venerdì 22 dicembre 2023

Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Hǎijūn (中國人民解放軍海軍, 中国人民解放军海军): un UCAV stealth GJ-11 Sharp Sword 攻击-11 利剑 su di un finto ponte di portaerei a Wuhan indica le grandi ambizioni senza equipaggio dei futuri gruppi aerei imbarcati cinesi.





https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 




La Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Hǎijūn ( 中國人民解放軍海軍, 中国人民解放军海军), letteralmente Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione Cinese, è la marina militare della Repubblica Popolare Cinese. È inquadrata come parte dell'Esercito Popolare di Liberazione, l'insieme di tutte le forze armate cinesi. Composta da cinque corpi ovvero Flotta sottomarina, flotta di superficie, forze di difesa costiera, corpo dei marine, e aviazione navale. Dal 2010 è oggetto di un profondo rinnovamento nei mezzi e nelle tecnologie che, complice la solida industria pesante, ha visto crescere in modo esponenziale il numero di unità navali di prima linea che la compongono, comprese portaerei, incrociatori e cacciatorpediniere. Con circa 240.000 effettivi, è al 2019, la seconda marina al mondo per tonnellaggio complessivo alle spalle della U.S. Navy e prima al mondo per numero di imbarcazioni iscritte al registro navale.















UCAV stealth "GJ-11 Sharp Sword"

