martedì 15 ottobre 2024

MARINA MILITARE ITALIANA 2029: starebbero emergendo importanti novità circa le 2 unità che andranno ad affiancare i DDG CLASSE DORIA ammodernati. Il dislocamento è al momento stimabile in oltre 14.000 tonn a pieno carico; ciò li fa entrare nella categoria superiore degli “incrociatori pesanti”.









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Dal sito di R.I.D. (Rivista Italiana Difesa), starebbero emergendo nuovi dati circa i 2 nuovi DDG (incrociatori) che andranno ad affiancare nella flotta della Marina Militare i DDG CLASSE DORIA ammodernati.



Il dislocamento è al momento stimabile in oltre 14.000 tonn a pieno carico; un dislocamento, appunto, rilevante, che li fa entrare nella categoria superiore degli “incrociatori pesanti”.
Un’altra “importante” novità riguarda il radar AESA in fase avanzata di sviluppo da parte di Leonardo: deriverebbe dall’esperienza del KRONOS DBR dei Pattugliatori Polivalenti d’Altura e sarà probabilmente un radar bi-banda AESA che, però, alla banda X affianca la banda S (invece della banda C come sul KRONOS DBR). La banda S, oltre alla funzione di “ricerca e scoperta”, avrà anche la funzione guida missili.
Sarebbero al momento confermate 80 celle VLS, con lanciatori Sylver A-70 e A-50.
Dalle informazioni in possesso di RID, sugli incrociatori potrebbe in prospettiva essere installato il nuovo lanciatore multi-missile Sylver A-70 NG (Next Generation), in grado di lanciare il nuovo missile MBDA RJ-10 (la versione antinave supersonica del FC/ASW), il missile ASTER New Technology e l’intercettore anti-ipersonico MBDA AQUILA.





L'Italia prevede la consegna dei nuovi incrociatori entro il 2029

Stimolata dal ritiro di numerose vecchie unità navali oramai obsolete, la Marina Militare italiana è ora tornata al tavolo da disegno per mettere a punto quella che considera la pietra angolare della sua flotta: i nuovi cacciatorpediniere “DDX”.
Dopo aver costruito 10 fregate della classe FREMM - lo stesso tipo acquisito dagli Stati Uniti - e aver progettato nuovi PPA, una LHD da 35.000 tonnellate e nuove navi logistiche LSS, uno studio di riduzione del rischio ha auto inizio su due incrociatori da 14.500 tonnellate ancora denominati DDX.
"I DDG sono fondamentali per una flotta d’altura come quella italiana, che deve essere in grado di proiettare capacità in mare e dal mare mentre opera attraverso l'intero spettro delle operazioni marittime congiunte", (Amm. Aurelio De Carolis della Marina italiana).
"A parte le portaerei, le navi anfibie e i sottomarini, si ha necessità di cacciatorpediniere in grado di effettuare attacchi di terra e capacità di protezione del gruppo di lavoro", ha aggiunto.
La Marina vuole che le navi lunghe 175 metri sostituiscano due vecchi cacciatorpediniere, l'ITS Durand de la Penne e l'ITS Mimbelli. Queste due navi sono entrate in servizio nei primi anni '90 e sono state raggiunte in servizio dalle due più recenti navi italiane classe Horizon Doria e Duilio, che la Marina italiana classifica come cacciatorpediniere.
"Abbiamo sempre avuto due coppie di cacciatorpediniere in servizio, risalenti agli anni '60", ha detto De Carolis.
Con 4,5 milioni di euro (U.S. 5,3 milioni di dollari) preventivati finora per studi di fattibilità biennali e riduzione del rischio, la Marina mira a completare il progetto nel 2025 e ricevere la prima nave entro il 2028.
I piani attuali prevedono navi larghe 24 metri e più di 300 membri di equipaggio, offrendo al contempo una velocità massima di oltre 30 nodi utilizzando il sistema di propulsione CODOGAL (COMbined Diesel Or Gas And eLectric). Il sistema consente l'uso di turbine a gas o diesel, oltre alla propulsione elettrica per velocità inferiori.
L'Italia sta rinnovando la sua Marina per il Mar Mediterraneo, mentre la Turchia potenzia la sua flotta d’altura, la Libia rimane in bilico dopo anni di conflitto e la Russia cerca di aumentare la sua influenza regionale.
Le navi saranno costruite da Fincantieri, tenendo occupato il cantiere dopo una serie di recenti costruzioni navali grazie alla legge navale italiana da 6,3 miliardi di dollari nel 2014.

ARMAMENTO IMBARCATO 

Il dominio della difesa aerea estesa pone sfide sempre più impegnative dovute alla presenza di minacce complesse e in rapida evoluzione, quali missili balistici manovranti, missili da crociera e “gliders” ipersonici. Nei prossimi decenni queste nuove minacce dovranno essere affrontate con soluzioni dedicate, volte all’implementazione di una protezione efficace di schieramenti operativi e siti sensibili dislocati sul territorio nazionale.
MBDA sta lavorando da più di cinque anni alla difesa da minacce ipersoniche, presentando soluzioni innovative e concepite sulla base dell'esperienza accumulata sia sulla progettazione e l’impiego del missile ASTER sia su di una profonda conoscenza delle minacce stesse. Si tratta del progetto AQUILA, che propone i più avanzati concetti di intercettori a contrasto della minaccia ipersonica ed a complemento di un portafoglio globale di soluzioni per la difesa aerea.



Nel marzo 2023, MBDA è stata invitata, insieme ai suoi partner industriali, a partecipare ad un bando di gara riguardante lo studio di architetture e tecnologie relative ad un intercettore endo-atmosferico capace di neutralizzare queste nuove minacce.



