venerdì 14 ottobre 2022

“Praetorian eVo”, ovvero, il futuro del DASS



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Il Defensive Aids Sub-System (DASS) dell'Eurofighter Typhoon continua nel tempo ad essere uno sforzo di collaborazione congiunto tra Regno Unito, Italia, Germania e Spagna. 
All'inizio degli anni '90 e all'inizio del contratto, la Germania e, infine, la Spagna si ritirarono dalla partnership a quattro. Tuttavia, a metà degli anni '90, entrambi i paesi sono rientrati nel programma, ripristinando il partenariato a quattro nazioni che continua ancora oggi.







Il sistema ECM-ECCM-ESM “Praetorian eVo” rappresenta il futuro del DASS sul velivolo EF-2000 Typhoon. Lavorando a stretto contatto con il concetto di evoluzione a lungo termine di NETMA ed Eurofighter, il Praetorian eVo offre l'opportunità di realizzare una nuova architettura di sistema del DASS, fornendo sia guadagno di capacità operativa che longevità della capacità, fino alla data di fine servizio prevista per Typhoon (2035?).
L'Eurofighter Typhoon è l'aereo da combattimento multi-ruolo più potente e affidabile al mondo, costruito sulla forza di quattro nazioni europee (Regno Unito, Germania, Italia e Spagna), e delle loro principali società aerospaziali nel campo della difesa. L'unico caccia disponibile ancora sul mercato in grado di offrire capacità operative così ampie, il Typhoon combina: 
  • prestazioni della cellula, 
  • un'interfaccia uomo-macchina avanzata, 
  • motori potenti 
  • e tecnologie di rilevamento e difensive rivoluzionarie per offrire ai piloti il vantaggio nel competitivo campo di battaglia digitale di oggi.

Il consorzio EuroDASS, guidato da Leonardo e che comprende Elettronica (Italia), Hensoldt (Germania) e Indra (Spagna), fornisce il Praetorian Defensive Aids Sub System (DASS) per il Typhoon, garantendo protezione da un'ampia gamma di minacce avanzate. 
In quanto sistema integrato, il Praetorian migliora notevolmente la capacità di sopravvivenza del Typhoon, consentendo libertà d'azione anche in teatri complessi, congestionati e contesi. Il sistema protegge gli equipaggi da oltre 20 anni, comprese le operazioni di mantenimento della pace in Libia e Siria.
Il sistema Praetorian DASS comprende una suite completa di misure di supporto elettronico (ESM), contromisure elettroniche (ECM) e avviso di avvicinamento missilistico (MAW). Fornisce protezione contro le minacce aria-aria e terra-aria monitorando e rispondendo in modo proattivo all'ambiente operativo, rilevando e valutando le minacce e avviando contromisure appropriate alla massima portata. Il Praetorian si integra con i restanti elementi del Typhoon Defensive Aids System (DAS), vale a dire il Defensive Aids Computer (DAC) e il Chaff and Flare Counter-Measures Dispensing System (CMDS), per garantire una protezione end-to-end.

Misure di supporto elettronico (MES)

L'ESM è progettato per rilevare i radar delle minacce ostili utilizzando supereterodina e ricevitori digitali. Le antenne ESM sono posizionate in pod alle estremità alari offrendo una copertura spaziale sferica completa senza precedenti. Il ricevitore può rilevare e identificare su un'ampia gamma di frequenze, sufficienti per rilevare quasi tutti i tipi di sistemi radar e persino per rilevare altre sorgenti RF come radio o sistemi di collegamento dati. I dati vengono confrontati con il database delle firme radar memorizzate nella suite Electronic Support Measures. Utilizzando queste informazioni, l'ESM consente l'identificazione del radar e quindi della piattaforma da cui è schierato e lo presenta su una mappa mobile o un display multifunzione producendo un'immagine della minaccia a 360° attorno all'aeromobile, compresi i bersagli identificati e persino le loro zone di letalità. Ciò consente al pilota di volare intorno a queste zone per evitare il rilevamento o l'ingaggio. Pertanto, il sistema non solo avverte il pilota, ma aiuta la consapevolezza situazionale di potenziali obiettivi.

