lunedì 4 novembre 2019

Il Boeing CH / MH - 47 Chinook



Il Boeing CH-47 Chinook è un elicottero pesante (fascia da 9 a 12 tonnellate) da trasporto. È caratterizzato principalmente da una configurazione a 2 rotori: uno sopra la cabina di pilotaggio, il secondo nella sezione di coda come per il CH-46 e non nella consueta configurazione rotore principale e rotore anti-coppia. Il CH-47 si caratterizza anche per una grande fusoliera (15 m di lunghezza) con portellone cargo di coda; ha due turbine Honeywell (Lycoming) T55-L-712E montate nella sezione di coda in due gondole esterne sotto al rotore posteriore. L'elicottero è dotato di carrello d'atterraggio fisso composto da quattro ruote in configurazione 2-2.



Sviluppo

Sviluppato a partire dal 1956 quale versione ingrandita del Vertol (poi Boeing/Vertol) CH-46, il YCH-47A effettuò il suo primo volo il 21 settembre 1961 e venne messo in servizio presso l'U.S. Army nel 1962 come CH-47A. Nel corso degli anni sono state sviluppate tutta una serie di migliorie confluite nelle versioni -B; -C; -D; -F; si può dire che le versioni -B e -C sono simili alla -A; mentre una vera prima modifica avvenne con la versione -D, infatti nel 1982 l'US Army ordinò di portare 479 esemplari nelle Versioni -A, -B e -C allo standard della versione -D. Nel 2001 Boeing ha realizzato una nuova versione la -F da costruire sia come elicottero nuovo o come aggiornamento delle versioni precedenti, in particolare per le versioni -C e -D.
Di questo elicottero su richiesta del USSOCOM è stata sviluppata un'apposita versione per le operazioni speciali e il Combat-SAR denominata MH-47E. Nell'ottobre 2006, la Boeing ha vinto il concorso CSAR-X per la sostituzione dei HH-60 Pave Hawk dell'USAF con la versione HH-47 per il Combat-SAR; battendo il concorrente europeo US-101 e l'H-92
Del CH-47 sono stati prodotti circa 1200 esemplari nelle varie versioni. Anche se molto anziano come progetto è molto apprezzato come elicottero ed il suo impiego è diffuso e si presume possa restare in servizio per molti decenni ancora soprattutto con le sue ultime versioni CH-47F e HH-47. I motivi dell'interessamento di molte forze armate a questo elicottero sono legate alle elevate capacità di carico interne ed esterne. Il Chinook è capace di trasportare materiale su ben tre punti d'aggancio nella parte ventrale della fusoliera impiegando il gancio baricentrico ed i ganci anteriore e posteriore, utilizzabili singolarmente, in tandem (anteriore e posteriore) od anche tutti insieme. La Boeing detentrice del progetto originale ha autorizzato AgustaWestland (poi confluita in Leonardo S.p.a., già Finmeccanica) e Kawasaki alla produzione su licenza dell'elicottero rispettivamente in Italia e in Giappone.
In Italia il velivolo viene impiegato anche per la lotta agli incendi.



Versioni
  • CH-47A (1961)
  • CH-47B (1967)
  • CH-47C (1967)
  • CH-47D (1979)
  • CH-47SD (2001)
  • CH-47F (2001)
  • ACH-47A, (Vietnam)
  • MH-47E, Combat Search and Rescue (Combat-SAR) (1991)
  • MH-47G, Combat Search and Rescue (Combat-SAR) (2001) - La Boeing sta attualmente assemblando i Chinook MH-47G di prossima generazione per l’U.S. Army Special Operations Aviation Command. La configurazione Block II, migliorerà la capacità dell'esercito di svolgere in sicurezza le missioni più impegnative in tutto il mondo. Il contratto da 194 milioni di dollari riguarda un secondo lotto di velivoli MH-47G Block II, da consegnare a partire dal 2021. I Chinook Block II presenterebbero miglioramenti tecnologici per estendere la durata in servizio della flotta e migliorie alle prestazioni. La Boeing costruirà un totale di 15 MH-47G Block II.
  • HH-47 CSAR-X (Combat Search and Rescue) (2006).




Utilizzatori
  • Arabia Saudita CH47C
  • Argentina CH47C, CH47E
  • Australia CH47C, CH47D
  • Canada CH47F
  • Corea del Sud - Daehan Minguk Gonggun - opera all'ottobre 2017 con 5 HH-47D utilizzati per il Combat SAR
  • Daehanminguk Gukgun - opera, al febbraio 2018, con 17 dei 18 CH-47D consegnati, che verranno sottoposti ad un programma di aggiornamento.
  • Egitto - El Qūwāt El Gawīyä El Maṣrīya - 14 CH-47C e 17 CH-47D consegnati, 3 dei primi e tutti gli esemplari del secondo modello in servizio all'agosto 2019.
  • Giappone - Kōkū Jieitai - 17 CH-47J in servizio a tutto il 2017. Rikujō Jieitai - 63 tra CH-47J e CH-47JA in servizio a tutto il 2017.
  • Grecia - Ellinikós Stratós - opera al maggio 2019 con 13 CH-47D, 9 CH47SD e 9 CH-47DG. Ulteriori 5 CH-47D sono stati ordinati ad aprile 2017 ed in attesa di consegna.
  • India - Bhāratīya Vāyu Senā - 15 CH-47F ordinati nel 2015 ed in consegna nel 2019. Il primo esemplare è stato accettato negli Stati Uniti d'America a febbraio 2019. I primi 4 esemplari sono entrati in servizio a marzo 2019.

  •  Iran

CH47C I
  • Israele

CH47E o CH47F
  •  Italia - Esercito Italiano - opera con CH47C, CH47C+, CH47F, CH-47F ER (AgustaWestland)
  •  Libia


CH47C 
  • Marocco - Forces royales air opera al marzo 2017 con 7 dei 12 CH-47C acquistati nel periodo 1979/1982, a cui sono stati affiancati 3 CH-47D ex US Army acquistati nel 2009.

  •  Nigeria

CH47C
  • Paesi Bassi - Koninklijke Luchtmacht - A maggio 2017 sono in organico 11 CH-47D ricevuti nel 1995, e sei CH-47F consegnati dal 2012. Ulteriori 14 CH-47F sono stati ordinati in due lotti (12 + 2) nel 2016 ed a maggio 2017, consentendo così, entro il 2020, di ritirare dal servizio tutti i CH-47D.
  • Regno Unito
  • Royal Air Force opera, all'ottobre 2018, con Chinook 38 HC4, 8 HC5 e 14 HC6. Gli HC4/HC4A sono degli HC2/HC2A che sono stati aggiornati in base al Progetto Julius, mentre gli HC5 sono HC3 aggiornati. Tutti le versioni precedenti saranno portate allo standard HC6 (di cui sono stati ordinati 14 esemplari) basati sui CH-47F americani, la cui consegna è prevista per il dicembre 2015 e la piena operatività per inizio 2017. La vendita di ulteriori 16 MH-47EG è stata autorizzata dal Dipartimento di Stato USA il 19 ottobre 2018.

  •  Singapore

CH47D
  • Spagna - Fuerzas Aeromóviles del Ejército de Tierra - 17 CH-47D in servizio al gennaio 2019, che saranno tutti aggiornati allo standard CH-47F.
  • Stati Uniti - United States Army - 414 tra CH-47D e CH-47F in servizio al dicembre 2018. 69 MH-47G in servizio a settembre 2018, a cui si aggiungeranno 4 MH-47G Block II ordinati a luglio 2018 ed ulteriori 6 ordinati a giugno 2019. Army Reserve - Army National Guard ha operato o opera attualmente con CH47A, CH47B, CH47C, CH47D, MH47D, MH47E, CH47F, MH47G e HH-47 CSAR-X.
  • Taiwan Zhōnghuá Mínguó Lùjūn 9 CH-47SD ordinati nel 1999 e consegnati nel 2002-2003. Un esemplare si è schiantato il 18 dicembre 2008.
  • Thailandia CH47D
  • Turchia Türk Kara Kuvvetleri 11 CH-47F ordinati in due lotti rispettivamente da 6 e 5 nel 2011, e tutti consegnati al luglio 2019.
  • Vietnam Không Quân Nhân Dân Việt Nam operò con diversi esemplari catturati dalla sudvietnamita Khong Quan Viet Nam.
  • Vietnam del Sud Không Quân Việt Nam operò con 34 CH-47.

Operazioni a cui ha partecipato

Il CH-47 è stato usato in varie operazioni in tutto il mondo. Di seguito vediamo una panoramica di tutte le operazioni effettuate divise per nazione e appartenenza degli elicotteri.

Stati Uniti d’America
  • Guerra del Vietnam (dal 1965): CH47A
  • Guerra del Golfo: CH47D (163 elicotteri utilizzati), MH47E
  • Guerra del Kosovo (2000)
  • Afghanistan (2002)
  • Filippine (2002)
  • Iraq (2003)

Regno Unito

Guerra delle Falkland (1982): persi 3 elicotteri trasportati sulla nave Atlantic Conveyor (nessuno in combattimento), e catturato uno argentino
Guerra del Golfo: utilizzato dallo Special Air Service
Bosnia (1995-2001): impiegati nelle forze ONU, IFOR e SFOR
Kosovo (2000): impiegati nella forza KFOR (4 elicotteri)
Sierra Leone (2000): 3 elicotteri utilizzati per la liberazione e il recupero di ostaggi nella regione delle Okkrah Hills (Operazione Barras)
Afghanistan (2002)
Iraq (2003): 20 elicotteri impiegati

Paesi Bassi

Eritrea (2001): missione di pace ONU
Iraq (2003-2004): 4 elicotteri
Giappone
Indonesia (2005): intervento di soccorso dopo il maremoto.

Italia

Kurdistan (1990)
Somalia (1993)
Mozambico (1993)
Kosovo (2000-2002): 3 elicotteri nelle forze KFOR
Afghanistan: (dal 2005) 3 elicotteri nelle forze ISAF
Iraq (2004) 3 elicotteri
Repubblica di Macedonia (1999) 3 elicotteri nella missione Joint Guardian
Albania 3 elicotteri
Iran
Guerra Iran-Iraq
Australia
Iraq (2003): 3 elicotteri.

Cultura di massa

In ambito cinematografico compare nei film:

Lone Survivor;
12 Soldiers in cui è utilizzato dalla squadra per raggiungere l'Afghanistan sorvolando le montagne a più di 7000 metri di quota di crociera;
Apocalypse Now;

Incidenti

Il 30 marzo 1980 ad Abu Dhabi cade il MM80825, un Boeing-Vertol CH-47C dell'Esercito Italiano. Muoiono 10 militari italiani.
La dinamica dell'incidente, come riferita dal Ministro della Difesa Lelio Lagorio in risposta ad un'interrogazione parlamentare, fu ricostruita attribuendo il disastro all'urto del rotore posteriore con una struttura a terra, mentre l'elicottero stava ultimando il posizionamento a terra di rientro da un'attività dimostrativa nel deserto, con conseguente perdita di controllo, ulteriori impatti con conseguente fuoriuscita di carburante ed incendio. Oltre all'equipaggio militare, persero la vita tre dei quattro tecnici civili presenti a bordo.

