giovedì 8 ottobre 2020

I nuovi DDX della Marina Militare italiana potranno sicuramente interessare numerose marine alleate


Di recente sono apparsi sull’autorevole sito “DIFESA.Forumfree” alcune rappresentazioni molto vicine alla realtà dei futuri “DDX” della Marina Militare italiana; l’ultimo in ordine cronologico è quello gentilmente reso noto dal “sig.XTanguero”: ve lo mostriamo perché interessantissimo.



Secondo attendibili notizie stampa della Rivista Italiana Difesa, è stato avviato ufficialmente il programma di studio e riduzione dei rischi progettuali dei nuovi cacciatorpediniere DDX che affiancheranno e quindi sostituiranno i DDG ORIZZONTE attualmente in servizio. La conferma giunge dal Documento Programmatico Pluriennale appena firmato dal Ministro della Difesa; lo studio ha un valore di 4,5 milioni di €. 
I nuovi incrociatori/caccia avranno un dislocamento nell’ordine delle 10 / 11.000 tonn. e saranno equipaggiati con una tuga di sensori AESA derivata da quella dei PPA, un radar di scoperta a lungo raggio sulla sovrastruttura poppiera, e armamenti cannonieri e missilistici allo stato dell'arte.

Coma già di recente evidenziato, tra non molto sarà indispensabile alienare i due cacciatorpediniere Durand de la Penne e Mimbelli, in onorato servizio nella M.M. da più di 25 anni.
La Marina Militare Italiana ha espresso l’esigenza per due DDX con funzioni antiaeree / anti-balistiche con un dislocamento di circa 11.000 tonnellate. 
Dovranno pertanto essere equipaggiate con il radar a facce fisse KRONOS DUAL BAND 3000 (banda C e banda X), per la scoperta a distanza ravvicinata, il tracking e la guida missili e con il radar di scoperta a lungo raggio in banda L KRONOS POWER SHIELD con capacità antibalistiche. 
L’armamento missilistico comprenderà lanciatori verticali SYLVER A50 per gli ASTER 15 / 30 e ASTER 30 Block 1 NT e quasi sicuramente i nuovi missili di MBDA land-attack  “Scalp Naval” e Teseo Mk.2 Evolved.
Da un po’ di tempo su “Difesa.forumfree” vengono riportate ricostruzioni molto vicine alla realtà dei futuri cacciatorpediniere DDX destinati a sostituire i De La Penne e Mimbelli e ad affiancare i Doria  e Duilio. 
Sembrerebbe confermato il dislocamento standard di circa 11.000 t, ed una configurazione che utilizzerà tutta l’elettronica allo stato dell’arte messa a punto da Leonardo e da Elettronica SpA. 
Le unità saranno dotate come sopra riferito del radar a facce fisse KRONOS DUAL BAND 3000 (banda C e banda X) per la scoperta “vicina”, il tracking e la guida missili e del radar di scoperta a lungo raggio in banda L KRONOS POWER SHIELD con capacità anti-balistiche. 
L’armamento dovrebbe comprendere lanciatori SYLVER A50 per missili ASTER 15/30 e ASTER 30 Block 1 NT e SCALP NAVAL. 
La Marina Militare è intenzionata ad equipaggiare le unità non solo con il missile antinave (con capacità secondaria di attacco terrestre, “light strike”) TESEO MK2/Evolved (2x4 missili), ma, appunto, pure con un missile strategico per il “deep strike”. 



I DDX sono dei veri incrociatori per la realizzazione dei quali si stanno esplorando anche ipotesi di collaborazione internazionale.
La soluzione CODAG, comunque auspicabile, permette il massimo sfruttamento della potenza imbarcata ed è sicuramente più vantaggiosa di quella CODOG. 
E’ molto importante anche la potenza massima dei diesel, come del resto accade sui PPA, dove diesel molto potenti e forme di scafo adeguate consentono di raggiungere i 25 nodi senza utilizzare la turbina, riducendo conseguentemente i consumi medi operativi. Bisognerebbe anche capire la funzione dei motori elettrici: ausiliari per le minime velocità come sui PPA o soluzione più potente, costosa e sofisticata come sulle FREMM? 
Nel qual caso sarebbero possibili combinazioni più complesse ma più efficienti per tutte le gamme di velocità. 
Le potenze in gioco per i nuovi DDX e lo stesso affinamento dello scafo, alcuni metri di prua in più e tanti piccoli miglioramenti tecnologici per vernici, ed eliche, lasciano presagire navi che possano realizzare anche piccoli gruppi da combattimento ad alta velocità in combinazione con i gruppi d’altura e con i nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura.

Sembrerebbe assodato il fatto che la Marina Italiana non segua la moda della "prora inversa" alla quale i francesi sembrano affezionati. Sarebbe utile saperne di più in merito ai pro ed ai contro.

Gli ultimi dati che emergerebbero sui nuovi “DDX” sono:
  • DBR sdoppiato su due tughe;
  • 64 VLS: 48 antiaerei e ABM a centro nave; 16 adibiti al lancio di missili da crociera e anti-nave nella tuga di prua dietro all’impianto da 127/64;
  • 8 missili Teseo Mk.2-Evolved posizionati fra la sovrastruttura della plancia e il fumaiolo anteriore;
  • 4 impianti da 76 “Sovraponte” posizionati a centro nave (per una copertura ottimale in funzione ILDS) ed 1 76/62 “Sovraponte” posizionato sopra l’hangar elicotteristico.

