martedì 8 settembre 2020

Il team TEMPEST: Giappone, India e Arabia Saudita sono tra i potenziali partner.


Il Tempest è un caccia multiruolo stealth, di sesta generazione, in sviluppo per conto della Royal Air Force del Regno Unito, dell’Aeronautica Svedese e dell'Aeronautica Militare italiana. 



Il progetto prevede l'entrata in servizio per il 2035 ed è sviluppato da un consorzio di enti ed aziende conosciuto come "Team Tempest," tra i quali figurano il Ministero della difesa britannico, BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo S.p.A. e MBDA.




Storia del progetto

Il Tempest è stato annunciato dal Segretario della Difesa Britannico Gavin Williamson il 16 luglio 2018 al Farnborough Airshow come parte della Combat Air Strategy.
Una volta entrato in piena operatività il nuovo caccia sostituirà l'Eurofighter Typhoon in servizio presso la RAF e presso l’AMI.
Il governo britannico ha intenzione di investire nel progetto 2 miliardi £ fino al 2025. Il 7 luglio 2019 è stato annunciato l'ingresso nel programma della Svezia con un piano di investimento di altri 2 miliardi £, facendo supporre la possibile futura sostituzione del Gripen E proprio con il Tempest.
Il 10 settembre 2019 a Londra, il Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti Gen. Nicolò Falsaperna ha firmato una lettera di intenti che sancisce l'ingresso dell'Italia nel programma con la partecipazione delle industrie italiane nello sviluppo: si attendono i relativi finanziamenti iniziali.
Il 22 luglio 2020, aziende delle tre nazioni coinvolte nel progetto (Regno Unito, Italia, Svezia) hanno formalmente avviato la collaborazione internazionale per lo sviluppo del Tempest. Le società coinvolte nella cooperazione industriale comprendono: BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo, Avio Aero, MBDA, Saab, GKN Aerospace Sweden.
Dopo l’avvio della cooperazione trilaterale a livello industriale nell’ambito del programma TEMPEST, la partnership tra UK, Svezia e Italia si rafforza.
Le 3 Forze Aeree si stanno confrontando sui futuri requisiti tanto del caccia pilotato quanto di tutti i sistemi d'arma del TEMPEST. Trovare una sintesi non sarà cosa semplice: la Svezia ha una tradizione di caccia leggeri o medi, concepiti sin dall'inizio per operare da siti “improvvisati” e tronchi autostradali, mentre Italia e Gran Bretagna hanno già l’F-35A e B. Si è in attesa dell'impegno finanziario italiano con il Documento Programmatico Pluriennale che potrebbe ufficializzarlo in Parlamento, subito dopo quelli britannici e svedesi; BAE Systems ha di recente condotto i primi test in galleria del vento di un modello in scala del velivolo.




Italia e Regno Unito: intesa per il caccia Tempest

Leonardo, Elettronica, Avio Aero e Mbda collaboreranno con Bae Systems e Rolls Royce per lo sviluppo tecnologico congiunto di sistemi di difesa aerea.
All’ultimo Salone Defence & Security Equipment International (Dsei) di Londra le aziende leader nel settore della difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), insieme agli attori principali dell’industria italiana (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) hanno annunciato l’intenzione di collaborare alle attività relative al Combat Air System Tempest firmando una Dichiarazione di Intenti. Secondo l’accordo, i partner lavoreranno insieme per definire un concetto innovativo e un modello di partnership che preveda la condivisione delle competenze acquisite, la definizione dei requisiti di prodotto e lo sviluppo tecnologico congiunto di sistemi di difesa aerea.
La firma della Dichiarazione di Intenti fa seguito all’impegno del Regno Unito e dei governi italiani verso una stretta collaborazione nell’ambito della difesa aerea, sia su prodotti come il Typhoon e l’F-35, sia sul Tempest, il velivolo di sesta generazione. I rispettivi governi hanno confermato la comune intenzione di mantenere una forte base industriale al fine di sviluppare le competenze strategiche e assicurare prosperità per entrambe le nazioni. L’Italia e il Regno Unito hanno una lunga storia di successo in programmi internazionali quali il Tornado, il Typhoon e l’F-35.
«Questo accordo è un passo fondamentale per questa iniziativa entusiasmante e di rilevanza strategica – ha dichiarato l’Ad di Leonardo, Alessandro Profumo – Come Amministratore Delegato di Leonardo ho fiducia in questa collaborazione perché ogni giorno posso assistere ai risultati incredibili ottenuti dai nostri ingegneri britannici e italiani attraverso il loro lavoro di squadra. Le nostre due nazioni hanno una lunga storia di successo condiviso nei programmi internazionali e crediamo che lavorare insieme sul Tempest rafforzerà ulteriormente la base tecnologica e industriale di ciascun Paese e ne svilupperà le competenze per garantire prosperità nei decenni a venire».
Le industrie di Regno Unito, Svezia e Italia collaborano ad uno studio iniziale al fine di valutare la fattibilità di un approccio comune sui sistemi di difesa aerea. Molte le aree identificate come utili allo sviluppo di ulteriori sinergie, in particolare tra aziende come Leonardo, Saab e Mbda, già fortemente integrate.
Inoltre, uno studio congiunto avviato dai governi ha confermato che il Regno Unito e l’Italia sono partner naturali nell’ambito della difesa aerea, tenuto conto che entrambe le Forze aeree gestiscono una flotta mista di Eurofighter Typhoon e F-35. L’industria italiana e britannica condividono un interesse verso potenziali attività congiunte per soddisfare i requisiti nazionali e internazionali.
«Grazie alla lunga collaborazione con l’industria italiana siamo convinti che questa partnership tra i nostri due paesi si adatti alla perfezione al Tempest e fornisca prova del crescente slancio legato a questo impegno internazionale – ha commentato Charles Woodburn, A di Bae Systems – L’annuncio rafforzerà le collaborazioni esistenti con Mbda e Leonardo, centrali nel nostro lavoro inteso a esprimere tutto il potenziale del Typhoon, contestualmente allo sviluppo congiunto delle future tecnologie della difesa aerea a beneficio di entrambi i Paesi».




