https://svppbellum.blogspot.com/
Blog dedicato agli appassionati di DIFESA,
storia militare, sicurezza e tecnologia.
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri
di un reparto militare
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
NOME IN CODICE: ”Sito Y", il laboratorio segreto di LOS ALAMOS nel 1942
Il laboratorio di Los Alamos venne costruito, dal nulla, nel deserto del New Mexico nel 1942. Il luogo fu suggerito da Robert Oppenheimer e dal Gen. Leslie Groves, responsabile del progetto Manhattan; quest'ultimo, non appena giunse sul posto, fu colpito dall'isolamento del luogo da ogni centro abitato e dalla possibilità di isolarlo ulteriormente con sentinelle e filo spinato. Diede perciò l'ordine di iniziare la trattativa per l'acquisto e nel giro di poco tempo l'esercito divenne proprietario, per la considerevole cifra di 400.000 dollari, della Los Alamos Ranch School con tutte le sue strutture. Los Alamos divenne così il "Sito Y", nome in codice del laboratorio dove scienziati, ingegneri e tecnici lavorarono per circa 2 anni sotto la direzione del fisico Oppenheimer per produrre il più letale ordigno di tutti i tempi: la bomba a fissione nucleare. Mentre il generale Groves si adoperava per isolare e proteggere Los Alamos, il laboratorio cominciava a crescere e cambiare per le esigenze del progetto: carpentieri, elettricisti e idraulici costruivano alloggi e laboratori provvisori che avrebbero ospitato fino alla fine della guerra la comunità scientifica. Nel marzo 1943 cominciarono a sopraggiungere gli scienziati più importanti del mondo occidentale su indicazione del direttore scientifico del progetto Manhattan, Robert Oppenheimer: Bohr, Weisskopf, Fermi, Wigner, von Neumann, Frisch, Teller, Segrè, Chadwick, Fuchs e altri ancora, giovani e meno famosi; quelli che rifiutarono l'incarico furono veramente pochi. Uno di questi fu I.I.Rabi che continuò a lavorare al Radiation Laboratory del MIT (Massachussets Institute of Technology) con la convinzione che gli USA avrebbero potuto perdere la guerra senza sistemi radar adeguati; nonostante le sue posizioni, egli accettò di collaborare indirettamente come "consulente", qualifica che gli permise di essere uno dei pochi ad avere il privilegio di andare e venire da Los Alamos; concessione eccezionale dato che il sistema di sicurezza messo in atto da Groves e Oppenheimer prevedeva una sorta di isolamento totale dal resto del mondo; per gli abitanti di Los Alamos infatti comunicare con l'esterno era praticamente impossibile: il telefono era praticamente abolito, la corrispondenza privata era strettamente controllata dai servizi di sicurezza, l'unico abbigliamento permesso era la divisa militare. Di fatto l'unico ad accettare un sistema di sicurezza così rigido fu Oppenheimer, al contrario di tutto il resto della comunità scientifica che si oppose ad un trattamento così rigido.
L'opposizione generale costrinse il generale Groves al compromesso e così indirettamente "Robert Oppenheimer riuscì ad ottenere a Los Alamos quello che Leo Szilard non era riuscito ad organizzare a Chicago: la liberà scientifica di parola. Il prezzo che la nuova comunità pagò, un prezzo sociale ma più profondamente politico, fu una barriera di reticolato attorno alla città ed una seconda barriera con sentinelle attorno allo stesso laboratorio, che enfatizzava come gli scienziati e le loro famiglie fossero separati da un muro e per quanto riguarda la conoscenza del loro lavoro non solo dal mondo ma anche l'uno dall’altro." Le ricerche svolte a Los Alamos ebbero grande successo: non solo assicurarono agli Stati Uniti un momentaneo monopolio dell'energia nucleare, ma consentirono anche a scienziati e tecnologi di continuare a fare ricerca secondo il modello di ricerca sperimentato durante gli anni del Progetto Manhattan.
La scienza si rivelò così conveniente per tutti: militari, scienziati, università, centri di ricerca e industrie "sfruttarono" la ricerca scientifica garantendo un notevole e continuo supporto economico. Dopo la fine della guerra il laboratorio di Los Alamos non fu, come si era detto, completamente smantellato, ma fu riutilizzato da un gruppo coordinato Teller per la realizzazione della bomba all’idrogeno.
IL PROGETTO MANHATTAN
Il Progetto Manhattan è stato un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale. Fu condotto dagli Stati Uniti d'America con il sostegno di Regno Unito e Canada. Dal 1942 al 1946 il programma fu diretto dal generale del corpo del Genio militare degli Stati Uniti. Nel tempo il progetto assorbì l'analogo britannico Tube Alloys. Il progetto Manhattan iniziò con poche risorse nel 1939 ma crebbe fino ad occupare più di 130.000 persone e costò quasi 2 miliardi di dollari americani. Oltre il 90% dei costi fu impiegato per costruire edifici e produrre materiale fissile, con solo il 10% impiegato per lo sviluppo e la produzione di armi. L'attività di ricerca e produzione ebbe luogo in più di 30 zone diverse tra Stati Uniti, Regno Unito e Canada.
Il Progetto Manhattan includeva attività di intelligence sul programma nucleare militare tedesco. Il personale del Progetto Manhattan, nell'ambito dell'operazione Alsos, fu inviato in Europa, talvolta oltre le linee nemiche, dove raccolse materiale e documenti del programma tedesco oltre che arruolare scienziati tedeschi. La componente militare del progetto fu chiamata Manhattan District, in sostituzione del nome in codice ufficiale Development of Substitute Materials. Malgrado le precauzioni prese per tenere segreto il Progetto Manhattan, le spie sovietiche vennero a conoscenza delle operazioni condotte dal governo statunitense per la costruzione della bomba atomica.
Nato nel 1939 come progetto di ricerca, il Progetto Manhattan mutò nel 1942 i propri obiettivi e crebbe fino a occupare più di 130.000 persone, costando alla fine oltre 2 miliardi di dollari dell'epoca (39 miliardi di dollari del 2022).