Da qualche tempo un aeromobile stealth senza pilota GJ-11 Sharp Sword (UCAV) cinese è apparso sulla struttura di prova a grandezza naturale della portaerei del paese. Questo potrebbe essere il suggerimento più forte finora che il GJ-11, o uno sviluppo di esso, sia destinato a far parte del futuro Gruppo di volo imbarcato. Se pienamente realizzato, fornirebbe una capacità attualmente sconosciuta alla Marina degli Stati Uniti.
Alcune foto satellitari del modello della portaerei terrestre a Wuhan hanno iniziato a circolare sul Web. Mostrano chiaramente un drone volante furtivo, identificato come GJ-11, o una sua variante, immediatamente davanti alla sovrastruttura "isola" della falsa portaerei. Il modello del drone è disposto vicino ad altre "forme" di velivoli-test, tra cui il caccia da portaerei J-15 e, a prua, il furtivo J-35. Non è chiaro quando sia stata scattata l'immagine e nulla indica direttamente che non sia autentica, anche se questa è sempre una possibilità.
Il modello della portaerei cinese viene utilizzato per valutare il potenziale utilizzo degli aerei in mare, compreso il modo in cui si adatteranno e verranno spostati sul ponte della portaerei. Presso questa struttura unica vengono eseguiti anche lavori sulle emissioni radio e altri test. In passato, sul modello, è stato notato un mock-up del velivolo imbarcato J-15, ulteriore prova del fatto che questo aereo era destinato anche ad una futura applicazione imbarcata. 
L’aereo AWACS di preallarme e controllo in volo KJ-600 è un altro esempio. Sembra che l'arrivo di un aereo sulla portaerei fittizia sotto forma di modello sia un precursore del passaggio alle prove di volo prima di dirigersi infine a bordo di una vera portaerei a tempo debito.
Sebbene il modello della portaerei abbia subito alcune modifiche e aggiornamenti, ora si ritiene che rappresenti vagamente la prossima portaerei Type 003 Fujian varata nel giugno 2022 e che sarà la terza portaerei della Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione, o PLAN, e la prima ad essere progettata in Cina. Sarà inoltre dotata di catapulte per il lancio di aeromobili, che consentiranno ad aerei come il J-35 e all’UCAV GJ-11 di poter operare da essa con pesi lordi rilevanti e all’AWACS KJ-600 di decollare e poi atterrare sulla portaerei. I test sulla catapulta a bordo della portaerei sono iniziati appena tre settimane fa.
Da qualche tempo sono stati stabiliti collegamenti tra il GJ-11 e le operazioni marittime, dopo che i media cinesi avevano riportato che il drone avrebbe prestato servizio a bordo delle portaerei PLAN in quella che è stata descritta come un ruolo da ricognizione disarmata (sic!).
La PLAN ha anche iniziato a testare droni molto più piccoli a bordo di portaerei senza la necessità di catapulte e dispositivi di arresto. Diversi esemplari di almeno due diversi tipi di droni commerciali o di derivazione commerciale con capacità di decollo e atterraggio verticale sono già stati utilizzati dal ponte della  portaerei cinese  Shandong.
Tuttavia, per sfruttare appieno un GJ-11 navalizzato, o un progetto simile, è necessaria una portaerei dotata di un ponte di notevoli dimensioni e di una catapulta come la nuova Type 003 Fujian. Si è parlato di una Cina che cerca di utilizzare droni ad ala volante furtivi anche dalle LHD d'assalto anfibie   Type 075, incluso un video animato che mostra questo concetto.
È possibile che queste unità ospitino un'UCAV più piccolo del GJ-11, come il Tian Ying, ad esempio, anche se queste navi dovranno essere dotate di una catapulta e di dispositivi di arresto per far sì che ciò accada. L'utilizzo di droni ad ala fissa ad alte prestazioni da navi d'assalto anfibie e portaelicotteri sta diventando un tema sempre più popolare negli ultimi tempi.
Una versione imbarcata del GJ-11 potrebbe apportare nuove e potenti capacità ai futuri Gruppo di Volo delle portaerei cinesi, non solo in termini di capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), ma anche come attacco elettronico, nuova risorsa di guerra.
Il GJ-11 configurato nella versione ISR amplierebbe la portata dei sensori delle unità navali e aumenterebbe la consapevolezza, e quindi la letalità, del gruppo d'attacco della portaerei. Le sue caratteristiche furtive gli permetterebbero anche di avvicinarsi molto alle forze ostili. Nel frattempo, alcuni di loro potrebbero lavorare insieme per trasmettere informazioni (compresi i dati sui bersagli) tramite collegamento dati direzionali al loro gruppo d'attacco. Questo tipo di collegamento a catena sarebbe difficile da rilevare e interrompere e potrebbe essere utilizzato per mantenere la connettività oltre la linea di vista invece di collegamenti dati satellitari potenzialmente più vulnerabili che potrebbero essere gravemente degradati o totalmente non disponibili durante un grave deprecabile conflitto armato.
Avere un drone da portaerei furtivo in grado di acquisire obiettivi ad alta priorità – in particolare, gruppi d’attacco di portaerei della US NAVY e altre navi alleate – e quindi offrire dati di targeting quasi in tempo reale rappresenterebbe un notevole impulso alle già significative misure anti-accesso e anti-accesso della Cina ed alle capacità di negazione dell'area. In uno scenario del genere, un GJ-11 imbarcato potrebbe fornire dati di puntamento sia ai missili balistici antinave che ai missili da crociera antinave a lungo raggio, nonché agli aerei d’attacco con equipaggio.
Mentre una versione ISR del GJ-11 basata su portaerei sarebbe un'aggiunta molto utile all'ala aerea PLAN, anche una variante armata sarebbe una risorsa estremamente significativa. L'arrivo di una portaerei dotata di catapulte elettro-magnetiche significa che sarà possibile lanciare un numero maggiore di aerei con carico pesante, non solo potenzialmente il GJ-11 e gli aerei da caccia a pieno carico, ma anche un aereo di allarme rapido e controllo aviotrasportato ad ala fissa con turboelica (AEW&C ), il KJ-600.
Con il trasporto di armi interne, il GJ-11 è un candidato idoneo per lo sviluppo come UCAV d'attacco stealth imbarcato, nonché come risorsa da ricognizione ECM, ECCM, ESM, ISR. Oltre a poter dare la caccia agli obiettivi, un simile drone sarebbe anche in grado di attaccarli. Fornirebbe una capacità assente in qualsiasi altra nazione sulla Terra, almeno da quando la Marina degli Stati Uniti ha abbandonato il proprio programma UCAV di attacco furtivo e sorveglianza negli anni 2010. L’accantonamento dei piani per una tale capacità è particolarmente notevole quando la US NAVY ora afferma di voler schierare nel prossimo decennio un futuro Gruppo di Volo imbarcato con una composizione per il 60% di droni. Si parla inoltre di un evidente “anello mancante” nel portafoglio di droni militari statunitensi – gli UCAV – che persiste ancora oggi. La Cina è stata estremamente ottimista, anche nel regno non classificato, nel perseguire gli UCAV ad ala volante, con molteplici tipi in fase di sviluppo.
ISR e attacco sono solo due delle missioni più importanti che un drone furtivo basato su una portaerei potrebbe condurre per la PLAN. Ci sono anche una serie di missioni di guerra elettronica che potrebbero essere altrettanto rilevanti, o forse un drone del genere potrebbe anche essere dotato di capacità di rifornimento in volo come capacità secondarie.
Altrettanto importante, tuttavia, per la PLAN, sarebbe il modo in cui un UCAV di questo tipo consentirebbe di sviluppare e perfezionare un concetto completamente nuovo di operazioni con droni semi-autonome basate su portaerei. La Cina è desiderosa di esplorare il potenziale delle piattaforme con e senza equipaggio che lavorano a stretto contatto, rispecchiando i programmi dei “ leali gregari ” statunitensi. Non c’è motivo per cui la Cina non cerchi di sviluppare tecnologie e tattiche simili per il suo Gruppo aereo di trasporto, con il potenziale per operazioni congiunte tra il J-35 furtivo e un drone a bassa osservabilità che potrebbe essere di particolare interesse.
Comunque, prima che la PLAN metta in campo tale capacità, dovrà essere fatto molto lavoro. A parte il completamento della portaerei e lo sviluppo di competenze in un regno completamente nuovo di operazioni di decollo assistito da catapulta ma recupero arrestato (CATOBAR), far funzionare effettivamente un drone ad ala volante in mare è tutta un'altra storia.
Le comunicazioni e l'architettura di comando e controllo, nonché le soluzioni per la gestione del ponte, dovranno essere sviluppate, testate e implementate. Gli Stati Uniti hanno avviato un programma di alto profilo per fare proprio questo con gli X-47B. La Cina dovrebbe imparare lezioni simili o acquisire il know-how con altri mezzi.
Un altro compito importante è quello di realizzare una variante navalizzata del GJ-11. Le sue dimensioni di base, il peso e il propulsore dovrebbero essere adattati all'ambiente esigente delle operazioni imbarcate. La sua struttura e il carrello di atterraggio dovrebbero essere migliorati per affrontare le dure realtà del lancio e del recupero a bordo di una nave. Tuttavia, tutto ciò sembra essere teoricamente alla portata della Cina poiché ora sta attraversando un processo simile con il cacciabombardiere stealth J-35.
La Cina ha dimostrato in passato di essere all’avanguardia in alcune tecnologie legate ai droni. Integrare un drone stealth a reazione in un’ala aerea di una portaerei che imbarcherà un nuovo design di portaerei, con una serie completamente nuova di requisiti di decollo e recupero, sarà una sfida enorme. Ma se la Cina avrà successo, molto probabilmente varrà tutti gli sforzi in termini di capacità rivoluzionarie che potrebbe portare, il tutto aprendo la strada a capacità più avanzate in futuro.