Contromisure elettroniche (ECM)

Il pod posto all'estremità dell'ala ECM è dotato di un sistema di contromisure elettroniche (ECM) interno che utilizza la memoria digitale a radiofrequenza (DRFM) e un generatore di tecniche di frequenza digitale per bloccare più sistemi radar aerei e terrestri contemporaneamente e a lungo raggio. Un'antenna si trova davanti al pod della punta dell'ala sinistra e un'altra all'estremità posteriore.











Oltre all'ECM di bordo, un'altra contromisura attiva è il Towed Radar Decoy (TRD). Questo viene trasportato nella parte posteriore della capsula alare di tribordo e dispiegato dalla capsula su un cavo di traino contenente un collegamento in fibra ottica e una linea elettrica separata. I TRD sono efficaci contro una varietà di diversi sistemi radar come radar monopulse, Track While Scan (TWS) o CLOS (Command Line Of Sight). Poiché il TRD è un jammer fuori bordo, i sistemi radar dotati di modalità home on jam (HOJ) non saranno in grado di agganciarsi direttamente all'aereo stesso. L'efficacia è ulteriormente migliorata dal rilascio di nuvole di paglia che rendono l'esca un bersaglio più attraente per il missile. Il TRD può tollerare velocità fino a Mach 2 e carichi di +9/-3g.

Avviso di avvicinamento missilistico (MAW)

Per tracciare i missili ostili lanciati contro il Typhoon, il DASS incorpora un Missile Approach Warning (MAW) con antenne nelle radici delle ali e una nella coda per fornire copertura intorno all'aereo. L'avvisatore di avvicinamento missilistico utilizza un radar doppler a impulsi per il rilevamento ed è in grado di rilevare non solo ordigni guidati da radar, ma anche armi passive come missili a corto raggio guidati a infrarossi. Possono rilevare più missili lanciati verso l'aereo in tutte le condizioni atmosferiche e anche dopo la fase di burnout del motore a razzo. Una volta rilevato un missile, verrà identificato in base al fatto che sia guidato da radar o IR e la sua posizione verrà visualizzata sugli MFD. Il MAW può attivare automaticamente i distributori di pula/flare come richiesto.

Gestione integrata dei dati di missione

Il DASS è supportato da una suite completa di gestione dei dati di missione integrata. Ciò consente di creare, aggiornare e verificare i dati delle missioni nazionali in modo agile. Una suite di strumenti supporta i Mission Data, scalabili in base alle esigenze e alle esigenze delle singole nazioni. Nel moderno spazio di battaglia digitale, l'agilità di reazione e di cambiamento alle richieste operative è un elemento discriminante, pienamente supportato dalla gestione integrata dei dati di missione al centro del DASS.
La capacità del DASS è in continua evoluzione attraverso il programma del pacchetto DASS. Si tratta di un programma di aggiornamento regolare, allineato alle continue prove e aspettative delle nazioni, che sviluppa continuamente la capacità operativa del DASS principalmente mediante l'aggiornamento del software, fornendo un programma di miglioramento agile e reattivo che risponde alle future esigenze delle nazioni.
La minaccia futura continua ad evolversi rapidamente in un ambiente sempre più complesso, congestionato e conteso. Il sistema Praetorian eVo fornisce l'architettura di sistema fondamentale, una copertura di frequenza estesa e una complessa elaborazione del segnale digitale per massimizzare la probabilità di sfruttamento contro l'evoluzione degli emettitori di minacce. Allo stesso modo, una nuova architettura di contromisure elettroniche (ECM) fornisce estensioni sia alla frequenza che alla copertura spaziale, consentendo al contempo tecniche di contromisura sempre più complesse.
L'agilità sta rapidamente diventando un elemento discriminante nello spazio di battaglia digitale. La capacità di reagire e aggiornarsi in tempo reale allo scenario di minacce in continua evoluzione è una necessità. Praetorian eVo fornisce un'architettura software progettata per questa agilità, fornendo costantemente le informazioni digitali più aggiornate per garantire la massima protezione della piattaforma. Praetorian eVo offre anche l'opportunità di aumentare notevolmente l'integrazione del DASS con il più ampio sistema d'arma avionica, sfruttando appieno gli ampi dati dello spazio di battaglia catturati dal DASS.