ENGLISH

Manufacturer: Boeing
  • Services: 
  • US Army 
  • Armament: 2x M134 7.62mm miniguns; 2x M240D 7.62mm machine gun 
  • Crew: Pilot, Co-pilot + 3 crew chiefs/gunners 
  • Propulsion: 2xTextron Lycoming T55-4-714 
  • Turboshaft engines 
  • Max Speed: 259 kph Range: 1382 km.
  • The MH-47 Chinook and its “E,” “D” and “G” variants are the primary heavy lift transport helicopters for the U.S. Army’s 160th Special Operations Aviation Regiment. The MH-47 differs from its CH-47 sister model with its incorporation of combat systems designed to make the helicopter more survivable on missions deep in enemy territory and during nighttime, low-level flight.
  • The MH-47 also has in-flight refueling capability for long-range insertions. The helicopter can be used for parachute insertion, fast rope insertion and water insertion of special operations troops. In 1995 Boeing completed delivery of a single MH-47E prototype and 25 production aircraft to the 160th Special Operations Aviation Regiment (Airborne), based at Fort Campbell, Ky. This fleet has operated around the world and conducted combat missions in every climate and condition. The aircraft has excelled in high altitude operations as conducted in combat missions in Iraq and Afghanistan. The MH-47G builds on the MH- 47E capabilities with the addition of the CAAS cockpit and enhanced aircraft survivability equipment. With Chinook fleet growth, the 160th SOAR will add a Chinook battalion and expand its operational capabilities.
  • The MH-47G’s fully integrated digital Common Avionics Architecture System (CAAS) permits global communications and navigation. CAAS is among the most advanced U.S. Army helicopter systems. CAAS includes integrated forward-looking infrared (FLIR) and multimode radar for nap-of-the-earth and low-level flight operations in conditions of extremely poor visibility and adverse weather. Today’s MH-47Gs contain a fully integrated digital cockpit management system, long-range fuel tanks and advanced cargo-handling capabilities that complement the aircraft’s mission performance and handling characteristics. The MH-47G combines many proven Chinook systems and features. Notable among these are fuel tanks providing twice the capacity of the CH-47F and an in-flight refueling system. MH-47Gs are remanufactured on the common MH-47G/CH-47F production line. The Chinook has been in U.S. Army service since 1962, and the current CH-47F/MH- 47G modernization programs, which includes a mix of remanufactured and new aircraft, will ensure this tandem rotor helicopter remains in the Army fleet at least through the 2030s. It is conceivable that Chinooks will be Army Aviation assets for a century or more.
  • The Boeing CH-47 Chinook is an American twin-engined, tandem rotor, heavy-lift helicopter developed by American rotorcraft company Vertol and manufactured by Boeing Vertol (later known as Boeing Rotorcraft Systems). The CH-47 is among the heaviest lifting Western helicopters. Its name, Chinook, is from the Native American Chinook people of modern-day Washington state.
  • The Chinook was originally designed by Vertol, which had begun work in 1957 on a new tandem-rotor helicopter, designated as the Vertol Model 107 or V-107. Around the same time, the United States Department of the Army announced its intention to replace the piston engine-powered Sikorsky CH-37 Mojave with a new, gas turbine-powered helicopter. During June 1958, the U.S. Army ordered a small number of V-107s from Vertol under the YHC-1A designation; following testing, it came to be considered by some Army officials to be too heavy for the assault missions and too light for transport purposes. While the YHC-1A would be improved and adopted by the U.S. Marine Corps as the CH-46 Sea Knight, the Army sought a heavier transport helicopter, and ordered an enlarged derivative of the V-107 with the Vertol designation Model 114. Initially designated as the YCH-1B, on 21 September 1961, the preproduction rotorcraft performed its maiden flight. In 1962, the HC-1B was redesignated CH-47A under the 1962 United States Tri-Service aircraft designation system.
  • The Chinook possesses several means of loading various cargoes, including multiple doors across the fuselage, a wide loading ramp located at the rear of the fuselage, and a total of three external ventral cargo hooks to carry underslung loads, as well. Capable of a top speed of 170 knots (196 mph, 315 km/h), upon its introduction to service in 1962, the helicopter was considerably faster than contemporary 1960s utility helicopters and attack helicopters, and is still one of the fastest helicopters in the US inventory. Improved and more powerful versions of the Chinook have also been developed since its introduction; one of the most substantial variants to be produced was the CH-47D, which first entered service in 1982; improvements from the CH-47C standard included upgraded engines, composite rotor blades, a redesigned cockpit to reduce workload, improved and redundant electrical systems and avionics, and the adoption of an advanced flight control system. It remains one of the few aircraft to be developed during the early 1960s – along with the fixed-wing Lockheed C-130 Hercules cargo aircraft – that had remained in both production and frontline service for over 50 years.
  • The military version of the helicopter has been exported to nations across the world; the U.S. Army and the Royal Air Force (see Boeing Chinook (UK variants)) have been its two largest users. The civilian version of the Chinook is the Boeing Vertol 234. It has been used by civil operators not only for passenger and cargo transport, but also for aerial firefighting and to support logging, construction, and oil extraction industries.

Design and development

Background

During late 1956, the United States Department of the Army announced its intention to replace the Sikorsky CH-37 Mojave, which was powered by piston engines, with a new, gas turbine-powered helicopter. Turbine engines were also a key design feature of the smaller UH-1 "Huey" utility helicopter. Following a design competition, in September 1958, a joint Army–Air Force source selection board recommended that the Army procure the Vertol-built medium transport helicopter. However, funding for full-scale development was not then available, and the Army vacillated on its design requirements. Some officials in Army Aviation thought that the new helicopter should be operated as a light tactical transport aimed at taking over the missions of the old piston-engined Piasecki H-21 and Sikorsky H-34 helicopters, and be consequently capable of carrying about 15 troops (one squad). Another faction in Army Aviation thought that the new helicopter should be much larger, enabling it to airlift large artillery pieces and possess enough internal space to carry the new MGM-31 "Pershing" missile system.
During 1957, Vertol commenced work upon a new tandem-rotor helicopter, designated as the Vertol Model 107 or V-107. During June 1958, the U.S. Army awarded a contract to Vertol for the acquisition of a small number of the rotorcraft, giving it the YHC-1A designation. As ordered, the YHC-1A possessed the capacity to carry a maximum of 20 troops. Three underwent testing by the Army for deriving engineering and operational data. However, the YHC-1A was considered by many figures within the Army users to be too heavy for the assault role, while too light for the more general transport role. Accordingly, a decision was made to procure a heavier transport helicopter, and at the same time, upgrade the UH-1 "Huey" to serve as the needed tactical troop transport. The YHC-1A would be improved and adopted by the Marines as the CH-46 Sea Knight in 1962. As a result, the Army issued a new order to Vertol for an enlarged derivative of the V-107, known by internal company designation as the Model 114, which it gave the designation of HC-1B. On 21 September 1961, the preproduction Boeing Vertol YCH-1B made its initial hovering flight. During 1962, the HC-1B was redesignated the CH-47A under the 1962 United States Tri-Service aircraft designation system; it was also named "Chinook" after the Chinook people of the Pacific Northwest.
The CH-47 is powered by two Lycoming T55 turboshaft engines, mounted on each side of the helicopter's rear pylon and connected to the rotors by drive shafts. Initial models were fitted with engines rated at 2,200 horsepower each. The counter-rotating rotors eliminate the need for an antitorque vertical rotor, allowing all power to be used for lift and thrust. The ability to adjust lift in either rotor makes it less sensitive to changes in the center of gravity, important for the cargo lifting and dropping. While hovering over a specific location, a twin-rotor helicopter has increased stability over a single rotor when weight is added or removed, for example, when troops drop from or begin climbing up ropes to the aircraft, or when other cargo is dropped. If one engine fails, the other can drive both rotors. The "sizing" of the Chinook was directly related to the growth of the Huey and the Army's tacticians' insistence that initial air assaults be built around the squad. The Army pushed for both the Huey and the Chinook, and this focus was responsible for the acceleration of its air mobility effort.

Improved and later versions

Improved and more powerful versions of the CH-47 have been developed since the helicopter entered service. The U.S. Army's first major design leap was the now-common CH-47D, which entered service in 1982. Improvements from the CH-47C included upgraded engines, composite rotor blades, a redesigned cockpit to reduce pilot workload, improved and redundant electrical systems, an advanced flight control system, and improved avionics. The latest mainstream generation is the CH-47F, which features several major upgrades to reduce maintenance, digitized flight controls, and is powered by two 4,733-horsepower Honeywell engines.
A commercial model of the Chinook, the Boeing-Vertol Model 234, is used worldwide for logging, construction, fighting forest fires, and supporting petroleum extraction operations. In December 2006, Columbia Helicopters Inc purchased the type certificate of the Model 234 from Boeing. The Chinook has also been licensed to be built by companies outside the United States, such as Agusta (now AgustaWestland) in Italy and Kawasaki in Japan.

Operational history

Vietnam War

The Army finally settled on the larger Chinook as its standard medium-transport helicopter, and as of February 1966, 161 aircraft had been delivered to the Army. The 1st Cavalry Division had brought its organic Chinook battalion when it arrived in 1965 and a separate aviation medium helicopter company, the 147th, had arrived in Vietnam on 29 November 1965. This latter company was initially placed in direct support of the 1st Infantry Division.
The most spectacular mission in Vietnam for the Chinook was the placing of artillery batteries in perilous mountain positions inaccessible by any other means, and then keeping them resupplied with large quantities of ammunition. The 1st Cavalry Division found that its CH-47s were limited to a 7,000-pound (3,200 kg) payload when operating in the mountains, but could carry an additional 1,000 pounds (450 kg) when operating near the coast. The early Chinook design was limited by its rotor system which did not permit full use of the installed power, and users were anxious for an improved version which would upgrade this system.
As with any new piece of equipment, the Chinook presented a major problem of "customer education". Commanders and crew chiefs had to be constantly alert that eager soldiers did not overload the temptingly large cargo compartment. It would be some time before troops would be experts at using sling loads. The Chinook soon proved to be such an invaluable aircraft for artillery movement and heavy logistics that it was seldom used as an assault troop carrier. Some of the Chinook fleet was used for casualty evacuation, and due to the very heavy demand for the helicopters, they were usually overburdened with wounded. Perhaps the most cost effective use of the Chinook was the recovery of other downed aircraft.
The CH-47s in Vietnam were generally armed with a single 7.62-mm M60 machine gun on a pintle mount on either side of the aircraft for self-defense, with stops fitted to keep the gunners from firing into the rotor blades. Dust filters were also added to improve engine reliability. At its peak employment in Vietnam, 22 Chinook units were in operation. Of the nearly 750 Chinook helicopters in the U.S. and South Vietnam fleets, about 200 were lost in combat or wartime operational accidents. The U.S. Army CH-47s supported the 1st Australian Task Force as required.

