giovedì 29 luglio 2021

US NAVY: il DDG-125 USS JACK H LUCAS della classe DDG-51 Flight-III, è stato varato nei cantieri Huntington Ingalls.


Il caccia lanciamissili DDG-125 USS JACK H LUCAS della classe DDG-51 Flight-III, è stato varato nei cantieri Huntington Ingalls. È l’ultima evoluzione di un gran bel progetto che rappresenta la spina dorsale delle unità di prima linea della US Navy.  




La prima unità della classe era stata varata nel settembre 1989. Attualmente sono in servizio operativo: 
  • 21 unità Flt-I, 
  • 7 Flt-II, 
  • 40 Flt-IIA (più altre 7 ancora in costruzione), 
  • mentre sono in fase di realizzazione 20 unità della serie Flt-III (2 in costruzione, 12 ordinate, 6 in programma). 



Queste ultime unità sono esternamente quasi indistinguibili da quelle della serie precedente ed hanno:
  • 96 celle del VLS Mk 41, 
  • un cannone da 127/62 mm, 
  • un PHALANX, 
  • 6 tubi lanciasiluri, 
  • 2 elicotteri. 
Risulta imbarcato il nuovo sistema radar AMDR (Air & Missile Defense Radar) AN/SPY-6(V)1 della Raytheon con le 4 antenne a facce fisse che rimpiazzano quelle dello SPY-1D. 






Lo SPY-6, oltre ad essere leggermente più grande del 20%, utilizza maggiore potenza elettrica, fornita da tre turbine a gas Rolls-Royce MT5S-HE+ da 4 MW ciascuna, in sostituzione delle precedenti Allison 501 da 2,5 MW.  
Risultano altresì migliorati il condizionamento e l’impianto di raffreddamento dell’elettronica di bordo e ciò ha provocato un aumento di peso nelle sovrastrutture, compensato dall’aggiunta di una zavorra di 90 t nella chiglia per mantenere inalterata la stabilità di piattaforma. Sono stati anche modificati il ponte di volo e la poppa, con un allargamento ed una modifica al profilo. 






Le unità Flt-III mantengono: 
  • il sonar passivo rimorchiato SQR-20 MFTA (Multi Function Towed Array), 
  • il Link-22, 
  • il radar di superficie SPQ-9B, 
  • il sistema informatico di supporto “Command and Decision”, 
  • e un sistema di plancia completamente rivisto.
Lo SPY-6 è il principale sensore della nuova variante del sistema di combattimento AEGIS Baseline-10 e le sue avanzatissime capacità sono alla base della decisione di realizzare una nuova versione del progetto del DDG-51. 
E’ un radar potente, con un software al top, in grado di assicurare una maggior discriminazione tra bersagli e disturbi/inganni e di gestire un tracking più veloce ed accurato. Utilizza moduli RMA (Radar Modular Assembly) da 65 cm intercambiabili e riparabili. Ogni RMA viene gestito dal sistema come un radar unitario, con una frequenza e sincronizzazione adeguata. Ogni faccia piana del nuovo SPY-6(V)1 dei cacciatorpediniere DDG-51 Flt-III ha 37 RMA.  






Il caccia JACK LUCAS è il primo a ricevere questo nuovo radar, che viene realizzato in varianti diverse per altri programmi:  
  • SPY-6(V)2 su antenna rotante da 9 RMA per le più recenti portaerei classe FORD, 
  • le ultime 2 unità della classe LPD-17, 
  • e per l’ammodernamento delle portaerei classe NIMITZ, a partire dalla USS STENNIS; 
  • SPY-6(V)3 con 3 facce fisse da 9 RMA, per l’ammodernamento delle le ultime LHA della classe AMERICA, 
  • e per le fregate classe CONSTELLATION (FREMM); 
  • SPY-6(V)4 con 4 facce fisse da 24 RMA per l’ammodernamento dei caccia DDG-51 Flt-2A. 
Rispetto agli attuali SPY-1D, la versione con 9 RMA delle CONSTELLATION ha le medesime capacità, mentre la versione con 37 RMA dei DDG-51 Flt-III ha la capacità di scoprire e tracciare un bersaglio grande la metà ad una distanza doppia.

