mercoledì 20 novembre 2024

GUERRA RUSSIA - UCRAINA: alle 3:25 del 19 novembre 2024, le forze ucraine hanno lanciato sei missili ATACMS di fabbricazione statunitense sulla regione russa di Bryansk. Cinque missili sarebbero stati intercettati dai sistemi di difesa aerea S-400 e Pantsir, mentre uno sarebbe stato danneggiato; i detriti sono precipitati nell'area tecnica di una struttura militare, causando un incendio “( fonte del Ministero degli Affari Esteri russo).








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di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.









L'Ucraina ha colpito un arsenale di armi russo con missili ATACMS di fabbricazione statunitense che ha sparato attraverso il confine per la prima volta, secondo due funzionari statunitensi, in una grande escalation il millesimo giorno di guerra.
L'attacco arriva solo due giorni dopo che l'amministrazione Biden ha dato il via libera a Kiev per usare le armi americane a lungo raggio contro obiettivi all'interno della Russia.
Il Ministero della Difesa russo ha detto che l'Ucraina ha sparato sei missili balistici contro una struttura a Bryansk alle 3:25 ora locale (19:25 ET) martedì e che i missili ATACMS erano stati usati nell'attacco.
L'attacco segna la prima volta che l'Ucraina ha usato le armi americane a lungo raggio per colpire obiettivi nel profondo della Russia e dimostra che Kiev ha perso poco tempo facendo uso dei suoi poteri appena concessi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rifiutato di confermare o smentire l'attacco durante una conferenza stampa di martedì, ma ha detto: “L'Ucraina ha capacità a lungo raggio. L'Ucraina ha droni a lungo raggio di propria produzione. Ora abbiamo un lungo "Nettuno" (missili da crociera ucraini) e non solo uno. E ora abbiamo ATACMS. E useremo tutto questo.”
La difesa aerea russa ha detto di aver abbattuto cinque dei missili e un altro è stato danneggiato. Frammenti del missile danneggiato sono caduti sul territorio di una struttura militare, causando un incendio che da allora è stato spento. Non ci sono stati feriti o danni.

Lo stesso giorno dell'attacco, il presidente russo Vladimir Putin ha aggiornato la dottrina nucleare russa in cui Mosca considererà l'aggressione da parte di qualsiasi stato non nucleare – ma con la partecipazione di un paese nucleare – un attacco congiunto alla Russia.

