sabato 13 dicembre 2025

Marina della Repubblica di Corea (대한민국 해군, 大韓民國 海軍, Daehanminguk Haegun): in data 8 dicembre 2025, presso il cantiere navale di Busan di HJ Shipbuilding & Construction, si è svolta la cerimonia del varo di 4 nuove imbarcazioni denominate “Patrol Killer Medium Rocket” classe Chamsuri.









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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.









Marina della Repubblica di Corea - 대한민국 해군, 大韓民國 海軍, Daehanminguk Haegun


Marina della Repubblica di Corea (대한민국 해군, 大韓民國 海軍, Daehanminguk Haegun) o ROK Navy (ROKN secondo la denominazione inglese) è un'arma delle Forze Armate della Repubblica di Corea, responsabile della conduzione di operazioni navali e anfibie. La Marina della Repubblica di Corea include il Corpo dei Marine della Corea del Sud, che è un'organizzazione quasi-autonoma. La più antica arma delle Forze Armate Sud-Coreane, la Marina della Corea del Sud ha celebrato il suo 60º anniversario nel 2005, ma le sue tradizioni marinare risalgono ai tempi dell'ammiraglio Yi e della Kobukson, la prima corazzata della storia. La Marina della Repubblica di Corea è formata da 67.000 effettivi inclusi 27.000 fanti di marina. Ci sono circa 170 navi in servizio, (con un tonnellaggio complessivo pari a 153.000 tonnellate) nella ROK Navy, include: 20 cacciatorpediniere e fregate, 12 sottomarini, 100 corvette e mezzi d'assalto veloce, più 20 mezzi ausiliari. La forza aerea navale è costituita da circa 10 aerei ad ala fissa e 50 elicotteri. Il Corpo dei Marine detiene circa 400 veicoli cingolati inclusi: semoventi d'artiglieria. La marina sud-coreana ambisce a diventare una marina d'altura entro il 2020. Tra le varie sostanziali modifiche agli assetti infrastrutturali e alla flotta, la nuova base navale di Jeju (prevista per il 2014) e nuovi cacciatorpediniere Aegis da 7.000 tonn.





La cerimonia del varo combinato di 4 nuove imbarcazioni d’attacco rapido “PKMR - Patrol Killer Medium Rocket” classe Chamsuri.

Le navi appena varate, la Chamsuri-231, la Chamsuri-232, la Chamsuri-233 e la Chamsuri-235, sono unità per il pattugliamento di circa 230 tonn; saranno quasi sicuramente schierate in aree avanzate per condurre la sorveglianza costiera, l'intercettazione e la necessaria neutralizzazione delle continue minacce di infiltrazione lungo la linea di demarcazione tra le due Coree. Sono le prime 4 unità navali del programma PKX-B Batch-II.
Alla cerimonia hanno partecipato diversi rappresentanti delle forze armate, del governo e dell’industria, il contrammiraglio Ahn Sang-min, comandante del comando logistico della marina della ROK e Yoo Sang-cheol, capo della divisione di costruzione navale di HJ Shipbuilding & Construction. 
L'evento del varo cerimoniale è stato seguito da una tradizionale benedizione di viaggio sicuro.
Il programma PKX-B Batch-II comprenderà un totale di 18 nuovi PKMR per sostituire le datate PKM (Patrol Killer Medium) e operare insieme alle navi pattuglia classe Yoon Youngha e ai PKMR Batch-I. 
I PKMR sono piattaforme progettate e costruite in Corea del Sud a partire dal 2022.

DATI TECNICI:
  • Lunghezza 44 metri; 
  • Larghezza 7 metri; 
  • velocità massima 40 nodi;
  • Armamento - 1 cannone principale Leonardo da 76/62 mm;
  • mitragliatrici da 12,7 mm; 
  • razzi guidati da 130 mm.



CANNONE LEONARDO-OTO 76/62 SR

Il 76/62 Super Rapid (SR) è un cannone navale leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza rivali in qualsiasi ruolo di difesa aerea e antisuperficie, in particolare in un ruolo antimissile. 




La capacità di un impegno molto efficace di obiettivi a terra è anche fornita per prestazioni multiruolo uniche. L'OTO 76/62 SR è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali. Interfaccia una grande varietà di sistema di gestione del combattimento della nave e/o FCS/EOS è fornita, secondo lo standard digitale e analogico, inclusa l'architettura aperta. Il rateo di fuoco può essere selezionato da un singolo colpo a 120 rds/min. In condizioni operative il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard al fuoco è inferiore a 0,3 mrad, fornendo così un'eccellente precisione.