La classe Arleigh A. Burke è una classe di cacciatorpediniere entrata in servizio nell'US Navy negli anni novanta. 

Si tratta di navi dotate di un complesso sistema missilistico controllato da radar, denominato AEGIS, lo stesso che è stato introdotto originariamente sugli incrociatori classe Ticonderoga; queste unità hanno rappresentato il primo approccio della US Navy alla realizzazione di unità con caratteristiche stealth. Costruiti in "flights", cioè serie successive, per permettere di correggere quei difetti o lacune che l'impiego operativo fa emergere, essi costituiscono la componente principale delle unità navali antiaeree della marina statunitense.
Il risultato costruttivo che accorpa tutte queste esigenze ha innanzitutto visto la realizzazione di uno scafo a ponte continuo ("flush deck"), tipico delle navi statunitensi, con il castello (ponte superiore a quello di coperta) lungo l'80% del ponte di coperta, che si trova a sua volta ad una altezza sul mare di 9 m, per tenere conto degli ingombri dei lanciamissili verticali sottocoperta. La prua ha sezione piena, per ridurre la sensibilità al mare grosso, con un pronunciato cavallino (curvatura della linea di coperta) che si estingue all'altezza della tuga anteriore.
Lo scafo è simile a quello degli Spruance, ma la lunghezza, solo 144,43 m al galleggiamento contro 171 (totale), ha comportato una minore stabilità all'onda lunga. Per migliorarla, specie in rollio, la massa delle sovrastrutture è stata concentrata vicina al centro di gravità, con l'uso delle nuove leghe di acciaio leggero ad alta resistenza per contenere i pesi.
Le sovrastrutture sono suddivise in due blocchi, anteriore e posteriore, il primo dei quali è di gran lunga il più importante.
La tuga anteriore (struttura intermedia, che si erge dal ponte principale, su cui vengono edificate le sovrastrutture propriamente dette) ha, anteriormente, una piattaforma per un CIWS Vulcan Phalanx, seguita poi dal torrione. Questo è di gran lunga la struttura più importante comprendendo la plancia di comando, e appena sotto, il radar SPY-1D, con le sue 4 antenne che, a differenza delle Ticonderoga, sono sistemate tutte nel torrione, ciascuna su di uno degli 8 lati. I lati dotati di radar sono i 4 minori. Essi sono inclinati verso l'alto per ridurre la segnatura radar ma tale inclinazione ha anche un ulteriore vantaggio: essendo superfici non verticali, esse comportano un attrito molto minore e quindi una minore resistenza al vento su ogni lato, il che rende le navi più stabili e più veloci rispetto ad una struttura di tipo convenzionale.
Un unico albero, inclinato all'indietro e dalla forma molto semplice, è posto subito dietro la plancia, basato anch'esso sul torrione, con due elementi orizzontali e una serie di piccole antenne per sensori vari. Questi sono un radar di navigazione (sul davanti dell'albero), una cupola bianca (al di sopra) e all'apice 4 serie di antenne. Quelle coperte da dielettrici rettangolari sono radio UHF, quelle antenne filari sono per le HF e altre, verticali, per le VHF.
La tuga prodiera finisce con il fumaiolo anteriore, completo di un ingombrante dissipatore di calore per i gas di scarico, 2 canne principali di grande diametro e una terza più piccola. Vi sono due gru, poste tra i due blocchi di sovrastrutture.
Posteriormente esiste una tuga più piccola che alloggia (da prua a poppa): l'altro fumaiolo, una sovrastruttura alta e stretta (per non ostacolare il radar SPY) con 2 radar di tiro scalati, il CIWS poppiero, il ponte di coperta continuo che comprende il lanciamissili Mk 41 poppiero con a lato i 2 lanciasiluri, curiosamente non protetti (per via della riduzione dell'eco radar e della difesa contro agenti atmosferici). Appena davanti al lanciamissili verticale di poppa vi sono anche i 2 lanciatori quadrupli per Harpoon, anch'essi non integrati né protetti in alcun modo.
Terminato anche il ponte di castello, nell'ultimo tratto esiste la piattaforma di atterraggio per l'elicottero, anche se non vi è hangar, impedendo l'operatività del mezzo in maniera continuativa a bordo della nave. Infine vi sono le apparecchiature sonar di poppa, con il sistema filabile in profondità (VDS).