HYDIS² è il progetto di studio presentato da MBDA, alla guida di un consorzio che prevede la partecipazione di 19 partner industriali europei e più di 30 sub-contractor di 14 Paesi europei.
I consorziati sono gruppi industriali attivi nel settore della difesa, enti di ricerca, piccole e medie imprese, università, tutti con una forte e riconosciuta esperienza nelle tecnologie chiave per portare avanti lo studio di questo nuovo intercettore. Il consorzio riunisce insieme le migliori competenze missilistiche all’interno dell’Unione Europea con le più alte competenze scientifiche del settore aeronautico ed attori in nuovi settori per raccogliere e vincere la sfida posta dalla minaccia ipersonica.
Eric Béranger, CEO di MBDA, ha dichiarato: "Questo progetto offre un significativo vantaggio europeo, contribuendo ad incrementare la resilienza e la sovranità tecnologica europea, attraverso il rafforzamento della cooperazione e l’interoperabilità tra i Paesi dell'UE. Il progetto contribuirà anche ad incrementare la sovranità dell'industria europea dei sistemi missilistici, sostenendo e sviluppando competenze, materiali e tecnologie definite “critiche” e rafforzando la competitività industriale europea. Le tecnologie relative al settore ipersonico sono in continua evoluzione e rimanere all’avanguardia è una priorità di MBDA per guidare l'Europa verso la soluzione più efficace per contrastare le minacce ipersoniche".
L’obiettivo di HYDIS² è quello di progettare diversi concetti di intercettori e di maturare le relative tecnologie critiche per identificare la migliore soluzione che soddisfi le esigenze dei quattro Stati - Francia, Italia, Germania e Paesi Bassi – e che sia coerente con i lavori del programma europeo TWISTER. HYDIS2 rappresenta un contributo centrale degli Stati europei alla missione di difesa delle proprie popolazioni e forze armate dalle minacce ipersoniche, che segnano un cambiamento radicale dei concetti di difesa rispetto a quelle balistiche.
Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi hanno già confermato il loro sostegno e impegno firmando una Lettera di Intenti, concordando i Requisiti Operativi Iniziali.


Le celle Sylver A50 sono state spostate ancora una volta nell'area di prua - queste forniranno l'armamento difensivo della nave contro le minacce aeree e ATBM, con i SAM Aster 15, Aster 30 e Aster 30 Block 1NT. Vale la pena notare che anche se queste celle sono celle di lunghezza "tattica", lo spazio in cui sono installate è dimensionato per celle a lunghezza di attacco. Nel frattempo, c'è un altro silo a metà nave, che utilizzerà celle A70 a lunghezza di attacco, per un totale di 80 VLS. Queste celle sono per ospitare missili da crociera, un futuro missile antinave e futuri intercettori da utilizzare contro missili "ipersonici". Immediatamente a poppa della sovrastruttura avanzata c'è uno spazio per i lanciatori dei missili Teseo Mk.2/EVO.
L'armamento del cannone rimane lo stesso - 1x 127/64LW e 3x 76/62 Sovraponte - ma un'aggiunta interessante è che gli RWS sono stati portati al calibro di 30 mm e hanno un sistema di sensori separato sull'albero anteriore che li controlla. Ci sono tre RWS da 30 mm in totale, con l'aggiornamento al loro calibro e numero esplicitamente per migliorare le difese contro le minacce senza equipaggio di fascia bassa.
Oltre alla difesa aerea e all'armamento anti-superficie, il DDX deve essere un combattente capace di svolgere attività ASW, con un sonar montato sullo scafo, un VDS trainato e due lanciatori tripli per siluri leggeri MU-90. 
La potenza di fuoco a lungo raggio per i cacciatorpediniere sarà garantita da lanciamissili VLS, con due lanciatori verso la prua (davanti al ponte) e il resto a metà nave.
I missili antiaerei Aster, già in uso su altre navi italiane, saranno adottati, così come un missile di attacco terrestre. "La Marina ha bisogno di una capacità di attacco terrestre credibile e stiamo considerando le opzioni ora", ha detto De Carolis.
Ciò potrebbe portare la Marina a prendere in considerazione la variante navale della MBDA del missile Scalp. E’ confermata l'acquisizione del missile antinave Teseo Mk2 Evolved del consorzio europeo, che l'ammiraglio ha detto che offre "capacità di attacco di costiero". L’arma utilizzerà i lanciatori situati immediatamente dietro il ponte, ha confermato.
Un ponte di elicottero poppiero e un hangar saranno in grado di ospitare due elicotteri SH101 o due SH90.
I cannoni della nave saranno gli stessi tipi di costruzione italiana che sono diventati standard per le navi da guerra italiane negli ultimi anni. Un cannone Leonardo da 127/64 LW mm a prua sparerà le munizioni guidate Vulcano, mentre due cannoni Leonardo Sovraponte da 76/62 mm al centro della nave spareranno la munizione guidata Dart, sempre sviluppata da Leonardo.
Un terzo cannone Sovraponte da 76/62 mm sarà installato sull'hangar poppiero. Soprannominato "Sovraponte" e costruito per essere posizionato in cima alle strutture delle navi, il cannone è stato sviluppato per la prima volta per le navi PPA. "Siamo soddisfatti di Sovraponte", ha detto l'ammiraglio.
Il cannone è un esempio di come il cacciatorpediniere sfrutterà le nuove tecnologie finanziate dalla legge navale: il radar AESA è un altro esempio. 




