martedì 26 marzo 2019

Il BMP-1 - (in russo: Боевая Машина Пехоты 1; БМП-1 ) è un I.F.V. anfibio sovietico.


Il BMP-1 è un veicolo da combattimento di fanteria cingolato anfibio sovietico. 
BMP è l'acronimo di Boyevaya Mashina Pekhoty 1 (russo: Боевая Машина Пехоты 1; БМП-1 ), che significa "veicolo da combattimento di fanteria".  
Il BMP-1 fu il primo veicolo da combattimento di fanteria (IFV) prodotto in serie dell'Unione Sovietica.  
Si chiamava M-1967, BMP e BMP-76PB dalla NATO prima che fosse nota la sua designazione corretta.




BMP-1
  • progettista: Pavel Isakov (Design Bureau of the ChTZ);
  • Progettato: 1961-1965;
  • fabbricante: Kurganmashzavod (Unione Sovietica)
  • VOP 026 ExcaliburArmy (Cecoslovacchia) 
  • No. costruiti: Più di 20.000 di tutte le varianti (Unione Sovietica) - Oltre 3000 di tutte le varianti (PRC) - 18.000 (Cecoslovacchia) - ≈800 (India)
  • varianti: BMP-1, BMP-2, MLI-84, Boragh.




Specifiche tecniche (Ob'yekt 765Sp3):
  • Massa: 13,2 tonnellate (13,0 tonn.);
  • Lunghezza: 6.735 m 
  • Larghezza: 2,94 m
  • Altezza: 2,068 m ; 1.881 m alla torretta superiore
  • equipaggio: 3 (comandante, pilota e mitragliere) + 8 passeggeri.
  • Corazzatura: Acciaio laminato saldato da 6-33 mm (0,24-1,30 mm)
  • Armamento:cannone da 73 mm 2 A 28;
  • Missile anticarro ATGM per 9M14 Malyutka (4 colpi) o altre torrette con autocannoni 2A42 o 2A72;
  • Armamento secondario: Mitragliatrice coassiale PKT da 7,62 mm (2.000 colpi);
  • Motore: UTD-20, motore diesel multifunzionale da 15,8 litri raffreddato ad acqua a iniezione a V a 6 cilindri a 4 tempi a 6 cilindri da 300 CV (224 kW) a 2.600 giri / min;
  • Potenza / peso: 22,7 CV / tonnellata (17,0 kW / tonnellata);
  • Sospensioni a Barra di torsione individuale con ammortizzatori idraulici sulla 1a e sulla 6a ruota;
  • Altezza libera dal suolo: 370 mm
  • Capacità di carburante: 462 l
  • Autonomia: 600 km su strada  - 500 km in fuoristrada;
  • Velocità su Strada: 65 km / h;
  • Fuoristrada 45 km / h;
  • In Acqua: 7-8 km / h.




La leadership militare sovietica pensava a guerre future condotte con armi nucleari, chimiche e biologiche; un nuovo progetto, come il BMP, che univa le proprietà di un veicolo corazzato (APC) con un carro armato leggero avrebbe permesso alla fanteria di operare in sicurezza dall’interno del blindato, schermato dalle radiazioni in aree contaminate e di combattere al suo fianco in aree incontaminate. Ciò avrebbe aumentato la mobilità della squadra di fanteria, fornendo supporto al fuoco e rendendola in grado di combattere a fianco dei carri armati principali. 
Il BMP-1 fu testato per la prima volta in combattimento nella Guerra del Kippur del 1973, dove fu utilizzato dalle forze egiziane e siriane. Sulla base delle lezioni apprese da questo conflitto e delle prime esperienze nella guerra sovietico-afghana, fu sviluppata una versione con qualità di combattimento migliorate, chiamata BMP-2. Fu accettato in servizio nell'agosto del 1980.
Nel 1987, il BMP-3, un veicolo radicalmente ridisegnato con un sistema di armi completamente nuovo, entrò in servizio in numero limitato con l'esercito sovietico.