Nelle forme generali questa unità segue lo schema di quello che è un vero e proprio incrociatore lanciamissili da 11.000 t, lungo quasi 180m. 
Fino ad ora si erano notate rappresentazioni più o meno armate di evoluzioni dei Doria; ora, il profilo generale si avvicina a quello dei Type 55 della PLA cinese. Sarebbe interessante ottenere un programma che fosse un “2+2 o addirittura 4 DDG”, ma si può benissimo ripiegare su di un’aggiornamento elettronico dei Doria che impiegherebbero comunque attuale sistema missilistico Aster30, ma estremamente validi per rinforzare l'area ASW fino al loro meritato pensionamento operativo.


I nuovi DDX dovranno essere: 
  • larghi 23 metri, 
  • con un pescaggio di 8 m,
  • contro i 20m e 6m dei “pari-classe" cinesi da 13.000 ton.
Rispetto alla copertura dei 76 Sovraponte, si notano i due fumaioli non centrati: quello più a poppa è a filo del lato di dritta, quello di prua potrebbe essere a filo con il lato di sinistra. 
Anche i 76/62 non sembrano ubicati sulla linea d'asse della nave ma sui lati opposti dei fumaioli, anche per questione di bilanciamento. 
Esisterebbe una continuità della sovrastruttura di prua con il ponte di comando che sembra arretrato quasi fino al 76, ma con l'estremità in alto del fumaiolo che sembra spostato a sinistra; il bordo visibile davanti al 76 rispetto al ponte in cui si vedono le mitragliere, fa pensare ad una sovrastruttura che arriva al bordo di dritta. Se la sovrastruttura di prua è abbastanza stretta, si può arrivare a sparare quasi a 0° rispetto all'asse dell’unità, cosa che non dovrebbe essere possibile con il 76/62 di poppa, che però non avrebbe questa necessità.
Per quanto concerne l’apparato motore dei nuovi “Incrociatori-caccia”, sarebbe prevista: 
  • o una evoluzione del sistema CODLOG (Combined diesel-electric or gas, quindi con generatori diesel), 
  • oppure un sistema CODOG (Combined diesel or gas, con diesel di propulsione),
  • con l'inserimento di motori elettrici per le basse andature (su tutte le nuove navi) dovrebbe consentire di installare diesel dedicati alla crociera, quindi massimamente efficienti.
Il fumaiolo anteriore sembrerebbe in asse con la chiglia; quello poppiero sembra spostato a dritta (in linea col pezzo da 76) cosi da poter avere la tuga radar di poppa a sinistra sull'hangar con parte delle facce del DBR e in cima il radar AESA Kronos Power Shield. 


IL SISTEMA RADAR A LUNGA PORTATA “KRONOS POWER SHIELD”

Leonardo ha adottato una strategia di alto livello per garantire il costante avanzamento nei settori tecnologici chiave. Laboratori dedicati a specifiche aree di ricerca applicata promuovono l'effettiva integrazione di componenti innovativi all'interno del nostro portafoglio radar esistente e i nuovi sviluppi in questo ambito. Un elemento chiave di questa strategia è la progettazione della più avanzata famiglia di radar AESA: la famiglia dei Kronos che presenta versioni a facce fisse, rotanti, in banda X, C ed L, ed è basata su tecnologia proprietaria all’Arseniuro di Gallio (GaAs) e al Nitruro di Gallio (GaN). Il portafoglio radar include la famiglia RAT31 di radar a lungo raggio, in versione fissa  e dispiegabile per la sorveglianza early warning, radar per il controllo del tiro (famiglia dei sistemi NA30S e Falco Plus), necessari per il controllo dei sistemi d’arma e la guida di batterie di missili. Completano l’ampia gamma dei sensori radar della Divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale i radar per la sorveglianza passiva (AULOS), per  l’atterraggio di precisione (PAR), per l’identificazione amico-nemico (IFF) per applicazioni navali e terrestri, insieme ai radar di sorveglianza bidimensionali per applicazioni di navigazione e costieri. Leonardo attualmente lavora alacremente su "Il primo radar completamente digitale d’Europa”, un radar a scansione elettronica completamente digitale e attiva: il Kronos Power Shield in banda L - che, secondo l'azienda, sarà l'unico del suo genere in Europa. Il radar Kronos Power Shield in banda L è in costruzione per la nuova nave della Marina Militare Italiana, la L.H.D. “TRIESTE”. Il nuovo radar Leonardo AESA è un sistema completamente digitale, che consente di gestire una maggiore quantità di dati in minor tempo, migliorando così le prestazioni del radar. I radar a scansione elettronica attiva utilizzano griglie di piccoli moduli di ricezione in trasmissione, ognuno dei quali genera un singolo raggio radar che può essere combinato per creare un raggio radar più grande, composito e diretto. Con ogni TRM contenente la propria fonte di alimentazione, la rottura di un TRM influisce pochissimo sulle prestazioni complessive, a differenza dei radar tradizionali dove un'unica fonte di alimentazione dietro l'antenna alimenta l'intero radar, il che significa un guasto totale in caso di perdita della fonte di alimentazione. La novità principale del nuovo radar di Leonardo è che il segnale di trasmissione e ricezione è già digitale a livello del singolo elemento radiante, basato su “TRM digitali ospitati nei cosiddetti blocchi denominati Digital Active Tile”. Utilizzando un sistema completamente digitale significa che il ricetrasmettitore radar è più sottile e permette al sistema radar di elaborare più velocemente un maggior numero di informazioni. Il radar rotante “KRONOS POWER SHIELD” di circa 40 metri quadrati offrirà un campo di sorveglianza strumentale esteso da 1.500 a oltre 2.000 km. Fincantieri ha iniziato a lavorare a luglio sulla nuova LHD TRIESTE da 1,1 miliardi di euro, un'imbarcazione capace di 25 nodi e lunga oltre 200 metri che entrerà in servizio intorno al 2022. Il radar multifunzionale equipaggerà l'LHD italiana e il Landing Platform Dock che Fincantieri costruirà per il Qatar. La nuova tecnologia è in fase di sviluppo mentre Fincantieri è in trattative per la costruzione congiunta di navi da guerra con il Gruppo Navale Francese. I vertici politici  Italiani hanno sollevato il timore che i sistemi radar di Leonardo possano essere esclusi dal programma congiunto privilegiando i sistemi radar della francese Thales. Leonardo offre anche radar a schermo piatto in banda C e X, noti come Kronos, che saranno utilizzati sulle nuove fregate PPA polivalenti italiane.
Il KRONOS® Power Shield è un radar di allerta precoce per la difesa contro missili balistici tattici (ATBM) e minacce Aerea (ABT). È stato progettato per applicazioni navali ed è capace di operare in modalità rotante e fissa.
Leonardo sta lavorando alla versione terrestre del KRONOS POWERSHIELD.
Il sensore radar navale del tipo “phased array attivo” operante in banda L (nota anche come banda D e caratterizzata da una frequenza di lavoro compresa tra 1 e 2 Ghz, pari a lunghezze d’onda comprese tra 15 cm e 30 cm) sarà il radar principale della nuova LHD TRIESTE (ed è tra le possibili opzioni per il futuro Aggiornamento di Mezza Vita dei caccia classe DORIA).  La versione terrestre del KRONOS POWERSHIELD sarà probabilmente destinata a rimpiazzare il RAT-31DL, il principale sensore della Difesa Aerea italiana (esportato in molti Paesi della NATO). Il RAT 31 DL è un radar di allerta precoce in banda L con antenna phased array a stato solido. Il RAT 31 DL è un sistema radar all'avanguardia progettato per operare integrato con i più moderni sistemi di difesa aerea militare.Leonardo sta inoltre sviluppando una nuova famiglia di radar tattici multi-missione destinati ad operare sul campo di battaglia.  L’azienda sta ancora studiando sia la banda di lavoro del sensore, sia le sue possibili applicazioni (sorveglianza campo di battaglia, confini, sistema anti-drone, ecc.).