SENSORI

I sensori leader di classe offrono al pilota l'impareggiabile consapevolezza della situazione, integrando perfettamente i dati e aggiornando l'immagine dello spazio di battaglia per informazioni utilizzabili. La Fusion Information Superiority consente al pilota di dominare lo spazio di battaglia.

SENSORE IR PIRATE

Il Pirate Sensor è il primo design al mondo derivato dalle specifiche del sistema d'arma e un complemento ideale al radar e al DASS (Defensive Aid Sub System). Con i suoi sensori passivi permette di rilevare e tracciare simultaneamente bersagli multipli e di manovra.
Il sistema “PIRATE IRST” dell'Eurofighter Typhoon è in grado di rilevare caccia subsonici da 50 km dalla parte anteriore e 90 km dal posteriore; il valore maggiore è la conseguenza dell'osservazione diretta dello scarico del motore, con un aumento ancora maggiore possibile se l'obiettivo utilizza postbruciatori. Il raggio al quale un bersaglio può essere identificato con sufficiente sicurezza per decidere il rilascio dell'arma è significativamente inferiore al raggio di rilevamento: i produttori hanno affermato che è circa il 65% del raggio di rilevamento.
Con i missili homing a infrarossi o spara e dimentica, il velivolo può essere in grado di lanciare sul bersaglio senza dover accendere i suoi dispositivi radar. Altrimenti, se lo desidera, il caccia può accendere il radar e ottenere un blocco immediatamente prima di sparare; potrebbe anche avvicinarsi al raggio del cannone e impegnarsi in quel modo. Che utilizzino o meno il radar, il sistema IRST può comunque consentire loro di lanciare un attacco a sorpresa.
Un sistema IRST può anche avere un normale mirino ottico ingrandito asservito, per aiutare l'aereo dotato di IRST a identificare il bersaglio a lungo raggio. A differenza di un normale sistema a infrarossi che guarda in avanti, un sistema IRST effettivamente scansionerà lo spazio intorno all'aereo in modo simile al modo in cui funzionano i radar guidati meccanicamente (o anche elettronicamente). L'eccezione alla tecnica di scansione è il DAS dell'F-35 JSF, che guarda simultaneamente in tutte le direzioni e rileva e dichiara automaticamente aerei e missili in tutte le direzioni, senza limite al numero di bersagli tracciati simultaneamente.
Quando trovano uno o più potenziali bersagli, avviseranno i piloti e visualizzeranno la posizione di ciascun bersaglio rispetto all'aereo su uno schermo, proprio come un radar. Ancora una volta, analogamente al modo in cui funziona un radar, l'operatore può ordinare all'IRST di tracciare un particolare bersaglio di interesse, una volta che è stato identificato, o di scansionare in una particolare direzione se si ritiene che sia presente un bersaglio (ad esempio, a causa di un consulenza dell'AWACS o di un altro aeromobile).
I sistemi IRST possono incorporare telemetri laser per fornire soluzioni complete di controllo del fuoco per il fuoco dei cannoni o il lancio di missili (Optronique secteur frontal). La combinazione di un modello di propagazione atmosferica, la superficie apparente del bersaglio e l'analisi del movimento del bersaglio (TMA) IRST può calcolare l’intervallo.

RADAR

Il radar a scansione meccanica Captor-M è il miglior radar della categoria, che offre un'ampia suite di modalità per soddisfare le esigenze operative dei clienti, oltre a fornire un campo d'interesse molto competitivo.
Il radar Captor-E a scansione elettronica è il futuro sensore principale dell'Eurofighter Typhoon e dispone di una suite completa di modalità Aria-Aria e Aria-Superficie. La capiente apertura dell'Eurofighter Typhoon consente l'installazione dell'array ottimizzato e riposizionabile di Captor-E, il cui campo visivo è circa il 50% più ampio rispetto ai tradizionali sistemi a piastre fisse.
Questo ampio campo di considerazione offre vantaggi significativi sia negli impegni aria-aria che aria-superficie e, data la grande potenza e apertura disponibili, fornisce al pilota una copertura angolare molto migliorata rispetto ai sistemi a piastra fissa.