Iran

During the 1970s, the United States and Iran had a strong relationship, in which the Iranian armed forces began to use many American military aircraft, most notably the F-14 Tomcat, as part of a modernization program. After an agreement signed between Boeing and Agusta, the Imperial Iranian Air Force purchased 20 Agusta-built CH-47Cs in 1971. The Imperial Iranian Army Aviation purchased 70 CH-47Cs from Agusta between 1972 and 1976. In late 1978, Iran placed an order for an additional 50 helicopters with Elicotteri Meridionali, but that order was canceled immediately after the revolution; 11 of them were delivered after multiple requests by Iran.
In the 1978 Iranian Chinook shootdown, four Iranian CH-47Cs penetrated 15–20 km into Soviet airspace in the Turkmenistan Military District. They were intercepted by a MiG-23M which shot down one, killing eight crew members, and forced a second one to land. Chinook helicopters were used in efforts by the Imperial Iranian loyalist forces to resist the 1979 Iranian revolution.
During the Iran–Iraq War, Iran made heavy use of its US-bought equipment, and lost at least eight CH-47s during the 1980–1988 period, most notably during a clash on 15 July 1983, when an Iraqi Mirage F1 destroyed three Iranian Chinooks transporting troops to the front line, and on 25–26 February 1984, when Iraqi MiG-21 fighters shot down two examples. On 22 March 1982, in Operation Undeniable Victory, a key operation of the war, Iranian Chinooks were landed behind Iraqi lines, deployed troops that silenced their artillery, and captured an Iraqi headquarter; the attack took the Iraqi forces by surprise.
Despite the arms embargo in place upon Iran, it has managed to keep its Chinook fleet operational. Some of the Chinooks have been rebuilt by Panha. Currently 20 to 45 Chinooks are operational in Iran.

Libyan wars

In 1976, the Libyan Air Force purchased 24 Italian-built CH-47C helicopters, 14 of which were transferred to the Libyan Army during the 1990s. The Libyan Air Force recruited Western pilots and technicians to operate the CH-47 fleet.
The Libyan Chinooks flew transport and support missions into Chad to supply Libyan ground forces operating there in the 1980s. Chinooks were occasionally used to transport Libyan special forces in assault missions in northern Chad.
In 2002, Libya sold 16 helicopters to the United Arab Emirates, as due to the Western embargo and lack of funds, maintaining them was difficult. The sale to UAE was a $939 million package that included equipment, parts, and training. How many CH-47s are still in existence or operational during the ongoing Libyan civil wars that started in 2011 is not known.

Falklands War

The Chinook was used both by Argentina and the United Kingdom during the Falklands War in 1982.
The Argentine Air Force and the Argentine Army each deployed two CH-47C helicopters, which were widely used in general transport duties. Of the Army's aircraft, one was destroyed on the ground by a Harrier, while the other was captured by the British and reused after the war. Both Argentine Air Force helicopters returned to Argentina and remained in service until 2002.
Three British Chinooks were destroyed on 25 May 1982 when Atlantic Conveyor was struck by an Exocet sea-skimming missile fired by an Argentine Super Étendard. The sole surviving British Chinook, Bravo November, did outstanding service in the Falklands, even lifting 81 troops on one occasion.

Afghanistan and Iraq wars

About 163 CH-47Ds of various operators were deployed to Saudi Arabia, Kuwait, and Iraq during Operation Desert Shield and the subsequent Operation Desert Storm in 1990–91.
The CH-47D has seen wide use in Operation Enduring Freedom in Afghanistan and Operation Iraqi Freedom in Iraq. The Chinook is being used in air assault missions, inserting troops into fire bases, and later bringing food, water, and ammunition. It is also the casualty evacuation aircraft of choice in the British Armed Forces. In combat theaters, it is typically escorted by attack helicopters such as the AH-64 Apache for protection. Its lift capacity has been found of particular value in the mountainous terrain of Afghanistan, where high altitudes and temperatures limit the use of helicopters such as the UH-60 Black Hawk; reportedly, one Chinook can replace up to five UH-60s in the air assault transport role.
The Chinook helicopters of several nations have participated in the Afghanistan War, including aircraft from Britain, Italy, the Netherlands, Spain, Canada, and Australia. Despite the age of the Chinook, it is still in heavy demand, in part due its proven versatility and ability to operate in demanding environments such as Afghanistan.
On 6 August 2011, a Chinook crashed near Kabul, killing all of the 38 aboard. It was reportedly shot down with a rocket-propelled grenade by the Taliban while attempting to assist a group of U.S. Army Rangers. The 38 were members of NATO and allied forces, including 22 Naval Special Warfare operators, five U.S. Army Aviation soldiers, three U.S. Air Force special operations personnel, and seven Afghan National Army commandos. A civilian translator and a U.S. military working dog were also killed in the crash. The crash was the single deadliest during the entire Operation Enduring Freedom campaign. The previous biggest single-day loss for American forces in Afghanistan involved a Chinook that was shot down near Kabul in Kunar Province in June 2005 with all aboard killed, including a 16-member U.S. Special Operations team.
In May 2011, an Australian Army CH-47D crashed during a resupply mission in Zabul Province, resulting in one fatality and five survivors. The helicopter was unable to be recovered and was destroyed in place. To compensate for the loss, the ADF added two ex-U.S. Army CH-47Ds to the fleet which are expected to be in service until the introduction of the CH-47Fs in 2016.
On 6 August 2011, a U.S. Army CH-47D was shot down in Wardak Province, Afghanistan, while transporting reinforcements for a U.S. military unit engaged with the enemy, killing all on board: 38 troops and one U.S. military working dog.

Disaster relief and other roles

Since the type's inception, the Chinook has carried out secondary missions including medical evacuation, disaster relief, search and rescue, aircraft recovery, fire fighting, and heavy construction assistance. According to Suresh Abraham, the Chinook's ability to carry large, underslung loads has been of significant value in relief operations in the aftermath of natural disasters. Chinooks operators have often deployed their fleets overseas to support humanitarian efforts in stricken nations; Chinooks of the Republic of Singapore Air Force assisted in relief operations in neighboring Indonesia following the 2004 Asian tsunami, and after the 2005 Kashmir earthquake, the Royal Air Force dispatched Chinooks to Northern Pakistan to assist in recovery efforts.
Three Japanese CH-47s were used to cool Reactors 3 and 4 of the Fukushima Nuclear power plant with sea water after the 9.0 earthquake in 2011; to protect the crew from heightened radiation levels, lead plates were attached to the floor.

