giovedì 9 maggio 2024

REGIA AERONAUTICA ITALIANA 1934 - 1943: il Savoia-Marchetti S.74, soprannominato dagli equipaggi “Millepiedi”, fu un quadrimotore di linea ad ala alta prodotto in piccola serie dall'azienda italiana Savoia-Marchetti negli anni trenta.






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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.




Sviluppato dal precedente S.72, era caratterizzato da struttura mista in legno e duralluminio. Venne utilizzato dalla compagnia aerea di bandiera Ala Littoria a partire dal 1935, successivamente, durante la seconda guerra mondiale, venne utilizzato dalla Regia Aeronautica nel ruolo di aereo da trasporto militare.




Sviluppo

I primi disegni relativi ad un ambizioso progetto dell'ingegner Alessandro Marchetti di un grande velivolo da trasporto passeggeri risalgono alla primavera del 1934. Esso riutilizzava elementi comuni ad un altro velivolo progettato precedentemente, l'S.M. 72, da cui prendeva l'alta e a sbalzo, strutturata in legno rivestita da compensato e tela verniciata. La grande fusoliera, costituita da due tronconi poi uniti tra loro, era progettata per offrire ampi spazi interni e grande comfort per gli standard dell'epoca. Aveva una sezione ovoidale con struttura in tubi di acciaio saldati, rivestita in duralluminio tranne per la parte posteriore in tela verniciata, alla quale era collegato un massiccio carrello fisso dotato di ammortizzatori elastici. La cabina di pilotaggio era posizionata sulla parte superiore della fusoliera, in posizione avanzata, dove trovavano posto i due piloti in posizione affiancata, un marconista e un motorista. Quest'ultimo poteva accedere ai motori direttamente dalla cabina, in caso di necessità anche durante il volo, grazie ad un passaggio ricavato nella struttura delle ali. La lussuosa cabina dei passeggeri aveva da 20 a 27 posti a sedere disposti su 3 file, era dotata di bar e toilette, di una serie, nel piano sottostante, di vani bagagli accessibili dall'esterno e consentiva un'ottima panoramica esterna grazie ad una fila ininterrotta di finestrini.
La propulsione era affidata a 4 motori, inizialmente dei Piaggio P.X R da 700 hp con eliche metalliche tripala SAI a passo variabile in volo, poi sostituiti, nel 1937, dai più potenti Alfa Romeo 126 RC.34 da 780 hp.
In tutto vennero realizzati solamente 3 esemplari:
  • I-URBE, numero di costruzione 21001 e MM.424, immatricolato il 26 marzo 1935.
  • I-ALPE, n.c. 21002 e MM.425, immatricolato il 31 maggio 1935.
  • I-ROMA, n.c. 21003 e MM.423, immatricolato il 13 dicembre 1935, dotato di motori Bristol Pegasus III da 845 hp, e riconoscibile dalle capottature dei motori più strette.

Impiego operativo

Civile

Questo imponente velivolo, quasi l'equivalente di un Jumbo per l'epoca, entrò a far parte della flotta della neonata Ala Littoria la quale, in collaborazione con l'Air France, il 18 luglio 1936 inaugurò un servizio giornaliero di collegamento tra Roma e Parigi via Marsiglia. Tuttavia l'avvento di velivoli più veloci dall'autonomia più elevata li resero superati per i collegamenti internazionali e li relegarono, nel 1938, a compiti di collegamento tra l'Italia e la Libia, comprendendo varie città sia lungo la costa che all'interno. Durante questo periodo gli aerei portarono contemporaneamente la doppia immatricolazione civile e militare e I-ROMA acquisì la sigla T2-6 indicante il campo T2 di Tobruk dove avevano sede.


