lunedì 9 gennaio 2023

Marina Militare Italiana: L.H.D. Trieste (L 9890)



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"


Il Trieste, distintivo ottico L 9890, è un'unità anfibia multiruolo della Marina Militare, classificata ufficialmente come LHD (portaelicotteri d'assalto anfibio) e ordinata a seguito del programma navale 2014-2015, costruita nei cantieri navali di Castellammare di Stabia della Fincantieri.







L’INIZIO DELLE PROVE IN MARE

Dopo 35 giorni Nave TRIESTE è tornata alla Spezia per riprendere le prove in mare dei sistemi di piattaforma e di combattimento. Il giorno 9 novembre 2021 è iniziato il corposo programma di prove ufficiali e le acque del Mar Ligure sono tornate ad essere la cornice delle attività della Nave. L’Unità aveva lasciato lo stabilimento Fincantieri Muggiano alla volta di quello di Palermo lo scorso 3 settembre. L’attraversata del Mar Tirreno è stata il primo vero banco di prova che la Nave ha affrontato dopo le prime prove a mare industriali condotte nel mese di agosto, 480 miglia nautiche da percorrere tutte d’un fiato senza vedere a poppa il profilo della costa spezzina. La navigazione di rientro non è stata meno interessante della precedente. Per la prima volta Nave TRIESTE ha incontrato le sferzate di vento e i marosi delle caratteristiche perturbazioni autunnali che corrono sul Mar Tirreno. Con le sue attuali 30.000 tonnellate di dislocamento non ha perso la calma che la contraddistingue, quasi come se il nome della città battuta dalla Bora che fregia le sue fiancate la rendesse avvezza a quella forza esercitata sul suo grande scafo. Ora le prove sono iniziate e tu, TRIESTE, "risplendi sul mare".

PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE

Facente parte delle unità previste con la legge navale 2014-2015, la nuova nave anfibia multiruolo/multifunzione ha un dislocamento a pieno carico di circa 38 000 tonnellate e una lunghezza, fuori tutto, di circa 245 metri, detenendo così il titolo di unità più grande della flotta. Il progetto innovativo si rifà allo stile adottato anche dalle portaerei britanniche classe Queen Elizabeth. Infatti presenta due isole distinte, la prima (quella a proravia) per la navigazione, la seconda (a poppavia) per la gestione ed il controllo delle operazioni di volo. Questo assetto ha una triplice funzione, garantendo infatti un maggior raggio visivo, più spazio sul ponte di volo e anche una gestione più fluida ed efficiente delle varie attività.
Il ponte di volo ha una lunghezza di 230 metri ed una larghezza di 36 metri, con un totale di 9 punti per mezzi aerei. È dotato di 2 elevatori per aeromobili (15 m x 15 m) con una portata massima di 42 tonnellate.
Secondo i dati dichiarati, la nave è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'aviorimessa, che consente di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM (Landing Craft Mechanized), gommoni a scafo rigido (RHIB), aeroscafi LCAC (noti comunemente come hovercraft), L-CAC e i più innovativi mezzi da sbarco anfibio rapido (L-CAT) in dotazione alle marine NATO ed europee. A differenza della portaeromobili Cavour, che ha un'unica aviorimessa riconfigurabile in ponte veicoli non allagabile, questa unità dispone, al di sotto del ponte di volo, di due ulteriori ponti, di cui uno è un'aviorimessa di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegata ad un ponte inferiore di 2200 m², diviso in un'autorimessa da 700 m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e in un bacino allagabile (55 m x 15 m), dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.
Come il Cavour e il Giuseppe Garibaldi, anche il Trieste, sul ponte di volo, è dotato di trampolino di lancio inclinato (ski-jump) per facilitare il decollo degli aerei STOVL F-35B, come riportato anche nella scheda tecnica, mantenendo una capacità aerea secondaria da utilizzare in caso di necessità qualora il Cavour non fosse disponibile.
Il gruppo motore ha due assi con eliche pentapala a passo variabile e due timoni compensati a spada, due pinne stabilizzatrici retrattili, due eliche di manovra prodiere ed un'elica di manovra poppiera intubate, che garantiscono una maggiore manovrabilità in spazi ristretti rispetto alla sola accoppiata timoni/eliche.
Il taglio della prima lamiera è avvenuto il 12 luglio 2017 nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, mentre, poco più di 7 mesi dopo, il 20 febbraio 2018, ha avuto luogo l'impostazione della chiglia sullo scalo del cantiere navale stabiese, dando il via alla costruzione della nave. Essa è stata varata, e contestualmente battezzata il 25 maggio 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cerimonia cui ha fatto da madrina la figlia.
Il 12 agosto 2021 è avvenuta la prima prova in mare, al largo di La Spezia.
Si prevede che la nave d'assalto anfibio Trieste entri in servizio a metà 2023, andando a sostituire il Giuseppe Garibaldi e forse una delle tre navi da sbarco della classe San Giorgio.

SISTEMI D’ARMA DI ULTIMA GENERAZIONE

L'unità presenta sistemi d'arma di ultima generazione. Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria, sono presenti:
  • 3 cannoni multiruolo Leonardo-OTO da 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
  • 3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara 25/80 equipaggiate con un cannone Oerlikon KBA da 25 mm (25x137mm);
  • 2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20 per il lancio di ingannatori (esche elettroniche) subacquei ed aerei.

CANNONI MULTI-RUOLO LEONARDO-OTO da 76/62 mm SR

Il cannone OTO Melara da 76 mm è un cannone navale costruito e progettato dalla compagnia di difesa italiana Oto Melara (ora Leonardo). Si basa sull'Oto Melara 76/62C e si è progressivamente evoluto verso il 76/62 SR e il 76/62 Strales. 




Il sistema è abbastanza compatto da poter essere installato su navi da guerra relativamente piccole. La sua alta cadenza di fuoco e la disponibilità di diversi tipi di munizioni lo rendono adatto per la difesa antimissilistica a corto raggio, il supporto antiaereo, anti-superficie e di terra. Le munizioni includono proiettili perforanti, incendiari, a frammentazione diretta e un proiettile guidato commercializzato come in grado di distruggere i missili anti-nave altamente manovrabili. L’arma può essere installata anche in uno scudo “stealth”.
L'OTO Melara 76 mm è stato ampiamente esportato ed è utilizzato da oltre sessanta marine in tutto il mondo. E’ risultato il favorito rispetto al cannone navale francese da 100 mm per il progetto congiunto francese / italiana delle fregate FREMM.
Il 27 settembre 2006 l'Iran ha annunciato di aver avviato la produzione in serie di un cannone navale chiamato Fajr-27, che è un cannone Oto Melara da 76 mm retro-ingegnerizzato. Di recente anche la Turchia ha realizzato un “clone”.
Specifiche: Raffreddamento: acqua di mare, acqua dolce per il risciacquo; Alimentazione elettrica: 440 V, trifase, 60 Hz, circuito principale; Rete 115 V, monofase, 400 Hz, servo e sincronizzata.
Varianti: Compatto - La versione originale ha una cadenza di fuoco di 85 colpi al minuto. Super rapido - La variante Super Rapido o "Super Rapido", con una cadenza di fuoco maggiore di 120 colpi al minuto, è stata sviluppata all'inizio degli anni '80 ed è rimasta attuale a partire dal 2020. La maggiore cadenza di fuoco del Super Rapido è stata ottenuta progettando un sistema di alimentazione più veloce.  Sistema Strales - La marina italiana ha tempo fa preferito il Super Rapido migliorato con sistema Strales e munizioni DART al Fast Forty 40 mm CIWS nel ruolo di difesa antimissilistica in quanto è in grado di contrastare diversi missili subsonici fino a 8.000 metri di distanza. È un cannone di medio calibro con una portata relativamente lunga e può essere utilizzato anche contro bersagli di superficie. Sovraponte - Il 76/62 Sovraponte ("over deck") è un nuovo supporto leggero compatto per il cannone 76/62. Il sistema è circa il 30-40% più leggero del Super Rapid standard e la sua installazione non richiede la penetrazione della coperta sottostante; la montatura ospita 76 proiettili pronti al fuoco ed è disponibile per la vendita sia con che senza il sistema Strales. Il Sovraponte è stato installato per la prima volta sui PPA classe Thaon di Revel della Marina Militare Italiana, posizionata sopra l'hangar elicotteri a poppa.
Per fornire più ruoli per il cannone OTO fornisce all'utente un'ampia gamma di munizioni specializzate: 
  • Standard HE: peso 6.296 kg, autonomia 16 km, effettivi 8 km (4 km contro bersagli aerei a 85°);
  • MOM: sviluppato da OTO (Multirole OTO Munition);
  • PFF: proiettile antimissilistico, con spoletta di prossimità e sfere di tungsteno incorporate nell'involucro per un effetto di frammentazione definito;
  • SAPOM: 6,35 kg (0,46 kg HE), portata 16 km (SAPOMER: 20 km) semi-perforante;
  • DART: proiettile guidato per bersagli di manovra antiaerei e antimissilistici;
  • VULCANO: 5 kg, proiettile guidato con una gittata massima di circa 40 km (è una versione più piccola del Vulcano da 127 mm).
Dai primi anni '80 il cannone era stato dotato di un sistema più potente e flessibile, l'RTN-30X (utilizzato con il sistema Dardo-E CIWS e noto nella Marina Militare Italiana come SPG-73), in grado di gestire i cannoni da 40, 76 e 127 mm e missili Sea Sparrow - Aspide. Questo sistema entrò in servizio con la Marina Militare Italiana sull'incrociatore Garibaldi (C551: l'RTN-30X entrò in servizio per primo sulle fregate classe Maestrale; la torretta Dardo da 40 mm fu asservita ai più piccoli e vecchi radar RTN-20X), ma pur sempre con le torrette binate Dardo da 40 mm. Le prime unità equipaggiate con il Dardo E e il Super Rapido da 76 mm furono i DDG AUDACE, seguiti poi dalla classe Durand de la Penne. Il 76/62 è stato utilizzato anche con molti altri sistemi di controllo del tiro esteri.
Ci sono stati molti sviluppi nelle spolette, essenziali per abbattere missili a bassa quota. La migliore spoletta sviluppata per i cannoni 76/62 è probabilmente la spoletta multiruolo programmabile 3A-Plus, prodotta da Oto Melara e Simmel Difesa, introdotta all'inizio degli anni 2000. Questa spoletta richiede l'installazione di un programmatore spoletta nel supporto. 
La spoletta multiruolo programmabile presenta diverse modalità tra cui una modalità temporale per l'esplosione in aria e una serie di modalità di prossimità: prossimità con cancello, prossimità antimissilistica, prossimità di difesa aerea convenzionale e prossimità anti-superficie. 
La spoletta include un DSP che annulla il disordine terra/mare ed è quindi in grado di rilevare un missile che vola fino a due metri sul livello del mare. Ha la capacità di riconoscere un bersaglio a una distanza di 10 metri. In tutto, la spoletta aumenta notevolmente l'efficacia del cannone quando si affrontano lanci di missili antinave.
Dagli anni '80 sono stati compiuti sforzi per lo sviluppo di munizioni guidate da 76 mm, ma ciò non è stato raggiunto fino a tempi recenti. La prima munizione di questo tipo fu la CCS (Course Corrected Shell), nota anche come 'CORRETTO'; un programma congiunto di OTO e British Aerospace.  I lavori iniziarono nel 1985. Il proiettile aveva diversi piccoli razzi per deviare la traiettoria. I comandi radio venivano inviati dalla nave FCS. L'FCS non conosceva la posizione esatta del proiettile, solo quella del bersaglio. Questo sistema era troppo complesso e inaffidabile, quindi OTO studiò un altro sviluppo per ottenere una vera "munizione guidata".
Il risultato di questo sviluppo è un sistema che è stato chiamato DAVIDE per il solo mercato italiano e STRALES per l'esportazione mentre le munizioni guidate sparate sono state chiamate DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight). 
Il proiettile DART è simile per molti aspetti ad altri sistemi di ipervelocità, ad esempio la testata multi-dardo del missile Starstreak SAM, ma è un proiettile guidato tramite radiocomando e una spoletta di prossimità per l'ingaggio a basso livello (fino a 2 metri sopra il mare). Il DART viene sparato a 1.200 m/s (3.900 piedi/s), può raggiungere una portata di 5 km in soli 5 secondi e può eseguire manovre fino a 40G.  Il proiettile DART è composto da due parti: quella anteriore è libera di ruotare e ha due piccole ali canard per il controllo del volo. La parte poppiera ha la testata da 2,5 kg (con cubetti di tungsteno e la nuova spoletta 3A millimetrica wave), sei ali fisse e le riceventi radio. 
Il sistema di guida è Command Line of Sight (CLOS). Utilizza un'antenna TX installata sul cannone. Il comando radio è fornito tramite collegamento dati di trasmissione (Ka Band). 
Il primo lotto di munizioni guidate DART 76mm, prodotte dalla OTO Melara, venne collaudato con successo a fine marzo 2014. Le prove di tiro furono condotte a bordo di una delle navi della Marina Militare Italiana equipaggiate con il sistema Strales 76mm SR e con il sistema di controllo del tiro Selex NA25.  Le prime prove di tiro delle munizioni DART acquistate dalla Colombia nel 2012 sono state condotte con successo nel Mar dei Caraibi il 29 agosto dal sistema di difesa dello strato interno 76/62 Strales montato sulle sue fregate classe Padilla FS 1500 modernizzate. 
Lo sviluppo più recente è il sistema di munizioni VULCANO 76. Fondamentalmente, è una versione ridotta della famiglia Vulcano da 127–155 mm di proiettili a raggio esteso sviluppati dalla Oto Melara; guidato dal sistema di navigazione inerziale e dai sistemi di posizionamento globale, è in grado di colpire bersagli a una distanza doppia rispetto alle normali munizioni da 76 mm. Utilizza la guida GPS-IMU e un sensore terminale IR o SALT.  Si prevede che le munizioni Vulcano 76 GLR completeranno il processo di sviluppo, test e qualificazione entro la fine del 2022 con la consegna dei proiettili di produzione ai clienti dal 2023 al 2024 in poi. 