In quello che sembrava essere un nuovo giro di tintinnio della sciabola, il Cremlino ha detto martedì che la dottrina militare rivista, in teoria, avrebbe abbassato l'asticella all'uso di armi nucleari.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva autorizzato l'Ucraina a utilizzare missili americani a lungo raggio all'interno della Russia domenica, ponendo fine a un divieto di mesi volto ad aiutare l'Ucraina a difendersi senza intensificare drasticamente il conflitto.
La decisione è arrivata in un momento cruciale nell'invasione russa dell'Ucraina. La Russia sta sondando in prima linea nell'est dell'Ucraina mentre colpisce le sue città con attacchi di missili e droni, con l'obiettivo di disabilitare la rete elettrica dell'Ucraina e armare le temperature gelide per un terzo inverno consecutivo.
Nel frattempo, migliaia di truppe nordcoreane sono state schierate nella regione russa di Kursk, dove le truppe ucraine hanno lanciato un'audace controffensiva in estate.
In una conferenza stampa lunedì, il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Matthew Miller ha detto che il coinvolgimento delle truppe nordcoreane nella guerra è stato "una grande escalation da parte della Russia, portando un esercito asiatico in un conflitto all'interno dell'Europa".
Il presidente russo Vladimir Putin ha di recente introdotto modifiche alla dottrina nucleare del paese, sottolineando in modo significativo il ruolo della deterrenza nucleare. Secondo le nuove disposizioni, pubblicate sul sito ufficiale del governo russo, qualsiasi attacco convenzionale alla Russia sostenuto da una potenza nucleare sarà considerato un atto combinato di aggressione. Questa decisione è stata annunciata tra l'escalation delle tensioni con l'Occidente, poche settimane prima delle elezioni presidenziali statunitensi.
Il documento sottolinea che gli attacchi che utilizzano missili convenzionali, droni o altri sistemi senza equipaggio potrebbero rientrare nell'ambito di circostanze che potrebbero innescare una risposta nucleare. Mosca ha anche chiarito che le azioni degli Stati membri di alleanze o coalizioni saranno considerate aggressioni collettive se dirette contro la Russia.
Ministero della Difesa russo:  Alle 3:25 del mattino le forze ucraine hanno sparato 6 missili ATACMS prodotti dagli Stati Uniti nella regione russa di Bryansk.  Cinque missili sono stati abbattuti dai sistemi S-400 e Pantsir AA, uno è stato danneggiato, i suoi frammenti sono caduti nella zona tecnica di una struttura militare, causando un incendio.
Secondo il Cremlino, l'obiettivo di questi cambiamenti è sottolineare la gravità dell'arsenale nucleare russo e la sua disponibilità a vendicarsi contro qualsiasi minaccia alla sovranità del paese o alla sicurezza dei suoi alleati.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che l'aggiornamento fa parte di una strategia per ammonire potenziali aggressori. Ha sottolineato che la Russia sta inviando un chiaro messaggio che qualsiasi passo ostile, anche da parte di stati non nucleari che cooperano con le potenze nucleari, sarà trattato come minacce esistenziali.
Ha aggiunto che le forze russe stanno monitorando da vicino la situazione, compresi i rapporti sull'uso ucraino dei missili americani ATACMS vicino al confine russo.
Il conflitto in Ucraina ha portato a un deterioramento senza precedenti delle relazioni tra Mosca e le nazioni occidentali, evocando paragoni con i momenti di tensione della crisi dei missili cubani del 1962. Ora che le consegne di armi statunitensi hanno raggiunto un nuovo livello, la Russia sembra determinata a rafforzare la sua posizione secondo cui qualsiasi misura contro di essa avrà gravi conseguenze.
Il sistema di difesa aerea S-400 "Triumf" e il missile balistico tattico ATACMS rappresentano due degli strumenti militari più avanzati, progettati per ruoli distinti ma interconnessi nel combattimento moderno.
La dichiarazione del MFA russo secondo cui l'S-400 ha intercettato un missile ATACMS è una dimostrazione significativa delle capacità del sistema, se confermata. Esaminare le specifiche tecniche di entrambi i sistemi e analizzare il potenziale scenario per tale intercettazione è fondamentale per comprendere le possibilità e i limiti di tale operazione.
Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno parzialmente autorizzato il missile dato all'Ucraina, e sarebbe interessante vedere uno scenario in cui la Corea del Sud devia missili CTM-290 simili alle apparizioni ATACMS in Polonia, Arabia Saudita o Emirati Arabi Uniti. La Russia è ossessionata da ATACMS.
L'S-400 è un sistema di difesa aerea multistrato con una portata fino a 400 km, in grado di incapacitare obiettivi ad altitudini fino a 30 km. È dotato di vari tipi di missili, tra cui il 48N6, il 9M96 e il più recente 40N6, ciascuno progettato per tipi specifici di obiettivi come aerei, missili da crociera, missili balistici e persino droni a bassa quota.
La risorsa principale dell'S-400 è il suo sistema radar integrato con rilevamento a lungo raggio e alta precisione, in grado di tracciare obiettivi balistici a centinaia di chilometri di distanza. I missili balistici come l'ATACMS sono particolarmente difficili da intercettare a causa della loro alta velocità e della piccola firma radar, ma questa capacità è una priorità per l'S-400.