MISSILI ASTER 30 Block 1 NT

Rispetto all’attuale versione, la NT prevede essenzialmente un nuovo seeker in banda Ka, che sostituirà la quello in banda Ku oggi utilizzato, e un più moderno calcolatore. La maggiore frequenza della banda Ka, in particolare, darà al sistema di guida più raggio d’azione e una maggior precisione, caratteristiche che dal punto di vista operativo si traducono per il missile in una migliorata velocità di intercetto e nella possibilità di colpire bersagli di più ridotte dimensioni.
Si tratta di caratteristiche fondamentali, ad esempio, nel caso di intercetto di missili balistici dotati di testate multiple.
La versione NT, in ogni caso, sarà dotata della stessa massa e dello stesso booster della Block 1 “standard”, di cui manterrà anche la caratteristica di interoperabilità e comunanza tra la piattaforma marina e terrestre.
L’uso dalle medesime piattaforme di lancio della variante precedente sarà possibile dopo un aggiornamento dei sistemi informatici, che sarà responsabilità di EUROSAM, la joint venture tra il consorzio e la francese Thales.
Secondo i dati forniti da MBDA, dal suo lancio nel 1990 l’intero programma Aster ha ricevuto complessivamente 11 miliardi di investimenti. Gli esemplari consegnati sono oltre 1300, presi in carico da nove clienti, tre domestici (Italia, Francia e Gran Bretagna) e sei di esportazione (Algeria, Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Marocco e Singapore). Gli ordini complessivi sono invece per 1800 esemplari.
L’Italia è entrata nello sviluppo dell’Aster 30 Block 1 NT nello scorso gennaio, manifestando la volontà di utilizzare il missile sulle future unità PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura).
Gli Aster 15 e 30, membri originari della famiglia di missili, sono da tempo utilizzati dalle Forze Armate Italiane sia per uso navale che terrestre.Il programma “B1NT” prevede lo sviluppo da parte di MBDA della nuova versione del missile Aster 30 Block 1 NT (New Technology), così come l’ammodernamento dei sistemi SAMP/T (attualmente in servizio presso l’aeronautica francese e l’esercito italiano e a cui sembra interessata anche la Svezia)che acquisiranno così maggiori capacità, in particolare contro i missili balistici, portando un contributo essenziale da parte di entrambi i paesi all’interno del programma NATO in questo settore.
Lo sviluppo del missile Aster 30 Block 1 NT risponde ad un duplice requisito (stessa munizione per sistemi terrestri e navali a base Aster), prevedendo quindi i necessari aggiustamenti per permettere al missile di essere lanciato da unità navali. L’Italia ha infatti espresso il desiderio di poter impiegare l’Aster 30 Block 1 NT sulle future unità PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura).




FC/ASW ("Future Cruise/Anti-Ship Weapon”)

L’FC/ASW è un programma lanciato da Francia, Italia e il Regno Unito a sviluppare un sistema missilistico per sostituire i loro missili Storm Shadow/SCALP sviluppati congiuntamente, nonché i rispettivi missili anti-nave Teseo, Exocet e Harpoon . Equamente finanziato dai tre paesi, il progetto è guidato dal produttore europeo di missili MBDA ed è un prodotto della stretta relazione di difesa stabilita tra le due nazioni dal Trattati di Lancaster House. 


Lo studio concettuale dell'FC/ASW, presentato nel 2011 al Salon du Bourget di Parigi, si chiamava Perseus o CVS401 Perseus (dal nome dell'eroe greco Perseo), uno studio di concetto di missile da crociera ipersonico stealth intrapreso da MBDA in consultazione con la MMI, la Royal Navy e la Marine Nationale. È stato messo a punto da 10 ingegneri che hanno lavorato al progetto per sei mesi. 
Nel 2017 è stato firmato un accordo tra i due paesi iniziali per il lancio di una fase concettuale del programma e, nel marzo 2019, MBDA ha annunciato che la revisione chiave del programma era stata completata con successo in collaborazione con l'Agenzia francese per gli appalti della difesa (DGA ) e il British Defence Equipment and Support (DE&S). 
Il 18 febbraio 2022, un accordo e i relativi contratti firmati dal capo della DGA, dal suo omologo britannico e dal CEO di MBDA hanno confermato l'avvio dei lavori di preparazione della FC/ASW. 
Il programma sembra ora perseguire due concetti missilistici complementari: un missile da crociera subsonico a bassa osservazione e un missile supersonico altamente manovrabile; con la possibile di soluzione ipersonica. 
Come già evidenziato in precedenza, anche l’Italia si è unita al programma MBDA FC/ASW per lo sviluppo di un nuovo missile da crociera di nuova generazione per il rimpiazzo di EXOCET, TESEO Mk2 e STORM SHADOW. In un incontro tra il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ed il suo omologo francese Sebastien Lecornu, a margine del Paris Air Show 2023, è stata sottoscritta una Lettera di Intenti per associare l’Italia al programma, guidato, come noto, da MBDA.



MISSILE TESEO MK 2 EVOLVED

Il Teseo Mk2 / Evo di ultima generazione affronta l'evoluzione delle minacce navali ostili con un arco di tempo di venti anni e oltre. E’ l’erede del Teseo Mk2 / A e incarna tecnologie all'avanguardia a doppio ruolo negli scenari marittimi e costieri. Rappresenta un punto di riferimento evolutivo per tutti i missili anti-nave a lungo raggio, aggiungendo la capacità di operare contro bersagli in profondità, riducendo il tempo di reazione a pochi secondi in condizioni completamente controllate, dalla preparazione della missione all'impegno del bersaglio. 
Il nuovo missile avrà:
  • Peso: 700kg (inizio fase di crociera)
  • Lunghezza: <5 m (<5,5 m nel contenitore di lancio)
  • Raggio d’azione rivelato: > 350+ km.
Il “Teseo MK2/Evolved” integra una sezione di guida “homing dual-mode” all'avanguardia che include una testa cercante RF coerente con capacità ECCM che il sensore EO per un impegno ad alta precisione, per obiettivi marittimi e/o terrestri.


