domenica 16 marzo 2025

GUERRA RUSSIA - UCRAINA: il Corriere della Sera, ha riferito che i due sistemi di difesa aerea SAMP/T forniti all'Ucraina da Italia e Francia avrebbero esaurito i missili. Questo sviluppo ha sollevato preoccupazioni sulla capacità dell'Ucraina di difendere il suo spazio aereo dagli interminabili attacchi aerei russi. Alcune fonti confermano un probabile abbattimento di un velivolo russo Sukhoi da parte di un missile SAMP-T.









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SAMP-T  UCRAINI GIA’ ESAURITI?

Un rapporto evidenzia che le riserve italiane di questi missili hanno raggiunto un livello di allerta critico, con lo stock rimanente riservato alla protezione di obiettivi nazionali sensibili. La Francia, tuttavia, si dice che abbia una scorta un po' più ampia, anche se deve affrontare sfide nel soddisfare le richieste urgenti dell'Ucraina per la fornitura di ulteriori munizioni.




Mentre la guerra in Ucraina arriva al suo terzo anno, questa carenza sottolinea i più ampi ostacoli logistici e produttivi affrontati dagli alleati occidentali che sostengono Kiev contro l'aggressione di Mosca.
Un articolo del Corriere della Sera confermerebbe gli appelli ucraini sia all'Italia che alla Francia per la fornitura di almeno 50 missili Aster-30 aggiuntivi per i sistemi SAMP/T, allo scopo di mantenerli operativi. Questi sistemi sono stati consegnati per rafforzare le difese dell'Ucraina contro i droni russi, i missili da crociera e le minacce balistiche, che si sono intensificate negli ultimi mesi.
L'Italia, avendo già fornito due delle sue cinque batterie SAMP/T, ne possiede allo stato attuale solo tre per salvaguardare il proprio territorio, spingendo le sue riserve a una soglia minima. I funzionari francesi non hanno pubblicamente dettagliato le loro scorte rimanenti, ma alcune fonti suggeriscono che mantengono un modesto surplus rispetto alle loro controparti italiane.
La situazione ha scatenato un dibattito in entrambi i paesi sul bilanciamento delle esigenze di sicurezza nazionale con i loro impegni a sostegno dell'Ucraina, soprattutto perché le forze russe continuano a colpire senza sosta le città e le infrastrutture ucraine.
In aggiunta alla complessità, un rapporto separato del Wall Street Journal all'inizio di questo mese avrebbe messo in dubbio le prestazioni del SAMP/T in Ucraina. La pubblicazione statunitense, citando fonti classificate che avrebbero familiarità con il dispiegamento dei sistemi, ha descritto la loro efficacia come deludente rispetto alle batterie di difesa aerea Patriot prodotte negli Stati Uniti anch’esse utilizzate dalle forze ucraine.
Secondo le fonti statunitensi, i sistemi SAMP/T, ciascuno dotato di sei piattaforme di lancio, avrebbero avuto difficoltà a rilevare e intercettare missili russi, in particolare durante attacchi multi-bersaglio su larga scala. Il rapporto suggerisce che i problemi del software potrebbero aver ostacolato la capacità dei sistemi di tracciare le minacce in arrivo, un problema che avrebbe frustrato gli operatori ucraini.
Al contrario, i sistemi Patriot, ampiamente elogiati dai funzionari ucraini, sarebbero accreditati per aver abbattuto con successo munizioni russe avanzate, incluso il missile ipersonico Kinzhal.
Le affermazioni del Wall Street Journal hanno suscitato discussioni tra esperti di difesa e responsabili politici. Mentre il Patriot ha un record di combattimento più lungo e una solida catena di approvvigionamento sostenuta dagli Stati Uniti, ci si aspettava che il SAMP/T offrisse un'alternativa europea comparabile.