Tecnica

Essendo ancora in una fase iniziale di sviluppo, non si hanno dati certi sulle caratteristiche tecniche che avrà il velivolo. Il mockup reso pubblico è caratterizzato da ali a delta, stabilizzatori verticali inclinati verso l'esterno e due motori incassati all'interno della cellula in una configurazione tipica dei caccia stealth. Altre caratteristiche annunciate sono la capacità di operare con o senza equipaggio a bordo, l'equipaggiamento con armi ad energia diretta non cinetica (laser, microonde, ad impulsi elettromagnetici ecc.), la possibilità di lanciare missili ipersonici per attaccare bersagli in volo o a terra, e la capacità di guidare e coordinare uno sciame di droni.
La strategia aerea di combattimento dei tre partner condivide una visione audace per le future capacità aeree di combattimento. Il Tempest aprirà la strada a nuove tecnologie, in grado di sfruttare e stare al passo con le minacce in evoluzione, abilitato da decenni di esperienza in un settore leader a livello mondiale.
Il Tempest si concentra sulla fornitura di un sistema capace, flessibile ed economico entro la metà degli anni '30, fornendo vantaggi militari, economici e industriali al Regno Unito ed ai due partner internazionali. Si stanno compiendo progressi significativi: si sta lavorando in modo collaborativo e innovativo con partner e fornitori; andando oltre il settore della difesa per portare il meglio dell'innovazione. Parallelamente stanno maturando discussioni dettagliate tra i partner internazionali.
Si è sulla buona strada per fornire un ambizioso programma militare, investendo allo stesso tempo nelle persone, nella tecnologia e nelle infrastrutture, sostenendo l'economia e la prosperità a lungo termine delle tre nazioni.
Il Tempest è uno dei più grandi sforzi scientifici e tecnologici e garantirà che lo sviluppo delle prime tecnologie mondiali continui a prosperare. È un faro per attirare ingegneri e tecnici e un luogo in cui i giovani possano costruire la loro carriera, con migliaia di impiegati nell'industria della difesa. 
I dipendenti appassionati e ingegnosi stanno abbracciando nuovi modi di lavorare mescolando la conoscenza degli ingegneri di grande esperienza con la giovane forza lavoro per aprire nuovi orizzonti. Preservare le capacità sovrane e le capacità critiche dei nostri popoli è fondamentale per garantire che come nazione conserviamo la "libertà d'azione" militare indipendente e preserviamo la nostra sicurezza nazionale, e allo stesso tempo facciamo una differenza economica positiva per il Regno Unito, la Svezia e l’Italia.
Il Team Tempest è una partnership che riunisce BAE Systems, Leonardo UK, Rolls-Royce, MBDA UK e MOD, lavorando in partnership per generare le tecnologie e l'esperienza necessarie per guidare lo sviluppo di un sistema aereo da combattimento di sesta generazione. 
Sono state predisposte tecnologie e intrapreso un lavoro di sviluppo in poche settimane che in precedenza avrebbe richiesto anni, attraverso la trasformazione delle nostre attività e sfruttando le capacità esistenti per assicurarci di mantenere una posizione di leader mondiali nella capacità di combattimento aereo.
Un nuovo team di ingegneri è chiamato a guidare l'ultima rivoluzione e lavorare alla creazione delle tecnologie che porteranno la Royal Air Force , l’Aeronautica Svedese e l’A.M.I. nella prossima generazione.
Oggi, all'interno delle società che compongono il Team Tempest, ci sono persone che stanno già lavorando alla fase iniziale delle tecnologie che potrebbero finire nelle mani dei piloti del futuro.
Stanno lavorando su tecnologie come abitacoli indossabili futuristici, che utilizzano la tecnologia dei giochi per trasmettere i controlli di cui un pilota ha bisogno per far volare l'aereo attraverso una visione tramite il casco. Potranno quindi utilizzare questi controlli in un batter d'occhio utilizzando la tecnologia di tracciamento degli occhi o richiamare display virtuali semplicemente muovendo le mani utilizzando la realtà aumentata.
Questa tecnologia esiste già oggi e fa parte di quello che diventerà il futuro e diventerà sempre più intelligente. Si ha anche bisogno di persone che saranno in grado di costruire l'aereo che volerà per i prossimi 60 anni.
Ciò significa che le persone che lavorano in una fabbrica del futuro potrebbero essere spinte su e giù per una linea di produzione utilizzando un esoscheletro che consente loro di muoversi più velocemente, sollevare pesi più pesanti e controllare i macchinari intorno a loro con un semplice cenno della testa o con un battito di ciglia. Questo si chiama “cobotici": si tratta di persone e robot che lavorano insieme per costruire un aereo che non è stato ancora progettato: sembra fantascienza! 
Sono già successe tante cose per realizzare la visione del Team Tempest, ma c'è ancora molto da fare.
L'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha dichiarato in un webcast di una serie di paesi che hanno mostrato interesse per il programma: “Rimane tempo per altri partner di unirsi a Tempest. Abbiamo visto altre nazioni esprimere interesse e siamo estremamente positivi per il futuro".




Giappone, India e Arabia Saudita sono tra i potenziali partner.