L’arma includerà un'innovativa pianificazione della missione con un tempo minimo di reazione tramite una soluzione di lancio automatico; i parametri della missione pianificata saranno regolabili in tempo reale dall'operatore del sistema d'arma in base al quadro tattico. Potrà contare su di un sistema di data link bidirezionale per il controllo della missione fino alla fine dell'impegno, onde consentire l’aggiornamento, la eventuale riassegnazione del target e/o l’eventuale interruzione della missione d’attacco.
Il Teseo Evo utilizzerà un'elevata velocità di crociera subsonica con una manovrabilità terminale ad alto numero di G con un'autonomia effettiva superiore ai 350 km (500?) al livello del mare. 
Avrà un INS / GPS integrato completamente autonomo ed un sistema di navigazione radio-altimetro con capacità “sea-skimming” autoadattata e capacità di volo terrestre. Il missile avrà un effetto letale attraverso l’utilizzo di un'efficace testata scalabile, semi-perforante / altamente esplosiva.
Il complesso Teseo Mk 2 / Evo è l’ultima evoluzione del noto sistema missilistico anti-nave OTOMAT con un missile anti-nave subsonico con motore turboreattore, tradizionalmente indicato nella Marina Militare Italiana come Teseo.



CANNONE LEONARDO 127/64 LW

Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro.


L'Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l'installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l'installazione su imbarcazioni a sezione stretta.
Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano.
I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione.
Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
  • Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni;
  • Pianificazione ed esecuzione di missioni per l'azione di supporto al fuoco navale (soluzioni di tiro, selezione delle munizioni, definizione delle traiettorie e sequenze di tiro, calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni, ecc.



CANNONE LEONARDO 76/62 SOVRAPONTE

Il Leonardo 76/62 SOVRAPONTE è l’ultima evoluzione di un cannone navale leggero e rapido che offre prestazioni e flessibilità senza rivali in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nel ruolo di anti-missile.  




La capacità di un coinvolgimento molto efficace degli obiettivi basati sulla costa è anche fornita per prestazioni uniche multiruolo. 
Il “76/62 Sovraponte” è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese piccole unità navali.  L'interfaccia con una vasta gamma di sistemi di gestione della lotta e / o FCS / EOS è fornita, secondo lo standard digitale e analogico, compresa l'architettura aperta. 
La frequenza di fuoco può essere selezionata da colpo singolo a tiro 120 rds / min.  In condizioni operative il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard al momento dello sparo è inferiore a 0,3 mrad, fornendo così un'eccellente precisione. 
Il 76/62 SOVRAPONTE è l'unico cannone navale di medio calibro disponibile in grado di fuoco continuo, che è un requisito fondamentale in qualsiasi scenario che coinvolge l'impegno simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dal emergenti scenari di guerra asimmetrica. 
Il rapido caricamento è facilmente eseguibile anche durante l'azione di sparo da parte di due addetti alle munizioni. 
La fornitura standard include la nuova console di controllo digitale (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell'operatore e dei manutentori. 
Il nuovo 76/62 è pronto per il funzionamento del fusibile programmabile multifunzione 3AP. Ed ha la flessibilità necessaria per essere dotato dei seguenti optional: 
  • Scudo integrale stealth per ridurre il totale RCS della nave;
  • Muzzle Velocity Radar per aggiornare l'FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella dei range;
  • Dispositivo di alimentazione multipla per la gestione, la selezione e l'alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizioni caricate;
  • Sistema STRALES - un sistema di guida per il proiettile guidato DART.
Il cannone è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata pari a 120 colpi al minuto, che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. L'intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART.





CANNONE NAVALE A TIRO RAPIDO LEONARDO LIONFISH cal. 30 x 173

La torretta navale LIONFISH 30 si unisce alla gamma di prodotti LIONFISH di piccolo calibro di Leonardo, che comprende i modelli Ultralight, Inner Reloading e Top da 12,7 mm, oltre a una versione da 20 mm. 