LA CABINA DI PILOTAGGIO

Durante tutto il processo di progettazione dell'Eurofighter Typhoon, le esigenze del pilota monoposto sono state di primaria importanza. Ciò significa che sono stati prestati alti livelli di attenzione alle interfacce di controllo e informazioni in tutto l'esclusivo cockpit in vetro, dai sistemi head-up, head-down e head-out alla visione a 360 gradi. Sono state analizzate situazioni di carico di lavoro elevato per stabilire le priorità delle informazioni e automatizzare le attività.
Il design e il layout avanzati della cabina di pilotaggio si basano su un'ampia serie di valutazioni formali in una struttura prototipale rapida, intraprese da piloti operativi delle forze aeree che pilotano l'Eurofighter Typhoon. L'utilizzo e l'aggiornamento della tecnologia digitale avanzata non solo migliora il funzionamento e la sopravvivenza, ma semplifica anche la manutenzione dell'aeromobile.
Altre caratteristiche come le funzioni di controllo Direct Voice Input (DVI) e Hands On Throttle And Stick (HOTAS) sono state implementate sull'Eurofighter Typhoon per ridurre drasticamente il carico di lavoro del pilota. Voice + Throttle And Stick (VTAS) consente operazioni a pilota singolo anche nelle missioni aria-aria, aria-superficie e swing-role più impegnative.

DISPLAY A TESTA ALTA (HUD)

Il display head-up grandangolare (HUD) dell'Eurofighter Typhoon fornisce al pilota una guida stabile, accurata, ad alta integrità ea bassa latenza in un pacchetto compatto. L'HUD offre prestazioni elevate compatibili con la visione notturna e gli occhiali di protezione laser.

SISTEMI DI VISUALIZZAZIONE A TESTA IN GIÙ (MHDD)

Tre display multifunzionali a testa in giù (MHDD) a colori vengono utilizzati per la situazione tattica generale, presentando la situazione dell'attacco, i formati di attacco, le visualizzazioni delle mappe e le procedure del traffico aereo, oltre allo stato del sistema e alle liste di controllo.

SISTEMA DI SIMBOLOGIA MONTATO SUL CASCO (HMSS)

L'Eurofighter Typhoon utilizza un esclusivo sistema di simbologia montato su casco (HMSS), insieme ad altre sei superfici di visualizzazione dei piloti. HMSS fornisce riferimenti di volo e dati sulle armi che mirano attraverso la visiera. È completamente compatibile con gli ausili per la visione notturna che utilizzano l'intensificazione della luce e le immagini FLIR (Forward Looking Infrared). Offre quindi ai piloti un vantaggio competitivo significativo.
Il casco è composto da un casco esterno, un casco interno, una visiera ottica/schermo, una maschera per l'ossigeno, una telecamera per il miglioramento della visione notturna e un sistema di rilevamento della posizione della testa.

SENSORI DI NAVIGAZIONE

La più recente tecnologia dei sensori supporta il funzionamento automatizzato e intrinsecamente nascosto fino a 100 piedi. Gli aiuti alla navigazione dell'Eurofighter Typhoon includono un sistema di posizionamento globale (GPS) per un'interfaccia completamente digitale con singoli canali di localizzazione satellitare e capacità anti-inceppamento migliorate. Il pacchetto include anche un sistema di navigazione inerziale con GPS. Inoltre, il sistema di navigazione è dotato di cueing laterale integrato e comandi verticali, garantendo manovre sicure con consapevolezza della situazione 3D.

CONTROLLO DI VOLO

Il sistema di controllo di volo (FCS) è un sistema digitale quadruplo e autorevole completo che consente una manovrabilità e una manovra spensierate in tutte le situazioni. Il suo funzionamento intuitivo è progettato per consentire al pilota di concentrarsi sui compiti tattici e di far volare l'aereo "a testa in su" in combinazione con il concetto HOTAS (Hand-on-Throttle-and-Stick) applicato al design della cabina di pilotaggio. Le funzionalità di ripristino di emergenza automatizzate sono state incorporate anche nella progettazione del sistema per garantire la massima sicurezza di funzionamento.