Militare

Con l'entrata in guerra da parte dell'Italia i tre S.74 vennero militarizzati passando nei ranghi del Comando Servizi Aerei Speciali. Il 16 giugno 1940, ridipinti con la livrea mimetica e modificati con l'adozione di panche laterali nella fusoliera, furono reimmatricolati in MM.60364, MM.60365 (I-ROMA) e MM.60366, quindi presi in carico dalla 616ª Squadriglia Trasporti. Successivamente vennero trasferiti presso il Comando Aeronautica Libia settore Est che faceva capo alla base aerea di Berka a Bengasi e presi in carico dalla 604ª Squadriglia ricevendo le immatricolazioni 604-8 (I-URBE), 604-9 (I-ROMA) e 604-11 (I-ALPE).
Da questo momento si ritrovarono nel pieno delle operazioni belliche, impegnati a rifornire le oasi a ridosso del confine libico-egiziano, in particolare Giarabub e Cufra, quindi nelle operazioni di sfollamento dei civili dalla Cirenaica.
Le avverse sorti del conflitto costrinsero la 604ª Squadriglia a ripiegare senza perdite e nel febbraio 1941 il 604-9 lasciò la base di Berka per Castel Benito, vicino a Tripoli; da quel momento si susseguirono missioni di trasporto di profughi e feriti a quelle di rifornimento di carburante e viveri, soprattutto per la 132ª Divisione corazzata "Ariete". Dall'agosto del 1941, a causa di un attacco del 604-8 da parte di un Bristol Blenheim della RAF a nord di Pantelleria, i collegamenti furono effettuati solo di notte per evitare ulteriori spiacevoli incontri con i caccia nemici.

La distruzione degli esemplari

Nessuno dei tre S.74 riuscì a sopravvivere alle sorti del conflitto.
Il primo dei tre S.74 a rimanere distrutto fu il 604-11. Partito da Castel Benito il 23 ottobre 1941 per la base aerea di Gerbini con ai comandi il mar. pil. Franco Ferrari e con 26 tra civili e militari a bordo, a causa della scarsa visibilità dovuta a nuvole basse finì per urtare una montagna nei pressi di Licodia Eubea, senza aver superstiti.
Il secondo S.74, il 604-8, andò distrutto assieme ad altri numerosi velivoli durante il pesante bombardamento e mitragliamento dell'aeroporto di Castel Benito il 2 novembre 1941.
Il 609-9 sopravvissuto resistette prima ad un incidente con un CANT Z.1007bis della 59ª Squadriglia sulla base di Castelvetrano, poi ad un mitragliamento (oltre 60 colpi a segno) da un Bristol Blenheim. Nell'estate del '42 svolse un'intensa attività tra Derna e Bu-Amud verso Fuka (nei pressi di El Alamein), dove in 9 voli trasportò 373 paracadutisti della Folgore con relativo armamento. Dopo un'ulteriore danneggiamento da parte della contraerea nemica venne riportato a Castel Benito e nel gennaio del 1943 terminò i suoi compiti di rifornimento alle truppe per rientrare in patria all'aeroporto di Roma-Centocelle. Giunto in Italia passò al Gruppo Complementare del C.S.A.S., e fu su questo aeroporto che in data 19 luglio 1943 venne gravemente danneggiato dal bombardamento americano su Roma.

Primati

Il 22 dicembre 1937 l'S.74 I-ROMA, opportunamente alleggerito per l'impresa, stabilì il record mondiale di velocità in circuito chiuso di 1.000 km e con carico di 10 t alla velocità di 322,089 km/h. Il 26 gennaio 1938 venne restituito alla Savoia-Marchetti per il ripristino alle condizioni di volo normali.

Utilizzatori:
  • Civili - Italia - Ala Littoria
  • Militari: Italia - Regia Aeronautica.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)


























 

KRIEGSMARINE 1941: il dispositivo FuMO 21 (Funkmess-Ortung, "Ricercatore di radiodirezione, raggio attivo”), venne progettato nel 1941 come radar di ricerca per la Kriegsmarine della Germania nazista.






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…una vita che meriti di esser vissuta.



La Kriegsmarine

La Kriegsmarine /ˈkʀiːksmaˌʀiːnə/ (in tedesco: Marina da Guerra) era il nome della Marina militare tedesca durante la seconda guerra mondiale, erede della Kaiserliche Marine.
Il trattato di Versailles aveva imposto rigorosi limiti alla marina tedesca e le aveva proibito la progettazione e realizzazione di sommergibili, portaerei, aerei navali e artiglieria costiera pesante; il dislocamento delle nuove navi non poteva superare le 10.000 tonnellate. Ma il 18 giugno del 1935 fu firmato il trattato navale anglo-tedesco che, pur limitando la forza della marina tedesca al 35% di quella inglese, permetteva alla Germania di avere sommergibili e altri tipi di navi che il trattato di Versailles le aveva proibito.
Nel 1937 ebbe così inizio un ambizioso piano di costruzioni navali (piano Z) e al settembre del 1939 la marina tedesca contava 3 corazzate tascabili, 2 incrociatori pesanti, 6 incrociatori leggeri, 22 cacciatorpediniere, 20 torpediniere e 59 U-Boot. Nel corso del conflitto entrarono in servizio le corazzate Tirpitz e Bismarck, l'incrociatore pesante Prinz Eugen, le navi da battaglia veloci Scharnhorst e Gneisenau e altri 15 cacciatorpediniere.
Alla fine della guerra, la marina militare tedesca subì un forte ridimensionamento dovuto alle limitazioni imposte ai paesi sconfitti. Il riarmo e la riorganizzazione nell'ambito NATO in funzione anti sovietica avverrà dal 1956 con il nome di Bundesmarine.