Variants
  • HC-1B - The pre-1962 designation for Model 114 development aircraft that would be redesignated CH-47 Chinook.
  • CH-47A - The all-weather, medium-lift CH-47A Chinook was powered initially by Lycoming T55-L-5 engines rated at 2,200 horsepower (1,640 kW), but then replaced by the T55-L-7 rated at 2,650 hp (1,980 kW) engines or T55-L-7C engines rated at 2,850 hp (2,130 kW). The CH-47A had a maximum gross weight of 33,000 lb (15,000 kg), allowing for a maximum payload around 10,000 lb (4,500 kg) Initial delivery of the CH-47A Chinook to the U.S. Army was in August 1962. A total of 349 were built.
  • ACH-47A - The ACH-47A was originally known as the Armed/Armored CH-47A (or A/ACH-47A). It was officially designated ACH-47A as a U.S. Army Attack Cargo Helicopter, and unofficially referred to as Guns A Go-Go. Four CH-47A helicopters were converted to gunships by Boeing Vertol in late 1965. Three were assigned to the 53rd Aviation Detachment in South Vietnam for testing, with the remaining one retained in the U.S. for weapons testing. By 1966, the 53rd was redesignated the 1st Aviation Detachment (Provisional) and attached to the 228th Assault Support Helicopter Battalion of the 1st Cavalry Division (Airmobile). By 1968, only one gunship remained, and logistical concerns prevented more conversions. It was returned to the United States, and the program stopped.
  • The ACH-47A carried five M60D 7.62 × 51 mm machine guns or M2HB .50-caliber machine guns, provided by the XM32 and XM33 armament subsystems, two M24A1 20 mm cannons, two XM159B/XM159C 19-Tube 2.75-inch (70 mm) rocket launchers or sometimes two M18/M18A1 7.62 × 51 mm gun pods, and a single M75 40 mm grenade launcher in the XM5/M5 armament subsystem (more commonly seen on the UH-1 series of helicopters). The surviving aircraft, Easy Money, has been restored and is on display at Redstone Arsenal, Alabama.
  • CH-47B - The CH-47B was an interim solution while Boeing worked on a more substantially improved CH-47C. The CH-47B was powered by two Lycoming T55-L-7C 2,850 shp (2,130 kW) engines. It featured a blunted rear rotor pylon, redesigned asymmetrical rotor blades, and strakes along the rear ramp and fuselage to improve flying characteristics. It could be equipped with two door-mounted M60D 7.62 mm NATO machine guns on the M24 armament subsystem and a ramp-mounted M60D using the M41 armament subsystem. Some CH-47 "bombers" were equipped to drop tear gas or napalm from the rear cargo ramp onto Viet Cong bunkers. The CH-47B could be equipped with a hoist and cargo hook. The Chinook proved especially valuable in "Pipe Smoke" aircraft recovery missions. The "Hook" recovered about 12,000 aircraft valued at over $3.6 billion during the war; 108 were built.
  • CH-47C - The CH-47C principally featured more powerful engines and transmissions.Three sub-versions were built; the first had Lycoming T55-L-7C engines delivering 2,850 shp (2,130 kW). The "Super C" included Lycoming T55-L-11 engines delivering 3,750 shp (2,800 kW), an upgraded maximum gross weight of 46,000 lb (21,000 kg), and a pitch stability augmentation system. The T55-L-11 engines suffered difficulties, as they had been hurriedly introduced to increase payload; thus, they were temporarily replaced by the more reliable Lycoming T55-L-7C. The type was distinguishable from the standard "C" by the uprated maximum gross weight.
  • The type was unable to receive FAA certification to engage in civil activities due to the nonredundant hydraulic flight boost system drive. A redesign of the hydraulic boost system drive was incorporated in the succeeding CH-47D, allowing that model to achieve certification as the Boeing Model 234. A total of 233 CH-47Cs were built. Canada bought a total of eight CH-47Cs; deliveries of the type began in 1974. Receiving the Canadian designation "CH-147", these were fitted with a power hoist above the crew door; other changes included a flight engineer station in the rear cabin: operators referred to the configuration as the "Super C". The CH-47C was used widely during the Vietnam War, eventually replacing the older H-21 Shawnee in the combat assault support role.
  • CH-47D - The CH-47D shares the same airframe as earlier models, the main difference being the adoption of more powerful engines. Early CH-47Ds were originally powered by two T55-L-712 engines, the most common engine is the later T55-GA-714A. With its triple-hook cargo system, the CH-47D can carry heavy payloads internally and up to 26,000 pounds (12 t) (such as 40-foot or 12-metre containers) externally. It was first introduced into service in 1979. In air assault operations, it often serves as the principal mover of the 155 mm M198 howitzer, accompanying 30 rounds of ammunition, and an 11-man crew. The CH-47D also has advanced avionics, such as the Global Positioning System. Nearly all US Army CH-47D were conversions from previous A, B, and C models, a total of 472 being converted. The last U.S. Army CH-47D built was delivered to the U.S. Army Reserve, located at Fort Hood, Texas, in 2002. The Netherlands acquired all seven of the Canadian Forces' surviving CH-147s and upgraded them to CH-47D standard. Six more new-build CH-47Ds were delivered in 1995 for a total of 13. The Dutch CH-47Ds feature a number of improvements over U.S. Army CH-47Ds, including a long nose for Bendix weather radar, a "glass cockpit", and improved T55-L-714 engines. As of 2011, the Netherlands shall upgrade 11 of these which will be updated to the CH-47F standard at a later date. As of 2011, Singapore has 18 CH-47D/SDs, which includes twelve "Super D" Chinooks, in service. In 2008, Canada purchased 6 CH-47Ds from the U.S. for the Canadian Helicopter Force Afghanistan for $252 million. With 1 CH-47D lost to an accident, the remaining five were sold in 2011 after the end of Canada's mission in Afghanistan and replaced with seven CH-147Fs.
  • MH-47D - The MH-47D variant was developed for special forces operations and has inflight refueling capability, a fast rope-rappelling system, and other upgrades. The MH-47D was used by U.S. Army 160th Special Operations Aviation Regiment. 12 MH-47D helicopters were produced. Six were conversions from CH-47A models and six were conversions from CH-47C models.
  • MH-47E - The MH-47E has been used by U.S. Army Special Operations. Beginning with the E-model prototype manufactured in 1991, a total of 26 Special Operations Aircraft were produced. All aircraft were assigned to 2–160th SOAR(A) "Nightstalkers", home based at Fort Campbell, Kentucky. E models were conversions from existing CH-47C model airframes. The MH-47E has similar capabilities as the MH-47D, but includes an increased fuel capacity similar to the CH-47SD and terrain following/terrain avoidance radar.
  • In 1995, the Royal Air Force ordered eight Chinook HC3s, effectively a low-cost version of the MH-47E for the special operations role. They were delivered in 2001, but never entered operational service due to technical issues with their avionics fit, unique to the HC3. In 2008, work started to revert the HC3s to HC2 standard, to enable them to enter service. They have since been upgraded to HC5 standard with a digital automated flight control system.
  • CH-47F - In 2001, the first CH-47F, an upgraded CH-47D, made its maiden flight; the first production model rolled out on 15 June 2006 at Boeing's facility in Ridley Park, Pennsylvania, and first flew on 23 October 2006. Upgrades include 4,868-shaft-horsepower (3,630 kW) Honeywell engines and the airframe featuring greater single-piece construction to lower maintenance requirements. The milled construction reduces vibration, as well as inspection and repair needs, and eliminates flexing points to increase service life. The CH-47F can fly at speeds of over 175 mph (282 km/h) with a payload of more than 21,000 lb (9.5 t). New avionics include a Rockwell Collins Common Avionics Architecture System (CAAS) cockpit, and BAE Systems' Digital Advanced Flight Control System (DAFCS). AgustaWestland assembles the CH-47F under license, known as the Chinook ICH-47F, for several customers.  Boeing delivered 48 CH-47Fs to the U.S. Army through August 2008; at that time Boeing announced a $4.8 billion contract with the Army for 191 Chinooks. In February 2007, the Royal Netherlands Air Force became the first international customer, ordering six CH-47Fs, expanding their fleet to 17. On 10 August 2009, Canada signed a contract for 15 extensively modified and upgraded CH-47Fs for the Canadian Forces, later delivered in 2013–2014 with the Canadian designation CH-147F. On 15 December 2009, Britain announced its Future Helicopter Strategy, including the purchase of 24 new CH-47Fs to be delivered from 2012. Australia ordered seven CH-47Fs in March 2010 to replace its six CH-47Ds between 2014 and 2017. In late 2015, Australia has sought permission to order three more CH-47Fs. In September 2015 India approved purchase of 15 CH-47F Chinooks. On 7 November 2016, Singapore announced that the CH-47F would replace its older Chinooks, which had been in service since 1994. This would enable the Republic of Singapore Air Force to meet its requirements for various operations, including Search and Rescue (SAR), Aeromedical Evacuation (AME), and Humanitarian Assistance and Disaster Relief (HADR) operations.
  • A CH-47F Block 2 is planned to be introduced after 2020. The Block 2 aims for a payload of 22,000 lb (10,000 kg) with 4,000 ft (1,200 m) and 95 °F (35 °C) high and hot hover performance, eventually increased up to 6,000 ft (1,800 m), to carry the Joint Light Tactical Vehicle; maximum takeoff weight would be raised to 24,500 kg (54,000 lb). It features the composite-based Advanced Chinook Rotor Blade (derived from the cancelled RAH-66 Comanche) 20% more powerful Honeywell T55-715 engines, and the active parallel actuator system (APAS); the APAS enhances the digital advanced flight-control system, providing an exact torque split between the rotors for greater efficiency. A new fuel system combines the three fuel cells in each sponson into one larger fuel cell and eliminating intracell fuel transfer hardware, reducing weight by 90 kg (200 lb) and increasing fuel capacity. Electrical capacity is increased by three 60 kVA generators.
  • The U.S. Army plans for a Block 3 upgrade after 2025, which could include a new 6,000 shp-class engine with boosted power capacity of the transmission and drive train developed under the future affordable turbine engine (FATE) program and a lengthened fuselage. The Future Vertical Lift program plans to begin replacing the Army's rotorcraft fleet in the mid-2030s, initially focusing on medium-lift helicopters, thus the CH-47 is planned to be in service beyond 2060, over 100 years after first entering service.
  • MH-47G - The MH-47G Special Operations Aviation (SOA) version is currently being delivered to the U.S. Army. It is similar to the MH-47E, but features more sophisticated avionics including a digital Common Avionics Architecture System (CAAS). The CAAS is a common glass cockpit used by different helicopters such as MH-60K/Ls, CH-53E/Ks, and ARH-70As. The MH-47G also incorporates all of the new sections of the CH-47F.
  • The new modernization program improves MH-47D and MH-47E Special Operations Chinooks to the MH-47G design specs. A total of 25 MH-47E and 11 MH-47D aircraft were upgraded by the end of 2003. In 2002 the army announced plans to expand the Special Operations Aviation Regiment via an additional 12 MH-47G helicopters. The final MH-47G Chinook was delivered to the U.S. Army Special Operations Command on 10 February 2011. Modernization of MH-47D/E Chinooks to MH-47G standard is due for completion in 2015. The British MOD confirmed that while the US does not currently export the model, the two countries are currently in discussion regarding the MH-47G. On 19 October 2018, the Defense Security Cooperation Agency notified Congress of a possible sale of 16 H-47 Chinooks (Extended Range) to the UK.
  • CH-47J - The CH-47J is a medium-transport helicopter for the Japan Ground Self-Defense Force (JGSDF), and the Japan Air Self-Defense Force (JASDF). The differences between the CH-47J and the CH-47D are the engine, rotor brake and avionics, for use for general transportation, SAR and disaster activity like U.S. forces. The CH-47JA, introduced in 1993, is a long-range version of the CH-47J, fitted with an enlarged fuel tank, an AAQ-16 FLIR in a turret under the nose, and a partial glass cockpit. Both versions are built under license in Japan by Kawasaki Heavy Industries, who produced 61 aircraft by April 2001.
  • The Japan Defense Agency ordered 54 aircraft of which 39 were for the JGSDF and 15 were for the JASDF. Boeing supplied flyable aircraft, to which Kawasaki added full avionics, interior, and final paint. The CH-47J model Chinook (N7425H) made its first flight in January 1986, and it was sent to Kawasaki in April. Boeing began delivering five CH-47J kits in September 1985 for assembly at Kawasaki.
  • HH-47 - On 9 November 2006, the HH-47, a new variant of the Chinook based on the MH-47G, was selected by the U.S. Air Force as the winner of the Combat Search and Rescue (CSAR-X) competition. Four development HH-47s were to be built, with the first of 141 production aircraft planned to enter service in 2012. However, in February 2007 the contract award was protested and the GAO ordered the CSAR-X project to be re-bid. The CSAR-X program was again terminated in 2009. In February 2010, the USAF announced plans to replace aging HH-60G helicopters, and deferred secondary combat search and rescue requirements calling for a larger helicopter.






Other export models
  • The Royal Air Force version of the CH-47C is designated Chinook HC1; its versions of the CH-47D are designated Chinook HC2 and HC2A.
  • The export version of the CH-47C Chinook for the Italian Army was designated "CH-47C Plus". The HH-47D is a search and rescue version for the Republic of Korea Air Force. The CH-47DG is an upgraded version of the CH-47C for Greece. While the CH-47SD (also known as the "Super D") is a modified variant of the CH-47D, with extended range fuel tanks and higher payload carrying capacity; the CH-47SD is currently in use by the Republic of Singapore Air Force, Hellenic Army and the Republic of China Army.
  • Eight CH-47Cs were delivered to the Canadian Forces in 1974. These helicopters were in Canadian service until 1991, with the designation CH-147. These aircraft were subsequently sold to the Netherlands and are now operated by the Royal Netherlands Air Force as CH-47Ds. Older aircraft will be phased out by 2020 and replaced by CH-47F-NL models.

Civilian models
  • Model 234LR (long range): Commercial transport helicopter. The Model 234LR can be fitted out as an all-passenger, all-cargo, or cargo/passenger transport helicopter.
  • Model 234ER (extended range): Commercial transport version.
  • Model MLR (multi-purpose long range): Commercial transport version.
  • Model 234UT (utility transport): Utility transport helicopter.
  • Model 414: The Model 414 is the international export version of the CH-47D. It is also known as the CH-47D International Chinook.




Derivatives

In 1969, work on the experimental Model 347 was begun. It was a CH-47A with a lengthened fuselage, four-blade rotors, detachable wings mounted on top of the fuselage and other changes. It first flew on 27 May 1970 and was evaluated for a few years.
In 1973, the Army contracted with Boeing to design a "Heavy Lift Helicopter" (HLH), designated XCH-62A. It appeared to be a scaled-up CH-47 without a conventional body, in a configuration similar to the S-64 Skycrane (CH-54 Tarhe), but the project was canceled in 1975. The program was restarted for test flights in the 1980s and was again not funded by Congress. The scaled-up model of the HLH was scrapped in late 2005 at Fort Rucker, Alabama.