SVILUPPO

Le tattiche di fanteria dell'Armata Rossa durante gli anni '50 erano simili ai metodi della seconda guerra mondiale in cui gli APC venivano usati come "taxi di battaglia”; avrebbero mantenuto la fanteria in prossimità dei carri armati durante il movimento, ma in caso di contatto con il nemico avrebbero scaricato la fanteria prima di ritirarsi in zone più sicure.  Ciò era in contrasto con la dottrina tedesca dei veicoli da combattimento di fanteria manifestata nella Schützenpanzer Lang HS.30, dove i veicoli dovevano stare con i carri armati e ingaggiare bersagli più leggeri, sia per sostenere le loro squadre di fanteria.
Gli APC esistenti offrivano poca o nessuna protezione da armi nucleari o chimiche, poiché erano aperti o non potevano essere sigillati a sufficienza. Inoltre, la fanteria doveva sbarcare per poter usare le armi. 
Il requisito per il BMP, che fu elaborato per la prima volta alla fine degli anni '50, valorizzava la velocità, il buon armamento e la capacità di tutti i membri della squadra di sparare dall'interno del veicolo. L'armamento doveva fornire un supporto diretto per la fanteria nell'attacco e nella difesa ed essere in grado di distruggere altri veicoli corazzati leggeri.  Il veicolo aveva bisogno di proteggere l'equipaggio dal fuoco di mitragliatrici calibro .50 e dai cannoni calibro 20-23 mm attraverso l'arco frontale, nonché da frammenti di bombe da mortaio a distanze tra 500 me 800 m. 
L’armamento consisteva nell'innovativa combinazione del cannone Grom da 73 mm 73A28e di un lanciatore per il missile a guida anticarro (ATGM) 9M14 Malyutka (AT-3A Sagger A). Il cannone era destinato a ingaggiare veicoli corazzati nemici e punti di sparo a una distanza massima di 700 metri, mentre il lanciamissili doveva essere usato contro bersagli che erano da 500 metri a 3000 metri. 
I requisiti furono inviati ai vari uffici di progettazione tra il 1959 e il 1960. Il BMP avrebbe dovuto essere cingolato o ruotato, quindi furono esplorate una serie di configurazioni sperimentali, compresi i progetti ibridi su ruote / cingolati.
Il progetto Ob'yekt 764 (nome in codice Oggetto 764) fu scelto perché il suo design forniva un modo comodo e veloce di sbarcare in movimento dalle due porte posteriori. Il prototipo originale fu costruito nel 1964, seguito dal perfezionato Ob'yekt 765 nel 1965, che fu accettato dall'esercito sovietico nel 1966, con una designazione BMP-1.  La 120ª Divisione delle guardie fu la prima unità dell'Unione Sovietica a testare i prototipi del nuovo veicolo da combattimento della fanteria BMP ("objekt 765") nel gennaio-novembre 1965, sotto il comando del maggiore delle guardie Vasilij Samodelov. 




La produzione su piccola scala iniziò nel 1966. 

Caratteristiche:

Quando, intorno al 1965, i servizi d'informazione occidentali scoprirono l'esistenza del Bronevaya Maschina Piekhota 1 (Veicolo da combattimento per la fanteria 1), furono impressionati dalle apparenze di questo mezzo cingolato, mostrato per la prima volta in pubblico sulla Piazza Rossa nel novembre del 1967. Era destinato a sostituire i BTR-50PB, e aveva prestazioni nettamente superiori. In effetti si trattava del primo vero mezzo da combattimento per la fanteria, con una torretta armata con un pezzo di circa 73mm di calibro, una mitragliatrice coassiale, una rampa per missili filoguidati controcarro AT-3 Sagger, oltre a feritoie da cui i soldati trasportati potevano utilizzare le loro armi leggere. Inoltre la sagoma del veicolo era estremamente bassa e le sue linee molto ben profilate. La velocità di spostamento era elevata, vi erano proiettori infrarossi per il combattimento notturno, e il nuovo veicolo poteva operare in ambienti contaminati NBC. La superiorità su mezzi come l'M-113, che allora stava entrando in servizio in alcuni eserciti della NATO, era evidente. A bordo vi sono tre membri dell'equipaggio e potevano essere trasportati fino a 8 soldati, stipati però in uno spazio molto angusto. Questo mezzo era concepito per operare insieme ai nuovi MBT T-62 e rappresentava un grosso miglioramento rispetto al mai del tutto soddisfacente BTR-50.




