I cacciatorpediniere classe San Giorgio
La classe San Giorgio di cacciatorpediniere della Marina Militare italiana era costituita da due unità, San Giorgio e il San Marco ottenute dalla ricostruzione di due precedenti incrociatori leggeri della Classe Capitani Romani della Regia Marina: il Pompeo Magno e il Giulio Germanico.
La ricostruzione
Nel dopoguerra, date le mutate esigenze della Marina Militare nel Mediterraneo venne deciso di trasformare le due unità in cacciatorpediniere. Per l'ex Pompeo Magno e per l'ex Giulio Germanico i lavori si svolsero dal 1953 al 1955 rispettivamente presso i Cantieri del Tirreno di Genova e la Navalmeccanica di Castellammare di Stabia.
Per le due unità i principali lavori di ricostruzione riguardarono l'armamento. Gli otto cannoni da 135/45, capaci di eseguire tiri assai precisi, ma privi di una soddisfacente capacità antiaerea, vennero rimossi e sostituiti con sei cannoni da 127/38mm statunitensi meno potenti ma con la fondamentale capacità di eseguire un efficace tiro contraerei. I cannoni erano configurati in tre torri binate, una prodiera e due a poppa. Al posto della seconda torre binata di prora venne installato un lanciabombe antisommergibile a tre canne di tipo Menon.
Venne riconfigurato anche l'armamento antiaereo con la rimozione degli otto cannoni da 37/54mm sostituiti da venti cannoni da 40/56mm in quattro impianti quarupli e due impianti binati.
Il fuoco era controllato da una centrale di tiro US Mk 37 con radar Mk 25. Altri apparati elettronici erano il radar di scoperta aerea AN/SPS-6, il radar SG-6B per la scoperta di superficie e un sonar SQS-11.
L'armamento antisommergibile era completato da quattro lanciabombe antisommergibili laterali e una tramoggia bomba di scaricabombe antisommergibile.
LE DUE UNITA’ SUPERSTITI:
- Il San Marco - Il San Marco era stato costruito con il nome Giulio Germanico nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia. Impostato nel 1939 e varato nel 1941, stava completando l'allestimento quando venne firmato l'armistizio dell'8 settembre. Caduto in mano ai tedeschi che avevano preso il controllo del cantiere navale, venne auto-affondato quando il successivo 28 settembre le truppe di occupazioni tedesche abbandonarono la città. Dopo la guerra lo scafo del Giulio Germanico venne recuperato nel porto di Castellammare e dopo la radiazione contraddistinto dalla sigla FV 2, viste le buone condizione complessive dello scafo nel 1950 venne decisa la sua ricostruzione come cacciatorpediniere e iscritto nei ruoli con il nome San Marco. Terminati i lavori la nave entrò in servizio, nella Marina Militare Italiana il 1º gennaio 1956 con la matricola D 563, prestando servizio fino al 1971 quando venne posto in disarmo.
- Il San Giorgio - Il San Giorgio era entrato in servizio nella Regia Marina con il nome Pompeo Magno nel 1943 poco prima dell'armistizio.Dopo la radiazione dai quadri della Marina Militare era contraddistinto dalla sigla FV 1, ma nel 1950 venne decisa la sua ricostruzione come cacciatorpediniere e iscritto nei ruoli con il nome San Giorgio. Terminati i lavori la nave, entrò in servizio, nella Marina Militare Italiana, il 1º luglio 1955 con la distintivo ottico D 562. Nel 1963 e fino al 1965, il San Giorgio venne sottoposto nuovamente a lavori di modifica presso l'Arsenale di La Spezia per essere trasformato in nave scuola per gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno, espletando tale compito fino al disarmo, avvenuto nel 1980.
Il San Giorgio è stato un cacciatorpediniere della Marina Militare Italiana che ha costituito insieme al gemello San Marco la Classe San Giorgio. Entrambe le unità furono una ricostruzione di precedenti incrociatori leggeri classe Capitani romani costruiti all'inizio della seconda guerra mondiale.
Pompeo Magno
Il San Giorgio era entrato in servizio nella Regia Marina con il nome Pompeo Magno poco prima dell'armistizio.
La nave fu realizzata dai Cantieri Navali Riuniti negli stabilimenti di Ancona dove il suo scafo fu impostato il 3 settembre 1939. Varata il 24 agosto 1941 la nave fu consegnata alla Regia Marina il 4 giugno 1943 entrando in servizio di squadra il 24 giugno successivo. Assegnata alla base di Taranto, svolse alcune missioni di posa di mine.