ATACMS è un missile balistico a corto raggio progettato per attacchi di precisione a distanze fino a 300 km (a seconda della versione). È lanciato da sistemi come HIMARS o M270 e segue una traiettoria quasi balistica, rendendo difficile il rilevamento e l'intercettazione.
Il missile raggiunge velocità di Mach 3-4 e può manovrare in volo per eludere i sistemi di difesa aerea. Allo stesso tempo, la sua finestra di reazione ad alta velocità e breve rappresentano una sfida significativa per qualsiasi sistema di difesa missilistica.
L'intercettazione di un ATACMS con l'S-400 richiede una combinazione precisa di fattori. Il primo è la diagnosi precoce: i radar S-400 devono identificare il lancio quasi immediatamente per calcolare la traiettoria del missile. Ciò è fattibile grazie alla capacità del sistema di rilevare oggetti balistici ad alta velocità.
Il secondo fattore è selezionare un missile intercettore appropriato, probabilmente il 48N6 o il 40N6, che può raggiungere il bersaglio in tempo. Il terzo è calibrare il sistema di controllo del fuoco, che deve calcolare non solo la traiettoria ATACMS, ma anche potenziali manovre evasive nelle fasi di volo finali del missile.
L'Ucraina ha sparato 6 missili ATACMS di fabbricazione statunitense sulla regione russa di Bryansk.  Cinque missili sono stati abbattuti dai sistemi S-400 e Pantsir AA, uno è stato danneggiato, i suoi frammenti sono caduti nella zona tecnica di una struttura militare, causando un incendio, dice il Ministero della Difesa russo.
Una potenziale ragione per un'intercettazione di successo potrebbe essere l'altitudine a cui l'ATACMS stava viaggiando: se la traiettoria fosse relativamente alta (sopra i 15 km), ciò consentirebbe all'S-400 di utilizzare il pieno potenziale dei suoi missili a lungo raggio.
Inoltre, il tempo di reazione e il coordinamento con altri elementi della difesa aerea russa, come i radar di sorveglianza a lungo raggio o altri sistemi, hanno probabilmente svolto un ruolo cruciale. Mentre l'ATACMS è potente, non è impossibile intercettare, specialmente con le moderne tecnologie di difesa missilistica.
Tuttavia, alcune limitazioni potrebbero complicare tali intercettazioni. L'ATACMS, ad esempio, può essere programmato per le traiettorie a bassa quota o utilizzare tattiche di evasione radar. Inoltre, gli attacchi di saturazione, come i lanci simultanei di più missili, potrebbero sopraffare il sistema di difesa aerea, rendendo il successo riportato ancora più impressionante.
La Russia ha affermato che i suoi sistemi di difesa missilistica hanno intercettato con successo cinque missili ATACMS sparati sul suo territorio, mentre un sesto è stato danneggiato a mezz'aria, con detriti che hanno causato un'esplosione in un deposito di munizioni nella regione di Bryansk. A prima vista, questa sembra una vittoria per le difese aeree russe, ma un'analisi più approfondita suggerisce che una tale affermazione potrebbe servire un altro ruolo nell'attuale contesto strategico.
Dal punto di vista della dottrina nucleare russa, qualsiasi attacco al suo territorio, in particolare con armi fornite da una potenza nucleare come gli Stati Uniti, potrebbe essere percepito come una minaccia su scala strategica. Questo presenta a Mosca un dilemma: se rispondere con una forza di escalation, comprese le misure nucleari, o minimizzare l'evento per evitare di approfondire il conflitto. L'affermazione di intercettare con successo i missili e ridurre al minimo i danni serve chiaramente a quest'ultimo scenario.
Ammettere un attacco completo dell'ATACMS potrebbe creare un'enorme pressione politica sul Cremlino per dimostrare determinazione, aumentando significativamente il rischio di escalation con l'Occidente. In questo contesto, inquadrare l'evento come un'intercettazione missilistica consente alla Russia di evitare di innescare le misure estreme delineate nella sua dottrina nucleare. Ciò è particolarmente importante date le tensioni che circondano le consegne di armi all'Ucraina, che Mosca vede già come una minaccia per la sua sicurezza nazionale.
Allo stesso tempo, l'affermazione di intercettazione di successo dell'ATACMS rafforza la propaganda del Cremlino sia a livello nazionale che internazionale. In primo luogo, ritrae la difesa missilistica russa come affidabile ed efficace, aumentando il morale tra la popolazione e il personale militare. In secondo luogo, invia un messaggio all'Occidente che tali attacchi non otterranno risultati significativi, anche se eseguiti con armi avanzate.
La possibilità di esagerazione o manipolazione dei fatti in questo caso non può essere esclusa. Sistemi come l'S-400 e l'S-500 hanno la capacità di intercettare missili con traiettorie balistiche, ma raggiungere il successo completo in una tale operazione rimane difficile. Se l'affermazione di intercettazione è anche parzialmente falsa, potrebbe essere vista come una "bugia bianca" che consente alla Russia di evitare il confronto diretto con la NATO mantenendo la sua immagine di forza militare.
La situazione attuale dimostra come il conflitto in Ucraina abbia trasceso la guerra tradizionale, evolvendosi in una complessa interazione di strategie di comunicazione e deterrenza nucleare. La Russia sembra essere in equilibrio sul bordo tra escalation e moderazione, tentando di proiettare forza senza attraversare il limite in conseguenze irreversibili.






