mercoledì 18 marzo 2020

La classe Sirio o classe Costellazioni 2ª serie


La classe Sirio o classe Costellazioni 2ª serie è costituita da due unità del progetto denominato: Nuove Unità Pattugliamento d'Altura gestite operativamente dalla Marina Militare, e finanziate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione.




Caratteristiche

Il progetto costruttivo di queste unità è basato largamente su quello delle NUMC con carena, scafo e sovrastruttura realizzati con caratteristiche stealth. Le NUPA e le NUMC condividono logistica, interoperabilità, caratteristiche del sistema di combattimento e sistema integrati di telecomunicazioni.
L'apparato motore è Diesel con due motori Wärtsilä-NSD W12-V-26 XN dalla potenza complessiva di 8 640 kW con due eliche a passo variabile e permette alle unità una velocità massima di 22 nodi ed un'autonomia di 3 300 miglia a 14 nodi.
Ai servizi di bordo provvedono tre generatori diesel Isotta Fraschini 1708 T2 M2 da 600 kW ciascuno.
L'armamento è costituito da due cannoni automatici Alenia OTO Melara-Oerlikon KBA 25/80 da 25 mm. con predisposizione a prora per un cannone OTO Melara 76/62 Super Rapido.
L'Oerlikon KBA da 25 x 137 mm è un cannone automatico di progettazione svizzera Oerlikon-Bührle e ora prodotto dalla Rheinmetall Defence. Spesso è usata come Arma antiaerea impiegata in sistemi come il sofisticato DIANA trainato, in installazione binata, o in blindati come l'AIFV Dardo, il semovente d'artiglieria contraerea SIDAM 25 ed altre in installazioni singole, binate o quadrinate ed anche imbarcato su unità navali dove viene usato anche come CIWS.
La versione per i cannoni CIWS Seaguard, presente in montatura quadrinata, ha invece una cadenza di 800 colpi al minuto per canna, 3200 in totale.
L'affusto Oto Melara 25/80 "Spallaccia" è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido.
Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali.



L'Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana.
Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184mm.



L'Otobreda 76/62 è un cannone multiruolo progettato e prodotto dalla Società italiana Leonardo-Finmeccanica (precedentemente da OTO Melara, confluita nel gruppo il 31 dicembre 2015).
Il cannone è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. L'intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART.
Questo cannone ha rappresentato un notevole successo commerciale, essendo stato adottato da 53 marine: l'ultimo importante successo è stato lo scalzare il cannone navale da 100 mm della marina francese nel progetto Orizzonte.
Nel sistema di controllo del fuoco del cannone nel corso degli anni c'è stata un'evoluzione. Le prime versioni erano dotate del radar RTN-10X Orion della Selenia. A partire della metà degli anni ottanta venne utilizzato il RTN-30X (SPG-73) nel sistema di difesa di punto Dardo-E e poteva essere abbinato oltre che all'Otobreda Compatto e Super Rapido anche al cannone da 127/54, al Breda Dardo e ai missili Sea Sparrow/Aspide. Il sistema Dardo-E fece il suo debutto nella Marina Militare sull'incrociatore portaeromobili Garibaldi, ma il radar RTN-30X era già stato imbarcato sulle Maestrale, dove però alle due torrette binate del CIWS Dardo erano asserviti due radar RTN-20X, mentre le prime unità equipaggiate con sistema Dardo-E con il 76mm Super Rapido sono stati i due cacciatorpediniere lanciamissili Audace dopo gli ammodernamenti e le prime unità ad essere equipaggiate sin dalla costruzione con il Dardo-E abbinato ai 76mm SR furono i due cacciatorpediniere Classe Durand de la Penne.



L'unità può imbarcare un elicottero Agusta-Bell AB 212 ASW o NH-90 NFH.
L'Agusta-Bell AB 212 ASW (Anti Submarine Warfare) è un elicottero antisommergibile medio biturbina con rotore a due pale, sviluppato dall'Agusta sulla base dell'AB 212, che l'azienda produceva su licenza della statunitense Bell. Il progetto risponde ad un requisito della Marina Militare Italiana per un elicottero medio imbarcabile su tutte le fregate e cacciatorpediniere, in sostituzione degli AB 204 AS e per le esigenze militari di altre nazioni interessate al progetto.
L'Agusta nel 1969 acquisì la licenza per la costruzione del B-212 avviando il programma di adattamento per una versione antisommergibili; nel 1972 il prototipo dimostrativo, iscritto nel registro dell'Aviazione Civile come I-AGUR, che fin dal 1971 aveva iniziato voli di prova, venne allestito nella versione antisommergibile iniziando un'intesa attività promozionale a beneficio delle nazioni interessate alla sua acquisizione. Inizialmente gli AB-212 costituivano il reparto di volo degli incrociatori classe Doria che ne potevano imbarcare fino a quattro e in seguito del Vittorio Veneto che ne poteva imbarcare fino a nove velivoli. L'AB 212 ASW/ASuW è specificamente dedicato alla lotta antisommergibile e antinave, con una struttura irrobustita con protezione contro la salsedine per l'impiego prolungato a bordo delle unità navali. La cellula base è stata anch'essa irrobustita per sopportare pesi maggiori e resa idonea per l'installazione di uno specifico corredo di sensori e armamento, tra cui il radar di scoperta SMA MM/APS-705, sonar ad immersione Bendix AQS-13B(D), MAD (Magnetic Anomaly Detector) a rimorchio AN/ASQ-81, 16 boe sonar, radar Doppler di navigazione, FLIR STAR SAFIRE II, sistema di controllo automatico del volo AFCS.
L'armamento nella versione ASW è costituito due siluri leggeri da 324mm A-244, oppure del tipo Mk.44-Mk.46, mentre per l'impiego antinave l'elicottero è armato con due missili aria/superficie AS-12. Oltre a ciò l'elicottero può essere dotato di apparato LINK/TG-2, per la guida di missili superficie-superficie tipo Teseo. Agli inizi degli anni 2000, alcuni AB-212ASW sono stati dotati del FLIR STAR SAFIRE AN/AAQ-22, che permette di estendere la capacità di scoperta ottica grazie a una telecamera ed a un sensore infrarosso giro stabilizzato.