La direzione scientifica fu affidata al fisico J. Robert Oppenheimer e il coordinamento gestionale-amministrativo fu affidato con pieni poteri al generale Leslie Groves; la sede direzionale fu allocata sotto copertura in un edificio di Manhattan a New York, da cui il nome in codice del Progetto. In parallelo con il lavoro sull'uranio fu svolto uno sforzo per produrre plutonio. Vennero costruiti dei reattori a Oak Ridge e nel sito di Hanford, nello stato di Washington, in cui fu irradiato l'uranio per ottenere plutonio. Dopodiché il plutonio fu separato chimicamente dall'uranio. Il tipo di arma così sviluppata si rivelò impraticabile da usare con il plutonio perciò venne ideata un'arma che utilizzasse un'implosione più sofisticata. La progettazione e realizzazione di questa nuova arma venne condotta nel principale laboratorio di ricerca e sviluppo a Los Alamos, nel Nuovo Messico.
L'intera faccenda era incentrata sullo sviluppo delle tecnologie per realizzare un ordigno atomico e sulla produzione di quantità sufficienti di materiale fissile di adeguata purezza. Per arrivare a questo risultato furono seguite due strade parallele, che portarono alla produzione di due diversi tipi di bomba nei laboratori nazionali di Los Alamos. Subito dopo il bombardamento del Giappone, il governo degli Stati Uniti d'America pubblicò il "Rapporto Smyth" che spiegava la storia del Progetto Manhattan. In esso non si faceva cenno al fatto che le due bombe nucleari sganciate fossero basate su tecnologie e combustibili diversi. Il metodo dell'implosione, ad esempio, fu conservato come segreto militare fino alla testimonianza di David Greenglass contro Julius ed Ethel Rosenberg nel 1951 e le fotografie delle prime bombe realizzate furono declassificate e rese pubbliche solo negli anni sessanta. Assieme ai progetti crittografici condotti a Bletchley Park in Inghilterra, ad Arlington Hall e al Naval Communications Annex di Washington, D.C., e allo sviluppo del radar ai Radiation Lab del MIT di Boston, il Progetto Manhattan fu una delle principali imprese tecnologiche realizzate durante il secondo conflitto mondiale.
BOMBE ATOMICHE PRODOTTE
Furono quattro le bombe atomiche fabbricate nell'ambito del Progetto Manhattan. Tutti questi congegni furono sviluppati principalmente al Los Alamos National Laboratory e allestiti durante la primavera del 1945. I disegni originali sono secretati; tuttavia si hanno ugualmente molte informazioni sui loro principali componenti costitutivi.
“The Gadget”
La prima bomba realizzata (chiamata con il nome in codice di "The Gadget", in italiano "l'arnese") fu fatta esplodere con successo nel primo test nucleare (il "Trinity") nel deserto del New Mexico presso Jornada del Muerto.
Tale dispositivo era un prototipo che sarebbe servito a testare le diverse tecnologie che sarebbero in seguito state impiegate per la realizzazione delle prime armi nucleari.
“Little Boy"
La seconda bomba costruita, la Mk.1 (nome in codice "Little Boy", in italiano "ragazzino"), fu anche la prima arma nucleare della storia a essere stata utilizzata in un conflitto attraverso il bombardamento di Hiroshima durante gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale.
"Fat Man"
La terza bomba approntata fu la Model 1561 (Mk.2) dal criptonimo di "Fat Man" (in italiano "uomo grasso", nome che per altro viene usato per indicare genericamente anche le prime bombe basate sul medesimo progetto) che, al pari di "Little Boy", trovò anch'essa un'applicazione militare come secondo e ultimo ordigno nucleare mai adoperato in combattimento con l'incursione su Nagasaki che pose termine al secondo conflitto mondiale data la resa del Giappone oramai in crisi e non in grado di reggere un ipotetico terzo attacco.
Il quarto dispositivo
Non vi sono dettagli invece sulla quarta bomba ma Groves e Oppenheimer avevano avvisato il Dipartimento della Guerra statunitense di avere disponibile per il 12 agosto 1945 un ulteriore nocciolo di plutonio (quello che venne poi soprannominato "demon core") con il quale predisporre eventualmente una seconda "Fat Man".
ROBERT OPPENHEIMER, DIRETTORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO MANHATTAN
J. Robert Oppenheimer, all'anagrafe Julius Robert Oppenheimer (New York, 22 aprile 1904 – Princeton, 18 febbraio 1967), è stato un fisico statunitense.
La sua popolarità è legata soprattutto alla costruzione della prima bomba atomica come direttore del progetto Manhattan e alla successiva crisi di coscienza che lo indusse al rifiuto di lavorare alla bomba all'idrogeno. Tra i suoi contributi più importanti figura, contemporaneamente a George Gamow, la spiegazione dell'effetto tunnel quantistico. Diede inoltre contributi alla scoperta del positrone, studiò il fenomeno degli sciami atmosferici di raggi cosmici e il collasso gravitazionale di stelle di grandi dimensioni. Fece anche studi sul bombardamento di nuclei pesanti con deuteroni.
Il padre, Julius Seligmann Oppenheimer, era un ebreo tedesco emigrato negli Stati Uniti da Hanau nel 1888 e divenuto in seguito un ricco importatore tessile, mentre la madre, Ella Friedman, era una statunitense di origini tedesche ed ebraiche, esperta d'arte, istruita a Parigi e con un atelier a New York; anche suo fratello minore Frank (1912-1985) è stato un fisico.
Oppenheimer frequentò la scuola New York Society for Ethical Culture e al terzo anno iniziò a studiare privatamente con un docente di chimica, materia nella quale nel 1922 si iscrisse ad Harvard, per passare a fisica dopo il primo anno. Suo mentore fu Percy Williams Bridgman, futuro premio Nobel per la Fisica. Proseguì gli studi al laboratorio Cavendish, presso l'Università di Cambridge, diretto da Ernest Rutherford. Seguì un periodo di crisi d'identità che superò con l'aiuto di uno psicologo. Dopo essersi laureato a Harvard nel 1925 summa cum laude, lavorò come studente ricercatore, per un breve periodo, a Cambridge presso il laboratorio di Joseph Thomson, un celebre fisico sperimentale. Oppenheimer continuò le sue ricerche in vari altri centri di fisica europei fra cui quelli di Leida, Gottinga e Zurigo.
Nel 1926 decise di continuare gli studi all'Università Georg-August di Gottinga in Germania e nel dicembre dello stesso anno spedì l'articolo La teoria quantistica degli spettri continui alla rivista tedesca Zeitschrift für Physik. Tre mesi dopo ottenne il dottorato e strinse amicizia con importanti fisici europei. Nel biennio 1927-1928 Oppenheimer si mise in evidenza con le sue ricerche atte a semplificare l'indagine degli spettri molecolari e, insieme a Born, scrisse un lavoro sulla approssimazione adiabatica o approssimazione di Born-Oppenheimer, punto di riferimento per gli studi nel settore molecolare.