L'S-400 Triumf (in cirillico: С-400 Триумф, nome in codice NATO: SA-21 Growler)

E’ un sistema d'arma antiaereo a lungo raggio di nuova generazione e fabbricazione russa, sviluppato dalla Almaz Central Design Bureau negli anni duemila ed entrato in servizio limitato nelle Forze armate russe a partire dal 2007.
Progettato per neutralizzare velivoli da attacco, AWACS, missili da crociera e missili balistici a medio raggio, così come identificati nel trattato INF in vigore fino al 2019, l'S-400 Triumf è la naturale evoluzione dei sistemi antiaerei di origine sovietica appartenenti alla serie S-300, che è destinato a sostituire.
Secondo il produttore, può ingaggiare fino a 36 bersagli simultaneamente posti a 400 km di distanza e fino 30 km di altitudine, offrendo una copertura dello spazio aereo a 360 gradi.
Al 2020, la versione da esportazione S-400E ha riscosso un notevole successo commerciale: le forze armate di Bielorussia, Cina, India, Turchia ed Arabia Saudita hanno siglato formalmente l'acquisto del sistema.
A causa delle prestazioni, perlomeno sulla carta, nettamente superiori a qualsiasi altro sistema antiaereo oggi sul mercato, nonché del vantaggio militare che esso può offrire una volta schierato, il sistema S-400 è apertamente osteggiato dal governo degli Stati Uniti ed è per tali motivi oggetto di intensa disputa internazionale: Cina, India e Turchia sono state infatti sanzionate e/o estromesse da programmi militari sviluppati congiuntamente con l'industria statunitense per aver acquisito il sistema ai sensi del CAATSA (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act) introdotto nel 2017. Nello specifico caso della Turchia, il Congresso statunitense si è perfino detto disposto a rilevare gli S-400 acquistati da Ankara quale condizione imprescindibile per la sua reintegrazione nel programma F-35.
Al 2021, l'S-400 costituisce la spina dorsale della difesa antiaerea della Federazione Russa nella quale opera agendo in simbiosi con i sistemi Buk-M3, S-300V4, S-350 ed S-500.
L'S-400 è stato progettato come sistema d'arma capace di intercettare e colpire aerei da guerra e missili balistici e da crociera che volano a una velocità fino a 4,8 km/s (17.000 km/h). Il sistema può individuare fino a 36 obiettivi contemporaneamente (80 nelle nuove versioni) in un raggio che va da 30 a 400 km in base al tipo di missile utilizzato (quest'ultima distanza viene raggiunta con il missile 40N6 con compiti ABM e anti AWACS).
Nel 2018 l'Esercito Popolare cinese ha comunicato di aver abbattuto con successo, nel corso di un'esercitazione, un bersaglio in volo supersonico a 250 km di distanza.






L'MGM-140 Army Tactical Missile System (ATacMS) è un missile superficie-superficie (SSM) tattico, appartenente alla categoria dei missili balistici a corto raggio SRBM



