mercoledì 19 dicembre 2018

La mitragliatrice Beretta MG 42/59




MG 42 / 59: La mitragliatrice Beretta MG 42/59 è una variante italiana della MG3 della Bundeswehr, a sua volta una copia ricalibrata della MG 42 tedesca della seconda guerra mondiale.




L'arma, prodotta su licenza dalla Beretta, con parti prodotte dalla Whitehead Motofides e dalla Franchi, è denominata MG 42/59 dall'anno della sua introduzione in servizio, il 1959 e adottata dall'Esercito Italiano. La modifica principale rispetto alla versione originale riguarda il calibro, che è passato dal 7,92 × 57 mm Mauser al 7,62 × 51 mm NATO. Inoltre si è ridotta sensibilmente la celerità di tiro, con l'installazione di due diversi otturatori e ammortizzatori, con l'effetto di variare la cadenza di fuoco. Si tratta di un'arma a funzionamento automatico a corto rinculo di canna e alimentazione a nastro continuo o assemblato in moduli da 50 colpi. Arma molto versatile, può essere usata con bipede come arma di squadra, con un raggio d'azione di 300 metri, su treppiede per postazione fissa con un raggio d'azione di 600 metri o montata su veicoli come arma di bordo di cui il massimo raggio di tiro è di 3000 metri.


Nella versione sviluppata dalla Beretta una delle modifiche fondamentali, oltre al cambio di calibro, è stata la modifica dell'otturatore, essendo stata dotata di otturatore intercambiabile per aumentare o diminuire la cadenza di tiro ed è stata equipaggiata con un otturatore che dal peso originale di 800 grammi è passato a quello di 1200 proprio per rallentare la sua azione, poiché uno svantaggio dell'arma originale era il surriscaldamento della canna che non garantiva una raffica superiore ai 250 colpi.
L'arma è stata ampiamente sostituita nella versione da supporto di squadra dalla FN Minimi belga, mentre è ancora ampiamente in uso montata su veicoli ed elicotteri e costituisce l'equipaggiamento anche di guardacoste della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera e di unità litoranee di Polizia e Carabinieri.


In previsione dell'imminente sostituzione dell'armamento leggero dell'Esercito Italiano, prima dell'adozione della Minimi, la Stabilimento Militare Armi Leggere (SMAL) di Terni aveva progettato e realizzato un kit di modifica della mitragliatrice MG 42 calibro 7,62 mm al calibro 5,56 × 45 mm al fine di riutilizzare le MG già in dotazione. L'arma risultò funzionare discretamente dopo pochi mesi e la modifica fu dotata di brevetto, seppure fossero necessari ulteriori miglioramenti. Il progetto non fu industrializzato poiché l'arma nella versione modificata aveva pressappoco lo stesso peso della MG 42/59, risultando decisamente più pesante rispetto alle più moderne e ben collaudate mitragliatrici calibro 5,56 NATO di produzione più recente.

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L'MP 40, abbreviazione del tedesco Maschinenpistole 1940




L'MP 40, (abbreviazione del tedesco Maschinenpistole 1940, in italiano "pistola mitragliatrice 1940") impropriamente soprannominato Schmeisser, è una pistola mitragliatrice sviluppata e prodotta in massicce quantità durante la seconda guerra mondiale dalla Germania.


L'arma ebbe una notevole influenza sullo sviluppo delle pistole mitragliatrici durante il conflitto, sia per le modalità di produzione all'epoca avveniristiche, sia per l'architettura generale che fissò lo standard della sua categoria.

L'MP 40 deriva dall 'MP 38, che a sua volta è un'evoluzione del 'MP 36, un prototipo interamente realizzato in metallo del quale rimangono pochi esemplari. L'MP 36 fu realizzato dall'azienda tedesca Erma-Werke, per soddisfare la richiesta del governo tedesco di una nuova arma automatica; successivi miglioramenti portarono all'MP 38. L'ideatore dell'MP 38 fu Heinrich Vollmer.



L'arma appariva futuristica per l'epoca: rispetto a tutti i moschetti automatici del tempo, compresi i MP 18, MP 28, MP 34 e MP 35 tedeschi, realizzati con lunghe e complesse lavorazioni alla macchina utensile e muniti di ingombranti calciature in legno come quelle dei fucili, l'MP 38 introduceva dei concetti rivoluzionari, ma era realizzato tramite fresatura dal pieno e con impugnatura in lega di alluminio per contenere il peso. Dopo l'inizio della Seconda Guerra mondiale venne introdotta l'MP40, semplificata nella costruzione e nell'uso di materiali più economici. Prodotta con largo uso di lamiere stampate e tranciate (procedimento non comune, all'epoca), adatta alla produzione su vasta scala, con un calcio a stampella ripiegabile sotto il fusto che era rivestito in bachelite o materiale sintetico. La canna era provvista di un sottocanna di protezione prevedendo l'uso sul bordo delle fiancate dei mezzi blindati, quindi particolarmente adatta a truppe meccanizzate come i Panzergrenadiere di recente formazione.Venne prodotto dalla Erma-Werke (codici 27, ayf), Haenel (codici 122, fxo), Steyr (codici 660, bnz). Diversi furono i fornitori di parti d'arma, come da sinergia nella produzione bellica tedesca.

