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LA SOSTA NELLA CITTA’ GIULIANA
Nella mattinata di lunedì 2 ottobre 2023, dopo circa quattro giorni di navigazione, nave Trieste ha fatto ingresso nel bacino numero 4 dell’Arsenale Triestino "San Marco" dove è stata sottoposta a lavori di carenaggio e approntamento del sistema di combattimento.
Così è iniziata la prima "visita" della futura Landing Helicopter Dock (LHD) della Marina Militare nell’omonima città giuliana.
Nave Trieste è stata varata il 29 maggio 2019 nella città di Castellammare di Stabia e successivamente trasferita agli stabilimenti Fincantieri di Muggiano (La Spezia) dove, dal gennaio 2020, continua i lavori di allestimento, interrotti solo da lavorazioni in bacino di carenaggio nella città di Palermo nell’estate 2022.
IL MOTTO: "Fulge super mare"
LHD Trieste, il cui motto è "Fulge super mare", rappresenta la prima unità del suo genere nella cantieristica navale nazionale. E’ sicuramente un prototipo di 245 metri di lunghezza e un dislocamento di 38.000 tonn. Possiede spiccate capacità di proiezione dello strumento militare e di condurre operazioni di assalto anfibio assicurando una prolungata persistenza in area di operazioni con elevata autonomia logistica. Nave Trieste è la seconda unità della MMI a fregiarsi di tale nome dopo l’incrociatore Trieste della Regia Marina che entrò in servizio nel 1929 con il motto "Redenta Redimo".
La sosta presso la città giuliana ha impegnato nave Trieste fino alla metà novembre; alla data del 16 novembre 2023 era già all'altezza di Napoli procedendo alla velocità di 26,9 nodi; l’unità sta rientrando al Muggiano di La Spezia in attesa di essere finalmente completata e consegnata alla Marina Militare nella primavera 2024.
Una serie di attività di preconsegna sono consistite in pitturazioni, interventi di meccanica e altri lavori vari.
E’ stata varata nel maggio del 2019 a Castellammare di Stabia, e nell’agosto del 2021 ha iniziato le prime prove in mare. Tecnicamente definita Landing Helicopter Dock (LHD), l’unità rientra nell’importante quadro del programma navale di rinnovamento della flotta militare d’altura italiana, avviato con la legge di stabilità 2014, “al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale”.
NAVE TRIESTE HA:
- una lunghezza fuori tutto di 245 metri,
- un dislocamento di circa 38.000 tonnellate a pieno carico,
- un ponte di volo lungo 230 metri e largo circa 55.
LA PIU’ GRANDE UNITA’ NAVALE DEL DOPOGUERRA
La nave anfibia multiruolo Trieste è la più grande unità navale militare mai costruita in Italia dal dopoguerra a oggi; è stata progettata per svolgere missioni ad ampio spettro, sfruttando le sua intrinseca flessibilità d’impiego e di riconfigurazione di capacita. La nave è in grado di esprimere, senza soluzione di continuità, una rilevante proiezione di forza a lungo raggio, sul mare e dal mare, di molteplici assetti operativi, militari e di supporto umanitario, con elevata prontezza ovunque sia richiesto.
L’unità ospiterà un Comando complesso di Componente Navale (NATO MCC), ovvero un Comando di Task Force Anfibia (CATF), nonché trasportare e proiettare a terra una forza anfibia di circa 600 uomini, impiegando il suo ampio bacino allagabile, impiegando anche i più moderni aeromobili oggi in dotazione alla Marina: F-35B STOV/L, SH-101, SH-90 e i droni AW-HERO. In chiave dual-use, la sua flessibilità d’impiego e la presenza a bordo di un ospedale dotato di capacità diagnostica autonoma, operatoria, e ricovero con possibilità di assicurare trattamento di terapia intensiva, le consentirà di concorrere alle attività interministeriali di soccorso umanitario in occasione di eventi straordinari o calamità naturali.
LA CORSA CONTRO IL TEMPO PER ADEGUARE LE INFRASTRUTTURE PORTUALI
Intanto, è in atto una corsa contro il tempo per aggiornare il molo Varicella 1 e farne l’approdo della LHD Trieste al momento della consegna alla Marina Militare. Momento che avverrà, come già detto, indicativamente verso fine marzo 2024 quando la più moderna, e tecnologicamente audace, nave militare mai costruita in Italia dovrebbe lasciare definitivamente il cantiere Fincantieri del Muggiano ed entrare nella sua prima base di destinazione ed entrare a far parte della Prima divisione navale.
Al momento, l’arsenale marittimo non è in grado di ospitare nave Trieste, che è lunga circa 250metri ed ha una versatilità che rendono necessario l’aggiornamento delle infrastrutture che dovranno farle da casa. Classificata LHD – Landing Helicopter Dock – non ha solo la natura di ponte di volo facilmente identificata dalla doppia isola, una per la gestione della nave e una per le operazioni di volo, che ne rendono immediatamente riconoscibile il profilo.