Ogni batteria SAMP/T include tipicamente un radar, un modulo di comando e sei lanciatori, in grado di lanciare missili Aster-30 progettati per intercettare aerei, droni e missili balistici a distanze fino a 120 Km. Tuttavia, le fonti USA indicano che le prestazioni del sistema in Ucraina non sono state all'altezza delle aspettative, in particolare sotto stress per le tattiche aggiornate delle forze russe.
Le difese aeree ucraine hanno affrontato un assalto di oltre 1.000 missili e droni solo negli ultimi sei mesi, secondo i dati militari ucraini, un volume che potrebbe aver posto a nudo le debolezze di progettazione o di integrazione del sistema SAMP/T.
Lo stesso giorno in cui è stato pubblicato l’articolo del Corriere della Sera, il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha incontrato il suo omologo italiano, Guido Crosetto, a Roma per discutere di questioni urgenti. L'incontro, tenutosi presso il Ministero della Difesa italiano, si è concentrato sulla garanzia di ulteriori aiuti militari per l'Ucraina nel 2025, con particolare attenzione alle capacità di difesa aerea.
Umerov ha espresso gratitudine per i sistemi SAMP/T già consegnati, notando il loro ruolo nella protezione dei cieli ucraini, ma ha sottolineato l'urgente necessità di più missili per sostenere il loro funzionamento. Crosetto, a sua volta, ha riaffermato l'impegno dell'Italia a sostenere l'Ucraina, anche se ha riconosciuto la tensione sulle difese dell'Italia.
I ministri avrebbero anche esplorato potenziali progetti industriali congiunti con aziende della difesa italiane come Leonardo, che co-produce il SAMP/T con la società francese Thales attraverso il consorzio Eurosam. Non sono stati annunciati impegni fermi sulle consegne di missili, ma i colloqui hanno sottolineato la crescente pressione sugli alleati europei per intensificare le forniture, proprio mentre gli aiuti statunitensi affrontano profonde incertezze politiche.
Il SAMP/T, ufficialmente noto come Surface-To-Air Missile Platform/Terrain, è un sofisticato sistema di difesa aerea sviluppato congiuntamente da Francia e Italia. Introdotto nei primi anni 2000 (25 anni fa!), è stato progettato per contrastare una vasta gamma di minacce aeree, dagli aerei in volo a bassa quota fino ai missili balistici a corto raggio.
Il componente principale del sistema è il missile Aster-30, che è disponibile in due varianti principali: l'Aster-30 Block 1, ottimizzato per obiettivi aerodinamici come aerei e missili da crociera, e l'Aster-30 Block 1NT, una versione aggiornata in grado di ingaggiare missili balistici con maggiore precisione.
Ogni missile utilizza un cercatore radar attivo e una testata hit-to-kill, che gli consente di distruggere i bersagli attraverso l'impatto diretto piuttosto che sulla frammentazione esplosiva. Il radar Arabel del SAMP/T fornisce una copertura a 360 gradi e può tracciare più bersagli contemporaneamente, alimentando i dati ai lanciatori, che contengono otto missili ciascuno.
Nella sua configurazione standard, una batteria SAMP/T è composta da un radar multifunzione Arabel, un modulo di comando e controllo e sei lanciatori verticali montati su camion. Il sistema è altamente mobile, il che gli consente di essere distribuito rapidamente in risposta alle minacce e può operare in modo indipendente o come parte di una rete di difesa.
L'Aster-30 Block 1 ha una portata di circa 120 Km contro gli aerei e 20-30 Km contro i missili balistici, a seconda della velocità e della traiettoria del bersaglio. La nuova variante Block 1NT estende questa capacità, con miglioramenti nelle antenne di ricerca Radar, al suo cercatore e al software volti a contrastare le minacce più avanzate.
Eurosam, il produttore, pubblicizza il SAMP/T come un'alternativa economica al Patriot, con ogni batteria al prezzo di circa 500 milioni di dollari, anche se i missili stessi costano circa 2 milioni di dollari l'uno. In Ucraina, i sistemi sono posti a difesa dei principali centri urbani e infrastrutture, una missione che ha testato i loro limiti contro l'implacabile bombardamento multiplo russo.