Il Pompeo Magno sarebbe stato anche protagonista nella notte tra il 12 e il 13 luglio nelle acque dello Stretto di Messina di uno scontro con cinque motosiluranti alleate, affondandone due in rapida successione e danneggiandone gravemente una terza che sarebbe colata a picco più tardi, mentre le due rimanenti sarebbero fuggite a tutta velocità. Essendo stato nella notte tra il 16 e il 17 luglio il gemello Scipione Africano protagonista di un analogo scontro con motosiluranti nemiche sempre nelle acque dello stretto di Messina, non si può escludere, essendo stato impossibile consultare i giornali di bordo delle due unità, che si tratti di un unico episodio attribuito, da parte delle fonti, a due diversi incrociatori e l'impossibilità di consultare i giornali di bordo non consente un'attribuzione certa del combattimento.
All'armistizio dell'8 settembre fece rotta su Malta insieme alle Duilio, al Cadorna e al Nicoloso da Recco. Il gruppo, guidato dall'ammiraglio Da Zara, fu raggiunto dal gruppo proveniente da La Spezia, il cui comando dopo l'affondamento della nave da battaglia Roma era stato assunto dall'ammiraglio Oliva.
Il 4 ottobre salpò da Malta insieme a numerose altre unità per fare rientro in Italia, svolgendo alcune missioni di trasporto durante la cobelligeranza.
Dopo la guerra in base alle clausole del trattato di pace era previsto che fosse consegnato alla Francia in conto riparazione danni di guerra insieme ai gemelli Regolo e Scipione Africano e il 1º maggio 1948 era stato posto in disarmo in attesa della consegna ai francesi, ma in seguito ad un accordo avvenuto nel luglio 1948 tra i due governi, furono apportate alcune modifiche all'elenco delle navi da consegnare e il Pompeo Magno fu escluso in quanto i francesi credevano fosse afflitto da deformazioni dello scafo, che invece riguardavano il gemello Regolo, che era stato silurato nel 1942 perdendo la prora, sostituita con quella del Caio Mario in costruzione, e fu deciso di cannibalizzare il Pompeo Magno a favore delle altre due unità della classe da consegnare.
Ricostruzione
Evitata la consegna alla Francia, il 15 giugno 1949 completò il suo disarmo e il 15 maggio 1950 fu ufficialmente radiato dai quadri del naviglio militare, contraddistinto dalla sigla FV 1, ma avendo l'Italia all'inizio degli anni cinquanta iniziato la ricostruzione della propria Marina invece di essere demolito, con Decreto del presidente della Repubblica del 1º marzo 1951, gli scafi dell'ex Pompeo Magno e del gemello Giulio Germanico, furono nuovamente inscritti nei quadri del naviglio militare ribattezzati rispettivamente San Giorgio e San Marco e avviati nel 1953 a lavori di ricostruzione come cacciatorpediniere rispettivamente presso i Cantieri del Tirreno negli stabilimenti di Genova e nel cantiere navale di Castellammare di Stabia.
I principali lavori riguardarono l'armamento. Le quattro torri binate con gli otto cannoni da 135/45 Mod. 38, capaci di eseguire tiri assai precisi, ma privi di una soddisfacente capacità antiaerea, furono sostituiti con sei cannoni da 127/38mm statunitensi in tre torri, meno potenti ma con la fondamentale capacità di eseguire un efficace tiro contraerei. I cannoni erano configurati in tre torri binate, una prodiera e due a poppa. Al posto della seconda torre di prora fu installato un lanciabombe antisommergibile a tre canne di tipo Menon.
Fu riconfigurato anche l'armamento antiaereo con gli otto cannoni da 37/54mm e le otto mitragliere Scotti-Isotta-Fraschini 20/70 sostituiti da venti cannoni da 40/56mm L60 in quattro impianti quadrupli e due impianti binati.
Il controllo del fuoco dei calibri principali era affidato a tre centrali di tiro Mk 25 mentre ad ogni impianto antiaereo era asservita una colonnina di direzione di tiro di costruzione U.S.A. modello “Mk 51”, dotato di congegno di mira “Mk 14” girostatico. Altri apparati elettronici erano il radar di scoperta aerea AN/SPS-6, il radar SG-6B per la scoperta di superficie, un radar SMA CFL 3-C 25 e un sonar SQS-11 a scafo.
Per un certo periodo sull'albero di maestra fu imbarcato un radar quotametro per stabilire la quota degli aerei individuati; lo stesso radar fu installato anche sul Duca degli Abruzzi.
L'armamento antisommergibile era completato da quattro lanciabombe antisommergibili laterali e una tramoggia scaricabombe antisommergibile.
Servizio di squadra
Terminati i lavori il San Giorgio entrò in servizio, nella Marina Militare Italiana il 1º luglio 1955 con il distintivo ottico D 562 mentre l'unità gemella San Marco entrò in servizio all'inizio del 1956.