Per le operazioni di volo su mare di notte, o in condizioni di bassa visibilità, l'Agusta ha sviluppato il sistema di stabilizzazione automatico ASE (Automatic Stabilization Equipment) che, associato all'AATH (Automatic Approach to Hover), è in grado, tramite il programma AP1 e AP1 Cruise, di far volare il mezzo ad una quota compresa tra 100 e 160 piedi, con la velocità che viene mantenuta manualmente dal pilota. Il programma AP2 porta automaticamente l'elicottero in hovering ad una quota stabilita dal pilota tramite un selettore in cabina. Una volta acquisito l'hovering, il pilota può variare la posizione tramite due manopole “Hover Trim”, che fanno compiere piccoli spostamenti in qualsiasi direzione. Il programma CBL (Cable), mantiene l'elicottero in hovering con il cavo del sonar perfettamente al centro, quando quest'ultimo è in acqua.
Rispetto all'AB 212 basico, nella versione ASW i due portelloni laterali sono stati sostituiti da porte di piccole dimensioni. Tuttavia ciò non impedisce l'utilizzo del verricello di soccorso, installato sul lato destro, e il conseguente imbarco in volo della barella.
Grazie all'aggiunta di tre serbatoi in cabina, l'autonomia massima è passata dalle 2 ore e 30 minuti dell'AB 212, a circa 3 ore e 30 minuti. Possono essere montati serbatoi ausiliari esterni, aumentando l'autonomia di ulteriori 30 minuti.
L'elicottero è dotato di galleggianti d'emergenza, che garantiscono la temporanea galleggiabilità dello stesso nel caso di un ammaraggio di emergenza. Per operazioni di volo su unità navali, l'AB 212 ASW dispone di 12 punti di rizzaggio che permettono di ancorare l'elicottero al ponte di volo o all'interno dell'hangar delle unità navali mediante l'uso delle rizze, ovvero un sistema di cavi o catene capaci di trattenere oggetti mobili di grandi dimensioni durante i movimenti della nave.
L'equipaggio standard è composto da due piloti, un operatore radar e un operatore sonar. Nel caso di trasporto passeggeri, può essere rimosso l'apparato sonar, per lasciar spazio ad un sedile 4 posti. In configurazione medevac (evacuazione medica) possono essere installate fino a 3 barelle. L'elicottero è anche predisposto per l'installazione di un kit per il lancio di paracadutisti. Grazie all'installazione del gancio baricentrico sotto la pancia dell'elicottero è possibile effettuare dei trasporti esterni di materiali, durante le operazioni di rifornimento tra unità navali, oppure installare una benna del tipo Bambi Bucket per le missioni di antincendio.



Unità

Le due unità, costruite a Muggiano e Riva Trigoso portano i nomi di due torpediniere della seconda guerra mondiale della Regia Marina che dopo il conflitto hanno prestato servizio come unità di scorta nella Marina Militare: Sirio e Orione.
Queste unità insieme alle NUMC sono inquadrate nel COMSQUAPAT1 del COMFORPAT, il Comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera ed hanno la loro base operativa ad Augusta(NAVE ORIONE A CAGLIARI). Il loro impiego è il pattugliamento costiero ed in particolare nel controllo del traffico mercantile e la sorveglianza nel controllo dell’immigrazione.

Sirio (P 409)

Nave Sirio, costruito negli stabilimenti di Muggiano è stato varato l'11 maggio 2002 e consegnato alla Marina Militare il 30 maggio 2003.
Il Sirio è un pattugliatore d'altura italiano per la vigilanza della pesca (ViPe), la sorveglianza e la difesa costiera e il controllo del traffico mercantile marittimo; assieme al gemello Orione fa parte della classe Costellazioni 2ª serie del progetto denominato: Nuove Unità Pattugliamento d'Altura, unità gestite operativamente dalla Marina Militare e finanziate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione.
Il pattugliatore, costruito negli stabilimenti di Muggiano è stato varato l'11 maggio 2002 e consegnato alla Marina Militare il 30 maggio 2003. La Bandiera di Combattimento è stata consegnata il 12 marzo 2005 a La Spezia dal Gruppo ANMI "Vanni Folco" di Savona.
L'unità porta il nome di una torpediniera della seconda guerra mondiale della Regia Marina che dopo il conflitto ha prestato servizio come unità di scorta nella Marina Militare: Sirio.
È inquadrato nel COMSQUAPAT2 del COMFORPAT, il Comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera con base operativa ad Augusta ed è impiegato nel pattugliamento costiero ed in particolare nel controllo del traffico mercantile e la sorveglianza nel controllo dell'immigrazione nel canale di Sicilia. Oltre alle missioni ViPe (vigilanza pesca) e a quelle sopra citate, svolge occasionalmente attività di formazione ospitando ad esempio sessioni della Scuola del Comando Navale.
Nell'ambito della sua attività di vigilanza, ha effettuato vari salvataggi di migranti in difficoltà nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia verso le coste italiane.
Nel 2010 il pattugliatore ha effettuato anche attività di esercitazione antinquinamento, precisamente la Naxos 2010 che simulava lo sversamento di greggio nel mare antistante Giardini Naxos e conseguente inquinamento anche della spiaggia.