IL NUOVO PONTE DI COMANDO, LA REALTA’ VIRTUALE ED I RADAR AESA “KRONOS DUAL BAND RADAR IN BANDA “C” e “X”

La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. Ideato nel 1957 per il cinema da Morton Heilig, il Sensorama era un affascinante macchinario in grado di riprodurre immagini stereo in 3D, vibrazioni, vento, sensazione tattile di movimento e persino dotata di un sistema per riprodurre i profumi, in modo da sollecitare anche la sensibilità olfattiva. Sono passati sessant’anni dai primi tentativi di sperimentazione della cosiddetta “realtà virtuale” e oggi questa tecnologia è entrata nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri ambienti di lavoro, consentendoci di immergersi completamente in un ambiente tridimensionale, di interagire ed esplorarlo, come se ci si trovasse al suo interno. Sono infatti ormai sempre più numerosi gli impieghi della realtà virtuale, in particolar modo nel campo sanitario, dallo studio di immagini diagnostiche in 3D alla simulazione di interventi complessi,  passando nei settori creativi e di intrattenimento, come la progettazione di edifici e di giochi e, infine, nell’industria manifatturiera e nei  servizi di manutenzione e di addestramento del personale. Ed è proprio l’industria manifatturiera uno dei maggiori utilizzatori di tecniche di realtà virtuale, soprattutto le aziende dove si investe costantemente in nuove tecnologie, con l’obiettivo di creare soluzioni innovative per progettare sistemi, velivoli, radar. Tramite queste tecnologie gli ingegneri sono in grado di realizzare dei prototipi virtuali per individuare possibili errori già nella fase progettuale, introducendo eventuali modifiche o correzioni prima di iniziare la fase di produzione, generando così un notevole risparmio economico. Altrettanto efficace l’impiego della realtà virtuale durante la fase della manutenzione,  che consente la riduzione degli interventi e la rapida risoluzione di possibili conflitti o guasti. Un ponte di comando di una nave multiruolo all’interno del quale muoversi e sperimentare, attraverso la realtà virtuale, sistemi e sensori di nuova generazione: è HOPLITE (Highly OPerational Laboratory for Integration Testing and Evaluation), un innovativo “test bed navale integrato”, combinazione di prototipo fisico e virtuale, realizzato da Leonardo. Il dimostratore consente la simulazione della gestione integrata delle operazioni di conduzione della nave e del sistema di combattimento tramite un cockpit virtuale integrato per la gestione completa dell’ unità navale,  nonché l’integrazione fisica e funzionale dei sensori  radar, EO e di comunicazione oltre all’interazione con la sovrastruttura. All’interno della sala di comando di HOPLITE è possibile, indossando un visore con sensori giroscopici e grazie all’ausilio di tecnologie di realtà aumentata, osservare il funzionamento dei nuovi radar multifunzionali a facce fisse e a doppia banda, dei sensori di individuazione amico-nemico e all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento dei bersagli, nonché degli avanzati  sistemi di comunicazione integrata radio e satellitare. All’interno di HOPLITE  troviamo il nuovo Combat Management System, caratterizzato da un’architettura aperta, modulare e riconfigurabile in base alla tipologia di missione, che rappresenta il vero e proprio centro di comando e controllo della nave.
Il sistema HOPLITE riproduce parte della sovrastruttura (Integrated Mast) delle nuove unità navali della Marina Militare italiana. Leonardo è infatti responsabile dell’intero sistema di combattimento  oltre che della fornitura e integrazione di tutti i sistemi a bordo delle nuove unità che rinnoveranno la flotta nazionale. Le nuove navi sono certamente unità di concezione innovativa per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d’interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell’ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali. Anche l’addestramento manutentivo ed operativo è realizzato in un ambiente virtuale immersivo denominato MORPHEUS, in cui gli operatori e i manutentori possono esercitarsi nelle procedure operative e di manutenzione, utilizzando una fedele rappresentazione virtuale degli apparati, come se operassero nell’ambiente reale.
In particolare, HOPLITE è stato realizzato dalla Divisione Elettronica Terrestre e Navale di Leonardo presso il centro di integrazione navale situato nella sede di Arco Felice (Napoli). La struttura metallica che contiene tutti i sistemi che compongono il cockpit della nave, è completamente smontabile e rivestita in pannelli realizzati in materiale composito. La realizzazione del prototipo virtuale ha consentito di effettuare tutte le validazioni ergonomiche e il corretto posizionamento dei sensori, prima di attuare scelte definitive per la realizzazione dei sistemi navali. Con una leadership più che cinquantennale e sistemi installati sulle navi di oltre 40 Marine Militari di vari paesi nel mondo, Leonardo è un player di riferimento in grado di fornire soluzioni complete per la gestione delle missioni navali che integrano più tipologie di sensori tra cui radar, sistemi elettronici e d’arma, elicotteri e velivoli anche a pilotaggio remoto. I prodotti offerti sono in grado di soddisfare tutti i requisiti adattabili a scenari di missione in continua evoluzione, per qualunque tipologia di nave, di qualunque classe e tonnellaggio: dalle piccole motovedette ai dragamine, fino alle grandi portaerei.



IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM

Per le nuove navi Leonardo, responsabile del Sistema di Combattimento completo della nave, fornisce il Combat Management System di nuova generazione ad architettura aperta, modulare e riconfigurabile, progettato per essere un sistema C4I completo con accesso ai servizi di rete della coalizione così come a quelli strategici nazionali. Nella plancia è previsto il cockpit integrato, un innovativo sistema realizzato insieme a Fincantieri, che consentirà per la prima volta la gestione integrata delle operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, impiegando un numero ridotto di addetti, grazie anche all’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata.  
I nuovi sistemi forniti da Leonardo includono:
  • il radar di controllo del tiro multisensore bi banda (X e Ka)  NA30S MK2, che consente la guida della munizione DART, 
  • il KRONOS dual band radar multifunzionale Active Electronically Scanned Array a quattro facce fisse nelle bande C e X, 
  • il radar di sorveglianza aerea e di superficie LPI SPS732, 
  • sensori IFF (Identification Friend or Foe) di nuova generazione con antenna circolare, 
  • e l’innovativo IRST (InfraRed Search and Track) statico, un sensore all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento di bersagli, basato su molteplici teste ottiche non rotanti, distribuite sui quattro lati della nave per garantire una visione a 360 gradi, senza soluzione di continuità.
  • i nuovi incrociatori da oltre 11.000 ton verranno anche dotati di un sistema di comunicazioni integrato che include, insieme ai sistemi satellitari multibanda, anche le nuove Software Defined Radio. 

Dai lati della plancia e della tuga missili anti-nave al bordo della delle alette di plancia ci sono diversi metri e vi sarebbe campo libero per i 2 76/62. Il cannone di babordo può coprire non solo l’area di prua, ma anche tutto l'arco laterale: se fossero stati posizionati a prua, dove è posizionato il 127/64, avrebbero meno arco libero e quindi un grosso buco nella copertura di babordo. Con i 76 “Sovraponte” posti a centro nave, la copertura è migliore complessivamente e la prua viene coperta lo stesso dando un po’ d'alzo e piazzando una direzione di tiro a prua con capacità di guida del DART: la NA-30 Mk2.
La cosa più rilevante è lo spostamento a centro-nave del grosso dei lanciatori verticali e la migliore suddivisione delle antenne in due blocchi di sovrastrutture più snelli e più distanziati: questo stato di cose comporta la evidente riduzione delle zone d'ombra per il radar AESA Leonardo Power Shield e l'eliminazione delle stesse per il dual band radar. 
Le due alberature distanziate verso prua e verso poppa partecipano anche alla stabilizzazione della nave in senso longitudinale e migliorano la sopravvivenza di una parte di sensori elettronici in caso di colpi ostili a segno. 
L'incremento del dislocamento consentirebbe di assorbire ampiamente un certo innalzamento di alcuni pesi ubicati in alto. 
La prua è chiaramente elegantissima e ricorda le navi italiane del passato e alcuni incrociatori dell’Us Navy degli anni Quaranta.
Le caratteristiche di sopravvivenza (chiaramente) sono state ulteriormente incrementate rispetto agli standard delle unità maggiori precedenti: la distanza tra i due gruppi propulsivi è cresciuta e si aggiunge un ulteriore propulsore anteriore retrattile di emergenza, molto utile per le manovre in porto. 
I lanciatori missilistici verticali sono stati giustamente suddivisi e ben distanziati; i lanciatori verticali sono posti tutti molto in alto riducendo in tal modo al minimo la necessità di "attraversare" il ponte resistente, che rimane quindi estremamente solido.
Il sistema propulsivo risulterebbe altamente flessibile potendo scegliere almeno sette configurazioni principali:
  • propulsore retrattile di prua
  • propulsori elettrici su due assi
  • un motore diesel/un asse
  • due diesel/due assi
  • una turbina/un asse
  • una turbina + un diesel /due assi
  • due turbine/due assi.
Per quanto riguarda la copertura in autodifesa del settore di prua, è evidente  che la nostra Marina Militare ripone piena fiducia nelle capacità antimissili del 127/64 di Leonardo che utilizza munizionamento allo stato dell’arte a livello mondiale. Il cannone è stato sopraelevato e la nuova posizione consente il pieno impiego del 127 contro bersagli a bassissima quota senza rischio di "incocciare" la prua, anche in condizioni di mare estreme.
Le nuove unità possono imbarcare due AW101 con funzioni anti-nave, trasporto incursori o A.S.W.