ARMAMENTO MISSILISTICO MARE-ARIA

Il comparto missilistico comprende invece:
predisposizione per 4 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (due a prua e due a poppa) per una capacità totale di 32 missili Aster 15/30.
L’Aster è un missile antimissile in grado di intercettare ogni tipologia di minaccia aerea ad alte prestazioni come:
  • aerei, 
  • UAV, 
  • missili balistici, 
  • missili da crociera 
  • e missili anti-nave a distanze fino a 120 km. 
Aster è una famiglia di missili antiaerei superficie/aria costruiti da Eurosam, un consorzio Europeo formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales.




La famiglia è composta da due varianti Aster 15 con gittata di 30 km e Aster 30 con gittata di 120 km, Il sistema di guida si avvale di un radar attivo nella fase finale, mentre nella fase di crociera il missile riceve aggiornamenti tramite un data-link. I missili Aster sono progettati per essere utilizzati sia da unità navali che da lanciatori terrestri. La versione 30 differisce dalla 15 per la presenza di un primo stadio (booster)..In entrambi i missili, la parte che effettua l'intercettazione (dardo) è caratterizzata dai sistemi di manovra PIF (dal francese Pilotage en Force) e PAF (Pilotage Aerodinamic Fort).
Il PAF è una architettura nella quale parte dei timoni (TVC) viene investita dal flusso aerodinamico generato del motore a razzo, mentre il PIF è basato su getti di aria compressa che modificano rapidamente la traiettoria del missile. Il PIF viene usato soprattutto in prossimità del bersaglio, dove la forza aerodinamica generata dai timoni classici ha un'isteresi più alta e quindi non è in grado di far cambiare traiettoria al missile con sufficiente rapidità, peggiorando le caratteristiche di precisione del sistema d'arma.
Sono operative da tempo due versioni della famiglia di missili Aster: 
  • la versione a corto raggio, Aster 15 
  • e la versione a lungo raggio, Aster 30. 
I corpi dei missili sono identici; li differenza la portata e la velocità di intercetto che è dovuta al fatto che l’Aster 30 utilizza un booster più potente. I pesi totali dell'Aster 15 e dell'Aster 30 sono rispettivamente di 310 kg e 450 kg. L’Aster 15 ha una lunghezza di 4,2 metri, che sale a poco meno di 5 metri per l’Aster 30. L’Aster 15 ha un diametro di 180 mm.
Date le dimensioni maggiori dell'Aster 30, un sistema navale richiede tubi-contenitori di lancio più lunghi utilizzabili dal sistema di lancio verticale Sylver A50 o A70 (VLS). Anche il sistema di lancio verticale americano type Mark 41 può lanciare l’Aster 30.
Il missile Aster 30 è in grado di raggiungere velocità vicine a Mach 4,5 ad un’altezza di circa 20 km ed è in grado di manovrare a oltre 60 G mantenendo una elevatissima manovrabilità. Questo grazie alla combinazione di alette di controllo aerodinamico supportate da un controllo vettoriale della spinta diretta denominato “PIF-PAF" che sono intenzionalmente posizionati al centro di gravità del missile, massimizzando così la reattività agli impulsi di controllo. Questo sistema impedisce anche la rottura del missile sotto manovre ad alta gravità durante le correzioni di traiettoria, e consente di eseguire tali manovre senza perdere le prestazioni aerodinamiche, migliorando la precisione dell'impatto sul bersaglio. Un lancio operativo dell'Aster consente normali cambi di traiettoria di 90°.
La società “Eurosam” descrive l’Aster come un "intercettore missilistico hit-to-kill".
Il missile Aster è guidato autonomamente che gli consente di far fronte ad attacchi di saturazione ed è dotato di un cercatore RF attivo. Il radar di bordo svolge ruoli di: 
  • sentinella, 
  • meteo, 
  • discriminazione del bersaglio, 
  • acquisizione 
  • e inseguimento. 
Quando accoppiato con l'avanzato sistema di difesa aerea del PAAMS che utilizza i radar SAMPSON ed S1850M, l’Aster è in grado di mirare e ingaggiare simultaneamente più bersagli contemporaneamente. La società produttrice MBDA afferma che l’Aster ha "capacità di coinvolgimento multiplo con alta velocità di fuoco".
Varianti:
  • Aster 15 - Difesa di punto nave e area locale;
  • Aster 30 Block 0 - Difesa area locale e ampia della nave;
  • Aster 30 Block 1 - Difesa ad ampio raggio a terra capace contro missili balistici a distanza di 600 km come Scud-B;
  • Aster 30 Block 1NT (Nuova tecnologia) - Difesa ad ampio raggio capace contro missili balistici a distanza di 1500 km;
  • Aster 30 Block 2 BMD - Difesa ad ampio raggio capace contro missili balistici di portata 3.000 km.
  • Difesa contro i missili balistici strategici;
  • Aster Block II - Difesa medio-alto endo-atmosferico.

DOTAZIONE SENSORISTICA COMPLESSIVA IN DOTAZIONE ALLA LHD TRIESTE:
  • PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, sistema volumetrico 3D capace di inseguire 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
  • Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1.500-2.000 km;
  • IFF SIR-M-PA, radar secondario per l'identificazione di navi ed aeromobili;
  • Radar Kronos bibanda (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
  • TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
  • Sistema EWS "Zeus", sviluppato da Elettronica SpA, dotato di un sottosistema di attacco elettronico basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT, e un algoritmo SEI;
  • Sistema automatico per la direzione delle operazioni di combattimento SADOC 4.

RADAR AESA LEONARDO “KRONOS POWER SHIELD”

Parte della famiglia di radar KRONOS, la caratteristica principale dell'architettura di KRONOS Power Shield è l'antenna completamente digitale basata sulla tecnologia già collaudata nei radar multifunzione AESA (Active Electronically Scanned Antenna) in servizio. Il blocco centrale dell'antenna digitale è il DAT, Digital Active Tile, che implementa una catena radar completa per ogni singolo elemento radiante, a partire dalla generazione di forme d'onda fino all'ADC a banda larga. Più di 1000 elementi radianti raggruppati in DAT forniscono un'architettura completamente distribuita e controllata a livello di singolo elemento. Ciò comporta un aumento delle prestazioni, nuove funzionalità e la possibilità di implementare un'ampia gamma di architetture di scansione radar necessarie per coprire i cavi requisiti operativi di oggi e di domani.
KRONOS Power Shield è il radar di allerta precoce scelto per le nuove flotte di difesa dai missili balistici (BMD) della Marina Militare Italiana e degli Emirati del Qatar. Il radar di allerta precoce Kronos Power Shield è completamente digitale ed è stato progettato per la sorveglianza e la difesa dai missili balistici tattici.  Il nuovo sistema rappresenta un aggiornamento sostanziale e una nuova architettura del datato radar SMART-L, introducendo una serie di miglioramenti hardware, software e della modalità operativa, tra cui una nuova antenna AESA (Active Electronically Scaned Array) ad alta potenza basata su nitruro di gallio ( GaN) moduli di trasmissione/ricezione (TRM), un enorme miglioramento nell'elaborazione e la forma d'onda brevettata Extended Long Range (ELR) ampiamente testata in diverse campagne ed esercitazioni, che consente il rilevamento e il tracciamento di oggetti in rapido movimento attraverso lo spazio.
E’ progettato per rilevare bersagli aerei, di superficie e eso-atmosferici ad alta velocità come missili balistici e oggetti spaziali fino a una portata strumentale di circa 2.000 km. 
Il nuovo radar rileva autonomamente i bersagli di tipo missilistico balistico e, dopo l'avvio rapido, la traccia di questi bersagli viene mantenuta fino allo zenit. Con le stesse dimensioni dello SMART-L e un'antenna da 9 tonn, il sistema ha una portata strumentata rispettivamente di 480 e 60 km contro bersagli aerei e di superficie, mentre la capacità di tracciamento raggiunge le 1.000 tracce. Combinando il raggio multiplo a doppio asse con la precisione monopulse istantanea in azimut ed elevazione e l'elaborazione Doppler istantanea per la copertura dell'intera gamma di azimut ed elevazione con la forma d'onda ELR brevettata, SMART-L MM è progettato per funzionare in quattro diverse modalità.
Il Kronos Power Shield, imbarcato sulla nuova LHD Trieste della Marina Militare Italiana, ha una portata strumentata rispettivamente di 400 e 1.500 km contro bersagli aerei e missili balistici. 
Una caratteristica fondamentale del Kronos Power Shield è la manutenibilità: utilizzando una struttura ad antenna rotante con sportelli laterali, consente al personale di portare a termine l’eventuale manutenzione stando al coperto.
Il KRONOS Power Shield copre: 
  • l'intero spettro delle capacità BMD che i moderni scenari complessi richiedono a un radar di allarme rapido (EWR), 
  • Difesa dai missili balistici tattici,
  • Elevata velocità di trasmissione dei dati ed eccellente precisione di rilevamento per uno spunto tempestivo di missili balistici tattici (TBM) in fase discendente per la difesa d’area,
  • Sorveglianza dei missili balistici tattici,
  • Raggio d'azione molto esteso per la sorveglianza di vaste aree e l'allerta precoce di TBM in fase ascendente, 
  • Flessibilità della missione per supportare l'aggiornamento dell'immagine tattica o il cueing alla FCR per l'auto-reazione contro le minacce ABT e TBM.
CARATTERISTICHE CHIAVE:
  • Nuova generazione di radar definiti dal software, 
  • Full Digital Rx - ADC a banda intera a livello di singolo elemento,
  • Full Digital Tx - Generazione di forme d'onda a livello di singolo elemento, 
  • Eccellente accuratezza di tracciamento grazie al mono-pulso digitale bidimensionale basato sull'ingresso di un singolo elemento, 
  • Alta risoluzione di portata (banda larga) per discriminare il TBM Booster dal TBM Re-entry Vehicle, 
  • Avanzate capacità ECCM e soppressione di clutter/multipath per mezzo dell'Adaptive Digital Beamforming (ADBF), 
  • Funzionamento con antenna fissa per estendere le prestazioni del radar.
TILE ATTIVO DIGITALE - RADAR AESA COMPLETAMENTE DIGITALE DI NUOVA GENERAZIONE TRM DIGITALE:
  • Generazione di forme d’onda, 
  • Canale RF Tx, 
  • HPA GaN, 
  • Canale RF Rx, 
  • ADC Full.
Nel presentare le attività di Leonardo in questo settore negli ultimi 40 anni, l’ing. De Fazio di Leonardo ha posto in evidenza come gli sviluppi tecnologici che hanno portato alla realizzazione dell’MFRA (Multi-Function Radar Active), – il radar multifunzionale con antenna rotante a scansione elettronica attiva, facente parte del noto e provato sistema SAAM-ESD (Surface-to-Air Missile – Extended Self Defence) sviluppato da MBDA ed imbarcato inizialmente sulle fregate multi-missione FREMM e successivamente in versioni evolute sulle più recenti unità della Marina Militare (PPA ed LHD) e Marine straniere – abbiano dato impulso ed accelerato l’evoluzione della produzione radaristica sia navale che terrestre per la difesa aerea e missilistica del gruppo, dando vita alla famiglia di radar Kronos. 
Lo sviluppo del Kronos è stato portato a termine grazie agli sviluppi tecnologici ed agli avanzati algoritmi di tracciamento messi a punto da Leonardo; “le capacità del radar MFRA contro le minacce rappresentata da bersagli in grado di simulare in modo reale missili balistici tattici sono state testate con successo nel corso delle due importanti esercitazioni navali multinazionali della NATO dedicate alla difesa aerea e missilistica integrata (IAMD, Integrated Air Missile Defence) Formidable Shield 2017 e Formidable Shield 2019. 
Tale capacità è stata finora la più importante e complessa che siamo stati in grado di dimostrare, consentendo al sistema di essere proposto per l’immediata integrazione in pacchetti per la difesa contro missili balistici tattici. 
L’MFRA è stato ad oggi testato da tecnici di Leonardo e dai militari addetti delle nostre FF.A. nel corso di oltre 18 tiri reali coronati da successo contro bersagli aerei e missilistici di diversa tipologia. 
La famiglia Kronos, oggi comprende radar AESA sia in banda C (la stessa del radar MFRA) che in banda X, per applicazioni sia navali che terrestri che sfruttano gli ultimi sviluppi in termini di moduli trasmettitori ricevitori (TRM) con applicazione rispettivamente della tecnologia del Nitruro di Gallio (GaN, Gallium Nitride) e Arseniuro di Gallio (GaAs, Gallium Arsenide), capacità elaborazione dati e componentistica elettronica, unitamente all’applicazione del cosiddetto “cervello del sistema radar”, meglio conosciuto come “system manager”.
Il ‘cervello del sistema radar’ che opera in tempo reale è in grado di offrire non solo capacità avanzate e d’impiego congiunto come un solo sistema radar (con ben otto facce fisse nella versione più complessa) ma anche l’integrazione funzionale con il sistema di guerra elettronica. 
Sulla scorta dei fondi stanziati dalla Difesa italiana con la Legge Navale, si è consentita la messa a punto di questi radar e del ‘system manager’; tali capacità sono oggi offerte dal radar bi-banda (Dual-Band Radar) dei nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura per la Marina Militare (sia nella versione PPA Full ma in quelle meno capaci PPA Light e Light Plus e dell’LHD TRIESTE) che comprende ben otto facce fisse AESA (quattro in banda C e quattro in banda X) e l’integrazione funzionale con il sistema di guerra elettronica (nel caso specifico fornito dal Gruppo Elettronica). Un complesso che ha già dimostrato funzionalità avanzate come l’impiego del radar in banda X per l’attacco elettronico ed aspetta di dimostrare le sue capacità e potenzialità in ambiente operativo. 
Nell’ambito delle capacità evolutive della famiglia Kronos, è stato realizzato il nuovo radar multifunzionale per l’impiego terrestre Kronos (Grand) (Mobile) HP (High Power). 
Si tratta di uno sviluppo ulteriore dell’attuale Kronos Grand Mobile con un’antenna rotante che sfrutta la più recente tecnologia GaN (con maggior potenza e banda) applicata ai TRM del radar in banda C (a quattro facce fisse) nonché gli altri sviluppi tecnologici e componentistica del sistema DBR sviluppato per l’impiego a bordo dei PPA. 
Il (Grand) Kronos (Mobile) HP rappresenta il sistema radar multifunzionale e l’elemento di sviluppo e produzione nazionale che insieme agli elementi di sviluppo e produzione bi-nazionale nell’ambito del consorzio Eurosam (capo-commessa del sistema SAMP/T), rappresentati da un nuovo modulo di comando, controllo e ingaggio e a nuove versioni del missile MBDA Aster 30, costituiscono il cuore della suite per il programma di ammodernamento di mezza vita del sistema missilistico per la difesa aerea SAMP/T. 
Denominato SAMP/T NG (New Generation) il sistema è destinato al Ministero della Difesa italiano (nella configurazione francese è previsto l’utilizzo del nuovo radar Thales Ground Fire) nell’ambito dello stesso programma congiunto italo-francese gestito dall’agenzia OCCAR per assicurare l’evoluzione ed il supporto futuri del sistema. 
Partendo dalle tecnologie messe a punto per i radar della predetta Legge Navale, ed in particolare il radar completamente digitale in banda L Kronos Power Shield, è stata tratteggiata a grandi linee la roadmap che Leonardo ha elaborato per la realizzazione di una nuova versione evoluta della famiglia di radar 3D a lunga portata per la sorveglianza aerea e la difesa missilistica RAT-31/DL anch’esso in banda L. Quest’ultima famiglia è stata certificata a livello NATO e risulta in dotazione a paesi NATO ed asiatici, oltre ad essere impegnata in attività dimostrative della capacità di sorveglianza e tracciamento spaziale di oggetti sempre più piccoli come i detriti di satelliti o vettori. La nuova versione rappresenta un ulteriore salto tecnologico che introduzione la digitalizazione dei segnali a livello di elemento radiante e puntamento elettronico del fascio (digital beam forming) con un’architettura e TRM completamente digitali che a loro volta sfruttano la tecnologia GaN. Allo stesso tempo viene offerto un sistema mobile completamente nuovo anch’esso in banda L della medesima famiglia del radar navale Kronos Power Shield di nuovo sviluppo anch’esso completamente digitale e destinato sia alla Marina Militare che operatore estero. Si tratta del Kronos Ground Shield che copre, secondo quanto reso noto dalla stessa Leonardo, l’intero spettro di missioni per la difesa contro missili balistici (BMD, Ballistic Missile Defence).