È anche troppo presto per escludere la possibilità di un riallineamento di alcune descrizioni con il futuro programma aereo da combattimento franco-tedesco-spagnolo rivale, ha affermato Doug Barrie, analista aereo senior presso il think tank dell'International Institute of Strategic Studies di Londra.
"Penso che ci sia ancora un periodo considerevole da percorrere in cui gli allineamenti potrebbero cambiare - con la possibilità che i membri possano unirsi o andarsene", ha detto.
Howard Wheeldon, dei consulenti Wheeldon Strategic Advisory, non vede alcuna possibilità che i due programmi si fondano, ma ritiene che le formazioni nazionali potrebbero cambiare.
"Vorrei escludere qualsiasi pensiero di una fusione tra i due progetti europei, anche se non escluderei mai la possibilità che la Germania abbandoni la nave", ha detto.
Con o senza partner aggiuntivi, sempre supponendo che i governi svedese e italiano sottoscrivano una sorta di accordo, Wheeldon calcola che gli inglesi rimarranno con il Tempest.
La situazione ideale sarebbe un aumento del numero di nazioni partner del Team Tempest.
Per il momento, tuttavia, l'attenzione è concentrata sul Team Tempest e sui progressi compiuti con i suoi attuali potenziali partner per studiare un potenziale legame intorno allo sviluppo di futuri sistemi aerei da combattimento: in definitiva, la costruzione della sesta generazione di Tempest che sarà pronta tra il 2035 e il 2040.
I britannici hanno in corso oltre 60 dimostrazioni di tecnologia aerea da combattimento cofinanziate dal governo e dall'industria.
I colloqui tra i partner industriali di Gran Bretagna, Italia e Svezia, che in precedenza erano stati su base bilaterale, sono stati ora accelerati fino a discussioni trilaterali, rafforzando le potenziali collaborazioni di ricerca e sviluppo.
"Abbiamo compiuto buoni progressi con Saab e Leonardo nell'identificare obiettivi e competenze condivisi e attraverso questo nuovo framework, possiamo sfruttare questa collaborazione per sbloccare l'enorme potenziale nelle nostre tre nazioni", ha affermato Charles Woodburn, CEO di BAE.
Le tre industrie nazionali comprendono BAE, Leonardo UK, Rolls Royce e MBDA UK dalla Gran Bretagna; Leonardo, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia; la svedese Saab e GKN Aerospace Sweden.
Inoltre, Saab ha anche utilizzato lo spettacolo virtuale per annunciare che stava investendo 50 milioni di sterline nella creazione di un futuro hub di sistemi aerei da combattimento e altre attività nel Regno Unito.
La posizione e la tempistica dell'investimento non sono state ancora dichiarate dalla Saab, ma si vocifera che il centro potrebbe essere vicino alle operazioni di jet da combattimento della BAE nel nord-ovest dell'Inghilterra.
Il CEO di Saab Micael Johansson ha affermato che la mossa ha segnalato l'impegno dell'azienda a combattere lo sviluppo aereo e la crescita dei suoi interessi nel Regno Unito.
La Saab ha preso la decisione di creare un nuovo futuro centro del sistema aereo da combattimento in modo da poter sviluppare ulteriormente lo stretto rapporto di lavoro con gli altri futuri partner industriali del sistema aereo da combattimento e il Ministero della Difesa britannico. Ciò sottolinea l'importanza dei futuri sistemi aerei da combattimento e del Regno Unito per il futuro della Saab.
L'impegno industriale del Team Tempest è stato inoltre ulteriormente ampliato con la firma di un gruppo di fornitori di sistemi.
Bombardier in Irlanda del Nord, GKN, Martin Baker e Qinetiq, insieme ai bracci britannici di Collins Aerospace, GE Aviation e Thales si sono iscritti per collaborare al programma dimostrativo.
Finora solo Collins Aerospace Systems ha confermato la natura del lavoro che intraprenderà. La società ha dichiarato di aver ricevuto un contratto da BAE per fornire funzionalità di attuazione avanzate, incluso l'uso sul Tempest.
Separatamente, GKN Aerospace in Svezia ha rivelato che sta partecipando a un futuro studio di fattibilità sui motori da combattimento insieme a Rolls-Royce e Avio Aero in Italia.
Richard Aboulafia, vicepresidente di Teal Group, ha affermato che i progressi nella registrazione dei fornitori di sistemi sono stati un passo significativo.
Il Tempest assomiglia sempre più a un programma reale, con un livello di coinvolgimento molto elevato da parte dei subappaltatori, che ovviamente devono iniziare a sviluppare i sistemi.
La sensazione tra gli analisti è che il Tempest sopravviverà a una tempesta potenzialmente perfetta di severe restrizioni al budget della difesa e ad una revisione integrata dei fondi della difesa.
Finora il programma sembra al sicuro, anche con l'esito in sospeso della revisione integrata, dato che i livelli di investimento a breve termine sono gestibili. 
Una delle questioni chiave che devono ancora essere risolte dai britannici è se vedono il caccia Tempest come pilotato o facoltativamente pilotato.
In un rapporto sulle scelte aeree da combattimento della Gran Bretagna pubblicato alla fine di luglio, l'analista del Royal United Services Institute Justin Bronk ha affermato che la decisione è stata di enorme importanza per Tempest. La decisione se sviluppare o meno una soluzione pilotata o facoltativamente pilotata per il Tempest avrà implicazioni critiche per la natura, le implicazioni sui costi e la scala minima praticabile del programma.
“Anche se per molti rimane un'ipotesi operativa, il risultato del programma di sviluppo aereo da combattimento di prossima generazione del Team Tempest non coinvolgerà necessariamente una nuova flotta di jet veloci (facoltativamente) pilotata per sostituire direttamente il Typhoon. Se questa ambizione è la scelta fatta, avrà importanti implicazioni di bilancio per un programma di equipaggiamento aereo da combattimento già esteso tra il 2024 e il 2040 ", ha affermato l'analista.
Bronk afferma nel rapporto che la decisione di optare per un Tempest pilotato potrebbe avere ramificazioni solo altrove nel jet da combattimento britannico. Escludendo un massiccio aumento della spesa complessiva per la difesa, gli acquisti significativi di F-35 oltre il 2024 rimangono finanziariamente incompatibili con il programma Tempest per sostituire il Typhoon.
La BAE Systems ha svelato quella che definisce una "fabbrica prima nel suo genere" per far progredire la produzione del Tempest.
La nuova struttura presso la sede di BAE Systems a Warton, nel Lancashire, è il risultato di un investimento di svariati milioni di sterline e della collaborazione con oltre 40 blue chip e PMI e istituzioni accademiche.
Secondo l'azienda in un comunicato stampa:
“Sfruttando il meglio dell'innovazione del Regno Unito, la Società ha sviluppato una fabbrica intelligente e connessa digitalmente per la futura produzione di aerei militari. Riunendo tecnologie di produzione avanzate, la fabbrica trasformerà i processi di ingegneria. I robot automatizzati, così come la realtà virtuale e aumentata aumenteranno la velocità, la precisione e l'efficienza, oltre a ridurre i costi associati alla produzione di complesse strutture di aerei militari.
La fabbrica dimostra anche un nuovo approccio al modo in cui uomini e macchine possono operare insieme. I “cobotici” e altre tecnologie robotiche flessibili eliminano la necessità di utensili pesanti, fissi e possono passare rapidamente dalla produzione di un articolo o piattaforma ad un'altra. Le macchine intelligenti e la tecnologia robotica standard dell'industria automobilistica sono state modificate per funzionare con le tolleranze precise richieste per gli aerei militari, che in alcuni casi sono meno di un terzo della larghezza di un capello umano. Tale tecnologia favorisce una maggiore produttività consentendo agli operatori di concentrarsi su attività più altamente qualificate e strategiche e ai responsabili della produzione di supervisionare le operazioni da un ufficio virtuale completamente digitalizzato.
La nuova struttura sostiene gli sforzi del programma Tempest per soddisfare l'ambizione di rimanere in prima linea nel settore dei velivoli da Combattimento, fornendo in modo più efficiente in termini di costi e nella metà del tempo dei programmi precedenti.
Dave Holmes, Direttore della produzione di BAE Systems Air, ha dichiarato:
“Abbiamo collaborato con il meglio dell'industria e del mondo accademico del Regno Unito per sviluppare una struttura all'avanguardia che combini le tecnologie attuali ed emergenti, assicurando che il Regno Unito rimanga in prima linea nello sviluppo della tecnologia aerea da combattimento. Portare avanti le nostre capacità di produzione mentre ci prepariamo per la quarta rivoluzione industriale, sosterrà e svilupperà competenze critiche e garantirà che possiamo continuare a fornire capacità militari per affrontare le minacce future, migliorando nel contempo la produttività e offrendo un buon rapporto qualità-prezzo ai nostri clienti ".
BAE aggiunge che le tecnologie all'interno della fabbrica stanno già offrendo vantaggi. La workstation intelligente, sviluppata in collaborazione con l'Advanced Manufacturing Research Center (AMRC) dell'Università di Sheffield e con i sistemi di controllo Fairfield, è in uso sulla linea di produzione Typhoon.
“Utilizza un sistema che riconosce gli operatori e fornisce automaticamente istruzioni personalizzate utilizzando le tecnologie 'pick by light'. Inoltre, le tecnologie di produzione additiva vengono utilizzate nella produzione di parti e assiemi di aeromobili Typhoon“.