Il 1928 fu l'anno della scoperta dell'effetto tunnel, utilizzato da George Gamow per spiegare il decadimento alfa, nel quale una particella alfa (un nucleo di elio) è emessa da un nucleo atomico perché riesce a superarne la barriera di potenziale del nucleo, anche se ha un'energia cinetica inferiore a tale barriera. Sempre nel 1928 Oppenheimer spiegò come anche un debole campo elettrico fosse in grado, per effetto tunnel, di liberare gli elettroni dal nucleo originario (articolo sui Proceedings of the National Academy of Sciences del marzo 1928).
Alla fine del 1928 trascorse un periodo nei Paesi Bassi all'Università di Leida, dove la cattedra di fisica teorica era detenuta da Paul Ehrenfest. Successivamente, nei primi sei mesi del 1929, assieme a Wolfgang Pauli, si fermò all'ETH di Zurigo prima di vagliare le offerte arrivate dall'America. La questione dibattuta, in quel frangente, era La teoria quantistica dell'elettrone di Paul Dirac, che oltre a suscitare consensi provocò qualche critica per le contraddittorietà dello stato degli elettroni. Oppenheimer partecipò al dibattito e formulò le sue osservazioni alle teoria di Dirac. In questa occasione si avvicinò alla scoperta dei positroni, indicando che le lacune positive non potevano certamente essere protoni, bensì particelle aventi una massa uguale a quella dell'elettrone.
Ritornato in patria nel 1929, divise i suoi impegni fra l'Università di Berkeley ed il Caltech, distinguendosi sia come ricercatore sia come insegnante di fisica teorica. Fu impegnato, per lo più, in studi con acceleratori di particelle sul bombardamento di nuclei pesanti con deuteroni. Indagò il fenomeno degli sciami atmosferici di raggi cosmici. Nel 1939 pubblicò La contrazione gravitazionale, con cui gettò le basi teoriche sulle ultime fasi dei processi stellari, ipotizzando l'esistenza di stelle di neutroni e buchi neri.
Oppenheimer eccelleva per chiarezza di idee, capacità di sintesi, intuizione e doti organizzative: grazie alle sue abilità, nel 1942 il governo degli Stati Uniti lo chiamò a dirigere il progetto Manhattan. Oppenheimer si circondò dei migliori fisici nucleari del mondo, costituendo il gruppo di ricerca più importante che sia mai esistito nella storia della scienza. A differenza di molti suoi colleghi, fu sempre consapevole della propria parte di responsabilità per il lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki: «I fisici hanno conosciuto il peccato» fu il suo sconsolato commento dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima. Secondo un aneddoto diffuso ma apocrifo, venti giorni prima, durante il Trinity test, aveva pronunciato un'altra frase, ripresa dal Bhagavadgītā, passata alla storia: «Sono diventato Morte, il distruttore di mondi.» In realtà, in interviste di molto successive, ha dichiarato che tale frase gli era venuta in mente al momento dell'esplosione, durante il test del primo ordigno nucleare.
Nel dopoguerra, come presidente del comitato consultivo della commissione per l'energia atomica, si oppose alla costruzione della bomba all'idrogeno, ritenendo che un'arma di tale potenza non avrebbe risolto i problemi strategici degli USA, ma piuttosto ne avrebbe abbassato il livello etico; sosteneva piuttosto l'utilità della realizzazione di armi nucleari tattiche.
Le sue posizioni erano però in antitesi con l'indirizzo dell'USAF, la cui componente prevalente era l'aviazione strategica, e si scontrarono con le ambizioni di scienziati come Edward Teller e politici come Joseph McCarthy, che nel 1954 lo colpì con un'inchiesta al termine della quale gli fu vietato l'accesso ai segreti atomici poiché in passato aveva manifestato simpatie comuniste. Fu grazie alla comunità scientifica, che con Einstein alla guida insorse contro questa decisione, che nel giro di pochi mesi fu confermato nel ruolo di direttore e professore dell'Institute for Advanced Studies di Princeton, carica che mantenne fino alla morte.
A partire dal 1954, Oppenheimer visse per diversi mesi all'anno sull'isola di Saint John, nelle Isole Vergini Americane. Nel 1957 acquistò un terreno di 2 acri (0,81 ettari) sulla spiaggia di Gibney, dove costruì una modesta casa sulla spiaggia. Passava molto tempo a navigare con sua figlia Toni e sua moglie Katherine "Kitty" Puening.
La prima apparizione pubblica di Oppenheimer dopo la revoca della sua autorizzazione di sicurezza fu una conferenza dal titolo "Prospettive nelle arti e nelle scienze" per il programma radiofonico del Bicentenario dell'Università di Columbia, intitolato "Il diritto dell'uomo alla conoscenza", in cui delineò la sua filosofia e le sue idee sul ruolo della scienza nel mondo moderno. Nel febbraio 1955 il presidente dell'Università di Washington, Henry Schmitz, annullò improvvisamente un invito a Oppenheimer per una serie di conferenze. La decisione di Schmitz provocò grande indignazione tra gli studenti; 1200 di loro firmarono una petizione di protesta e bruciarono un'effigie di Schmitz. Contemporaneamente, lo stato di Washington dichiarò fuorilegge il Partito Comunista e richiese a tutti i dipendenti governativi di fare un giuramento di fedeltà. Edwin Albrecht Uehling, presidente del dipartimento di fisica e collega di Oppenheimer a Berkeley, si appellò al senato dell'università e la decisione di Schmitz fu ribaltata con un voto di 56 a 40. Oppenheimer fece una breve sosta a Seattle per cambiare aereo durante un viaggio in Oregon e fu raggiunto per un caffè durante la sosta da diversi docenti dell'Università di Washington, ma comunque Oppenheimer non tenne mai lezioni lì.
Oppenheimer era sempre più preoccupato per il pericolo potenziale che le invenzioni scientifiche potessero rappresentare per l'umanità. Si unì ad Albert Einstein, Bertrand Russell, Józef Rotblat e ad altri eminenti scienziati e accademici per fondare ciò che sarebbe diventata, nel 1960, la World Academy of Art and Science. In modo significativo, dopo la sua umiliazione pubblica, non firmò le principali proteste aperte contro le armi nucleari degli anni '50, compreso il Manifesto Russell-Einstein del 1955, né partecipò, nonostante fosse stato invitato, alla prima conferenza di Pugwash su Scienza e Affari Mondiali nel 1957.
