domenica 27 gennaio 2019

L'AIM-9 Sidewinder è un missile aria-aria

Il prototipo del missile Sidewinder.


L'AIM-9 Sidewinder è un missile aria-aria (in inglese: AAM - air to air missile) a corto raggio dotato di sistema di guida autocercante a ricerca infrarossa di sorgenti di calore, dalle quali è attirato, inseguendo il bersaglio. Sviluppato e prodotto negli Stati Uniti d'America ed utilizzato da molti tipi di aerei da combattimento, deve il suo nome, Sidewinder (cioè crotalo ceraste), dall'omonimo serpente a sonagli che è in grado di percepire le proprie prede attraverso il calore corporeo che emanano. Il Sidewinder è stato il primo missile guidato aria-aria ad effettuare un abbattimento nel 1958.
Le ultime varianti di produzione sono attualmente in servizio presso molte aviazioni militari ed il progetto originale è stato utilizzato per diverse copie estere.



Nel 1950 un gruppo di tecnici del NOTS (Naval Ordnance Test Station), poi NWC (Naval Weapons Center) diretto dal dottor McLean, studiava il problema della guida infrarossa che avrebbe portato a risultati di rilevanza mondiale. Il gruppo scelse una struttura di soli 12,7 cm per rendere ancora più unica la loro opera, dove infilare l'elettronica necessaria.
Queste ricerche portarono alla firma di un contratto con la Philco nel 1951 per portare avanti il progetto del sistema di ricerca, e due anni più tardi un prototipo, designato XAAM-N-7, venne lanciato con successo contro un bersaglio volante. 
Il nuovo missile raggiunse la piena produzione nel 1956 anche grazie alla General Electric, lo stesso anno in cui l'AAM-N-7 Sidewinder I (il primo nome del missile) entrò nell'organico dell'United States Navy, mentre l'USAF inizialmente decise di usare l'AIM-4 Falcon, anche se successivamente adottò anch'essa il Sidewinder con la denominazione di GAR-8.
La designazione AIM-9 venne assegnata solo nel 1962.



Dopo che uscirono da fabbriche Philco (diventata poi Ford Aerospace) e Raytheon Corporation 80 000 missili ed altri 15 000 furono costruiti dalla BGT, i tentativi di migliorare il missile portarono all'installazione, nel 1963, di un sistema di guida radar semi-attiva (SARH, Semi-Active Radar Homing) nella versione AIM-9C e di un sensore di ricerca ad infrarossi, nel 1965, nella variante AIM-9D. Queste due versioni furono prodotte in 1 000 unità ciascuna fino al 1969. per essere poi convertite nell'AGM-122 Sidearm e per lasciare spazio ai nuovi AIM-9E, convertiti in 5 000 esemplari. dagli AIM-9B.
Dopo che in Europa venne introdotto l'AIM-9F, nel 1970 l'US Navy acquistò 2 120 Sidewinder nella loro più recente versione AIM-9G, per passare poi, due anni più tardi, all'AIM-9H e all'AIM-9J, quest'ultimo costruito in circa 10 000 pezzi.
Si procedette anche alla creazione del prototipo ZAIM-9K, ma il progetto venne bloccato per accelerare l'arrivo della versione AIM-9L, cosa che avvenne nel 1971 e venne prodotto dal 1978 in più di 16 000 esemplari. dalla Ford Aerospace, Raytheon Corporation, BGT e Mitsubishi.
Nel 1982 il continuo miglioramento del Sidewinder portò alla nascita dell'AIM-9M, prodotto in circa 7 000 unità e usato principalmente nelle sue versioni AIM-9M-8 dall'US Navy e AIM-9M-9 dall'USAF.
La versione AIM-9N venne destinata principalmente al mercato fuori dagli Stati Uniti, la cui stessa sorte subì il successivo AIM-9P. L'AIM-9Q fu solo una versione di passaggio con alcune migliorie al sistema di guida prima dell'avvento dell'AIM-9R nel 1986. I primi 65 modelli di preserie furono inviati alla Marina statunitense nel 1990; cinque dei sei collaudi riuscirono. Nel settembre del 1991 l'USAF si ritirò dal programma, calcolando che il costo di 103 000 unità fosse troppo elevato, infatti il costo unitario era stimato dai 70 000 $ fino ai 180 000 $. A quel punto anche la Marina, che non poteva permettersi da sola il costo dell'intero programma, decise di abbandonare l'AIM-9R.
L'AIM-9S invece consisteva in un AIM-9M senza i sistemi IRCCM (Infra Red Counter Counter Measures, le contro-contromisure elettroniche, ovvero dispositivi atti a rendere nulla l'azione delle ECM dell'aereo nemico) e anch'essa fu destinata al mercato estero.
L'esigenze dei vertici militari di dotare i propri velivoli di nuovi e completamente rinnovati missili aria-aria a corto raggio portarono allo studio di vari progetti che sfociarono nell'AIM-9X (saltando le lettere T/U/V/W) il cui appalto di costruzione venne vinto, nel 1996, dalla Hughes, anche se l'acquisto di quest'ultima da parte della Raytheon fece passare nelle sue sfere di competenza lo sviluppo di questo missile. La produzione iniziò nel 2000 e al 2008 il numero di questi missili ammontava a 3 000.