BAE Systems utilizza tecniche digitali nello sviluppo del caccia Tempest

La BAE Systems ha svelato di recente le tecniche digitali che vengono utilizzate per progettare il jet da combattimento Tempest di sesta generazione. Utilizzando una combinazione di gemelli digitali simulati al computer e modelli stampati in 3D, l'obiettivo è semplificare e accelerare lo sviluppo del velivolo da combattimento, che dovrebbe entrare in servizio attivo entro il 2035.
Ancora in fase di concept, il Tempest sarà uno dei primi caccia di sesta generazione ed è progettato per completare gli attuali velivoli da combattimento come l' F-35 Lightning II e i caccia Typhoon fino a quando non andranno in pensione negli anni 2040. Il caccia stealth Tempest bimotore con ali delta, sarà in grado di trasportare missili ipersonici e controllare sciami di droni. Utilizzerà anche un avanzato sistema di alimentazione e propulsione Rolls-Royce che produrrà grandi quantità di elettricità, consentendo al caccia di utilizzare al meglio le armi laser.
Inoltre, avrà un'intelligenza artificiale riconfigurabile e comunicazioni cyber-hard che consentiranno all'aereo di agire come un centro di comando e controllo volante, con il pilota che agirà più come un ufficiale esecutivo che come un dogfighter.
All'interno, il Tempest avrà un sistema di carico utile flessibile plug-and-play altamente aggiornabile, una suite di sensori multispettrali e radiofrequenza integrati e un cockpit virtuale.
Uno dei grandi punti di forza di Tempest, che è un progetto congiunto di Gran Bretagna, Svezia e Italia, sarà il nuovo sistema digitale sviluppato da BAE per ridurre il tempo dal tavolo da disegno al velivolo in volo. Il Tempest viene virtualmente progettato e testato utilizzando computer avanzati per calcolare le prestazioni aerodinamiche e le diverse caratteristiche dell'aeromobile. Il sistema consente inoltre ai piloti collaudatori di pilotare il gemello digitale della Tempest in un simulatore a terra.
Sebbene il gemello digitale sia una tecnologia all'avanguardia, l'aerodinamica di un jet da combattimento è così incredibilmente complessa che le simulazioni al computer raggiungono rapidamente i loro limiti. Di conseguenza, BAE sta anche creando modelli in 3D per i test supersonici nella galleria del vento per perfezionare la forma dell’aereo. Il concetto di gemello digitale verrà utilizzato per progettare, testare e supportare ogni singolo sistema e struttura per il Tempest. Adottando un approccio interamente digitale, si sta trasformando il modo in si lavora aggiungendo un valore incredibile al programma. Si può ottenere ciò che tradizionalmente avrebbe richiesto diversi mesi in un certo numero di giorni; di conseguenza, si lavora più velocemente per il futuro usando l'ambiente virtuale per creare infinite opportunità per gli ingegneri, allo scopo di sperimentare senza confini e con menti aperte, chiave per la futura innovazione del programma.
La BAE sta anche lavorando con Rolls-Royce, Leonardo e MBDA per far avanzare la tecnologia in 60 aree, inclusi sensori avanzati e sistemi di intelligenza artificiale di apprendimento profondo. Il concetto di gemello digitale è anche la base per la Factory of the Future di BAE a Warton nel Lancashire, che utilizza i dati di robot intelligenti, database della catena di approvvigionamento e macchine per semplificare la produzione del Tempest, sostituendo le linee di produzione tradizionali con linee robotiche che possono adattarsi alle modifiche di progettazione senza la necessità di modifiche costose e dispendiose in termini di tempo.
I partner del team useranno i risultati degli attuali test per produrre un Outline Business Case come passo successivo nel Combat Air Acquisition Program.
La progettazione di un aereo è stata tradizionalmente un'opportunità che si presenta una volta nella carriera di qualcuno e che causa vere sfide nel trasferimento di competenze e conoscenze. Le tecnologie a disposizione permetteranno di ridurre il ciclo di progettazione che di per sé è positivo per l'accessibilità economica di un programma, ma si potranno anche eseguire più cicli molto rapidamente fino a quello corretto. 
Il programma ha attualmente a bordo alcune delle menti più audaci e brillanti, che stanno rompendo le pietre miliari a un ritmo accelerato e stanno sviluppando tecnologie e tecniche che cambieranno il gioco per l'industria della difesa.