Le due unità, con la velocità massima di 39 nodi, sono state le navi più veloci della Marina Militare Italiana grazie ad un apparato propulsore che raggiungeva la potenza di 110.000 HP, oltre il 50% in più rispetto agli incrociatori lanciamissili Vittorio Veneto, Andrea Doria e Caio Duilio.
La due unità furono operative nella base di Taranto e Nave San Giorgio ha anche ricoperto il ruolo di ammiraglia della II Divisione, svolgendo una intensa attività addestrativa di squadra.
Il 10 aprile 1957 le due navi furono riclassificate cacciaconduttori, informalmente detti supercaccia, e nello stesso anno effettuarono una crociera di addestramento negli Stati Uniti d'America, partendo da Napoli 19 maggio e facendo rientro a La Spezia il 10 luglio. Nel corso di questo viaggio il San Giorgio prese parte il 12 giugno ad una parata navale a Norfolk, visitando anche New York e Gibilterra. Nell'estate del 1960 il "San Giorgio" ha effettuato una crociera in Nordeuropa visitando Lisbona, Portsmouth, Kiel e Brest. Nel novembre 1962 e nel febbraio 1963 la nave prese parte alle grandi manovre delle forze navali della NATO.
Nave scuola
Il 1º giugno 1963 il San Giorgio fu trasferito presso l'Arsenale di La Spezia per essere sottoposto nuovamente a lavori di modifica ed essere trasformato in nave scuola per le crociere estive degli allievi del secondo anno dell'Accademia Navale di Livorno, sostituendo in tale compito il Montecuccoli messo in disarmo nel 1964.
Per adattare l'unità alla sua nuova funzione di nave scuola furono ricavati nuovi spazi per ospitare a bordo gli Allievi dell'Accademia Navale. Altre modifiche significative riguardarono la sostituzione dell'apparato motore, l'adeguamento dell'armamento secondo concetti più recenti in merito alla difesa antiaerea e un miglioramento dell'elettronica di bordo. La scelta della nave da sottoporre per la trasformazione in nave scuola, tra il San Marco e il San Giorgio si concentrò sullo stato dello scafo; trattandosi di unità realizzate nel periodo bellico, in cui spesso i materiali utilizzati per la costruzione non furono sempre di ottima qualità, fu condotto un accurato esame dello scafo e furono individuati e posti in rilievo tutte le zone deteriorate. Lo stato di efficienza dell'apparato motore non poteva avere influenza, in quanto sarebbe stato completamente sostituito.
Per quanto riguarda gli armamenti, furono eliminati i due pezzi della torretta "X" da 127/38 mm e tutti i pezzi da 40/56 mm per far posto a tre cannoni da 76/62mm tipo MMI in installazioni singole asserviti a centrali di direzione del tiro Galileo “Orion 3”. Furono eliminati anche gli antiquati sistemi antisommergibile costituiti dai lanciabombe laterali a corta gittata e dalla tramoggia scarica bombe poppiera sostituiti da sei tubi lanciasiluri da 324 mm in due impianti tripli per il lancio di siluri filoguidati.
La parte più significativa dei lavori fu però l'apparato propulsore. Le quattro caldaie e le due turbine furono rimosse e sostituite da un apparato di tipo CODAG costituito da quattro motori diesel Fiat-Tosi da 4.000 hp ciascuno e due turbine a gas Tosi-Metrovick G6 da 7.600 HP ciascuna. Il nuovo apparato motore permise all'unità di raggiungere una velocità di 28 nodi (51,8 km/h) con autonomia di 1.900 miglia con la turbine, o utilizzando solo i motori diesel una velocità di 20 nodi (37 km/h) con autonomia di 5.560 miglia. L'adozione di un apparato motore di tipo CODAG fu la conseguenza dei buoni risultati ottenuti dalla motocannoniera MC 491, che entrata in servizio nel 1963 aveva sperimentato un apparato motore composto da due motori diesel e da una turbina a gas nella combinazione CODAG e la Marina Militare colse l'occasione per sperimentare la stessa soluzione per il San Giorgio, che destinato ad effettuare lunghe crociere addestrative, avrebbe avuto possibilità di effettuare un lungo ed accurato collaudo di questo tipo di propulsione per verificare se avrebbe potuto costituire la soluzione ottimale da adottare per le nuove unità, la cui costruzione era prevista per il decennio successivo.
Al termine dei lavori la nave rientrò in servizio il 15 gennaio 1965 trasferendo la sua base operativa a La Spezia e alternando i compiti di nave scuola ad una ridotta attività di squadra; inoltre all'inizio del periodo estivo, prima di affrontare la crociera per gli allievi dell'Accademia di Livorno la nave svolgeva anche brevi crociere addestrative nel Mediterraneo per gli allievi del Collegio navale "Morosini" di Venezia.