SISTEMA MULTIFUNZIONALE DI DISTRIBUZIONE DELLE INFORMAZIONI (MIDS)

MIDS è un collegamento dati avanzato, un sistema multifunzionale di distribuzione di informazioni digitali, che consente all'aeromobile di scambiare in modo sicuro la data in tempo reale tra un'ampia varietà di utenti, comprese le forze aeree e, se del caso, le forze di terra e navali. È ad alta velocità, ad alta capacità, sicuro e resistente agli inceppamenti mentre è in grado di condividere e ricevere informazioni da altri utenti nella loro rete.

SOTTOSISTEMA DI AIUTI DIFENSIVI (DASS)

La suite DASS è composta da pod Electronic Support Measures e Electronic Counter Measures (ESM/ECM), segnalatori missilistici, erogatori di pula e bagliori e un segnalatore laser opzionale.
I continui aggiornamenti della potenza di calcolo supporteranno la massima protezione dalle minacce future, migliorando la capacità di sopravvivenza dell'Eurofighter Typhoon e aumentando notevolmente l'efficacia complessiva della missione.

PRAETORIAN DASS: PROTEZIONE ASSICURATA, OGGI E DOMANI

Il Praetorian Defensive Aids Sub System (DASS), prodotto da EuroDASS (Leonardo, Elettronica, Indra e Hensoldt), dota l'Eurofighter Typhoon di autoprotezione dalle minacce aria-aria e terra-aria, inclusi infrarossi e radar-missili guidati, monitorando e rispondendo in modo proattivo all'ambiente operativo. Missione programmabile, che comprende misure di supporto elettroniche e contromisure elettroniche (ESM/ECM), avvisatore missilistico e un avvisatore laser opzionale, la suite protegge gli aerei e gli equipaggi in modo affidabile da anni.
Il sistema aggiornato è stato sviluppato per fornire una protezione continua dalle minacce future, migliorando la capacità di sopravvivenza dell'Eurofighter Typhoon e aumentando notevolmente l'efficacia complessiva della missione. Si basa sull'esperienza operativa acquisita dal DASS esistente, introducendo al contempo una nuova architettura completamente digitale, con capacità di comunicazione avanzate che consentiranno a Typhoon di condividere e sfruttare dati ad alta fedeltà attraverso lo spazio di battaglia digitale. Poiché il ruolo di Typhoon continua ad evolversi, il Praetorian DASS dovrà fare di più per mantenere il caccia al centro del futuro mix di flotte, insieme alle piattaforme future.

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo due devastanti conflitti mondiali.  

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

(Fonti: Web, Google, Leonardo, Elettronica, Wikipedia, You Tube)


















































 

I Bersaglieri, le origini, il decalogo di Lamarmora, la fanfara, l’inno, l’uniforme, il cappello piumato e il fez