E’ in servizio dal 1991 presso l'esercito statunitense e prodotto dalla Lockheed-Martin in varie versioni con gittata da 140 a 300 km.
Nel 1980 l'US Army avviò il programma CSWS (Corps Support Weapon System = sistema d'arma di supporto di corpo d'armata) per sostituire il missile balistico a corto raggio MGM-52 Lance. In quel periodo anche l'USAF aveva in corso un programma missilistico, denominato CSW (Conventional Standoff Weapon), per la realizzazione di un'arma in grado di colpire il bersaglio da una distanza di sicurezza rispetto alle difese antiaeree. I due programmi furono unificati nel 1982 sotto la sigla JTACMS (Joint Tactical Missile System) ma tre anni dopo l'aviazione statunitense ritirò la propria partecipazione al programma che pertanto fu portato avanti solo dall'esercito con la denominazione ATACMS (Army Tactical Missile System). Nel 1986 il contratto di sviluppo fu assegnato alla LTV e il nuovo missile ricevette la numerazione MGM-140. Il primo lancio sperimentale fu condotto nel 1988 e a dicembre di quello stesso anno ne fu avviata la produzione. L'MGM-140 entrò ufficialmente in servizio operativo nel gennaio del 1991 e fu subito impiegato nel corso dell'operazione Desert Storm.
In quella circostanza, 32 missili ATACMS furono lanciati contro bersagli iracheni.
La prima versione produttiva, Block I, trasportava una testata contenente 950 submunizioni M-74 APAM (Anti-Personnel Anti-Material) in grado di saturare un'area di 33.000 m² ed efficaci contro bersagli non protetti, quali truppe allo scoperto e materiali. Già dal 1992 fu avviato lo sviluppo della variante MGM-140B Block IA, entrata in servizio nel 1998, più precisa e con una gittata maggiore della precedente, ottenuta riducendo il carico utile a 300 submunizioni M-74. Nel frattempo fu sviluppata la variante MGM-140C Block II (successivamente ridesignata MGM-164A), progettata per trasportare 13 submunizioni intelligenti BAT, efficaci contro mezzi corazzati anche in movimento. Fu prevista un'ulteriore variante, la Block IIA, destinata ad essere equipaggiata con 6 submunizioni BAT-P3I, ancora più potenti e sofisticate delle precedenti. La cancellazione del programma BAT, nel 2003, pose fine anche allo sviluppo di queste nuove versioni dell'ATACMS.
Nel 2001 era stato avviato lo sviluppo della variante Block III, chiamata anche ATACMS-P, equipaggiata con una testata ad alta capacità di penetrazione, idonea a distruggere obiettivi induriti e protetti, come bunker e centri di comando sotterranei. Il prototipo fu lanciato nel marzo del 2004 e i test continuarono fino ad agosto del 2005 presso il poligono di White Sands nel New Mexico, tuttavia il programma venne cancellato.
Per un certo periodo il missile ATACMS interessò anche l'US Navy, che ne studiò l'adattamento per l'utilizzo da parte dei sistemi lanciamissili imbarcati sulle proprie unità navali. Nonostante un contratto di sviluppo per quello che fu denominato NATACMS (Navy-TACMS), fosse stato assegnato nel 1994 alla Loral Vought, la marina statunitense decise di annullare il progetto.
Miglior fortuna toccò alla variante MGM-140E Block IA Unitary, ottenuta modificando i missili Block IA e in particolare la testata bellica, dove le submunizioni M-74 sono sostituite da un'unica carica esplosiva WDU-18B da 227 kg (si tratta della stessa testata utilizzata sul missile aria-superficie AGM-84E SLAM). Il contratto di sviluppo fu assegnato nel 2000, i primi test ebbero luogo nell'aprile del 2001 e la produzione di serie partì nel 2002. I nuovi missili furono prima ridesignati MGM-140E Block IVA e poi ricevettero la designazione definitiva MGM-168A Block IVA.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, CNN, BulgarianMilitary, Wikipedia, You Tube)





















 

martedì 19 novembre 2024

Con genocidio, secondo la definizione adottata dall'ONU, si intendono «gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».








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Negli studi giuridici, storici, politici e sociologici, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, il concetto di genocidio, sviluppatosi in origine nell'ambito del diritto internazionale, è stato utilizzato in diversi contesti e con diverse accezioni:
  • accezione giuridica, con una definizione necessariamente precisa per poterne ricomprendere la fattispecie nell'attività d'indagine e processuale;
  • accezione sociopolitica per designare specificatamente i genocidi del XX secolo;
  • accezione storiografica, con un significato generale che ricomprende fenomeni di sterminio ricorrenti nella storia universale, in società anche molto diverse tra loro.






Al pari di terrorismo, tortura, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e crimini di aggressione, il genocidio si annovera fra i crimini internazionali, per i quali vige la regola della giurisdizione internazionale e l'istituzione di tribunali sovranazionali.