Il primo centro del Sidewinder si ebbe il 24 settembre 1958 quando un F-86 Sabre di Taiwan ne lanciò uno contro un Mig-15 cinese.  Durante la guerra del Vietnam 82 aerei furono distrutti (o rivendicati) dagli AIM-9 principalmente nelle loro versioni B/E, usate dall'USAF, ed E/G, usate dall'US Navy.



Il modello AIM-9L fu usato dalla Royal Navy durante la guerra delle Falkland nel 1982, e ad oggi si calcola che circa 270 abbattimenti aerei siano stati conseguiti grazie al Sidewinder.

I primi Sidewinder consistevano in sezioni di tubi cilindrici d'alluminio, con una testa cercante posizionata ad una estremità vicino alle quattro alette di controllo. All'altra estremità erano montate quattro alette più grandi e fisse, ognuna delle quali conteneva un cosiddetto rolleron, un giroscopio che ruotava per effetto dell'attrito atmosferico. In questo modo il missile tendeva ad essere stabilizzato dai giroscopi.



I componenti principali del missile sono la testa cercante all'infrarosso, un sistema di guida che comanda le alette anteriori, una testata esplosiva ed un motore a razzo a propellente solido.
Il sistema di guida all'infrarosso dirigeva il missile verso lo scarico del motore del bersaglio, più caldo e quindi più luminoso dello sfondo. Tale sistema di guida costava meno di qualunque altro e poteva essere impiegato sia di notte che di giorno ed in un ambiente con contromisure elettroniche (ECM); inoltre dava la possibilità al pilota, una volta lanciato il missile, di iniziare manovre evasive per evitare eventuali minacce: il missile avrebbe continuato da solo la sua corsa, senza bisogno dei dati del radar.
I primi modelli erano dotati di un sistema di ricerca al solfuro di piombo con una probabilità di centro al primo colpo (SSKP, Single-Shot Kill Probability) del 70% in condizioni ideali, ma assolutamente poco affidabili in circostanze meno favorevoli.  La testa cercante aveva anche la tendenza a scambiare il sole od i riflessi sull'acqua con il bersaglio.
Il motore originale era prodotto dalla Hunter-McDonnell Douglas, Hercules e Norris-Thermador ed era capace di accelerare l'ordigno a Mach 2,5 in 2,2 secondi.



AIM-9, AIM-9A, AIM-9B

Entrambe le versioni avevano caricati 4,5 kg di esplosivo a frammentazione che veniva fatto detonare da una spoletta a contatto. La velocità di Mach 1,7 era raggiunta grazie ad un motore a razzo Thiokol Mk 17, ma la portata era ancora limitata dal sistema di ricerca, che imponeva il lancio da una distanza minima di 900 m e non oltre i 4,8 km; oltretutto il Sidewinder era ancora abbastanza suscettibile alle emissioni di calore del sole e dai riflessi di questo prodotti dal suolo.

AIM-9C, AIM-9D

I modelli C e D erano entrambi realizzazioni dello stesso modello, l'SW-1C costruito dalla Motorola e dalla Ford Aerospace, le quali introdussero il nuovo motore a razzo Hercules Mk.36 capace di fornire un raggio d'azione di 18 km e un nuovo sistema di guida.