Il 4 giugno 1968 l'unità prese parte alla parata navale svolta nel golfo di Napoli nel quadro delle celebrazioni del 50º anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, in quella che è stata la più grande parata navale dopo la seconda guerra mondiale. L'unità nell'occasione ha ospitato a bordo il Presidente della Repubblica Saragat che ha assistito alla parata a bordo del Garibaldi sede del Comando in capo della squadra navale. Nell'occasione il San Giorgio, uscito dal porto immediatamente al seguito della nave ammiraglia, ha ospitato a bordo autorità civili e militari e tutti gli addetti navali e militari esteri accreditati presso il governo italiano.
Tra le crociere estive da menzionare quella del 1966 in Nord Europa, quella del 1967 in Canada e negli Stati Uniti, nel corso della quale attraverso il fiume San Lorenzo raggiunse i Grandi Laghi, quelle del 1968 e del 1975 in Sud America, quella del 1974 ai Caraibi e negli Stati Uniti e quella del 1977, quando si spinse fino alle acque della Malaysia e del Mar di Giava.
Nel 1966 la nave, al comando del capitano di vascello Giovanni Sorrentino partita dal porto di Livorno il 18 luglio rientrò il 21 ottobre avendo toccato i porti di Chatham, Edimburgo, Trondheim, Copenaghen, Göteborg, Amsterdam, Dublino, Bordeaux, Taranto, Trieste, Augusta e Portoferraio, attraversando nel corso della crociera per due volte, sia lo stretto di Gibilterra, sia il canale della Manica; la sosta a Chatham era inizialmente prevista a Londra, ma a causa di uno sciopero dei portuali di Londra, la nave dovette attraccare nella base navale di Chatham sull'estuario del Medway a sudest di Londra.
Nel 1967 la nave fece un viaggio di istruzione in Nordamerica visitando Stati Uniti e Canada. Partita da Livorno il 20 luglio, dopo una sosta a Ponta Delgada raggiunse il porto di New York da dove dopo aver navigato lungo la costa orientale degli Stati Uniti e attraverso il fiume San Lorenzo raggiunse Toronto sulle rive dell'Ontario. Dopo avere bypassato le cascate del Niagara attraverso il Canale di Welland prosegui la sua navigazione attraverso il lago Erie, il fiume Detroit, il piccolo Lago St. Clair, il fiume Saint Clair, il Lago Huron, lo Stretto di Mackinac e il Lago Michigan, raggiungendo Chicago. Facendo il percorso inverso raggiunse poi sulle rive del San Lorenzo Montréal dove ricevette a bordo il Presidente della Repubblica Saragat che in quei giorni era in visita ufficiale in Canada in occasione dell'Esposizione universale e internazionale Montréal 1967 che si svolse quell'anno nella città canadese dal 28 aprile al 27 ottobre. Proseguendo sulla via del ritorno dopo una visita a Québec e avere attraversato l'Atlantico fece sosta a Gibilterra e da li dopo aver toccato Taranto e Portoferraio il 22 ottobre fece rientro a Livorno avendo percorso 14850 miglia.
Nel 1968 la nave, partita da Livorno il 21 luglio, vi fece rientro il 28 ottobre, dopo aver toccato i porti di Casablanca, Abidjan, Santos, Montevideo, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Recife, Caracas, Funchal e Portoferraio.
Nel 1974, la nave, partita dal porto di Livorno il 10 luglio, con a bordo gli allievi del corso Odissea, vi fece rientro il 2 ottobre dopo aver toccato Santa Cruz de Tenerife, Bridgetown, La Guaira, Cartagena, Port au Prince, Port Everglades, Filadelfia, Saint George, Casablanca e Portoferraio.
Nel 1977 la nave lasciata Livorno il 7 luglio al comando del capitano di vascello Benucci, vi fece ritorno il 14 ottobre, dopo aver attraversato due volte il canale di Suez, avendo toccato i porti di Alessandria, Gedda, Bombay, Colombo, Singapore, Giakarta, Madras, Karachi, Bandar Abbas, Aden, Istanbul, Pireo e Portoferraio. La crociera addestrativa del 1977 mise a dura prova le strutture della nave che durante la navigazione nell'Oceano Indiano fu investita dai monsoni, al punto che nel 1978 la crociera di addestramento estiva degli allievi dell'Accademia di Livorno fu svolta sul Vittorio Veneto dove l'hangar fu attrezzato come dormitorio per gli allievi.