Nei suoi discorsi e scritti pubblici, Oppenheimer sottolineava continuamente la difficoltà di gestire il potere della conoscenza in un mondo in cui la libertà della scienza nello scambiare idee era sempre più ostacolata da questioni politiche. Oppenheimer tenne le Lezioni Reith alla BBC nel 1953, che furono successivamente pubblicate come "Scienza e la Comune Comprensione". Nel 1955, Oppenheimer pubblicò "La Mente Aperta", una raccolta di otto conferenze che aveva tenuto dal 1946 sul tema delle armi nucleari e della cultura popolare. Oppenheimer respingeva l'idea della diplomazia nucleare basata sulla forza. "Gli obiettivi di questo paese nel campo della politica estera", scrisse, "non possono essere realizzati in modo reale o duraturo con la coercizione".
Nel 1957, i dipartimenti di filosofia e psicologia di Harvard invitarono Oppenheimer a tenere le Lezioni William James. Un influente gruppo di ex-alunni di Harvard guidato da Edwin Ginn, che includeva Archibald Roosevelt, protestò contro la decisione. Circa 1.200 persone affollarono il Sanders Theatre per ascoltare le sei lezioni di Oppenheimer, intitolate "La Speranza dell'Ordine". Oppenheimer tenne le Lezioni Whidden presso l'Università di McMaster nel 1962, e queste furono pubblicate nel 1964 come "Il Trapezio Volante: Tre Crisi per i Fisici".
Privato del potere politico, Oppenheimer continuò a tenere conferenze, scrivere e lavorare sulla fisica. Girò l'Europa e il Giappone, tenendo discorsi sulla storia della scienza, sul ruolo della scienza nella società e sulla natura dell'universo. Nel settembre 1957 la Francia gli conferì l'onorificenza di Ufficiale della Legion d'Onore e il 3 maggio 1962 fu eletto membro straniero della Royal Society in Gran Bretagna. Su consiglio di molti amici politici di Oppenheimer che erano saliti al potere, il presidente John F. Kennedy gli conferì nel 1963 l'Enrico Fermi Award come gesto di riabilitazione politica. Anche Teller, vincitore del premio l'anno precedente, aveva raccomandato che Oppenheimer lo ricevesse, con la speranza di rimarginare la frattura tra loro. Poco più di una settimana dopo l'assassinio di Kennedy, il suo successore, il presidente Lyndon Johnson, consegnò a Oppenheimer il premio "per i contributi alla fisica teorica, come insegnante e ideatore e per la leadership del Laboratorio di Los Alamos e del programma di energia atomica durante gli anni critici". Oppenheimer disse a Johnson: "Credo, signor Presidente, che per fare questo gesto oggi ci siano volute un po' di carità e un po' di coraggio."
La riabilitazione implicata dal premio era in parte simbolica, poiché Oppenheimer non aveva ancora un'autorizzazione di sicurezza e non poteva influire sulla politica ufficiale, ma il premio era accompagnato da uno stipendio di 50.000 dollari esentasse e la sua assegnazione suscitò l'indignazione di molti prominenti repubblicani al Congresso. Jacqueline, la vedova del defunto presidente Kennedy, ancora residente alla Casa Bianca, volle incontrare Oppenheimer per dirgli quanto suo marito avesse voluto che lui ricevesse la medaglia. Quando era ancora senatore nel 1959, Kennedy aveva contribuito con il suo voto a negare a Lewis Strauss, il nemico di Oppenheimer, un ambito incarico governativo come segretario al commercio, mettendo così fine alla carriera politica di Strauss. Ciò era stato in parte dovuto alle pressioni, contrarie alla nomina di Strauss, da parte della comunità scientifica favorevole ad Oppenheimer.
Oppenheimer era un accanito fumatore e gli fu diagnosticato un cancro alla gola alla fine del 1965. Dopo un intervento chirurgico non risolutivo, fu sottoposto a un trattamento radioterapico e a una chemioterapia senza successo alla fine del 1966. Il 15 febbraio 1967 cadde in coma e morì nella sua casa a Princeton, nel New Jersey, il 18 febbraio, all'età di 62 anni. Una settimana dopo si tenne un servizio commemorativo presso l'Alexander Hall nel campus dell'Università di Princeton; parteciparono seicento persone tra suoi collaboratori scientifici, politici e militari, tra cui Bethe, Groves, Kennan, Lilienthal, Rabi, Smyth e Wigner. C'erano anche suo fratello Frank e il resto della sua famiglia, così come lo storico Arthur M. Schlesinger Jr., lo scrittore John O'Hara e George Balanchine, il direttore del New York City Ballet. Bethe, Kennan e Smyth pronunciarono dei brevi elogi funebri. Il corpo di Oppenheimer fu cremato e le sue ceneri furono poste in un'urna. Sua moglie portò le ceneri a St. John e lasciò cadere l'urna in mare, a poca distanza dalla casa sulla spiaggia.
GLI SCIENZIATI PIU’ IMPORTANTI AL MONDO CHE NEL 1943 PARTECIPARONO ATTIVAMENTE AL PROGETTO
Teller
Nel marzo 1943 cominciarono a sopraggiungere gli scienziati più importanti del mondo occidentale su indicazione del direttore scientifico del progetto Manhattan, Robert Oppenheimer: Bohr, Weisskopf, Fermi, Wigner, von Neumann, Frisch, Teller, Segrè, Chadwick, Fuchs e altri ancora, giovani e meno famosi.
LO SCIENZIATO ITALIANO ENRICO FERMI
Enrico Fermi (Roma, 29 settembre 1901 – Chicago, 28 novembre 1954) è stato un fisico italiano naturalizzato statunitense.
Noto principalmente per gli studi teorici e sperimentali nell'ambito della meccanica quantistica e della fisica nucleare, tra i suoi maggiori contributi si possono citare la teoria del decadimento beta, la statistica di Fermi-Dirac e i risultati riguardanti le forze nucleari debole e forte.
Dopo l'attività di ricerca alla guida del gruppo dei cosiddetti "ragazzi di via Panisperna" a Roma, si trasferì negli Stati Uniti, dove progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione, che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata, e fu uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba atomica. Fu, inoltre, tra i primi ad interessarsi alle potenzialità della simulazione numerica in ambito scientifico, nonché l'iniziatore di una feconda scuola di fisici, tanto in Italia quanto negli Stati Uniti.