Il 9C era in effetti una variante SARH (Semi-Active Radar Homing, guida radar semi attiva) per l'F-8 Crusader ma si dimostrò inutilizzabile, mentre il 9D offriva un sistema IR (infrarossi) raffreddato con azoto liquido e con un duomo in galena. Il modello 9D offriva un campo visivo più ristretto a causa della sagomatura della punta, ma disponeva di un sistema di tracciamento della rotta più veloce, alette più grandi comandate da attuatori più potenti ed una testata da 10,16 kg che rimpiazzava quella da 4,54 kg.

AIM-9E, AIM-9F

Il nuovo sistema di ricerca raffreddato con celle di Peltier installato in queste due versioni conferiva la capacità di una più veloce acquisizione del bersaglio. L'AIM-9E possedeva un sistema di guida migliorato e un'aerodinamica del muso più curata; aveva un esteso raggio d'azione e più efficienza contro bersagli in manovra a bassa quota.

L'AIM-9E-2 differisce dalla versione madre per il motore con emissioni di fumo contenute.
L'AIM-9F era la variante europea, chiamata anche AIM-9B FGW.2 ed introdotta nel 1969; essa adottava una nuova testa cercante con un nucleo in silicio (più trasparente del vetro ai raggi infrarossi) ed un sistema di raffreddamento ed elettronica allo stato solido.

AIM-9G, AIM-9H

L'AIM-9G fu la prima versione ad includere il cosiddetto sistema SEAM (Sidewinder Expanded Acquisition Mode, modo di acquisizione espanso) che consisteva praticamente in una testa cercante dell'AIM-9D migliorata, ma fu subito reso obsoleto dal nuovo AIM-9H, dotato di un nuovo sistema di guida. Il sistema SEAM poteva scaricare i dati dal radar del vettore (l'aereo) oppure acquisire il bersaglio direttamente dalla testa cercante del missile.

AIM-9J, AIM-9N, Rb 24

L'AIM-9J era sostanzialmente un AIM-9E modificato, il quale sacrificava il suo raggio d'azione per una maggiore velocità. Adottava una nuova elettronica allo stato solido e superfici di controllo a doppio delta che permettevano una migliore manovrabilità rispetto ai modelli più vecchi, un motore più potente e un sistema di ricerca con capacità di agganciare un bersaglio in coda, invece che solamente allo scarico.

L'AIM-9J-1 aveva un sistema di ricerca ulteriormente migliorato e divenne poi l'AIM-9N, mentre l'Rb 24 sarebbe l'AIM-9J prodotto dalla Svezia.AIM-9L, Rb 74, AIM-9M

AIM 9 L

L'AIM-9L introduceva un nuovo sistema di guida che faceva di questo missile un ordigno veramente all-aspect (ALASCA, ALl ASpect CApability) cioè lanciabile contro un bersaglio diretto in qualsiasi direzione, non solo in coda. La testata, con 9,4 kg di esplosivo a frammentazione circondato da barrette preformate di metallo, era integrata da un detonatore di prossimità che impiegava un anello di laserdiodi di arseniuro di gallio e corrispondenti fotodiodi. Se il bersaglio era abbastanza vicino da riflettere la luce emessa ai fotodiodi, la testata si innescava. Questo sistema ottico migliorava la resistenza del missile alle contromisure elettroniche (ECM). Il motore era potenziato ed il sistema di ricerca era raffreddato da un nuovo impianto ad Argon
.
L'AIM-9L di fabbricazione svedese era designato Rb 74.
L'AIM-9M, la cui produzione iniziò nell'ereditare la capacità all-aspect del 9L, introduceva nuove migliorie nella difesa contro le contromisure elettroniche infrarosse (flare), nella discriminazione della sorgente luminosa (riflessi dell'acqua e luce del sole) e in un motore a razzo a bassa emissione di fumo. Queste modifiche aumentavano le capacità d'ingaggio del bersaglio e limitavano le possibilità di essere individuato dal pilota nemico.
Prodotto in sottoversioni che andavano dall'AIM-9M-1 fino all'AIM-9M-10, quelle più diffuse erano la 9M-8, 9M-9 e 9M-10 (quest'ultima era specifica sul F/A-18 Super Hornet), con migliorate contromisure ai flares e motori potenziati. Il modello AIM-9M-7 era una variante specifica del 9M destinata alle operazioni Desert Shield e Desert Storm (1990-91).