I pattugliatori d’attacco rappresentano un significativo miglioramento della potenza di fuoco rispetto ai PKM legacy classe Chamsuri. 

Inoltre, i loro sensori e i sistemi da combattimento sono stati aggiornati con radar di sorveglianza migliorati, funzionalità di tracciamento elettro-ottico migliorate, un sistema soft-kill e un sistema di gestione del combattimento allo stato dell’arte.

Rispetto al PKX-B Batch-I, il Batch-II ha aggiunto piccoli ma critici aggiornamenti che possono migliorare l'efficacia di combattimento e la capacità operativa delle unità d’attacco:
  • Le funzioni di controllo del fuoco e di lancio del RCWS da 12,7 mm e del sistema di razzi guidati da 130 mm sono integrate nel sistema di combattimento;
  • Le unità sono dotate di un sistema per la guerra elettronica (EW) migliorato e del nuovo radar di sorveglianza aerea 3D SPS-560K resistente alle interferenze di frequenza;
  • Il SAQ-560K Electro-Optical Tracking System (EOTS), responsabile del targeting delle armi delle PKMR, è dotato di una funzione per garantire un funzionamento stabile in condizioni meteorologiche avverse.

Inoltre, il sistema soft-kill MASS, risulta aver subito un miglioramento delle prestazioni mediante l’introduzione di un riflettore angolare fuori bordo per migliorare l'efficacia dell'esca contro i moderni missili antinave.  La DAPA ha ribadito che il miglioramento rafforza significativamente la sopravvivenza operativa delle unità navali della ROK-NAVY. Questa migliore capacità soft-kill dovrebbe migliorare ulteriormente la sopravvivenza complessiva delle piattaforme che la adottano.
Dopo le prove in mare, i 4 PKX-B Batch-II saranno consegnati alla Marina sud-coreana tra i mesi di agosto e novembre 2026, sicuramente dopo essere state sottoposte ad un processo di integrazione prima di essere accettate nel servizio operativo.




Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, NAVAL NEWS, Leonardo, Wikipedia, You Tube)














 

venerdì 12 dicembre 2025

Australian Defence Force: le forze armate australiane stanno testando l'idoneità tecnica del mirino israeliano Smartshooter “SMASH 3000” come strumento di difesa contro i droni della fanteria nell'ambito del progetto di valutazione tecnologica LAND 156 LOE 2. I sistemi di controllo del fuoco SMASH si sono dimostrati efficaci in combattimento e sono utilizzati dalle forze armate negli Stati Uniti, in Israele, in Europa, nel Regno Unito, in Italia, in Germania e in altri paesi della NATO.







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(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.







Australian Defence Force

La Australian Defence Force identifica la forze armate dell'Australia. L'Australian Defence Force (ADF) è l'organizzazione militare responsabile della difesa dell'Australia e dei suoi interessi nazionali. È composto dalla Royal Australian Navy (RAN), dall'esercito australiano, dalla Royal Australian Air Force (RAAF) e da diverse unità "tri-service". L'ADF ha una forza di poco più di 85.000 dipendenti a tempo pieno e riservisti attivi ed è supportato dal Dipartimento della Difesa e da diverse altre agenzie civili.


Durante i primi decenni del 20º secolo, il governo australiano ha istituito le forze armate come organizzazioni separate. Ogni servizio aveva una catena di comando indipendente. Nel 1976, il governo ha apportato un cambiamento strategico e ha istituito l'ADF per collocare i servizi in un'unica sede. Nel tempo, il grado di integrazione è aumentato e le sedi centrali, la logistica e le istituzioni di formazione tri-servizio hanno soppiantato molte strutture a servizio singolo.
L'ADF è tecnologicamente sofisticato ma relativamente piccolo. Sebbene i 60.330 membri del personale in servizio attivo a tempo pieno e i 29.560 riservisti attivi dell'ADF al 30 giugno 2021 lo rendano il più grande esercito dell'Oceania, è più piccolo della maggior parte delle forze militari asiatiche. Tuttavia, l'ADF è supportato da un budget significativo per gli standard mondiali e può schierare forze in più località al di fuori dell'Australia.