Hongdu GJ-11

L'Hongdu GJ-11 Sharp Sword (in cinese:攻击-11 利剑; pinyin: gongji-11 lì jiàn) è un veicolo aereo da combattimento senza pilota sviluppato nella Repubblica popolare cinese per l'Esercito popolare di liberazione. È stato progettato dallo Shenyang Aircraft Design Institute e dall'Hongdu Aviation Industry Group (HAIG), di cui quest'ultimo è il produttore. Il GJ-11 può anche effettuare ricognizioni aeree. 

Progetto

Il GJ-11 è un'ala volante senza coda con due alloggiamenti per armi interni. Le caratteristiche stealth includono la sagomatura della cellula posteriore attorno allo scarico del motore e le porte seghettate del vano armi. L'aeromobile è alimentato da un unico motore turbofan di tipo sconosciuto e l'apertura alare complessiva è di 14 metri. 

Sviluppo

Le prime versioni erano meno furtive con un ugello del motore esposto.  Le immagini del primo volo dell'aereo sono apparse su Internet nel novembre 2013.  Nell'ottobre 2021, Aviation Industry Corp of China (AVIC) ha presentato il GJ-11 all'Airshow China. Secondo quanto riferito, il drone sarebbe in grado di decollare autonomamente anche dalle navi d'assalto anfibio Tipo 075. Il drone furtivo potrebbe schierare sciami di esche lanciate dall’aria o sistemi di guerra elettronica, oltre a lanciare munizioni a guida di precisione.
Nell'ottobre 2022, i media cinesi hanno mostrato i concetti generati al computer di tre GJ-11 controllati da una variante biposto del cacciabombardiere stealth Chengdu J-20, simile al programma Loyal Wingman degli Stati Uniti. 

Specifiche - Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: nessuno;
  • Lunghezza: 12,2  m (40 piedi 0 pollici);
  • Apertura alare: 14,4 m (47 piedi 3 pollici);
  • Altezza: 2,7 m (8 piedi 10 pollici);
  • Motopropulsore: 1 × turbofan senza nome costruito da Guizhou ;
  • Armamento - Vani armi interni: Carico utile fino a 2.000 chilogrammi (4.400 libbre) - Bombe.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)























 

giovedì 21 dicembre 2023

Marina Militare italiana: in data 19 dicembre 2023, a Riva Trigoso si è tenuta la cerimonia di taglio della prima lamiera della nuova Nave Idro-Oceanografica Maggiore (NIOM).





https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 







In data 19 dicembre 2023, a Riva Trigoso si è tenuta la cerimonia di taglio della prima lamiera della nuova Nave Idro-Oceanografica Maggiore (NIOM) della Marina Militare. 
La nave idrografica sarà lunga 110 m, con un dislocamento a pieno carico di circa 6.000 t e verrà impiegata in attività di mappatura e monitoraggio scientifico, nonché nel supporto alle iniziative dell’Istituto Idrografico della Marina; prenderà il posto del MAGNAGHI dopo quasi 50 anni di onorato servizio. 
Erano presenti alla bella cerimonia il Direttore Generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri, il Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina e il Direttore degli Armamenti Navali, Amm. Isp. Capo Giuseppe Abbamonte. 
La realizzazione della NIOM verrà interamente curata dal cantiere integrato Fincantieri di Riva Trigoso-Muggiano. 