Sistemi radar imbarcati della Kriegsmarine

In relazione ai radar navali, i tedeschi miser a punto: 
  • il Seetakt del '36 da 6-10 miglia di portata; 
  • il FuMo 21 del '39 con portata di 10 miglia su bersagli di superficie e 60 km aerei, antenna da 2x4 m; 
  • il FuMO 22 del '40 per la scoperta di superficie (13 mg) e aerei per le navi da battaglia; 
  • il FuMO 24 del '41 con portate da 12 miglia e 80 km per caccia e incrociatori leggeri, antenna rotante; 
  • il FuMO29 del '42 con impiego da sommergibili con portata di 2,5-3,5 miglia e antenne fisse sulla torretta; 
  • il FuMO 61 de l'42 con portata di 4-6 miglia, ma con antenna rettangolare; 
  • il FuMO63 de l'43 da 7-12 mg e 50 km su aerei, per caccia e torpediniere, con antenna rettangolare da 1,5x1,6 m.

Non mancarono poi i sistemi ECM passivi: per esempio, i ricevitori radar passivi che vennero ampiamente usati anche dai sommergibili, e che consentivano d'immergersi in tempo quando venivano rilevati i segnali radar; ma quando vennero messi a punto i radar centimetrici questi intercettatori passivi vennero posti fuori gioco, e solo verso la fine della guerra fu possibile riequibilibrare tale mancanza, ma, oramai, era troppo tardi.

Attività produttiva relativa ai radar tedeschi

I Wurzburg vennero completati in 6.000 esemplari, più 2.000 nel tipo ingrandito 'Riese' (FuG 65). La guerra aerea notturna, con lo sfondo della Germania in fiamme, costò caro ai britannici: i soli caccia tedeschi rivendicarono 7.400 vittorie e altre ancora vennero ottenute dalla Flak. La capacità dei cacciatori tedeschi, i cui 'assi' arrivarono fino a 121 vittorie, nonostante la macchinosità delle tecniche d'intercettazione della prima parte della guerra. Purtroppo per loro, del resto, i bersagli non mancavano. La RAF attaccò Berlino con oltre 9.100 sortite tra il tardo 1943 e la primavera del 1944, perdendo 497 aerei in azione e altri 72 in atterraggio (per i danni subiti). Quando attaccarono Norimberga nel 30-31 marzo 1944, ben 781 aerei britannici ottennero solo risultati di ridotto valore, ma in compenso 94 di essi vennero persi in azione e altri 14 al rientro, più dozzine danneggiati: il più grande massacro di bombardieri (e dei relativi equipaggi) della storia. In tutto la RAF perse oltre 7.950 aerei durante tutti i raid notturni, pari al 2,6% delle perdite, mentre i 1089 velivoli perduti in azioni diurne erano l'1,2% delle sortite eseguite. L'industria elettrotecnica tedesca usò fino al 50% delle risorse disponibili nei sistemi radar, e fu un investimento pagante. La presenza di soli 6 stormi da caccia notturna non era sufficiente per tutto, ma triplicando le forze la RAF sarebbe stata costretta, come diceva il gen Kammhuber, a cessare le sue incursioni.
La predilezione di Hitler fu invece per i cannoni antiaerei, assai meno efficaci dei caccia nella difesa del Reich. I caccia notturni comunque non fecero che aumentare: 490 il marzo del '44, 539 nel giugno, ben 1055 di cui il 55% operativo a dicembre. Ancora nel marzo 1945, complice lo scarso numero di caccia notturni al seguito dei bombardieri, fu possibile infliggere perdite non indifferenti al Bomber Command, che fu a quel punto tentato di usare i propri bombardieri solo di giorno con la scorta dei P-51 Mustang oramai assicurata. La potenza dei caccia notturni tedeschi è poi meglio valutabile se si considera che erano macchine molto pesanti e moderne, molto più costose dei caccia monoposto. Ma nel dicembre 1944 era troppo tardi, tale forza doveva essere diciamo disponibile molti mesi prima. Inoltre fu possibile ottenerla eliminando praticamente ogni produzione di bombardieri, almeno nel campo dei vecchi velivoli Ju 88, il che ovviamente significava mettere la LuftWaffe totalmente sulla difensiva, perdendo l'iniziativa. Se i Tedeschi avessero affrontato con maggiore convinzione la produzione dell'He 219 e del Me 262B le cose tuttavia si sarebbero ancora potute raddrizzare, almeno entro certi limiti. Gli esiti della guerra non erano ancora totalmente compromessi fino almeno a metà del '44, con la doppia azione dello sbarco di Normandia e dell'Operazione Bagration dei Sovietici ad Est.
La storia dei radar tedeschi non è andata molto avanti dopo la guerra, perché differentemente da altri settori, gli Alleati erano in una condizione di superiorità tecnologica, pur con un minor numero di tipi sviluppati. Ma si ricorda almeno un impiego che i Wurzburg, naturalmente nel tipo 'Riese', hanno potuto continuare nel dopoguerra. Forse non sorprenderà dato l'aspetto, ma essi sono stati talvolta convertiti per scopi ben diversi, ovvero in radiotelescopi! 
E così le antenne nate per trovare nel buio i bombardieri della RAF, hanno talvolta continuato ad osservare il cielo, ma per scoprire nuovi mondi nel profondo del cosmo.