Orione (P 410)

Nave Orione, costruito negli stabilimenti di Riva Trigoso è stato varato il 27 luglio 2002 e consegnato alla Marina Militare il 1º agosto 2003.
Nave Orione (P 410) è un pattugliatore d’altura per la vigilanza della pesca (ViPe), la sorveglianza e la difesa costiera e il controllo del traffico mercantile marittimo; assieme al gemello Sirio fa parte della classe Costellazione 2ª serie del progetto denominato: Nuove Unità Pattugliamento d'Altura, unità gestite operativamente dalla Marina Militare e finanziate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione.
L'unità porta il nome di una torpediniera della seconda guerra mondiale della Regia Marina che dopo il conflitto ha prestato serviziocome unità di scorta nella Marina Militare: Orione.
È inquadrata nel COMSQUAPAT1 del COMFORPAT, il Comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera con base operativa a Cagliari. La nave è impiegata nel pattugliamento costiero ed in particolare nel controllo del traffico mercantile e la sorveglianza nel controllo dell'immigrazione nel canale di Sicilia.
Nell'ambito della sua attività di vigilanza, ha effettuato numerosi salvataggi di migranti in difficoltà nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia verso le coste italiane.
Il 1 luglio 2009 ha eseguito un respingimento illegale di rifugiati in Libia e per questo episodio l'Italia è stata condannata a risarcire i deportati e a riammetterli in territorio italiano dando loro la possibilità di chiedere protezione internazionale (Il 14 novembre 2009 c'è stata la sentenza del tribunale civile di Roma).

I motori Diesel Wärtsila NSD W12-V-26 XN

Unità compatta e leggera con bassi costi di esercizio, utilizzata anche per applicazioni di gruppi elettrogeni
Il Wärtsilä 26 è stato sviluppato in risposta all'esigenza del mercato di un nuovo motore nella classe di alesaggio di 260 mm. Il motore più corto e più basso della sua classe, il Wärtsilä 26 richiede uno spazio minimo nella sala macchine.
Wärtsilä lavora in stretta collaborazione con i suoi clienti durante le prove sul campo e il monitoraggio di componenti di prova selezionati. Il Wärtsilä 26 ha meno parti, meno necessità di manutenzione, basso consumo di carburante, livelli di emissioni ridotti e ha la capacità di funzionare in modo affidabile con una varietà di carburanti.
Il motore Wärtsilä 26 è pienamente conforme alle normative IMO Tier II sulle emissioni di scarico di cui all'allegato VI della convenzione MARPOL 73/78.

ENGLISH

The Sirio class of patrol vessels consists of two units operated by the Italian Navy named Costellazioni II series or Nuove Unità di Pattugliamento d'Altura (NUPA). These vessels were financed by the Department of Transport and Navigation, under law 413/1998, for maritime economic zone surveillance, antipollution, and rescue operations.

Features

The construction of these units is based largely on that of the Nuove Unità Minori Combattenti (NUMC); the hull and superstructure incorporate stealth features. The NUMC and Nuove Unità di Pattugliamento d'Altura (NUPA) share logistics, interoperability, features of the combat system and integrated telecommunications systems.
Each unit has two Wärtsilä NSD- W12-26 V-XN diesel engines providing 8,640 kW (11,590 hp) to two variable-pitch propellers. The ships have a top speed of 23 knots (43 km/h; 26 mph) and a range of 3,300 nautical miles (6,100 km; 3,800 mi) at 14 knots (26 km/h; 16 mph). Three Isotta Fraschini 1708 T2 M2 600 kW (800 hp) diesel generators each power the on-board electronics. The armament consists of two Oerlikon KBA-Alenia Oto Melara 25/80 mm machine guns with the provision to bow mount an OTO Melara 76/62 mm Super Rapid. Each unit can embark a single helicopter, either an AB-212 ASW or SH-90A NFH, but the ships lack hangars. For antipollution roles, vessels are fitted with:
  • skimmers DISCOIL
  • 330 m3 of recovered oils tankers
  • 32 m3 of chemical dispersants
  • one chemical laboratory.

Ships

The two units, built in Muggiano and Riva Trigoso bear the names of two World War II torpedo boats of the Italian Royal Navy after the war served as a spare unit in the Navy.
These units operate in conjunction with NUMC COMSQUAPAT1 of COMFORPAT, the Forces Command patrol for surveillance and Coastal Defence and have their operational base in Augusta. They serve as coastal patrol and traffic control, cargo and surveillance in immigration control.

Diesel Wärtsilä 26 - engine

Compact & light unit with low operating costs, also used for generating set applications
The Wärtsilä 26 was developed in response to a need in the market for a new engine in the 260 mm cylinder bore class. The shortest and lowest engine in its class, the Wärtsilä 26 requires minimal space in the engine room.
Wärtsilä works in close co-operation with its customers when conducting field tests and monitoring selected test components. The Wärtsilä 26 has fewer parts, less maintenance requirements, low fuel consumption, reduced emission levels, and has the ability to run reliably on a variety of fuels.
The Wärtsilä 26 engine is fully compliant with the IMO Tier II exhaust emissions regulations set out in Annex VI of the MARPOL 73/78 convention.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)


























martedì 17 marzo 2020

L'Aero L-39 NG Albatros


L'Aero L-39 Albatros è un monomotore a getto da addestramento avanzato ad alte prestazioni, prodotto dall'azienda cecoslovacca Aero Vodochody negli anni settanta ed utilizzato nelle forze aeree del Patto di Varsavia, principalmente nella forza aerea sovietica Voenno-vozdušnye sily, ed in molte altre forze filosovietiche a livello mondiale.
Primo esempio di addestratore a getto di seconda generazione e primo ad essere equipaggiato di motore turboventola, l'Albatros sostituì gradualmente il precedente L-29 Delfín rimanendo in produzione dal 1970 al 1997 ed eguagliandone il successo con oltre 2 900 esemplari realizzati. Successivamente fornì la base per ulteriori sviluppi che si concretizzarono nei modelli L-59 Super Albatros ed Aero L-159 ALCA caratterizzati dall'incremento nelle prestazioni complessive. Analogamente ai pari ruolo contemporanei di produzione occidentale, alla versione da addestramento ne venne affiancata una da attacco leggero dotata di armamento.