Di particolare interesse era l'abbinamento otturatore-molla di recupero dell'arma: poiché il calcio ripiegabile a stampella era molto pratico ma non altrettanto stabile nel tiro a raffica rispetto alla calciatura in legno, Vollmer ideò una particolare molla di recupero telescopica in tre parti, che durante il tiro automatico, rinculando all'indietro, si inserivano l'una nell'altra smorzando notevolmente il rinculo. Per il resto, il funzionamento era la tradizionale massa battente, data la bassa potenza della munizione da pistola impiegata, la 9 × 19 mm Parabellum.





L'MP 38 non aveva nessun congegno di sicurezza meccanico sulla leva di scatto. Nell'MP40 era invece presente un intaglio a "L" sulla scanalatura di armamento presente sul lato sinistro dell'arma, che serviva a bloccare la manetta di armamento in posizione di apertura: in questo modo, anche premendo il grilletto l'otturatore non poteva avanzare e causare lo sparo, pur restando armato. Al momento di fare fuoco il tiratore svincolava la manetta d'armamento dall'intaglio di sicurezza e l'otturatore era così libero di scattare in avanti non appena si premeva il grilletto.
All’inizio della II guerra mondiale, arrivò l’MP40 di costruzione più semplice e dai costi più ridotti. Si usavano lamiere stampate e tranciate che permettevano la produzione di massa. Il calcio a stampella era ripiegabile sotto il fusto che era rivestito in bachelite. La canna aveva un sottocanna di protezione prevedendo l’uso sul bordo delle fiancate dei mezzi blindati. Venne prodotto dalla Erma-Werke (stampigliature ‘WaA-27’, ‘ayf’), Haenel (‘WaA122’, ‘fxo’ ), Steyr (‘WaA660’, ‘bnz’ .  In calibro 9×19 parabellum, usava il tradizionale otturatore a massa battente con una ‘chicca’ tecnologica: la molla di recupero telescopica era divisa in tre parti che si inserivano l’una nell’altra smorzando il rinculo. Un espediente che il progettista utilizzò proprio per ovviare i problemi di controllo dell’arma dovuti all’assenza della calciatura in legno.

La MP38, utilizzata largamente fin dall’invasione della Polonia, evidenziava un difetto sostanziale di sicurezza: il funzionamento a massa battente senza alcuna sicurezza per lo sparo accidentale, determinava diversi incidenti tra i soldati. Fu risolto adottando una manetta di armamento sempre  vincolata per ribaditura all’otturatore, ma inserita in un ‘cappuccio’ mobile che poteva andava a bloccare l’otturatore al ricevitore.  I cambiamenti furono incorporati in una versione intermedia (MP 38/40), e poi nell’iniziale produzione dell’MP 40. Durante il corso della guerra furono realizzati oltre un milione di esemplari di tutte queste versioni. Quella che esaminiamo è la 4525 h prodotta da Steyr nel 1942. H è la lettera che indicava le decine di migliaia, quindi si tratta dell’84.525° esemplare di quell’anno (in totale, nel 1942, ne furono distribuiti alla WH-SS oltre 200mila).
L’MP 40 non era arma di truppa (i soldati avevano generalmente il fucile K98, l’Stg44 verso la fine della guerra). La pistola mitragliatrice era assegnata solo ai capisquadra, i sottoufficiali e talvolta agli ufficiali, con precedenza alle unità di prima linea.

L’MP 40 vantava una buona precisione anche a media distanza, con un rinculo abbastanza ridotto. Il tiro, esclusivamente automatico, era molto ben controllabile e un tiratore allenato non aveva difficoltà a esplodere uno-due colpi per volta. L’otturatore telescopico svolgeva egregiamente la sua funzione di “ammortizzatore” del rinculo, anche se richiedeva un’attenta manutenzione e il tiro fino a 50 metri era confortevole e preciso. L’arma fu apprezzata anche da Americani e Russi che la utilizzavano dopo averla requisita ai tedeschi come preda bellica.  
La MP40 ha ispirato anche la celebre pisola mitragliatrice  sovietica PPS-43 e l’M.3 Grease Gun americano. L’ultimo esercito a utilizzarla coma arma ufficiale fu l’esercito norvegese, che la tenne in dotazione alla riserva fino alla fine degli anni ’80.

Versioni:

MP 40/I: versione principale

MP 40/II: modello sperimentale con alimentazione a due caricatori standard da 32 colpi. 

L’MP40/II comparve sui campi di battaglia nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale.

MP 41: una variante ideata da Louis Schmeisser per la Haenel. Aveva un calcio in legno e non era dotato di impugnatura a pistola, ma dotata di selettore di tiro. Gli esemplari prodotti ,furono utilizzati principalmente sul fronte orientale e nei Balcani dalle Waffen-SS e Polizia.

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