ENGLISH

The BAE Systems Tempest is a proposed fighter aircraft concept that is under development in the United Kingdom for the British Royal Air Force, Swedish Air Force and the Italian Air Force (AMI). It is being developed by a consortium known as "Team Tempest," consisting of the UK Ministry of Defence, BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo S.p.A. and MBDA, and is intended to enter service from 2035 replacing the Eurofighter Typhoon aircraft in service with the RAF and AMI. Two billion pounds will be spent by the British government on the project by 2025.

Development

The Tempest was announced by the British Defence Secretary Gavin Williamson on 16 July 2018 at the Farnborough Airshow as part of the Combat Air Strategy. It will be a sixth-generation jet fighter incorporating several new technologies, including stealth, optional manning, swarming drones, directed-energy weapons and hypersonic weapons.
The RAF had a similarly named fighter in the Second World War which also followed a Typhoon.
On 19 July 2019, Sweden and the United Kingdom signed a memorandum of understanding to explore ways of jointly developing sixth-generation air combat technologies. Italy announced its involvement in Project Tempest on 10 September 2019, during DSEI 2019. The Statement of Intent was signed between the UK participant bodies and Italian participant companies (Leonardo Italy, Elettronica, Avio Aero and MBDA Italy).
At the Farnborough Airshow (FIA Connect) in July 2020, Defence Secretary Ben Wallace announced seven new companies were joining the Team Tempest consortium: GEUK, GKN, Collins Aerospace, Martin Baker, QinetiQ, Bombardier and Thales UK, along with UK universities and SMEs. Together the companies will develop more than 60 technology prototypes and demonstration activities. So far the program has employed 1,800 and is expected to increase to 2,500 by 2021.

Design

Tempest will be able to fly unmanned, and use swarming technology to control drones. It will incorporate artificial intelligence deep learning and possess directed-energy weapons. Another piece of technology being designed into Tempest is so-called Cooperative Engagement Capability, the ability to cooperate on the battlefield, sharing sensor data and messages to coordinate attack or defence. Tempest will feature an adaptive cycle engine and a virtual cockpit shown on a pilot's helmet-mounted display. A generator that delivers "unprecedented levels" of electrical power has also been developed for the aircraft.
Some of the Tempest platform’s key design features include a slightly raised rear fuselage section, to accommodate “S-shaped” ducting behind its twin engine inlets, to reduce its frontal radar cross section.

(Web, Google, Rid, Wikipedia, You Tube)




































lunedì 7 settembre 2020

L'Aerfer Leone era un progetto di intercettore supersonico italiano, opera dell'ingegner Sergio Stefanutti.


L'Aerfer Leone era un progetto di intercettore supersonico italiano, opera dell'ingegner Sergio Stefanutti. Nato come evoluzione dell'Ariete, il programma venne cancellato a causa di diverse scelte politiche quando il prototipo era oramai realizzato circa all'80%. L'anno era il 1960.

Storia del progetto

Dopo l'esperienza condotta con l'Ariete dotato di un turbogetto ausiliario Rolls-Royce Soar, Stefanutti decise di impiegare sul nuovo velivolo un motore a razzo a combustibile liquido di maggiore spinta, in aggiunta al turbogetto principale. Questo motore aveva anche il vantaggio di poter essere acceso e spento più volte, durante il volo. La propulsione ibrida razzo-reattore era all'epoca comune ad altri progetti, quali gli intercettori britannici Saunders-Roe SR.53 e SR-177; anche questo progetto, tuttavia, non raggiunse la produzione di serie.
Il caccia supersonico Aerfer Leone rappresentava la quinta ed ultima fase di tutta la lunga serie di prototipi realizzati per arrivare alla costruzione di un aereo da intercettazione. L'aspetto base rimaneva lo stesso dell'Ariete, ma il muso era notevolmente ingrandito per ospitare un Bristol Orpheus B.Or. 12 da 3.089 kg. di spinta. In coda era montato un motore razzo De Havilland Spectre da 4.100 kg. di spinta; in questo modo era eliminata la scomoda presa d'aria dorsale che molti problemi aveva causato all'Ariete. Nel muso era sistemato un radar da intercettazione. Nel 1958 il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare Italiana, Gen. Silvio Napoli sospese il programma Leone per mancanza di fondi; presso la AERFER era già stato realizzato un simulacro in legno in scala 1:1 per studiare la collocazione degli impianti interni e di alcune sue componenti era già iniziata la costruzione. L'Aeronautica Militare avrebbe poi dovuto scegliere il Lockheed F-104 Starfighter per dotarsi di un caccia intercettore.