IL CANNONE PRINCIPALE 127/64 Lightweight (LW) 

Il cannone navale Leonardo 127mm/64, prodotto sin dal 2005 ed entrato in servizio nel 2012, è il successore dell'Otobreda 127/54 Compatto.
Destinato all'installazione su navi di medie e grandi dimensioni e il suo sistema di caricamento lo rendono compatibile per l'installazione anche in spazi ristretti; il cannone è di tipo polivalente a fuoco rapido e il suo principale compito e di combattimento navale e di appoggio e come compito secondario la lotta antiaerea. Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro. L'Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l'installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l'installazione su imbarcazioni a sezione stretta. Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano. I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione. Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
  • Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni,
  • Pianificazione ed esecuzione di missioni per l'azione di supporto al fuoco navale,
  • soluzioni di tiro, 
  • selezione delle munizioni, 
  • definizione delle traiettorie e sequenze di tiro, 
  • calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni.

IL 76/62 “SOVRAPONTE”

L’evoluzione inarrestabile del 76/62, la versione “Sovraponte”, è in corso di avanzato sviluppo da parte delle maestranze italiane, il più avanzato a livello mondiale nella sua categoria, la versione ultima del cannone multi ruolo 76/62 dotato del kit Strales per l’uso delle munizioni guidate DART (Driven Ammunition Reduced Time Of Flight) e i munizionamenti di nuova generazione Vulcano. Il cannone navale 76/62 Sovraponte è un medio calibro leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza pari in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nella funzione anti-missilistica. È inoltre prevista la capacità di coinvolgere in modo molto efficace obiettivi di terra per prestazioni uniche multiruolo.
Il 76/62 è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali. Sarà disponibile un'interfaccia con un'ampia varietà di sistemi di gestione dei combattimenti navali e/o FCS/EOS, secondo gli standard digitali e analogici, compresa l'architettura aperta. La velocità di ingaggio potrà essere selezionata da scatto singolo a cottura 120 giri/min. In condizioni operative, il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard alla cottura è inferiore a 0,3 mrad, garantendo così un'eccellente precisione. Il 76/62 in tutte le sue continue evoluzioni è l'unico cannone navale di medio calibro disponibile nella capacità di fuoco prolungato, requisito fondamentale in qualsiasi scenario che preveda l'ingaggio simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dagli emergenti scenari di guerra asimmetrica. Il caricamento automatico avviene tramite un caricatore girevole e il caricamento rapido avviene facilmente anche durante il tiro da parte di due addetti alla movimentazione delle munizioni. La fornitura standard include la nuova Digital Control Console (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell'operatore e dei manutentori. Il 76/62 è pronto per il funzionamento del fusibile multifunzione programmabile 3AP. Il nuovo 76/62 SR e il nuovo 76/62 SR sono dotati della flessibilità necessaria per essere equipaggiati con optional:
  • Scudo Stealth Integrale per ridurre l'RCS totale della nave
  • Radar velocità muso per aggiornare l'FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella di range
  • Dispositivo di alimentazione multipla per la movimentazione, selezione e alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizione caricata
  • Sistema STRALES - un sistema di guida per il proiettile a guida DART.

L’AFFUSTO PER LA DIFESA RAVVICINATA LEONARDO “25/80”

L'affusto Oto Melara 25/80 "Spallaccia" è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido. Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali. L'Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana. Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184mm.

IL SISTEMA “SCLAR H”

Lo SCLAR è un sistema lanciarazzi multiplo prodotto dalla Breda Meccanica Bresciana, utilizzato in genere dalle navi per il lancio di falsi bersagli come bengala e chaff. Ha un calibro da 105mm, elevabile e brandeggiabile, e può lanciare in un raggio di 10 km anche razzi esplosivi, con la celerità di tiro di un razzo al secondo. Lo SCLAR si può considerare un'arma vera e propria, sebbene i cannoni della nave possono assolvere alla funzione molto meglio di un lanciarazzi. La SCLAR ha avuto molto successo tra gli anni settanta e ottanta avendo esordito sulle Lupo e avendo trovato posto nel corso dei lavori di ammodernamento oltre che sulle unità di nuova costruzione, anche sulle unità costruite precedentemente al suo debutto, come nel caso dei cacciatorpediniere Classe Audace sugli incrociatori Classe Doria e sulla portaelicotteri Vittorio Veneto. Il lanciarazzi è stato progettato per l'accurata distribuzione di falsi bersagli per la difesa passiva della nave contro missili a guida IR e a ricerca radar. Lo SCLAR ha la possibilità di caricare simultaneamente diversi tipi di razzi quali Chaff, flares, decoys e bengala e quella di potere selezionare automaticamente i razzi da lanciare. Grazie alla disponibilità di un gran numero di razzi, caricati in singoli contenitori sigillati ha la possibilità di ripetuti ingaggi. Altre caratteristiche sono il controllo automatico da parte della suite da guerra elettronica della nave, il pieno coordinamento con i sistemi di difesa attiva della nave, quali jamming e CIWS, e la capacità di funzionare in qualsiasi condizioni atmosferiche e in ambiente NBC.