Il varo della nuova unità della Marina Militare italiana è previsto per il mese di settembre 2025; la consegna è prevista per il 2026.  


Il 22 dicembre 2022, nell’ambito di un bando comunitario per il settore della Difesa e Sicurezza, Fincantieri ha firmato con il Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti – Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM), il contratto per la realizzazione di una nuova unità Navale Idro-Oceanografica Maggiore (N.I.O.M.) destinata all’Istituto Idrografico della Marina, con consegna prevista nel 2026 presso il cantiere integrato di Riva Trigoso-Muggiano.
Il contratto ha un valore complessivo di circa 280 milioni di euro e comprende anche i servizi di supporto logistico integrato e di temporary support per la durata di sei anni più quattro in opzione.
Si avvia così il rinnovamento delle unità navali del servizio idrografico della Marina. Tale programma è parte di un progetto innovativo, di respiro europeo, che coinvolge il Ministero della Difesa e nel cui ambito è stato raggiunto un accordo di finanziamento tra la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato di Fincantieri, ha commentato: “Siamo fieri che il primato tecnologico di Fincantieri si affermi ancora una volta in un ambito come quello scientifico, che richiede capacità specialistiche peculiari. L’unità, infatti, dovrà essere in grado di operare garantendo elevate performance in ogni condizione meteo marina. Questo richiederà l’integrazione di molti sistemi complessi, capacità distintiva di un Gruppo come il nostro, che non solo realizza piattaforme all’avanguardia come le navi militari ma può contare sulla sinergia tra mondo naval e mondo offshore nello sviluppo di sistemi di controllo avanzati”.
L’unità è stata concepita con la massima attenzione verso gli aspetti green. Tra le sue principali caratteristiche si annoverano le tecnologie per il contenimento delle emissioni, una propulsione diesel-elettrica per ottimizzare consumi, forme di carena funzionali alla riduzione della resistenza all’avanzamento e l’utilizzo di materiali environment-friendly. In ambito di sostenibilità anche il processo produttivo partecipa all’impegno costante dell’azienda nel presidio dei sistemi di gestione ambientale, testimoniato dalla conformità alla norma internazionale ISO 14001 del cantiere integrato di Riva Trigoso-Muggiano, nonché da tutti gli altri i siti italiani del Gruppo.
Ulteriore key driver della nave sarà il tema di Health&Safety, volto alla sicurezza di tutto il personale che esercirà la nave durante la vita operativa. Fincantieri ha tenuto un approccio proattivo volto a identificare, anche in cooperazione con un parco fornitori di primo livello, le migliori soluzioni tecniche per soddisfare a pieno i requisiti operativi del cliente.
 
Fincantieri ha consegnato nel 2018 all’Institute of Marine Research (IMR), l’ente di ricerca oceanografica e ittica del governo norvegese, “Kronprins Haakon”, nave rompighiaccio oceanografica destinata a operare nelle acque polari. Il Gruppo, inoltre, nel 2021 ha curato un refitting d’eccezione sull’unità “Laura Bassi”, l’unica nave rompighiaccio oceanografica da ricerca italiana, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.

L’Istituto Idrografico della Marina è l’Organo Cartografico dello Stato designato alla produzione della documentazione nautica ufficiale nazionale.

La conoscenza degli spazi marittimi e la sicurezza delle vie di navigazione sono un elemento vitale per la crescita e la prosperità economica dell’Italia e dell’Europa. In un tale contesto, il mantenimento di una moderna capacità idro-oceanografica d’altura assume una valenza strategica per il Paese sia in ambito nazionale che internazionale.
Il progetto nasce, quindi, dall’esigenza di assicurare senza soluzione di continuità l’assolvimento dei compiti istituzionali afferenti al “Servizio Idrografico” nazionale attribuiti alla Marina Militare, mediante l’acquisizione di una nuova Nave Idro-Oceanografica Maggiore (NIOM) destinata a sostituire Nave MAGNAGHI, ormai giunta al termine della sua vita operativa.
La nuova Unità, oltre ad adempiere i compiti d’istituto della Difesa afferenti alle potenziali problematiche connesse all’aggiornamento della cartografia nautica e, conseguentemente, alla sicurezza della navigazione, dovrà anche essere in grado di operare in supporto sia della comunità scientifica nazionale, per quanto attiene alle attività degli Enti di Ricerca e delle Università, sia dell’International Hydrographic Organization (IHO), nell’ambito dell’ampio panorama della cooperazione internazionale. In tale ottica, il rinnovamento della capacità idro-oceanografica è un aspetto fondamentale per il Paese, sia per le sue finalità più propriamente militari, che per l’impulso che fornirebbe alla comunità scientifica nazionale che vedrebbe così accrescere le proprie capacità di ricerca e esplorazione  in nuove regioni del mondo, quale quella artica verso la quale è evidente la crescente attenzione da parte della comunità internazionale per il potenziale sfruttamento ecosostenibile delle risorse (energetiche, minerarie ed idriche) e la possibile apertura di nuove rotte commerciali.
Questo rinnovamento permetterà all’Italia di mantenere e consolidare il ruolo preminente riferimento nei consessi internazionali, promuovendo e rafforzando cooperazioni multinazionali o bilaterali in un settore specialistico di crescente visibilità e valenza su scala globale come quello del monitoraggio e della ricerca nel dominio marino.
L’unità sarà realizzata in accordo ai più moderni criteri di modularità e flessibilità in modo tale da potersi riconfigurare di volta in volta, a seconda della missione assegnata. Il generoso ponte di lavoro è idoneo ad ospitare le varie attrezzature scientifiche mentre le sistemazioni di bordo consentono (laboratori secchi ed umidi, carotatore, sistemi per la messa amare e recupero dei mezzi subacquei e sensori) di effettuare tutte le attività di prelievo ed analisi-valutazione dell’ambiente marino oggetto di esplorazione.
L’unità è progettata per operare in condizioni climatiche artiche non estreme con temperature medie sino a -20°C.
Attualmente è stato definito il requisito capacitivo sulla base del quale sono stati effettuati gli studi preliminari che hanno portato alla definizione di una configurazione di massima di seguito riportata.
La configurazione della piattaforma è tuttavia suscettibile di modifiche nel corso della progettazione esecutiva che verrà eseguita dal Cantiere nell’ambito del contratto di acquisizione della nave.