Operators
  •  Australia
  •  Canada
  •  Egypt
  •  Greece
  •  India
  •  Iran
  •  Italy
  •  Japan
  •  Libya
  •  Morocco
  •  Netherlands
  •  Oman
  •  South Korea
  •  Saudi Arabia
  •  Singapore
  •  Spain
  •  Taiwan
  •  Thailand
  •  Turkey
  •  United Kingdom
  •  United Arab Emirates
  •  United States

Former operators
  •  Argentina
  •  South Vietnam
  •  Vietnam

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)



































































sabato 2 novembre 2019

L'EVOLUZIONE DEI CACCIATORPEDINIERI LANCIAMISSILI DELLA Marina Militare Italiana


I DDG IMPAVIDO E INTREPIDO


Le navi della classe Impavido della Marina Militare, successiva alla classe Indomito, furono le prime unità missilistiche progettate e costruite in Italia. Entrate in servizio agli inizi degli anni sessanta sono state radiate all'inizio degli anni novanta. Furono navi all'avanguardia nel campo dei sensori imbarcati e dei sistemi d'arma.
Derivate dalla precedente classe Impetuoso di cui conservavano le linee generali dello scafo, ma con dislocamento e dimensioni leggermente incrementati, erano navi ampiamente automatizzate, sia nei sensori di scoperta, e negli impianti d'arma, che nell'apparato motore, e avevano una notevole stabilità di piattaforma, essendo dotate fra l'altro di ben tre coppie di pinne stabilizzatrici Denny Brown, e duttilità d'impiego, che le rendeva idonee ad operare in missioni di scorta al naviglio mercantile, e particolarmente adatte alla lotta antiaerea e antisommergibili. La stabilizzazione dello scafo riducendo l'ampiezza delle oscillazioni di rollio consentiva un più preciso impiego delle armi e delle apparecchiature stabilizzate, una maggiore possibilità di impiego di armi o apparecchiature non stabilizzate o parzialmente stabilizzate, minor disagio del personale sia nella vita di bordo durante la navigazione che nell'impiego delle unità. Lo scafo è a ponte continuo con cassero centrale, raccordato verso poppa da un'ampia tuga, alla cui estremità vi era la rampa di lancio dei missili antiaerei e a estrema poppa era allestita una piattaforma per l'eventuale appontaggio per elicotteri. La sovrastruttura divisa in due blocchi, il primo dei quali ospitava verso prora la plancia di comando, sul cui cielo era presente la direzione di tiro del cannone prodiero e verso poppa il primo dei due fumaioli in cui confluivano gli scariche dell'apparato motore. Il primo blocco era sormontato dall'albero di trinchetto sul quale erano collocate diverse apparecchiature elettroniche, tra cui il radar di scoperta aeronavale e il radar di navigazione e scoperta di superficie. Il secondo blocco, che ospitava il secondo fumaiolo, era sormontato dall'albero di maestra alla cui sommità era collocato il radar di scoperta aerea tridimensionale a lungo raggio; ai lati del secondo blocco, disposti due per ogni lato, i quattro cannoni antiaerei alla cui guida erano asserviti due radar di tiro disposti uno per lato e collocati sul cielo del secondo blocco. A poppavia del secondo fumaiolo i due radar guida-missili e la rampa dei missili antiaerei.


La propulsione era a vapore con quattro caldaie Foster Wheeler alimentate inizialmente a nafta e due turbine collegati agli assi delle due eliche mediante due gruppi turboriduttori. L'apparato motore forniva una potenza di 70 000 hp, consentendo una velocità massima di 34 nodi ed un'autonomia di 5 000 miglia a 16 nodi. L'apparato motore, pur non essendo concettualmente diverso rispetto a quello degli Indomito, presentava tuttavia degli accorgimenti e delle migliorie, le più significative delle quali erano la suddivisione in due complessi non contigui, del tutto indipendenti uno dall'altro e collegati ciascuno ad una linea d'assi e la possibilità di conduzione a distanza della centrale di propulsione. L'automazione della propulsione consentiva una condotta più economica e funzionale e una notevole flessibilità che consentiva rapide variazioni della velocità.
Le unità di questa classe erano simili per prestazioni  ai cacciatorpediniere americani della classe Charles F. Adams, ma con una batteria di can- noni anziché di missili ASROC perché nel Mediterraneo era valutata maggiore la minaccia portata dagli aerei piuttosto che dai sottomarini.



L'armamento antiaereo a medio raggio era costituito da una rampa singola per missili Tartar, a propellente solido, con guida iniziale su fascio direttore e successivamente con guida semi-attiva. La difesa antiaerea ravvicinata era costituita di una torre binata prodiera da 127/38 mm, arma duale utile anche in funzione antinave e nel tiro controcosta, e da quattro cannoni singoli da 76/62 mm O.T.O. Melara, disposti lateralmente a centro nave; anche questi cannoni avevano capacità antinave e potevano essere impiegati anche per il tiro controcosta. L'armamento antisommergibile era costituito da due lanciasiluri trinati Mk 32 per siluri leggeri filoguidati da 324 mm e di un sonar a media frequenza M.F. AN/SQS-23B.
La componente elettronica si avvaleva di un radar di scoperta aerea tridimensionale a lungo raggio Frescan AN/SPS-39, posizionato sull'albero di maestra, costituito da un robusto quadripode; sull'albero di trinchetto trovavano posto sia il radar di scoperta aeronavale R.C.A. AN/SPS-12, posizionato su di una mensola, sia il radar di navigazione e scoperta di superficie S.M.A. MM/SPQ-2, posto in posizione più elevata mentre a poppavia del secondo fumaiolo c'erano i due radar guidamissili Raytheon AN/SPG-51 asserviti ai Tartar.[1] Sul cielo della plancia era posizionata la direzione del tiro del cannone prodiero e alla sommità lati del secondo blocco della sovrastruttura due direzioni di tiro NA-9, una per lato asservite ai calibri secondari.
Nel 1970 venne avviata la sperimentazione dell'Agusta A106, ma le difficoltà all'impiego notturno e la scarsa autonomia del velivolo portarono nel luglio 1972 all'abbandono del progetto, ma restò comunque la possibilità di appontaggio e decollo di un elicottero sulla piattaforma appositamente allestita ad estrema poppa. In fase di progettazione l'impiego dell'elicottero non era stato previsto, in quanto, pur ravvisandone la necessità ed in attesa degli esiti delle prove conseguite dalle nuove fregate della classe Bergamini, il progetto non venne modificato, per non ritardarne il loro ingresso in servizio, in quanto la linea di cacciatorpediniere in servizio era abbastanza vetusta e la previsione per la fine degli anni sessanta della fine dell'attività operativa di Artigliere, Aviere, San Giorgio e San Marco, tutte navi risalenti alla seconda guerra mondiale.
Le due unità vennero sottoposte negli anni settanta ad un programma di ammodernamento che hanno riguardato soprattutto l'elettronica di bordo e l'armamento, con nuovi radar di scoperta e per la direzione del tiro, un generale miglioramento dei sensori. Gli aggiornamenti vennero eseguiti per Intrepido dal 1974 al 1975 e per Impavido dal 1976 al 1977.



Le modifiche all'armamento hanno visto l'adozione di una rampa singola Mk.13 per missili Standard SM-1 con capacità di magazzino di 40 missili e l'imbarco di due rampe multiple per lanciarazzi da 105 mm SCLARBreda/Elsag. Gli ammodernamenti all'elettronica hanno riguardato la sostituzione del vecchio radar tridimensionale Frescan AN/SPS-39, con il più moderno Hughes AN/SPS-52, la sostituzione delle vecchie Direzioni di Tiro con tre centrali Orion RTN 10X sia per il calibro principale che per quello secondario, che vennero collocate una sul cielo della plancia di comando, asservita al cannone prodiero da 127/38 mm e le altre due, asservite ai calibri da 76/62 mm, in posizione laterale e simmetrica alla sommità del secondo blocco della sovrastruttura.
I lavori di ammodernamento hanno anche riguardato la riconversione dell'apparato motore da nafta, al più leggero gasolio, per standardizzazione NATO.
Entrate in servizio tra il 1963 ed il 1964, dopo aver prestato servizio per circa 30 anni, sono state messe in disarmo fra il 1991, e il 1992, sostituite dalle unità della classe Durand de la Penne. La consegna della Bandiera di Combattimento di Nave Intrepido avvenne il 2 Maggio 1965 nel porto di Savona, e fu donata dal locale Gruppo ANMI "Vanni Folco". Il cacciatorpediniere Impavido, dalla sua entrata in servizio nel 1963, fu assegnato alla Base di Taranto, mentre l'Intrepido rimase in un primo tempo a La Spezia, per essere poi ridislocato a Taranto a partire dal 1975. Nella base di Taranto le due unità fecero parte del 2º Gruppo Navale d'Altura della IIª Divisione Navale.
Le unità presero parte a diverse crociere e missioni anche a livello internazionale. Dopo il passaggio in disarmo esse rimasero ormeggiate presso le banchine dell'Arsenale di Taranto, prima di essere definitivamente vendute per la demolizione a cantieri specializzati napoletani (SIMONT S.p.A.) fra il 1999 e il 2000.
Nel 1973 l'Impavido venne impiegato in una crociera estiva come nave scuola in favore degli Allievi del 1º anno di Corso dell'Accademia di Livorno. In quell'estate, in seguito all'indisponibilità dell'Amerigo Vespucci, a causa del protrarsi dei lavori di manutenzione, la crociera estiva degli allievi del 1º anno di Corso venne riprogrammata con itinerari differenti, sparpagliati a rotazione su quattro navi di squadra: Etna, Doria, Impavido e Carabiniere. L'Impavido al comando del capitano di vascello Pirozzi, insieme al Carabiniere, al comando del capitano di fregata Mariotti, nel corso della crocierà effettuò visite a Taranto, Suda, Sebastopoli, Odessa, Istanbul, Portoferraio.

I DDG AUDACE E ARDITO



Le unità navali della classe Audace sono state dei cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Italiana. La classe era costituita da due unità, Audace e Ardito realizzate dai Cantieri Navali Riuniti e dalla Italcantieririspettivamente negli stabilimenti di Riva Trigoso e Castellammare di Stabia, entrate in linea all'inizio degli anni settanta e rimaste in servizio fino a metà del primo decennio del nuovo millennio. Nel programma erano previste quattro unità: Ardito, Audace, Animoso ed Ardimentoso, ma la costruzione delle altre due unità, per motivi di bilancio, fu rinviata. L'urgenza della costruzione delle prime due, effettuata con bilancio ordinario, fu determinata dalla necessità di sostituire entro la fine degli anni settanta i due cacciatorpediniere della classe Impetuoso, che non erano stati sottoposti ad alcun lavoro di aggiornamento sia per quanto riguardava l'elettronica sia per quanto riguardava l'armamento. Le due unità la cui costruzione era stata a lungo rimandata sono entrate poi in servizio all'inizio degli anni novanta con notevoli miglioramenti costituendo la classe Durand de la Penne o Super Audace.