Il dispiegamento del SAMP/T in Ucraina ha segnato la sua prima vera esperienza di combattimento, a differenza del Patriot, che ha visto l'azione nei conflitti dalla Guerra del Golfo alle recenti operazioni in Medio Oriente.
Gli analisti della difesa notano che i missili Aster del sistema impiegano una dottrina "spara-vedi-spara", sparando un missile per bersaglio e valutando il risultato prima di lanciarne un altro, che ha lo scopo di conservare le munizioni.
Al contrario, il Patriot utilizza spesso un approccio "spara-spara-vedi", sparando due missili per garantire un colpo, un metodo che consuma più munizioni ma può essere più efficace negli impegni caotici e ad alto volume.
I funzionari ucraini non hanno confermato pubblicamente le notizie giornalistiche, ma le loro ripetute richieste di più batterie Patriot, insieme alla carenza di SAMP/T, suggeriscono una preferenza per il sistema USA in aree critiche come Kiev.
Il contributo dell'Italia alla difesa dell'Ucraina è stato significativo, ma limitato dalle proprie esigenze. Con solo cinque batterie SAMP/T nel suo arsenale prima della guerra, la donazione di due unità rappresentava un impegno sostanziale. L'esercito italiano si affida a questi sistemi per proteggere i siti strategici, tra cui Roma e le principali installazioni della NATO, lasciando poco spazio per ulteriori trasferimenti senza compromettere la sicurezza nazionale.
La Francia, che gestisce una dozzina di batterie SAMP/T, ha più flessibilità, anche se deve anche valutare i suoi obblighi nei confronti della NATO e la sua posizione di difesa interna. Entrambi i paesi stanno incrementando la produzione di missili Aster, ma aumentare la produzione è un processo lento, ostacolato dai colli di bottiglia della catena di approvvigionamento e dall'alto costo dei componenti avanzati.
Eurosam conferma aggiornamenti al SAMP/T, inclusa la prossima variante SAMP/T NG con capacità radar e missilistiche avanzate, ma questi miglioramenti saranno pronti e operativi dopo alcuni anni da oggi.
La carenza di missili e le domande sulle prestazioni arrivano in un momento cruciale per l'Ucraina. Le forze russe hanno intensificato la loro campagna aerea, lanciando una media di 100 droni e missili a settimana all'inizio del 2025, secondo le stime militari ucraine. Questo sbarramento ha teso le difese aeree dell'Ucraina, che includono anche sistemi S-300 di epoca sovietica e batterie NASAMS e IRIS-T fornite dall'Occidente.
L'esaurimento delle munizioni SAMP/T potrebbe lasciare lacune nella copertura, in particolare contro le minacce balistiche, che hanno preso di mira le strutture energetiche e le aree civili. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ripetutamente esortato gli alleati a fornire più sistemi di difesa aerea e munizioni, avvertendo che i ritardi potrebbero cedere alla Russia il sopravvento nei cieli entro la primavera.
Ad oggi, la situazione rimane fluida: Italia e Francia sono sotto pressione per rispondere alle pressanti richieste dell'Ucraina, ma la loro capacità di farlo dipende dalle priorità interne e dalla capacità industriale. L'incontro di Roma tra Umerov e Crosetto non ha offerto soluzioni immediate, anche se ha aperto la porta a una futura cooperazione.
Nel frattempo, le lotte del SAMP/T, come riportato dal Wall Street Journal, hanno alimentato una conversazione più ampia sulla dipendenza dell'Europa da sistemi statunitensi come il Patriot e sulle sfide di sostenere gli aiuti militari ad alta tecnologia in un conflitto prolungato. Per ora, i difensori dell'Ucraina devono accontentarsi di risorse in diminuzione, una realtà che potrebbe plasmare un epilogo della guerra nei prossimi mesi.