Il sistema AEGIS

Sviluppato dalla RCA Governement systems, adesso gestito dalla Lockheed Martin, e conosciuto originariamente anche come AMS, Advanced Surface Missile System, l'AEGIS è un apparato solid state capace di integrare i vari sottosistemi e far reagire la nave alla presenza di minacce di superficie, aeree e subacquee. Il suo compito principale è la difesa aerea e missilistica.  Esso è basato su diversi sottosistemi, che formano una sorta di sistema nervoso della nave.
Anzitutto vi è il radar SPY-1D, con migliaia di 'occhi elettronici' costituiti da antenne a dipolo, orientabili elettronicamente con scansione di fase, e alloggiate in 4 pannelli sistemati sul blocco di sovrastrutture di prua, con copertura di 360 gradi; questo significa che non esistono parti in movimento ma vengono attivate di volta in volta solo delle specifiche zone di ogni pannello in modo da seguire il singolo bersaglio tracciato.
Si tratta di un radar tridimensionale, in banda E/F e possibilità di cambiamento rapido di lunghezza d'onda (frequency hopping) per confondere il principale pericolo, quello dei missili antiradar, potenza di picco combinata superiore ai 2 MW e sistemazione su strutture di supporto realizzate in materiali compositi per ridurre la traccia radar, e irrobustiti per resistere a danni limitati (schegge, onde d'urto).
È un sistema innovativo rispetto ai tradizionali radar rotanti, che con la scansione meccanica o elettronica valutano anche la quota (mai banale da ottenere con un qualsiasi radar, perché basicamente esso è un sistema bidimensionale). La scansione elettronica della direzione oltre che dell'elevazione non è una novità perché già i colossali radar Mammouth tedeschi del 1943 ne erano dotati, avendo una grande antenna fissa per assicurare un lungo raggio di scoperta. La velocità di scansione da parte di ciascuna delle 4 antenne supera i 200 gradi al secondo, ed è possibile seguire centinaia di bersagli a giro d'orizzonte grazie anche alla memoria dell'elaboratore centrale.
Nonostante gli indubbi vantaggi di rapidità e affidabilità rispetto ai radar convenzionali, l'SPY-1 ha un costo molto superiore ai radar tradizionali e pesi in alto elevatissimi. Visto che i dislocamenti minimi richiesti sono dell'ordine delle 5.000 tonnellate, già questo esclude gran parte delle navi militari in uso nel mondo.
Quindi, nonostante la realizzazione del modello leggero SPY-1F molte Marine hanno optato per radar che rappresentano un compromesso, con una sola antenna rotante anziché 4 fisse come l'ARABEL francese e l'EMPAR italo-inglese, le cui antenne rotanti a 30-60 giri al minuto (i primi radar ruotavano in genere sui 5-10 giri/min), minimizzano la differenza con i sistemi con 4 antenne fisse.
Un vantaggio dell'SPY-1 è che, in caso di danni a bordo o di un guasto, esso non si spegne totalmente, ma al più resta cieco un settore. Di fatto, l'elettronica allo stadio solido e la ridondanza dei sistemi ha reso possibile un'elevatissima affidabilità e poca manutenzione rispetto ai vecchi sistemi a valvole, rendendo possibile un'operatività quasi continua 24h su 24, cosa prima tutt'altro che garantita (una ricerca del 1962 su navi armate con missili antiaerei evidenziò una prontezza operativa del 30%, da cui il programma Get Well per migliorarle sostanzialmente).
Oltre al radar l'AEGIS si caratterizza per l'unità di controllo e valutazione: il computer centrale Mk1. Questa era basato originariamente su di un elaboratore Unisys Univac AN/UYK-7 e una serie di consolle nella centrale operativa, che permettevano di interfacciare il sistema con operatori umani per la presentazione dei dati e le procedure di identificazione e decisione. In seguito, data la rapida evoluzione dell'elettronica, sono arrivati gli UYK-43 o 44, e consolle di nuova generazione ad alta risoluzione.
Il sistema consente operazioni in 3 modalità diverse: manuale, semiautomatica e automatica. In quest'ultima modalità i tempi di reazione sono ridotti al minimo e un intruso, non identificato come amico, viene attaccato con le armi di bordo fino alla sua distruzione, come è avvenuto nel caso dell'Airbus iraniano abbattuto nel 1988.