Tecnica

Era un monoplano da intercettazione di costruzione interamente metallica. L'ala era quella già sperimentata con il Sagittario II e l'Ariete ma adattata per le più avanzate caratteristiche di volo: la freccia sul bordo d'attacco passava così da 45° a 50°, lo spessore era uguale a quello dei precedenti velivoli alla radice e si riduceva invece nelle sezioni esterne. La fusoliera era stata ridisegnata a causa delle prestazioni più spinte richieste al Leone: la sezione frontale del turboreattore assiale, più ridotta di quello centrifugo meglio si adattava a questo nuovo compito. Il parabrezza e la capottina erano modificati. La sostituzione del turboreattore ausiliario presente sull'Ariete con un endoreattore, eliminando i problemi connessi con la seconda presa d'aria rendeva più semplice la struttura della fusoliera che risultava essere più lunga. Come nei precedenti aerei,  il carrello anteriore si ritraeva nel muso della fusoliera, ma questa volta veniva anche ruotata su sè stessa di 90°. Anteriormente, uno sportello longitudinale permetteva l'ispezione dei dispositivi di regolazione del reattore. Il carrello era dotato di gomme Dunlop e consentiva il decollo e l'atterraggio su terreni erbosi compatti di media consistenza. Il turboreattore Bristol Orpheus B.Or. 12 da 3.089 kg. di spinta era installato in posizione leggermente arretrata e l'angolo di inclinazione permetteva un migliore raccordo con la presa d'aria e il tubo di scarico. La turbina veniva a trovarsi quasi sotto l'abitacolo e il pilota era protetto verso il basso da una corazzatura contro i rischi di rottura delle palette del turboreattore. Il getto dei gas di scarico era maggiormente inclinato i modo da renderlo più prossimo al baricentro e così separarlo dalla fusoliera in modo da evitare l'installazione della piastra di protezione. La presa d'aria era di tipo supersonico e il cono centrale scorreva assialmente per migliorare le caratteristiche della vena fluida alle varie velocità. Il motore a razzo De Havilland Spectre da 4.100 kg. di spinta a 25.000 metri di quota aveva la linea di spinta quasi baricentrica ed era raffreddato da una camicia d'acciaio con circolazione d'aria esterna alimentata da prese d'aria NACA. Il combustibile impiegato era normale cherosene, mentre l'ossidante era perossido d'idrogeno all'80+-87%. Erano possibili il completo controllo della spinta e più accensioni consecutive. Il combustibile era alloggiato in quattro serbatoi, sia di tipo flessibile che in lega leggera rivettata, per un totale di 1.135 litri, mentre l'ossidante era contenuto in quattro serbatoi di tipo pressurizzato, per 1.015 litri totali. La pressione era ottenuta con bombole di azoto e il gas serviva anche per l'avviamento dell'endoreattore. Serbatoi alari potevano contenere altri 240 litri di cherosene o ossidante. Per i voli di trasferimento, i serbatoi portavano 2.390 litri di cherosene pari alla totale capacità dei serbatoi, non essendo necessario l'uso del motore a razzo. Il cono della presa d'aria alloggiava in un radome pressurizzato e refrigerato alle alte temperature, un radar CSF con antenna di 43 cm. che permetteva le seguenti prestazioni: scansione angolare 30°, raggio d'azione da 200 m. a 30 km., tracciamento da 200 m. a 6 km., direzione del tiro (connessa con il collimatore) da 200 m. a 3 km. Altri dispositivi installati erano: l'IFF, il TACAN e lo smorzatore di oscillazioni (damper). L'armamento era costituito da due missili aria-aria De Havilland Firestreak o Sidewinder, appesi sotto le due semiali. Potevano eventualmente essere aggiunte due armi da 12,7 mm. con 500 colpi ciascuna.
Il nuovo intercettore, pienamente supersonico, rappresentava l'ultima evoluzione della serie di prototipi iniziata con il Sagittario verso un caccia di produzione. Era ampiamente riprogettato rispetto all'Ariete, con fusoliera più lunga, capacità di carburante incrementata, nuovo tettuccio, ala a freccia di 50° e presa d'aria con spina conica contenente il radar.
La propulsione ibrida aveva lo scopo di consentire la massima flessibilità d'impiego, combinando ampia autonomia in crociera con la spinta addizionale necessaria per il volo supersonico e l'intercettazione.
La costruzione del prototipo era prossima al completamento quando i finanziamenti furono dirottati ad un altro importante programma: quello di fabbricazione su licenza del missile terra-aria statunitense Hawk per la cui realizzazione dovette essere potenziata l'industria elettronica nazionale attraverso la creazione della Selenia.

ENGLISH

Aerfer Leone was an Italian supersonic interceptor project by engineer Sergio Stefanutti. Born as an evolution of Aries, the program was cancelled due to different political choices when the prototype was now about 80% built. The year was 1960.

History of the project

After his experience with the Aries equipped with a Rolls-Royce Soar auxiliary turbojet, Stefanutti decided to use a higher thrust liquid-fuel rocket engine on the new aircraft, in addition to the main turbojet. This engine also had the advantage that it could be switched on and off several times during flight. Hybrid rocket-reactor propulsion was common to other projects at the time, such as the British Saunders-Roe SR.53 and SR-177 interceptors; however, even this project did not reach mass production.
The Aerfer Leone supersonic fighter aircraft represented the fifth and final phase of the long series of prototypes that had been produced to build an interceptor aircraft. The basic appearance remained the same as the Aries, but the nose was considerably enlarged to accommodate a Bristol Orpheus B.Or. 12 with a thrust of 3,089 kg. A 4,100 kg. thrust De Havilland Spectre rocket engine was mounted in the tail; in this way the uncomfortable back air intake that many problems had caused to Aries was eliminated. An interception radar was placed in the nose. In 1958 the Chief of Staff of the Italian Air Force, Gen. Silvio Napoli, suspended the Leone programme due to lack of funds; at AERFER a 1:1 scale wooden simulacrum had already been built to study the location of the internal systems and some of its components had already begun construction. The Air Force would then have to choose the Lockheed F-104 Starfighter to equip itself with an interceptor fighter.