La NIOM rappresenta un notevole balzo in avanti per le capacità di proiezione dell’Italia nel campo della ricerca scientifica nei contesti più complessi del mondo. 

L’Unità, infatti, consentirà alla Marina Militare di andare a sostituire alcune delle navi in esercizio che fanno parte del “Servizio Idrografico” nazionale. Tra le attività oggi in essere delle unità della MM, la produzione e dell’aggiornamento della documentazione cartografica nautica ufficiale. Ma la NIOM avrà anche un carattere decisamente più ampio, garantendo un efficace supporto alla comunità scientifica internazionale, sia nel Mediterraneo sia nell’Artico, grazie alle sue future capacità dual-use.
Con una lunghezza di circa 110 m e larghezza di circa 19 metri, la NIOM sarà dotata di un sistema di posizionamento dinamico e di un sistema di propulsione integrato completamente elettrico, caratterizzato da basse emissioni in atmosfera, in modo da consentire la navigazione anche in aree di interesse protette o soggette a particolari restrizioni. Impianti e attrezzature scientifiche permetteranno di operare in climi con temperature medie sino a -20°C, eseguire rilievi batimetrici, topografici e geodetici, acquisire dati idro-oceanografici e geofisici marini e meteorologici, oltre che effettuare rilievi di anomalie magnetiche e condurre attività a supporto di operazioni di Rapid Enviromental Assessment (REA). A bordo verrà ospitato anche un veicolo subacqueo autonomo tipo Autonomous Underwater Vehicle (AUV), equipaggiato con sensori idro-oceanografici e predisposto all’imbarco di moduli containerizzati per garantire la massima



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Marina.difesa, Shipmag, Wikipedia, You Tube)



















 

Brigada zračne obrambe in letalstva Slovenske vojske (Brigata di difesa aerea e aviazione delle Forze armate slovene - BROZOL): in data 20 dicembre 2023, è stato consegnato il primo velivolo da trasporto tattico C-27J di Leonardo all’Aeronautica Militare Slovena.





https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 








In data 20 dicembre 2023, è stato consegnato il primo velivolo da trasporto tattico C-27J di Leonardo alla BROZOL di Slovenia, nell’ambito dell’accordo tra I GOVERNI DI Italia e Slovenia, stipulato dai rispettivi Ministri della Difesa il 17 novembre 2021.
La Brigada zračne obrambe in letalstva Slovenske vojske (tradotto dallo sloveno Brigata di difesa aerea e aviazione delle Forze armate slovene, spesso abbreviata in BROZOL) costituisce la componente aerea delle forze armate slovene.
L'aviazione militare slovena fu costituita ufficialmente nel 1991 in seguito alla dissoluzione della ex-Jugoslavia, e anche se si tratta di una modesta forza aerea, da molti anni ricopre ruoli sempre più importanti in seno alla NATO.
La Slovenia è uno dei più giovani stati indipendenti dell'Europa: già parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, il piccolo stato si è spinto a cercare l'autonomia nel 1991.
Il suo territorio venne marginalmente coinvolto, con la guerra dei dieci giorni, dalle ostilità esplose tra le varie repubbliche dell'ex-Jugoslavia al momento della scissione e questa nuova nazione, influenzata dalle vicine Austria e Ungheria, si è unita alla NATO nel novembre del 2003. Da allora la responsabilità della difesa dello spazio aereo sloveno spetta alla Nato, nello specifico all'Aeronautica Militare italiana.
Dato che non ricevette alcuna forma di "eredità" dalla defunta Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, a parte pochi esemplari di addestratori basici UTVA-75, la Slovenia si trovò fin dall'inizio della sua indipendenza a dover ricostruire totalmente la propria componente aerea; un cammino iniziato nel lontano 1991 con un solo elicottero Gazelle.
La Slovenia ha visto crescere la propria aviazione militare velocemente, originariamente la SAF fu denominata soltanto Aviation Unit, denominazione inglese dovuta in previsione della futura adesione alla NATO e non solo per questioni di praticità, in quanto non si poteva ancora parlare una vera e propria forza aerea ma di un piccolo reparto di volo delle forze armate slovene.