Limiti

Quando, nel 1973, all'epoca della Guerra dello Yom Kippur, fu possibile analizzare il mezzo e valutare le sue capacità operative reali, emersero diverse limitazioni. Intanto la configurazione scelta non solo precludeva altri utilizzi, ma l'abitabilità era estremamente precaria, tanto da affaticare notevolmente gli uomini d'equipaggio, in particolare in zone calde. L'armamento aveva forti limitazioni, legate soprattutto al fatto che la torretta era monoposto e un unico militare doveva provvedere al puntamento e alle non facili operazioni di caricamento e guida del sistema missilistico. Il cannone risultò essere il 2A20 da 73mm a bassa pressione, anima liscia, sparante munizionamento stabilizzato mediante alette. In pratica, se non vi è troppo vento laterale, si possono ingaggiare bersagli fino a 800-1.000m, con una precisione bassa. Inoltre l'alzo e la depressione dell'armamento erano molto limitati e vi era un punto morto piuttosto ampio, dovuto al proiettore IR del capo-carro, la cui postazione è immediatamente alle spalle del pilota e praticamente alla sua altezza. I soldati possono accedere al vano trasporto tramite due porte posteriori, all'interno della quale si trova parte della riserva di carburante e dispongono di quattro portelli superiori. Dovendo concentrare così tanto armamento in appena 14t, la protezione, nonostante fosse ben profilata, raggiunge al massimo i 19mm nella parte anteriore dello scafo e i 23mm in torretta, con una protezione nei riguardi dei proiettili perforanti da 12,7x99mm solo su 60° dell'arco frontale.




Utilizzo

Il BMP-1 ha avuto una grande diffusione, essendo stato fornito a quasi tutti i paesi del Patto di Varsavia, a diversi paesi del Medio Oriente e africani e anche a paesi come la Finlandia e l'Iran. Ha partecipato a moltissimi conflitti. Solo per citare i principali ha partecipato a: Guerra dello Yom Kippur, i vari conflitti in Libano, l'Invasione sovietica dell'Afghanistan, Guerra Iran-Iraq, Prima e Seconda guerra del Golfo, Guerra civile angolana, Guerra in Mozambico, i conflitti tra Eritrea ed Etiopia, l'Invasione libica del Ciad e i conflitti nell'ex Unione Sovietica.
In tutte queste guerre ha palesato i soliti limiti, dovuti alle soluzioni adottate e alle pretese eccessive per l'epoca in cui furono formulate. In zone montane, per esempio, il suo armamento è ben poco utilizzabile. È stato sostituito dal BMP-2, che ne è un derivato diretto, entrato in produzione nel 1977. È stato acquistato dalla Svezia e dalla Grecia attingendo a mezzi ex DDR ceduti a prezzi particolarmente bassi dalla Germania.

Versioni, le varianti principali sono:
  • BMP-1:Versione standard apparsa nel 1970 dopo l'iniziale BMP Modell 1966, con modifiche per consentire il galleggiamento e visori posteriori riposizionati.
  • BMP-1K:Posto comando con apparati radio supplementari.
  • BMP-1P:Versione con torretta biposto con cannoncino da 30mm e nuovi missili controcarro, simile a quella del BMP-2.
  • BMP-1PK:Versione posto comando del precedente.
  • BMP KShM:Posto comando di reggimento o divisionale, senza armamento, con antenna telescopica e vari apparati radio.
  • PRP-3:Mezzo di sorveglianza e controllo del tiro, con torretta dotata solo di una mitragliatrice, ma con in più un radar Small Fred per la sorveglianza del campo di battaglia, equipaggio di cinque uomini e apparati ottici e radio aggiuntivi per dirigere il tiro dell'artiglieria. Uno assegnato ad ogni gruppo e ai reggimenti d'artiglieria.
  • PRP-4:Successore del PRP-3 con alcune migliorie.
  • IRM:Mezzo destinato ai reparti da ricognizione del genio.
  • BRM:Veicolo da esplorazione derivato dal BMP-1, con una diversa torretta biposto, sempre con il pezzo a bassa pressione 2A28 da 73mm ma senza missili controcarro. Nel vano posteriore sono trasportati due ricognitori con a disposizione una feritoia per lato.