Technique

It was an all-metal construction interception monoplane. The wing was the one already experimented with with Sagittarius II and Aries but adapted for the most advanced flight characteristics: the arrow on the leading edge went from 45° to 50°, the thickness was the same as that of the previous aircraft at the root and was instead reduced in the outer sections. The fuselage had been redesigned due to the higher performance required of the Leone: the front section of the axial turbojet, which was smaller than the centrifugal one, was better suited to this new task. The windscreen and canopy were modified. The replacement of the auxiliary turbojet on the Aries with an endoreactor, eliminating the problems associated with the second air intake, made the fuselage structure simpler, which was longer. As in previous aircraft, the front carriage retracted into the nose of the fuselage, but this time it was also rotated 90°. At the front, a longitudinal hatch allowed inspection of the reactor adjustment devices. The undercarriage was fitted with Dunlop tyres and allowed for take-off and landing on compact grassland of medium consistency. The Bristol Orpheus B.Or. 12 turbojet B.Or. 12 with a thrust of 3,089 kg. was installed in a slightly backward position and the angle of inclination allowed a better connection with the air intake and exhaust pipe. The turbine was located almost under the cockpit and the pilot was protected downwards by an armour-plating against the risk of breaking the turbojet blades. The exhaust gas jet was more inclined so as to bring it closer to the centre of gravity and thus separate it from the fuselage so as to avoid the installation of the protection plate. The air intake was supersonic and the central cone flowed axially to improve the characteristics of the fluid vein at various speeds. The 4,100 kg De Havilland Spectre rocket engine at 25,000 metres above sea level had a nearly barycentric thrust line and was cooled by a steel jacket with external air circulation powered by NACA air intakes. The fuel used was normal paraffin, while the oxidant was 80+-87% hydrogen peroxide. Complete thrust control and several consecutive ignitions were possible. The fuel was housed in four tanks, both flexible and riveted light alloy, for a total of 1,135 litres, while the oxidant was contained in four pressurised tanks, for a total of 1,015 litres. The pressure was obtained with nitrogen cylinders and the gas was also used to start the endoreactor. Wing tanks could contain another 240 litres of paraffin or oxidizer. For the transfer flights, the tanks carried 2,390 litres of paraffin equal to the total capacity of the tanks, as the rocket engine was not necessary. The air intake cone housed in a radome pressurised and cooled to high temperatures, a CSF radar with a 43 cm. antenna that allowed the following performances: 30° angular scanning, range from 200 m. to 30 km., tracking from 200 m. to 6 km., direction of firing (connected with the collimator) from 200 m. to 3 km. Other devices installed were: the IFF, the TACAN and the damper. The armament consisted of two De Havilland Firestreak or Sidewinder air-to-air missiles, hanging under the two semials. Two 12.7 mm. weapons with 500 rounds each could be added if necessary.
The new interceptor, fully supersonic, represented the last evolution of the prototype series started with the Sagittarius towards a production fighter. It was largely redesigned compared to the Aries, with a longer fuselage, increased fuel capacity, new canopy, 50° arrow wing and air intake with conical plug containing the radar.
The hybrid propulsion was intended to allow maximum flexibility of use, combining wide cruising range with the additional thrust required for supersonic flight and interception.
Construction of the prototype was nearing completion when funding was diverted to another important programme: the licensed production of the US Hawk surface-to-air missile, for which the national electronics industry had to be strengthened through the creation of Selenia.

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La US NAVY sta mettendo a punto il prossimo caccia imbarcato per sostituire i Super Hornets a partire dagli anni ’30.


La US NAVY sta mettendo a punto il prossimo caccia imbarcato per sostituire i Super Hornets a partire dagli anni ’30.



Il nuovo caccia sarà equipaggiato e avrà un raggio d'azione più ampio rispetto agli F35 C. La Marina, a fronte di un calo di budget nel corso degli anni '20 e ad un breve ciclo di sviluppo, potrebbe rivolgersi a un volto familiare per ottenere rapidamente un "nuovo jet” imbarcato; sta finalmente gettando le basi per schierare un nuovo jet da combattimento nel prossimo decennio denominato “Next Generation Air Dominance”, destinato a sostituire l' F / A-18E / F Super Hornet a partire dagli anni 2030. Ma un budget per la difesa in calo e un calendario troppo stringato potrebbero significare che il miglior candidato è ... l'F-35.




Le portaerei dell’US Navy normalmente imbarcano quattro squadroni di jet da combattimento come parte dei gruppi di volo imbarcati. In questo momento, tutti e quattro gli squadroni utilizzano l'F / A-18E / F Super Hornet. Nel corso del prossimo decennio, la Marina statunitense ritirerà i Super Hornet più vecchi a favore della variante basata su portaerei dell’F-35: la F-35C. Entro il 2030, un gruppo di volo delle portaerei sarà composto da circa due squadroni di Super Hornet aggiornati, il Blocco III e due squadroni di F-35C.




La Marina USA vuole un nuovo caccia negli anni 2030 per sostituire il Blocco III denominato Next Generation Air Dominance (NGAD). Il caccia sarebbe il primo nuovo jet da combattimento del Pentagono dall’introduzione in servizio dell’F-35 che ha impiegato più di 20 anni per trasformare i progetti in un caccia operativo. Durante tale periodo, gli Stati Uniti sono passati da un'era di relativa pace come unica superpotenza incontrastata al presente, dove una Russia aggressiva e l'esercito cinese in espansione stanno emergendo come concorrenti strategici di primo livello.
Fin dall'inizio, l'F-35 è stato bloccato in scelte progettuali che avevano senso in un periodo di non concorrenza, come un raggio relativamente breve, una bassa velocità supersonica e un piccolo vano interno per le armi. Se il Pentagono avesse saputo a metà degli anni '90 quello che sa oggi, avrebbe sicuramente  richiesto un aereo molto diverso: l’NGAD è un'opportunità per costruire quell'aereo. La Marina vuole un caccia con equipaggio, al contrario di un veicolo aereo senza equipaggio. Vuole anche una autonomia fino al 50% maggiore. Un raggio più lungo consentirà all'NGAD di combattere più lontano dalla portaerei, aiutando a mantenere le portaerei fuori dalla portata delle armi nemiche come i missili balistici anti-nave cinesi. La Us navy ha bisogno di un caccia completamente nuovo, un cosiddetto design "clean sheet" che non è un derivato di un aereo esistente. Ciò consentirebbe alla Marina di costruire esattamente l'aereo che desidera.




Come potrebbe essere un nuovissimo NGAD? 