IL DECOY “O.D.L.S.”

Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Le versioni speciali possono sparare razzi di calibro diverso da 105 mm - 118 mm, che rappresenta la dimensione standard. L'ODLS è progettato per lo schieramento accurato di esche, fornendo così una difesa passiva per una nave contro i missili radar e di ricerca a infrarossi e può anche essere impiegato nel ruolo di bombardamento a terra.
Le caratteristiche principali di ODLS sono:
  • Capacità di caricare contemporaneamente diversi tipi di razzi (Chaff, IR, Illuminating);
  • Selezione automatica del tipo di razzo da sparare;
  • Azione di impegno continuo grazie al rapido ricaricamento delle unità di lancio;
  • Controllo automatico completo da parte dell'EWS della nave;
  • Funzionamento sicuro in tutte le condizioni operative;
  • Nessuna penetrazione del ponte.

ENGLISH

Soon it will be essential to alienate the two destroyers Durand de la Penne and Mimbelli, who have served in the M.M. for more than 25 years.
The Italian Navy has expressed the need for two DDX with anti-aircraft / anti-balistic functions with a displacement of about 11,000 tons. 
They will therefore have to be equipped with the KRONOS DUAL BAND 3000 fixed face radar (C-band and X-band), for close range detection, tracking and missile guidance and with the KRONOS POWER SHIELD L-band long-range detection radar with antiballistic capabilities. 
The missile weaponry will include SYLVER A50 vertical launchers for the ASTER 15 / 30 and ASTER 30 Block 1 NT and almost certainly the new MBDA land-attack missiles "Scalp Naval" and Teseo Mk.2 Evolved.
For some time now, "Difesa.forumfree" has been reporting on "Difesa.forumfree" reconstructions very close to the reality of the future DDX destroyers destined to replace the De La Penne and Mimbelli and to support the Doria and Duilio. 
It would seem confirmed the standard displacement of about 11,000 t, and a configuration that will use all the state of the art electronics developed by Leonardo and Elettronica SpA. 
The units will be equipped as described above with the KRONOS DUAL BAND 3000 fixed face radar (C-band and X-band) for "near" detection, missile tracking and guidance and with the KRONOS POWER SHIELD L-band long-range detection radar with anti-balistic capabilities. The equipment should include SYLVER A50 launchers for ASTER 15/30 and ASTER 30 Block 1 NT and SCALP NAVAL missiles. 
The Navy intends to equip the units not only with the TESEO MK2/Evolved (2x4 missiles) anti-ship missile (with secondary land attack capability, "light strike"), but also with a strategic deep strike missile. 
The DDX are real cruisers for the realization of which are also being explored hypotheses of international collaboration.
The CODAG solution, however desirable, allows the maximum exploitation of the embarked power and is certainly more advantageous than the CODOG one. 
It is very important also the maximum power of the diesel, as it happens on the PPA, where very powerful diesel and suitable hull shapes allow to reach 25 knots without using the turbine, consequently reducing the average operating consumption. We should also understand the function of electric motors: auxiliary engines for minimum speeds as on PPAs or more powerful, expensive and sophisticated solution as on FREMMs? 
In which case more complex but more efficient combinations would be possible for all speed ranges. 
The powers at stake for the new DDX and the hull refinement itself, a few meters more bow and many small technological improvements for paints, and propellers, suggest ships that can make even small high speed combat units in combination with offshore units and the new Multipurpose Offshore Patrolers.

It would seem certain that the Italian Navy does not follow the "reverse bow" fashion to which the French seem to be attached. It would be useful to know more about the pros and cons.

The latest data that would emerge on the new "DDX" are:
  • DBR doubled on two deckhouses;
  • 64 VLS: 48 anti-aircraft and ABM at the centre of the ship; 16 used to launch cruise and anti-ship missiles in the bow deckhouse behind the 127/64 rig;
  • 8 Teseo Mk.2-Evolved missiles positioned between the bridge superstructure and the front funnel;
  • 2 systems of 76 "Overbridge" positioned in the middle of the ship (for optimal coverage in ILDS operation) and 1 76/62 "Overbridge" positioned above the helicopter hangar.

In general form this unit follows the scheme of what is a real 11,000 t cruiser missile launcher, almost 180m long. 
Until now, more or less armed representations of Doria evolutions had been noted; now, the general profile is close to that of the Type 55 of the Chinese PLA.
It would be interesting to get a program that would be a "2+2 or even 4 DDG", but you can very well fall back on an electronic upgrade of the Doria that would still employ current Aster30 missile system, but extremely valid to reinforce the ASW area until their well-deserved operational retirement.
The new DDX would be: 
  • 23 meters wide, 
  • with a draught of 8 m,
  • against the 20m and 6m of the 13,000 ton Chinese "peers".
Compared to the cover of the 76 Overbridge, you can notice the two not centred funnels: the one aft is flush with the starboard side, the one in the bow could be flush with the port side. 
Also the 76/62s do not seem to be located on the axis line of the ship but on the opposite sides of the funnels, also for balancing reasons. 
There would be a continuity of the forward superstructure with the control deck that seems to be almost back to 76, but with the top end of the funnel that seems to be shifted to port; the visible edge in front of 76 with respect to the deck where the machine guns can be seen, suggests a superstructure that reaches the starboard edge. If the bow superstructure is narrow enough, one can shoot almost 0° to the axis of the unit, which should not be possible with the 76/62 aft, but would not have this necessity.
As for the motor apparatus of the new "cruiser-hunting", it would be expected: 
  • either an evolution of the CODLOG system (Combined diesel-electric or gas, i.e. with diesel generators), 
  • or a CODOG system (Combined diesel or gas, with propulsion diesel),
  • with the inclusion of electric motors for low gaits (on all new ships) should allow the installation of dedicated diesel engines for cruising, thus maximizing efficiency.