UN MISSILE ITALO-FRANCESE “SAMP-T” AVREBBE ABBATTUTO UN VELIVOLO SUKHOI RUSSO NON MEGLIO IDENTIFICATO

Il capo del dipartimento delle comunicazioni dell'Air Force Command, Yuriy Ignat, ha rivelato di recente che un sistema di difesa aerea italo-francese noto come SAMP/T ha abbattuto un aereo militare russo Sukhoi durante la guerra in corso della Russia contro l'Ucraina.
Parlando a un evento di discussione intitolato "Defensive Talks: Sky Without KAB", Ignat ha condiviso questo dettaglio senza specificare il modello esatto dell'aereo, la data dell'incidente o il luogo in cui si è verificato.
I suoi commenti, riportati dai media ucraini come Censor.NET e Suspilne, fanno luce sul ruolo del sistema nel conflitto, iniziato con l'invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022. Ignat ha osservato: “Il SAMP/T ha abbattuto un Sukhoi. Ma c'erano anche altri obiettivi. C'è un aereo confermato.”
L'Ucraina ha ricevuto per la prima volta il sistema SAMP/T nell'agosto 2023, segnando un'aggiunta significativa alle sue capacità di difesa aerea mentre continua a respingere gli attacchi aerei russi.
La consegna del SAMP/T all'Ucraina risale a uno sforzo collaborativo di Francia e Italia, due alleati della NATO impegnati a sostenere Kiev contro l'aggressione di Mosca. La guerra, giunta al suo terzo anno, ha visto l'Ucraina fare molto affidamento sulle attrezzature fornite dall'Occidente per contrastare le forze aeree superiori della Russia e gli attacchi missilistici.
Le discussioni sulla fornitura all'Ucraina di sistemi avanzati di difesa aerea hanno guadagnato slancio alla fine del 2022, poiché gli attacchi russi hanno sempre più preso di mira infrastrutture civili e città. Francia e Italia hanno finalizzato i piani per consegnare il SAMP/T all'inizio del 2023, con il primo sistema in arrivo in Ucraina ad agosto di quell'anno.
Secondo le dichiarazioni pubbliche di funzionari francesi e italiani, questa consegna iniziale è stata uno sforzo congiunto, combinando componenti di entrambe le nazioni per assemblare un'unità completa.
Dall'inizio della guerra, questa rimane l'unica consegna SAMP/T ufficialmente confermata, anche se l'Ucraina ha ricevuto una serie di altri sistemi di difesa aerea da paesi come Stati Uniti, Germania e Norvegia. Il numero esatto di sistemi in possesso dell'Ucraina rimane classificato, poiché i governi occidentali hanno spesso tenuto segreti tali dettagli per evitare un'escalation delle tensioni con la Russia.
Il SAMP/T, noto anche come Mamba in alcuni ambienti, è una sofisticata piattaforma di difesa aerea terrestre progettata per proteggere da una vasta gamma di minacce aeree. Sviluppato da Eurosam, un consorzio che coinvolge i giganti della difesa europei MBDA e Thales, è un prodotto dell'ingegneria franco-italiana volto a contrastare aerei, droni, missili da crociera e persino missili balistici a corto raggio.
Il sistema è costituito da diversi componenti chiave che lavorano in tandem. Al suo centro c'è il radar Arabel, un radar 3D multifunzione in banda X in caso di tracciare fino a 100 obiettivi contemporaneamente e guidare i missili verso ben 16 contemporaneamente. Questo radar è abbinato a un modulo di comando e controllo che coordina le operazioni del sistema.
La piattaforma di lancio stessa è un'unità mobile, tipicamente montata su un camion 8×8 - modelli Renault in Francia e veicoli Astra in Italia - che trasporta fino a otto lanciatori verticali. Ogni lanciatore contiene un missile Aster 30, l'intercettore principale del sistema, che può raggiungere velocità di Mach 4,1 e impegnare obiettivi a distanze superiori a 60 miglia per gli aerei e circa 20 miglia per i missili balistici.
L'Aster 30 utilizza un design a due stadi: un booster lo spinge verso il cielo, quindi lo separa, consentendo al missile di manovrare con precisione utilizzando controlli aerodinamici e i propulsori laterali. Questa combinazione gli conferisce una notevole agilità, rendendolo efficace contro obiettivi in rapido movimento o evasivi.
Gli esperti occidentali hanno offerto diverse prospettive sulle prestazioni del SAMP/T, spesso confrontandolo con la sua controparte USA, il sistema Patriot. Gli analisti del Royal United Services Institute di Londra hanno notato che la capacità del SAMP/T di contrastare i missili balistici lo distingue come uno dei pochi sistemi di fabbricazione europea con tale capacità.
Sidharth Kaushal, un ricercatore senior presso l'istituto, ha sottolineato che mentre il sistema manca del vasto record di combattimento del Patriot, il suo dispiegamento in Ucraina fornisce un test del mondo reale che potrebbe aumentare la sua reputazione.
Nel frattempo, un rapporto del 2023 dell'Istituto internazionale per gli studi strategici ha evidenziato il potenziale del SAMP/T di rafforzare le difese dell'Ucraina, ma ha avvertito che il suo numero limitato - Francia e Italia operano insieme meno di 20 unità - potrebbe limitare il suo impatto più ampio. Gli esperti della Missile Defense Advocacy Alliance hanno elogiato la sua mobilità e integrazione nei quadri della NATO, suggerendo che offre un'opzione flessibile per difendere le aree chiave.