La Northrop Grumman fornirà alla Us Navy una nuova C.O.C. integrata e nuovi sistemi di navigazione per i DDG classe Arleigh Burke

Northrop Grumman Systems Corp., Charlottesville, Virginia, si è aggiudicata un contratto per sistemi integrati di ponte e navigazione “New Construction Ship Program Midlife Modernization Program per i DDG classe Arleigh Burke.
I cacciatorpediniere missilistici di classe Arleigh Burke (DDG 51) forniscono una vasta gamma di capacità di combattimento in ambienti multi-minaccia aerea, di superficie e ASW. Queste navi rispondono a scenari di conflitto a bassa intensità / costiera e costiera offshore, nonché a conflitti in mare aperto indipendentemente o come unità di  scorta per Carrier Strike Group, Surface Action Groups e Expeditionary Strike Groups. Intitolata al famoso ufficiale della seconda guerra mondiale ed ex capo delle operazioni navali, ammiraglio Arleigh Burke, questa classe offre eccezionali capacità di combattimento e caratteristiche di sopravvivenza tenendo conto dei costi di approvvigionamento e di supporto del ciclo di vita.
I cacciatorpediniere classe Arleigh Burke sono equipaggiati con il sistema di armi Aegis della US NAVY, il più potente sistema d’armi navali integrato al mondo. Una volta integrata con il sistema Aegis Combat System, la Cooperative Engagement Capability consentirà ai gruppi di navi e aeromobili di collegare i loro radar per fornire un quadro composito dello spazio di battaglia, aumentando efficacemente lo spazio di teatro. La capacità è progettata per fornire alla Marina statunitense un vantaggio nel combattimento del 21° secolo.
Come la maggior parte delle moderne unità da guerra di superficie della Marina statunitense, la classe Arleigh Burke utilizza la propulsione a mezzo turbina a gas, impiegando quattro turbine LM Electric General 2500 per complessivi 100.000 CV di potenza; queste navi sono in grado di raggiungere oltre 30 nodi di velocità in mare aperto.
La classe Arleigh Burke utilizza una struttura interamente in acciaio e comprende quattro varianti separate: 
  • DDG 51-71 rappresentano il design originale e sono designati come navi del block I; 
  • DDG 72-78 sono navi del block II; 
  • I DDG 79-116 sono navi di block IIA in servizio e continueranno attraverso i DDG 124 e 127. 
  • La linea di base del block III inizierà con i DDG 125-126, continuerà con i DDG 128 e seguirà. 
  • La prima nave Flight III, DDG 125, è stata impostata il 7 maggio 2018.

L'aggiornamento del DDG 51 Flight III è incentrato sul sistema radar AMDR / SPY-6 (V) 1 Air e sul Missile Defense che offre capacità migliorate rispetto alle navi DDG 51 Flight IIA. L'AMDR consente alle navi Flight III di eseguire simultaneamente Anti-Air Warfare e la Ballistic Missile Defense, il che soddisfa l'esigenza fondamentale della US NAVY di potenziare la capacità di combattimento aereo integrato e di difesa missilistica.
Sessantasette navi della classe DDG 51 sono state consegnate alla flotta (DDG 51-DDG 117). Ventuno navi sono attualmente in fase di costruzione con i costruttori navali Huntington Ingalls Industries, Ingalls Shipbuilding e General Dynamics Bath Iron Works, tra cui il recente riconoscimento di 11 navi Flight III nell'ambito dell'acquisto pluriennale 2018-2022. MYP continua gli acquisti per il collaudato programma di costruzione navale DDG 51 Class, sfruttando la concorrenza, una solida base industriale e un design stabile al fine di ottenere risparmi.

(Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)





































 

US ARMY: il futuro veicolo da combattimento con equipaggio opzionale (OMFV) sostituirà il Bradley

L'US ARMY E IL CONCEPT DESIGN DELL’OMFV PER SOSTITUIRE IL VECCHIO BRADLEY

L’US ARMY ha selezionato di recente i Partners di Oshkosh Defense per la fase di progettazione del concept per il veicolo da combattimento con equipaggio opzionale (OMFV), che sostituirà la flotta di IFV BRADLEY ormai vecchia di 40 anni.
Il team di Oshkosh comprende Pratt Miller Defense, Hanwha Defense USA, Rafael Advanced Defense Systems, QinetiQ Inc. e Plasan e svilupperà i concetti iniziali supportati da modellazione, simulazione e analisi, informando i requisiti del futuro IFV OMFV.




In qualità di leader nell'innovazione delle tecnologie della difesa, la Oshkosh Defense si è impegnata a fornire le migliori soluzioni possibili all’US ARMY per le sue priorità di modernizzazione in evoluzione dei programmi futuri dell'esercito americano e del corpo dei marine degli Stati Uniti. Ciascuno dei partner industriali contribuirà con la propria esperienza nei veicoli da combattimento terrestri: torrette, corazzature in compositi e autonomia. Insieme, forniranno una possibile soluzione al progetto dell’OMFV, modulare e progettata per annientare le minacce emergenti con flessibilità e spazio di crescita per soddisfare i requisiti di una continua evoluzione.




La soluzione Oshkosh sfrutterà le comprovate capacità del telaio REDBACK della coreana Hanwha Defense e della famiglia di torrette SAMSON della israeliana Rafael. Il veicolo REDBACK è uno dei due contendenti per il requisito IFV dell'esercito australiano, mentre la torretta SAMSON ha fornito la base per la recente assegnazione a Oshkosh del contratto per il sistema di armi di calibro medio da parte dell’Us Army.
La Hanwha ha annunciato ufficialmente che una squadra statunitense-coreana ha presentato una proposta per sostituire i veicoli M2 Bradley; il costruttore coreano di mezzi corazzati trasporto truppe collaborerà con l'azienda americana Oshkosh, che ha una vasta esperienza con i camion militari ma non ha mai messo a punto un veicolo da combattimento cingolato.
La competizione per costruire un futuro veicolo da combattimento con equipaggio opzionale (OMFV) ora abbraccia cinque paesi in tre continenti. 






I concorrenti confermati includono:
  • la tedesca Rheinmetall, ha collaborato con le aziende americane Raytheon, Textron, L3Harris e Allison Transmissions;
  • BAE Systems – la filiale statunitense di una società britannica – ha collaborato con l'israeliana Elbit;
  • General Dynamics, in collaborazione con AeroVironment e Applied Intuition (tutte con sede negli Stati Uniti);
  • e ora la squadra statunitense-coreana di Oshkosh-Hanwha.
Questa forte risposta del settore segna un netto contrasto con la prima interpretazione dell'esercito su OMFV, nel 2019, per la quale solo una società (la General Dynamics) aveva presentato un’offerta. Il servizio annullò la richiesta originale e riavviò il programma OMFV con una tempistica un po' più realistica e richieste meno rigorose per l'industria.
I concorrenti del programma hanno già presentato proposte concrete per progettare costruire e mettere a punto il futuro veicolo da combattimento per la fanteria. Fino a cinque squadre otterranno contratti di sviluppo concettuale: nel 2023, il servizio statunitense restringerà a tre team per finalizzare i loro progetti e costruire prototipi completi, con un vincitore finale che emergerà nel 2027; il veicolo “O.M.F.V.” diventerà finalmente operativo nel 2029.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)