SISTEMA EWS ELETTRONICA “ZEUS”

Elettronica viene sempre più riconosciuta nel ruolo di Solution Provider/Capability Integrator e non più solo in quello di Equipment Supplier. E questo sarà l’indirizzo futuro: l’approccio all’Electronic Warfare è e sarà sempre più caratterizzato da un’architettura in cui i vari sottosistemi non saranno più federati e fisicamente divisi per tipologia bensì integrati a livello funzionale, basati su un progetto che già parte con una filosofia integrata per sfruttare al massimo le sinergie tra le varie funzioni, massimizzando notevolmente il risultato operativo e di performance sulla piattaforma. In tale ottica futuristica, ELT lavora già da oltre un decennio anticipando i futuri bisogni di mercato attraverso soluzioni architetturali integrate sia a livello EW che tra funzioni EW e funzioni RADAR, ma anche tra funzioni EW e funzioni Cyber. Sono tali le famiglie di prodotto VIRGILIUS, e la sua evoluzione ZEUS, esempi di sistema EW integrato “all-in-one” in cui le funzioni di allarme, sorveglianza e inganno condividono le risorse come parte di un unico sistema EW multifunzionale. 
Elettronica, come Solution Provider, considera le tecnologie un mezzo e non un fine, volendo rafforzare la propria posizione di sistemista del dominio EW nei più alti livelli della catena del valore. Ci contraddistingue, in questo senso, la capacità di integrare tecnologie apparentemente ortogonali in sistemi più complessi che, in alcuni casi, sono stati capaci di guidare il requisito operativo dello user. Sebbene l'identificazione delle tecnologie chiave sia un compito essenziale, esiste comunque un principio fondamentale secondo cui l’architettura creata deve essere in grado di sfruttare tecnologie innovative e dirompenti man mano che emergono nei prossimi decenni. La differenza tra le due sta nel livello di disponibilità a livello industriale, prima, e da parte dell’utilizzatore finale, poi. Le tecnologie innovative, quindi, nonostante apparentemente in contraddizione col termine, sono comunque ad un livello di maturità tale da poter essere inserite nelle architetture di sistema di prossima generazione. Con riferimento all’offerta di Elettronica, tra quelle di tipo innovativo va messa in evidenza la grande famiglia degli algoritmi di Artificial Intelligence che consentono di affrontare e risolvere con un diverso paradigma le problematiche di classificazione di segnali, patterns ed eventi, particolarmente adatte a soluzioni di Signal Intelligence, System Management, Management e Integrazione di Sistemi complessi, supporto al Decision Making Process sia autonomo che supervisionato dall’umano. Questo implementa le funzioni di gestione EW ed EMS su più piattaforme, suddividendo correttamente i compiti tra sensori e attuatori che operano in modo cooperativo. Dare autonomia alle piattaforme e/o ai payload (in termini di accesso allo spettro e gestione dello spettro) è un cambiamento di paradigma nel processo decisionale, che non è più totalmente dipendente dall'essere umano nel ciclo ma dalla capacità di creare esempi attendibili per addestrare la macchina (piattaforma/sensore/effettore) a reagire autonomamente all'ambiente, sotto la supervisione dell'essere umano quando applicabile. Ne fanno inoltre parte i sistemi cosiddetti SW-defined, evoluzione di quelli EW che consentono la digitalizzazione diretta del segnale. Inoltre, la connotazione dell’Azienda come Jamming House riconosciuta in tutto il mercato e in ogni dominio del warfare ha spinto ad una continua ricerca che ha consentito all’azienda il primato sul mercato e in servizio sistemi di contromisura a stato solido: GaN (Nitruro di Gallio) e QCL (Quantum Cascade Laser). Infine, la prevista diffusione delle piattaforme unmanned in tutti i domini fisici del warfare, ha spinto ad anticipare lo sviluppo e la produzione di sistemi cosiddetti Low SWaP (Low Size Weight and Power), affrontando con approccio sistemistico le diverse discipline relative all’uso di materiali e tecnologie di raffreddamento e dissipazione innovativi, spesso mutuandole da domini di applicazioni non militari. Infine la Cyber EW, ovvero della capacità di perpetrare operazioni cyber, in ottica CEMA (cyber electro-magnetic activities) utilizzando lo spettro elettromagnetico. La ricerca di Elettronica è iniziata già oltre cinque anni e oggi sono chiari i confini di applicabilità di questa capacità che rappresenterà, a nostro avviso, un breakthrough tecnologico per il paradigma tradizionale delle contromisure elettroniche.
Per la nuova portaelicotteri d'assalto anfibio Trieste è in corso lo sviluppo del sistema EWS "Zeus", dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un sistema RESM (Intercettatore di emissioni Radar), un sistema RECM (Ingannatori radar) e un sistema CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con avanzate capacità di sorveglianza marittima e di valutazione della situazione tramite ELINT e COMINT.
Il sistema EWS "Zeus" fornisce alle piattaforme navali un'efficace difesa elettronica utilizzando un potente trasmettitore Active Phased Array e un set completo di tecniche e programmi ECM dedicati. Le tecniche sono segmenti di programmi di contromisure che vengono selezionati automaticamente e in modo adattivo per l'efficacia del sistema contro attacchi missilistici terminali e sistemi radar di designazione a lungo raggio. Un approccio di progettazione modulare consente l'adattamento della configurazione alle singole classi di navi. I Sistemi EWS "Zeus" possono essere composti da uno o due JASS (Jamming Antenna Sub System) a seconda anche delle esigenze operative. In ogni caso i sistemi possono cooperare con altri sensori e attuatori EW a bordo. PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA:
  • Gamma di frequenza: bande da H a J
  • Copertura spaziale: 360° Az, 50° El
  • ERP: Altissimo e adeguato a proteggere grandi navi
  • Sensibilità: molto alta e adeguata per il jamming sui lobi laterali del radar
  • Risposta ECM: capacità di jamming multithreat (direzione e frequenza diverse)
  • Programmi ECM: set completo di programmi di jamming che sfruttano sia tecniche noise che deception (DRFM), efficaci anche contro emettitori codificati
  • Governo elettronico del fascio (stabilizzato elettronicamente contro i movimenti della nave)
  • Alto livello di prontezza (nessun riscaldamento)
  • Design a stato solido completo che garantisce un elevato ERP e un grazioso degrado in caso di guasto
  • Elevata affidabilità e manutenibilità.

La famiglia Nettuno 4100 è completamente supportata da un set completo di apparecchiature di supporto del prodotto che include:
  • Apparecchiatura di prova sul campo
  • Attrezzature di supporto a terra
  • Apparecchiatura di prova automatica
  • Programmazione libreria
  • Caricamento/scaricamento della libreria.
E’ notorio che Elettronica SpA collabora da tempo con la Marina Militare italiana per lo sviluppo dei sistemi elettronici imbarcati sulle unità navali della flotta della Marina Militare con sistemi EW che si basano su un ampio uso delle ultime tecnologie nel campo delle antenne Active Phase Array con il suo sottosistema ECM/ESM attivo NETTUNO-4100, che opera nel jamming e nell'inganno delle minacce in arrivo, e fa parte dell'equipaggiamento della portaerei Cavour, delle unità della classe Orizzonte e delle fregate multiruolo FREMM della Marina Militare Italiana e delle fregate Horizon della Marine nationale francese. Per la nuova portaelicotteri d'assalto anfibio Trieste e per i nuovi Pattugliatori Polivalenti d'Altura è in corso lo sviluppo del sistema EWS "Zeus", dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un sistema RESM (Intercettatore di emissioni Radar), un sistema RECM (Ingannatori radar) e un sistema CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con avanzate capacità di sorveglianza marittima e di valutazione della situazione tramite ELINT e COMINT.

CAPACITA’ AEREA IMBARCATA DEL TRIESTE

L'unità presenta un ponte di volo di 230 × 36 m, coprendo così un'area di circa 7400 m², con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o per 4 caccia F-35B.
Inoltre, il ponte può ospitare, in condizioni di piena operatività, circa 14-20 aeromobili AW-101 e SH-90 in diverse configurazioni (presumibilmente anche 4-6 F-35B a poppa e 8-10 elicotteri a prua). L'aviorimessa di 2600 m² (rispetto ai 2500 m² del Cavour) è dimensionata per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15 × 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.
Tutte le operazioni di volo sul ponte sono controllate dall'isola di poppa.

VELIVOLI STOV/L F-35B

Il velivolo F-35B è un caccia multiruolo di 5^ generazione con caratteristiche di bassissima segnatura radar (LO – Low Observability). La variante STOVL (Short Takeoff and Vertical Landing) è stata sviluppata per l’impiego da Unità Portaerei non dotate di catapulta e cavi di arresto ed equipaggerà, uniche nel mondo, le Unità dei Marines, della Royal Navy, del Giappone e dell’Italia. 