The front funnel would seem to be on axis with the keel; the stern one seems to be moved to starboard (in line with the 76 piece) so you can have the stern radar deckhouse to port on the hangar with part of the DBR faces and on top the AESA Kronos Power Shield radar. 
From the sides of the dashboard and the anti-ship missile deckhouse to the edge of the dashboard flaps there are several meters and there would be free field for the 2 76/62. The port cannon can cover not only the bow area, but also the whole side arc: if they were positioned at the bow, where the 127/64 is positioned, they would have less free arc and therefore a big hole in the port cover. With the 76 "Superships" placed in the middle of the ship, the coverage is better overall and the bow is covered the same by giving a little lift and placing a direction of fire in the bow with DART driving ability: the NA-30 Mk2.
The most important thing is the movement of the bulk of the vertical launchers to the center of the ship and the better division of the antennas into two blocks of more slender and spaced out superstructures: this state of affairs involves the evident reduction of shadow zones for the AESA Leonardo Power Shield radar and the elimination of the same for the dual band radar. 
The two masts spaced towards the bow and stern also contribute to the longitudinal stabilization of the ship and improve the survival of a part of the electronic sensors in case of hostile hits. 
The increased displacement would allow to absorb a certain amount of weight lift at the top. 
The bow is clearly very elegant and recalls the Italian ships of the past and some cruisers of the Us Navy of the Forties.
Survival characteristics (clearly) have been further increased compared to the standards of the previous larger units: the distance between the two propulsion units has increased and an additional retractable front emergency thruster has been added, very useful for manoeuvres in port. 
The vertical missile launchers have been rightly divided and well spaced; the vertical launchers are all placed very high up, thus minimizing the need to "cross" the strong bridge, which therefore remains extremely solid.
The propulsion system would be highly flexible with a choice of at least seven main configurations:
  • Retractable bow thruster
  • electric propellers on two axles
  • a diesel engine/axle
  • two diesel/two axle
  • one turbine/one axis
  • one turbine + one diesel/two axles
  • two turbines/two axles.

As far as the self-defence coverage of the forward sector is concerned, it is clear that our Navy has full confidence in Leonardo's 127/64 anti-missile capabilities using state-of-the-art ammunition at world level. The cannon has been raised and the new position allows the full use of the 127 against targets at very low altitudes without the risk of "incoherent" the bow, even in extreme sea conditions.
The new units can take on board two AW101s with anti-ship, anti-reach or A.S.W. functions.

(Web, Google, Wikipedia, Forum Difesa - sig.X Tanguero, You Tube)





























 

US NAVY: la nuova classe di fregate FFG USS Constellation (FFG-62)


La Marina statunitense ha deciso recentemente di denominare la sua nuova classe di fregate FFG  USS Constellation (FFG-62), rievocando storicamente una delle sei fregate originali che la Marina acquistò subito dopo la guerra rivoluzionaria.

Il segretario della Marina Kenneth Braithwaite ha annunciato che la prima fregata missilistica guidata FFG (X) si chiamerà Constellation: USS Constellation, uno sloop-of-war varato nel 1854 e dismesso nel 1933 che è conservato come punto di riferimento storico nazionale a Baltimora, Md.
“George Washington scelse personalmente il nome Constellation, nome che si riferisce alla costellazione di stelle che hanno adornato la bandiera statunitense, dal cerchio originale di 13, alle 15 che adorna lo Star Spangled Banner attraverso il porto sopra Fort McHenry, alle 50 che volano dall'albero di ogni nave della Marina oggi", ha detto in un video, girato oggi nel porto interno di Baltimora, sul ponte della nave da guerra con lo scafo di legno. "Il numero di stelle sulla bandiera della nostra nazione può essere cambiato con ogni generazione di Constellation, ma il suo spirito e il suo orgoglio hanno resistito."


Braithwaite ha detto: "Credo in qualcosa chiamato servizio al di sopra del sé - penso che in questo mondo in cui ci troviamo oggi dobbiamo ricordare che essere parte di qualcosa che teniamo in grande considerazione ci distingue dalla norma, e c'è un senso di orgoglio nel servizio; selezionare il nome  Constellation  aiuterà a “riconquistare quella consapevolezza, quel riconoscimento di essere parte di qualcosa di più grande del sé. Quando li leghi insieme e permetti a un marinaio di servire su di una nave che ha una storia così gloriosa nel suo nome, quella roba bolle verso l'alto e rende le persone orgogliose e le fa sentire parte di qualcosa di speciale e parte di qualcosa che è più grande del sé. Cose così interessanti. Ed è quello su cui ci concentriamo veramente, nel ristabilire parte di quella cultura e l'importanza del patrimonio nella Marina e nel Corpo dei Marines".


Quattro navi della Marina degli Stati Uniti hanno dato questo nome in passato: 
  • una fregata da 38 cannoni varata nel 1797 e demolita nel 1853; 
  • lo sloop-of-war che ha trascorso gran parte della guerra civile operante nel Mediterraneo; 
  • USS Constellation (CC-2), un incrociatore da battaglia impostato nel 1920 che fu cancellato nel 1923; 
  • e la USS Constellation (CV-64), una portaerei di classe Kitty Hawk in servizio dal 1961 al 2003.
Questo annuncio arriva dopo un precedente tentativo del segretario ad interim della Marina Thomas Modly ad aprile di nominare la nave principale USS Agility, l'agilità che vince e l'agilità che modellerà la nostra presenza marittima e la capacità di combattere ovunque siamo chiamati a fare. così", e che altri nomi nella classe potrebbero includere" altre qualità umane uniche che aiutano a definire cosa significa essere un marinaio e marine americano", come Dauntless, Endeavour e Intrepid…
Sebbene il segretario della Marina abbia totale discrezione nei nomi delle navi, "le precedenti classi di fregate della Marina degli Stati Uniti, come i cacciatorpediniere della Marina, erano generalmente chiamate per leader navali ed eroi", secondo un rapporto del Congressional Research Service sulle convenzioni di denominazione delle navi.