Le forze armate australiane stanno testando l'idoneità tecnica del mirino “Smartshooter SMASH 3000” come strumento di difesa contro i droni della fanteria nell'ambito del progetto di valutazione tecnologica LAND 156 LOE 2. 






Grazie ad un sistema di stabilizzazione della posizione integrato, il mirino di controllo del fuoco di circa 740 g può essere utilizzato con successo sia contro obiettivi statici che dinamici. Inoltre, lo SMASH 3000 può essere combinato con ottiche di ingrandimento e dispositivi per la visione notturna, il che aumenta il valore operativo dell'optronica nel classico combattimento a fuoco da parte della fanteria.
La famiglia di mirini di tiro SMASH sono sistemi optronici che consentono ai soldati di rilevare, tracciare e combattere con precisione obiettivi aerei e terrestri con l'aiuto della visione artificiale, dell'intelligenza artificiale (AI) e degli algoritmi di tracciamento avanzati.
Sullo Smartshooter, i sistemi di controllo del fuoco SMASH si sono dimostrati efficaci in combattimento e sono utilizzati dalle forze armate negli Stati Uniti, in Israele, in Europa, nel Regno Unito, Italia e in altri paesi della NATO. Anche la Bundeswehr ha acquistato sistemi della famiglia SMASH come mezzo per la difesa dai droni della fanteria ed ha anche recentemente commissionato test di sistema con le mitragliatrici squadra.
La famiglia SMASH è un sistema di controllo del fuoco per le armi da fuoco individuali del produttore israeliano Smartshooter.  Lo Smash combina l'hardware elettro-ottico con un software di riconoscimento delle immagini integrato e un computer balistico. A differenza di un mirino tradizionale, che mostra al soldato un punto di arresto su cui può allineare la sua arma, il mirino SMASH consente al soldato di inseguire il bersaglio, mirarlo e sparare esattamente nell’attimo che garantisce un colpo a segno. Il mirino di controllo del fuoco tiene conto di una serie di fattori: la direzione di movimento e la velocità di movimento del bersaglio unitamente alla balistica dell'arma su cui è montato.
Una volta che un bersaglio è stato riconosciuto e scelto, l'algoritmo calcola una soluzione di tiro. Tenendo conto del rispettivo movimento del bersaglio e del tiratore, il sistema calcola continuamente il punto di arresto necessario per un colpo. Questo punto di arresto dinamico viene continuamente visualizzato nell'oculare e offre al tiratore una probabilità di colpire il bersaglio significativamente maggiore per ogni colpo. Il tiratore aziona il grilletto, il sistema consente l'attivazione del tiro solo se il tiratore segue il punto bersaglio dell'arma oltre il punto di arresto calcolato di un bersaglio precedentemente segnato. Il colpo si interrompe quindi automaticamente. Se il tiratore vuole sparare l'arma in modo convenzionale (manualmente), può scegliere e riaccendere il meccanismo di blocco SMASH premendo un pulsante.
A seconda della versione, secondo Smartshooter, è possibile colpire obiettivi a terra, mobili e fissi, fino ad almeno 600 metri e micro-droni fino a 250 metri.

Il dispositivo SMASH 3000 è un FCS (Fire Control System)

Il dispositivo SMASH 3000 è un FCS (Fire Control System), per armi leggere, progettato, sviluppato per massimizzare la possibilità che ogni colpo centri il bersaglio. Lo SMASH 3000 si basa sullo studio delle immagini tramite algoritmi, è dotato di diverse modalità di settaggio, quali Drone mode,Ground mode e Stand bay mode , dove il dispositivo assume al 100% le funzioni di una normale ottica con reticolo circle dot. Lo SMASH 3000 è compatibile con numerose armi d’assalto moderne, mitragliatrici leggere, medie pesanti(LMG-MMG-HMG) e sistemi contro-carri.