Il punto di forza del velivolo è rappresentato dalla moderna suite avionica e dalle potenzialità dei sensori di bordo che, completamente integrabili nei moderni campi di battaglia digitali, forniscono al pilota capacità di valutazione dello scenario operativo del tutto innovative. Nello specifico, il velivolo F-35B nasce con lo scopo di soddisfare un ampio spettro di missioni, che spaziano dalla proiezione in profondità all’interno del territorio nemico, alla soppressione di sistemi missilistici avversari, concorrendo, al contempo, al conseguimento e mantenimento della superiorità aerea. 





L’impiego del velivolo F-35B a bordo della Portaerei Cavour, rappresenta per la Marina e per l’Italia un vero e proprio salto generazionale, in grado di aumentare le capacità di proiezione di forze sul mare e dal mare ed il livello di protezione delle Unità navali della Flotta. 

COMBAT MANAGEMENT SYSTEMS “ATHENA-SADOC Mk.4”

Il Combat Management System ATHENA, è un evoluto sistema di comando e controllo di nuova generazione, ad architettura aperta in grado di garantire le migliori capacità di acquisizione, fusione e gestione dei dati per un’efficace valutazione degli scenari operativi e per la gestione delle risorse a disposizione, assicurando così rapidi ed efficaci processi decisionali.
Il CMS viene inoltre installato nel nuovo cockpit navale sviluppato da Leonardo insieme a Fincantieri per le nuovissime unità della Marina militare italiana. Si tratta di un avanzato sistema di controllo dell’intera nave, alla stregua di un cockpit aeronautico, una sorta “Postazione Integrata Condotta Nave”, che consentirà, per la prima volta, di gestire in modo integrato le operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori grazie anche all’impiego di nuove tecnologie di realtà aumentata.
ATHENA (Architecture & Technologies Handling Electronic Naval Applications), sistemi avanzati di gestione dei combattimenti (CMS), dalle navi pattuglia fino alle portaerei, nonché per programmi di ristrutturazione o refitting.
Il CMS ATHENA integra tutte le funzioni necessarie per la sorveglianza, la gestione dei sensori e delle immagini tattiche, il supporto alla navigazione, la valutazione delle minacce e l'assegnazione delle armi, la gestione del sistema d'arma, la pianificazione della missione, il collegamento dati tattici multipli e l'addestramento a bordo. Il CMS ATHENA si basa su un'architettura modulare e scalabile completamente ridondante che può essere personalizzata per soddisfare le esigenze specifiche del cliente.
Leonardo ha messo a punto un sistema di comando e controllo (CCS), una versione personalizzata del sistema di gestione del combattimento (CMS) ATHENA. Il nuovo sistema copre tutte le esigenze di gestione operativa in tempo reale attraverso sensori, armi e comunicazioni interconnesse, tutte facilmente accessibili e gestibili attraverso Console Multifunzionali avanzate (MFC). La sua architettura hardware è caratterizzata da nodi di elaborazione completamente remoti e ha un ingombro ridotto grazie alla struttura leggera in fibra di carbonio. 
Il nuovo Combat Management System è stato progettato come un unico prodotto, scalabile a diverse tipologie di piattaforme/unità navali a seconda delle loro esigenze e dei loro compiti. La sua struttura portante si basa su una struttura architettonica comune e moduli software/hardware standard in grado di soddisfare le esigenze delle navi da combattimento e di supporto. L'elaborazione remota rende l'intero sistema più resiliente e permette di inglobare l'hardware in una stanza più piccola e dedicata. Questo crea un data center C4I a bordo, riducendo al minimo la necessità di infrastrutture IT al di fuori della sala operativa.
Questo nuovo CMS è in qualche modo un taglio con il passato che sia Leonardo che Marina Militare italiana hanno perseguito appositamente per fornire i nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura / PPA, le LHD, le Logistic Support Ship / LSS, etc. con un nuovo hardware per essere più interattivi. Gli algoritmi sono invisibili all'equipaggio durante lo svolgimento delle sue missioni, e naturalmente il sistema deve essere affidabile e ben funzionante. Tuttavia, questo nuovo CMS si concentra sull'interfaccia uomo-macchina (HMI).
I CMS vengono messi a punto da Leonardo in collaborazione con Marina Militare e attraverso gruppi di lavoro con marine straniere che richiedono personalizzazioni e/o caratteristiche particolari. Da tutto ciò la MM ha tratto grande beneficio dall'esperienza operativa degli utenti sul campo, che risale ai primi anni 2000, quando i primi CMS della famiglia ATHENA sono stati montati su cacciatorpediniere di classe Orizzonte / Horizon. Per la sua storia operativa, la Marina Militare ha chiamato il CMS con l'acronimo Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento (SADOC). Il SADOC Mk.2 era il CMS di precedente generazione in servizio a bordo di navi militari italiane messe in servizio negli anni '80 e '90 (ad esempio le fregate classe Maestrale e Lupo). Il CMS della famiglia ATHENA che equipaggia cacciatorpediniere di classe Horizon e fregate di classe Bergamini si chiama SADOC Mk.3. Sebbene ciò possa suggerire successivi sviluppi della stessa architettura, SADOC Mk.2 e SADOC Mk.3/ATHENA non hanno nulla in comune. SADOC Mk.3 è stato sviluppato ex novo per il programma Horizon ed è stato influenzato dalla cooperazione con la marina francese. ATHENA è installato su tutte le attuali navi della marina italiana e su 19 navi costruite per clienti stranieri.
L'evoluzione del SADOC Mk.3 richiesta dalla Marina Militare italiana per le sue nuove classi di navi è il nuovo CMS in trattazione. Ma non si tratta di un miglioramento lineare rispetto al prodotto precedente. Al contrario, Marina Militare ha richiesto di rimodellare il sistema sulla base di una vasta esperienza operativa. Leonardo, invece, ha portato in dote un consistente know-how e feedback anche di operatori stranieri. Il processo di costruzione del CMS ha richiesto un anno di lavoro congiunto tra Leonardo e Marina Militare, compresa la realizzazione di alcuni prototipi. Il prodotto finale, è unico e diverso da qualsiasi altro CMS in Europa e negli Stati Uniti. La fase di sviluppo si conclude con la consegna degli ultimi esemplari dei nuovi pattugliatori PPA classe Paolo Thaon di Revel; quindi questo nuovo CMS avrà una lunga vita avanti e capacità in continua crescita.
L'hardware è molto diverso da molti CMS, soprattutto per quanto riguarda il numero limitato di console, che sono meno numerose rispetto ad altri CMS. Il numero di console dipende dal tipo di navi di missione per cui sono concepite. In generale, le marine militari di oggi richiedono più automazione e un numero decrescente di operatori. Un'unità avanzata e complessa come una fregata classe Bergamini dispone di 16 console di bordo. Sull'LHD TRIESTE ci saranno ben 40 consolle. I PPA hanno requisiti simili, ma devono essere dotati di un diverso modo di avvicinarsi alle operazioni. In particolare, essi saranno dotati di un ponte di combattimento attraverso con il quale potranno essere eseguiti sia i compiti di navigazione che quelli di combattimento. Di solito, le navi da combattimento hanno due sale diverse, la sala di navigazione e la sala di combattimento (Centrale Operativa di Combattimento, COC) per il CMS. Nel corso degli anni, l'esperienza operativa ha dimostrato che le navi militari trascorrono il 70% del loro periodo in mare in operazioni non combattenti o a bassa intensità (es. navigazione, transito, scorta, ecc.). In questi casi, Marina Militare ha scoperto che i compiti assegnati richiedono in media sette operatori di console. Solo in caso di operazioni di combattimento ad alta intensità tutte le console sono presidiate. Pertanto, il ponte di combattimento proposto per la prossima generazione di CMS dispone di 7 postazioni di lavoro, compresa quella del comandante. Il comandante cesserà di essere un supervisore e potrà lavorare direttamente sul CMS. Per le operazioni ad alta intensità, invece, il ponte di combattimento consente di installare un ulteriore set di console in una sala adiacente, dietro il ponte di combattimento. Sui PPA, il loro numero è da dodici a 16, a seconda della versione. In sintesi, l'apparente riduzione delle console riguarda solo operazioni non da combattimento o a bassa intensità. Quando si tratta della piena capacità di combattimento della nave, il numero di console di bordo non cambia e anzi si espande. Il CMS ha diverse modalità: addestramento, difesa, combattimento, prontezza per il combattimento e modalità personalizzate che abilitano o disabilitano i sistemi e le armi in proporzione al livello previsto di minaccia o a seconda delle disposizioni di sicurezza. Al fine di eseguire al meglio qualsiasi operazione, ogni postazione di lavoro può anche avere accesso ad applicazioni dedicate per il recupero e la modifica di rapporti di intelligence, traffico marittimo e documenti senza..... camminare intorno alla nave!
L'esportazione all'estero rende indispensabile la progettazione di hardware e software a supporto di armi e sistemi diversi, siano essi ereditati o scelti deliberatamente dai clienti. L'intera architettura del sistema ATHENA-SADOC prende in considerazione la necessità di consentire l'integrazione di una gamma diversificata di sistemi con il minor impatto possibile. Di solito, rendere i sistemi compatibili con l'hardware cinese o russo implica solo qualche aggiustamento software, ma si sono verificati casi in cui si sono dovuti installare unità/moduli speciali per "tradurre" i segnali dal CMS ai sistemi e viceversa. Per fare questo, alcuni componenti utilizzano già protocolli tecnologici agnostici e si sta già lavorando per la realizzazione di una progettazione software di tipo SOA (Service-Oriented Architecture) da implementare sul CMS attuale e futuro.
L'aggiornamento pre-programmato più importante per il CMS è l'aggiornamento di mezza età (MLU) che quasi ogni imbarcazione fa almeno una volta nel corso della sua vita utile. Durante l'obsolescenza dell'MLU vengono affrontati sia l'hardware che il software, e gli esperti di Leonardo portano il CMS allo stato dell'arte attraverso modifiche radicali al software e all'hardware. Oltre ad un aggiornamento radicale pianificato, vengono rilasciati dall’azienda produttrice kit di aggiornamento che possono essere installati a bordo autonomamente dalle singole marine militari. Tali kit sono spesso rilasciati solo su richiesta. In effetti, i militari spesso preferiscono avere un sistema conosciuto e mantenerlo in servizio il più a lungo possibile. Questo perché qualsiasi modifica importante richiede un addestramento aggiuntivo; quindi, il cliente a volte opta per rilasci importanti soltanto quando necessario. Leonardo cerca di mantenere il CMS aggiornato, possibilmente allineato con la migliore tecnologia disponibile, in modo da poter intervenire quando il cliente ritiene indispensabile per modificare i propri sistemi.
Quando il nuovo CMS sarà installato sul primo PPA, qualsiasi miglioramento derivante dal processo di integrazione sarà preso in debita considerazione per la seconda nave e poi eventualmente riadattato sulla prima, e così via per le navi successive. Lo stesso vale per i clienti stranieri, ad esempio con il CMS ATHENA. La società Leonardo raccoglie tutti i feedback basati sull'esperienza operativa al fine di migliorare le prestazioni del prodotto, al fine di proporre miglioramenti alle marine clienti o semplicemente rispondere alle loro esigenze con un rilascio coerente. Tale modo di sfruttare l'esperienza degli utenti si applica sia ai componenti hardware che a quelli software.
Leonardo è già impegnata in attività di ricerca volte ad introdurre nei suoi sistemi un set di strumenti di Intelligenza Artificiale (IA). Il nuovo CMS in consegna alla Marina Militare Italiana metterà già in campo alcuni elementi di analisi predittiva. Nel dettaglio, il CMS sarà in grado di simulare una serie di situazioni di combattimento che possono essere basate su dati reali, come i rapporti di intelligence. La nave può quindi creare uno scenario fittizio per studiare la situazione ed entrare in sala operativa con una buona consapevolezza situazionale sulle capacità del nemico e sul comportamento più appropriato da tenere in combattimento. In breve, per ora quello che si potrà mettere in campo è un sistema di simulazione, ma si sarà presto in grado di comprovare veri e propri set di strumenti di IA per la pianificazione e la previsione delle operazioni. Il primo passo avanti sarà la capacità di analizzare i grandi dati provenienti da fonti multiple per fonderli in risultati completi per i responsabili delle decisioni. In seguito, se il cliente lo sceglie, un programma di ricerca di due-tre anni dovrebbe essere in grado di fornire capacità innovative basate su applicazioni di pura IA.
Il software di Leonardo è basato su versioni hardened dei sistemi operativi Linux e il CMS opererà in un ambiente chiuso. Per le comunicazioni esterne, il sistema comunica solo attraverso connessioni militari sicure (certificate NATO). In parole povere, il CMS non naviga in Internet. Anche la connessione internet disponibile a bordo per la comunicazione privata dell'equipaggio è disaccoppiata dalla rete di comunicazione del CMS. In questo modo, nulla può entrare nella nave semplicemente sfondando attraverso Internet. Nonostante queste precauzioni, le comunicazioni sono continuamente monitorate attraverso applicazioni di early warning che analizzano tutto il traffico in entrata e in uscita da e verso la nave. I sistemi sono dotati di ridondanza di interruttori e firewall che impediscono anche a persone fisiche come hacker o componenti dell'equipaggio non autorizzati di sfondare. In effetti, l'integrazione di sistemi come questi a bordo non è facile, ma è stata una richiesta specifica della Marina Militare Italiana, e i clienti internazionali sono molto interessati ad essere resistenti agli attacchi informatici. Nel prossimo futuro, verranno implementate anche alcune soluzioni contro gli effetti elettromagnetici, ovvero le intrusioni attraverso segnali radar. Secondo alcune voci, aerei come l'F-35 sono già in grado di farlo. È difficile capire fino a che punto il CMS possa entrare in profondità nel CMS (si tratta di dati altamente classificati che, naturalmente, non vengono divulgati). Ma c'è un interesse crescente in tutto il mondo per questo tipo di capacità, quindi si ha bisogno di valutarle e fornire qualche soluzione per proteggere il CMS.
Il mercato primario di Leonardo è la Marina Militare Italiana. Tutte le navi che saranno messe in servizio negli anni a venire monteranno una versione di questo CMS. 
Ci si augura che queste navi servano da vetrina per dimostrare le nostre eccezionali capacità sul campo, con un occhio ai mercati in cui siamo già presenti e con l'ambizione di espandersi verso i mercati più dinamici come il Sud-Est asiatico. Il Sud America sembra offrire un terreno fertile per i programmi della società Leonardo da molto tempo, ma i vincoli di bilancio in quelle regioni a volte giocano contro il nostro successo commerciale.
Caratteristiche del C.M.S. “ATHENA-SADOC Mk.4”:
  • Elevato livello di integrazione di sistema e automazione
  • Ampia gamma di operazioni di missione supportate
  • Architettura aperta, distribuita e modulare
  • Ampia adozione di componenti COTS adeguati
  • Supporto avanzato per le decisioni tattiche e di pianificazione
  • Integrazione con i sistemi Maritime C4I
  • Digitalizzazione video (radar, TV), distribuzione e presentazione
  • Alto livello di integrazione automatica dei dati dei sensori e coordinamento automatico dei sistemi d'arma
  • Prestazioni e affidabilità del sistema per garantire la continuità delle funzioni operative senza perdita di dati
  • Flessibilità e modularità con potenziale di crescita e capacità di aggiornamento.