Ricevette nel 1938 il premio Nobel per la fisica per «l'identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti». In suo onore, venne dato il nome a un elemento della tavola periodica, il fermio (simbolo Fm), a un sottomultiplo del metro comunemente usato in fisica atomica e nucleare, il fermi, nonché a una delle due classi di particelle della statistica quantistica, i fermioni.
Dopo aver ricevuto il premio Nobel, Fermi andò a Copenaghen da Bohr per imbarcarsi insieme alla moglie Laura Capon il 24 dicembre 1938 sul transatlantico Franconia diretto a New York, dove arrivò il 2 gennaio 1939. Egli rimase in un primo momento a New York presso la Columbia University, dove il 25 gennaio dello stesso anno fece parte di un team sperimentale che nel seminterrato dell'università condusse il primo esperimento di fissione nucleare negli Stati Uniti. Fermi verificò gli esperimenti iniziali di Hahn e Strassmann sulla fissione nucleare con l'aiuto di Dunning e Booth e, trasferitosi a Chicago, cominciò la costruzione della prima pila nucleare, la Chicago Pile-1. In un discorso tenuto nel 1954, quando si pensionò da Presidente della Società Americana di Fisica, ricordò l'inizio del progetto: «Ricordo vividamente il primo mese, il gennaio 1939, cominciai a lavorare ai laboratori Pupin e tutto quanto cominciò ad accadere molto velocemente. In quel periodo, Bohr era stato chiamato per una serie di conferenze a Princeton e ricordo che un pomeriggio Willis Lamb tornò da una di esse davvero entusiasta e disse che Bohr si era lasciato sfuggire di bocca novità importantissime: la scoperta della fissione nucleare e a grandi linee la sua interpretazione del fenomeno. Poi, ancora più avanti lo stesso mese, ci fu un incontro a Washington dove fu valutata la possibile applicazione del fenomeno della fissione appena scoperto come arma nucleare».
Nel suo saluto all'American Physical Society, Fermi disse anche: «Bene, arriviamo a Pearl Harbor. A quel tempo lasciai la Columbia University, e dopo alcuni mesi di andirivieni fra Chicago e New York, mi stabilii a Chicago per continuare là il lavoro, e da allora in avanti, con rare eccezioni, il lavoro alla Columbia si concentrò sulla fase del progetto dell'energia atomica iniziato da Booth, Dunning e Urey intorno al 1940, inerente alla separazione degli isotopi».
Fu Fermi così a risolvere il primo grande ostacolo scientifico del Progetto Manhattan, il 2 dicembre 1942 alle 14:20 ora locale, quando nel campo da racquets situato sotto le tribune ovest dello stadio abbandonato Alonzo Stagg Field del campus dell'Università di Chicago il gruppo da lui guidato iniziò la prima reazione nucleare a catena auto-alimentata (Chicago Pile-1). Un messaggio in codice ("Il navigatore italiano è giunto nel nuovo mondo") fu inviato da Arthur Compton a James B. Conant, presidente del Comitato di ricerca per la difesa nazionale, per avvisarlo che l'esperimento aveva avuto successo. La messa in funzione della Chicago Pile 1 è da tutti considerata come il momento in cui è iniziata l'era dell'energia nucleare. Fermi fu presente quando il reattore "X-10 Graphite" a Oak Ridge, nel Tennessee, divenne critico nel 1943, e quando il "Reattore B" nel sito di Hanford lo fece l'anno successivo. Al Los Alamos National Laboratory, diresse la divisione F, parte della quale lavorò alla bomba a fusione termonucleare (la "Super") di Edward Teller.
Dopo la resa della Germania l'8 maggio 1945, i dubbi degli scienziati impegnati nel Progetto Manhattan erano cresciuti però di intensità. A Chicago, nei giorni immediatamente successivi alla fine della guerra in Europa, Arthur Compton nominò un comitato per affrontare la questione dell'uso della bomba, formato da vari scienziati del Metallurgical Laboratory, fra i quali lo stesso Szilard, e presieduto da James Franck, un fisico tedesco di grande valore, immigrato negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni antisemite dei nazisti. All'inizio di giugno del 1945 il rapporto finale, noto come Rapporto Franck anche se stilato in massima parte da Szilárd, fu recapitato urgentemente al ministro della guerra Henry Stimson perché lo inoltrasse al presidente Truman. Nel rapporto si sconsigliava l'uso delle bombe atomiche contro il Giappone e si suggeriva una dimostrazione incruenta della nuova arma.
Non essendo giunto alcun riscontro al Rapporto Franck, Szilárd decise di scrivere una petizione al presidente Truman, e la fece circolare fra gli scienziati del Metallurgical Laboratory, raccogliendo 53 firme. Ne inviò poi alcune copie ai laboratori di Oak Ridge e di Los Alamos, con una lettera di accompagnamento in cui scriveva: «Per quanto limitata sia la possibilità che la nostra petizione possa influire sul corso degli eventi, io personalmente sento che sarebbe importante se un vasto numero di scienziati che hanno lavorato in questo campo si esprimesse pubblicamente con chiarezza e sicurezza sull'opposizione per motivi morali all'uso di queste bombe nell'attuale fase della guerra», ma a Los Alamos la petizione di Szilárd non venne fatta circolare. Inviata da Szilárd attraverso i canali istituzionali, la petizione non raggiunse mai Truman perché «la questione dell'uso della bomba era stata già pienamente affrontata e risolta dalle autorità competenti».
La decisione fu presa al massimo livello politico, ma Fermi e gli altri leader scientifici del Progetto Manhattan svolsero comunque un ruolo importante nel processo decisionale: due mesi prima, nel maggio del 1945, Truman aveva infatti creato un'apposita commissione, nota come Interim Committee per affrontare la questione dell'eventuale uso della bomba atomica. L'Interim Committee fu affiancato da una commissione scientifica composta da quattro scienziati di primo piano del Progetto Manhattan: Oppenheimer, Fermi, Lawrence e Compton, che avevano la responsabilità delicatissima di dare consigli tecnici sull'uso dell'arma nucleare contro il Giappone. I quattro scienziati ricevettero da Stimson il Rapporto Franck ma non lo trovarono convincente.
La raccomandazione di Fermi e degli altri leader del progetto convinse i membri dell'Interim Committee che il 21 giugno approvarono all'unanimità i seguenti provvedimenti:
- la bomba dovrà essere usata contro il Giappone al più presto;
- dovrà essere usata su un doppio bersaglio, cioè su installazioni militari o impianti bellici circondati o adiacenti ad abitazioni;
- dovrà essere usata senza preavviso sulla natura dell'arma.