Con la consegna dell'aereo C-27J Spartan, le Forze armate slovene stanno colmando le lacune nella capacità di trasporto aereo tattico che, tra l'altro, sono emerse durante la risposta alla pandemia di Covid-19.
L'esercito sloveno utilizzerà l'aereo per il trasporto di personale e merci, operazioni di paracadutismo, evacuazione medica e anche antincendio, rendendo l'aereo un importante strumento per le forze armate. A tal fine, il C-27J sarà dotato di un modulo per il trasporto passeggeri e di un modulo antincendio sotto forma di un serbatoio d'acqua da otto tonnellate.
"Abbiamo già addestrato due equipaggi per eseguire la maggior parte delle missioni che il C-27J può svolgere, e l'addestramento continuerà all'aeroporto di Maribor dal 15 gennaio in poi poiché la pista di Cerklje ob Krki è in attesa di essere rinnovata", ha detto il colonnello Janez Gaube, comandante dell'aereo. 15° Stormo dell'Aviazione Militare della Slovenia.
L'aggiunta di due aerei da trasporto tattico C-27J Spartan all'inventario delle forze armate slovene rappresenta un importante aggiornamento in termini di capacità. L'aereo da trasporto all'avanguardia è ampiamente utilizzato dalle forze aeree alleate di Bulgaria, Grecia, Italia, Lituania, Romania e Slovacchia e dalle forze aeree partner, il che lo rende facile da integrare nelle operazioni di trasporto aereo combinato.

La cerimonia si è svolta presso la base militare di Cerklje ob Krki (Slovenia), alla presenza del Ministro della Difesa sloveno, Marjan Sarec, di varie autorità e del Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, e il Direttore di ARMAERO, Generale Ispettore Capo Giuseppe Luppoli.

L’accordo G2G prevede l'acquisizione da parte della Slovenia di un ulteriore velivolo C-27J Spartan e di alcuni elicotteri AW-139, sempre di Leonardo.

Il Leonardo C-27J Spartan è un aereo da trasporto tattico di classe media. Il C-27J è una versione avanzata e aggiornata del G.222 (C-27A nell'USAF) prodotta con sistemi e motori Rolls Royce AE 2100-D2A 4,637 SHP ciascuno, simili a quelli del C-130J Super Hercules della Lockheed Martin. Inizialmente fu prodotto in collaborazione da Alenia Aeronautica e Lockheed Martin unite sotto la sigla LMATTS (Lockheed Martin/Alenia Tactical Transport Systems). La designazione del velivolo è stata mutuata da quella dei 10 G.222 acquisiti dalla United States Air Force nel 1990 come C-27A Spartan.
Il C-27J è stato acquistato oltre che dall'Aeronautica Militare Italiana anche da quella statunitense (ove vengono impiegati, oltre che presso lo Special Operation Command dell’Esercito, anche presso la Guardia Costiera), australiana, greca, bulgara, lituana, messicana, marocchina, rumena, chadiana, peruviana, slovacca e dal Ghana.
Rispetto al G.222 questo aeroplano presenta un peso massimo al decollo sensibilmente aumentato (da 28.000 kg a 31.800 kg), grazie anche alla nuova e più potente motorizzazione, pressoché identica a quella del C-130J (con eliche a scimitarra Dowty R-391), ed una suite avionica anch'essa installata sul C-130J: infatti, in fase di progettazione, è stato deciso di avere una forte intercambiabilità di parti tra i due velivoli, con un valore finale del 65%.
Il carrello di questa nuova versione è ad assetto variabile, per facilitare le operazioni di carico.
La versione ordinata dall'Aeronautica Militare è tra le più ricche, con strumentazione che comprende HUD, suite di autoprotezione che include sistemi per la difesa passiva contro missili terra-aria, sonda per rifornimento in volo.
Il C-27J è in grado di trasportare fino a 46 paracadutisti con equipaggiamento leggero o 34 completamente equipaggiati o fino ad un massimo di 60 soldati (36 barelle + 6 assistenti in configurazione MEDEVAC - evacuazione medica). L'aereo può altrimenti imbarcare fino ad 11,5 tonnellate di materiali. Il velivolo viene costruito negli stabilimenti Alenia di Torino-Caselle.
Questo aeromobile è inoltre l'unico della sua categoria in grado di effettuare vere e proprie manovre acrobatiche come looping e tonneau. Il 19 luglio 2011 con equipaggio del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare composto dai piloti maggiore Severino De Luca e maggiore Francesco Ferreri e dal tecnico primo maresciallo Ugo Sabeni, il C-27J Spartan è stato premiato per l'esibizione al RIAT 2011 di Fairford con i trofei As the Crow Flies per la migliore presentazione in volo e Douglas Baderper la miglior presentazione solista.
Nel luglio del 2015 Alenia Aermacchi ha annunciato di aver completato i test di volo per l'installazione di winglets che comportano un aumento delle prestazioni nelle fasi di decollo per effetto dell'aumento del rapporto tra portanza e resistenza dell’ala.