VALUTAZIONE TECNICA DEL PRODOTTO

Lo SMASH 3000, è composto essenzialmente da 2 parti, il Sighting Unit (unità di mira), dotato di una rotaia picatinny con leve montaggio/smontaggio rapide ed il Fire Block Mechanism (FBM-meccanismo blocco sparo), che interviene quando la modalità assistita viene attivata dall’operatore. Questo sistema viene integrato all’arma cambiando l’impugnatura (colt m4), da precisare che tale sistema non interviene nei cinematismi di sparo dell’arma quindi non può avviare un tiro da solo. Il FCS SMASH SHOOTER utilizza un sensore di immagine e un software avanzato di elaborazione delle immagini per tracciare potenziali bersagli terrestri e aerei (no emissione attiva). Quando l'operatore punta l'arma verso l'area bersaglio, il sistema rileva ed evidenzia un target suggerito e consentirà di bloccarlo tramite un pulsante dedicato (PTT).
Una volta bloccato, il sistema entrerà in modalità "Fuoco assistito", in cui l'FBM bloccherà
esternamente il grilletto dell'arma. Tutto ciò che l'operatore dovrà fare sarà premere il grilletto e puntare l'arma verso la "Zona di tiro" visualizzata sul mirino. Quando il sistema valuterà che la probabilità di colpire il bersaglio è alta, il grilletto verrà sbloccato consentendo una trazione completa dello stesso e si avrà una precisione di sparo pari al 99%.Tale dispositivo in un concetto di difesa aerea a più livelli, si identifica come sistema anti-drone UAS CLASS I. Lo smash 3000 ha precaricato un calcolatore balistico che può essere adattato a qualsiasi munizionamento standard per armi leggere.







Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
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Armée de L’Aire: il Nord 2501 Noratlas fu un aereo da trasporto pesante bimotore, monoplano ad ala alta, prodotto dall'azienda aeronautica francese Société nationale de constructions aéronautiques du Nord (SNCAN) negli anni cinquanta.










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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.








Il Nord 2501 Noratlas fu un aereo da trasporto pesante bimotore, monoplano ad ala alta, prodotto dall'azienda aeronautica francese Société nationale de constructions aéronautiques du Nord (SNCAN) negli anni cinquanta.
Realizzato con l'intento di sostituire i vecchi aerei da trasporto tattico usati durante la seconda guerra mondiale in forza all'Armée de l'air, conseguì un buon successo commerciale venendo impiegato in numerose forze aeree e, nella sua versione civile, in alcune compagnie aeree di trasporto. Venne inoltre impiegato dalla Heyl Ha'Avir nei conflitti arabo-israeliani del 1956 e del 1967.






Storia del progetto

Al termine della seconda guerra mondiale l'aviazione civile e militare francese ebbe l'esigenza di ricostituire la propria flotta che durante il conflitto aveva avuto numerose perdite e che era stata integrata da velivoli di produzione britannica e statunitense. L'intenzione del governo francese era comunque di risollevare l'economia del settore affidando la realizzazioni di nuovi progetti affidati ad aziende nazionali piuttosto che ricorrere esclusivamente ai modelli surplus come fatto ad esempio dall'Italia.
Nell'ambito di questa esigenza, nel 1947 la Direction Technique Industrielle (DTI) emise una specifica per la fornitura di un nuovo aereo da trasporto medio multiruolo destinato all'Armée de l'air, la ricostituita aeronautica militare francese postbellica, per sostituire gli Amiot AAC.1 Toucan, copia dei tedeschi Junkers Ju 52/3m, ed i Douglas C-47 Dakota/Skytrain ex RAF e USAAF. Alla richiesta risposero la Breguet, con il suo Br 891R, la Société nationale des constructions aéronautiques du sud-ouest (SNCASO), con il suo SO.30C e la SNCAN, che presentò lo SNCAN (Nord) 2500.
Il progetto venne affidato all'ingegnere francese Jean Calvy il quale disegnò un velivolo bimotore ad ala alta, destinato ad essere realizzato interamente in metallo, caratterizzato da un'ampia fusoliera dotata di portellone posteriore e dalla configurazione a doppia trave di coda per facilitare le operazioni di carico e scarico. La commissione DTI incaricata della valutazione si ritenne interessata ed il 27 aprile 1948 incaricò la SNCAN di realizzare due prototipi per la valutazione. La costruzione dei velivoli avvenne velocemente ed il primo esemplare venne realizzato in circa un anno e dopo le prove statiche venne approntato per le valutazioni in condizioni operative.
Il primo prototipo venne portato in volo per la prima volta il 10 settembre 1949. Il modello era equipaggiato con 2 motori radiali Gnome & Rhône 14R dotati di un compressore a due stadi e capaci di erogare una potenza pari a 1.600 CV (1 193 kW) ciascuno ed abbinati ad altrettante eliche tripala. In volo fu capace di raggiungere una velocità massima di 370 km/h prestazione però ritenuta insufficiente per le mansioni multiruolo al quale sarebbe stato destinato.
426 esemplari sono stati costruiti, comprese tutte le varianti combinate, di cui 8 prototipi e 3 aerei di preserie.