L'aereo potrebbe essere un caccia multiruolo bimotore, in grado di affrontare ruoli aria-aria e aria-terra nella stessa missione. Dovrà essere furtivo, incorporando la più recente tecnologia di riduzione delle firme radar. Sarà quasi certamente un aereo di grandi dimensioni, sia per ospitare serbatoi di carburante più grandi che per un vano armi interno più ampio.
Mentre i caccia di terza e quarta generazione potrebbero facilmente estendere il loro raggio d'azione e il carico delle armi utilizzando serbatoi di carburante e munizioni in fusoliera e sulle ali, i caccia di quinta e sesta generazione devono trasportare entrambi internamente per preservare la forma furtiva dell'aereo. Un caccia più recente può avere un raggio d’azione minore e trasportare meno armi, ma è un compromesso calcolato per garantire che aereo e pilota sopravvivano per effettuare più sortite in combattimento.
Anche se la Marina vuole un caccia tutto nuovo, non è chiaro se si verificherà. I caccia di quinta generazione, tra cui l' F-22, l'F-35, il Su-57 russo e il J-20 cinese sono macchine immensamente complicate che richiedono un decennio o più per svilupparsi. Gli esperti ritengono già che il budget della difesa del 2022 sarà piatto o subirà un taglio del 5%, a seconda che un repubblicano o un democratico vadano alla Casa Bianca.
L'entità del deficit del bilancio federale e l'impatto della pandemia COVID-19 sull'economia americana avranno inevitabilmente un impatto sul bilancio della difesa degli Stati Uniti per tutto il 2020. Il tempo e le pressioni di bilancio stanno iniziando a accumularsi contro il nuovo piano.
Di conseguenza, la Marina potrebbe essere costretta ad accettare un derivato dell'F-35.
Un nuovo motore a ciclo adattivo o variabile, attualmente in fase di sviluppo, aggiungerà un terzo flusso al design esistente del motore turbofan post-combustione, consentendo al pilota di ottimizzare il motore per alte prestazioni o lungo raggio. La General Electric sta attualmente sviluppando un motore a ciclo adattivo per l'F-35 che aumenterà l'autonomia del jet del 35%.
Una riprogettazione parziale della fusoliera dell'aereo potrebbe aumentare la fornitura interna di carburante dell'F-35, consentendo al nuovo aereo di raggiungere l'obiettivo di aumentare l’autonomia in combattimento del 50%. Un aggiornamento dell'avionica, del sistema informatico e forse anche un'arma laser a bordo dell'F-35 completerebbe quello che alla fine potrebbe essere chiamato “F-35D”.
La prospettiva di un nuovo jet da combattimento statunitense è entusiasmante, ma le aspettative dovrebbero essere mitigate rispetto alla realtà. Sviluppare un nuovo caccia è esponenzialmente più difficile di mezzo secolo fa, e potrebbero esserci meno soldi per farlo rispetto a quanto previsto dalla Marina. Il lato positivo è che potrebbe finalmente materializzarsi l'opportunità di costruire un F-35 che soddisfi veramente tutti gli utilizzatori.


ENGLISH

The Navy Is Finally Creating America's Next Fighter Jet

The Navy wants a new fighter jet to replace Super Hornets starting in the 2030s.
The new fighter will be crewed and have a longer range than the F-35.
The Navy, faced with declining budgets through the 2020s and a short development cycle, may turn to a familiar face to get a “new jet” quickly.
The U.S. Navy is laying the groundwork to field a new fighter jet sometime in the next decade. The Next Generation Air Dominance fighter, meant to replace the F/A-18E/F Super Hornet, should start flying off America’s aircraft carriers in the 2030s. But a declining defense budget and short timetable could mean the best candidate is ... the F-35.
U.S. Navy aircraft carriers typically embark four squadrons of fighter jets as part of the carrier air wing. Right now, all four squadrons fly the F/A-18E/F Super Hornet. Over the course of the next decade, the Navy will retire older Super Hornets in favor of the carrier-based variant of the F-35, the F-35C. By the 2030s, a carrier air wing should consist of about two squadrons of upgraded Super Hornets, the Block III, and two squadrons of F-35Cs.
The Navy wants a new fighter in the 2030s to replace Block III. Now, according to USNI News, the Navy has stood up the program to oversee development of the fighter, which it calls Next Generation Air Dominance (NGAD). The fighter would be the Pentagon’s first new fighter jet since the F-35.
The F-35 fighter jet took more than 20 years to take from blueprints to an operational fighter. During that time, the U.S. went from an era of relative peace as the sole unchallenged superpower to the present, where an aggressive Russia and surging Chinese military are emerging as strategic competitors.
From early on, the F-35 was locked into design choices that made sense in a period of non-competition, such as relatively short range, low supersonic speed, and a small internal weapons bay. If the Pentagon knew in the mid-1990s what it knows today, it might have asked for a vastly different airplane.
The NGAD is a chance to build that airplane. The Navy wants a crewed fighter, as opposed to an uncrewed aerial vehicle. It also wants up to 50 percent greater range. A longer range will enable the NGAD to fight farther from the aircraft carrier, helping keep the big ship out of range of enemy weapons such as Chinese anti-ship ballistic missiles. The Navy needs an entirely new fighter, a so-called “clean sheet” design that isn’t a derivative of an existing aircraft. This would allow the Navy to build exactly the plane it wants.
What might an all-new NGAD look like? The aircraft could be a two engine, multi-role fighter, capable of tackling air-to-air and air-to-ground roles in the same mission. It would be stealthy, incorporating the latest radar-signature-reducing technology. It would almost certainly be a large plane, both to accommodate larger fuel tanks and a larger internal weapons bay.
While third- and fourth-generation fighters could easily extend their range and weapons load by hanging fuel tanks and munitions off the fuselage and wings, fifth- and sixth-generation fighters must carry both internally to preserve the airplane’s stealthy shaping. A newer fighter may have a shorter range and carry fewer weapons, but it’s a calculated tradeoff to ensure airplane and pilot will survive to fly more combat sorties.
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While the Navy wants an all-new fighter, it’s not clear that will actually happen. Fifth-generation fighters, including the F-22, F-35, Russia’s Su-57, and the Chinese J-20 are immensely complicated machines that take a decade or more to develop. Already, experts believe the 2022 defense budget will be flat or suffer a 5 percent cut, depending on whether a Repubican or Democrat wins the White House.
The size of the federal budget deficit, and the impact of the COVID-19 pandemic on America's economy, will inevitably impact the U.S. defense budget throughout the 2020s. Time and budgetary pressures are beginning to stack up against the new plane.
As a result, the Navy might eventually be forced into accepting a derivative of the F-35.
A new adaptive cycle engine, currently under development, adds a third stream to the existing afterburning turbofan engine design, allowing a pilot to optimize the engine for high performance or long range. General Electric, which is developing an adaptive cycle engine for the F-35, believes the new engine will increase the jet’s range by 35 percent.
A partial redesign of the plane’s fuselage could increase the F-35’s internal fuel supply, allowing the new plane to reach the 50 percent range increase goal. An update of the F-35’s avionics, computer system, and perhaps even an onboard laser weapon would round out what might eventually be called the F-35D.
The prospect of a new American fighter jet is an exciting one, but expectations should be tempered against reality. Developing a new fighter is exponentially more difficult than it was a half century ago, and there might well be less money to do so than the Navy anticipates. On the bright side, it might finally be the opportunity to build a F-35 that satisfies everyone.

(Web, Google, Wikipedia, Popular Mechanics, You Tube)