Il C-27J Next Generation di Leonardo

La nuova suite avionica del C-27J Next Generation è appositamente progettata per soddisfare i requisiti del Sistema di Controllo del Traffico Aereo di prossima generazione e include: datalink FANS 1/A+, TCAS 7.1, ILS Cat.II, migliorati video TAWS. La nuova configurazione comprende nuovi display per il cockpit, l’introduzione di un nuovo radar meteorologico e di un nuovo sistema di navigazione radio. Sono state poi incrementate le capacità del velivolo sia di comunicazione via radio, sia via satellite, aggiungendo anche un nuovo sistema di intercomunicazione.
Il C-27J è dotato ora di nuovi pannelli, sia per il cockpit, sia per il cargo e di un sistema di illuminazione basato su tecnologia led oltre a transponder per l’identificazione amico/nemico IFF e capacità di ricerca e soccorso. Le precedenti scatole di interfaccia dell’avionica e dei sistemi di bordo sono state interamente sostituite con nuovi elementi sviluppati dalla Divisione Elettronica di Leonardo. La nuova configurazione è anche disponibile come retrofit per gli attuali clienti intenzionati a modernizzare la propria flotta di C-27J incrementandone l’efficacia.
Grazie alla eccezionale solidità strutturale ed alla ridondanza dei sistemi, il C-27J offre caratteristiche uniche di robustezza, affidabilità, capacità di sopravvivenza e manovrabilità. La capacità del C-27J di operare dalle piste di atterraggio più rudimentali, eseguendo decolli e atterraggi su piste brevi (STOL) e in condizioni ambientali estreme è incrementata dalle “winglet”, mentre la Auxiliary Power Unit (APU) fornisce una fonte di alimentazione indipendente, utilizzabile per riavviare i motori in volo o per rendere l’aereo autonomo nel caso la missione preveda ri-schieramento su aeroporti non attrezzati. Inoltre il velivolo può essere può essere equipaggiato con un sistema completo di autoprotezione (DASS), comunicazioni sicure e protezione balistica per operare in ambienti ad elevato livello di minaccia.
Grazie a molteplici kit e sistemi di missione roll-on/roll-off facilmente installabili e trasportabili, il C-27J può essere rapidamente configurato e ri-configurato per una vasta gamma di capacità operative, dal trasposto tattico al pattugliamento marittimo, evolvendo anche come piattaforma ASW o C3ISR. Come “tactical airlifter”, l’ampia versatilità del velivolo si estende dal trasporto tattico di truppe e carichi, all’aviolancio di paracadutisti e materiali, dall’evacuazione medica sul campo di battaglia al trasporto VIP, ma anche all’assistenza umanitaria e supporto in caso di disastri naturali, permettendo poi di convertire efficacemente il C-27J per operazioni antincendio.
Come dichiarato dal pilota collaudatore Matteo Maurizio, Head of Project Test Pilot Airlifters and UAS della Divisione Velivoli di Leonardo, che ha seguito la nuova variante dello Spartan sin dai primi voli prova le principali differenze sono legate alla qualità di volo e alle prestazioni del velivolo. In termini di qualità, sottolinea che la nuova tecnologia allo stato dell’arte dell’avionica consente da un lato di soddisfare pienamente il nuovo standard internazionale di navigazione denominato Performance Based Navigation e di avere a disposizione le funzionalità di FANS1/A+ Datalink, TCAS 7.1, ILS Cat II e Enhanced Video TAWS, dall’altro di incrementare le capacità militari tattiche con l’integrazione del Mode 5 IFF/ADS-B out e del tactical VNAV e Search and Rescue. Questo permette di sfruttare tutte le capacità offerte dal poter operare all’interno di spazi aerei civili senza limitazioni e di incrementare l’interoperabilità in scenari operativi tattici.
Il nuovo layout della cabina di pilotaggio, con una nuova configurazione di luci e pannelli a LED, comprende 5 schermi multifunzione a colori, che hanno una nuova e migliorata simbologia rispetto al passato, con evidenti vantaggi per l’efficienza della condotta di volo, un doppio sistema di gestione del volo ridondante (FMS, Flight Management System), due sistemi di autopilota digitali-flight director con capacità automatica di gestire i regimi del motore e una suite di comunicazione completa.
Per i voli in teatro operativo queste caratteristiche, unite alla presenza dei numerosi e ampi finestrini in cabina di pilotaggio tipici dello Spartan, alla piena compatibilità del cockpit con i sistemi di visione notturna NVIS/NVG e alla disponibilità dell’Head-Up Display, riducono al minimo il carico di lavoro per il pilota migliorando la sua capacità di gestire la missione efficacemente di giorno, di notte e in condizioni meteorologiche avverse. In termini di prestazioni invece, le nuove winglets offrono diversi vantaggi in termini di controllabilità della macchina, in particolare nel volo a bassa velocità oltre ad una migliore capacità di carico anche in condizioni di alte temperature e alte quote.
In termini di prestazioni la velocità di crociera di 602 km/h (325 KTAS) e la quota operativa di 9.144 m (30.000 piedi) non cambieranno con il nuovo standard, le winglet invece migliorano le capacità di salita in termini di dislivelli superabili o massimo peso al decollo (MTOW) di circa 1.000 kg permettendo di operare da quegli aeroporti con dislivelli particolarmente elevati normalmente serviti da velivoli quadrimotore.