Storia del progetto

Il progetto dell'L-39 Albatros si deve ad uno specifico requisito, denominato "C-39" (C per cvičný - addestratore), emesso negli anni sessanta per la fornitura di un addestratore che avesse il compito di sostituire l'L-29 Delfín nelle scuole di volo delle varie aeronautiche militari del blocco sovietico. La cecoslovacca Aero Vodochody, che nello sviluppo ricevette un significativo supporto dall'Unione Sovietica, realizzò un velivolo predisposto per poter essere velocemente convertito in un aereo da attacco leggero con compiti di supporto alle truppe di terra, una soluzione questa, già adottata da concorrenti occidentali quali il britannico Hawker Siddeley Hawk o l'italiano Aermacchi MB-339.
Il prototipo venne approntato nel 1968 e portato in volo per la prima volta il 4 novembre dello stesso anno.




Tecnica

L'L-39 è costruito per compiti di esplorazione e addestramento ed è caratterizzato da un aspetto diventato uno standard nel campo degli addestratori di recente produzione; abitacolo biposto in tandem con il posteriore rialzato destinato all'istruttore, dimensioni compatte, ala con valori angolari di freccia e diedro vicini allo zero per favorirne le caratteristiche di alta manovrabilità e di volo acrobatico.
La fusoliera è realizzata in leghe metalliche e materiali compositi, con la parte anteriore in fibra di vetro che incorpora l'abitacolo a due posti in tandem, l'anteriore riservato il pilota ed il posteriore, rialzato per favorire la visibilità fronte volo, per l'istruttore, accessibile dal tettuccio apribile separatamente ed incernierato a destra.
L'ala, montata bassa, era dotata di una freccia alare appena pronunciata, con pianta a doppio cono (double-taper) ed allungamento alare relativamente basso. Ad essa sono integrati, in maniera permanente, due serbatoi dalla capacità di 100 L ciascuno.
Il modello basico aveva solo due piloni per un massimo di 500 kg di carico, ma dopo di questo, denominato L-39C, arrivò l'L-39ZO con quattro piloni per 1.100 kg, poi l'L-39ZA che aggiungeva anche un cannone da 23 mm con appena 150 colpi.




Impiego operativo

Molti paesi esteri hanno approfittato dell'economicità dell'Albatros e ne hanno acquistati in quantità. Negli Stati Uniti d'America è un jet popolarissimo, in quanto costituisce il minimo indispensabile per dare l'ebbrezza del volo a reazione, con un consumo dichiarato di soli 380 litri di cherosene l'ora.
La sua evoluzione ha portato all'L-59 e all'L-159, con elettronica e motore molto potenziati, al punto che l'ultimo di questi è stato prodotto anche in modelli da combattimento veri e propri (sempre biposto).




Versioni:
  • L-39X-02 - X11 - prototipi realizzati in 10 esemplari.
  • L-39C (C per Cvičná - addestratore) - versione standard di produzione di serie.
  • L-39V (V per Vlečná - traino) - versione monoposto per il traino del bersaglio KT-04, prodotta in 8 esemplari. Gli esemplari erano dipinti in un insolito schema giallo e bianco per facilitare la loro distinzione dal bersaglio.
  • L-39ZO (Z per Zbraně - armato) - versione da attacco leggero caratterizzata dall'adozione di 4 piloni subalari e dalla struttura alare rinforzata.
  • L-39ZA - significativo sviluppo della versione L-39ZO caratterizzata da un carrello d'atterraggio irrobustito, una maggiore capacità di carico bellico e l'adozione di un cannone automatico binato GSh-23L da 23 mm posizionato in un pod sotto l'abitacolo.
  • L-39Z/ART - versione per l'esportazione richiesta dalla Thailandia e dotata di avionica israeliana Elbit Systems.
  • L-39MS - versione da addestramento, ulteriore sviluppo del progetto originale ridenominata successivamente L-59 Super Albatros.
  • L-39NG (Next Generation) - versione ammodernata dotata di importanti aggiornamenti quali una nuova avionica, motore Williams International FJ44-4M, nuovo sistema di controllo del volo che deve ottimizzare le più avanzate caratteristiche aerodinamiche del velivolo, esteso ricorso ai compositi e l’adozione di un canopy a pezzo singolo, con una nuova disposizione delle 2 postazioni e che offre una maggiore visibilità per i piloti. Altra caratteristica principale dell’L-39NG è l’adozione della nuova ala bagnata che ha consentito di rimuovere i serbatoi alle estremità alari conferendo al velivolo maggiore manovrabilità e minore drag aerodinamico a tutto vantaggio pure dell’autonomia. La nuova versione ha volato per la prima volta nel 2015 ed è stata proposta sia quale retrofit per le centinaia di L-39 ancora esistenti, sia quale eventuale nuova produzione.




Utilizzatori:

Civili
  • Stati Uniti - Draken International - 5 L-39 in servizio al novembre 2019.