Il San Giorgio fu ritirato dal servizio il 31 ottobre 1979 al termine dell'ultima crociera addestrativa effettuata nel Mediterraneo dal 18 luglio al 12 ottobre in cui la nave partita da Livorno ha toccato i porti di Casablanca, Tolone, Orano, Augusta, Pireo, Istanbul, Trieste, Taranto, La Goulette, Barcellona, La Spezia, Portoferraio.
La nave ha effettuato l'ultimo ammainabandiera il 1º febbraio 1980 alle 11 del mattino, sotto un pallido sole spezzino. Insieme all'ultimo equipaggio erano presenti il primo comandante dopo la ricostruzione del dopoguerra, quello dell'ultima crociera, Capitano di Vascello Iaccheri, e tutti i comandanti dopo la trasformazione a nave scuola.
Dal 1955 al disarmo aveva percorso 418.000 miglia; dal 1965, dopo i lavori di trasformazione in nave scuola, aveva effettuato 14 crociere per gli Allievi dell'Accademia Navale di cui tre in Sud America, due in Nord America, quattro in Centro-Nord America, una in Asia, due in Nord Europa, una negli Stati Uniti e Nord Europa e una nel Mediterraneo.
Il San Giorgio è stato sostituito nel ruolo di nave scuola dall'incrociatore Caio Duilio opportunamente modificato per svolgere tale compito e dopo essere stato posto in disarmo fu successivamente radiato e demolito nel 1987.
Storia
In precedenza un'altra unità della Regia Marina aveva portato il nome San Giorgio. Si trattava di un incrociatore corazzato del 1908 che, dopo aver partecipato alla guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale, era stato assegnato nel 1936 al ruolo di nave scuola presso l'Accademia navale di Livorno. Alla fine degli anni trenta fu convertito in incrociatore antiaereo e stanziato nella colonia di Libia il 10 giugno 1940. Il 21 gennaio 1941, in rada a Tobruch, si mandato a fondo dalla guarnigione italiana per prevenirne la cattura da parte delle avanzanti forze britanniche.
Attualmente nella Marina Militare il nome appartiene a una nave da sbarco, entrata in servizio alla fine degli anni ottanta: si tratta della capoclasse della classe San Giorgio
Le navi militari italiane che hanno portato il nome San Giorgio, compresa quella attualmente in servizio, hanno avuto tutte come unità gemella una nave di nome San Marco.
Il nome, nella Regia Marina, è stato anche di un piroscafo della Società Anonima di Navigazione a vapore Istria varato nel 1914 e iscritto, dal 12 maggio 1940, nei ruoli del Naviglio Ausiliario dello Stato, per poi tornare dopo la fine del conflitto a navigare come nave da carico.
ENGLISH
The San Giorgio class of destroyers of the Italian Navy consisted of two units, the San Giorgio and the San Marco, obtained from the reconstruction of two previous light cruisers of the Roman Captains Class of the Regia Marina: the Pompeo Magno and the Giulio Germanico.
Reconstruction
After the war, given the changing needs of the Navy in the Mediterranean, it was decided to transform the two units into destroyers. For the former Pompeo Magno and the former Giulio Germanico, work was carried out from 1953 to 1955 respectively at the Cantieri del Tirreno in Genoa and Navalmeccanica in Castellammare di Stabia.
For the two vessels, the main reconstruction work concerned the armament. The eight 135/45 cannons, capable of very accurate shooting, but lacking satisfactory anti-aircraft capability, were removed and replaced with six 127/38mm US guns, less powerful but with the fundamental ability to perform effective anti-aircraft fire. The guns were configured in three twin towers, one forward and two aft. In place of the second twin forward tower, a three-barrel Menon-type anti-submarine bomb launcher was installed.
The anti-aircraft armament was also reconfigured with the removal of the eight 37/54mm cannons replaced by twenty 40/56mm cannons in four quaruple and two twin systems.
Fire was controlled by a US Mk 37 fire control centre with Mk 25 radar. Other electronic equipment was the AN/SPS-6 airborne detection radar, the SG-6B surface detection radar and an SQS-11 sonar.
The anti-submarine armament was completed by four anti-submarine side bomb throwers and an anti-submarine bomb hopper.
THE TWO SURVIVING UNITS:
- The San Marco - The San Marco had been built under the name Giulio Germanico in the Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia. Laid down in 1939 and launched in 1941, she was completing her outfitting when the armistice of 8 September was signed. Having fallen into the hands of the Germans, who had taken control of the shipyard, it was self-sunken when the following 28 September the German occupying troops abandoned the city. After the war, the hull of the Giulio Germanico was salvaged in the port of Castellammare, and after being decommissioned, marked FV 2. Given the good overall condition of the hull, in 1950 it was decided to rebuild it as a destroyer and register it as the San Marco. Once the work was completed, the ship entered service with the Italian Navy on 1 January 1956 with the registration number D 563, serving until 1971 when it was laid up.