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L'incrociatore Giuseppe Garibaldi e il radar Selenia ARGOS 5000 D



Tra il 1954 e il 1961 l’incrociatore Giuseppe Garibaldi, nel 1954 fu sottoposto a lavori di smantellamento tali da essere ridotto allo scafo nudo.

Tutte le sovrastrutture furono completamente ricostruite; l’abolizione delle due caldaie del quinto compartimento (zona poppiera) permise l’adozione di un unico singolare fumaiolo, allargato verso la base per permettere il raccordo con le tre caldaie rimaste in esercizio

Fu realizzato un albero di trinchetto costituito da un voluminoso quadripode, per consentire il sostegno delle numerose apparecchiature radar e TLC.



A poppavia del fumaiolo e dell’albero di maestra fu installato un altro robusto quadripode per il sostegno dell’antenna del radar di ricerca aerea a lunga distanza “Argos 5000” che, con la sua portata di oltre 500 Km, aveva il compito principale di agganciare il bersaglio a lunga distanza per poi passarlo al radar tridimensionale, che aveva il compito di stabilire direzione, distanza e quota con maggiore precisione; i due sistemi guida missili avevano il compito di guidare, lungo il raggio di emissione elettromagnetico, i missili per colpire il bersaglio; tutto questo però non poteva accadere senza un processo di acquisizione e coordinamento dei dati, il cui compito era demandato alla Centrale Operativa di Combattimento, che rappresentava il cuore del sistema di difesa ed offesa della nave.



Caratteristiche e dati dell’incrociatore lanciamissili Garibaldi dopo il rientro in servizio nel 1961, (tra parentesi i dati originali al suo ingresso in servizio nel 1937):
  • Dislocamento standard: 9.802 t (9.195 t)
  • Dislocamento carico normale: 11.305 t (10.735 t)
  • Dislocamento pieno carico: 11.600 t (11.350)
  • Lunghezza f.t.: 187 m
  • Lunghezza tra p.p.: 171,8 m
  • Larghezza max: 18,9 m
  • Immersione media a p.c.: 6,8 m
  • Apparato Motore: 6 caldaie a tubi d’acqua subverticali, con surriscaldatori di vapore – 2 gruppi di Turbine Parsons con riduttori – 2 eliche tripale (8 caldaie nel 1937)
  • Potenza: 85.000 HP (100.000 HP)
  • Velocità massima: 30 nodi (33 nodi)
  • Combustibile dotazione massima: 1.700 t di nafta (1.728 t)
  • Autonomia: 4.500 miglia a 18 nodi (4.125 miglia a 12,7 nodi)
  • Equipaggio: 47 ufficiali e 618 sottufficiali e marinai (29 ufficiali e 611 sottufficiali e marinai).
Dotazione radar ed elettronica di bordo:
  • 1 radar di scoperta aerea a grande distanza Selenia Argos 5000 con portata massima di 500 Km, la cui antenna originale fu sostituita con altra più leggera e meno voluminosa nel 1966;
  • 1 radar tridimensionale di scoperta aerea a media distanza Frescan AN/SPS-39 con portata di 300 Km
  • 1 radar di scoperta aero-navale Westinghouse AN/SPS-6 con portata di 250 Km
  • 1 radar di scoperta all’orizzonte e su angoloidi sito molto piccoli della portata di 90 Km
  • 1 radar di scoperta di superficie e navigazione Selenia MM-SPQ-2 con portata di 50 Km
  • 2 radar direttori guida-missili Sperry AN/SPG-55
  • 5 centrali per direzione di tiro per i cannoni da 135/45 mm e 76/62 mm
  • 1 C.O.C. (Centrale Operativa di Combattimento)
  • 1 C.A.R. (Centrale Antidisturbo Radio)
  • 1 C.A.D.T. (Centrale Assegnazione Designazione Tiro).