L’ANTENNA RADAR FuMO-21

Il FuMO 21 (Funkmess-Ortung, "Ricercatore di radiodirezione, raggio attivo") fu progettato nel 1941 come radar di ricerca per la Kriegsmarine della Germania nazista, adatto per navi di dimensioni comprese tra incrociatori leggeri e torpediniere di grandi dimensioni. 
Designato per la prima volta FMG 39G(gL), ricevette la sua designazione finale quando la Kriegsmarine revisionò il suo sistema di nomenclatura radar intorno al 1943. Deriva dal precedente radar di ricerca Seetakt e aveva un'antenna 2 m × 4 m (6 piedi 7 pollici × 13 piedi 1 pollici) di dimensione.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
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IL CACCIATORPEDINIERE LEGIONARIO DELLA REGIA MARINA ITALIANA.












 

mercoledì 8 maggio 2024

Forze di difesa israeliane (in ebraico: צבא ההגנה לישראל - צה״ל Tsvá haHaganá leYisraél – Tsáhal, "l'armata di difesa d'Israele": l’Achzarit (in ebraico: אכזרית) è un Infantry Fighting Vehicle (veicolo da combattimento della fanteria) corazzato israeliano






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La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
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senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.




Le forze di difesa israeliane (in ebraico: צבא ההגנה לישראל - צה״ל Tsvá haHaganá leYisraél – Tsáhal, "l'armata di difesa d'Israele", nota per l'abbreviazione Tsahal

In arabo: الجيش الدفاع الإسرائيليا، تْسْاهَل al-Jayš ad-Difā’i al-’Isrā’īli, Tśāhal; in inglese: Israel Defense Forces – IDF) sono l'insieme delle forze armate (esercito, marina ed aviazione) dello Stato d'Israele.


Fondate nel 1948 «per difendere l'esistenza, l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato di Israele» e «proteggere gli abitanti di Israele e combattere ogni forma di terrorismo che minacci la vita quotidiana», le forze armate israeliane organizzarono, sostituirono e fusero tra loro le varie organizzazioni armate come la Haganah e la sua sezione operativa chiamata Palmach, di cui facevano parte anche ex-membri della Brigata ebraica (che combatté sotto bandiera britannica durante la seconda guerra mondiale), Etzel (o Irgun) e Lehi, a cui sino alla fine della guerra di indipendenza del 1948, fu concessa una vigilata libertà d’azione. Tutti i rami della Tsahal sono subordinati all'unico capo di stato maggiore generale. Il capo di stato maggiore generale (רמטכ"ל Ramatkál) è l'unico ufficiale di servizio avente il rango di tenente generale (רב אלוף Rav Alúf) e riferisce direttamente al ministro della Difesa e indirettamente al primo ministro d'Israele e al gabinetto di governo. I capi del personale sono formalmente nominati dal governo, su indicazione del ministero della Difesa, per tre anni, ma il governo può votare per estendere il loro servizio a quattro anni, e in rare occasioni anche fino a cinque.