AIM-9P

L'AIM-9P era l'evoluzione del 9B, 9E e 9J, con un nuovo motore, una nuova "fusoliera" e un'affidabilità migliorata. Possedeva una capacità di acquisizione bersaglio da distanze maggiori e quindi aveva anche una portata più ampia. Era più manovrabile e l'elettronica era stata aggiornata.

La fabbricazione cominciò nel 1978 e nel tempo si svilupparono 5 sotto-varianti:
l'AIM-9P-1, che possedeva un sistema di guida ottico al posto del sistema infrarosso e introduceva anche una più grande solidità meccanica nella sezione della testata oltre ad una nuova spoletta di prossimità;
l'AIM-9P-2, che aggiungeva alle caratteristiche dell'AIM-9P-1 un motore con uno scarico meno rilevabile e un sistema di guida potenziato;
l'AIM-9P-3, che combinava le caratteristiche dei due precedenti modelli introducendo nella testata un nuovo esplosivo, meno sensibile alle alte temperature e con una più alta resistenza nel tempo;
l'AIM-9P-4, che dotava l'AIM-9P della capacità all-aspect;
l'AIM-9P-5, che aveva nuove IRCCM (Infra Red Counter-Counter Measures - contro-contro misure all'infra rosso).

AIM-9Q

AIM-9M con la sezione del sistema di guida migliorata.

AIM-9R

L'AIM-9R è il prodotto dell'"AIM-9M Product Improvement Program" (programma di perfezionamento del prodotto AIM-9M). La ricerca verteva a migliorare il sistema anti-clutter( un apparato che impedisce al missile di confondere i riflessi di luce con la sorgente di calore), il campo visivo per una maggiore acquisizione dei bersagli molto manovrieri, ed infine le IRCCM.
La testa cercante incorporava una piattaforma ottica con un sistema focale planare, il quale poteva acquisire un bersaglio a più grande distanza, e un processore di immagini Digitale e delle EPROM (memorie informatiche di sola lettura) per facilitare gli aggiornamenti dei programmi. Il 9R non necessitava del sistema di raffreddamento montato nei modelli precedenti sia nel missile stesso (nei modelli per l'USAF), sia nel pilone dell'aereo (modelli per l'US Navy). Il programma fu abbandonato per i costi elevati.

AIM-9S

AIM-9M senza sistema IRCCM per l'esportazione.


AIM-9X

L'AIM-9X è un'ulteriore versione potenziata della 9M: le alette canard sono state rimpicciolite e altri accorgimenti hanno migliorato il volo alle alte quote, il sistema di guida è totalmente nuovo così come il sistema di ricerca all'infrarosso.
Le nuove tecnologie hanno permesso di rendere compatibile l'AIM-9X con il Joint Helmet-Mounted Cueing System (una sorta di head-up display nella visiera del casco di volo del pilota) ma soprattutto con i nuovi aerei F-22 e F-35.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
















Il capo progettista del missile Sidewinder.






































Il Namer (in ebraico: נמ"ר) è un veicolo trasporto truppe



Il Namer (in ebraico: נמ"ר) è un veicolo trasporto truppe prodotto in Israele per l'IDF utilizzando lo scafo del Merkava Mark IV. Il Namer è stato sviluppato per le forze armate israeliane ed è entrato in servizio nel 2008 con il corpo corazzato israeliano.