Militari
  • Afghanistan - Afghan National Army Air Force
  • Algeria - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Jaza'iriyya - 35 tra L-39C ed L-39ZA in servizio al marzo 2019.
  • Angola - Força Aérea Nacional Angolana - Ad agosto 2015 risultavano in servizio 2 esemplari.
  • Armenia - Hayastani R'azmao'dayin Owjher - 4 L-39C in servizio a novembre 2015.
  • Azerbaigian - Azərbaycan hərbi hava qüvvələri - 12 L-39C in servizio al dicembre 2018.
  • Bangladesh - Bangladesh Biman Bahini - 8 esemplari consegnati, 7 in servizio.
  • Bielorussia - Voenno-vozdušnye sily i vojska protivovozdušnoj oborony
  • 10 L-39C ex ucraini acquistati nel 2005 e tutti in servizio al novembre 2019.
  • Bulgaria - Bălgarski Voennovăzdušni sili - 37 esemplari consegnati, al giugno 2017 ne risultano in organico 4 esemplari.
  • Cambogia - Toap Akas Khemarak Phoumin - 14 consegnati, non si conosce il numero di quanti dei 5 ancora disponibili siano operativi.
  • Rep. Ceca - Vzdušné síly armády České republiky - 29 L-39C e 10 L-39ZA consegnati, ne restano in servizio, al gennaio 2018, 7 del primo e 4 del secondo.
  • Cecoslovacchia - Československé Vojenské Letectvo
  • Corea del Nord - Chosŏn Inmin Kun Konggun - 80 L-39C consegnati, ne restano in servizio 12 al novembre 2018.
  • Cuba - Defensa Anti-Aérea y Fuerza Aérea Revolucionaria - 30 L-39C consegnati, 7 in servizio all'aprile 2019.
  • Germania Est - Luftstreitkräfte und Luftverteidigung der Deutschen Demokratischen Republik
  • Egitto - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Misriyya - 48 tra L-39C ed L-59E in servizio al giugno 2019.
  • Estonia - Eesti Õhuvägi - 4 L-39C consegnati, 2 in servizio al dicembre 2019.
  • Etiopia - Ye Ithopya Ayer Hayl - 21 L-39Z consegnati, 10 in servizio al gennaio 2020.
  • Georgia - Sak'art'velos samxedro-sahaero dzalebi
  • Ghana - Ghana Air Force
  • Iraq - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Iraqiyya
  • Kazakistan - Sil Vozdushnoy Oborony Respubliki Kazakhstan - 17 esemplari in servizio al 2016.
  • Kirghizistan - Kyrgyzstan Air Force
  • Libia - Al-Quwwat al-Jawiyya al-Jamahiriyya al-'Arabiyya al-Libiyya
  • Lituania - Karinės Oro Pajėgos - motore e avionica nuovi. Ricevute offerte di acquisto per L-159 ALCA.
  • Nicaragua - Fuerza Aérea – Ejército de Nicaragua
  • Nigeria - Nigerian Air Force - 24 L-39ZA consegnati tra il 1985 e il 1987, 7 andati persi a partire dal 1989, 17 in servizio all'ottobre 2018.
  • Romania - Forțele Aeriene Române - 32 L-39 consegnati dal 1981 e tutti ritirati dal servizio.
  • Senegal - Armée de l'air du Sénégal - Il 4 aprile 2018 la Aero Vodochody Aerospace ha annunciato che sono stati ordinati 4 aerei della nuova variante L-39NG, che saranno in grado di svolgere sia compiti di attacco leggero che di addestramento, è che il contratto coprirà anche la formazione per piloti e addetti alla manutenzione, ricambi, attrezzature di supporto a terra e servizi di supporto logistico.
  • Russia - Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii
  • Siria - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Arabiyya al-Suriyya
  • Slovacchia - Vzdušné sily Slovenskej republiky - 8 tra L-39ZAM e L-39CM in servizio al marzo 2019.
  • Stati Uniti - United States Air Force
  • Thailandia - Kongthap Akat Thai - 24 L-39ZA/ART (versione occidentalizzata dell'Aero L-39 Albatros, equipaggiato con avionica israeliana) in servizio al gennaio 2019.
  • Tunisia - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Jamahiriyya al-Tunisiyya
  • Turkmenistan - Turkmenistan Air Force and Air Defense Force
  • Ucraina - Viys'kovo-Povitriani Syly Ukrayiny - 39 esemplari in servizio all'ottobre 2017.
  • Uganda - Ugandan Air Force
  • Unione Sovietica - Voenno-vozdušnye sily
  • Ungheria - Magyar légierő - ritirato dal servizio nel 2009, per essere rimpiazzato dall'L-159 ALCA
  • Uzbekistan - Uzbek Air and Air Defense Force
  • Vietnam - Không Quân Nhân Dân Việt Nam
  • Yemen - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Yamaniyya.




Esemplari attualmente esistenti:
  • un L-39ZA con marca 140 è conservato al Museo dell'aviazione di Bucarest.
  • La pattuglia acrobatica sponsorizzata Breitling Jet Team utilizza sette addestratori L-39C Albatros con livrea giallo-nera.
  • La pattuglia acrobatica Baltic Bees Jet Team utilizza 6 addestratori L-39C Albatros con livrea giallo-blu.




ENGLISH

The Aero L-39 Albatros is a high-performance jet trainer developed in Czechoslovakia by Aero Vodochody. It was designed during the 1960s as a replacement for the Aero L-29 Delfín as a principal training aircraft. It was the first trainer aircraft to be equipped with a turbofan powerplant. The type was exported to a wide range of countries as a military trainer.
The L-39 Albatros later served as the basis for the updated L-59 Super Albatros, as well as the L-139 (prototype L-39 with Garrett TFE731 engine). A further development of the design, designated as the L-159 ALCA, entered production in 1997. To date, more than 2,800 L-39s have served with over 30 air forces around the world. The Albatros is the most widely used jet trainer in the world; in addition to performing basic and advanced pilot training, it has also flown combat missions in a light-attack role. The design never received a NATO reporting name.
At the Farnborough Airshow in July 2014, Aero Vodochody announced the launch of the L-39NG, an upgraded and modernised version of the L-39.