L’I.F.V. Achzarit (in ebraico: אכזרית)

L'esercito e l'industria israeliani un po’ di tempo fa misero a punto una modifica piuttosto massiccia di un veicolo da trasporto pesantemente corazzato basato sui carri armati medi sovietici T-55 che l'IDF aveva catturato agli eserciti arabi. 


Questi veicoli da combattimento sono utilizzati ancora oggi dalle forze di difesa israeliane.
È sorprendente che gli eserciti sovietico e russo, avendo esperienza di 9 anni di operazioni di combattimento in Afghanistan, e poi l'esperienza di combattimento urbano a Grozny, non abbiano avuto l'idea di creare un enorme veicolo corazzato cingolato pesante.
C'erano tutti i prerequisiti per questo: esperienza di combattimento reale, capacità industriali ed enormi scorte di carri armati T-54/55 e  T-62 nelle basi di stoccaggio.
L'apparizione di mezzi corazzati così pesanti può salvare la vita di migliaia di soldati in condizioni di combattimento. Inoltre, una tale tecnica sarebbe apparsa prima dei test decennali dei recenti IFV Bumerang e dei Kurganets.
L' Achzarit divenne quindi il primo veicolo da trasporto truppe pesantemente corazzato al mondo. L'emergere di questa tecnica è dovuta a due ragioni:
  • in primo luogo, l'approccio cauto di Israele nell'utilizzo di tutte le armi disponibili; 
  • in secondo luogo, la necessità di proteggere la fanteria dalle armi moderne. In Israele la vita del soldato viene messa al di sopra della sicurezza dell’equipaggiamento militare.

L'esperienza israeliana, compreso il conflitto Israele-Libano del 1982, ha dimostrato che i carri armati che l'esercito israeliano ha cercato di utilizzare come mezzi corazzati per il trasporto di personale si sono rivelati molto resistenti alle munizioni a grappolo anticarro.
Sulla base di ciò, già negli anni '80, Israele iniziò ad attuare il concetto di creare mezzi cingolati pesantemente corazzati basati su vari MBT oramai obsoleti. Pertanto, all'ordine del giorno apparvero le scorte di carri armati medi T-54/55 catturati.
Dal 1988 al 2011, in Israele circa 500 carri armati sono stati trasformati in veicoli corazzati. Più di 100 di questi veicoli corazzati da trasporto truppe, creati sulla base del T-55, continuano a rimanere in servizio, nonostante la comparsa di veicoli corazzati pesanti specializzati, basati sul carro armato principale Merkava. Stiamo parlando dell’IFV corazzato Namer con una massa di combattimento di 60 tonnellate.
I veicoli corazzati da trasporto truppe Achzarit rimangono ancora in servizio e vengono utilizzati attivamente negli ambienti urbani. Sono più efficaci laddove gli APC  M113 sono vulnerabili a causa dell'uso massiccio di lanciarazzi anticarro da parte del nemico.
Esternamente, tutti gli APC Achzarit sono carri armati T-54/55 dai quali è stata rimossa la torretta. Anche il motore e la trasmissione sono stati modificati. Le varianti Mk.1 erano dotate di un nuovo motore diesel General Motors più compatto da 650 HP e il motore Mk.2 è stato portato a 850 HP.
L'installazione di un nuovo motore più compatto ha permesso di liberare spazio tra il lato di tribordo del veicolo da combattimento e la centrale elettrica. Dietro, a tribordo, appare una rampa corazzata posteriore.
Questa porta ha un design unico che permette di aumentare l'apertura grazie a un meccanismo di sollevamento di parte del tetto quando la porta viene aperta. Ciò consente al militare di uscire più velocemente e tornare indietro per entrare nel veicolo da combattimento senza subire danni.
Lo scafo del carro armato stesso è stato notevolmente riequipaggiato, inserendo al suo interno un vero e proprio compartimento militare per 7 persone. Altre tre persone compongono l'equipaggio del veicolo da combattimento: il pilota, l'operatore delle armi e il comandante.
Dopo aver rimosso la torre, il peso dei carri armati raggiunse le 27 tonnellate, ma il peso totale dell’ Achzarit era di 44 tonnellate. Quasi tutto l'aumento di peso è stato speso per armature aggiuntive per i veicoli corazzati, compresa l'installazione di armature combinate e protezione dinamica.
Come armamento l’Akhzarit utilizza torrette telecomandate con mitragliatrici da 7,62 mm e da 12,7 mm.