- San Giorgio - The San Giorgio had entered service in the Regia Marina as Pompeo Magno in 1943, shortly before the armistice, and after being struck off the Italian Navy it was marked FV 1, but in 1950 it was decided to rebuild it as a destroyer and registered under the name San Giorgio. Once the reconstruction was completed, the ship entered service in the Italian Navy on 1 July 1955 with the optical badge D 562. In 1963, and until 1965, the San Giorgio underwent further modification work at the La Spezia shipyard in order to be transformed into a training ship for students at the Livorno Naval Academy, carrying out this task until her decommissioning in 1980.
The San Giorgio was a destroyer of the Italian Navy which, together with its twin San Marco, formed the San Giorgio class. Both units were a reconstruction of earlier Roman Captain class light cruisers built at the beginning of World War II.
Pompey the Great
The San Giorgio had entered service in the Regia Marina under the name Pompeo Magno shortly before the armistice.
The ship was built by Cantieri Navali Riuniti in the Ancona shipyard, where her hull was laid down on 3 September 1939. Launched on 24 August 1941, the ship was delivered to the Regia Marina on 4 June 1943 and entered squadron service on the following 24 June. Assigned to the Taranto base, she carried out some mine laying missions.
The Pompeo Magno would also be the protagonist in the night between the 12th and 13th of July in the waters of the Strait of Messina of a collision with five Allied torpedo boats, sinking two in rapid succession and seriously damaging a third which would sink later, while the remaining two would escape at full speed. Since, on the night between the 16th and 17th of July, the twin Scipione Africano was involved in a similar battle with enemy torpedo boats, again in the waters of the Strait of Messina, it cannot be ruled out that this was a single episode attributed, according to sources, to two different cruisers, and the impossibility of consulting the logbooks of the two units does not allow for a certain attribution of the battle.
At the armistice of September 8th, she set course for Malta along with the Duilio, Cadorna and Nicoloso da Recco. The group, led by Admiral Da Zara, was joined by the group from La Spezia, whose command after the sinking of the battleship Roma had been taken over by Admiral Oliva.
On 4 October, she sailed from Malta along with several other units to return to Italy, carrying out some transport missions during the co-belligerence.
After the war, according to the clauses of the peace treaty, it was supposed to be delivered to France for war reparations along with the Regulus and Scipio Africanus twins, and on May 1st, 1948 it was laid up pending delivery to the French, but following an agreement in July 1948 between the two governments, some changes were made to the list of the ships to be delivered and the Pompeo Magno was excluded because the French believed it was afflicted by hull deformations, which instead concerned the twin Regulus, which had been torpedoed in 1942 losing the prow, replaced with that of the Caio Mario under construction, and it was decided to cannibalize the Pompeo Magno in favour of the other two units of the class to be delivered.
Reconstruction
Having avoided delivery to France, on 15 June 1949 she completed her decommissioning and on 15 May 1950 she was officially struck off the naval registers, marked FV 1, but as Italy had begun the reconstruction of its Navy in the early 1950s, instead of being scrapped, by Decree of the President of the Republic of 1 March 1951, the hulls of the former Pompeo Magno and her twin Giulio Germanico were re-registered in the military naval cadre, renamed San Giorgio and San Marco respectively, and in 1953 were sent for reconstruction as destroyers respectively at the Cantieri del Tirreno in Genoa and at the shipyard in Castellammare di Stabia.
The main works concerned the armament. The four twin towers with the eight 135/45 Mod. 38 cannons, capable of accurate shooting but lacking satisfactory anti-aircraft capability, were replaced with six 127/38mm US guns in three towers, less powerful but with the fundamental ability to perform effective anti-aircraft fire. The guns were configured in three twin towers, one forward and two aft. In place of the second forward tower, a three-barrel Menon-type anti-submarine bomb launcher was installed.
The anti-aircraft armament was also reconfigured with the eight 37/54mm guns and eight Scotti-Isotta-Fraschini 20/70 machine guns replaced by twenty 40/56mm L60 guns in four quadruple systems and two twin systems.
Fire control of the main guns was entrusted to three Mk 25 fire control panels, while each anti-aircraft system was served by a U.S.A.-made "Mk 51" firing direction column, equipped with a "Mk 14" gyro-static sighting device. Other electronic equipment included the AN/SPS-6 airborne detection radar, the SG-6B surface detection radar, an SMA CFL 3-C 25 radar and an SQS-11 hull-mounted sonar.
For a certain period, a radar quota meter was installed on the mainmast to establish the altitude of detected aircraft; the same radar was also installed on the Duca degli Abruzzi.