Tuttavia, alcuni hanno sollevato preoccupazioni per il suo record relativamente scarso rispetto a sistemi con decenni di utilizzo operativo; Fabian Hoffmann, un ricercatore di tecnologia missilistica presso l'Università di Oslo, ha sottolineato che l'esperienza di combattimento è spesso la migliore misura di affidabilità.
Al di là dell'Ucraina, il SAMP/T è in servizio attivo con un piccolo ma notevole gruppo di nazioni. La Francia gestisce circa 10 sistemi, organizzati in squadroni all'interno della sua Forza Aerea e Spaziale, mentre l'Italia ne schiera sei, gestiti dalle unità di artiglieria antiaerea di stanza a Mantova dell’E.I.
Al di fuori dell'Europa, Singapore è diventato l'unico cliente di esportazione nel 2013, integrando il sistema nella sua rete di difesa a strati. Questi paesi apprezzano il SAMP/T per la sua capacità di proteggere obiettivi di alto valore, come basi militari o centri urbani, contro una serie di minacce.
Il suo design gli consente di operare in modo indipendente o come parte di una rete coordinata più ampia, una caratteristica che lo ha reso un candidato per applicazioni NATO più ampie. Nel 2016, l'Italia ha schierato una batteria SAMP/T al confine della Turchia con la Siria come parte di una missione della NATO per contrastare potenziali minacce missilistiche, dimostrando la sua utilità nelle operazioni dell'alleanza.
Il ruolo del sistema in Ucraina si lega anche a una visione più ampia per la sicurezza europea. Nel 2023, sono emersi rapporti secondo cui il SAMP/T potrebbe diventare un componente di una proposta di "Iniziativa europea Sky Shield", uno sforzo guidato dalla Germania per creare una rete di difesa aerea a livello continentale.
Questa iniziativa, sostenuta da almeno 21 nazioni europee, mira a integrare vari sistemi, come il Patriot, l'IRIS-T tedesco e l'Arrow-3 israeliano, in uno scudo multistrato contro le minacce aeree e missilistiche. Francia e Italia hanno spinto affinché il SAMP/T svolga un ruolo centrale, con i loro ministri della difesa che sostengono in una lettera congiunta che può affrontare “l'intero spettro delle minacce”.
L'idea è di ridurre la dipendenza dell'Europa dai sistemi statunitensi come il Patriot, rafforzando al contempo la difesa collettiva, soprattutto alla luce delle azioni della Russia in Ucraina. E’ possibile che questa mossa rifletta un crescente desiderio europeo di autonomia strategica, anche se solleva domande sull'interoperabilità e sulla volontà politica di finanziare un progetto così ambizioso.
La comprovata distribuzione del SAMP/T in un conflitto reale potrebbe rafforzare il suo caso, ma la sua produzione limitata e l'alto costo - si stima che ogni sistema costi decine di milioni di dollari - potrebbero rappresentare una sfida per l'adozione su larga scala.
Mentre la dichiarazione di Ignat del marzo 2025 segna il primo caso confermato del SAMP/T che abbatte un aereo russo Sukhoi, ci sono stati altri casi segnalati del sistema che coinvolge obiettivi russi.
I funzionari ucraini hanno accennato al suo utilizzo contro droni e missili da crociera dal suo arrivo nel 2023, anche se le nitizie sono scarse. Nel giugno 2023, poco dopo che il sistema è entrato in combattimento, il portavoce dell'aeronautica ucraina Ignat ha suggerito che era operativo e contribuendo alla difesa di aree chiave, un'affermazione successivamente sostenuta dalla conferma del suo dispiegamento da parte del presidente francese Emmanuel Macron.
I media occidentali hanno riferito che il SAMP/T, insieme a sistemi come Patriot e NASAMS, ha contribuito a rendere Kiev una delle città più difese dell'Ucraina, contrastando i tentativi russi di sopraffare il suo spazio aereo.
Al di fuori dell'Ucraina, il sistema ha visto l'azione nel 2024 quando le forze navali francesi hanno utilizzato i missili Aster 30 del SAMP/T per intercettare missili balistici Houthi nel Mar Rosso, segnando il suo primo uso di combattimento al di fuori dell'Europa. Questi incidenti, sebbene limitati, suggeriscono la versatilità del sistema in diversi teatri e minacce.
Mentre la guerra in Ucraina continua, il ruolo del SAMP/T rimane un punto di interesse sia per gli osservatori militari che per i responsabili politici. La rivelazione di Ignat dell'11 marzo 2025, aggiunge un esempio concreto al suo record, anche se la mancanza di dettagli, come il modello di aereo o le circostanze dell'impegno, lascia spazio alla speculazione.
Le difese aeree ucraine, rafforzate dagli aiuti occidentali, hanno abbattuto centinaia di droni, missili e aerei russi dal 2022, ma il contributo del SAMP/T continua. 
Il suo successo contro un aereo Sukhoi sottolinea il suo potenziale, offrendo uno sguardo su come la tecnologia europea stia plasmando il campo di battaglia aereo del conflitto a metà marzo 2025.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, BulgarianMilitary, Wikipedia, You Tube)





