Le due unità sono un miglioramento dei precedenti Impavido con aumento delle dimensioni e del dislocamento e con il potenziamento dell'armamento, in particolare quello antisommergibile e la presenza della componente elicotteristica.
Lo scafo a ponte continuo con accentuata insellatura prodiera si raccordava gradatamente fino ad estrema poppa ed era ripartito in 16 compartimenti stagni; la prora molto slanciata ed elegante era dotata di bulbo di dimensioni moderate. La poppa, larga, simile a quella dei “Doria” accoglieva il ponte di volo con la sottostante poppetta riservata alle operazioni d'ormeggio. La sovrastruttura era divisa in due blocchi ognuno dei quali con un fumaiolo in configurazione mack con integrati gli alberi delle elettroniche. Immediatamente a poppavia del secondo blocco, con un'altezza leggermente superiore, c'era l'ampio hangar, che poteva ospitare due elicotteri medi tipo AB-212oppure un elicottero medio-pesante tipo SH-3D Sea King in versione antisommergibile.



La propulsione era a vapore con due caldaie Foster Wheeler e due turbine, la cui potenza di 73000 CV permetteva una velocità 33 nodi, con un'autonomia di 4000 miglia a 25 nodi. Le turbine erano CNR/Westinghousesull'Audace e Ansaldo/General Electric sull'Ardito. La mancata adozione di un apparato di propulsione articolato su Turbine a Gas, del tipo CODAG o CODOG fu dovuta al timore di incorrere in tempi lunghi per il suo collaudo. La diversità dei gruppi turboriduttori è dovuta al fatto che le navi vennero realizzate in cantieri navali differenti. I Cantieri Navali Riuniti erano un gruppo integrato, responsabile in toto ed in proprio della piattaforma, in quanto non solo costruiva lo scafo, ma aveva un importante stabilimento meccanico, a Riva Trigoso, che produceva tutti i componenti dell'apparato motore, turbine, riduttori, caldaie ed ausiliari, mentre l'Italcantieri, da cui dipendeva il Cantiere di Castellamare comprava da terzi l'apparato motore, nel caso specifico l'Ansaldo Meccanico Nucleare, nato dallo scorporamento di attività del Gruppo Ansaldo, facente capo a Finmeccanica. I riduttori, del tipo a doppia riduzione, avevano certe similitudini di progetto ma profonde differenze per le modalità di montaggio e messa a punto, anche in relazione alle linee d'assi, mentre le turbine principali erano di tipo diverso, ed avevano sistemi totalmente diversi di adduzione del vapore. Anche le caldaie, pur essendo ambedue sviluppate su licenza Foster Wheeler erano simili ma non identiche tra le due navi, anche se le differenze erano meno marcate, mentre gli ausiliari erano comuni alle due navi, e, per quanto riguarda le turbomacchine, tutte di fornitura CNR.




Il progetto di queste unità scaturì dall'esigenza di migliorare qualitativamente la linea dei cacciatorpediniere dopo che le unità classe “Indomito”, entrate in servizio nel 1957 e 1958, dotate di armamento antiaereo costituito da quattro cannoni da 127/38 mm e 16 mitragliere da 40/56 mm, dopo appena pochi anni di attività, si erano rivelate inadeguate nel contrasto aereo contro i moderni caccia a reazione ed altrettanto inefficaci nella lotta contro i sottomarini a propulsione nucleare. D'altro canto le unità della classe “Impavido”, entrate in servizio nel 1963 e nel 1964, pur essendo dotate di moderno armamento antiaereo a media gittata, con l'adozione di una rampa di lancio per missili Tartar, rimanevano carenti nella lotta antisommergibili, per l'impossibilità progettuale di poter imbarcare elicotteri. Il tentativo di equipaggiare le due unità con l'Agusta A 106, costruito appositamente in due soli esemplari per i due cacciatorpediniere che avevano a poppa una piccola piattaforma di appontaggio, era risultato vano. La necessità di armonizzare in maniera più equilibrata le capacità antiaeree, antinave e antisommergibile, aveva reso necessario un aumento delle dimensioni e del dislocamento rispetto agli Impavido, anche in previsione di un futuro miglioramento delle capacità operative. Le due unità della Classe Audace tuttavia, all'entrata in servizio, presentavano alcune carenze, quali la mancanza di una C.O.C., l'inadeguatezza del radar di scoperta aerea, la mancanza di sistema missilistico superficie-superficie, ancora in fase di realizzazione, in quanto all'entrata in servizio delle due unità era ancora in fase di sperimentazione il sistema Teseo, che venne imbarcato sull'aliscafo Sparviero nel 1974 ed adottato dalle fregate della classe “Lupo” a partire dal 1977 ed infine la mancata adozione di un apparato di propulsione articolato su Turbine a Gas, del tipo CODAG o CODOG, dovuta al timore di incorrere in tempi lunghi per il suo collaudo. Tali carenze vennero tutte superate nel corso degli anni ad eccezione per quel che riguarda l'apparato motore.
Tra il 1987 e il 1990 i due cacciatorpediniere furono ampiamente rimodernati con notevole potenziamento dell'armamento, permettendo di incrementarne le proprie capacità antinave ed antiaerea con l'imbarco dei sistemi missilistici Albatros e Teseo, e dell'elettronica, superando definitivamente alcune carenze che le due unità avevano all'epoca della loro entrata in servizio, attribuendo il giusto merito alla bontà del progetto.
I lavori di ammodernamento vennero eseguiti presso nell'Arsenale La Spezia: l'Ardito nel periodo 1987-1988 e l'Audace nel 1988-1990.

I DDG LUIGI DURAND DE LA PENNE E MIMBELLI



I cacciatorpediniere della classe Luigi Durand de la Penne sono potenti unità missilistiche della Marina Militare costruiti in due unità ed entrati in servizio durante i primi anni novanta per sostituire le unità della Classe Impavidoandate in disarmo. Dispongono di sistemi d'arma per la lotta antiaerea, lotta antinave, lotta antisommergibile e per il bombardamento a lungo raggio.



Il sistema d'arma primario è costituito da un lanciatore a rampa singola Mk 13 capace di lanciare missili antiaereo e antimissile della serie Standard SM-2MR. Tuttavia l'obsolescenza di tale sistema unito al mancato acquisto di versioni successive o alla sostituzione con VLS, comporterà nell'immediato futuro la conversione delle due navi della classe in fregate missilistiche e la perdita della capacità di lotta antiaerea a lungo raggio. L'ulteriore armamento è costituito da un lanciatore Albatros ad 8 celle per missili a corto raggio Aspide (versione sviluppata dall'Alenia a partire dal Sea Sparrow americano), 4 Teseo MK2 per ASuW. L'armamento artiglieresco è composto da un cannone 127/54 mm Compatto capace di sparare munizioni VULCANO e da tre cannoni 76/62 mm Super Rapido, della Oto Melara. La difesa ASW è assicurata dal sistema Milas, da due complessi trinati per siluri da 324 mm MU 90 e dagli elicotteri AB-212 ASW.
I sensori principali sono un radar 3D a lungo raggio Selex RAN 40L, installato nel 2008 in sostituzione del Raytheon SPS-52C, un radar di ricerca di superficie e aerea Selex RAN 10S, un radar di ricerca aerea Selex MM/SPS-702 e due illuminatori Raytheon AN/SPG-51D per i missili Standard.



La propulsione è di tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas), un sistema che utilizza un motore diesel per le velocità di crociera e una turbina a gas per la velocità massima. Questo poiché la turbina a gas ha un elevato consumo di carburante, accettabile solo durante gli spunti ad alta velocità, mentre la velocità di pattugliamento viene assicurata dal motore diesel.
Unità della classe:
  • Luigi Durand de la Penne (D 560)
  • Francesco Mimbelli (D 561).

Le due unità che portano il nome di due Medaglie d'oro al Valor Militare della seconda guerra mondiale sono assegnate alla base di Taranto inquadrate nella 2ª Divisione Navale.
Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Francesco Mimbelli (D 561) è un'unità multiruolo per la lotta antiaerea, lotta antisommergibile, lotta antinave e per il bombardamento a lungo raggio. Conta un equipaggio di 377 persone (di cui il 10% femminile). Lo scafo è a ponte continuo con due blocchi di sovrastrutture che inglobano i due fumaioli, con la zona poppiera occupata per una lunghezza di circa 25 metri dal ponte di volo e per una lunghezza di 18m dall'hangar che può accogliere due elicotteri. La forma dello scafo e due coppie di stabilizzatori assicurano una notevole riduzione del rollio.
La nave è dotata di armamento, consistente e differenziato che la rende idonea ad assolvere molteplici compiti fondamentali: in primis la difesa aerea di zona, concorrendo non solo alla protezione di formazioni navali e di convogli, ma anche alla difesa aerea nazionale e NATO. Inoltre il suo armamento la rende idonea al contrasto di unità subacquee e di superficie, al supporto di operazioni anfibie e all’impiego nel bombardamento costiero ed è adatta quale sede di comando complesso, compito svolto in più occasioni.
Durante l’ultima sosta lavori, effettuata tra il 2006 e il 2009, ha subito un notevole processo di ammodernamento con la sostituzione di più componenti del Sistema di Combattimento che ha comportato un incremento delle prestazioni in termini di capacità di elaborazione e di calcolo.



La nave porta il nome di Francesco Mimbelli, medaglia d'oro al valor militare della seconda guerra mondiale. La costruzione dell'unità, iniziata nel 1989, è avvenuta nel cantiere navale di Riva Trigoso; la nave è stata varata il 13 aprile 1991 ed è stata consegnata alla Marina Militare il 18 ottobre 1993.
L'unità ha come gemella la nave Durand de la Penne. Le due unità erano state varate con i nomi Animoso e Ardimentoso, riprendendo i nomi di due torpediniere della classe Ciclone della Regia Marina, che hanno operato nel corso della seconda guerra mondiale. Con la morte di Durand de la Penne, avvenuta durante la fase dell'allestimento, venne invece deciso di intitolare le unità a questi due eroi di guerra e il 10 giugno 1992 Nave "Ardimentoso" ha preso il nome di Francesco Mimbelli.
Nave "Mimbelli" è alle dipendenze del Comando della 2ª Divisione Navale di Taranto; il suo porto di assegnazione è Taranto presso la nuova Stazione Navale Mar Grande.
Nave "Mimbelli" ha preso parte a numerose attività addestrative sia in ambito Nazionale che Internazionale.
Dal 31 gennaio 2003 al 1º giugno 2003 ha preso parte in qualità di nave comando della Task Force 150 all'operazione Resolute Behaviour- Enduring Freedom per il controllo del traffico aereonavale ed attività di scorta ad unità mercantili e militari in transito da e per lo stretto di Bab el-Mandeb.
Dal 4 al 10 Aprile 2005, in occasione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II ha preso parte all’operazione Grande Evento Jupiter 2005.
Dopo i lavori di ammodernamento svolti tra il 2006 e il 2009, dal 22 Febbraio al 1º Marzo 2011, nell’ambito della crisi libica, ha svolto compiti di presenza e sorveglianza, evaqando il 28 Febbraio, 300 civili dal porto libico di Marsa El Brega.
Dal 7 Febbraio al 19 Agosto 2014 ha preso parte, inserita nella Task Force 508 della Standing NATO Maritime Group all'Operazione Ocean Shield per il contrasto alla pirateria nel Golfo di Aden e nell'Oceano Indiano.
Dal 29 Luglio al 30 Settembre 2015, e dal 27 Dicembre 2015 al 18 Febbraio 2016 ha preso parte all'Operazione Mare Sicuro, alle dipendenze del Comando del Terzo Gruppo Navale, per la protezione degli interessi nazionali in Mediterraneo Centrale e Mar Libico, contribuendo a salvare la vita di circa 3700 migranti.
Dal 19 Settembre al 4 Novembre e dal 26 Dicembre 2016 al 14 Gennaio 2017 ha preso parte, in qualità Nave Comando, all'Operazione Mare Sicuro, operando alle dipendenze del Comando della Prima Divisione Navale, durante il primo periodo, e del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa costiera nel secondo periodo.
Dal 22 al 29 Maggio 2017, ha partecipato all’Operazione NAXOS, in qualità di Nave Comando della Componente marittima ed Unità di Difesa aerea, integrandosi con le altre FF.AA. e Forze di polizia nel dispositivo interministeriale preposto alla cornice di sicurezza durante il G7 che si è tenuto a Taormina.