The anti-submarine armament was completed by four lateral anti-submarine bomb throwers and an anti-submarine bomb hopper.
Squadron service
Once the work was completed, the San Giorgio entered service in the Italian Navy on 1 July 1955 with the optical badge D 562, while her sister unit San Marco entered service at the beginning of 1956.
The two units, with a maximum speed of 39 knots, were the fastest ships of the Italian Navy thanks to a propulsion system that reached the power of 110,000 HP, more than 50% more than the missile launching cruisers Vittorio Veneto, Andrea Doria and Caio Duilio.
The two units were operational at the Taranto base and Nave San Giorgio also served as flagship of the II Division, carrying out intense squadron training activities.
On 10 April 1957, the two ships were reclassified as conductor destroyers, informally known as superfighters, and in the same year they carried out a training cruise in the United States, departing from Naples on 19 May and returning to La Spezia on 10 July. During this voyage, the San Giorgio took part in a naval parade in Norfolk on 12 June, also visiting New York and Gibraltar. In the summer of 1960 the "San Giorgio" made a cruise to Northern Europe visiting Lisbon, Portsmouth, Kiel and Brest. In November 1962 and February 1963 the ship took part in the major manoeuvres of the NATO naval forces.
Training ship
On 1 June 1963, the San Giorgio was transferred to the shipyard in La Spezia to be modified once again and converted into a training ship for summer cruises for the second-year students of the Livorno Naval Academy, replacing the Montecuccoli, decommissioned in 1964.
In order to adapt the unit to its new function as a training ship, new spaces were created to accommodate Naval Academy students on board. Other significant modifications concerned the replacement of the engine, the adaptation of the armament to the latest concepts in anti-aircraft defence and an improvement of the on-board electronics. The choice of the ship to be transformed into a training ship, between the San Marco and the San Giorgio, focused on the state of the hull. Since these were ships built during the war, in which the materials used for construction were often not always of the highest quality, a careful examination of the hull was conducted and all deteriorated areas were identified and highlighted. The efficiency of the engine could have no influence, as it would have been completely replaced.
As far as armament was concerned, the two 127/38mm "X" turret pieces and all 40/56mm pieces were eliminated to make room for three 76/62mm MMI-type cannons in single installations attached to Galileo "Orion 3" fire control panels. Also eliminated were the antiquated anti-submarine systems consisting of short-range lateral bomb launchers and the aft bomb hopper, replaced by six 324mm torpedo tubes in two triple installations for launching wire-guided torpedoes.
The most significant part of the work, however, was the propulsion system. The four boilers and two turbines were removed and replaced by a CODAG-type apparatus consisting of four Fiat-Tosi diesel engines of 4,000 hp each and two Tosi-Metrovick G6 gas turbines of 7,600 hp each. The new engine system allowed the unit to reach a speed of 28 knots (51.8 km/h) with a range of 1,900 miles with the turbines, or using only the diesel engines, a speed of 20 knots (37 km/h) with a range of 5,560 miles. The adoption of a CODAG type propulsion system was the consequence of the good results obtained by the MC 491, which, when she entered service in 1963, had experimented with a propulsion system consisting of two diesel engines and a gas turbine in the CODAG combination, and the Italian Navy took the opportunity to test the same solution for the San Giorgio, which was destined for long training cruises and would have had the opportunity to carry out a long and accurate test of this type of propulsion system in order to verify whether it could be the best solution to adopt for the new units, whose construction was scheduled for the following decade.
At the end of the works, the ship returned to service on 15 January 1965, transferring her base of operations to La Spezia and alternating her duties as a training ship with a reduced squadron activity. In addition, at the beginning of the summer period, before cruising for the students of the Livorno Academy, the ship also carried out short training cruises in the Mediterranean for the students of the Naval College "Morosini" in Venice.
On 4 June 1968, the unit took part in the naval parade held in the Gulf of Naples as part of the celebrations for the 50th anniversary of the victory in the First World War, in what was the largest naval parade since the Second World War. On this occasion, the unit hosted the President of the Republic, Mr Saragat, who watched the parade from the Garibaldi, the headquarters of the naval squadron. On this occasion, the San Giorgio, which left port immediately following the flagship, hosted civil and military authorities and all foreign naval and military attachés accredited to the Italian Government.
Among the summer cruises to be mentioned were those of 1966 in Northern Europe, 1967 in Canada and the United States, during which she crossed the St Lawrence River to the Great Lakes, 1968 and 1975 in South America, 1974 in the Caribbean and the United States, and 1977, when she sailed as far as Malaysia and the Java Sea.