CAPACITA’ DI PROIEZIONE ANFIBIA

Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 MBT C-2 Ariete, 5 Iveco LMV Lince-2, oppure 1 blindato 8x8 Centauro-2, 1 IFV 8x8 Freccia o 300 militari della Brigata Anfibia interforze (San Marco e Lagunari).

MEZZI ANFIBI LCM (Landing Craft Mechanized classe LC23) DEL CANTIERE VITTORIA DI ADRIA (RO)

Il Cantiere Navale Vittoria di Adria (Ro) consolida la sua specializzazione in un settore strategico del comparto difesa, quello dei mezzi da sbarco, con la realizzazione di quattro unità Landing Craft per l’equipaggiamento della nuova unità anfibia multiruolo LHD, prevista nell’ambito del piano di rinnovamento della flotta della Marina Militare Italiana. 


Le Landing Craft, classe LC23, in costruzione al Cantiere polesano, dovranno svolgere funzioni di supporto nelle operazioni di trasporto e sbarco di personale, veicoli militari e civili e attrezzature logistiche. Il Cantiere di Adria si è aggiudicato, nella primavera di quest’anno, il bando per la fornitura delle unità ausiliarie indetto da Fincantieri, uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. 



La consegna delle quattro imbarcazioni è avvenuta nel 2021. Vittoria vanta anni di esperienza nella ricerca e progettazione di mezzi da sbarco per la difesa militare. Queste unità rappresentano, infatti, sul piano tecnico e strutturale, soprattutto in termini di stabilità e performance, l’evoluzione dei mezzi da sbarco costruiti nel 2007 per la Marina Militare e delle unità fornite, nel 2011, con trasferimento di tecnologia, alla Marina Nazionale Algerina. Le future Landing Craft, lunghe 23.8 metri, larghe fuori tutto 6.6 metri e alte 2.8 metri ciascuna, potranno raggiungere una velocità massima di 22 nodi, avranno un peso di 140 tonnellate e una capacità di carico massimo pari a 60 tonnellate. Ogni mezzo sarà, infatti, configurato per trasportare fino a 2 veicoli anfibi d’assalto o 2 semoventi d’artiglieria imbarcati sull’unità madre, un carro armato C2 Ariete da 60 tonnellate e fino a 300 militari. "Proseguiamo con piacere la fruttuosa collaborazione con Fincantieri – dichiara Luigi Duo’, presidente del Cantiere Navale Vittoria- e rafforziamo lo storico rapporto con il Ministero della Difesa. Questa commessa rappresenta un importante riconoscimento della nostra specializzazione nel campo della difesa militare e conferma la validità dei nostri sforzi, in termini di ricerca e innovazione, anche nel mercato dei mezzi da sbarco. Dopo dieci anni dall’ultima fornitura di unità di questa tipologia, siamo orgogliosi di dotare nuovamente la Marina Militare di imbarcazioni estremamente moderne, innovative e dalle ottime performance, in grado di fornire il massimo supporto alle operazioni anfibie della Difesa.”

OSPEDALE IMBARCATO

La nave sarà dotata anche di un ospedale completamente attrezzato con sale operatorie, laboratori di radiologia e analisi, ambulatorio odontoiatrico e zona degenza per 28 ricoverati gravi, per un totale di 700 m²; mentre ulteriori posti letto saranno sistemati in moduli contenitorizzati, all'uopo predisposti.
A maggio del 2019, la nave è stata varata dai cantieri di Castellammare di Stabia e trasferita a La Spezia per il completamento degli allestimenti, in previsione della consegna finale annunciata entro il 2022. La fase di costruzione ha coinvolto più di 300 operatori, mentre la fase installativa e di completamento dovrebbero impegnare 800 persone.


….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

(Fonti: “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM", Web, Google, Forumfree, Dott. G. Arra, Alessandro Burla, Marina.Difesa, Wikipedia, ADN KRONOS, You Tube)






















































































 

domenica 8 gennaio 2023

OV-10G+ BRONCO AGGIORNATI IN IRAQ ARMATI CON GLI APKWS A GUIDA LASER



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"


La notizia che il Pentagono stava inviando in Iraq un paio di Broncos OV-10 dell'era del Vietnam rinnovati e altamente aggiornati per affrontare l'ISIS ha sollevato molte perplessità. È stata una nuova svolta in un decennio e mezzo di guerra contro l'insurrezione in Iraq e Afghanistan, dove gli Stati Uniti non hanno mai utilizzato un aereo leggero di supporto aereo e di sorveglianza. Per molti, l'apparizione dell'OV-10 in Iraq era attesa da tempo.


Ora, vengono rivelati i dettagli di ciò che una coppia di OV-10G+ Broncos stava facendo in Iraq, e come ci sono riusciti con risultati impeccabili.
I Broncos erano usati per trovare, identificare e finire il nemico. In passato, questo processo è stato ampiamente realizzato da almeno due comunità di velivoli e piattaforme molto diverse, che di solito avevano le proprie strutture di comando e controllo uniche. Condensando tutte le funzionalità richieste in un'unica piattaforma, l'OV-10, la kill chain potrebbe essere drasticamente compressa e risparmiare un sacco di soldi nel processo.
La verità è che gli OV-10 non erano affatto velivoli di supporto aereo ravvicinato nel senso tradizionale del termine: erano cacciatori di uomini.





L'arma preferita utilizzata dai Bronco per questo set di missioni unico era il relativamente nuovo ma molto promettente Advanced Precision Kill Weapon System, o APKWS, un razzo da 70 mm con un cercatore laser e una sezione di controllo. Proprio come i razzi "Hydra" standard non guidati da 70 mm, gli APKWS possono essere trasportati alla rinfusa su vari aerei statunitensi e alleati, con razzi a 7 e 19 punti comunemente usati. Questa capacità di massa significa un notevole aumento della potenza di fuoco di precisione su qualsiasi cosa, dagli elicotteri leggeri agli A-10. Il Bronco è ben lungi dall'essere un pony unico.
I razzi a guida laser possono essere lanciati molto vicino o a miglia di distanza dal loro bersaglio e da diverse angolazioni, quindi gli equipaggi possono usare tattiche creative per ottenere effetti "unici" sul campo di battaglia. Nelle mani giuste, questi razzi intelligenti possono eliminare il personale nemico e distruggere veicoli leggermente corazzati in circostanze che nessun'altra munizione guidata potrebbe fare, almeno non senza causare danni collaterali significativi.
Non solo l’APKWS era adeguato, ma se accoppiato con l'OV-10 Bronco aggiornato, sembra essere stato un incontro fatto in paradiso o all'inferno a seconda da che parte stai.
In un certo senso i Broncos hanno scritto un nuovo libro sulle tattiche dell'APKWS durante il loro tour in Iraq. Quando i funzionari chiave sono stati informati su ciò che i Broncos avevano fatto durante la loro permanenza lì e sono state mostrate ore di filmati dell'APKWS lanciati dagli OV-10 in azione, quei funzionari sono rimasti sbalorditi. 
La torretta FLIR MX-15HD "match grade" del Bronco e il grande display ad alta definizione nel cockpit rendono l'aereo tra le piattaforme di attacco di precisione più accurate del pianeta. Notte dopo notte, gli OV-10 sfruttano questa capacità. Invece di far saltare in aria edifici o convogli, gli equipaggi di Bronco stavano eliminando combattenti dell'ISIS in piedi davanti a finestre buie o in un unico camion circondato da altri.
Per quanto precisi potessero essere gli equipaggi degli OV-10 con i loro razzi a guida laser e sensori di puntamento di fascia alta, l'abilità del Bronco in questo reparto era quasi bizzarra. Non si trattava solo di eliminare i cosiddetti cattivi dalle finestre: stavano facendo lo stesso con i combattenti nascosti sotto grondaie, sporgenze o fitte coperture e nelle porte. In sostanza, i Broncos erano cecchini volanti per le forze delle operazioni speciali che davano la caccia all'ISIS in Iraq. Potevano osservare con grande chiarezza dall'alto, raccogliere informazioni e inseguire il nemico. Potrebbero anche uccidere quel nemico con incredibile precisione. Invece di usare il proiettile di un cecchino, i Broncos usarono l'equivalente di munizioni guidate del Pentagono, razzi a guida laser.
Un colpo, un'uccisione, anche nelle condizioni di combattimento più impegnative.
Gli OV-10 erano pieni di elettronica per la raccolta di informazioni, un'armata di sistemi di comunicazione e collegamenti dati (inclusi più sistemi sat-com), contromisure difensive, display Scorpion montati sul casco per entrambi i membri dell'equipaggio e un serbatoio del carburante centrale. Questo carburante extra ha aiutato i Broncos a completare un tempo medio di missione compreso tra tre e quattro ore, una durata ottimale per i tipi di sortite di operazioni speciali che erano regolarmente incaricati di supportare.
L'elemento umano che ha riportato i Broncos in guerra è stato altrettanto impressionante. Il piccolo gruppo di piloti della US NAVY era stato selezionato con cura ed era tra i migliori che il servizio avesse da offrire. Tutti erano istruttori di scuola d'armi. Gli ufficiali del sistema d'arma provenivano dalle comunità Tomcat e Super Hornet ed erano stati incorporati come controllori di attacco terminale congiunti per operazioni speciali (controllori aerei avanzati) con unità SEAL che operavano a terra nei più famosi buchi infernali del mondo.
Questi ufficiali di grande esperienza avevano una visione incredibile di come i SEAL operavano a terra e di come applicare correttamente la potenza aerea ove necessario per ottenere effetti molto specifici sul campo di battaglia. L'esperienza e la dedizione degli equipaggi dei Broncos sono stati fattori fondamentali per il successo del tour sperimentale in Iraq.
Anche le esigenze di manutenzione dell'OV-10 erano uniche. I Broncos aggiornati richiedevano un solo manutentore per aereo, con gli equipaggi che assistevano nella manutenzione e nel supporto. Era un'impronta di supporto quasi ridicolmente conveniente per un aereo in grado di identificare, cacciare e annientare il nemico interamente da solo.
Questa infrastruttura essenziale significava anche che l'aereo a doppio turboelica era altamente flessibile quando si trattava di operare. Gli equipaggi potevano semplicemente caricare la loro attrezzatura nella stiva dell'OV-10 insieme ai manutentori, se necessario, e schierarsi da soli praticamente ovunque, inclusi aeroporti austeri e improvvisati.
Il Comando Centrale è stato la forza trainante del programma OV-10 e sta ora spingendo affinché si evolva. Ora che c'è un carico di dati che indicano un successo economico in Iraq, la speranza è che lo Special Operations Command investa nell'espansione significativa del programma. Una mossa del genere è attesa da tempo, ma meglio tardi che mai.
Perché i Broncos sono stati scelti per questo schieramento di prova in primo luogo? Tra la metà e la fine degli anni 2000, la Marina ha testato negli Stati Uniti un concetto simile di supporto aereo per operazioni speciali e velivoli leggeri contro l'insurrezione nell'ambito dei programmi Imminent Fury e Combat Dragon. Durante Imminent Fury, l'Embraer Super Tucano di fabbricazione brasiliana ha dimostrato con successo di essere una piattaforma flessibile per operazioni speciali di supporto aereo ravvicinato e sorveglianza, ma era chiaro che spostare quell'aereo in un ruolo operativo sarebbe stato un grosso ostacolo.
Il pacchetto Combat Dragon II è stato originariamente sviluppato per il Super Tucano e questo programma Navy Special Warfare ha suscitato l'interesse dell'USAF. Eppure il fatto che il Super Tucano fosse straniero ha sollevato bandiere per i produttori di aerei statunitensi affermati, vale a dire Hawker-Beechcraft, che stava sviluppando il più piccolo AT-6. Quell'aereo era una versione armata di attacco leggero e sorveglianza dell'addestratore primario T-6 Texan II di cui il Pentagono ne possedeva già centinaia. L'agile squadra che guidava il programma è stata in grado di aggirare le grandi politiche di approvvigionamento della difesa sfruttando un paio di OV-10 Broncos disponibili, che erano stati utilizzati dal Department of State Air Wing in Colombia.
Questo stesso piccolo e intraprendente team rimane oggi al timone dell'attuale programma OV-10G+. 
È interessante notare che il Pentagono finì per procurarsi l'A-29 Super Tucano, anche se solo dopo una lunga battaglia per gli appalti tra Embraer-Sierra Nevada Corp e Hawker-Beechcraft. 
L'OV-10 tornerà in produzione? Se il recente passato è indicativo, a meno che SOCOM non decida di fare le cose in grande e finanziare una vasta flotta di aerei derivati da Combat Dragon II. L'idea è stata lanciata alla fine degli anni 2000 e Boeing presumibilmente voleva un impegno di almeno 100 aerei per realizzarlo. Poi di nuovo, nel mondo delle operazioni speciali, tutto è apparentemente possibile: il fatto che gli OV-10 siano stati utilizzati per combattere l'ISIS decenni dopo il loro ritiro ufficiale ne è solo la prova.