Sviluppo

In seguito all'esperienza accumulata nel corso degli anni nel convertire carri Centurion e T-55 in veicoli per il trasporto di truppe e in veicoli adatti per il genio militare, quali i carri Puma in dotazione al genio militare israeliano, apparve evidente ai vertici delle forze armate israeliane che anche i carri Merkava Mk1 prossimi al ritiro potessero essere convertiti in veicoli adatti a trasportare la fanteria. Lo sviluppo di questa nuova generazione di veicoli corazzati iniziò di conseguenza nei primi anni novanta. Ciò nonostante il progresso nello sviluppo di queste nuove unità specialmente nella prima metà degli anni novanta fu limitato principalmente in seguito alla scarsità di fondi a disposizione. In seguito agli scontri tra l'IDF e diverse fazioni palestinesi a partire dal 2004, che rilevarono l'inadeguatezza dei M113 e della loro scarsa protezione, lo sviluppo del Namer apparve nuovamente urgente e il progetto inizialmente quasi accantonato tornò al centro dell'attenzione dei vertici militari. Nonostante fosse stata valutata la possibilità di acquistare veicoli di produzione estera quale lo Stryker, si preferì l'acquisto di produzione nazionale.[2] I primi prototipi furono quindi realizzati a partire dal 2004 utilizzando gli scafi del Merkava Mk1 e furono forniti alla 84ª Brigata di fanteria "Givati" a partire dal 15 febbraio 2005 per essere valutati. Nel 2006 i prototipi furono quindi presentati al pubblico. Nonostante il veicolo non fosse stato impiegato nel conflitto in Libano nel corso del 2006, le perdite subite dalle forze armate israeliane confermarono nuovamente la necessità dell'introduzione di un nuovo veicolo corazzato protetto. Di seguito nel corso del 2007 fu riportato che i primi 15 veicoli sarebbero stati forniti a partire dal 2008 e che complessivamente sarebbero state acquistate oltre 100 unità. Allo stesso tempo fu anche confermato che tutti i veicoli sarebbero stati ricavati da scafi di nuova costruzione del Merkava MkIV mentre non si sarebbero riconvertiti i carri Merkava delle prime generazioni. Nel marzo del 2008 fu quindi presentato al pubblico il primo Namer ad entrare in servizio con le forze armate israeliane. Sempre nel corso del 2008 fu anche riportato che il Namer fu assemblato con parti provenienti dagli Stati Uniti, contrariamente a quanto si era affermato in precedenza che questi veicoli corazzati sarebbero stati costruiti esclusivamente in Israele.




La storia:

1990–2004

L'esperienza della conversione di carri armati Centurion in veicoli corazzati per il trasporto di personale (Nagmashot, Nagmachon) e veicoli da combattimento (Puma, Nakpadon), seguita dalla riuscita conversione di molti carri armati T-54 e T-55 in veicoli da combattimento di fanteria di Achzarit, spinse a convertire i carri Merkava in APC/IFV fortemente blindati. Il concetto era molto promettente, perché molti dei 250 carri armati Merkava Mark I venivano gradualmente ritirati dal servizio in quanto l'armamento da 105 mm del Merkava Mark II non poteva essere aggiornato al più moderno cannone IMI da 120 mm.
Lo sviluppo non fece grandi progressi negli anni '90 a causa della mancanza di fondi, ma dopo il conflitto Israele-Gaza del 2004, che mise in evidenza l’estrema vulnerabilità del VTT blindato M113 a ordigni esplosivi improvvisati e granate a razzo RPG, l'IDF riprese con urgenza lo sviluppo del NAMER e fu respinta l’offerta del blindato Stryker.