La US NAVY ha assegnato a Fincantieri il 30 aprile un contratto per la prima fregata della classe. Il contratto da 795 milioni di dollari prevede fino a nove navi aggiuntive come opzioni di contratto.
Secondo i piani attuali, la prima fregata sarà consegnata entro il 2026 e raggiungerà la capacità operativa iniziale entro il 2030, con la flotta che crescerà di due unità - o forse più - un anno dopo.
La Us Navy ha ribadito di voler accelerare la produzione delle fregate per aumentare rapidamente il numero di piccole navi combattenti di superficie nella flotta, in linea con i precedenti piani di costruzione navale a lungo termine e con il nuovo piano Battle Force 2045, annunciato dal Segretario alla Difesa Mark Esper, che è il risultato di uno sforzo guidato dal Pentagono quest'anno per studiare come dovrebbe essere la Marina statunitense per surclassare la Cina in un eventuale conflitto di alto livello. Se la Marina Usa avesse accelerato la produzione delle fregate, avrebbe lasciato aperta la possibilità di contrattare con un secondo cantiere per costruire la stessa nave progettata da Fincantieri, proprio come la produzione dei  cacciatorpediniere classe Arleigh Burke.


ENGLISH

SECNAV Braithwaite Names First FFG(X) USS Constellation

BALTIMORE, Md. – The Navy will name the first of its new class of frigates USS Constellation (FFG-62), in a nod to one of the original six frigates the Navy bought just after the Revolutionary War.
Navy Secretary Kenneth Braithwaite announced today that the first FFG(X) guided-missile frigate would be named Constellation, making the announcement from the second ship to bear that name: USS Constellation, a sloop-of-war launched in 1854 and decommissioned in 1933 that is preserved as a National Historic Landmark in Baltimore, Md.
“George Washington personally selected the name Constellation. It refers to the constellation of stars that have adorned our flag, from the original circle of 13, to the 15 gracing the Star Spangled Banner across the harbor above Fort McHenry, to the 50 that fly from the mast of every Navy ship today,” he said in a video, filmed today in Baltimore’s inner harbor on the deck of the wooden-hulled warship.
“The number of stars on our nation’s flag may have changed with every generation of Constellation, but her spirit and pride have endured.”
Braithwaite told USNI News after filming the announcement video that he chose the name as part of his effort to recapture Navy pride and culture, a topic he made waves with during his confirmation hearing with the Senate Armed Services Committee this spring.
“I believe in something called service above self – I think that in this world that we’re in today that we need to remember that being part of something that we hold in high regards sets us apart from the norm, and there’s a sense of pride in service”.
Today, he said selecting the name Constellation will help in “recapturing that awareness, that recognition of being part of something greater than self. When you tie that together and you allow a sailor to serve on a ship that has such a glorious history in its name, that stuff just bubbles to the top and makes people feel proud and makes them feel that they are a part of something special and part of something that’s greater than self. So pretty cool stuff. And that’s what we’re really focused on, in reestablishing some of that culture and the importance of heritage in the Navy and Marine Corps.”
Four U.S. Navy ships have born this name in the past: a 38-gun frigate launched in 1797 and scrapped in 1853; the sloop-of-war that spent much of the Civil War operating in the Mediterranean; USS Constellation (CC-2), a battlecruiser laid down in 1920 that was cancelled in 1923; and USS Constellation (CV-64), a Kitty Hawk-class aircraft carrier that served.
This announcement comes after a previous effort by Acting Secretary of the Navy Thomas Modly in April to name the lead ship USS Agility. He wrote in a memo that he wanted to name the FFG(X) class “after the kind of uniquely American brand of agility — agility that wins, and agility that will shape our maritime presence and ability to fight wherever we are called upon to do so,” and that other names in the class could include “other unique human qualities that help define what it means to be an American sailor and Marine,” such as Dauntless, Endeavor and Intrepid, according to the memo obtained by USNI News just before Modly resigned as acting secretary.
Though the Navy secretary has total discretion in ship names, “previous classes of U.S. Navy frigates, like Navy destroyers, were generally named for naval leaders and heroes,” according to a Congressional Research Service report on ship naming conventions,
The Navy awarded a contract to Fincantieri on April 30 for the first frigate in the class. The $795-million contract allows for as many as nine additional ships as contract options.
According to current plans, the first frigate will deliver by 2026 and reach initial operational capability by 2030, with the fleet growing by two hulls – or perhaps more – a year after that.
The Navy has already talked about accelerating frigate production to quickly boost the number of small surface combatants in the fleet, in line with its previous long-range shipbuilding plans and the new Battle Force 2045 plan, announced on Tuesday by Defense Secretary Mark Esper, that resulted from a Pentagon-led effort this year to study what the Navy would need to look like to beat China in a high-end conflict. If the Navy were to accelerate frigate production, it has left open the possibility of contracting with a second yard to build the same ship that Fincantieri designed, much like the Navy has two contractors building the Arleigh Burke-class destroyers.

(Web, Google, usni, You tube)