North American Rockwell OV-10 Bronco

Il North American Rockwell OV-10 Bronco è un velivolo d' attacco e d' osservazione bi-turboelica statunitense. È stato sviluppato negli anni '60 come velivolo speciale per il combattimento contro l'insurrezione (COIN) e una delle sue missioni principali era come velivolo per il controllo aereo avanzato (FAC). Poteva trasportare fino a 3.200 libbre (1.450 kg) di munizioni esterne e carichi interni come paracadutisti o barelle e può bighellonare per tre o più ore.

Sviluppo

L'aereo è stato inizialmente concepito all'inizio degli anni '60 attraverso una collaborazione informale tra WH Beckett e il colonnello KP Rice, US Marine Corps, che si sono incontrati alla Naval Air Weapons Station China Lake, in California, e che vivevano anche vicini. Il concetto originale era per un velivolo di supporto aereo ravvicinato robusto, semplice e integrato con operazioni di terra avanzate. A quel tempo, l’US ARMY stava ancora sperimentando elicotteri armati e l'USAF non era interessata al supporto aereo ravvicinato.
Il concept del velivolo doveva operare da opportune basi aeree avanzate utilizzando le strade come piste. La velocità doveva essere da molto lenta a media subsonica, con tempi di attesa molto più lunghi rispetto a un jet puro. Efficienti motori a turboelica darebbero prestazioni migliori rispetto ai motori a pistoni. Le armi dovevano essere montate sulla linea centrale per ottenere una mira efficiente senza distanza. Gli inventori preferivano le armi da mitragliamento come i fucili auto-caricanti senza rinculo, che potevano fornire proiettili esplosivi mirati con meno rinculo dei cannoni e un peso per colpo inferiore rispetto ai razzi. La cellula doveva essere progettata per evitare l'esplosione all'indietro.
Beckett e Rice hanno sviluppato una piattaforma di base che soddisfa questi requisiti, quindi hanno tentato di costruire un prototipo in fibra di vetro in un garage. Lo sforzo ha prodotto sostenitori entusiasti e un opuscolo informale che descrive il concetto. WH Beckett, che si era ritirato dal Corpo dei Marines, andò a lavorare alla North American Aviation per vendere l'aereo.
Il riso afferma:
La definizione militare di STOL (da 500 piedi a un ostacolo di 50 piedi) consente il decollo e l'atterraggio nella maggior parte delle aree in cui potrebbe essere combattuta una guerra limitata. Inoltre, l'aereo è stato progettato per utilizzare le strade in modo che le operazioni siano possibili anche nelle aree della giungla dove le radure sono poche e lontane tra loro. Di conseguenza l'apertura alare doveva essere limitata a venti piedi e per il funzionamento dalle strade era previsto un pesante carrello di atterraggio del tipo a braccio longitudinale con un battistrada di 6,5 piedi. Il funzionamento galleggiante doveva essere fattibile...... è abbastanza fattibile progettare i vari componenti in modo che possano essere smontati facilmente e riposti in una scatola che si adatterebbe al pianale di un camion 6 × 6 insieme all'attrezzatura necessaria per il rimontaggio sul campo. Potrebbe quindi essere trasportato con navi anfibie e sollevato con l'elicottero o portato a terra da un camion 6 × 6. 

Aerei da ricognizione armati leggeri

Una specifica "tri-servizio" per il Light Armed Reconnaissance Aircraft (LARA) fu approvata dalla US NAVY, dall'Aeronautica Militare e dall'Esercito degli Stati Uniti e fu emessa alla fine del 1963. Il requisito LARA era basato sulla necessità percepita di un nuovo tipo di "combattimento nella giungla" versatile attacco leggero e velivolo d'osservazione. Gli aerei militari esistenti nel ruolo di osservazione, come il Cessna O-1 Bird Dog e il Cessna O-2 Skymaster, erano percepiti come obsoleti, con una velocità troppo lenta e una capacità di carico troppo ridotta per questo ruolo flessibile.
La specifica richiedeva un aereo bimotore per due uomini che potesse trasportare almeno 2.400 libbre (1.100 kg) di carico, sei paracadutisti o barelle ed essere sollecitato per +8 e −3 g (capacità acrobatica di base). Doveva anche essere in grado di operare da una portaerei, volare ad almeno 350 miglia all'ora (560 km/h), decollare a 800 piedi (240 m) e convertirsi in un anfibio. Dovevano essere trasportati vari armamenti, comprese quattro mitragliatrici da 7,62 mm (0,300 pollici) con 2.000 colpi e armi esterne tra cui un cannone con cannone elettrico M197 da 20 mm (0,79 pollici) e missili aria-aria AIM-9 Sidewinder.
Furono presentate undici proposte, tra cui: la versione con sedile in tandem Grumman Modello 134R del già schierato OV-1 Mohawk dell'esercito americano (il Corpo dei Marines degli Stati Uniti ha abbandonato il programma Mohawk nel 1958), Goodyear GA 39, Beechcraft PD-183, Douglas D-855, Convair Model 48 Charger, Helio 1320, Lockheed CL-760, un design Martin e North American Aviation / Rockwell NA-300.
Nell'agosto 1964 fu selezionato il NA-300. Nell'ottobre 1964 fu emesso un contratto per sette prototipi di velivolo. Convair protestò contro la decisione e costruì comunque un prototipo ad ala piccola del modello 48 Charger, che volò per la prima volta il 29 novembre 1964. Anche questo era un velivolo a doppio braccio che aveva un ampio layout simile all'OV-10. Il Charger, pur essendo in grado di superare l'OV-10 sotto alcuni aspetti, si schiantò il 19 ottobre 1965 dopo 196 voli di prova. Convair successivamente è uscito dalla contesa.
Il Bronco iniziò a volare a metà del programma di test del Charger il 16 luglio 1965 e divenne uno dei principali velivoli contro l'insurrezione (COIN) dei successivi 30 anni. Non ha raggiunto il concetto L2 VMA di Rice, perché il DoD ha insistito su ali lunghe 40 piedi (12 m), il che lo ha reso dipendente dalle basi aeree. Riso conclude:
Il concetto originale di un velivolo piccolo e semplice che potesse operare vicino alle truppe supportate era stato quasi completamente sviscerato dal "sistema". La capacità di operare da strada (apertura di 20 piedi e battistrada di 6,5) era stata ignorata e le prestazioni erano compromesse dalla luce ridotta di 30 piedi, dalle 1.000 libbre in più per il carrello di atterraggio ruvido e da altre 1.000 libbre di elettronica. L'aereo "leggero e semplice" aveva anche una serie completa di strumenti, sedili eiettabili e sette stazioni di stoccaggio esterne. Il concetto di utilizzare ordigni di terra e un vano bombe era stato ignorato, sebbene avesse disposizioni per quattro M60[medie] mitragliatrici. Nonostante questa crescita (quasi il doppio delle dimensioni e del peso della nostra casa costruita), lo YOV-10 aveva ancora un grande potenziale. Non avrebbe raggiunto i vantaggi dell'integrazione con lo schema di manovra a terra, ma aveva capacità all'estremità inferiore dell'inviluppo di prestazioni che erano ancora preziose e uniche. 
Il Bronco ha eseguito osservazione, controllo aereo avanzato, scorta di elicotteri, ricognizione armata, trasporto aereo leggero di utilità e attacco al suolo limitato. Il Bronco ha anche eseguito ricognizioni radiologiche aeree, osservazione aerea tattica, artiglieria e avvistamento di spari navali , controllo aereo delle operazioni di supporto aereo tattico e fotografia aerea di prima linea a basso livello . Un prototipo in Vietnam progettato per deporre il fumo ha avuto un enorme successo, tenuto in servizio dai valutatori per diversi mesi e rilasciato solo a malincuore, non è stato acquistato a causa di una percepita mancanza di missione. 

Progetto

L'OV-10 ha una gondola centrale contenente piloti e carico, e due bracci contenenti due motori turboelica. La caratteristica visivamente distintiva del velivolo è la combinazione dei due bracci, con lo stabilizzatore orizzontale che li collega.
Il design del velivolo supportava operazioni efficaci dalle basi avanzate. L'OV-10 può eseguire decolli e atterraggi brevi, anche su portaerei e navi d'assalto anfibie a ponte largo senza usare catapulte o cavi di arresto. Inoltre, l'OV-10 è stato progettato per decollare e atterrare su siti non migliorati. Le riparazioni potrebbero essere effettuate con strumenti ordinari. Non era necessaria alcuna attrezzatura a terra per avviare i motori. Se necessario, i motori potrebbero funzionare con carburante per automobili ad alto numero di ottani con solo una leggera perdita di potenza. 
L'aereo aveva una manovrabilità reattiva e poteva volare per 5 ore e mezza con serbatoi di carburante esterni.  La cabina di pilotaggio aveva una visibilità estremamente buona per un pilota e un copilota in tandem, fornita da una "serra" avvolgente più ampia della fusoliera. I sedili eiettabili personalizzati Rockwell nordamericani erano standard, con molte espulsioni riuscite durante il servizio. Con il secondo sedile rimosso, può trasportare 3.200 libbre (1.500 kg) di carico, cinque paracadutisti o due pazienti in lettiga e un assistente. Il peso a vuoto era di 6.969 libbre (3.161 kg). Il normale peso operativo con carburante con due membri dell'equipaggio era di 9.908 libbre (4.494 kg). Il peso massimo al decollo era di 14.446 libbre (6.553 kg).
Il fondo della fusoliera portava sponsor o "ali stub" che miglioravano le prestazioni di volo diminuendo la resistenza aerodinamica sotto la fusoliera. Gli sponsor sono stati montati orizzontalmente sul prototipo. I test li hanno portati a essere riprogettati per velivoli di produzione; l'angolo verso il basso degli sponsor sui modelli di produzione ha assicurato che i negozi portati sugli sponsor venissero abbandonati in modo pulito. Normalmente, quattro mitragliatrici M60C da 7,62 mm (0,308 pollici) venivano trasportate sugli sponsor con gli M60C accessibili attraverso un grande portello con apertura in avanti sulla parte superiore di ogni sponsor. Gli sponsor avevano anche quattro rastrelliere per trasportare bombe, capsule o carburante. Le ali esterne dei motori contengono due rastrelliere aggiuntive, una per lato.
L'armamento in rack nella guerra del Vietnam era di solito razzi a sette colpi da 2,75 pollici (70 mm) con proiettili al fosforo bianco o razzi ad alto esplosivo, o razzi Zuni a quattro colpi da 5 pollici (127 mm). Sono stati trasportati anche bombe, sensori sismici incustoditi ADSIDS lanciati dall'aria/paracadutati, razzi di illuminazione del campo di battaglia Mk-6 e altri depositi. 
L'esperienza operativa ha mostrato alcuni punti deboli nel design dell'OV-10. Era notevolmente sottodimensionato, il che ha contribuito agli incidenti in Vietnam su terreni in pendenza perché i piloti non potevano salire abbastanza velocemente. Mentre le specifiche affermano che l'aereo potrebbe raggiungere i 26.000 piedi (7.900 m), in Vietnam l'aereo potrebbe raggiungere solo 18.000 piedi (5.500 m). Inoltre, nessun pilota OV-10 è sopravvissuto all'abbandono dell'aereo. 

Storia operativa

L'OV-10 ha prestato servizio nella US Air Force, US Marine Corps e US Navy, nonché al servizio di numerosi altri paesi. Un totale di 81 Broncos OV-10 alla fine furono persi per tutte le cause durante la guerra del Vietnam, con l'Air Force che ne perse 64, la Marina 7 e i Marines 10. 