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I bersaglieri sono una specialità dell'arma di fanteria dell'Esercito italiano così chiamata perché in origine formata da soldati addestrati al tiro con fucili di precisione a canna rigata. Ogni 18 giugno si festeggia l'anniversario della loro costituzione, avvenuta nel 1836. Fu denominato "Corpo" dalla fondazione fino al 1861. L'associazione d'arma di riferimento è l'Associazione nazionale bersaglieri. Il cappello piumato è il simbolo della specialità.
Il Corpo dei bersaglieri venne istituito, con regio brevetto del 18 giugno 1836, dal re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia su proposta dell'allora capitano del Reggimento guardie Alessandro La Marmora.
Il compito assegnato alla nuova specialità prevedeva le tipiche funzioni della fanteria leggera - esplorazione, primo contatto con il nemico e fiancheggiamento della fanteria di linea (senza però schierarsi e frammischiarsi con quest'ultima) - ma si caratterizzava, come nelle intenzioni del suo fondatore, per un'inedita velocità di esecuzione delle mansioni affidate ed una versatilità d'impiego che faceva dei suoi membri, ancorché appiedati, oltreché dei cacciatori, anche delle guide e dei guastatori ante litteram.
Dotato di ampia autonomia operativa, il corpo era formato da uomini addestrati alla corsa ed al tiro con armi di concezione moderna pronti ad agire, anche isolatamente, per impegnare di sorpresa l'avversario in azioni di disturbo col preciso intento di sconvolgerne i piani, organizzati in piccoli gruppi schierati in quadrato, però, i bersaglieri potevano essere impiegati anche in contrasto alla cavalleria per romperne la carica.
Le prime quattro compagnie che confluiranno poi nel I battaglione vennero formate, rispettivamente, nel luglio 1836 (la 1ª), nel gennaio 1837 (la 2ª), nel gennaio 1840 (la 3ª) e nel febbraio 1843 (la 4ª).
Ricevette il battesimo del fuoco l'8 aprile 1848 nella battaglia di Goito durante la prima guerra di indipendenza italiana.
Un secondo battaglione si formò il 23 aprile 1848 ed altri tre il 30 dicembre 1848, il 10 marzo 1849 gli furono aggiunti due battaglioni bersaglieri della divisione lombarda. Nell'aprile 1849 le truppe comandate da Alfonso La Marmora intervennero per sedare i moti nella città di Genova. Con il trascorrere degli anni aumentò il numero dei battaglioni: 10 nel 1852, 16 nel 1859. Nel 1856 fu creata la carica di "ispettore del corpo dei bersaglieri", con le attribuzioni dei comandanti di brigata. Nel 1854 furono impegnati nella guerra di Crimea, prima "missione all'estero" di truppe italiane dove morì lo stesso Alessandro La Marmora.









Decalogo di La Marmora:
  • Obbedienza
  • Rispetto
  • Conoscenza assoluta della propria carabina
  • Molto esercizio di tiro
  • Ginnastica di ogni genere sino alla frenesia
  • Cameratismo
  • Sentimento della famiglia
  • Rispetto alle leggi e onore al Re
  • Amore alla Patria
  • Fiducia in sé stessi sino alla presunzione.

La fanfara

La fanfara dei Bersaglieri nacque con la loro prima compagnia il 1º luglio 1836, quando un reparto uscì dalla caserma Ceppi di Torino con strumenti a fiato assieme alle armi: «…marciavano in testa dodici soldati colla carabina sulla spalla sinistra, tenendo nella destra corni da caccia con cui suonavano una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati…» (Quarenghi)
Da allora i bersaglieri non possono partecipare ad una sfilata in assenza della fanfara e l'atto costitutivo del 18 giugno 1836 stabilisce che per ogni compagnia vi siano 13 trombe ed un caporale trombettiere. La riunione per l'addestramento musicale dei trombettieri delle varie compagnie diede origine alla fanfara di battaglione, che in pochi anni divenne un reparto autonomo, mentre le singole compagnie continuarono a disporre di propri trombettieri. Alle trombe si sono aggiunti con il tempo altri strumenti a fiato.
Oggi è l'unica banda al mondo ad esibirsi a passo di corsa. L'uso deriverebbe, secondo la tradizione popolare, dall'ingresso in Roma, alla breccia di Porta Pia, che doveva effettuarsi a passo di carica, ma che invece divenne spontaneamente una corsa dei soldati.
Oltre alla fanfara della Brigata bersaglieri "Garibaldi", il 3º, il 6º, il 7º e l'11º Reggimento bersaglieri hanno una propria fanfara.

L’inno

L'inno dei bersaglieri è stato composto nel 1860 dal giovanissimo ufficiale del bersaglieri Giulio Ricordi con testo del poeta Giuseppe Regaldi. Nel 1862 Pietro Luigi Hertel ne fece una versione titolata "Flik Flok". L'arrangiamento attuale fu nel 1886 del maestro Raffaele Cuconato come "Marcia dei Bersaglieri".

L'uniforme

I bersaglieri hanno le stesse dotazioni e indossano la medesima uniforme della fanteria dell'Esercito Italiano, fatta eccezione per alcune tradizionali e distintive caratteristiche proprie della specialità.