Development

In 1964, Czechoslovak aircraft manufacturer Aero Vodochody embarked on a new design project to meet the specified requirements for a "C-39" (C for cvičný – trainer), setting up a design team under the leadership of Jan Vlček. This aircraft was to serve as a replacement for the Aero L-29 Delfín, an early jet-powered trainer, as a principal training aircraft. Vlcek envisioned the type, a twin-seat single-engine aircraft, being adopted as the primary trainer throughout the Warsaw Pact nations.
On 4 November 1969, the L-39 (under the designation "Prototype X-02" – the second airframe to be built) conducted its maiden flight, for which it was piloted by Rudolf Duchoň, the factory's test pilot. Serial production of the initial model of the L-39, designated L-39C, commenced in 1971. In 1972, the L-39 Albatros was formally recognized by the majority of the countries comprising the Warsaw Pact as their preferred primary trainer, after which point, sizable orders from military customers throughout the bloc proceeded, many of which were from the Soviet Air Forces. In 1974, the first L-39 trainer entered service with the Czechoslovak Air Force.
Several specialised variants of the base L-39 design were quickly introduced. In 1972, a purpose-built target tug variant, the L-39V, conducted its initial flight. In 1975, the first L-39ZO training/light combat model, which was equipped with four underwing hardpoints as well as a strengthened wing and modified landing gear, performed its first flight. In 1977, the first L-39ZA light combat variant, which was fitted with a single Gryazev-Shipunov GSh-23 cannon mounted underneath the fuselage in addition to the four hardpoints and strengthening of the L-39ZO, made its maiden flight.
According to aerospace publication Flight International, roughly 200 L-39s were being sold each year upon the jet trainer market during the late 1980s. According to the Stockholm International Peace Research Institute, in 1993, the total export orders gained for the L-39 represented 80 per cent of the value of all Czech military product export sales made for that year. During the 1990s, shortly following the dissolution of the Soviet Union and the end of the Cold War, Aero Vodochody decided to develop versions of the Albatros equipped with Western-sourced avionics, engines, and weapon systems. Around the same time, Aero Vodochody formed an active partnership with Elbit Systems of Israel, under which a number of L-39s were delivered to Elbit to be equipped with modern electronics and onboard systems before being re-exported to end users such as the Royal Thai Air Force.
Sales of the L-39 declined during the 1990s. This downturn has been attributed to the loss of the captive Warsaw Pact trainer market, to which a substantial proportion of the total aircraft manufactured had been historically sold to; allegations about Czechoslovak banks being unable to finance the defense industry and inaction on the part of the Czechoslovak government; and concerns over the quality of manufacturing standards. In 1996, production of the L-39 came to an end. Since the end of production, Aero Vodochody has developed several improved variants of the L-39 to take its place, and has continued extensive support and overhaul operations for existing L-39 customers.
One of the replacements for the L-39 Albatros was the Aero L-159 Alca, a modernised version of the L-39. Originally, Aero Vodochody had intended to develop the L-159 in partnership with Elbit, but the Czech Ministry of Defense instead selected Rockwell Collins to partner on the program. The limited success of the L-159 led Aero to announce at the 2014 Farnborough Airshow that it was developing an upgraded version of the L-39, designated L-39NG, to compete with the Alenia Aermacchi M-346 and British Aerospace Hawk. The L-39NG replaces the AI-25 turbofan with a Williams FJ44 engine; the airframe is modified, the wingtip fuel tanks being eliminated, and a new suite of avionics will be provided. First flight of the L-39NG was in September 2015, with deliveries starting in 2020.




Design

The L-39 Albatros was designed to be a cost-effective jet-powered trainer aircraft, which is also capable of performing ground attack missions. For operational flexibility, simplicity, and affordability, the majority of onboard systems have been simplified to avoid incurring high levels of maintenance, as well as to minimize damage caused by mishandling when flown by inexperienced air crew. It could be readily flown from austere airstrips such as frozen lakebeds, enabled through the rugged design of the landing gear and favourable low landing speeds. The aircraft's flying qualities are reportedly simple, which is made easier by way of a rapid throttle response, making it easier for students who had never previously flown a jet aircraft before to successfully control. As a training platform, the L-39 itself comprised part of a comprehensive system which also used flight simulators and mobile ground test equipment.
The low-set, straight wing has a double-taper planform, 2½-deg dihedral from the roots, a relatively low aspect ratio, and 100 litres (26 US gal; 22 imp gal) fuel tanks permanently attached to the wingtips. The trailing edge has double-slotted trailing edge flaps inboard of mass-balanced ailerons; the flaps are separated from the ailerons by small wing fences. An automatic trimming system was present, the flaps and the trim system being connected in order to counteract the potentially large pitch changes that would otherwise be generated by vigorous movements of the flaps. The tall, swept vertical tail has an inset rudder. Variable-incidence horizontal stabilizers with inset elevators are mounted at the base of the rudder and over the exhaust nozzle. Side-by-side airbrakes are located under the fuselage ahead of the wing's leading edge. The flaps, landing gear, wheel brakes and air brakes are powered by a hydraulic system. Controls are pushrod-actuated and have electrically powered servo tabs on the ailerons and rudder. Operational g-force limits at 4,200 kilograms (9,300 lb) are +8/-4 g.
A long, pointed nose leads back to the tandem cockpit, in which the student and instructor sit on Czech-built VS-1 ejection seats under individual canopies, which are opened manually and are hinged on the right. The rear seat, typically used by the instructor, is elevated slightly to readily enable observation and guidance of the student's actions in the forward position. The design of the cockpit, panel layout and many of its fittings resemble or are identical in function to those of other commonly-used Soviet aircraft; for example, the procedure for deploying the ejection seat is exactly the same as for the Mikoyan MiG-29. The cockpit is highly pressurized, requiring the air crew to wear oxygen masks only when flying in excess of 23,000 feet. A gyro gunsight for weapon-aiming purposes is typically present in the forward position only.
A single turbofan engine, an Ivchenko AI-25TL (made in the Soviet Union) is positioned in the rear fuselage, fed through shoulder-mounted, semi-circular air intakes (fitted with splitter plates) just behind the cockpit and the tailpipe below the horizontal tailplane. The engine has a time between overhaul (TBO) of 1,000 flight hours; however, it is allegedly cheaper than the majority of turbine engines to overhaul. Five rubber bag fuel tanks are located in the fuselage behind the cockpit. Several heavy radio units are typically installed in an aft avionics bay; these are often removed on civilian-operated aircraft and replaced with a 70-gallon fuel tank. Additional fuel tanks can be fitted in the rear cockpit position and externally underneath the wings; the tip-tanks can also be expanded for a greater fuel capacity.
The aircraft is fitted with a hydraulically-actuated retractable nosewheel undercarriage which is designed to allow operation from grass airfields. The main landing gear legs retract inward into wing bays while the nose gear retracts forward. The basic L-39C trainer has provision for two underwing pylons for drop tanks or practice weapons, but these are not usually fitted. It can be armed with a pair of K-13 missiles to provide a basic air defense capability. Light-attack variants have four underwing hardpoints for ground attack stores, while the ZA variant also has an underfuselage gun pod. Mock UB-16 rocket pods can also be installed for visual appearance only.