L'11 dicembre 1946 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 96 (I), definì il genocidio come «una negazione del diritto all'esistenza di interi gruppi umani, poiché l'omicidio è la negazione del diritto alla vita dei singoli esseri umani». La risoluzione precisava inoltre che «molti casi di tali crimini di genocidio si sono verificati quando gruppi razziali, religiosi, politici e di altro genere sono stati distrutti, in tutto o in parte».
Il 9 dicembre 1948 fu adottata, con la risoluzione 260 A (III), la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio scritta con il contributo dello stesso Lemkin anche sulla scorta dell'esperienza del processo di Norimberga. 

L'articolo II della Convenzione definisce esplicitamente il genocidio nell'ambito del diritto internazionale:
«Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:
  • uccisione di membri del gruppo;
  • lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
  • il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
  • misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo;
  • trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.»

Con l'approvazione della Convenzione sul genocidio e attraverso l'azione dei tribunali speciali appositamente istituiti e della Corte penale internazionale, i casi storici in cui è stato riconosciuto il crimine di genocidio a livello internazionale sono in particolare:
  • la guerra in Bosnia ed Erzegovina nell'ambito delle guerre jugoslave
  • il genocidio del Ruanda
  • il genocidio cambogiano.

A questi si deve aggiungere l'Olocausto, che fu ricompreso fra i capi d'imputazione del processo di Norimberga e che ebbe fra le sue conseguenze la redazione stessa della Convenzione; quanto al genocidio armeno, che è stato il primo caso moderno di persecuzione sistematica e di sterminio pianificato di un popolo, è nella casistica da cui lo stesso Lemkin partì per la definizione del crimine di genocidio: su di esso, non a caso, è stata avviata da parte della comunità internazionale una analisi sulle responsabilità storiche, con apposite dichiarazioni assunte da varie assemblee politiche dei singoli Stati.
La persecuzione nei confronti degli armeni e delle popolazioni cristiane fu una costante nella storia dell'Impero ottomano inasprendosi soprattutto nel XIX secolo, e sfociò, al momento della sua dissoluzione, nel genocidio armeno propriamente detto, espressione alla quale ci si riferisce in particolare per i fatti accaduti tra il 1915 e il 1916.


Rafael Lemkin


La Shoah, l'eliminazione di circa 6 milioni di ebrei pari ai due terzi degli ebrei d’Europa, venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con l'inizio dell'eliminazione fisica soprattutto nei campi di sterminio, strutture di annientamento appositamente predisposte in cui attuare quella che i nazisti denominarono "soluzione finale della questione ebraica". L'annientamento degli ebrei nei centri di sterminio rappresenta secondo la maggior parte degli storici un unicum nella storia umana, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista.
L'Holodomor, la grande carestia che colpì l'Ucraina sovietica ed alcune zone della Repubblica Russa, dal 1932 al 1933 durante il regime sovietico, causando diversi milioni di morti, è stato riconosciuto come genocidio da diverse nazioni tra cui l'Ucraina stessa, gli Stati Uniti e altri. Il Parlamento europeo ha adottato il 23 ottobre 2008 una risoluzione nella quale ha riconosciuto l'Holodomor come crimine contro l'umanità. La maggior parte dei paesi europei e occidentali non si è però espressa in tal senso, non formalizzando alcun riconoscimento, ma la storiografia riconosce l'Holodomor come vero e proprio atto di genocidio.
Una dichiarazione congiunta di una trentina di paesi è stata sottoscritta nel 2003 presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite su proposta del rappresentante permanente ucraino. Nella dichiarazione la "Grande fame" fu descritta come il risultato di politiche e azioni crudeli che provocarono la morte di milioni di persone. Le cause e il coinvolgimento dell'Unione Sovietica e di Stalin nella carestia sono state e sono fonte di discussione storica e politica e rimane perciò ancora aperto il dibattito sul piano delle relazioni internazionali. 

L'esclusione dei riferimenti ai gruppi politici e al caso dell'Holodomor dalla Convenzione sul genocidio del 1948 avvenne proprio per pressione sovietica.