 

domenica 9 marzo 2025

Il Campini-Caproni (ulteriori sigle non sono asseverate da documenti dell'epoca ma risalgono al dopoguerra) fu un aereo sperimentale monoplano e monomotore; dotato di un motore alternativo che azionava un compressore assiale, con in coda un vaporizzatore e un bruciatore, con spina Pelton.








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di un reparto militare 
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Il Caproni Campini N.1, noto anche come C.C.2, è un aereo a reazione sperimentale costruito negli anni '30 dal produttore di aerei italiano Caproni. Il N.1 volò per la prima volta nel 1940 e fu brevemente considerato il primo aereo a reazione di successo nella storia, prima che emergessero notizie del primo volo del tedesco Heinkel He 178 un anno prima.



Il Campini-Caproni (ulteriori sigle non sono asseverate da documenti dell'epoca ma risalgono al dopoguerra) fu un aereo sperimentale monoplano e monomotore; dotato di un motore alternativo che azionava un compressore assiale, con in coda un vaporizzatore e un bruciatore, con spina Pelton, fu realizzato dall'azienda aeronautica italiana Caproni alla fine degli anni trenta.
Caratterizzato dall'ala bassa a pianta ellittica, era un velivolo dalla struttura in duralluminio, con cabina di pilotaggio adatta al volo ad alta quota che ospitava i due membri dell'equipaggio disposti in tandem.
Fu uno dei primi velivoli dotati di un motore non a elica e scarsamente simile a quelli della categoria propulsione a getto realizzati nel mondo; per la sua connotazione sperimentale associata alle modeste prestazioni riscontrate e alle scarse capacità tecnologiche nell'Italia dell'epoca, non ebbe seguito produttivo rimanendo allo stadio di prototipo.






Storia del progetto

Dopo aver conseguito, nel 1928, la laurea in ingegneria civile il bolognese Secondo Campini cominciò a sviluppare una tecnologia che permetteva la propulsione di un velivolo o di un natante sfruttando il principio di azione e reazione esteso per trasformare la variazione della quantità di moto della massa espulsa, o getto, in energia cinetica del veicolo. 


I suoi studi si basavano sullo sfruttamento della compressione e successiva espansione dell'aria, incanalata dinamicamente per effetto del moto relativo quindi compressa, riscaldata e rilasciata per ottenerne un getto generante una spinta. Nel gennaio 1931 l'ingegner Campini presentò alla Regia Aeronautica una relazione che illustrava le potenzialità di un nuovo motore aeronautico basato su questo principio. Dopo che Italo Balbo ne venne a conoscenza, il 19 maggio di quello stesso anno (in una dichiarazione al Senato in qualità di ministro dell'Aviazione) azzardò che i 550 km/h di velocità massima, ormai superati, sarebbero diventati comuni a tutti i velivoli nel giro di pochi anni, e che in Italia si guardava ben più lontano studiando anche la possibilità del volo ad alta quota.
In quello stesso anno l'ingegner Campini costituì appositamente un'azienda meccanica finalizzata alla realizzazione di motori a getto, la VENAR (Velivoli e Natanti a Reazione), che sviluppò un motore di questo tipo con il quale venne equipaggiato un motoscafo commissionato alla Costruzioni Meccaniche Riva, azienda che vantava una lunga esperienza nel settore nautico. Equipaggiata con un motore Isotta Fraschini Asso 200, l'imbarcazione, provata nelle acque di Venezia nel 1932, raggiunse la velocità di 28 nodi dimostrando di fornire prestazioni equivalenti a un analogo natante equipaggiato con un gruppo propulsore convenzionale.
Il successo ottenuto venne positivamente valutato dal Ministero dell'Aviazione che, in data 5 febbraio 1934, autorizzò la Regia Aeronautica a stipulare con la VENAR un contratto per £ 4 500 000 che prevedeva la fornitura di due velivoli più una fusoliera di prova dotati di "propulsione a reazione sistema 'Campini'" da consegnarsi entro il 31 dicembre 1936.
Poiché la VENAR era sostanzialmente un ufficio di progettazione che non disponeva di officine, per la costruzione Campini si rivolse all'ingegner Giovanni Battista Caproni, titolare dell'omonima azienda aeronautica, alla quale aveva esposto le proprie teorie fin dal 29 gennaio 1931. Caproni, uno dei maggiori produttori di velivoli dell'epoca, intuendo le potenzialità commerciali accolse la richiesta accordandosi per la costituzione del Centro Sperimentale Campini presso i propri stabilimenti di Taliedo, iniziando una collaborazione che consentì all'ingegnere bolognese di contare su importanti risorse finanziarie e tecniche.
Benché esistesse solo un progetto di massima, si decise di avviare immediatamente, era la fine del 1934, la costruzione del primo prototipo.
L'idea iniziale prevedeva che i compressori potessero essere azionati sia da un motore a combustione interna sia da una turbina a gas, ma si preferì seguire la prima proposta per semplicità tecnologica in quanto si ritenne eccessivamente impegnativo destinare risorse alla ricerca metallurgica necessaria per disporre di materiali atti a realizzare un motore affidabile (scelta che, a posteriori, si sarebbe rivelata fortemente limitativa). Campini pertanto richiese alla Isotta Fraschini (azienda, anche questa, di proprietà Caproni) la fornitura del nuovo motore V12 Asso XIR, ma per intervento della Direzione Generale delle Costruzioni Aeronautiche (DGCA) (che preferì che non venisse interrotta la sua fase di sviluppo) gli venne offerto un W18 Asso 750R con il quale, nel 1936, vennero effettuate prove a punto fisso.
Questi mutamenti influirono negativamente sui costi e sui tempi di realizzazione, costringendo Campini a contattare i vertici ministeriali per richiedere una dilazione nella consegna e un aumento (nell'ordine del 25-30%) della cifra originariamente prevista dagli stanziamenti. La richiesta fu parzialmente accolta, con un incremento dei finanziamenti del 16% e lo spostamento della data di consegna al 31 dicembre 1938, tuttavia i ritardi accumulati consentirono all'Heinkel He 178V1 di divenire il primo aereo a reazione della storia a essere portato in volo.
Solo nel marzo 1940 Campini riuscì finalmente a disporre delle unità motrici che, tuttavia, differivano ancora una volta da quelle previste: anziché gli Asso 750 furono consegnati due Asso L.121 RC.40, motori 12 cilindri a V ben diversi, come architettura e ingombri, dal previsto W18, costringendo il progettista a una nuova, ancorché parziale, modifica del disegno originale. L'unità motrice consegnata aveva la quota di ristabilimento della potenza a 4 100 m: tale caratteristica risultava inadeguata ai propositi iniziali del progetto impedendo, di fatto, di effettuare prove al di sopra dei 4 000 m e vanificando la possibilità di verificare i vantaggi offerti dalla nuova tecnologia alle alte quote dove, al contrario, avrebbe dovuto dare i risultati più significativi.