Tecnica

Nel 1947, la Direction Technique Industrielle (DTI) organizzò un concorso di progettazione che cercava un aereo da carico di peso medio che offrisse un'altissima flessibilità operativa. In risposta al concorso, la Société Nationale de Construction Aéronautique du Nord (SNCAN) ha prodotto una risposta sotto forma della proposta Nord 2500. Diverse altre compagnie aeronautiche francesi concorrenti, come Breguet e Sud-Ouest, hanno offerto i propri progetti, rispettivamente BR-891R Mars e SO-30C. Il Nord 2500, che è stato progettato con porte a conchiglia che si aprono a posteriori per consentire una facile movimentazione del carico, è stato considerato il più promettente delle presentazioni ricevute; secondo, il 27 aprile 1948, DTI ha ordinato una coppia di prototipi da costruire per la valutazione.
Il 10 settembre 1949, il primo prototipo condusse il suo volo inaugurale. Era alimentato da una coppia di motori Gnome-Rhône 14R, ciascuno in grado di generare 1.600 CV (1.200 kW), che azionavano eliche a tre pale a passo variabile. Tuttavia, i test di volo hanno presto determinato che il primo prototipo era semplicemente troppo lento per essere utile per la maggior parte delle applicazioni. Come tale, sul secondo prototipo, le 14R sono state sostituite da una coppia di motori Bristol Hercules 738/9 costruiti da SNECMA, in grado di produrre 2.040 CV (1.520 kW), insieme a una nuova disposizione dell'elica Rotol a quattro pale. Il modello rivisto è stato ribattezzato Nord 2501. Essendo stata adeguatamente colpita dalle sue prestazioni dopo i miglioramenti, DTI ha deciso di ordinare altri tre aerei di pre-produzione secondo lo standard Nord 2501. Questi aerei di pre-produzione sono stati sottoposti a ampio test di volo, che includevano una serie di voli contro il simile pacchetto American-Fairchild C-82. Da questi, l'N2501 è risultato superiore, portando a un ordine di produzione iniziale per un lotto di 34 aerei il 10 luglio 1951.
La tragedia colpì lo sforzo di sviluppo nel 1952 quando il primo prototipo Nord 2501 andò perso in un incidente durante un volo di prova. Il 9 gennaio 1953, il Nord 2501 fu battezzato come Noratlas dalla vedova del pilota ucciso nello schianto del primo prototipo. Nonostante la battuta d'arresto della perdita del primo prototipo, Nord continuò il programma per programmare, adempiendo al suo contratto iniziale per 34 aerei entro il 25 giugno 1953, e l'Armée de l'Air continuò a ordinare altri 174 Noratlas, per un totale di 228 aerei in servizio francese.
Diversi modelli diversi sono stati sviluppati e proposti, ma alla fine non sono mai stati costruiti. Di quelli costruiti, forse il più distinto era il 2502 orientato al civile, che presentava motori aggiuntivi sotto forma di un paio di Turbomeca Marboré turbojet montati sulla punta dell'ala, che gli conferivano prestazioni di decollo migliorate. Il 2506 proposto doveva essere ulteriormente costruito sul 2502, essendo stato destinato a possedere freni ad aria, insieme a flap ridisegnati e carrello di atterraggio regolabile in altezza. A seguito di un'eventuale produzione di circa 425 aerei, il Noratlas finale fu costruito nel 1961. Gli è successo e alla fine sostituito dalla multinazionale Transall C-160.

Disegno

Il Nord Noratlas era un aereo da trasporto bimotore a doppio braccio appositamente costruito. Presentava una grande fusoliera simile a una capsula che era appesa tra i gemelli dell'aereo e collegata indirettamente ad essi tramite l'ala montata sulla spalla.  Il Noratlas è stato deliberatamente progettato per essere utilizzato in condizioni austere, con carrello di atterraggio ampiamente distanziato, completo di ampi pneumatici a bassa pressione, per una maggiore stabilità e idoneità a muoversi su terreni accidentati, mentre le eliche avevano un gioco sufficiente per ospitare anche tali operazioni. Era alimentato da una coppia di motori Bristol Hercules 738/9 costruiti da SNECMA, ciascuno in grado di produrre 2.040 CV (1.520 kW) e di pilotare un'elica Rotol a quattro pale.
La considerevole cabina del Noratlas era in grado di ospitare fino a 7,5 tonnellate corte (6,8 t) di merci o un massimo di 40 passeggeri; quando volava a una velocità di crociera di 200 mph (320 km/h), poteva trasportare un carico utile di 6 tonnellate su un raggio fino a 750 miglia (1.210 km). Il carico è stato in genere caricato e scaricato dalla cabina principale attraverso le porte a conchiglia rivolte all'indietro, che erano intenzionalmente posizionate vicino al livello del suolo per facilitare la movimentazione delle merci.

