAE Systems); sistemi avanzati di potenza e propulsione (Rolls-Royce); sensori avanzati, elettronica e avionica (Leonardo) e sistemi d'arma avanzati (MBDA).
Mentre il concept fighter plane è nella fase iniziale di valutazione della tecnologia e del concetto, sarà dotato di diverse capacità chiave avanzate per consentire alla piattaforma di rimanere in funzione per decenni. Queste includono "la progettazione fisica e un'architettura di sistema aperto, riconfigurabile, elettronica, cyber resiliente ed elettronica, progettata per la crescita". Verrà impiegata una serie di sensori e contromisure, utilizzando sistemi elettro-ottici e RF passivi e attivi, distribuiti, multispettrali, passivi e attivi.
Le armi inizialmente considerate saranno gli ultimi tipi di armi guidate come il Meteor e lo SPEAR 3. 



Il design dell'aereo sarà caratterizzato da una baia modulare che potrà portare diversi carichi utili e armi, supportando effetti cinetici, energetici diretti e non cinetici. Altri armamenti futuri potrebbero includere armi ipersoniche, armi collegate, armi cooperative e artificialmente intelligenti (sciami intelligenti) e nuove armi aria/aria che potrebbero essere utilizzate per l'autoprotezione. Con le stazioni d'arma esterne che aumentano la baia principale mantenendo una bassa capacità osservabile; la piattaforma permetterà anche l'integrazione di armi laser e di nuovi effettori contenuti nei distributori di armi conformi e nei carichi utili, carburante aggiuntivo sarà trasportato in serbatoi di carburante conformi ed a bassa osservabilità.
Un cockpit virtuale che implementa display all'avanguardia e realtà aumentata / virtuale che personalizza i display e consente rapidi aggiornamenti. L'autonomia scalabile permetterà alla piattaforma di evolvere, dalla configurazione con equipaggio, utilizzando aiuti decisionali per ridurre il carico di lavoro del pilota, alla formazione di aerei con equipaggio e, facoltativamente, di un "wingman" non presidiato. Le comunicazioni riconfigurabili permetteranno al futuro velivolo di integrarsi completamente in una rete cooperativa, assicurando collegamenti ad alta larghezza di banda con altre risorse aeree, UAV, forze marittime e di terra.



Il Tempest sarà un bimotore, alimentato da turboreattori avanzati a ciclo variabile adattivo che implementano tecnologie avanzate in fase di avanzato sviluppo da parte della Rolls Royce. 
Il nuovo motore sarà più leggero, più piccolo e più potente rispetto agli attuali turbofan. Il motore sarà circondato da una rete di tubi che funzionano come un sistema integrato di gestione del calore, consentendo alla centrale di funzionare a temperature più elevate. Implementazione di una ventola leggera, aerodinamicamente ottimizzata con elevata tolleranza alla distorsione, parti leggere realizzate con avanzate matrici metalliche e ceramiche stampate in 3D che consentirebbero di ottenere temperature e densità di potenza non disponibili con la tecnologia del passato. Un generatore di avviamento incorporato sarà in grado di generare più potenza ad un peso inferiore, supportando tutti i sistemi a bordo.

Visti gli elevati costi di un programma di tal genere e l’altrettanto complessa sfida tecnologica, l’ideale sarebbe di mettere insieme tutte le forze europee. La cosa sembra, tuttavia difficile e, per quanto riguarda l’Italia, vista anche la presenza di Leonardo (anche se nella componente UK) nel programma TEMPEST e la mancata offerta di Francia e Germania al nostro paese, è molto probabile che il nostro interesse debba necessariamente andare verso il progetto britannico. 
Il nuovo caccia-bombardiere di sesta generazione sarà un grosso velivolo bimotore multiruolo, dotato di ampia autonomia e della possibilità di essere pilotato anche da remoto, con ali a semi-delta e con requisito stealth.  

Qualunque sia la scelta che farà l’Italia, occorre certamente decidere al più presto presto per ritagliarsi un ruolo consono alle capacità della nostra industria. Titubanze o ritardi ci condurrebbero inesorabilmente alla totale irrilevanza tecnologica.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)