Achzarit (in ebraico: אכזרית) è un Infantry Fighting Vehicle (veicolo da combattimento della fanteria) corazzato israeliano  

L'Achzarit (in ebraico: אכזרית) è un mezzo corazzato israeliano. Più precisamente si tratta di un IFV cioè Infantry Fighting Vehicle (veicolo da combattimento della fanteria) di cui rappresenta il modello pesante attualmente in servizio. L'Achzarit è un mezzo molto originale. Si tratta, in realtà, di uno scafo di un T-55 di preda bellica ampiamente modificato. 
Le modifiche hanno comportato:
  • la rimozione della torretta;
  • la sostituzione del motore con uno più compatto;
  • l'installazione di un portellone posteriore (resa possibile dai minori ingombri del motore).

Il risultato è un IFV pesantemente protetto il cui peso è di 44 tonnellate (contro le 36 del T-55).

Storia

La necessità di un simile mezzo emerse in seguito all'operazione pace in Galilea, durante la quale si contarono numerose perdite a carico della fanteria meccanizzata. Queste perdite erano imputabili alla scarsa protezione dei mezzi in dotazione, principalmente APC M113 il cui peso in ordine di combattimento è di sole 12-13 tonnellate.
Si decise quindi di sfruttare lo scafo di vecchi MBT per mettere a punto un nuovo veicolo per la fanteria meccanizzata e per il genio.
Furono impiegati sia scafi di vecchi Centurion (da cui nacquero il Nagmashot, il Nakpadon e il Puma) sia dei numerosi T-55, in possesso di Israele come preda bellica dei vari conflitti arabo-israeliani, da cui nacque, appunto, l'Achzarit.
Le peculiari caratteristiche dell'Achzarit lo hanno reso idoneo non solo per lo scenario per cui era stato progettato (guerra corazzata convenzionale) ma anche per gli scenari di guerra asimmetrica nei quali Israele si è trovato coinvolto negli ultimi decenni.
Questi scenari contemplano il confronto militare con delle forze, quelle palestinesi, che non schierano un vero e proprio esercito quanto unità di guerriglia, in grado di sferrare attacchi a sorpresa utilizzando ordigni esplosivi improvvisati (IED, improvised explosive devices) o lanciarazzi spalleggiabili controcarro (tra cui i diffusissimi RPG-7). Dinanzi a queste minacce, l'Achzarit garantisce un livello di protezione impossibile da raggiungere per gli APC tradizionali.
L'Achzarit si basa sui carri armati T-54/T-55 di costruzione sovietica, a cominciare da quelli catturati agli eserciti arabi durante le guerre arabo-israeliane. Per fare spazio ad un compartimento per le truppe, furono rimosse la torretta da otto tonnellate e mezzo, la sovrastruttura originale del telaio e il motore montato trasversalmente. L'armatura reattiva non esplosiva è stata installata sullo scafo originale. Il primo modello dell'Achzarit entrò in servizio nel 1988.

Protezione

L'Achzarit può resistere sia a cariche sagomate che a proiettili perforanti che distruggerebbero gli IFV convenzionali. I produttori affermano che il mezzo può resistere a ripetuti colpi APFSDS da 125 mm sul suo arco frontale. Con 44 tonnellate, la macchina è eccezionalmente pesante. Il fatto che 14 tonnellate del peso del veicolo siano costituite da un'ulteriore armatura composita speciale e avanzata, dà qualche indicazione sul suo elevato grado di protezione.

Armi

È armato con tre mitragliatrici da 7,62 mm, inclusa una Rafael Overhead Weapons Station, una mitragliatrice controllata dall'interno della cabina, sviluppata dalla Rafael Advanced Defense Systems. Come lezione della Seconda Intifada, una torretta di vetro balistico fu installata su di uno dei portelli per consentire al comandante di vedere fuori senza essere esposto al fuoco di armi leggere e alle schegge.
Diversi Achzarit in servizio sono stati aggiornati con una stazione per armi telecomandate Samson da 12,7 mm al posto della stazione per armi sopraelevata Rafael standard da 7,62 mm.
È stata costruita anche una versione con RCWS-30. 

Operazioni

A causa della sua armatura pesante, l'Achzarit è talvolta chiamato APC Pesante (HAPC).
Gli APC Achzarit hanno preso parte all'operazione Rainbow a Rafah , dopo che un APC M113 relativamente leggero venne distrutto in una imboscata. Gli APC Achzarit sono stati coinvolti anche nella guerra di Gaza (2008-2009) e in quella ancora in corso.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Bulgarianmilitary, Wikipedia, You Tube)



































 

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