(Web, Google, Wikipedia, Betasom. Erminio Bagnasco, You Tube)







L'Aeritalia G.222



L'Alenia G.222, in precedenza Aeritalia G.222, è un bimotore a turboelica da trasporto tattico di costruzione italiana, più piccolo del Lockheed C-130 Hercules e caratterizzato da una forte vocazione tattica e STOL, cioè la capacità di operare su piste molto corte. Nel 1990 10 esemplari furono acquisiti dalla United States Air Force, acquisendo la designazione C-27A Spartan, designazione poi mutuata dalla successiva evoluzione del progetto, l'Alenia C-27J Spartan.



Storia

Sviluppo

Le sue origini risalgono infatti ai lavori dell'ingegner Giuseppe Gabrielli con la stretta collaborazione degli ingegneri Sacerdote e Vercelli. Giuseppe Gabrielli fu lo stesso ingegnere che disegnò il G.50, il G.55 ed il G-91, che puntava a realizzare un progetto molto ambizioso, quello di un aereo da trasporto medio-leggero con capacità STOVL (decollo corto ed atterraggio verticale); tale progetto avrebbe dovuto chiamarsi G.222 Cervino. L'iniziativa non andò in porto ed a tutt'oggi l'unico progetto di aereo da trasporto ad atterraggio verticale è il complesso convertiplano statunitense Bell Boeing V-22 Osprey.
Accantonata l'idea, si puntò ad un aereo da trasporto tattico il cui sviluppo fu molto lento, tanto che passarono circa 8 anni tra il primo volo dell'aereo e la prima consegna ad un reparto dell'Aeronautica Militare, cliente di lancio. Primo a ricevere l'aereo fu nel 1978 il 98º Gruppo della 46ª Brigata aerea, seguito poi dal 2º Gruppo.



Tecnica

Il G.222 è un aereo in grado di operare da piste molto corte e semipreparate, quali sono quelle in terra battuta. A titolo di esempio, a Timor Est, durante la Operation Warden, la missione ONU a supporto della forza di peacekeeping INTERFET, il G.222 fu l'unico aereo a garantire il collegamento con l'aeroporto di Dili, immerso nella foresta.
Le sue doti acrobatiche sono tali da vederlo sovente partecipare con una propria presentazione alle manifestazioni aeree internazionali, mentre le capacità STOL e la buona condotta di volo in bassa quota ne fanno un aereo molto adatto al trasporto di incursori ed alle operazioni di trasporto in teatro di guerra. A seguito di scenari operativi configuratisi in Bosnia, negli anni 1990 venne sviluppata la modifica AAA (Ammodernamento Avionico e Autoprotezione) per l'autoprotezione attiva e passiva (AECM/PECM) allo stato dell'arte, confluita poi nel nascente C27J.
Il vano di carico è molto razionale e permette di sfruttare al meglio lo spazio. Il G.222 può trasportare 44 passeggeri o 32 paracadutisti. L'equipaggio è costituito da 2 piloti, uno specialista ed un loadmaster addetto al carico ed al lancio dei paracadutisti.