L'azione coercitiva dello Stato sovietico, anche col sistematico ricorso alla violenza per attuare il suo piano di trasformazione della società, attraverso la collettivizzazione agraria, la deportazione di milioni di piccoli proprietari terrieri, i kulaki, fino all'eliminazione fisica, contribuì all'aggravarsi delle condizioni dei contadini che abitavano l'Ucraina, in un paese fino ad allora considerato "il granaio d'Europa", fino a una terribile carestia che provocò secondo alcune stime fino a 5 milioni di morti e oltre, e fino a 8 milioni secondo altre. La repressione dello Stato sovietico verso i kulaki, contrari alla collettivizzazione e considerati nemici dello Stato, iniziò già nel 1929 con la politica di internamento nei gulag, l'ordine di soppressione fu emanato nel 1930. Secondo gli archivi ufficiali i kulaki internati nei gulag furono circa 2,5 milioni, con 600.000 morti la maggior parte tra il 1930 e il 1933.
Raphael Lemkin utilizzò il termine genocidio per descrivere la carestia, sostenendo la volontarietà del governo sovietico nel provocarla con l'obbiettivo di distruggere la cultura nazionale ucraina portando a compimento il piano di russificazione del paese da parte del regime comunista. Giovanni Paolo II, in un suo messaggio del 2003 in occasione del 70º anniversario dell'Holodomor, pur non utilizzando mai la parola genocidio, riconobbe il ruolo dell'Unione Sovietica nella tragedia parlando di «innumerevoli vittime della grande carestia provocata in Ucraina durante il regime comunista. Si trattò di un disumano disegno attuato con fredda determinazione dai detentori del potere in quell'epoca.» Secondo alcuni autori l'Holodomor e la repressione dei kulaki fu un "genocidio sociale", cioè un tentativo di sterminare buona parte del mondo contadino sovietico, anche russo. Inoltre la repressione è considerato il tentativo di distruggere il carattere nazionale del popolo ucraino.

Ciò che sta accadendo a Gaza avrebbe le caratteristiche di un genocidio»., loo ha scritto papa Francesco in un libro-intervista, realizzato con il giornalista argentino Hernán Reyes Alcaide. Come precisa il Pontefice, bisogna certamente indagare accuratamente, perché il genocidio è un crimine preciso, gravissimo, unico.
«Genocidio» non è “soltanto” sinonimo di «massacro» o di «eccidio», ma è una fattispecie normata ad hoc a partire dallo studio imprescindibile del giurista ebreo polacco Rafal Lemkin (1900-1959), Axis Rule in Occupied Europe: Laws of Occupation - Analysis of Government Proposals for Redress, che fu pubblicato nel 1944. A partire da quel libro l’ONU diede vita, nel 1948, alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, operativa nel 1951. 

Applicando i necessari canoni interpretativi è stato possibile definire genocidio la Shoà degli ebrei e, molti anni dopo, il genocidio degli armeni operato nella Prima guerra mondiale dal governo turco dell’epoca.

  • La Convenzione dell’Onu, sulla base degli studi fondativi di Lemkin, stabilisce che il genocidio sia un crimine specifico e unico, e che, affinché si possa stabilire che un eccidio sia genocidio, occorra che alcune caratteristiche siano soddisfatte: 
  • la premeditazione, la progettazione, l’implementazione quanto più sistematica, ma soprattutto l’intenzione. 
  • La volontà di cancellare della faccia della Terra una porzione dell’umanità è genocidio, tale per cui non è anzitutto il numero delle vittime che fa di un massacro un genocidio, bensì la volontà dei perpetratori di eliminare completamente un gruppo umano. 
Comunque, le vittime di un genocidio, come di qualsiasi massacro grande o piccolo, sono sempre numerosissime, sempre troppe. 
Qualsiasi esperto non può sottrarsi a questo e non la sua opinione a costituire un genocidio, e nemmeno la sua scienza. «Alcuni esperti» senza nome citati dal Papa debbono sottostare a questi criteri dell’Onu, altrimenti esplode la ridda infame dei «secondo me».
A Gaza, bisognerebbe stabilire se sia genocidio, ovvero se Israele abbia sul serio premeditato, progettato, implementato quanto più sistematicamente, ma soprattutto abbia l’intenzione di cancellare tutti i palestinesi dalla faccia della Terra, altrimenti si tratta solo di «secondo me».