Operational history

Abkhazia
In the spring of 2008, a number of Georgian drones were shot down by Abkhazian separatist forces over the Abkhazia region. The Abkhazian separatist forces claimed that one of its missile-equipped L-39s had shot down a Georgian Hermes 450 unmanned reconnaissance drone.

Afghanistan

The Taliban Air Force had managed to obtain around five L-39C aircraft from the remnants of the former Democratic Republic of Afghanistan Air Force; with foreign technical support and pilots, these were placed into combat operations during the later stages of the 1996-2001 phase of the Afghan civil war against the Northern Alliance. In early 2001, only two of these reportedly remained operational. Following the United States invasion of Afghanistan in 2001, a number of L-39s were inducted into the Afghan Air Force.

Azerbaijan

A quantity of L-39s, along with older L-29s, were used extensively by Azeri forces to perform ground attack missions during the Nagorno-Karabakh War in the 1980s and early 1990s. A number of these were reportedly shot down by air defenses employed by the Nagorno-Karabakh Defense Army. In September 2015, Aero Vodochody sought a large order for the latest model of the L-39 to Azerbaijan; by this point, Azerbaijan had a total of 24 airworthy L-39s remaining in service.

Chechnya

The newly de facto independent Chechen Republic of Ichkeria found itself with dozens of L-39s (as well as several L-29s, three MiG-17s, two MiG-15UTIs, helicopters and other transport and civilian aircraft) left at Khankala and Kalinovskaya airbases by the Soviet Air Force in 1992. Most of these, however, were reportedly abandoned or not in flyable condition, but during the August–November 1994 conflict between nationalist and pro-Russian forces L-39s were deployed and were possibly one of the few air attack (and possibly recce) elements on Dzhokar Dudayev's forces. At least one was reported as shot-down near Goragorsk on October 4 by a Strela-2 MANPADS fired by Doku Zavgayev's pro-Russian militia. The pilot, Col. Ali Musayev and the co-pilot Dedal Dadayev were killed.
One of the main reasons that prompted the first Su-25 air raids that destroyed the Chechen air force on the ground, and started the Russian intervention, were preparations being performed by Dudayev's air force, which had been spotted by reconnaissance Sukhoi Su-24MRs. There were fears that these aircraft could slow or deter the Russian air and ground campaign, as well as the capability of several aircraft to conduct kamikaze attacks on Russian nuclear power plants (specifically via means of the ejection seat in most aircraft, notably the L-39, by filling them with explosives to act as improvised cruise missiles).

Iraq

Iraq became the first export customer for the L-39 Albatros. By mid 1970, the Iraqi Air Force had procured a considerable number of L-39 trainers, having transferred the bulk of their training activities onto the Czechoslovak aircraft. During the American-led invasion of Iraq in 2003, on 14 April 2003, a pair of United States Navy McDonnell Douglas F/A-18 Hornets attacked several L-29 and L-39 aircraft on the ground at an airfield near the city of Tikrit; these had been believed to have been modified to perform as delivery platforms for weapons.

Libya

Libya acquired some 180 L-39ZOs around 1978 which served at Sabha and Okba Ben Nafi flying schools along with Yugoslav-made G-2 Galeb for advanced jet training and Italian-made SF.260s (for primary training).
The L-39s were deployed during the Chadian-Libyan conflict, mainly to Ouadi Doum air base. During the final Chadian offensive in March 1987, the Chadians captured Ouadi Doum along with several aircraft (11 L-39s included) and Soviet SAM systems and tanks. A Chadian report to the UN, reported the aforementioned capture on 11 L-39s and the destruction (or downing) of at least four of them.
In the midst of that conflict, on April 21, 1983, three LARAF Ilyushin Il-76TDs and one Lockheed C-130 Hercules landed at Manaus Airport, Brazil after one of the Il-76s developed technical problems while crossing the Atlantic Ocean. The aircraft were then searched by the Brazilian authorities: instead of medical supplies – as quoted in the transport documentation – the crate of the first of 17 L-39s bound for Nicaragua together with arms and parachutes, to support the country's war against US-backed Contras, were found. The cargo was impounded for some time before being returned to Libya, while the transports were permitted to return to their country. During the 1990s and 2000s, Libya made multiple attempts to get components and services for its air force in spite of an embargo placed upon the country by United Nations Security Council Resolution 748; by 2001, only half of Libya's L-39s were serviceable as a consequence.

Russia

Following the dissolution of the Soviet Union and the formation of the Russian Air Force in 1991, the newly formed service found itself with hundreds of L-39 aircraft, the majority of which were surplus to their training requirements. According to author Stephan Wilkinson, by 2005, Russia was seeking to potentially sell up to 800 of their L-39s, which were receiving only a basic level of maintenance once per month while their fate was being decided. Starting in the early 1990s, the Russian Air Force has pursued the development of a domestically-built jet trainer, for which the Yakovlev Yak-130 was selected; the Yak-130 shall eventually replace the L-39 in Russian service within its operational roles.