Il cappello

Si utilizza in occasione di servizi armati d'onore e di parata, quando di ronda o di picchetto e con la grande uniforme.
È il più riconoscibile emblema del Corpo, il simbolo più sentito delle sue tradizioni, secondo in questo solo al tricolore.
La Marmora nel concepire la divisa dei bersaglieri volle il cappello con il piumetto, affinché rappresentasse plasticamente ardore ed impeto, prontezza nello slancio e resistenza nella corsa. 
Si utilizza in occasione di servizi armati d'onore e di parata, quando di ronda o di picchetto e con la grande uniforme. 
È il più riconoscibile emblema del Corpo, il simbolo più sentito delle sue tradizioni, secondo in questo solo al tricolore.
La questione invece del piumaggio è stato adottato per un fatto mimetico.
Il piumetto (termine tecnico per indicare l'intero piumaggio) è composto di piume ancor oggi spesso naturali, anche se sono ammesse quelle sintetiche. A suo tempo si disse che la provenienza del piumaggio fosse dalle piume del Gallo Cedrone. La truppa adoperò principalmente piume di cappone nero e gli ufficiali, a distinzione, ebbero il pennacchietto di più pregiate piume di struzzo colorate in verde.
Poi, sempre per una questione mimetica, il colore e la lunghezza delle piume venne unificato.
Attualmente il Cappello Piumato non è più utilizzato in azioni militari, ma è utilizzato solo in alta uniforme e nelle parate.
I bersaglieri montano le caratteristiche piume sui loro elmetti grazie ad un apposito accessorio, il porta piumetto introdotto a partire dal Mod. 31/33 agganciato al bordo inferiore destro della calotta. Cappello, casco coloniale o elmetto che fosse, il piumetto non ha mai abbandonato i bersaglieri se non durante la prima guerra mondiale quando. tra il settembre 1915 e gli ultimi mesi del 1917, su ordine del generale Cadorna che venissero temporaneamente dismessi piumetti e penne alpine dalla zona del fronte. Il piumetto tattico montato oggi sugli elmetti ha dimensioni ridotte (50 piume).

Il piumetto

La Marmora nel concepire la divisa dei bersaglieri volle il cappello con il piumetto, affinché rappresentasse plasticamente ardore ed impeto, prontezza nello slancio e resistenza nella corsa.
Gli ufficiali che in origine per distinguersi impiegavano penne di colore verde chiaro, uniformarono nel 1871 il colore delle loro penne con quelle nere della truppa.
Il piumetto è formato da 132 penne nere naturali di cappone di varia lunghezza che assumono colore verde bronzeo, iridescente, fissate ad un gambo metallico.
I bersaglieri montano le caratteristiche piume sui loro elmetti grazie ad un apposito accessorio, il porta piumetto introdotto a partire dal Mod. 31/33 agganciato al bordo inferiore destro della calotta. Cappello, casco coloniale o elmetto che fosse, il piumetto non ha mai abbandonato i bersaglieri se non durante la prima guerra mondiale quando, tra il settembre 1915 e gli ultimi mesi del 1917, su ordine del generale Cadorna, vennero temporaneamente dismessi piumetti e penne alpine dalla zona del fronte. Il piumetto tattico montato oggi sugli elmetti ha dimensioni ridotte (50 piume).

Il fregio

Il fregio della specialità, lo stesso dal 1848, rappresenta un corno con nappe poggiato su due moschetti incrociati; al centro del corno una granata con collo; sormontata da una fiamma a sette lingue ripiegate a sinistra (a destra per chi guarda) inclinata e fuggente, come mossa dal vento della corsa dei bersaglieri, sinonimo di impeto e velocità.
Al centro della granata trova posto il numero del Reggimento in cui si presta servizio.

Fregio sul cappello

Sul cappello il fregio si compone di una coccarda tricolore in rayon di circa 8 cm su cui viene posto il trofeo in metallo dorato, alto circa 6,8 cm e largo 6,2 cm. Completa il fregio l'applicazione di un dischetto bombato (definito pulce) anch'esso di metallo dorato sul quale si trova, inciso e smaltato di nero, il numero del Reggimento.