Storia operativa 

Aeronautica francese

Durante il suo servizio con l'Armée de l'Air, il Noratlas era inizialmente prevalentemente gestito nel ruolo di trasporto merci; tuttavia, 10 erano stati equipaggiati, come ordinato, per facilitare anche l'esecuzione delle operazioni dei passeggeri. Tuttavia, dopo la conclusione della guerra d'indipendenza algerina nel 1962 e la conclusione delle operazioni militari francesi in quel teatro, molti aerei hanno subito lavori di conversione per svolgere ulteriori ruoli secondari. Delle varie personalizzazioni e modifiche post-consegna apportate alla flotta Noratlas, gli otto Nord Gabriel, che venivano utilizzati nel ruolo di guerra elettronica, erano forse i più utili oltre ad essere l'aereo in servizio più lungo. Nel 1989, l'ultimo Gabriel è stato finalmente eliminato dalle operazioni con l'Armée de l'Air, segnando anche il completo ritiro del tipo più ampio.
Il Noratlas era stato in grado di ottenere particolare riconoscimento e notorietà tra il grande pubblico come conseguenza del suo utilizzo durante la crisi di Suez del 1956. Durante la fase di apertura dell'operazione anglo-francese, i paracadutisti francesi erano stati sganciati con successo utilizzando il tipo per schierarsi rapidamente in varie posizioni strategiche, come immediatamente a sud di Port Said e Port Fouad in Egitto.

Impiego operativo

Versioni:
  • Nord 2500 : primo prototipo con motori SNECMA Gnome et Rhône R14.
  • Nord 2501 : secondo prototipo e aerei di serie con motori Bristol Hercules 739. Alcuni aerei sono stati modificati per la guerra elettronica (Nord « Gabriel »), l'addestramento alla radio navigazione, etc.
  • Nord 2501-D : versione costruita su licenza in Germania dalla Weserflugzeugbau (WFB) (diventata poi VFW) a Brema e dalla HFB ad Amburgo.
  • Nord 2502 : versione destinata al trasporto civile (47 passeggeri, equipaggiata anche con due Turboméca Marboré IIE da 400 kg/p in wingtip)
  • Nord 2503 : versione equipaggiata di due Pratt & Whitney R-2800 (un solo prototipo)
  • Nord 2504 : adattamento del Nord 2502 per la lotta ASW (un solo esemplare)
  • Nord 2506 : adattamento alle piste preparate e aumento dell'autonomia (due prototipi)
  • Nord 2507 : adattamento alle missioni di salvataggio in mare (mai costruito)
  • Nord 2508 : Nord 2503 equipaggiato di due motori Marboré in wingtip (due prototipi).

Utilizzatori

Militari:
  • Angola - Força Aérea Popular de Angola y Defesa Aérea y Antiaérea;
  • Francia - Armée de l'air
  • Germania - Luftwaffe
  • Gibuti - Force Aérienne du Djibouti
  • Grecia - Ellinikí Vasilikí Aeroporía
  • Israele - Heyl Ha'Avir
  • Mozambico - Força Aérea de Moçambique
  • Niger - Armée de l'air du Niger
  • Nigeria - Nigerian Air Force
  • Portogallo - Força Aérea Portuguesa
  • Ruanda - Force Aérienne Rwandaise
  • Uganda - Ugandan Air Force.

Civili:
  • Algeria - Air Algérie (2502 Noratlas)
  • Rep. Dominicana - Cibao Cargo Airways
  • Ecuador - Aerotaxis Ecuatorianos
  • Francia - ACE/Transvalair - Union de Transports Aériens (2502 Noratlas) - Union Aéromaritime de Transport (2502 Noratlas)
  • Germania - Elbeflug
  • Zaire - Guila Air.




Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)


























 

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