Era tra gli scienziati presenti al test nucleare Trinity il 16 luglio 1945, la prima esplosione nucleare della storia, dove fu usato il suo "metodo Fermi" per stimare la resa della bomba:
«Circa 40 secondi dopo l'esplosione il getto d'aria mi raggiunse. Ho provato a stimarne la forza facendo cadere da circa sei piedi piccoli pezzi di carta prima, durante e dopo il passaggio dell'onda d'urto. Poiché in quel momento non c'era vento, potevo osservare molto distintamente e misurare effettivamente lo spostamento dei pezzi di carta che stavano cadendo mentre l'esplosione passava. Lo spostamento era di circa 2 metri e mezzo, che, all'epoca, stimai corrispondesse all'esplosione che sarebbe stata prodotta da diecimila tonnellate di T.N.T..».
Il 15 luglio, nella notte della vigilia dell'esperimento "Trinity", per allentare la tensione, Fermi propose ai suoi colleghi di fare una scommessa sulla possibilità che la bomba incendiasse o meno l'atmosfera, e, in caso accadesse, se ciò avrebbe distrutto solo lo stato del New Mexico o l'intero pianeta.
Fermi fu eletto membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti nel 1945. Dopo la guerra gli fu offerta e accettò la cattedra di fisica Charles H. Swift presso l'Università di Chicago, e divenne membro del nuovo istituto per gli studi nucleari di quell'università.
Il Progetto Manhattan fu sostituito dalla Commissione per l'energia atomica (AEC) il 1º gennaio 1947 e Fermi fece parte del Comitato consultivo generale, l'influente comitato scientifico presieduto da Robert Oppenheimer. Dopo la detonazione della prima bomba sovietica a fissione nucleare nell'agosto del 1949, si oppose fermamente allo sviluppo di una bomba all'idrogeno, per motivi sia morali sia tecnici.
Nell'estate del 1949, Fermi tornò brevemente in Italia per partecipare a una conferenza sui raggi cosmici che si tenne a Como dove ebbe modo di rivedere alcuni colleghi e amici tra i quali Amaldi, Bernardini, Pontecorvo, Segrè. Dopo la conferenza, organizzata dall'Accademia dei Lincei, prima di tornare negli USA, Fermi tenne anche alcune lezioni a Roma e Milano. Le lezioni, raccolte dagli assistenti delle due università, furono pubblicate nel 1950.
Fermi tornò nuovamente in Italia, per l'ultima volta, già gravemente malato, pochi mesi prima di morire, nel 1954 per tenere un corso di lezioni sulla fisica dei pioni e dei nucleoni a Varenna presso villa Monastero, sul lago di Como. La stessa villa è ora sede della Scuola internazionale di fisica, intitolata allo scienziato italiano.
Il 28 novembre 1954 Fermi morì di tumore dello stomaco a Chicago e venne sepolto nel locale Oak Woods Cemetery. Aveva 53 anni. Di lui Eugene Wigner scrisse: «Dieci giorni prima che Fermi morisse mi disse: "Spero che non duri molto". Si è riconciliato perfettamente con il suo destino».
Il professor Edoardo Amaldi ebbe a dire, durante la commemorazione tenuta a classi riunite il 12 marzo 1955 dall'Accademia dei Lincei: «La sua opera scientifica è così poderosa e geniale, le conseguenze pratiche di alcuni dei suoi lavori sono così importanti e gravi che facilmente chi non abbia avuto la fortuna di conoscerlo è portato a farsi di lui un'immagine molto diversa dal vero. Solo i parenti e gli amici, solo coloro che l'hanno conosciuto sanno che, se da un lato era difficile separare in Enrico Fermi i vari aspetti di scienziato, di ricercatore, di maestro e di uomo, poiché intimamente fusi tra loro, d'altro canto la sua semplicità di gusti e di maniera di vivere, la sua calma serena di fronte ai problemi della vita, la sua mancanza di qualsiasi posa o stranezza di carattere furono qualità umane ancora più notevoli per il contrasto con le sue eccezionali qualità di scienziato.»
Una lapide commemorativa lo ricorda nella basilica di Santa Croce a Firenze, nota anche come il Tempio dell'itale glorie per le numerose sepolture di artisti, scienziati e personaggi importanti della storia italiana.
Fermi fu un uomo estremamente brillante, dall'inusuale elasticità mentale e senso comune. Fu un teorico veramente dotato di talento, come dimostra la sua teoria sul decadimento beta. Ebbe lo stesso talento anche sul lavoro in laboratorio, procedendo velocemente e con un grande intuito. Sostenne che fu la sua velocità in laboratorio ad averlo portato al Nobel, e che le stesse scoperte a cui lui era arrivato presto sarebbero state fatte da qualcun altro: lui ci era semplicemente arrivato prima.
Nel 1933 propose il suo famoso studio sul decadimento beta alla rivista scientifica Nature, ma l'editore della rivista lo respinse perché «...conteneva speculazioni che erano troppo distanti dalla realtà». Per questo, Fermi pubblicò la sua teoria in italiano e in tedesco.
Comprese immediatamente l'importanza dei calcolatori elettronici, come risultò dal problema di Fermi–Pasta–Ulam–Tsingou. Non dimenticò mai di essere un precursore dei suoi tempi, ed era solito dire ai suoi allievi preferiti: «Non siate mai i primi, cercate di essere secondi».
“THE GADGET”
The Gadget (in italiano "l'arnese") fu il nome in codice della prima bomba atomica realizzata e costruita nell'ambito del progetto Manhattan che fu fatta poi esplodere con successo nel primo test nucleare della storia.
Tale dispositivo era un prototipo che sarebbe servito a testare le diverse tecnologie che sarebbero in seguito state impiegate per la realizzazione delle prime armi nucleari. A differenza di Little Boy, per questa bomba (il cui nocciolo era composto da due semisfere di plutonio) fu sviluppato un apposito meccanismo "a lente d'implosione".
I primi tentativi di sviluppare un'arma con una testata nucleare risalgono al 1939 ma non fu prima del 1942 che tali studi si poterono concretizzare in un unico programma di sviluppo sotto il controllo dell'esercito statunitense nell'ambito del progetto Manhattan. All'interno di questo progetto furono quindi coinvolte alcune delle più prestigiose istituzioni degli Stati Uniti, anche se lo sviluppo vero e proprio del sistema d'arma ebbe luogo presso i laboratori di Los Alamos nel Nuovo Messico settentrionale. Ciò nonostante, a causa delle dimensioni di questo progetto, parte del lavoro di ricerca e produzione del materiale fissile dovette essere effettuato presso altri stabilimenti sempre situati all'interno dei confini degli Stati Uniti. Così ad esempio l'arricchimento dell'uranio venne effettuato a Oak Ridge nel Tennessee, mentre la produzione del plutonio ebbe luogo a Hanford nello Stato di Washington, nei pressi di Chicago in Illinois e presso la prestigiosa università di Berkeley in California.