Il Leonardo C-27J Spartan è un aereo da trasporto tattico di classe media. Il C-27J è una versione avanzata e aggiornata del G.222 (C-27A nell'USAF) prodotta da Leonardo (nome assunto da Finmeccanica dal 2017) precedentemente Alenia Aeronautica, con sistemi e motori Rolls Royce AE 2100-D2A 4,637 SHP ciascuno, simili a quelli del C-130J Super Hercules della Lockheed Martin. Inizialmente fu prodotto in collaborazione da Alenia Aeronautica e Lockheed Martin unite sotto la sigla LMATTS (Lockheed Martin/Alenia Tactical Transport Systems). La designazione del velivolo è stata mutuata da quella dei 10 G.222 acquisiti dalla United States Air Force nel 1990 come C-27A Spartan.
Il C-27J è stato acquistato oltre che dall'Aeronautica Militare Italiana anche dalle forze armate statunitensi (ove vengono impiegati, oltre che presso lo Special Operation Command dell’Esercito, anche presso la Guardia Costiera), di Australia, Grecia, Bulgaria, Lituania, Messico, Marocco, Romania, Kenya, Chad, Perù, Slovacchia, Zambia e di un altro paese al momento non annunciato.

Tecnica

Rispetto al G.222 questo aeroplano presenta un peso massimo al decollo sensibilmente aumentato (da 28.000 kg a 31.800 kg), grazie anche alla nuova e più potente motorizzazione, pressoché identica a quella del C-130J (con eliche a scimitarra Dowty R-391), ed una suite avionica anch'essa installata sul C-130J: infatti, in fase di progettazione, è stato deciso di avere una forte intercambiabilità di parti tra i due velivoli, con un valore finale del 65%.
Il carrello del C-27J è ad assetto variabile, per facilitare le operazioni di carico.
La versione ordinata dall'Aeronautica Militare è tra le più ricche, con strumentazione che comprende HUD, suite di autoprotezione che include sistemi per la difesa passiva contro missili terra-aria, sonda per rifornimento in volo.
Il C-27J è in grado di trasportare fino a 46 paracadutisti con equipaggiamento leggero o 34 completamente equipaggiati o fino ad un massimo di 60 soldati (36 barelle + 6 assistenti in configurazione MEDEVAC - evacuazione medica), mentre per la lotta agli incendi è possibile lanciare fino a 6 contenitori del sistema “Guardian” per un totale di 6.000 litri. L'aereo può altrimenti imbarcare fino ad 11,5 tonnellate di materiali. La sezione del vano di carico misura 2,60 mt in altezza e 3,33 mt in larghezza con capacità di un carico massimo di 4.900 kg\m2 per tutta la sua lunghezza.
Il velivolo viene costruito negli stabilimenti Leonardo di Torino-Caselle.
Questo aeromobile è inoltre l'unico della sua categoria in grado di effettuare vere e proprie manovre acrobatiche come looping e tonneau. Il 19 luglio 2011 con equipaggio del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare composto dai piloti maggiore Severino De Luca e maggiore Francesco Ferreri e dal tecnico primo maresciallo Ugo Sabeni, il C-27J Spartan è stato premiato per l'esibizione al RIAT 2011 di Fairford con i trofei As the Crow Flies per la migliore presentazione in volo e Douglas Bader per la miglior presentazione solista.
Nel luglio del 2015 Alenia Aermacchi ha annunciato di aver completato i test di volo per l'installazione di winglets che comportano un aumento delle prestazioni nelle fasi di decollo per effetto dell'aumento del rapporto tra portanza e resistenza dell’ala.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, AC.NATO, Wikipedia, You Tube)