Corpo dei Marines degli Stati Uniti

L'OV-10 è stato acquisito per la prima volta dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Ciascuno dei due squadroni di osservazione del Corpo dei Marines (designati VMO) aveva 18 velivoli: nove OV-10A e nove velivoli per l'osservazione notturna OV-10D. È stato inoltre istituito uno squadrone di osservazione della Marine Air Reserve. L'OV-10 ha operato come controllore aereo avanzato ed è stato finalmente eliminato dal Corpo dei Marines nel 1995 in seguito al suo impiego durante l'operazione Desert Storm, che ha visto anche le perdite finali in combattimento degli OV-10 da parte delle forze statunitensi. Tra queste perdite c'erano due USMC OV-10 abbattuti a causa della mancanza di efficaci contromisure a infrarossi. Si pensava anche che la bassa velocità lo rendesse più vulnerabile alle armi antiaeree. Il controllo aereo avanzato passò principalmente alle unità di terra con designatori laser e radio digitali (GFAC) e il biposto F/A-18D Hornet (FAC(A)s). La maggior parte dei Broncos operativi sono stati riassegnati ad agenzie governative civili negli Stati Uniti, mentre alcuni sono stati venduti ad altri paesi.
Il programma NOGS (Night Observation Gunship System) del Corpo dei Marines degli Stati Uniti ha modificato due OV-10A (BuNo 155395 e BuNo 155396) per includere un sensore a infrarossi (FLIR) con torretta, un designatore del bersaglio laser e un sensore a torretta da 20 mm (0,79 pollici) ) Cannone XM197 asservito al punto di mira FLIR. NOGS ha avuto successo in Vietnam, ma i fondi per convertire più aerei non sono stati approvati. NOGS si è evoluto nel NOS OV-10D, che includeva un designatore laser, ma nessun cannoncino.

US Air Force

L'USAF ha acquisito il Bronco principalmente come aereo FAC. I primi OV-10A da combattimento dell'USAF arrivarono in Vietnam il 31 luglio 1968 come parte dell '"Operazione Combat Bronco", un test operativo e una valutazione del velivolo. Questi velivoli di prova sono stati assegnati al 19° squadrone di supporto aereo tattico, 504° gruppo di supporto aereo tattico presso la base aerea di Bien Hoa nel Vietnam del sud. I ruoli di prova includevano l'intera gamma di missioni poi assegnate agli aerei FAC, inclusa la direzione degli attacchi diurni e notturni, la direzione delle cannoniere, la valutazione dei danni delle bombe, la ricognizione visiva, la direzione dell'artiglieria aerea e come scorta per gli aerei impegnati nell'operazione Ranch Hand. La capacità del velivolo di generare fumo internamente è stata utilizzata per la direzione dell'attacco e "in quattro casi specifici in condizioni di visibilità ridotta, il fumo è stato visto dagli equipaggi d'attacco prima che l’OV-10A fosse rilevato". L'operazione Combat Bronco terminò il 30 ottobre 1968.
Dopo la fine del Combat Bronco, l'USAF ha iniziato a schierare numeri maggiori al 19th TASS (Bien Hoa), 20th TASS (Da Nang Air Base) e per missioni fuori dal paese al 23d TASS (Nakhom Phanom in Tailandia). Il 23d TASS ha condotto l'operazione Igloo White, l'operazione Prairie Fire/Daniel Boone e altre missioni di operazioni speciali . 
Tra il 1968 e il 1971, 26 piloti della Royal Australian Air Force (RAAF) e della Royal New Zealand Air Force (RNZAF) hanno pilotato l'OV-10A in sortite FAC, mentre erano attaccati agli squadroni USAF. La 19a TASS ha ospitato 13 piloti RAAF e tre dell'RNZAF; altri sette piloti RAAF e tre dell'RNZAF furono assegnati al 20° TASS. (Di conseguenza, l'Australian War Memorial ha acquisito un OV-10A 67-14639, che è stato pilotato da alcuni di questi piloti.) 
Da aprile a giugno 1969 l'USAF ha condotto un'esercitazione operativa chiamata Misty Bronco nella zona tattica del III Corpo del Vietnam del Sud per valutare le prestazioni dell'OV-10A come aereo da attacco leggero. I risultati furono positivi e dall'ottobre 1969 tutti gli OV-10A USAF dovevano essere armati con le loro mitragliatrici M60C interne da 7,62 mm (0,308 pollici), che erano state generalmente tralasciate durante le valutazioni del Combat Bronco e il successivo dispiegamento. Anche i razzi ad alto esplosivo da 70 mm (2,75 pollici) sono stati autorizzati per l'uso contro bersagli a terra.
Nel 1971, gli OV-10A Broncos della 23d TASS ricevettero modifiche nell'ambito del progetto Pave Nail. Effettuate da LTV Electrosystems nel 1970, queste modifiche includevano principalmente l'aggiunta del pod di designazione laser del bersaglio Pave Spot, nonché un periscopio notturno specializzato (che sostituiva i cannocchiali stellari iniziali che erano stati utilizzati per le operazioni notturne) e l'attrezzatura LORAN. L'identificativo di chiamata Nail era l'handle radio di questo squadrone. Questi velivoli hanno sostenuto l'interdizione di truppe e rifornimenti sull'Ho Chi Minh Trail illuminando bersagli per bombe a guida laser sganciate dai McDonnell F-4 Phantom II. Dopo il 1974, questi velivoli furono riconvertiti a uno standard OV-10A non modificato. 
Almeno 157 OV-10A furono consegnati all'USAF prima che la produzione terminasse nell'aprile 1969. L'USAF perse 64 OV-10 Broncos durante la guerra, per tutte le cause.  Alla fine degli anni '80, l'USAF iniziò a sostituire i propri OV-10 con aerei OA-37B e OA-10A . A differenza del Corpo dei Marines, l'USAF non ha schierato il Bronco in Medio Oriente in risposta all'invasione irachena del Kuwait, poiché riteneva che l'OV-10 fosse troppo vulnerabile. Gli ultimi due squadroni USAF equipaggiati con il Bronco, il 19° e il 21° Squadrone di Supporto Aereo Tattico (TASS) ritirarono l'OV-10 il 1° settembre 1991. 
Nel 2012 sono stati stanziati 20 milioni di dollari per attivare un'unità sperimentale di due OV-10, acquisita dalla NASA e dal Dipartimento di Stato. A partire da maggio 2015, questi velivoli sono stati schierati per supportare le missioni di combattimento volante dell'Operazione Inherent Resolve su Iraq e Siria, effettuando più di 120 sortite di combattimento in 82 giorni. Si ipotizza che fornissero supporto aereo ravvicinato per le missioni delle forze speciali. L'esperimento si è concluso in modo soddisfacente, ma un portavoce dell'Air Force ha affermato che rimane improbabile che investiranno nella riattivazione dell'OV-10 su base regolare a causa dei costi generali per l'utilizzo di un tipo di aeromobile aggiuntivo. 

US NAVY

La Marina degli Stati Uniti ha formato il Light Attack Squadron Four (VAL-4), i "Black Ponies", il 3 gennaio 1969, e ha operato in Vietnam dall'aprile 1969 all'aprile 1972. La Marina ha utilizzato il Bronco OV-10A come aereo da attacco al suolo leggero, per l'interdizione della logistica nemica e il supporto antincendio di Marines, SEAL e navi della forza navale fluviale. Ha avuto successo in questo ruolo, sebbene la Marina degli Stati Uniti abbia perso sette OV-10 durante la guerra del Vietnam per varie cause. Oltre all'addestramento per la sostituzione della flotta OV-10 svolto in collaborazione con Air Antisubmarine Squadron Forty-One (VS-41) presso NAS North Island, California, VAL-4 è stato l'unico squadrone della Marina degli Stati Uniti a impiegare l'OV-10 ed è stato dismesso poco dopo la fine della guerra del Vietnam. Gli OV-10 sopravvissuti di VAL-4 furono successivamente trasferiti al Corpo dei Marines. 
Almeno due Broncos sono stati utilizzati come banchi di prova negli anni '70 presso il Naval Air Test Center (NATC) al NAS Patuxent River, nel Maryland.
Due OV-10 sono stati valutati per operazioni speciali, e l'USMC ha prestato 18 velivoli per operazioni da parte di VAL-4 in Vietnam. 
Nel 2015, due OV-10G sono stati assegnati per operazioni di attacco leggero in Iraq nell'ambito del programma "Combat Dragon II" e hanno completato 120 missioni. 
Nel 2019, il primo dei due ex velivoli VAL-4 è tornato in volo dallo squadrone OV-10, Chino, California. Ufficio numeri 155493 "Holy Terror" e 155474 "White Lightning". Gli estesi lavori di restauro di oltre 18 mesi eseguiti dalla California Aerofab sono entrati nel ritorno al volo del 493 e il 155474 dovrebbe volare entro il 2020. 

Colombia

Nel 1991, l'USAF ha fornito all'aeronautica colombiana 12 OV-10A. Successivamente, sono stati acquisiti anche tre modelli A ex USMC per fornire supporto alle parti. La Colombia gestisce l'aereo in un ruolo COIN contro un'insurrezione attiva. Almeno un aereo è stato perso in combattimento. I restanti OV-10A sono stati aggiornati allo standard OV-10D. Nel novembre 2015, e dopo 24 anni di servizio, l'aeronautica militare colombiana ha ritirato tutti i restanti velivoli OV-10. 

Germania

La variante OV-10B è stata prodotta per la Germania da utilizzare come rimorchio bersagli. Diciotto velivoli furono consegnati alla fine degli anni '60 ed erano dotati di attrezzature per il traino del bersaglio all'interno della fusoliera. Una cupola di plastica trasparente ha sostituito la porta di carico posteriore e un sedile posteriore è stato installato nel vano di carico per guardare all'indietro fuori dalla cupola. Dopo una lunga carriera il Bronco è stato sostituito dal Pilatus PC-9 nel 1990 e tutti gli aerei sono stati ritirati e inviati a vari musei, scuole tecniche e utilizzati come ABDR (Aircraft Battle Damage Repair).

Indonesia

L'aeronautica militare indonesiana ha acquistato 12 velivoli OV-10F e li ha utilizzati in operazioni COIN simili alle missioni in Vietnam della Marina degli Stati Uniti con i loro Broncos, ma ha adattato le mitragliatrici pesanti Browning da .50 pollici (12,7 mm) al posto delle .308 pollici (7,62 mm) mitragliatrici.  Questi velivoli erano basati nella base aerea di Lanud Abdulrachman Saleh a Malang, Giava orientale e furono vitali nell'invasione di Timor orientale e nelle successive operazioni COIN. Nel 1977, furono utilizzati anche durante i bombardamenti aerei dei villaggi di Amungme vicino all'area operativa di Papua occidentale, in risposta all'OPMattacchi alle strutture della compagnia mineraria e ai villaggi Dani nella Baliem Valley, sempre nel Papua occidentale, in risposta alla ribellione contro la partecipazione forzata alle elezioni generali indonesiane. A causa della mancanza di bombe statunitensi, l'aeronautica militare indonesiana ha modificato i porta bombe per trasportare bombe russe. L'aeronautica indonesiana prevede di sostituire i propri OV-10F con EMBRAER Super Tucanos a seguito di un incidente mortale il 23 luglio 2013.  L'aeronautica militare indonesiana ha ritirato l'OV-10F dal servizio nel 2007.

Marocco

La Royal Moroccan Air Force ha acquisito sei OV-10A dell'ex Corpo dei Marines degli Stati Uniti nel 1981. Con sede nell'aeroporto Menara di Marrakesh, questi sono stati impiegati in operazioni di contro-insurrezione contro le forze del Polisario nella guerra del Sahara occidentale utilizzando razzi e pistole. Uno è stato abbattuto nel 1985. Una squadra di ispezione USMC di 15 uomini da VMO-2 è stata schierata per valutare il suddetto OV-10 155397 precipitato.

Filippine

La Philippine Air Force (PAF) ha ricevuto 24 OV-10A dalle scorte statunitensi nel 1991, successivamente seguiti da altri nove dagli Stati Uniti, e otto ex-Thai Air Force OV-10C nel 2003-2004.  Gli OV-10 sono gestiti dal 16th Attack Squadron e dal 25th Composite Attack Squadron del 15th Strike Wing, con sede a Sangley Point, Cavite. Il PAF fa volare Broncos in operazioni di ricerca e salvataggio e COIN in varie parti delle Filippine. Le prime due donne pilota da combattimento nel PAF hanno pilotato OV-10 con il 16°. Questo squadrone ha effettuato operazioni antiterrorismo nell'isola di Jolo. 
PAF OV-10 Broncos sono stati ripetutamente utilizzati in attacchi aerei contro le posizioni del Moro Islamic Liberation Front durante i combattimenti in corso nel 2011, e due sono stati utilizzati in un attacco aereo nel febbraio 2012 che ha provocato la morte di tre comandanti Abu Sayyaf e Jemaah Islamiyah, tra gli altri. Secondo quanto riferito, gli OV -10 dell'aeronautica filippina sono stati modificati per impiegare moderne bombe intelligenti.
Il 1° giugno 2017, gli OV-10 PAF hanno sganciato bombe sulle posizioni del gruppo Maute durante la battaglia di Marawi. 
La PAF ha annunciato che i suoi OV-10 rimanenti saranno sostituiti dall'Embraer EMB 314 Super Tucano entro il 2024. Questo per soddisfare i requisiti stabiliti dall'AFP Modernization Act per sostituire l'aereo obsoleto. 