Il design compatto e leggero del 30 ne consente l'installazione su piccole piattaforme, consentendo la protezione da tutti i tipi di minaccia asimmetrica, inclusi droni ed elicotteri, all'interno di scenari complessi con più bersagli o multi-bersagli. Questa capacità è guidata da sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale (AI) che eseguono analisi contestuali e ottimizzano il coinvolgimento contro più minacce simultanee. Altre caratteristiche distintive includono un'elevata cadenza di fuoco, una lunga autonomia operativa e la capacità di utilizzare munizioni ad aria compressa di nuova concezione ad alta efficienza con frammentazione preformata, progettate per essere più efficaci contro le minacce aeree come i droni di dimensioni mini e micro. Il sistema condivide una serie di caratteristiche con altri modelli della famiglia LIONFISH, tra cui l'architettura, la capacità di essere controllato da remoto tramite una console locale ad alta risoluzione, la facilità d'uso e di manutenzione. La nuova torretta è inoltre dotata di una suite elettro-ottica che consente la sorveglianza e il tracciamento a 360°.
Il LIONFISH 30 è un sistema di cannoni navali di piccolo calibro controllati a distanza, caratterizzati da una lunga gittata operativa.
calibro piccolo, caratterizzato da una lunga gittata operativa e da una elevata cadenza di fuoco. Fa parte della più ampia famiglia di torrette d'arma remote LIONFISH che condivide la stessa architettura meccanica ed elettronica e lo stesso sistema di architettura meccanica ed elettronica e la stessa interfaccia umana estremamente semplice da utilizzare.
Grazie alle sue dimensioni compatte e al peso ridotto, LIONFISH 30 permette di fornire a navi di superficie di dimensioni molto piccole la capacità di neutralizzare minacce asimmetriche di superficie, elicotteri e droni, grazie all'impiego di munizioni Air Burst, oltre ad essere utilizzabile a bordo di imbarcazioni più grandi come armamento secondario.
Il LIONFISH 30 è equipaggiato con la mitragliera LEONARDO X-GUN da 30 mm, esente da ITAR, alimentato da due scatole di munizioni con 200 colpi pronti al fuoco.
Può sparare tutti i tipi di munizioni da 30x173 mm, prescritte dal produttore del cannone, quali:
  • Munizioni a raffica;
  • Alto esplosivo: MP-T/SD, SAPHEI-T, HEI-T;
  • perforanti: API, APFSDS-T, FAPSD-T;
  • Bersaglio da esercitazione: TP, TP-T. 
Il sistema di puntamento è completamente stabilizzato in elevazione e azimut mediante potenti servosistemi in anello chiuso con giroscopio e due tachimetri per la ridondanza.
Tutti i componenti sono completamente protetti da uno scudo stealth per ridurre al minimo la RCS e permettere il funzionamento negli ambienti più severi.
Il LIONFISH 30 è controllato a distanza attraverso la propria console di controllo locale (con video digitale ad alta risoluzione e a bassa latenza) ed è in grado di determinare autonomamente le coordinate di tiro stabilizzate eseguendo calcoli balistici e di traiettoria del bersaglio.
Il sistema Elettro-Ottico è indipendente, auto-stabilizzato ed è dotato di una suite di sensori altamente precisi con telecamera diurna, telecamera IR e telemetro LASER.
L'EOD è in grado di effettuare Nx360° per eseguire compiti di sorveglianza, rilevamento di più bersagli e inseguimento.
Il LIONFISH 30 può anche essere completamente controllato da una Console Multifunzione Remota della Piattaforma o da un FOD esterno, attivando un apposito interruttore della console di controllo locale.
In questo caso, l'acquisizione del bersaglio, l'ingaggio del bersaglio e il fuoco sono eseguiti dallo stesso MFC o FCS. 
Efficace contro qualsiasi minaccia asimmetrica di superficie, elicotteri e droni:
  • elevata cadenza di fuoco;
  • completamente stabilizzato su due assi indipendenti per una grande precisione;
  • EOD indipendente e stabilizzato con raggio d'azione azimutale di Nx360° e capacità di tracciamento per compiti di sorveglianza;
  • sistema di rilevamento di più bersagli;
  • sistema di alimentazione doppio;
  • dimensioni compatte e peso ridotto;
  • elevata affidabilità e facilità di manutenzione;
  • design stealth;
  • Console di controllo locale innovativa e di facile utilizzo con
  • video digitale ad alta risoluzione;
  • controllabile da un sistema di controllo del fuoco esterno o da una console multifunzione;
  • comunanza logistica all'interno della famiglia LIONFISH;
  • nessuna penetrazione sul ponte;
  • Registrazione dati e video integrata;
  • Test integrato con rilevamento automatico dei guasti e isolamento dei guasti.

ELETTRONICA E SISTEMI IMBARCATI

Una caratteristica notevole di questo nuovo rendering è la disposizione della suite radar. 



Il radar AESA Leonardo Kronos saranno distribuiti a prua e a poppa sopra le due sovrastrutture, in modo simile alle classi Ticonderoga, Akizuki, F125 e F126. 


Il Kronos Power Shield a banda L (AESA) rimane come un array rotante montato sulla sovrastruttura di poppa. Il rendering presenta anche quattro radar controllo del tiro NA-30S Mk.2, che non erano presenti nei rendering precedenti.
La nave dispone naturalmente anche di un sistema di guerra elettronica completo, integrato con il Combat Management Systems Leonardo SADOC 4. 