In 1966 the ship, under the command of Captain Giovanni Sorrentino, left the port of Livorno on 18th July and returned on 21st October, having called at the ports of Chatham, Edinburgh, Trondheim, Copenhagen, Gothenburg, Amsterdam, Dublin, Bordeaux, Taranto, Trieste, Augusta and Portoferraio, crossing both the Straits of Gibraltar and the English Channel twice during the cruise; Chatham was originally scheduled to stop in London, but due to a strike by London dockers, the ship had to dock at Chatham naval base on the Medway estuary southeast of London.
In 1967 the ship made an educational trip to North America, visiting the United States and Canada. She departed from Livorno on 20 July, stopping at Ponta Delgada, and reached the port of New York. From there she sailed along the east coast of the United States and across the St Lawrence River to Toronto on the shores of Ontario. After bypassing Niagara Falls via the Welland Canal, she continued her navigation through Lake Erie, the Detroit River, the small Lake St. Clair, the St. Clair River, Lake Huron, the Straits of Mackinac and Lake Michigan, reaching Chicago. In the opposite direction, it reached Montréal on the banks of the St. Lawrence, where it received on board the President of the Republic, Mr Saragat, who was on an official visit to Canada at the time, on the occasion of the Universal and International Exhibition Montréal 1967, which took place in the Canadian city from 28 April to 27 October. On her way back, after visiting Quebec and crossing the Atlantic, she stopped in Gibraltar and from there, after calling at Taranto and Portoferraio, she returned to Livorno on 22 October, having covered 14850 miles.
In 1968, the ship departed from Livorno on 21 July and returned there on 28 October, after calling at the ports of Casablanca, Abidjan, Santos, Montevideo, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Recife, Caracas, Funchal and Portoferraio.
In 1974, the ship left the port of Livorno on 10 July, with the students of the Odissea course on board, and returned there on 2 October after calling at Santa Cruz de Tenerife, Bridgetown, La Guaira, Cartagena, Port au Prince, Port Everglades, Philadelphia, Saint George, Casablanca and Portoferraio.
In 1977, the ship left Livorno on 7th July under the command of Captain Benucci, and returned to Livorno on 14th October, after crossing the Suez Canal twice and calling at Alexandria, Jeddah, Bombay, Colombo, Singapore, Jakarta, Madras, Karachi, Bandar Abbas, Aden, Istanbul, Piraeus and Portoferraio. The training cruise of 1977 put a severe strain on the ship's structure, which, while sailing in the Indian Ocean, was hit by the monsoons, to the point that in 1978, the summer training cruise for Livorno Academy students was carried out on the Vittorio Veneto, where the hangar was equipped as a dormitory for the students.
The San Giorgio was withdrawn from service on 31 October 1979 at the end of her last training cruise in the Mediterranean, from 18 July to 12 October, during which the ship departed from Livorno and visited the ports of Casablanca, Toulon, Oran, Augusta, Piraeus, Istanbul, Trieste, Taranto, La Goulette, Barcelona, La Spezia and Portoferraio.
The ship made her last lowering of the flag on 1 February 1980 at 11 a.m. under a pale La Spezia sun. Together with the last crew, the first captain after the post-war reconstruction, the captain of the last cruise, Captain Iaccheri, and all the captains after the conversion to a training ship were present.
From 1955 to decommissioning she had travelled 418,000 miles; since 1965, after her conversion into a training ship, she had made 14 cruises for Naval Academy cadets, including three in South America, two in North America, four in Central and North America, one in Asia, two in Northern Europe, one in the United States and Northern Europe and one in the Mediterranean.
The San Giorgio was replaced in the role of training ship by the cruiser Caio Duilio, suitably modified to carry out this task, and after being decommissioned, was subsequently decommissioned and scrapped in 1987.
History
Previously, another unit of the Regia Marina had carried the name San Giorgio. This was an armoured cruiser of 1908 which, after having participated in the Italian-Turkish war and World War I, was assigned in 1936 to the role of training ship at the Naval Academy of Livorno. At the end of the 1930s it was converted into an anti-aircraft cruiser and stationed in the colony of Libya on 10 June 1940. On 21 January 1941, at anchor in Tobruch, she was sent to the Italian garrison to prevent her capture by the advancing British forces.
Currently in the Italian Navy, the name belongs to a landing ship, which entered service at the end of the 1980s: the leader of the San Giorgio class.
The Italian naval ships that have borne the name San Giorgio, including the one currently in service, have all had a sister ship named San Marco.
The name, in the Regia Marina, also belonged to a steamer of the Società Anonima di Navigazione a vapore Istria launched in 1914 and registered, from 12 May 1940, in the rolls of the Naviglio Ausiliario dello Stato, only to return after the end of the conflict to sail as a cargo ship.
(Web, Google, Wikipedia, Navi e armatori, You Tube)