Al suo interno si trova anche un bacino allagabile per i mezzi anfibi, un ponte garage in grado di ospitare 1200 metri lineari di veicoli gommati e cingolati (LEOPARD 2-A8, C-2 ARIETE, CENTAURO-2, veicoli anfibi VBB etc..), sia civili che militari, un ospedale che punta alla massima certificazione Nato. Questo comporta che, imbarcati reparti di volo, Brigata San Marco e Comsubin, il Trieste arriva in pratica a raddoppiare il proprio equipaggio base.
La progettazione del nuovo Varicella 1, completata da Politecna Europa srl di Torino a fine 2022, prevede innanzitutto la realizzazione di una cabina elettrica, di una gru porta cavi e del cunicolo impiantistico per garantire l’alimentazione elettrica della nave in porto. Per sfruttare le caratteristiche di nave anfibia, serve poi la creazione di una rampa in asfalto per le manovre ro-ro.
Il vecchio molo non basta più e risulterebbe al momento scartata l’ipotesi di una soluzione ponte, come fu per il Cavour, anch’esso transitato dall’arsenale spezzino prima di essere assegnato a Taranto. E’ in questo caso un altro il problema di fondo – è proprio il caso di dirlo – per la darsena Duca degli Abruzzi, ovvero la necessità di dragaggio. Il Trieste ha infatti un pescaggio dichiarato di 7 metri, troppi per la base spezzina. A circa quattro mesi e mezzo dalla consegna, le cose da fare sono parecchie insomma.
La nave è stata inviata nella città giuliana per fare bacino, vista l’indisponibilità di Palermo, ma è già tornata a La Spezia a metà novembre, come reso noto dalla stessa Marina Militare. Poi, gli ultimi mesi di lavori prima dell’ingrasso in servizio operativo.
Per due anni la nave ha solcato il mare spezzino per le prove in mare, che si sono rivelate ovviamente complesse vista l’originalità progettuale. Il rischio ad oggi è che al Muggiano rimanga anche dopo la data di consegna se il Varicella 1 non dovesse essere approntato in tempo. In questo senso sono già avvenuti incontri tra l’azienda e la Marina Militare per definire i profili, anche economici, dell’eventuale approdo.
LA PRIMA NAVIGAZIONE VERSO L’ESTREMO ORIENTE?
Per quanto riguarda la vita operativa, il Trieste potrebbe presto puntare verso l’Estremo Oriente per essere testato su una lunga navigazione e per svolgere quella naval diplomacy che, in un mondo sempre più in conflitto, significa anche contatti a livello industriale. Lo dimostra la recente missione del PPA Morosini, che ha sicuramente attirato l’interesse di alcune marine del Sud Est Asiatico all’acquisto dei pattugliatori polivalenti d’altura (Indonesia?), altra classe di navi con forte spinta all’innovazione creata sull’asse Fincantieri-Leonardo-Marina.
NEL LUNGO PERIODO: DESTINAZIONE BRINDISI!
Nel lungo periodo il Trieste sembra destinato in ogni caso lasciare la Spezia. Il porto di assegnazione in futuro potrebbe essere Brindisi, dove oggi fanno base le navi anfibie a fine carriera della classe Santi. A inizio settembre l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Marina Militare hanno firmato un protocollo per l’utilizzo di una nuova banchina che sorgerà nella parte esterna del porto pugliese. Serviranno anni per realizzarla. Secondo fonti della Marina Militare, il Trieste resterà a La Spezia fino al 2029.
MANCANO POCHI MESI ALLA CONSEGNA
Mancano ormai pochi mesi per la consegna alla Marina Militare italiana della LHD Trieste. A marzo, infatti, vedrà il battesimo del mare la più grande nave da guerra italiana costruita dopo le corazzate classe Littorio della Seconda Guerra Mondiale. La futura grande nave multiruolo italiana è una delle navi più grandi e tecnologicamente avanzate nel suo genere in tutto il mondo, essendo progettata per essere una nave multifunzionale in grado di svolgere una varietà di missioni diverse. Oltre a fungere da portaerei, può anche svolgere il compito di nave d’assalto anfibia, trasportare veicoli e truppe in località remote.
La nave, costruita presso i cantieri Fincantieri di Castellammare di Stabia (Napoli), è stata impostata sullo scalo di alaggio il 20 febbraio 2018 (la prima lamiera è stata tagliata il 12 luglio 2017), successivamente trasferita agli stabilimenti Fincantieri di Muggiano (La Spezia) e varata il 25 maggio 2019. Nel gennaio 2020 sono iniziati i lavori di allestimento, interrotti solo da lavorazioni in bacino di carenaggio nella città di Palermo nell’estate 2022.
La nave può ospitare poco più di mille persone, compresi 604 militari di fanteria con la loro attrezzatura completa. All’interno è stato predisposto un sistema di gru e rampe per la movimentazione di merci e veicoli, oltre a elicotteri SH-101 e SH-90 e aerei da combattimento F-35 B STOV/L. L’elettronica e le armi sono per lo più di produzione nazionale e ospiteranno 460 membri dell’equipaggio, oltre al i suddetti 604 fanti e personale di volo.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Marine traffic, Ilmarenelcuore, Adriaports, Cittadellaspezia, Triesteallnews, Difesa.forumfree, Sergio garufi, Wikipedia, You Tube)