Il sistema ECM-ESM-EWS è l’ELT Virgilius/Zeus, che equipaggia i PPA e le fregate FREMM più recenti (GPe ed EVO). Il sistema funziona anche in collaborazione con il lanciatore di esche ODLS-20 MLRS e i suoi moduli di attacco elettronici possono essere supportati dalle funzionalità EA del radar Kronos Starfire.
I cacciatorpediniere monteranno il radar AESA Kronos di Leonardo, un radar attivo scansionato elettronicamente con una faccia fissa montate dietro i pannelli sopra il ponte. Questa tecnologia è stata utilizzata nelle due versioni "complete" dei sette PPA.
Leonardo fornirà anche lo stesso radar rotante a lungo raggio AESA POWER SHIELD a banda L, da posizionare nella parte posteriore della nave, già adottato dalla LHD Trieste.
Il sistema di gestione del combattimento, così come le suite di comunicazione e di guerra elettronica, saranno derivati da quelli sviluppati per le navi più recenti della flotta, mentre le capacità ASW includeranno sonar (sia in bulbo prodiero che rimorchiati), lanciasiluri e lancia esche.
La LHD Trieste si unirà alle tre navi d'assalto anfibie italiane della classe San Giorgio, ma tale flotta da sbarco richiederà protezione, ha detto De Caroils. "Avremo bisogno di almeno due cacciatorpediniere pronti in ogni momento, il che significa quattro cacciatorpediniere in totale", ha spiegato. "L'approvvigionamento fa anche parte del nostro impegno nei confronti della NATO poiché facciamo parte di un progetto per nuove task force anfibie, ognuna contenente tre unità da sbarco a livello di battaglione e supporto al servizio di combattimento, il che significa quattro navi anfibie e cacciatorpediniere per la protezione.
"Questi cacciatorpediniere difenderanno - insieme a fregate ASW, sottomarini e aviazione navale imbarcata - gruppi di lavoro navali anfibi durante il loro movimento verso le aree d'assalto, e quindi forniranno un efficace supporto al fuoco navale per il sostegno della proiezione e delle operazioni a terra effettuate da elementi della forza di sbarco. Tutto ciò è richiesto, compresa la capacità di svolgere il ruolo cruciale di coordinamento e controllo dello spazio aereo sull'area obiettivo anfibia.
"Gli Stati Uniti e la Russia gestiscono ancora incrociatori, ma la maggior parte delle altre marine oggi si affida ai cacciatorpediniere per il potere di combattimento. Devono coprire le operazioni antiaeree, antinave e antisommergibile con particolare attenzione alla difesa aerea e missilistica integrata, compresa la difesa ATBM anti-missili balistici“.
Il compito più "critico" per i cacciatorpediniere, ha aggiunto, sarà quello di proteggere i gruppi di battaglia delle portaerei e svolgere il tipico "ruolo di scorta" per le portaerei. Gli esempi che ha dato includevano la guerra del Golfo Persico 1990-1991, quando la nave italiana ITS Audace faceva parte della scorta delle unità della portaerei Theodore Roosevelt; durante l'operazione Enduring Freedom nel 2002, quando l'ITS Durand de la Penne ha scortato le portaerei John C. Stennis e John F. Kennedy.
"L'Italia non può fare a meno di una Marina equilibrata che copra tutte le operazioni d’altura, quelle anti-mine, i sottomarini e le portaerei con velivoli ad ala fissa STOVL F-35B, con protezione aerea complessiva fornita da cacciatorpedinieri e guerra ASW per lo più svolta dalle fregate", ha aggiunto.



AEROMOBILI IMBARCATI

L'hangar per elicotteri è dimensionato per ospitare due elicotteri SH101 (o SH90). Il ponte di volo stesso sarà in grado di ospitare un CH-47 Chinook o un V-22 Osprey, rendendolo adatto per missioni degli incursori o della Brigata Marina San Marco.





IL SISTEMA DI PROPULSIONE

Il sistema di propulsione è descritto come "CODOGAL" o "Combined Diesel Or Gas And eLectric". 
I due alberi possono essere azionati da un motore elettrico (1,6 MW ciascuno), da una trasmissione diesel diretta (10 MW ciascuno) o da una turbina a gas (32 MW ciascuno). I modelli specifici da utilizzare non sono ancora stati scelti, ma il principio di base è che i motori elettrici saranno utilizzati quando vi sarà la necessità di funzionare nel massimo silenzio per il lavoro ASW; i diesel per la velocità di crociera (con una autonomia di circa 6.000 nmi alla loro velocità massima di 18 nodi) e le turbine a gas Rolls-Royce MT-30 per alte velocità (oltre 30 nodi). 


Quando i motori diesel o le turbine a gas sono attivate, i motori elettrici fungeranno da generatori di energia, ma ci saranno anche quattro diesel da 2,7 MW per un carico di base generale (di 10,8 MW).

EQUIPAGGIO

Il personale imbarcato di base dell’incrociatore sarà pari a 200 unità, ma potrà ospitare fino a 300 membri dell’equipaggio e alcuni incursori. 

LA CONSEGNA DELL’UNITA’ CAPOCLASSE E’ ANCORA FISSATA PER IL 2029

In questo momento, Orizzonte Sistemi Navali sta concludendo il lavoro di pre-fattibilità e riduzione del rischio, che dovrebbe essere completato nella prima metà dell'anno, con il contratto in arrivo entro il prossimo anno. La consegna della prima unità è ancora fissata per il 2029.
Il futuro cacciatorpediniere DDX della Marina Italiana, che entrerà in servizio alla fine del decennio, promette di superare, in termini di tonnellaggio e potenza di fuoco, tutte le grandi unità combattenti di superficie in Europa e nel Mediterraneo. 
Ora sappiamo un po' di più su questa nave che forse segnerà la rinascita dell'incrociatore nelle marine europee.
Nel luglio 2019, lo Stato Maggiore della Marina Italiana ha presentato un piano di grande ambizione, per renderla, entro il 2035, la forza navale più importante del Mediterraneo.
Oltre alla portaerei Trieste da 38.000 tonnellate destinata a implementare i caccia F-35B e nave Cavour da 30.000 tonnellate, anch'essa dedicato a questa funzione, il piano prevedeva tre grandi navi d'assalto anfibio da 20.000 tonnellate che sostituiranno le tre LPD della classe San Giorgio.
Queste saranno scortate da 10 fregate FREMM della classe Bergamini, 7 fregate medie PPA della classe Thaon di Revel, 8 corvette da 3.000 tonnellate del programma European Patrol Corvette, navi da pattugliamento offshore classe Comandanti, navi cacciamine, nonché tre grandi navi logistiche LSS della classe Vulcano e Etna.
Inoltre, la Marina militare italiana avrà in dotazione da 8 a 12 sottomarini convenzionali a propulsione anaerobica Type-212 e 4 cacciatorpedinieri, due della classe Horizon da 7 tonnellate, già in servizio, identici alle fregate francesi di difesa antiaerea della classe Forbin, e soprattutto due nuovi incrociatori da circa 14.500 tonn che sostituiranno i due obsoleti cacciatorpediniere antiaerei Durand de la Penne.
È chiaro oggi che Roma sembra, infatti, determinata a dargli sostanza.
Infatti, con 2 portaerei, 3 grandi navi d'assalto, 4 cacciatorpediniere, 17 fregate, 8 corvette e almeno 8 sottomarini, avrà una forza navale significativamente più grande della Royal Navy e della Marina francese, che tuttavia deve difendere 3 zone marittime (Mediterraneo, Atlantico e Manica) e una zona economica esclusiva 12 volte più grande, per non parlare dei territori d'oltremare.
È vero che queste marine possono fare affidamento sui sottomarini a propulsione nucleare o unità portaerei significativamente più potenti.
Tuttavia, Roma è sul punto di ripristinare l'equilibrio, non solo in Europa, ma anche nei confronti della Marina russa, almeno nell'area delle grandi navi di superficie. In effetti, i suoi due futuri incrociatori, attualmente in fase di progettazione, promettono di avere una potenza di fuoco semplicemente ineguagliabile in Europa e nel Mediterraneo.
Inizialmente, avrebbero dovuto avere un tonnellaggio di 10.000 tonnellate, 8 sistemi VLS SYLVER, 1 cannone da 127 mm e 3 cannoni Sovraponte da 76/62 mm, nonché 16 missili anti-nave a lungo raggio.
Ma sembra, secondo la stampa specializzata italiana, che queste caratteristiche, già più che impressionanti nel teatro europeo, siano state riviste verso l'alto.
Infatti, secondo queste fonti, le due navi raggiungeranno un tonnellaggio carico di 14.500 tonnellate, quasi il doppio di quello dei cacciatorpediniere Horizon o Type 45, oggi le navi di superficie più potenti d'Europa.
In altre parole, queste navi avranno la potenza di fuoco di 3 fregate FREMM.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Defense-news, Meta-defense, Reddit, MBDA, Wikipedia, You Tube)