I DDG ANDREA DORIA E CAIO DUILIO



Il Cacciatorpediniere DDG Andrea DORIA (D553) appartiene alla classe di Unità Navali denominata Orizzonte di cui fanno parte l’unità gemella, il Cacciatorpediniere DDG Caio DUILIO (D 554), e due Unità della Marina Militare Francese (FORBIN e CHEVALIER PAUL). La cerimonia del taglio della prima lamiera ha avuto luogo presso i cantieri di Riva Trigoso (GE) il 19 luglio 2002 mentre il varo tecnico, primo al mondo effettuato su carrelli per una Nave di queste dimensioni, è avvenuto il 14 ottobre 2005.



Concepita per essere impiegata principalmente nell’ambito della difesa aerea, l’Unità, grazie alle capacità dei propri sensori, ai sistemi di telecomunicazione e di supporto al comando, è definita multiruolo in quanto è idonea a fronteggiare molteplici minacce e di assolvere numerose tipologie di missione fra le quali spiccano la protezione di formazioni navali e di convogli, il contrasto a unità subacquee e di superficie, il concorso ad operazioni anfibie, il controllo del traffico mercantile e l’impiego in missioni a carattere umanitario/sanitario.
Subito dopo la consegna, avvenuta a Genova nel dicembre 2007, ha partecipato a cicli addestrativi in ambito nazionale e il 5 maggio del 2009, nelle acque antistanti La Spezia, ha preso parte insieme alla gemella CAIO DUILIO e alle sorelle francesi FORBIN e CHEVALIER PAUL ad una esercitazione congiunta che ha visto riunirsi la classe Orizzonte al completo.
L’esordio in ambito internazionale si è registrato nel 2010 con l’Operazione Tucano, campagna di presenza e cooperazione svoltasi in Brasile e lungo le coste dell’Africa nord-occidentale. Sempre nel Porto di Genova, nell’ottobre del 2010, è avvenuta la Consegna della Bandiera di Combattimento.



Nel 2011, dopo aver completato un modulo addestrativo presso il Centro di Addestramento Aeronavale della Marina Militare, l’Unità ha operato in Mediterraneo Centrale, di fronte alle coste libiche, nel corso della nota crisi che ha caratterizzato il paese nord-africano, supportando la difesa aerea nazionale nella scoperta e nel controllo del traffico aereo.
Sempre nel 2011, Nave DORIA ha svolto la sua prima missione NATO, l’Operazione Ocean Shield, come Unità di bandiera dello Standing NATO Maritime Group 1 (SNMG 1), collaborando efficacemente al contrasto del fenomeno della pirateria nell’Oceano Indiano, in particolare nel Golfo di Aden, Mar Arabico e Bacino Somalo. Episodi rilevanti di tale missione sono stati l’arresto di 15 pirati, che avevano attaccato il mercantile nazionale Montecristo, e l’assistenza e protezione ravvicinata prestata al mercantile italiano Rosalia D’Amato, rilasciato dai pirati dopo circa sette mesi.
Gli anni 2012 e 2013 hanno visto l’Unità impegnata nelle esercitazioni avanzate nazionali Amphex, dove un nutrito gruppo di forze marittime, aeree e anfibie a partiti contrapposti si è confrontato nella gestione di un articolato scenario di crisi. Sempre nel 2013, a febbraio, Nave DORIA ha partecipato, come Unità cooperante, alla MECO (Mise En Condition Operationale) della “sorella” francese FORBIN. L’attività, svoltasi nel golfo del Leone e nel Mar di Corsica, è stata caratterizzata da molteplici eventi addestrativi volti al miglioramento delle capacità di reazione dell’Unità e dell’intero Equipaggio.
Ad agosto dello stesso anno, a seguito della situazione di instabilità nel Mediterraneo Orientale legata alla crisi siriana, l’Unità è stata inviata nelle acque prospicienti il Libano per un immediato supporto dal mare al contingente italiano impegnato nella missione UNIFIL (United Nation Interim Force In Lebanon). Dopo un mese dall’arrivo nell’area di operazioni, la Nave è stata inserita nella Maritime Task Force di UNIFIL (l’equipaggio si è cosi potuto fregiare del basco blu delle Nazioni Unite), con il compito di contribuire all’applicazione e al rispetto di quanto sancito dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ovvero assistere il Governo libanese nell’esercizio della propria autorità su tutto il territorio, controllo dei confini, prevenzione di traffici illeciti e, allo stesso tempo, garantire che nell’area, quella marittima in particolare, non siano utilizzate armi per operazioni ostili di nessun tipo ed, infine, assicurare protezione al personale e alle strutture delle Nazioni Unite.
A maggio del 2014 l’Unità è stata designata quale flagship della Missione Europea navale di anti-pirateria “Atalanta”, nelle aree del Corno d’Africa. L’impiego in area di operazione è stato preceduto da un intenso periodo di addestramento dedicato proprio al contrasto degli atti di pirateria sul mare e, il 22 luglio 2014 l’Unità ha mollato gli ormeggi per raggiungere le coste somale con il delicato incarico di contrastare il fenomeno della pirateria nel Golfo di Aden e nel Bacino somalo, e di consentire al Comandante della Task Force marittima (CTF 465), ed al suo Staff imbarcato, di esercitare il comando dei mezzi navali ed aerei organici, operanti nella vasta area di operazione.