Dal 2005 ad oggi

La società IDF Ordnance sviluppò diversi prototipi di veicoli da combattimento di fanteria basati sul telaio Merkava Mark I, e anche alcuni IFV basati su quello del Merkava Mark IV. Il veicolo si chiamava inizialmente Nemmera (ebraico: leopardessa), ma in seguito ribattezzato Namer (in ebraico: leopardo), mentre il nome Nemmera era quello di un ARV basato sul Merkava.
Il 15 febbraio 2005, fu ufficializzato che un prototipo del Namer basato sul Merkava Mark I era oramai operativo presso la Brigata Givati per prove e valutazioni. Le lezioni apprese nel Libano nel 2006 hanno ampiamente convalidato questo programma. Di conseguenza, nel 2007-2008 i primi quindici Namer furono consegnati e più di un centinaio equipaggiò due brigate da combattimento. Tuttavia, i piani di conversione furono presto abbandonati a favore del più moderno telaio del Merkava Mark IV.
Il Namer è stato il primo veicolo IDF progettato al computer; tale sistema ha permesso di sviluppare il nuovo VTT più rapidamente rispetto ai veicoli precedenti.
Il 1° marzo 2008 fu presentato ufficialmente dall'IDF un Namer IFV operativo, costruito da zero e completamente sviluppato sulla base del telaio Merkava Mark IV. La costruzione fu accelerata nel maggio 2008 importando parti dagli Stati Uniti. Il 15 settembre 2008, il Namer fu presentato al pubblico in occasione di una mostra a Rishon LeZion.
Per accelerare la produzione dei Namers la General Dynamics Land Systems è stata scelta per la produzione e l'integrazione di un numero imprecisato di scafi per veicoli presso il Joint Systems Manufacturing Center di Lima, Ohio.
Dopo aver ridotto gli ordini per il Namer nel 2014 a causa dei vincoli di budget, nel 2015 l'IDF ha aumentato gli ordini dei pezzi di ricambio, in previsione di ordini di sistemi completi. La mossa è in parte una risposta alla morte di 7 soldati della Brigata Golani uccisi da un RPG a Gaza su di un M113.
Inizialmente il Namer era stato progettato per essere equipaggiato con il sistema di protezione attiva Iron Fist dell'Israel Military Industries; tuttavia, a causa di limitazioni di bilancio, l'installazione del sistema di protezione attiva è stata ritardata. Quasi un decennio dopo il previsto, l'IDF ha confermato ufficialmente che doterà i Namers di nuova costruzione con il sistema di protezione attiva Rafael's Trophy.
I vincoli di bilancio delle forze di terra hanno fatto sì che l'IDF abbia continuamente ridotto gli ordini del Namer.  A partire dal 2014, il ritmo degli acquisti di Namer era ancora considerato troppo lento, con circa 30 carri prodotti ogni anno, il che significa che non ci sarebbero stati 500 dei veicoli nell'IDF fino al 2027. Il 6 marzo 2016, il Jerusalem Post ha riferito che tutti i nuovi Namer sarebbero stati consegnati con il sistema di protezione attiva Trophy. Hanno anche riferito che la quantità ordinata era stata raddoppiata rispetto all'anno precedente.
Alla fine del 2016, il Corpo di Ingegneria di combattimento dell'IDF ha iniziato ad operare con il Namer CEV (in ebraico: נמ "ר "ר הנדסי הנדסי - נמר "ה). Il Namer CEV è dotato di un sistema di protezione attiva Trophy e di dispositivi di ingegneria come i rulli antimina, lame tipo bulldozer e i razzi anti-mine CARPET.




Sopravvivenza del mezzo

Namer è stato progettato per la sopravvivenza e la riparazione rapida dei danni eventualmente subiti, con corazzatura modulare, corazzatura del ventre  a V e difesa NBC.
Secondo il generale di brigata Yaron Livnat, i NAMER sono più pesantemente armati dei carri armati Merkava IV: "Il peso risparmiato eliminando la torretta è stato 'reinvestito' per rinforzare la corazzatura".
Dal 2016 in poi, alcuni di essi sono stati equipaggiati con il noto ed efficientissimo  sistema di protezione attiva Trophy.
Il Namer, alla data odierna, è considerato il veicolo corazzato da combattimento per la fanteria più protetto al mondo: ha dimostrato le sue ottime capacità sul campo durante i numerosissimi combattimenti in cui è stato utilizzato.

Armamento

Namer è armato con una mitragliatrice M2 Browning o un lanciagranate Mk 19 montato su una Samson Remote Controlled Weapon Station, una mitragliatrice da 7,62 mm (FN MAG) e un mortaio da 60 mm. Vengono trasportati anche lanciagranate fumogeni.
Il 31 luglio 2017, fu mostrato un Namer equipaggiato con una torretta senza equipaggio armata di cannone da 30 mm e con il sistema attivo Trophy APS. Il Namer IFV offre più potenza di fuoco per le unità di fanteria e fornisce una migliore risposta nelle operazioni di combattimento urbano.
Il 12 dicembre 2018, è stata ufficializzata una versione IFV del Namer armata con due missili Spike-MR in un contenitore che può essere montata e abbassata a filo nel tetto della torretta. Un portavoce del ministero della difesa ha dichiarato che l'installazione "permetterà ai soldati IDF di lanciare missili dall'interno dei veicoli, mentre sono ancora protetti, il che aumenterà significativamente la portata di attacco dei veicoli". La capsula di lancio automatizzata sarà montata anche sulla torretta dell'Eitan AFV.