Syria

The Syrian Arab Air Force has operated a number of armed L-39ZA light attack variants. Since the early stages of the Syrian civil war, the Syrian Air Force's L-39 aircraft have been routinely deployed in counter-insurgency operations against various rebel ground forces, a number of these aircraft have also been shot down by ground fire. They were first used operationally during the Battle of Aleppo, launching several strikes upon rebel-held positions. It has been claimed the L-39 was the first fixed-wing aircraft to be employed against the rebels.
In February 2013, insurgents successfully captured a number of intact L-39s, along with their support equipment, after raiding and later taking over the Al-Jarrah airbase. In late 2013, reports emerged of claims by Islamist fighters that they had successfully flown two of the captured L-39s. In October 2014, the Syrian Government claimed that at least two rebel-held L-39s had been airworthy and had recently been destroyed by Syrian Air Force aircraft.
According to Reuters, by 2014 the L-39 had allegedly become one of the favoured platforms of the Syrian Air Force for performing ground attack missions due to its slower speed and higher agility over other aircraft in its inventory. In December 2015, following the securing of the Kweiris airbase by government forces, the resumption of ground-attack missions by L-39s in the vicinity of Aleppo commenced shortly thereafter.
On 26 December 2017, a Syrian L-39 was shot down near Hama airport.
On 3 March 2020, a Syrian Arab Army Air Force L-39 was shot down by a Turkish Air Force F-16 over Idlib province. Both Syrian and Turkish forces confirmed the downing.

Civilian use

While newer versions are now replacing older L-39s in service, thousands remain in active service as trainers, and many are finding new homes with private warbird owners all over the world. It has been claimed that the L-39's desirability stems from the fact that it is "the only available second-generation jet trainer". This trend is particularly evident in the United States, where their $200,000–$300,000 price puts them in range of moderately wealthy pilots looking for a fast, agile personal jet. Their popularity led to a purely L-39 Jet class being introduced at the Reno Air Races in 2002, though it has since been expanded to include other, similar aircraft.
In September 2012 there were 255 L-39s registered with the US Federal Aviation Administration and four registered with Transport Canada. Several display teams use the L-39 such as the Patriots Jet Team (6 L-39s), the Breitling Jet Team (7 L-39s) and the Black Diamond Jet Team (5 L-39s). There are also several L-39s that have been made available for private jet rides by various operators in Australia, Czech Republic, France, Germany, Spain and the USA. These L-39s are mostly in private hands, but some also belong to government agencies, such as those in Vyazma, Russia. In March 2018 there were five L-39s on the civilian register in New Zealand. One registered as an L-39  and four others registered as L-39C 
Since 2004, the Defence & MRO Division of Aero Vodochody has performed a general maintenance, repair and modernisation program of civil-operated L-39s, as well as performing the demilitarisation of ex-military aircraft. Services offered to civil operators include life-extension programs, support for civil registration/certification, training of ground/flight crew, logistics and analysis, customization, routine inspection, condition-based maintenance support, and providing general expertise/consultancy work.

Variants
  • L-39X-01 – X-07 - Five prototypes plus two static test airframes.
  • L-39C (C for Cvičná – training) - Standard basic trainer for Soviet Union, Czechoslovakia and export. Originally designated L-39, but renamed L-39C when later variants appeared. Two pylons under wing. Approximately 2,260 built.
  • L-39CM (CM for Cvičná modernizovaná – modernised training) - Slovak upgraded C version.
  • L-39M1 - Ukrainian upgraded C version with AI-25TLSh engines. The conversion is carried out by Odesaviaremservis and the first plane was ready in 2009. The upgrade of a further 7 L-39C's was planned. Only six L-39C were converted into L-39M1 by 2014
  • L-39V (V for Vlečná – tug) - Single-seat target tug version for Czechoslovakia. Equipped to tow KT-04 target on 1,700 m (5,600 ft) cable. Prototype plus eight production aircraft built.
  • L-39ZO (Z for Zbraně – weapons) - Interim weapon trainer variant for export. Four pylons stressed for 500 kg (1,100 lb) (inboard) and 250 kg (550 lb) (outboard), with total external load of 1,150 kg (2,500 lb). First flew 25 June 1975, with initial deliveries to Iraq in 1977. 337 built.
  • L-39ZA - Significantly upgraded L-39ZO for armed training and light attack, employing sturdier landing gear, a higher payload (total 1,290 kg (2,844 lb)) and notably provision for a GSh-23L 23-millimeter twin-barreled cannon attached in a conformal pod under the pilots' compartment, having a 150-round magazine within the airframe. Outer pylons wired to carry K-13 or R-60 air-to-air missiles. Two prototypes, with first flying on 29 September 1976. 208 aircraft delivered.
  • L-39ZAM - Slovak upgraded ZA version.
  • L-39ZA/ART - Thai version of L-39ZA with Elbit avionics. 40 built.
  • L-39MS/L-59 - The Aero L-39MS is a second generation military trainer aircraft developed from the firm's earlier L-39. Compared to its predecessor, it featured a strengthened fuselage, longer nose, a vastly updated cockpit, and a more powerful (21.6 kN (4,850 lbf)) Lotarev DV-2 engine, allowing operation at higher weights and speeds (max speed 872 km/h (542 mph)). First flight on 30 September 1986. It was later designated as the Aero L-59.
  • L-139 Albatros 2000 - Revised version with western avionics and 17.99 kN (4,045 lbf) Garrett TFE731-4-1T engine. Single prototype built.
  • L-159 - Further modernised advanced trainer/combat aircraft with more modern, western avionics and Honeywell/ITEC F124 engine.
  • L-39NG - Modernised and upgraded version with Williams FJ44 engine, improved fuel system and avionics, planned to be introduced in 2018.
  • Skyleader UL-39 Albi - A carbon-fibre ducted-fan powered scale variant first flown in the Czech Republic on 4 April 2016.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
















































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