Il basco

Il basco è il copricapo base di tutto l'Esercito dagli anni '80 del secolo scorso. L'uso generalizzato del basco iniziò nell'Esercito Italiano intorno agli anni '60. I bersaglieri, tuttavia, non ebbero inizialmente tale copricapo, utilizzando invece, quando non era prescritto il cappello piumato, il fez (personale di truppa) o la bustina kaki o il berretto rigido (sottufficiali e ufficiali). Soltanto nei primi anni '70, con l'adozione dei nuovi baschi con fregio a sinistra, ai sottufficiali ed agli ufficiali dei bersaglieri venne assegnato il basco di colore nero, proprio delle truppe corazzate, mentre il personale di truppa mantenne il fez. A partire dagli anni '90 il basco venne esteso anche ai graduati di truppa in servizio permanente. Il 19 giugno 2011 a Torino, in occasione della 59ª adunata nazionale dei bersaglieri, venne presentato un nuovo basco, palesemente ispirato a quello delle fanterie britanniche: di colore nero, aveva una sotto-pannatura cremisi in corrispondenza del fregio, un piumino nero sul lato sinistro, mentre il nastro era di colore azzurro. Tale copricapo, oltre a essere completamente estraneo alle tradizioni bersaglieresche, venne esteso anche ai militari di truppa al posto del tradizionale fez. Come è facilmente intuibile, ciò suscitò le rimostranze dei vecchi bersaglieri e di chi era affezionato alla storia e alle tradizioni del corpo. Nel 2015 lo Stato Maggiore dell'Esercito corse ai ripari: fu così ripristinato il fez per la truppa, mentre al nuovo basco, previsto per i soli VSP, sottufficiali e ufficiali, venne tolto il piumino (non il sotto-panno cremisi e il nastro azzurro).

Il fez

Tra i copricapi tradizionali vi è il fez, la cui origine risale alla Guerra di Crimea (1855) quando gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, entusiasmati dal valore dei bersaglieri (battaglia della Cernaia), offrirono il loro copricapo, il fez, in segno di ammirazione. Prima del fez, i bersaglieri usavano come copricapo da fatica, un berretto di lana, di colore turchino, lungo, che terminava in un fiocco cremisi.

Altre dotazioni

Il cordone verde

Il cordone verde (chiamato anche Garibaldina) servì in origine a sostenere la fiaschetta della polvere da sparo (che cadeva sul fianco destro) fino a quando non entrò in dotazione la cartuccia completa. Servì anche per le trombette ed i corni e per il fischietto in legno nero di dotazione. Attualmente viene indossato con l'uniforme per i servizi speciali e d’onore.

I guanti

I guanti neri vennero adottati nel 1839, in sostituzione di quelli inizialmente previsti di colore blu scuro come la divisa, che perdevano il colore. I Bersaglieri indossano sull'Uniforme da cerimonia e quella per i Servizi armati di parata e d'onore guanti neri anziché quelli bianchi utilizzati invece dalle altre Armi, Corpi e Specialità dell'Esercito.

Le fiamme

Il colore cremisi distintivo dei Bersaglieri compariva nelle mostreggiature e filettature della prima giubba di panno azzurro-nero della truppa, e nelle spalline, colletto, bande e manopole degli Ufficiali. Oggi è conservato nelle fiamme a due punte indossate sul colletto.

Il foulard cremisi

Con l'uniforme da combattimento e quella per servizi armati i bersaglieri indossano un fazzoletto da collo di colore cremisi (oppure azzurro quando impegnati in missioni ONU). Nei teatri operativi all'estero il foulard è sostituito dalla sciarpa a rete. Quello in dotazione, di cotone in tinta unita ha forma triangolare e dimensioni di 70 cm per 35 cm.

….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo due devastanti conflitti mondiali.  

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

(Fonti: Web, Google, Wikipedia, You Tube)

































L'autore del blog sul Cellina Meduna (1977)


1975-77: l'autore del blog presso la caserma Martelli di Pordenone.