Impiego operativo

Italia

L'Aeronautica Militare, negli anni 1977-1979, immise in servizio i primi G-222 per la 46ª Brigata aerea, al posto dei vetusti C-119G e C-119J. Ricevette in tutto 52 aerei, inclusi 4 esemplari modificati per eseguire la calibrazione dei radio-ausili alla navigazione (G.222 RM), consegnati al 14º Stormo di Pratica di Mare nel 1984 insieme con un G.222 VS (Versione Speciale) impiegato per le missioni di intelligence elettronica (ricevuto nel 1981). A questi reparti va aggiunto il Reparto Sperimentale di Volo, che impiegò alcuni di questi aeroplani.
Nel 1982 vennero ceduti all'Aeronautica Militare anche 5 esemplari in precedenza in carico alla Protezione Civile e modificati per la lotta aerea antincendio, equipaggiati con un serbatoio predisposto per il lancio di acqua mista a liquido ritardante.
L'attività del "Gigio" (così è stato soprannominato, affettuosamente) nel corso degli anni è stata costantemente focalizzata sugli interventi a carattere umanitario, di protezione civile e in missioni di pace fuori area. È stato, a tali propositi, utilizzato dalle strisce in terra battuta di Etiopia, Somalia ed Eritrea e nella giungla tropicale di Timor Est.
Durante le operazioni in Somalia un G-222 venne opportunamente modificato con l'aggiunta di diverse postazioni e radio supplementari per fungere da posto di comando volante.
Il 10 settembre 2005, al termine di una cerimonia presso l'aeroporto di Pisa-San Giusto, l'Aeronautica Militare Italiana ha terminato l'impiego operativo del G.222 presso la 46ª Aerobrigata. Restano operativi i due esemplari residui presso il 14º Stormo.
Il 29 settembre 2008, 18 esemplari ex Aeronautica Militare sono stati ceduti per 287 milioni di dollari all'USAF. Quest'ultima provvederà poi a fornirli alle forze aeree afghane (Afghan National Army Air Force).



Perdite

L'Aeronautica Militare Italiana ha subito, nel corso dell'intensa attività di volo del G.222, 5 perdite gravi, con la morte degli equipaggi:
  • 10 luglio 1982, Greve in Chianti - Firenze, durante una missione antincendio;
  • 29 agosto 1985, Laconi - Nuoro (ora Oristano), durante una missione antincendio;
  • 21 agosto 1991, Minturno S.Maria Infante - Latina, durante un volo di addestramento a bassa quota;
  • 8 gennaio 1992, Monte Javello, Montemurlo - Prato, durante un volo di addestramento a bassa quota;
  • 3 settembre 1992, in Bosnia ed Erzegovina, in volo verso Sarajevo, abbattuto da un missile spalleggiabile durante un volo umanitario per l'ONU lungo un corridoio aereo considerato sicuro.



Afghanistan

Il servizio del velivolo in Afghanistan ha avuto un inizio molto travagliato. Per due volte, nel dicembre 2012 e nel marzo 2012, gli aerei sono stati messi a terra per problemi di sicurezza. Nel gennaio 2013 l'USAF non ha rinnovato il contratto di ricondizionamento  all'Alenia per i 20 esemplari, 4 dei quali rimasero in Italia per problemi tecnici, a causa dei molteplici problemi che hanno flagellato il programma, il che ha portato l'USAF a dichiarare che Alenia non ha prodotto un numero di velivoli sufficienti a dare alla Forza Aerea Afghana sufficienti capacità operative di trasporto tattico. Gli aerei consegnati sono andati incontro al degrado e sono stati infine rottamati a metà del 2014, entro cinque anni dalla consegna dei primi esemplari all'Aeronautica Afghana. Gli ultimi quattro sono stati accantonati nella base aerea di Ramstein. Un ispettore governativo statunitense ha chiesto conto all'USAF per i 487 milioni di dollari USA spesi per il programma terminato con la rottamazione dei velivoli venduti per $26.000, in seguito all'incapacità dell'Alenia di fornire parti di ricambio nella misura necessaria a mantenere operativi i mezzi, ed un portavoce del Pentagono ha spiegato che la misura è stata presa nell'ottica di "minimizzare l'impatto dell ritiro delle forze USA dall'Afghanistan"; per gli altri quattro secondo la stessa fonte erano allo studio opzioni tra cui anche la vendita a terze parti; l'operazione, oggetto di investigazione anche da parte del Pentagono, è stata definita dalla organizzazione non governativa Project on Government Oversight "un brillante esempio dei miliardi buttati in Afghanistan"; durante il periodo tra il gennaio ed il settembre 2012, gli aerei avevano volato per 234 delle 4500 ore operative programmate. Gli aerei non erano stati accettati volentieri dalle forze aeree afghane, riluttanti ad abbandonare i loro Antonov-26 e 30 obsolescenti, e comunque non sono stati mai molto operativi, con un massimo di velivoli contemporaneamente in servizio tra i quattro e i sei; a questo proposito un rappresentante di Alenia in una intervista sul Wall Street Journal ha dichiarato che "è un po' sorprendente che questa decisione sia stata presa adesso che il piano di rimedio era stato completamente implementato. Gli aerei sono stati sostituiti con quattro Lockheed C-130H per la cui adozione l'USAF ha "spinto aggressivamente".