Al contempo parte dei ricercatori concentrò il proprio lavoro nello sviluppo e nella ricerca di metodi efficaci su come riuscire a ottenere una reazione a catena incontrollata, al fine di ottenere un'esplosione quanto più potente ed efficiente. Alcune ricerche condotte negli anni precedenti avevano infatti evidenziato che alcuni isotopi di uranio e plutonio riuscivano a dare luogo a una reazione a catena in grado di autosostenersi, purché vi fosse a disposizione una sufficiente quantità di materiale fissile mantenuto in uno stato supercritico abbastanza a lungo. Tuttavia, vi erano diversi ordini di difficoltà da superare per reperire il materiale fissile e progettare una bomba. L'uranio è presente in natura ma solo il raro isotopo 235 si dimostrò fissile da neutroni lenti (l'uranio naturale ne contiene solo lo 0,7%). Se da un lato la separazione di uranio-235 a partire da quello naturale era possibile sfruttando tecnologie già disponibili a partire dalla metà degli anni trenta, una produzione delle quantità necessarie a una bomba sarebbe risultata dal punto di vista delle risorse necessarie particolarmente onerosa. Peraltro, all'epoca erano noti almeno tre processi di separazione, ma non era chiaro quale sarebbe risultato il più economico ed efficiente quando applicato su larga scala.
Viceversa la produzione di plutonio-239 necessitava di tecnologie completamente nuove. Il plutonio è un elemento transuranico pressoché inesistente in natura, ma poteva essere prodotto in un reattore nucleare per irraggiamento di uranio naturale con neutroni. Pertanto la sua produzione su scala industriale apparve più promettente. D'altronde già la realizzazione del primo reattore nucleare nel 1942 condotta sotto la supervisione di Enrico Fermi aveva non solo dimostrato la possibilità di condurre un processo di fissione nucleare controllata, ma anche la realizzabilità di un tale impianto. Di conseguenza scienziati e vertici militari presero in considerazione lo sviluppo e la realizzazione in contemporanea di due tipologie di armi nucleari, una con nocciolo di uranio 235 e una di plutonio.
Analogamente a quanto si era fatto per la bomba contenente l'uranio, si era inizialmente pensato di sviluppare una bomba con metodo di innesco di tipo "balistico" o "a cannone" anche detto "gun type" denominata "Thin Man". Il suo sviluppo però fu interrotto quando nel 1943 Emilio Segrè scoprì che, mentre le prime quantità di plutonio prodotto dal ciclotrone di Berkeley erano composte dall'isotopo 239 sufficientemente puro, il reattore nucleare dell'impianto di Hanford produceva plutonio-239 contenente impurezze di plutonio-240. La presenza di plutonio-240 miscelato al plutonio-239 avrebbe infatti reso una bomba "a cannone" molto instabile e pericolosa dato che il tasso di fissione spontanea del materiale nucleare sarebbe stato troppo elevato. I calcoli rivelarono pertanto che la bomba sarebbe esplosa precocemente e con molta inefficienza, sviluppando una frazione dell'energia che avrebbe dovuto liberare nell'esplosione. Allo stesso tempo, anche l'eventualità di separare i due isotopi di plutonio con un procedimento di diffusione gassosa simile a quello che veniva utilizzato per arricchire l'uranio presso l'Oak Ridge National Laboratory del Tennessee fu rigettato in quanto troppo oneroso.
Si decise pertanto di ideare una bomba dove il plutonio raggiungeva la massa critica tramite un'implosione. Di conseguenza, la progettazione di un meccanismo per l'implosione fu al centro degli sforzi dei fisici del Los Alamos National Laboratory mentre per la produzione e purificazione del plutonio presso l'impianto di Hanford si utilizzarono tecniche sviluppate in parte da Glenn Seaborg.
La testata dell'arma era composta dal cosiddetto "Christy Gadget", ossia il vero e proprio ordigno nucleare, composto da due semisfere di plutonio di circa dieci centimetri di diametro costituite da poco meno di otto chilogrammi di plutonio contenente per il 96% isotopi di plutonio-239. A sua volta questa sfera era circondata da un involucro di uranio-238 e da circa 2.250 chilogrammi di esplosivo convenzionale di due tipologie diverse, una a detonazione lenta e una a detonazione veloce, a formare una lente esplosiva, capaci di produrre un incremento di densità del nocciolo perfettamente simmetrico, tale da renderlo pari a cinque masse critiche. Infine il numero complessivo di detonatori a filo esplodente posti sulla sua superficie esterna era di trentadue.
IL PRIMO TEST NUCLEARE "Trinity"
Dato il complesso meccanismo di innesco di questo tipo di bomba, dovuta alla necessità di una elevata sincronizzazione delle detonazioni degli esplosivi convenzionali, si ritenne necessario effettuare una prova prima di un suo utilizzo per fini bellici.
Per la prima detonazione nucleare della storia venne quindi scelto il nome in codice "Trinity" (in italiano "Trinità"). Nel marzo del 1944 la pianificazione del test fu assegnata al professore Kenneth Bainbridge, docente presso l'università di Harvard. A Bainbridge spettò assieme a George Kistiakowsky il compito di individuare un sito adatto a effettuare un test ritenuto ad alto rischio che potesse garantire al contempo sia un elevato livello di segretezza sia i margini di sicurezza necessari per effettuare una detonazione di elevata potenza. Dopo un'attenta analisi e dopo aver scartato come possibili siti per un test San Nicolas Island, Padre Island e la San Luis Valley, la scelta del sito cadde su una zona a nord del White Sands Missile Range, una base militare vicina a Alamogordo nel Nuovo Messico.[4] La località esatta (33°40′30″N 106°28′30″W) è situata nel deserto di Jornada del Muerto, a 56 chilometri a sud-est della città di Socorro, tra Carrizozo e la unincorporated area di San Antonio. "The Gadget" venne fatta quindi detonare alle 05:29:45 (ora locale) del 16 luglio 1945 alla presenza della maggior parte degli scienziati e dei militari coinvolti. L'evento fu osservato da un campo base posto sedici chilometri a sud-est della torre utilizzata per il test. La bomba esplose secondo le previsioni, con una potenza di 19-21 chilotoni e un rendimento dalle due alle quattro volte superiore a quello inizialmente previsto. Sul sito del test, in seguito all'esplosione, si formò un residuo vetroso al quale, una volta rinvenuto, venne dato il nome di "trinitite" (altrimenti noto come "vetro di Alamogordo" oppure "atomite"). Il Trinity test è unanimemente considerato come il momento in cui "il genio è uscito dalla bottiglia", dando così inizio all'era degli armamenti nucleari.