 

sabato 5 ottobre 2024

ROYAL NAVY: con il varo del sesto sottomarino d'attacco a propulsione nucleare S-123 HMS Agamemnon, si entra nella fase finale della costruzione della classe ASTUTE.










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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
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La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.







La Royal Navy segna una pietra miliare con il varo del suo sesto sottomarino d'attacco a propulsione nucleare HMS S-123 Agamennon, che significa la fine della fase di costruzione della classe di SSN. Quello che seguirà sono i test che apriranno la strada all’ingresso in servizio operativo previsto dalla Royal Navy entro il 2025.

Parte della classe Astute, il sottomarino Agamennon è un brillante esempio di innovazione subacquea britannica. Misura circa 97 metri di lunghezza con uno dislocamento di circa 7.400 tonnellate, supporta un equipaggio più ampio e diverse capacità di missione. Dotato di un sistema di propulsione nucleare, l’Agamemnon vanta un'autonomia praticamente illimitata e può raggiungere velocità fino a 30 nodi mentre è immerso.
Con sistemi sonar all'avanguardia e le tecnologie radar, l’HMS Agamemnon eccelle nel rilevare e tracciare obiettivi con una precisione impressionante. Dotato di 6 tubi lanciasiluri, può imbarcare vari siluri e missili anti-nave e Cruise, rendendolo una forza formidabile in scenari di combattimento subacqueo.
Il sottomarino è stato varato presso il cantiere navale di BAE Systems a Barrow-in-Furness, Cumbria. Steve Timms, amministratore delegato di BAE Systems Submarines, ha espresso orgoglio per questa significativa pietra miliare definendola un risultato monumentale per BAE Systems, la Defense Nuclear Enterprise e la Royal Navy. Timms ha sottolineato la complessità della progettazione e della costruzione di un sottomarino nucleare, attribuendo il successo alle migliaia di individui qualificati che hanno contribuito al suo sviluppo.
Il sottomarino ha avuto un prezzo elevato per il contribuente britannico, una stima di 1,3 miliardi di sterline, per essere precisi. La costruzione è iniziata nel 2011 presso il cantiere navale BAE Systems a Barrow-in-Furness, e quasi 13 anni dopo, sta per essere operativo. La pandemia di COVID-19 ha portato numerosi intoppi di approvvigionamento e produzione, ma i progressi sono stati costanti, con diverse pietre miliari di prova raggiunte lungo il percorso.
Durante la sua costruzione, l’Agamemnon ha affrontato diversi ostacoli tecnici. Sono sorti problemi con l'integrazione del suo nuovissimo sonar e sistemi di controllo, rendendo necessari ulteriori test e messa a punto. Inoltre, le interruzioni della catena di approvvigionamento globale hanno generato ritardi nell'ottenimento di componenti essenziali in loco.
Gli esperti di BAE Systems hanno rivelato che parti della struttura del sottomarino dovevano essere ridisegnate per soddisfare i necessari standard di sicurezza ed efficienza. Tuttavia, queste battute d'arresto non hanno compromesso l'obiettivo finale: l'Agamemnon promette di dare alla Marina britannica un vantaggio formidabile nelle operazioni future.
Grazie alla sua tecnologia all'avanguardia e alla sua capacità per missioni multiruolo, il sottomarino Agamemnon della classe Astute è quasi pronto per la Marina britannica. 
Il suo sistema di propulsione nucleare significa che può intraprendere missioni prolungate senza fermarsi per il rifornimento, il tutto raggiungendo velocità subacquee impressionanti fino a 30 nodi.
Ciò gli consente di rispondere rapidamente a varie minacce e di operare in regioni remote dove le navi tradizionali potrebbero avere capacità limitate. Con la capacità di trasportare fino a 38 siluri e missili guidati, il sottomarino può coinvolgere efficacemente obiettivi di superficie e subacquei, offrendo anche supporto per le operazioni di terra.
Inoltre, l’SSN Agamemnon vanta sistemi e sensori sonar avanzati, che gli consentono di condurre sofisticate missioni di ricognizione e sorveglianza, cruciali tra le crescenti tensioni militari globali. Progettato per essere quasi non rilevabile, aumenta significativamente le possibilità di missioni di successo senza essere individuato.
In combinazione con la sua integrazione nei moderni ambienti di combattimento in rete, Agamemnon sarà fondamentale nelle iniziative strategiche del Regno Unito, in particolare per quanto riguarda la sicurezza collettiva e l'interoperabilità con le nazioni alleate.