Argentina

Tre esemplari vennero acquistati dall'Ejército Argentino nel 1977; il primo esemplare, con marca AE-260, venne consegnato il 29 marzo 1977; i tre aerei vennero inquadrati nell'Escuadron de Aviacion de Apoyo General 603. Durante la guerra delle Falkland vennero rischierati a Comodoro Rivadavia per missioni di collegamento, e proprio l'esemplare con marca AE-260 venne impiegato il 29 aprile 1982 in un viaggio di rifornimento verso Port Stanley, missione solitamente svolta dai Lockheed C-130 Hercules della Fuerza Aérea Argentina. I tre mezzi, dei quali a maggio 1990 nessuno volava, sono stati radiati tutti, l'ultimo nel 2006.

Libia

I velivoli consegnati alla Al Quwwat al-Jawwiya al Libiyya, dotati di motori RR Tyne e classificati Fiat G-222T, sono stati in buona parte abbandonati presso la base aerea di Al Jufrah dopo la guerra civile libica e la caduta di Mu'ammar Gheddafi, anche se risultano "in deposito" o senza sorte nota; i loro seriali erano 4034, 4038, 4040, 4052,4053,4054, 4056, e dal 4058 al 4068.

Thailandia

I sei velivoli, classificati localmente come B.L.14 e con numero di cellula dal 4107 al 4012, risultano "in deposito", quindi inattivi, a tutto ottobre 2016.

Utilizzatori:
  • Afghanistan - De Afghan Hauai Quvah - consegnati 10 C-27A (ex-G.222 dell'Aeronautica Militare Italiana ricondizionati dall'Alenia Aeronautica su commessa dell'USAF, altri 6 consegnati, tutti rottamati nel 2014, gli altri 4 accantonati a Ramstein in attesa di decisione a tutto agosto 2014);
  • Argentina - Fuerza Aérea Argentina - opera con 3 esemplari consegnati a partire dal 29 marzo 1977;
  • Emirati Arabi Uniti - Al-Imarat al-'Arabiyya al-Muttahida - 1 solo esemplare
  • Italia - Aeronautica Militare - presso il RSV, la 46ª Brigata Aerea e il 14º Stormo dell'Aeronautica Militare;
  • Libia - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya - 20 velivoli denominati G.222L rimotorizzati con i britannici Rolls-Royce Tyne per aggirare l'embargo americano, ordinati nel 1978
  • Nigeria - Nigerian Air Force
  • 5 G-222 consegnati nel 1984-1985, ammodernati tra il 2006 ed il 2008 con assistenza italiana comprendente anche la consegna di un sestoe esemplare ex AM, di questi, solo 2 hanno ricevuto un nuovo ammodernamento nel 2013 e risultano in servizio all'ottobre 2018.
  • Somalia - Ciidamada Cirka Soomaaliyeed - 2 esemplari consegnati, su 4 ordinati 
  • Stati Uniti - United States Air Force - 10 esemplari consegnati tra il 1991 ed il 1992, assegnati alle forze di stanza in Panama, con denominazione C-27A;
  • Thailandia  - Kongthap Akat Thai - 6 esemplari ordinati nel 1995;
  • Tunisia -  Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Jamahiriyya al-Tunisiyya - 5 esemplari;
  • Venezuela - Aviación Militar Venezolana - 8 esemplari consegnati nel 1982.



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