Struttura

Il Campini-Caproni aveva struttura completamente metallica con cabina di pilotaggio biposto, con disposizione in tandem e doppi comandi; l'ala era a sbalzo con profilo ad ala di gabbiano rovesciata e impennaggi di tipo classico con lo stabilizzatore collocato alla base della deriva.




Il carrello d'atterraggio, triciclo posteriore completamente retrattile, aveva gli elementi principali che si ritraevano nelle semiali.

Motore

Il motore del Campini non era un motore a getto ma un complesso azionato da un motore convenzionale a pistoni Isotta Fraschini L.121 RC.40 dalla potenza di circa 660 kW (pari a 900 CV) collegato, mediante un gruppo moltiplicatore a ingranaggi, a un compressore assiale a tre stadi rotorici costituiti ciascuno da sei palette con passo modificabile al suolo e tre stadi statorici da quindici palette con passo variabile idraulicamente in volo. 



Il condotto a valle del compressore fungeva contemporaneamente da camera di combustione e ugello di scarico (in maniera simile a quanto avviene in un postbruciatore), con iniettori di cherosene disposti circolarmente su un anello che stabilizzava la fiamma. La geometria dell'ugello di scarico veniva modificata facendo scorrere idraulicamente una spina Pelton avanti o indietro in modo da regolare l'area di efflusso. L'espansione dei gas di combustione generava la spinta, pari a circa 750 kgf (7,3 kN).
La soluzione impiegata dal motore di Campini è definita motoreattore e sviluppava il medesimo concetto già seguito dall'ingegnere rumeno Henri Coandă nella realizzazione del proprio velivolo Coandă-1910.