Capacità

Il Namer è in grado di manovrare su terreni difficili, azionato dal motore diesel V12 V12 raffreddato ad aria Teledyne Continental AVDS-1790-9AR da 1.200 CV (895 kW) del Merkava Mark III; è in grado di trasportare fino a 12 fanti completamente equipaggiati e una barella, oppure due barelle e attrezzature mediche su una versione Namer ambulance MEDEVAC. L'ingresso posteriore originale del Merkava Mark IV è stato ridisegnato per ottenere una rampa più ampia. Due portelli sono montati sul tetto, che è più alto del tetto dello scafo Merkava. Il VTT Namer condivide anche un sistema digitale di gestione del campo di battaglia con il carro Merkava Mark IV.

Varianti:

Namer CEV

E’ stata sviluppata una versione bulldozer che sarà gestita dai comandanti della compagnia; una versione per il superamento ostacoli che sarà gestita da comandanti di plotone; e una versione per il traino che sarà gestita da sergenti di plotone. Ulteriori dispositivi  per lo sminamento CARPET, possono essere installati prima di ogni missione. I Namers equipaggiati con il Trophy APS, consentono alle unità a livello brigata le capacità di affrontare gallerie, superare ostacoli e manovrare in aree ad alto rischio. Il Namer CEV è entrato in servizio alla fine del 2016, presso il Battaglione 603 del Corpo Logistico e combattimento.

Impiego in combattimento

I Namers hanno preso parte all'operazione Protective Edge. Durante i combattimenti, i Namers (che all'epoca non erano dotati di un sistema di protezione attiva) sono stati colpiti più volte da RPG e ATGM, compresi i colpi diretti subiti dai missili russi 9M133 Kornet ATGM, ma i veicoli sono usciti integri e in nessun caso la corazzatura composita è stata penetrata con esiti catastrofici per l’equipaggio. In un altro caso particolare, una carica esplosiva del peso di circa una tonnellata di esplosivo ad alto potenziale fu fatta esplodere vicino a un Namer: una casa crollò sull'APC, ma non accadde nulla ai soldati che continuarono la loro missione come previsto. Come risultato del suo successo sul campo di battaglia, ci furono richieste di aumentare il numero di veicoli (oltre i 170 su ordine), e di sostituire gradualmente tutti gli M113 dell’IDF.

Utenti

Israele: il Namer IFV è pensato per essere distribuito alle forze di fanteria e logistiche di combattimento, con possibili piani futuri per modelli speciali per scopi di intelligence e di comando. Due Namers hanno preso parte alla guerra di Gaza come parte della Brigata Golani. Nel 2014, c'erano fino a 120 Namer in servizio, che hanno preso parte all'operazione Protective Edge. Il Namer CEV (combat engineering vehicle) è entrato in servizio alla fine del 2016.

Proposte di esportazione

Azerbaigian - Azerbaigian e Israele hanno condotto negoziati sul veicolo Namer.

Colombia - Israele ha offerto l'acquisto di APC Namer alla Colombia.

Stati Uniti - L’US ARMY nel 2012 ha condotto alcune valutazioni operative per l’eventuale acquisto di un nuovo IFV per il programma Ground Combat Vehicle. Uno dei veicoli convalidati è stato il Namer. Il 2 aprile 2013, il Congressional Budget Office ha pubblicato un rapporto che consigliava di acquistare i veicoli attuali invece di sviluppare un nuovo veicolo per il programma GCV. L'acquisto del Namer sarebbe costato 9 miliardi di dollari in meno e avrebbe soddisfatto la richiesta capacità di carico di nove soldati completamente equipaggiati. L'esercito statunitense ha confermato che il Namer e altri veicoli valutati nel 2012 hanno soddisfatto alcuni requisiti GCV: nessun veicolo testato dall’US ARMY ha soddisfatto in pieno le sue richieste operative.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)






























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