Molti esperti concordano che la Repubblica Popolare Cinese stia compiendo genocidi per esempio ai danni di uiguri, tibetani, mongoli, musulmani Hui o gruppi religiosi come il Falun Gong, contro cui si utilizzano persino la genetica, la sterilizzazione delle donne e il prelievo forzato di organi umani che poi alimentano un lucrosissimo mercato nero dei trapianti.
Il genocidio che Pechino starebbe attuando in quei casi, dicono molti esperti, sarebbe il genocidio culturale. Si tratta di un genocidio freddo, che magari (ma non sempre) non comporta cumuli di cadaveri ai lati delle strade, ma che ha non di meno l’intenzione, e dunque progetta e cerca di realizzare sistematicamente, l’annientamento totale di un gruppo umano specifico, forse solo diluendolo lungo un po’ più di tempo per mascherarlo. Quando infatti Pechino impedisce la trasmissione dell’identità culturale di un gruppo umano (fatta di lingua, letteratura, arte, usi, costume, religione e così via), affinché, nel giro di qualche generazione, quel determinato gruppo umano risulti indistinguibile dagli altri, pratica il genocidio culturale.
La Convenzione dell’Onu sul genocidio esclude la fattispecie del genocidio culturale. Per l’Onu si può essere genocidati in quanto appartenenti a un gruppo etnico, razziale, nazionale o religioso, ma non culturale. Questo è così ancora oggi solo perché, pur rifacendosi a Lemkin, la Convenzione dell’Onu dovette sottostare alle censure dell’Unione Sovietica, che, reduce dal genocidio ucraino noto come Holodomor, non gradiva affatto tale nozione. 

Lo dimostrano i due corposi volumi di The Genocide Convention: The Travaux Préparatoires, pubblicati a Leida e Boston nel 2008, con cui i curatori Hirad Abtahi (capo dello staff della presidenza del Tribunale penale internazionale delle Nazioni Unite a L’Aia, nei Paesi Bassi) e Philippa Webb (docente di Diritto pubblico internazionale al King’s College di Londra) raccolgono appunti, note e minute di quel momento drammatico.

Dunque, mentre «a detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio», ciò che sta avvenendo in Cina a danno di molti gruppi umani, ciò che sta avvenendo in Pakistan a danno dei musulmani ahmadi, ciò che sta avvenendo in Asia contro gli sciiti hazara, ciò che è avvenuto in quello che ora è il Bangladesh a opera del Pakistan nel 1971, ciò che è avvenuto negli anni 1990 in Kashmir a opera dei jihadisti contro i pandit ìndù è genocidio, ma non trova spazio nelle opinioni, fra certi esperti dell’Onu e nei libri di storia. 

E’ evidente che anche Vladimir Putin stia ultimando un nuovo genocidio in Ucraina, visto che non ritiene che abbia fondamento storico l’identità ucraina e la sua lingua. 

Alla fine del 2024, tanta carta stampata e innumerevoli commentatori televisivi fanno illazioni su quello che accade a Gaza dopo i tragici eventi terroristici che li hanno innescati.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Libero-quotidiano, Wikipedia, You Tube)










 

LHD TRIESTE: nuovi video! Nave Trieste, distintivo ottico L 9890, è una portaelicotteri d'assalto anfibio (LHD) della Marina Militare italiana con capacità aeree ed elicotteristiche. Mancano pochi giorni alla consegna alla Marina Militare italiana.

 










Il Trieste, distintivo ottico L 9890, è una portaelicotteri d'assalto anfibio (LHD) della Marina Militare italiana. 

Questa unità, concepita fin dalla fase preliminare del progetto per essere uno strumento flessibile facilmente adattabile a molteplici ruoli, a basso impatto ambientale e in grado di assicurare una prolungata persistenza in area di operazioni con elevata autonomia logistica, oltre ad essere un’unità tuttoponte d’assalto anfibio, è anche l’ammiraglia del gruppo anfibio italiano con apicali capacità C4-EW (comando, controllo, comunicazioni, computing e guerra elettronica) ed è in grado di operare con velivoli STOVL (a decollo corto e atterraggio verticale), divenendo nella pianificazione della Marina Militare la portaerei leggera che sostituirà il Cavour quando quest’ultimo sarà in manutenzione.

Ordinato a seguito del programma navale 2014-2015, è stato costruito dalla Fincantieri nel cantiere navale di Castellammare di Stabia con allestimento finale nel Cantiere Navale del Muggiano. In Consegna in data 7 dicembre 2024, è l'unità più grande della flotta e la più grande nave mai costruita in Italia dal dopoguerra. Il suo motto è "Fulge super mare".