Impiego operativo

Il 28 agosto 1940 l'esemplare NC4849 (Numero di Costruzione), primo esemplare costruito del Campini Caproni fu mandato in volo per 10 minuti: a pilotarlo vi era Mario de Bernardi che decollò e atterrò nell'Aerodromo d’Italia. Il 16 settembre dello stesso anno fu provato in volo per altri 5 minuti. Il primo volo ufficiale per la consegna al Centro Sperimentale della Regia Aeronautica di Guidonia risale al 30 novembre 1941 quando Mario de Bernardi e l'ing. Giovanni Pedace volarono dall'aeroporto Milano Linate a quello di Guidonia a Roma, percorrendo 475 km alla velocità media di 209 km/h. Durante il volo la camera di combustione non venne mai attivata per risparmiare carburante secondo il volere del pilota; l'aereo volò quindi utilizzando la spinta data dal compressore che agiva come un'elica intubata.
L'Italia e il regime fascista ottennero gran prestigio dai complimenti avuti da ben 33 Stati, per l'impresa tecnologicamente avanzata per l'epoca. A distanza di dodici mesi dallo svolgimento del volo la Federazione Aeronautica Internazionale, tramite la Reale Unione Nazionale Aeronautica (RUNA), fece sapere di avere iscritto la prestazione nella lista ufficiale delle "prove controllate"; il riconoscimento ufficiale come "primato" avrebbe però dovuto attendere la successiva riunione della Commissione Sportiva cui spettava anche il compito di creare la categoria delle "aerodine a reazione", fino ad allora inesistente.
A posteriori si poté affermare che non si trattò del primo volo di un velivolo a reazione, tenuto conto non solo del tipo di propulsore del velivolo realizzato dalla Caproni, DLPL, ma, all'epoca, non erano noti i tentativi di Hans von Ohain e del gruppo Heinkel che il 27 agosto del 1939 avevano fatto volare l'Heinkel He 178 in tutta segretezza. Il primo velivolo a reazione costruito in Italia fu in realtà il F.I.A.T. G. 80 1-B che volò ad Amendola il 9.12.1951 mentre i primi aviogetti a solcare i cieli italiani furono nel dicembre 1944 i due YP-80A assegnati al 1º Fighter Group di stanza a nord di Foggia nell'ambito del progetto Extraversion.
L'esemplare NC4849, una volta consegnato al Centro Sperimentale della Regia Aeronautica presso l'aeroporto di Guidonia, ricevette la matricola militare MM487 e fu provato in volo dal 13 gennaio 1942 al 27 agosto 1942. Fu quindi sistemato in un hangar dell'aeroporto di Guidonia dove rimase gravemente danneggiato (in seguito a un bombardamento) il 24 ottobre 1943. Dopo la fine della guerra fu recuperato da una commissione inglese che lo trasferì a Farnborough per essere studiato. Fu quindi demolito nel 1949 sulla base di Newton (cfr. pag. 16 de Campini Caproni - Serie Ali d'Italia, Mini n. 5, di Gregory Alegi).
Il secondo Campini Caproni realizzato, il n. 2, NC4850, dopo alcune prove a terra fece il suo primo volo contrattuale il 31.8.1941 e ricevette la MM.488. non venendo mai inviato al centro sperimentale di Guidonia. Rimase conservato presso le Officine Caproni di Taliedo e quindi preso in carico nel dopo guerra dall'Aeronautica Militare che lo espose presso il Museo dell'Aria di Torino negli anni sessanta e quindi al Museo dell'Aeronautica di Vigna di Valle dove è tuttora conservato. Presso questa struttura alcuni soci del Gruppo Amici Velivoli Storici notarono un numero "2" sotto i piani di coda, particolare che era già visibile su una foto del medesimo velivolo scattata al tempo dei collaudi.

Esemplari attualmente esistenti

Oltre all'esemplare conservato al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, la fusoliera oggetto delle prove a punto fisso è stata esposta al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.




Velivoli a reazione coevi:
  • Heinkel He 176 munito di motore a razzo, nel giugno 1939 in Germania compie brevi voli di circa un minuto.
  • Heinkel He 178 nell'agosto 1939 vola segretamente in Germania, munito di motore a turbina.
  • Heinkel He 280 V vola nell'aprile 1941 in Germania, primo aereo militare dotato di due turbogetti.
  • Gloster E.28/39 vola nel maggio 1941 in Gran Bretagna, munito di un turbogetto Whittle W.1.
  • Messerschmitt Me 262 vola in Germania nel luglio 1942; aereo da caccia bimotore.
  • Bell P-59 Airacomet vola nell'ottobre 1942 negli Stati Uniti.

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2;
  • Lunghezza: 13,1 m;
  • Apertura alare: 15,85 m;
  • Altezza: 4,7 m;
  • Superficie alare: 36 m2;
  • Peso a vuoto: 3.640 kg;
  • Peso massimo di decollo: 4.195 kg;
  • Propulsore: 1 × jet motor, 6,9 kN di spinta costituita da un motore a pistoni Isotta Fraschini L.121 R.C.40 da 670 kW (900 CV) che alimenta un compressore assiale a tre stadi a passo variabile con un postbruciatore;
  • Velocità massima: 375 km/h;
  • Tangenza: 4.000 m.







Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, Wikipedia, You Tube)















































 

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