Il rapporto ufficiale sul Trinity Test fu stilato dal generale Farrell il quale riportò che l'esplosione causò un bagliore paragonabile a una frazione della luce emessa dal sole a mezzogiorno. Nonostante la segretezza del test alcune persone divennero casualmente testimoni di questa esplosione. Così ad esempio il giorno seguente i giornali locali del Nuovo Messico riportarono che un ranger in servizio a circa 240 km dal luogo dell'esplosione avrebbe visto un intenso lampo di luce in lontananza seguito da una forte esplosione riconoscibile dal forte boato mentre all'orizzonte si alzava una nube nera. Sempre quella stessa mattina anche John R. Lugo, un pilota della Marina in volo da Albuquerque verso la costa occidentale degli Stati Uniti, informò il controllo del traffico aereo di aver appena visto un'enorme esplosione a sud.[6] Seppur il controllo aereo non lo avesse informato sul test in corso, gli fu comunque ordinato di non dirigersi verso sud. In seguito a questi e altri avvistamenti dell'esplosione la Alamogordo Air Base decise di rilasciare una dichiarazione stampa nella quale si informava la popolazione che la causa di tale esplosione era dovuta a un incidente avvenuto in un deposito d'armi, nel corso del quale però non vi sono stati morti o feriti. La segretezza del progetto Manhattan vietava la diffusione di informazioni sullo sviluppo di questo sistema d'arma, almeno fino a quando l'arma non fosse stata impiegata per la prima volta in un teatro bellico.
Gli esiti del test furono infine comunicati anche al presidente Truman il 16 luglio. All'epoca Truman si trovava alla Conferenza di Potsdam. Per evitare che informazioni potessero trapelare, fu informato utilizzando un messaggio in codice che recitava:"Operated this morning. Diagnosis not complete but results seem satisfactory and already exceed expectations... Dr. Groves pleased" (Operato stamani. Diagnosi non completa ma risultati appaiono soddisfacenti e in ogni caso oltre le aspettative. Dr. Groves soddisfatto). Informazioni sul Trinity test vennero infine rese pubbliche solo dopo il bombardamento di Hiroshima tramite il cosiddetto Smyth Report che divulgò alcune informazioni sul test. La prima immagine della detonazione fu invece pubblicata dalla Princeton University all'interno di una pubblicazione che conteneva una fotografia della sfera di fuoco che l'esplosione aveva generato.
Nel 1952 il sito dell'esplosione fu decontaminato rimuovendo la sabbia vetrificata anche nota come trinitite che si era formata in seguito all'elevata temperatura dovuta all'esplosione sulla superficie del terreno. Il 21 dicembre 1965 il sito fu dichiarato National Historic Landmark, ponendo quindi questo luogo sotto tutela. Il complesso posto sotto tutela comprende il campo base nel quale furono alloggiati gli scienziati, ground zero e il McDonald Ranch House dove invece fu assemblata la testata. Anche uno dei bunker costruiti per la strumentazione è ancora visibile.
I primi 650 visitatori ebbero occasione di visitare il sito nel 1953 e da allora il sito apre al pubblico due volte l'anno, il primo sabato d'aprile e il primo sabato d'ottobre. Il livello di radiazioni della zona, a distanza di oltre 70 anni, risulta maggiore del normale, anche se la dose alla quale si espongono i visitatori durante una visita di un'ora è circa la metà della dose giornaliera di radiazioni alla quale una persona adulta è esposta nel corso di una giornata. Il punto esatto dell'esplosione è segnalato da un monumento di roccia vulcanica alto 3,65 metri.
LA SPIA SOVIETICA Fuchs
Klaus Emil Jules Fuchs (Rüsselsheim am Main, 29 dicembre 1911 – Berlino Est, 28 gennaio 1988) è stato un fisico tedesco naturalizzato britannico, emigrato nel Regno Unito all'avvento del nazismo.
Considerato la più grande mente teorica dopo Albert Einstein, fu arrestato nel 1950 dagli agenti di Scotland Yard con l'accusa di aver ceduto all'Unione Sovietica i segreti della bomba atomica e della bomba all'idrogeno.
Nato a Russelsheim, vicino a Francoforte, da padre luterano e ardente pacifista, Fuchs aderì al partito comunista da quando era studente alla facoltà di scienze. Fu prima agente del GRU e poi del commissario agli Interni (NKVD-NKGB); in campo atomico fu la spia più importante dell'Unione Sovietica. Quando Hitler conquistò il potere, Fuchs riparò in Francia e poi in Inghilterra, dove continuò gli studi all'Università di Bristol per poi laurearsi all'Università di Edimburgo. Cittadino britannico dal 1942, Fuchs entrò a far parte dell'équipe di scienziati del laboratorio di Harwell per le ricerche atomiche, e fu messo a capo di un dipartimento. Sospettato di spionaggio, fu sottoposto a lunghissimi interrogatori finché confessò di aver passato all'Unione Sovietica i disegni della bomba atomica e i progetti relativi alla bomba all'idrogeno. Quando gli fu chiesto perché avesse tradito il Paese che lo aveva ospitato ed aiutato, Fuchs rispose: «perché avevo fiducia nella politica russa». Fu condannato a 14 anni, 5 dei quali condonati. Uscì dal carcere di Wakerfield nel 1959, ritornando poi in patria, a Lipsia, nella Germania dell'Est.
All'epoca della sua cattura, e in base agli elementi emersi dalla successiva inchiesta, fu esplicitamente dichiarato che, senza le essenziali informazioni fornite da Fuchs, l'Unione Sovietica avrebbe forse tardato parecchi anni a produrre un proprio deterrente nucleare, una situazione che avrebbe modificato in modo sensibile l'equilibrio mondiale di quegli anni. Nel 1979 gli fu insignita l’onoreficenza all’ORDINE DI KARL MARX.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo:
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni,
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Matefilia, Wikipedia, You Tube)
Nessun commento:
Posta un commento