Thailandia

La Royal Thai Air Force ha acquistato 32 nuovi velivoli OV-10C all'inizio degli anni '70 per l'utilizzo di COIN. Secondo quanto riferito, Broncos ha vinto la maggior parte delle competizioni di bombardamento thailandesi fino a quando gli F-5E non sono diventati operativi. Un tempo, l'RTAF pilotava gli OV-10 come velivoli per la difesa aerea. Nel 2004, RTAF ha donato la maggior parte degli OV-10 alle Filippine. Tre sopravvissuti OV-10 sono esposti, uno al Museo Tango Squadron Wing 41 a Chiang Mai, al Museo RTAF a Bangkok e un'esposizione statica al cancello principale dell'Ala 5 a Prachuap Khiri Khan. I restanti OV-10 saranno donati al PAF nel 2011. 

Venezuela

Nel corso degli anni, l'aeronautica militare venezuelana ha gestito una serie di OV-10E di nuova costruzione ed ex-USAF OV-10A. Il 27 novembre 1992, l'aereo è stato ampiamente utilizzato da ufficiali ribelli che hanno organizzato un tentativo di colpo di stato contro l'ex presidente Carlos Andrés Pérez. I ribelli hanno sganciato bombe e lanciato razzi contro la polizia e gli edifici governativi di Caracas. Quattro Broncos furono persi durante la rivolta, inclusi due abbattuti da un lealista F-16 Fighting Falcon della General Dynamics. 
Gli OV-10 venezuelani verranno ritirati nei prossimi anni. Inizialmente il Venezuela ha tentato di procurarsi l'aereo Embraer Super Tucano per sostituire l'OV-10, ma non è stato raggiunto alcun accordo che il presidente Chavez ha affermato essere dovuto al risultato delle pressioni del governo degli Stati Uniti. Il governo venezuelano ha deciso di non sostituirli con nuovi velivoli ad ala fissa. Piuttosto, l'aeronautica venezuelana li sta sostituendo con l'elicottero d'attacco Mil Mi-28 di fabbricazione russa. 

Altro utilizzo negli Stati Uniti

NASA

La NASA ha utilizzato un certo numero di Broncos per vari programmi di ricerca, inclusi studi sul volo a bassa velocità effettuati con il terzo prototipo negli anni '70 e studi sul rumore e sulla turbolenza di scia. Un OV-10 è rimasto in uso presso la base di Langley della NASA nel 2009 con tre velivoli aggiuntivi ottenuti dal Dipartimento di Stato precedentemente utilizzati negli sforzi di eradicazione della droga. 

Ala aerea del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti

Gli aerei del Dipartimento di Stato (DoS) sono ex aerei OV-10A dell'Air Force e OV-10D del Corpo dei Marines operati sotto contratto da DynCorp International a sostegno dell'interdizione e dell'eradicazione della droga da parte degli Stati Uniti in Sud America. L'aereo trasporta numeri di registrazione di aeromobili civili statunitensi e, quando non è schierato in avanti, è basato su una struttura DoS/DynCorp presso la Patrick Space Force Base, in Florida. 
Ai Broncos sono stati rimossi gli sponsor e sono stati installati pannelli di armatura esterni in Kevlar intorno agli abitacoli. Sulla pancia c'era una pompa azionata dal vento adattata da Agriculture Aircraft (spolveratori per colture) con un serbatoio a tramoggia da più di 500 gal (1.900 L) installato nella stiva. Una barra irroratrice si estendeva a V dal vano di carico alle travi di coda.  Un aereo sopravvissuto in questa configurazione è in mostra nel Tennessee.

Ufficio di gestione del territorio

Il Bureau of Land Management (BLM) degli Stati Uniti ha acquisito sette OV-10A da utilizzare come velivoli antincendio, incluso il prototipo YOV-10A. In questo ruolo, guidano le navi cisterna antincendio attraverso le traiettorie di volo previste sulle aree bersaglio. Gli aerei sono stati utilizzati nelle loro configurazioni militari di base, ma con i sedili eiettabili disabilitati. Il sistema di fumo esistente dell'aereo è stato utilizzato per segnare il percorso per le seguenti petroliere. Data l'età dell'aereo, i pezzi di ricambio erano difficili da ottenere e il BLM ha ritirato la propria flotta nel 1999. 

Dipartimento delle foreste e della protezione antincendio della California

Il California Department of Forestry and Fire Protection (CALFIRE) ha acquisito un certo numero di OV-10A, inclusi i sei velivoli superstiti del BLM e 13 ex velivoli del Corpo dei Marines degli Stati Uniti nel 1993 per sostituire i loro Cessna O-2 Skymaster esistenti come aerei da attacco aereo. I CAL FIRE Broncos volano con un equipaggio di due persone, un pilota a contratto e il CAL FIRE ATGS o Air Tactical Group Supervisor, il cui compito è coordinare tutte le risorse aeree in caso di incendio con il comandante dell'incidente a terra. Pertanto, oltre a fungere da velivolo di lancio per le navi cisterna, l'OV-10A è anche la piattaforma aerea da cui è coordinata l'intera operazione aerea. 

Varianti:
  • YOV-10A - Sette prototipi NA-300 con due motori T76-G-6/8 da 600 shp, l'ultimo è stato pilotato con motori YT74-P-1.
  • OV-10A - Versione di produzione originale con ala allargata e motori T76-G-10/12 da 715 cv. Distinto da un'antenna ad alta frequenza (HF) a filo lungo tra lo stabilizzatore posteriore centrale e la navicella centrale, 114 per il Corpo dei Marines degli Stati Uniti e 157 per l'Aeronautica degli Stati Uniti.
  • OV-10B - Variante per il traino del bersaglio per la Germania, con un pod per il traino del bersaglio montato sotto la fusoliera. Una cupola chiara ha sostituito la porta di carico posteriore. Il sedile posteriore è stato spostato nella stiva per guardare all'indietro fuori dalla cupola, 18 costruito; noto come OV-10B (Z) se dotato di un turbogetto J85-GE-4 aggiuntivo.
  • OV-10B(Z) - Una variazione del rimorchiatore bersaglio tedesco, con un turbogetto J85-GE-4 montato in una navicella sopra la fusoliera. Un totale di 18 aerei furono forniti ai tedeschi. 
  • OV-10C - Versione di esportazione per la Thailandia ; basato sull'OV-10A, 32 costruiti.
  • YOV-10D (NOGS) - Il prototipo della variante Night Observation Gunship System sviluppata come YOV-10D, due conversioni OV-10A, 155395,155396.
  • OV-10D - Bronco di seconda generazione sviluppato nell'ambito del programma NOGS. Il modello D era una cellula OV-10A ampiamente modificata, che aggiungeva un sistema di visione notturna a infrarossi lungimirante con una telecamera montata sulla torretta sotto un muso esteso, visivamente distinto dal muso corto e arrotondato del modello A. La D ha anche motori più grandi ed eliche in fibra di vetro più grandi. Altre differenze esterne evidenti sono i distributori di pula installati a metà dei boma e i camini di scarico che sopprimono gli infrarossi (che mescolano lo scarico con aria più fredda per ridurre la firma termica del velivolo). 17 modificato da OV-10A.
  • OV-10D+ - Il prossimo aggiornamento dell'USMC, costituito da velivoli A e D ampiamente rielaborati presso l'MCAS Cherry Point Naval Air Rework Facility con nuovi cablaggi e ali rinforzate. La strumentazione del motore è stata modificata da quadranti rotondi a letture su nastro.
  • OV-10E - Versione da esportazione per il Venezuela; basato sull'OV-10A, 16 costruiti.
  • OV-10F - Versione per l'esportazione per l'Indonesia; basato sull'OV-10A, 16 costruiti.
  • OV-10G+ - Designazione data agli OV-10 prestati dalla NASA al comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti per la valutazione sotto il Combat Dragon II come velivolo contro l'insurrezione, dotato di nuove eliche Hartzell a quattro pale e una suite di sensori standard. 3 modificato da OV-10D+ - OV-10M (modificato) - Una versione a quattro pale di OV-10A; modificato per ospitare motori più grandi con eliche in fibra di vetro più grandi. Dotato di distributori di pula quadrati a metà dei boma e con nuovo cablaggio e ali rinforzate. La strumentazione del motore è stata modificata da quadranti rotondi a letture su nastro da Marsh Aviation per l' aeronautica militare filippina . 
  • OV-10T - Versione cargo proposta dell'OV-10, in grado di trasportare 8-12 truppe o 4.500 libbre (2.000 kg) di carico, studiata durante la guerra del Vietnam ma non sviluppata.
  • Versione proposta per il contratto Light Attack/Armed Reconnaissance dell'USAF. Nel 2009 Boeing ha messo insieme i piani interni per costruire una versione modernizzata e migliorata del Bronco, chiamata OV-10X, per soddisfare un possibile requisito dell'Air Force per un aereo da attacco leggero. Secondo il Pentagono e i funzionari dell'industria, mentre l'aereo manterrebbe gran parte del suo robusto design esterno vintage degli anni '60, le modernizzazioni includerebbero una cabina di pilotaggio in vetro computerizzata, sensori di intelligence e capacità di sgancio di bombe intelligenti. Boeing ha indicato nel 2009 che sta crescendo l'interesse internazionale per il riavvio della produzione, per competere con altri velivoli da attacco leggero come il T-6B Texan II, A-67 Dragon e EMB 314 Super Tucano. 

Operatori:
  • Filippine - Philippine Air Force  - 41 unità di cui 7 in servizio. 
  • Stati Uniti - NASA.

Operatori civili

  • Stati Uniti - Blue Air Training ha acquisito sette velivoli OV-10D + e G nel marzo 2020, da utilizzare nell’addestramento. - OV-10 Squadron: un'organizzazione che ripristina sette OV-10D Broncos all'aeroporto di Chino, in California. Il loro primo Bronco 155493 restaurato ha preso il volo nel luglio 2019.  - CAL FUOCO  - Controllo della zanzara della contea di Beaufort, contea di Beaufort, Carolina del Sud. 

In pensione

  • Colombia - Aeronautica militare colombiana 
  • Indonesia - Aeronautica militare indonesiana 
  • Marocco - Aeronautica reale marocchina 
  • Tailandia - Aeronautica militare tailandese reale 
  • Stati Uniti - Aeronautica degli Stati Uniti
  • Corpo della Marina degli Stati Uniti
  • Venezuela - Aeronautica militare venezuelana 
  • Germania dell'Ovest - Aeronautica tedesca.


Specifiche (OV-10D)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2
  • Capacità: vano di carico per il personale (senza posti a sedere) o 3.200 libbre (1.451 kg) di merci
  • Lunghezza: 44 piedi 0 pollici (13,41 m)
  • Apertura alare: 40 piedi 0 pollici (12,19 m)
  • Altezza: 15 piedi 2 pollici (4,62 m)
  • Area alare: 291,0 piedi quadrati (27,03 m2 )
  • Profilo alare : NACA 64A315 [ 
  • Peso a vuoto: 6.893 libbre (3.127 kg)
  • Peso lordo: 9.908 libbre (4.494 kg)
  • Peso massimo al decollo: 14.444 lb (6.552 kg) (sovraccarico)
  • Capacità carburante: 252 US gal (210 imp gal; 950 L) interna
  • Motopropulsore: 2 motori turboelica Garrett T76-G-420/421, 1.040 shp (780 kW) ciascuno equivalente
  • Eliche: Hamilton Standard a 3 pale, eliche completamente piumate a velocità costante di 8 piedi e 6 pollici (2,59 m) di diametro.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 250 kn (290 mph, 460 km/h) a livello del mare
  • Autonomia di combattimento: 198 nmi (228 mi, 367 km)
  • Autonomia di trasferimento: 1.200 nmi (1.400 mi, 2.200 km) con carburante ausiliario
  • Tangenza: 30.000 piedi (9.100 m)
  • Velocità di salita: 3.020 piedi/min (15,3 m/s)
  • Corsa di decollo: 740 piedi (226 m)
  • Distanza di decollo a 50 piedi (15 m): 1.120 piedi (341 m)
  • Distanza di decollo a 50 piedi (15 m): 2.800 piedi (853 m) a MTOW
  • Corsa di atterraggio: 740 piedi (226 m)
  • Corsa di atterraggio: 1.250 piedi (381 m) a MTOW
  • Distanza di atterraggio da 50 piedi (15 m): 1.220 piedi (372 m).

Armamento:
  • 1 cannone elettrico M197 da 20 mm (0,79 pollici) (YOV-10D) o 4 mitragliatrici M60C da 7,62 × 51 mm (OV-10D/D+)
  • Hardpoint: 5 fusoliera e 2 underwing, con disposizioni per trasportare combinazioni di:
  • Razzi: lanciatori a 7 o 19 tubi per FFAR / WAFAR da 2,75 pollici (70 mm) o lanciatori a 2 o 4 tubi per FFAR o WAFAR da 5 pollici (127 mm)
  • Missili: AIM-9 Sidewinder solo sulle ali
  • Bombe: fino a 500 libbre (227 kg).



….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

(Fonti: “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM", Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)