Dopo il varo, una serie di test essenziali valuterà la sua affidabilità operativa e tecnica. I test iniziali si concentreranno sui sistemi di propulsione e navigazione, garantendo la verifica del sistema dei reattori nucleari e della sua velocità subacquea. Condotti in impostazioni controllate per mantenere la sicurezza dell'equipaggio e l'integrità strutturale, questi test comprenderanno uno spettro completo di operazioni, dalle manovre di superficie alle immersioni profonde, convalidando i dati delle simulazioni e dei modelli informatici utilizzati nella sua costruzione.
Inoltre, Agamemnon sarà sottoposto a rigorose valutazioni delle sue armi, inclusi sistemi sonar, lanciasiluri e meccanismi di controllo del combattimento. Questo processo prevede il test di vari tipi di siluri e missili guidati per garantirne la precisione e l'efficacia in impostazioni dinamiche.
Gli esperti valuteranno anche le capacità di intelligence elettronica e sorveglianza del sottomarino per garantire che possa raccogliere ed elaborare dati in tempo reale. Una volta completati con successo questi test, Agamemnon sarà pronto a impegnarsi attivamente in missioni navali, garantendo alla Gran Bretagna un vantaggio strategico nella sicurezza internazionale.
Si prevede che l'equipaggio dell’Agamemnon sarà composto da circa 98 persone, tra cui ufficiali e marinai, ognuno dei quali svolge ruoli e responsabilità distinti. I loro compiti principali includeranno la navigazione, la gestione del sistema di propulsione, il funzionamento delle armi, la ricognizione e il mantenimento delle funzionalità cruciali del sottomarino.
Gli addetti alla navigazione ed alle operazioni supervisioneranno la pianificazione della missione e la mitigazione delle minacce, mentre il team tecnico garantirà la manutenzione dei sofisticati sistemi del sottomarino, tra cui il controllo dei reattori nucleari, il sonar e le tecnologie di comunicazione.
I membri dell'equipaggio sono sottoposti a una formazione rigorosa progettata per prepararli a una vasta gamma di emergenze, movimentazione di munizioni, tecniche subacquee e missioni di intelligence. Questa formazione prevede simulazioni realistiche, offrendo all'equipaggio un'esperienza pratica con potenziali sfide del mondo reale.
Gli ufficiali responsabili del reattore devono seguire corsi obbligatori di sicurezza e fisica nucleare, mentre altri membri dell'equipaggio si concentrano sulla padronanza delle tattiche di combattimento e sull'integrazione con le operazioni di rete. Il sottomarino Agamemnon avrà un equipaggio altamente qualificato, pronto ad affrontare compiti intricati e sostenere la sicurezza nazionale del Regno Unito attraverso diverse missioni.



HMS Agamemnon (S123)

L'HMS Agamemnon è il sesto sottomarino della flotta a propulsione nucleare della classe ASTUTE della Royal Navy ed è attualmente nella fase finale della costruzione dopo il varo. Sarà la sesta nave della Royal Navy a portare il nome, dopo il leggendario re greco Agamennone.
Il 25 marzo 2010, BAE Systems è stata incaricata dal governo per iniziare la costruzione delle unità 5 e 6 (Anson e Agamemnon), ricevendo un contratto di 300 milioni di sterline per la "costruzione iniziale" dell’SSN 5 e "attività di approvvigionamento a lungo termine" per la unità 6. I lavori di costruzione iniziali sono iniziati sull’SSN 6 alla fine del 2010 e sono in corso dal 2011. Il 15 settembre 2011 è stato annunciato che l’SSN 5 si sarebbe chiamata Anson; in precedenza era stato affermato che la barca 5 (come S123) sarebbe stata Agamemnon e la barca 6 Anson, e ora si ritiene che il nome Agamennon sarà trasferito alla barca 6.
La chiglia è stata impostata il 18 luglio 2013 dal ministro per le attrezzature, il supporto e la tecnologia della difesa, Philip Dunne.
I quadri elettrici dell'Agamennone sono stati alimentati, per la prima volta, il 1° ottobre 2020, facendo "vivere" il sottomarino. Il 2 ottobre 2024, Agamemnon è stato portato fuori dalla sala di costruzione ed è stato varato il giorno successivo. La messa in servizio è ora prevista per la fine del 2025.

Propulsione

Il reattore nucleare dell’Agamennon non avrà bisogno di essere rifornito durante i 25 anni di servizio dell’unità. Poiché il sottomarino può purificare acqua e aria, sarà in grado di circumnavigare il pianeta senza riemergere. Il limite principale è che il sottomarino sarà in grado di trasportare solo tre mesi di fornitura di cibo per 98 ufficiali e marinai.

Armi

Agamennone avrà disposizioni per un massimo di 38 armi in sei 21 pollici (533 mm) tubi da siluro. Il sottomarino sarà in grado di utilizzare missili di attacco terrestre Tomahawk Block IV con una portata di 1.000 miglia (1.600 chilometri) e Siluri Swordfish.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, BulgarianMilitary, Wikipedia, You Tube)