Il 26 ottobre 2015 la nave ha effettuato, nelle acque del nord Atlantico, il primo lancio missilistico di esercizio di un ASTER 30 condotto da una unità italiana in un poligono straniero, in occasione della partecipazione all’esercitazioni Joint Warrior 15-2 e At Sea Demonstration 2015.
I cacciatorpedinieri Doria e Duilio sono unità multiruolo dalle spiccate caratteristiche antiaeree: le nav possiedono in tal senso prestazioni di gran lunga superiori rispetto ai caccia precedentemente in servizio essendo capace di controllare coi sensori imbarcati oltre 500.000 km² di spazio e potendo le sue armi intervenire in oltre 30.000 km². Le capacità di difesa a corto e medio raggio sono affiancate alla possibilità di operare efficacemente nelle altre forme di lotta, anti-superficie ed anti-sommergibile.
Le unità sono progettate per imbarcare ed integrarsi con elicotteri (EH-101 e NH-90) di prestazioni ed autonomia molto superiori rispetto ai mezzi della precedente generazione, allungando considerevolmente il braccio operativo nello svolgimento delle proprie missioni. La movimentazione degli elicotteri ruotati sul ponte di volo è garantita, fino a stato del mare 6, dal sistema semiautomatico canadese TC-ASIST della Indal Technologies che impegna per tali operazioni un solo operatore.
L'aviorimessa fissa, di 201,5 m², è dotata di carro ponte con portata massima di 2 t e di locali per le manutenzioni tecniche: il personale di bordo può eseguire in modo indipendente interventi tecnici, manutenzioni ed ispezioni di media/bassa entità.
Gli elicotteri AB-212, ancora presenti nelle fila dell'Aviazione Navale, possono operare per appontaggio, rifornimento e messa in moto ma non sono previste apparecchiature per il supporto e la manutenzione per questa linea volo. Inoltre, per le operazioni di volo, vi è la Flyco: un locale indipendente, opportunamente equipaggiato, sovrastante il ponte di volo dal quale opera l'ufficiale addetto al ponte di volo per il controllo a vista degli elicotteri in fase di decollo o appontaggio. Le luci del ponte di volo sono dotate di modalità per la visione senza fastidi con NVG (Night Vision Goggles - occhiali per la visione notturna).
Per le operazioni di boarding e di trasporto in mare la nave di è dotata di due gommoni a chiglia rigida ad idrogetto da 7 m che possono trasportare fino a 14 persone ad una velocità massima di 24 nodi.
Per tipologia di nave e per tecnologia imbarcata il Doria e il Duilio sono in grado di coprire un ampio spettro di attività marittime, che spaziano dagli interventi militari ad alta intensità alle operazioni di Maritime Security. 
Oltre alla segnatura radar è stata ridotta anche la segnatura acustica operando un'appropriata scelta di macchinari e di soluzioni ingegneristiche e controllando, fin dalla fase di progetto, l'intensità del rumore irradiato. Pari attenzioni sono state rivolte all'emissione nel campo dell'infrarosso (IR), con l'abbassamento della temperatura degli scarichi dell'apparato motore tramite collettori coassiali, mentre la segnatura magnetica è ridotta grazie alla presenza di una cintura di demagnetizzazione. I locali operativi particolarmente sensibili o di pericolosità intrinseca (come i depositi munizioni), per resistere ad eventuali colpi nemici a segno, godono di una corazzatura supplementare in kevlar.
La nave rappresenta la nuova generazione di unità che serviranno nella Marina Militare. Abbandonato il vecchio sistema di Comando e Controllo SADOC, che rimane nella sua ultima versione ammodernata sulla classe Ammiragli e sulle Maestrale, è stato installato da parte di EuroSysNav un CMS (Command Management System) di tipo federato, basato sul sistema operativo Linux, che si avvale di 10 server ridondanti e 24 console dette MFC (Multi Function Console), delle quali 19 sono ubicate nella COC (Centrale Operativa di Combattimento) primaria, 3 nella COC secondaria posizionata in una zona opposta alla COC primaria, 1 in COC Ammiraglio (per personale a livello di CTF/CTG, dotata di appositi sistemi di supporto al comando) ed 1 in plancia.
Dalle MFC ogni operatore, una volta effettuato l'accesso con il proprio nome utente e parola chiave, può avere accesso a tutti i dati tattici di interesse per il proprio ruolo ed inoltre ha la possibilità di usufruire di alcune funzionalità comuni come ad esempio visualizzare il video delle telecamere delle ADT o quello del sistema IR, il piano di ingaggio dei sistemi d'arma, la situazione hardware e software dei vari sottosistemi, gli ordini di volo o la situazione meteo. Grazie a funzionalità di navigazione in rete, si può avere accesso ad una serie di informazioni che possono andare dalla messaggistica in arrivo/partenza, allo scambio di tracce con le reti di supporto al comando (Command Support System), alla cartella meteo ed a pagine informative programmabili di varia natura.
Inserite nel CMS le unità da scortare con la relativa priorità, il sistema automaticamente effettua il controllo ed i relativi calcoli di pericolosità di ogni bersaglio aereo tracciato e ne suggerisce l'eventuale ingaggio missilistico, con le artiglierie o i disturbatori radar. Il sistema può controllare ed avere in volo contemporaneamente fino a 24 missili Aster, con capacità di fornire all'operatore la valutazione del danno (kill assesment).
Notevole è la presenza di un modulo di esercitazione che, sotto la supervisione di un direttore dell'esercitazione (exercise director), permette di simulare complesse situazioni tattiche riproducendo fedelmente le capacità di armamenti e sensori di bordo e consentendo di effettuare esercitazioni prima possibili solo con la nave effettivamente in mare.
Per la prima volta nella storia un'unità navale della Marina Militare dispone di un sistema meteorologico ed oceanografico (METOC) autonomo, capace anche di lanciare palloni sonda atmosferici, per effettuare le previsioni di portata dei sensori acustici, ottici e radar.
Tutti i sottosistemi di bordo, quando in modalità integrata, lavorano gestiti direttamente dalle funzioni dedicate del CMS, ma in caso di assetto degradato possono essere condotti in modalità locale ed assicurare così una sopravvivenza al combattimento dell'unità.
Ampio risalto è dato dalle capacità di comunicazione e scambio dati per la quale assume un particolare pregio il sistema Multi-link di Elsag Datamat, M-DLP (Multi Data Link Processor): questo apparato, installato nei primi mesi del 2014, permette la gestione in contemporanea di reti link multiple, con funzioni di gateway e forwarding, del tipo Link11, Link16, JREAP e Link22, sia su vettori radio tradizionali che satellitari. Questi ultimi, anche per la parte voce, sono completamente integrati e gestiti dal CMS tramite il sottosistema FICS (Fully Integrated Communications System) della Thales Communications.
Alle prime ore dell'alba una nave da guerra italiana, il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria , ha raggiunto le coste libanesi e pattuglia uno specchio di mare affollato di unità belliche. In quelle acque si spiano e si fronteggiano portaerei americane e sottomarini russi, incrociano navi francesi, israeliane, turche.
«La tensione è altissima - dice il generale Paolo Serra, che comanda la missione Unifil (12 mila uomini di 37 nazioni), dislocata nel sud del Libano -. Abbiamo colto segnali inquietanti. Le truppe libanesi si sono messe in stato di allerta, mentre dall'altra parte del confine sono aumentati il nervosismo e la sorveglianza delle forze di difesa israeliane. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a lanci di missili, un razzo caduto in mare e una pattuglia israeliana che ha sconfinato a nord». 
Brutti segni. Significa che i militari italiani che operano in missione di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite, in caso di scontro fra israeliani e milizie libanesi di Hezbollah, potrebbero venirsi a trovare in grave pericolo, presi in mezzo a due fuochi. Sono 1.100 caschi blu del nostro Paese e tre di loro hanno con sé anche mogli e figli.
«Possiamo contare su 7 navi di nazioni coinvolte nella missione Unifil - aggiunge il generale Serra - ma l'arrivo del cacciatorpediniere Doria ci offre molta più garanzia». 
«Se si verificasse una situazione di emergenza - spiega l'ammiraglio Luigi Binelli, capo di stato maggiore della Difesa - la nave Doria sarebbe pronta a intervenire, per esempio portando in salvo il nostro contingente».
A questo scopo il nostro cacciatorpediniere è ben attrezzato, poiché viaggia con un grosso elicottero a bordo, un EH101 armato con siluri, capace di trasportare eventuali feriti o evacuare persone in pericolo, a gruppi di 30 alla volta.
La nave, lunga 153 metri, ha un equipaggio di 195 uomini, fra cui gruppi di incursori e specialisti del reggimento San Marco. Dispone di una capacità offensiva notevole. Può sferrare attacchi mettendo in azione tre cannoni della Oto Melara 76/62 a tiro rapidissimo: sono in grado di esplodere 120 colpi al minuto. Questo tipo di cannone è un'arma micidiale nella difesa antiaerea e antimissile, ma risulta efficace anche nello scontro fra navi e nel bombardamento di obiettivi a terra. Ben 53 Paesi hanno apprezzato le qualità tecniche del cannone Oto Melara e si sono decisi ad adottarlo per le loro unità navali. 
Equipaggiato con un sistema radar a lungo raggio Empar per la sorveglianza aerea, il Doria contempla poi un armamento basato su 2 sistemi lanciasiluri EuroTorp e un sistema lanciamissili antiaerei, costituito da sei lanciatori verticali che sganciano missili a corto e medio raggio del tipo Aster.
La costruzione della nave cominciò nel 2002 negli stabilimenti della Fincantieri a Riva Trigoso. Fu concepita come parte di un programma chiamato Orizzonte da realizzare insieme con la Francia. La consegna alla Marina militare è avvenuta nel 2007. Insieme con la gemella Caio Duilio è costata 1,5 miliardi di euro, una somma che la Difesa finirà di pagare nel 2020. La partnership con la Francia prosegue e svilupperà il programma Fremm, fregate multiruolo, le prime sei costeranno all'Italia 5 miliardi e mezzo di euro.
Finora anche la Francia ha aggiunto alla sua flotta due unità della classe Orizzonte, una delle quali, la Chevalier Paul, è partita il 29 agosto scorso e si è posizionata nel Mediterraneo orientale con scopi ben diversi rispetto a quelli del Doria , visto che il presidente francese Hollande è intenzionato a dare ad Assad «una lezione», partecipando agli attacchi contro la Siria al fianco di Obama.
L'Andrea Doria ha già conosciuto situazioni molto drammatiche. Nel novembre del 2011 incrociava davanti alle coste somale, in azione antipirateria. L'elicottero che aveva a bordo si levò in volo in missione di sorveglianza e fu colpito da una sventagliata di proiettili sparati dai pirati, perdeva carburante e dovette compiere un atterraggio di emergenza. 
Durante la crisi libica che portò al rovesciamento del regime di Gheddafi, il cacciatorpediniere perlustrava le acque del canale di Sicilia e si spinse verso le coste libiche per trarre in salvo gruppi di italiani.

I FUTURI DDG (X)



Entro pochi anni sarà indispensabile, purtroppo, pensionare i due cacciatorpediniere Durand de la Penne e Mimbelli, in onorato servizio da più di 25 anni.
La Marina Militare Italiana ha espresso l’esigenza per due DDX con funzioni antiaeree / antibalistiche con un dislocamento di circa 10.000 tonnellate. 
Dovranno pertanto essere equipaggiate con il radar a facce fisse KRONOS DUAL BAND 3000 (banda C e banda X), per la scoperta a distanza ravvicinata, il tracking e la guida missili e con il radar di scoperta a lungo raggio in banda L KRONOS POWER SHIELD con capacità antibalistiche. 


L’armamento missilistico comprenderà lanciatori verticali SYLVER A50 per gli ASTER 15 / 30 e ASTER 30 Block 1 NT e quasi sicuramente i nuovi missili di MBDA land-attack  “SCALP NAVAL” e i “TESEO EVO” con gittata di circa 400 Km.
Emergono sui forum della difesa i primi disegni dei futuri cacciatorpediniere DDX destinati a sostituire il DURAND DE LA PENNE ed il MIMBELLI, e ad affiancare i cacciatorpediniere DORIA  e DUILIO. 



Sembrerebbe confermato il dislocamento standard di circa 10.000 t, ed una configurazione che utilizzerà tutta l’elettronica allo stato dell’arte messa a punto da Leonardo e da Elettronica SpA. 
Le unità saranno dotate come sopra riferito del radar a facce fisse KRONOS DUAL BAND 3000 (banda C e banda X) per la scoperta “vicina”, il tracking e la guida missili e del radar di scoperta a lungo raggio in banda L KRONOS POWER SHIELD con capacità anti-balistiche. L’armamento dovrebbe comprendere lanciatori SYLVER A50 per missili ASTER 15/30 e ASTER 30 Block 1 NT e SCALP NAVAL. 


La Marina Militare è intenzionata ad equipaggiare le unità non solo con il missile antinave (con capacità secondaria di attacco terrestre, “light strike”) TESEO MK2/EVO (2x4 missili con raggio d'azione di oltre 400 Km), ma, appunto, pure con un missile strategico per il “deep strike”. 



I DDX sono dei veri incrociatori per la realizzazione dei quali si stanno esplorando ipotesi di collaborazione internazionale.
La soluzione CODAG, comunque auspicabile, permette il massimo sfruttamento della potenza imbarcata ed è sicuramente più vantaggiosa di quella CODOG. 
E’ molto importante anche la potenza massima dei diesel, come del resto accade sui PPA, dove diesel molto potenti e forme di scafo adeguate consentono di raggiungere i 25 nodi senza utilizzare la turbina, riducendo conseguentemente i consumi medi operativi. Bisognerebbe anche capire la funzione dei motori elettrici. Ausiliari per le minime velocità come sui PPA o soluzione più potente, costosa e sofisticata come sulle FREMM?  Nel qual caso sarebbero possibili combinazioni più complesse ma più efficienti per tutte le gamme di velocità. 



Le potenze in gioco per i nuovi DDX e lo stesso affinamento dello scafo, alcuni metri di prua in più e tanti piccoli miglioramenti tecnologici per vernici, ed eliche, lasciano presagire navi che possano realizzare anche piccoli gruppi da combattimento ad alta velocità in combinazione con i gruppi d’altura e con i nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura.



L’importanza della suite elettronica imbarcata dai nuovi DDG PP(X) li metterà in grado di sorvegliare e tracciare in modo multifunzione sino a 1.500 – 2.000 km di distanza bersagli come missili balistici e cruise in arrivo, potendo così attivare le difese antimissile della Squadra Navale e della Difesa Nazionale, grazie ad un sensore Kronos Power Shield AESA in banda L di Leonardo accoppiato con un altro sistema Kronos bi banda C ed X AESA sempre di Leonardo, il tutto posto a servizio dell’avanzatissimo CMS SADOC 4 (Sistema Automatico Direzione Operazioni Combattimento) di manifattura italiana (Leonardo) dove confluiscono anche i dati del potente sistema di guerra elettronica installato EWS “Zeus“.
Sarà questa dotazione elettronica avanzatissima il vero valore aggiunto della nave, unitamente alla possibilità di installare anche i missili antimissile Aster 30 block 1 NT.



(Web, Google, Wikipedia, Forum Difesa, You Tube)